|
|
|
Scoperte, invenzioni, record
e avvenimenti importanti che
hanno segnato il XX Secolo |
|
Finestre fotografiche
su Liguria e Toscana |
GENOVA |
Il capoluogo
della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col Giubileo
del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il
territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti
per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La "Valle
dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La "Terra
della Luna", in
Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente
conservati... |
|
Close Up |
Argomenti del
sito in primo piano,
eventi, news e storia del territorio |
Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino
e sono un "monumento
geologico"
unico al mondo... |
 |
Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
 |
Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove
parte questo sito... |
 |
Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di
una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal
sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo
essere stati riscoperti a nuova vita. |
 |
Ferrovia Aulla-Lucca
Il fascino dei
treni d'epoca
e delle locomotive a vapore |
 |
Ferrovia Pontremolese
Una linea di
vitale importanza
per La Spezia e la Lunigiana |
 |
Ex
Ceramica Vaccari
Il comprensorio
della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di
fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per
Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le
aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo,
alla cultura... |
 |
Il dialetto genovese
Le trasformazioni
fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno
inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i
secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva,
che oggi viene insegnata anche nelle scuole... |
 |
Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
per strada un tappeto di fiori...".
A Brugnato, ogni anno, giovani e
meno giovani si radunano nel
centro storico per abbellire strade
e piazze con disegni floreali,
secondo un'antica tradizione che
origina da un miracolo
avvenuto a Bolsena... |
 |
Mezzi da lavoro storici
I raduni e le
esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed
onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno
guidati per mestiere... |
 |
Mezzi militari storici
I più celebri
veicoli militari che hanno partecipato alle vicende della
Seconda Guerra Mondiale sfilano per strade e piazze e mantengono
vivo il ricordo di quei terribili giorni... |
 |
|
|
|
|
|
|
INDICE GENERALE
CRONACA 01
02
03
04
05
06
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO
ALTRI FAUSTO
COPPI
INTER
RIVISTE 01
02
03 |
<<<<<
Torna a Eventi Sport 02 / Back |
 |
FAUSTO COPPI
il campionissimo
del ciclismo |
|
"Coppi, come tutti i
forti, è un calcolatore, un ragionatore, un freddo. Finché la corsa
sarà una corsa in linea e vi sarà in palio una vittoria non
condizionata, Coppi si limiterà a vincere... Coppi è un fenomeno di
muscoli e di energia, al servizio di un cervello lucidissimo, di una
fredda e precisa volontà, di una competenza ciclistica che non teme
confronti. I suoi compagni di squadra dicono che correndo con lui si
può lasciare il cervello a casa, perché non occorre pensare, perché
si sa sempre cosa si deve fare. E' lui che ti dice quando é il
momento di andare in testa, quando devi scattare, quando devi
inseguire uno che scappa. Sa tutto e vede tutto. Questo è Coppi..."
(Nutrizio) |
SETTEMBRE 1946 - Trionfo di Fausto Coppi nel GP della Nazioni a Parigi |
|
Il commento di Oscar Egg: "Coppi un fenomeno, una locomotiva umana!" |
Folla enorme fin dalle prime ore del mattino
su tutte le strade che da Parigi conducono a
Versailles dove era fissato il convegno per
i partecipanti al "Gran Premio delle
Nazioni", corsa ideata nel 1932 dal noto
giornalista francese Benac, il quale anche
oggi ha potuto fungere da mossiere della sua
importantissima manifestazione. Sono venuti
a mancare all'ultimo momento gli spagnoli,
tutti impegnati nel Giro di Catalogna.
Improvvisamente hanno dato forfait anche gli
olandesi, mentre gli svizzeri Knecht e
Wagner, pur essendo già a Parigi dove hanno
partecipato al Giro del Trocadero, non
scenderanno in gara per il mancato accordo
finanziario con gli organizzatori. I favori
del pronostico erano generalmente per il
primatista mondiale dell'ora Fausto Coppi,
al quale la |
|
stampa francese ha reso negli ultimi tempi
elogi considerevoli. Però in campo francese
si sperava soprattutto sul giovane Carrara,
vincitore lo scorso anno, e si davano possibilità
anche a Piel, specialista dell'inseguimento...
Trentuno corridori si sono ritrovati alle ore 11,00,
per partire distanziati di quattro minuti,
cosicché l'ultimo corridore ha lasciato
Versailles alle ore 13,04. Un percorso di
140 chilometri che si snoda nella grande
periferia parigina, toccando la foresta di
Rambouillet e transitando sulla lieve salita
di Ablis. In questa meravigliosa giornata
settembrina, oltre un milione di spettatori
erano radunati lungo le strade per assistere
al passaggio dei concorrenti...
Dopo i primi sessanta
chilometri, Coppi era in ritardo di 48"
sull'ex campione di Francia Emilio Idéè, che
stava segnando il miglior tempo. Il
corridore in maglia bianco-celeste iniziava
quindi un'offensiva poderosa che lo avrebbe
portato, al centesimo chilometro, alla testa
della gara, con due minuti di vantaggio su
Idée e cinque o sei sugli altri concorrenti.
Al Parco dei Principi circa 40.000
spettatori, informati dagli altoparlanti
sulle fasi della gara, attendevano con
impazienza l'arrivo dei migliori. Idée
concludeva con un ottimo tempo, stabilendo
il nuovo primato della corsa.
Coppi appariva provato ma
effettuava l'ultimo giro con un supremo
sforzo, accolto da un boato dalla folla e
applaudito da tutti gli altri concorrenti.
La vittoria era sua in 3 ore 41'12", così
come il nuovo primato assoluto. Al secondo
posto Idée in 3 ore 43'35"; terzo Mahé in 3
ore 49'07". |
Da "TUTTOSPORT" del 16 settembre 1946 |
|
GIUGNO 1947 - Fausto
Coppi vince il 30° Giro d'Italia precedendo Gino Bartali |
|
La "corsa del popolo" ha avuto il suo
"slogan" nel duello tra Coppi e Bartali |
Alla Welter il primato di squadra, ad
Adolfo Leoni l'alloro nella tappa
trionfale conclusasi al Velodromo
Vigorelli di Milano. Il Giro d'Italia
s'è imperniato sul duello tra Bartali e
Coppi. Era la facile previsione della
vigilia e la constatazione incontroversa
di oggi. Le folle si sono buttate a
pesce sui motivi tecnici, ma soprattutto
passionali di questo duello. Hanno
ritrovato nella diarchia il tema di
antichi e non sopiti contrasti: Gerbi -
Galetti, Girardengo - Belloni, Binda -
Guerra...
Il nostro popolo, a differenza di altri
più freddi (o più scettici), ama
dividersi per due nei grandi amori e nei
grandi odi: forse è il risucchio moderno
di quel sentire per guelfismo e per
ghibellinismo, più stato d'animo emotivo
che razionale |
|
concezione politica e causa, si, di
grandi miserie, ma anche stimolo e
fiamma di grandi imprese. Il Giro si è
risolto in un dialogo fra protagonista e
antagonista... |
IL DUELLO FRA COPPI E BARTALI |
Si è svolto in venti assalti (uno, almeno teorico,
per tappa) per la durata di 23 giorni.
Molte le schermaglie, parecchi i colpi
doppi, come s'usa dire in gergo
schermistico. Pochi gli affondo; due se
vogliamo essere scupolosi. Il primo di
Bartali a Coppi (tappa di Genova), il
secondo di Coppi a Bartali (tappa di Trento).
Entrambi hanno avuto il carattere dell'imprevisto.
Imprevista la cotterella di Coppi al Colle Caprile,
imprevista quella di Bartali dal Falzarego
al Pordoi. Va aggiunto, per onor di
cronaca, che nell'un caso e nell'altro
non si è avuta una sfida aperta,
dichiarata, testa a testa, fra i due
rivali. Sul Caprile, stanco e sfiduciato
Coppi, Bartali è scattato per seguire la
ruota fuggente di Ortelli e
dall'episodio sono scaturiti i 2'41" di
distacco tra il verde-oliva e |
il bianco-celeste. Sul Falzarego Coppi ha
allungato l'andatura a pochi passi
dal valico, allorché un incidente di catena
aveva fermato Bartali. In entrambi
i casi, i |
In altra pagina
storia umana e
sportiva di Fausto
Coppi, il campionissimo
del ciclismo
(con foto) |
In altra pagina
le ragioni segrete
alla base delle
leggendarie imprese di
Fausto Coppi (con foto) |
In altra pagina le
imprese sportive di
Fausto Coppi attraverso
interviste e racconti
personali (con foto) |
due vincitori hanno saputo bravamente
sfruttare le inattese condizioni
d'inferiorità dell'avversario diretto. Vittorie
schiette e meritate, ma entrambe velate
da un vizio d'origine (fuga di Ortelli al Caprile, incidente meccanico al Falzarego).
Lo scontro drastico, a
parità di energie fisiche, non c'è mai stato. Non c'è
stata la lotta furente, gomito a gomito,
su per la balza del monte fino
all'afflosciamento delle forze, fino al
momento drammatico in cui una ruota si
stacca dall'altra ruota e non sembra che
siano le gambe degli scalatori che
spingano, ma i denti che tirino e
strappino, e la gioia dionisiaca del
vincitore vale il dolore crudo dello
sconfitto. Per questo bartaliani e
coppiani continuano nell'eterna
diatriba, gli uni asserendo che il
fiorentino è sempre il più forte, gli
altri affermando che il tortonese è
ormai il dominatore. |
CLASSIFICA FINALE DEL 30° GIRO D'ITALIA:
1° Fausto Coppi in 115 ore 55'07"
- 2° Gino Bartali a 1'43" -
3° Giulio Bresci a 5'54" -
4° Ezio Cecchi a 15'01" - 5°
Sylver Maes a 15'06" - 6°
Alfredo Martini a 19'20" -
7° Mario Vicini a 30'46" -
8° Salvatore Crippa a 31'05" -
9° Fiorenzo Magni a 34'07" -
10° Angelo Menon a 35'49" |
CLASSIFICA PER SQUADRE:
1a Welter (Bresci, Cecchi, Martini)
- 2a Bianchi (Coppi, Vicini,
Leoni) - 3a Legnano
(Bartali, Pasquini, R. Zanazzi) -
4a Viscontea (F. Magni, Corrieri, De
Stefanis) - 5a Lygie
(Crippa, Menon, Peverelli) |
GRAN PREMIO DELLA MONTAGNA:
1° Gino Bartali con punti 24 - 2° Fausto
Coppi (21) - 3° Giulio Bresci (12) - 4°
Giovanni Corrieri (7) - 5° Sylver Maes
(6) - 6° Martini, Conte e Cecchi (5) -
9° Pagliazzi, Bevilaqua e Leoni (4) |
Da "TEMPO
SPORT" del 16 giugno 1947 -
Sintesi da un articolo. di Bruno Roghi
-
Altre informazioni sul Giro d'Italia 1947 |
|
|
|
LUGLIO 1947 - A Parigi Coppi diventa Campione del Mondo dell'inseguimento |
Strepitoso trionfo del ciclismo italiano
a Parigi. L'iride sulle maglie tricolori |
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Trionfo
italiano senza precedenti. Sulla stessa
pista del "Parco dei Principi" che vide
neppure 10 giorni fa la massima
delusione per la strana fine del Giro di
Francia, le maglie tricolori d'Italia
hanno stravinto nel Campionato del Mondo
dell'Inseguimento e sul più alto pennone
del più importante stadio di Francia,
per ben tre volte, è salita la bandiera
italiana.... Quante discussioni, tra
ieri e oggi, per questi campionati
dell'inseguimento! L'atmosfera si era
riscaldata ed innervosita quando si era
saputo che Coppi era stato opposto in
semifinale a Schulte. I competenti
locali si erano addirittura
scandalizzati. Affermavano che |
|
|
|
questa era la finale e vedevano
nell'altra semifinale uno sfacciato
favoritismo per lo svizzero Koblet. Anche tra gli
azzurri l'incontro Coppi-Schulte era
stato accolto con nervosismo. |
I
RISULTATI DELLE PROVE INSEGUIMENTO
PROFESSIONISTI (11 giri pari a 5 Km) |
PRIMA SEMIFINALE:
1° Bevilacqua (Italia) in 6'24"1/5 - 2°
Koblet (Svizzera) a 55 metri;
SECONDA SEMIFINALE: 1°
Coppi (Italia) in 6'19"3/5 -
2° Schulte (Olanda) a 160 metri;
FINALE PER IL 3° e 4° POSTO:
1° Koblet (Svizzera) in 6'26"3/5 -
2° Schulte (Olanda) a 95 metri; |
FINALE PER IL 1° e 2° POSTO:
1° Fausto
Coppi (Italia) in 6'16"1/5 -
2° Bevilacqua (Italia) in 6'22"3/5
- Nella prova Fausto Coppi ha
battuto di 5" esatti il record della
pista del Parco dei Principi di Parigi,
che apparteneva a Heimar con 6'21"1/5.
Tempi sul giro del neo campione del
mondo: 1° in 37" - 2° in 33" - 3° in 34"
- 4° in 34" - 5° in 33" - 6° in 34" - 7°
in 34" - 8° in 35" - 9° in 33" - 10° in
34' - 11° in 35". |
CRONACA:
Partenza più veloce di Coppi che
guadagna una ventina di metri durante il
primo giro. L'andatura del campione
della Bianchi è formidabile, tanto che
alla fine del 3° giro ha già 50 metri di
vantaggio. Tuttavia Bevilacqua si
difende strenuamente e fino al 6° giro
le posizioni non mutano. La folla segue
con entusiasmo il duello fra i due
campioni e ammira la volitiva andatura
di Coppi che impiega 33", 34" ogni giro.
A tre giri dalla fine il vantaggio di
Coppi è di circa 80 metri e aumenta
ancora. Il campione d'Italia ha un
finale entusiasmante e vince di circa
100 metri. Coppi è subito attorniato da
dirigenti e nostri connazionali, che lo
felicitano calorosamente. Si ripete
quindi la stessa commovente cerimonia
del campionato dilettanti. Coppi riceve
la maglia iridata dal presidente
Joinard, mentre la musica intona ancora
l'inno garibaldino e il nostro tricolore
sale sul pennone. L'inno è ripetuto poi
per il secondo posto di Bevilacqua e
un'altra bandiera tricolore sale sul
pennone laterale. |
CLASSIFICA FINALE:
1° Fausto Coppi (Italia) -
2° Bevilacqua (Italia) - 3°
Koblet (Svizzera) - 4°
Schulte (Olanda). |
|
I RISULTATI DELLE PROVE INSEGUIMENTO
DILETTANTI (9 giri pari a 4.090 metri) |
PRIMA SEMIFINALE:
1° Leo Benfenati (italia) in 5'18"4/5 - 2°
Andersen (Danimarca) a 90 metri;
SECONDA SEMIFINALE: 1° François
(Uruguay) in 5'16"4/5 - 2°
Guillemet (Francia) a 90 metri;
FINALE PER IL 3° e 4° POSTO:
Andersen (Danimarca) viene proclamato
vincitore su Guillemet perchè
quest'ultimo, dopo 4 giri, simulava un
guasto meccanico; |
FINALE PER IL 1° e 2° POSTO:
1° Leo Benfenati (Italia) in 5'20"2/5
- 2° François (Uruguay) in 5'27"
(a 80 metri) - Tempi sul
giro del neo campione del mondo: 1° in
36" - 2° in 32" - 3° in 32" - 4° in 34"
- 5° in 36" - 6° in 36" - 7° in 36" - 8°
in 36" - 9° in 35". |
CRONACA:
François parte dal rettilineo d'arrivo,
Benfenati dalla linea opposta.
L'italiano si avvantaggia lievemente sin
dal primo giro e consolida gradatamente
il vantaggio che, dopo il terzo giro, è
di una ventina di metri. L'uruguaiano,
che marcia di forza, si difende
strenuamente, ma nulla può contro
l'andatura cronometrica e in pari tempo
estremamente efficace di Benfenati. Il
nostro atleta, dopo 5 giri, ha 60 metri
di vantaggio. Ormai la sorte è decisa.
Benfenati è campione del mondo.
François crolla di schianto mentre il
suo avversario, sorridente e senza
neanche forzare, continua a guadagnare
terreno fino alla fine. Applausi
calorosi e ovazioni si rinnovano quando
Benfenati, accompagnato dal presidente
Rodoni, sale sulla tribuna presidenziale
ove il sig. Joinard (presidente
dell'U.C.I.) lo veste della maglia
iridata. |
CLASSIFICA FINALE:
1° Leo Benfenati (italia) - 2°
François (Uruguay) - 3° Andersen
(Danimarca) - 4° Guillemet(Francia)
Leo Benfenati, nato a San Lazzaro di
Bologna e tesserato con la società
Vilco, aveva 22 anni. |
|
|
OTTOBRE 1947 - Fausto Coppi tra fango e pioggia vince il 41° Giro di Lombardia |
|
Tutti staccati - Coraggiosa difesa di
Bartali - Robic cede prima del Ghisallo |
La corsa di chiusura, non certo per amore
polemico considerata un vero campionato del
mondo, non poteva che essere vinta che dal
più forte, dal migliore tra i campioni del
ciclismo europeo... E' stata durissima, ma
nessun incidente grave ha attardato i
favoriti e tutto s'è svolto con regolarità,
anche se le macchine del seguito sono state
tutt'altro che disciplinate... Ha vinto il
migliore in campo, ma non basta in questo
caso parlare del migliore in campo: si deve
dire il migliore fra tutti i ciclisti del
mondo, se è vero, come è vero, che erano
presenti tutti i più noti, i più forti, i
più reputati ciclisti di Francia, Belgio e
Italia che in questo sport primeggiano.
L'uomo delle più grandi imprese del 1947 ha
voluto chiudere la superba e spettacolosa |
|
annata sportiva con la più
convincente vittoria e con la conferma delle
sue grandi qualità fisiche, sportive e
morali che tutti gli riconoscono... Però
anche Bartali è degno di Coppi. Il tempo
che passa scava una ruga sull'uomo
intramontabile che ci diede la vittoria in
un Giro di Francia. Ma il cuore della folla
batte ancora per Gino. Applaude al fenomeno
Coppi, è orgogliosa di lui, capisce tutto il
suo valore, ma non dimentica l'anziano che
ancora resta in piedi e quasi si ribella
alla legge di natura e ancora si batte e ha
la forza di superare tutti gli altri, tranne
uno... A decine sul Ghisallo correvano
dietro a Bartali mentre davanti Coppi dava
battaglia con l'autorità del campionissimo.
Coppi era il più giovane e il più forte e
non aveva bisogno di incoraggiamento.
Bartali era il più anziano e il più debole.
E la gente gli andava dietro come un pennino
attirato dalla calamita. Pochissime le
spinte: Bartali stesso le ricusava. Allora
la folla dietro in corteo, a gridargli lo
stesso la sua speranza. Non c'era più nulla
da fare, ma la folla sperava sempre... |
Gli stranieri hanno fatto il possibile e
l'impossibile per difendersi |
Bisogna riconoscere che mai come in questa occasione
gli ospiti francesi e belgi si sono battuti
così coraggiosamente... Chi si è difeso con
bravura è stato l'anziano e ammirevole quale, confermando la
bella prova delle "Tre Valli Varesine", ha
conquistato all'arrivo un posto
onorevolissimo, il quinto...
Robic ha deluso. Si lamentava dei dolori
alla gamba sinistra. Ma si era già capito in
Valbrona che il vincitore del Tour de France
era «cotto». Meglio di lui hanno fatto Teisseire, che ha forato a Limonta prima del
Ghisallo e il coraggioso Idèe che forò dopo
il Ghisallo. Degli altri ospiti buono
Schotte e il vecchio Lauck, inferiore
all'attesa in salita Lazaridès, il quale
però non stava bene, nebbia per tutto il
resto. Fra gli italiani all'estero il
migliore è stato Camellini... |
Da "LA GAZZETTA DELLO
SPORT" del 27 ottobre 1947 - Sintesi
dagli articoli di E.De Martino e G.
Giardini |
ORDINE D'ARRIVO:
1°) Fausto Coppi che percorre i
222 Km. in 6 ore e 15', alla
media di 35,520 Km/h. - 2°) Gino
Bartali (Legnano) e 3°) Italo De Zan (Lygie-Gardiol) entrambi a
5'24" - 4°) Sergio Pagliazzi
(Ricci-Clèment) a 7' - 5°) Louis Thiètard (Francia - primo degli stranieri) |
Altre informazioni sul 41° Giro di Lombardia |
|
GIUGNO 1949 - Coppi
vince il suo 3° Giro d'Italia davanti all'anziano rivale Bartali |
|
Nel Giro delle meraviglie il corridore
toscano è secondo davanti a Cottur, Leoni e Astrua |
LA GAZZETTA SPORTIVA
del 13 giugno 1949
- Alla Wilier-Triestina il primato di
squadra. Coppi vincitore anche del "GP
della Montagna" e del "Bracciale
Azzurro". Tutti i primati della corsa
alla casa Bianchi. La più grande prova
del ciclismo italiano su strada ci ha
offerto quest'anno emozioni e sensazioni
e scenari e entusiasmi di folle che non
avevano precedenti nella sua pur
gloriosa storia... Vada poi una parola
di vivo plauso a Vincenzo Torriani,
degno emulo del nostro maestro Cougnet,
che ha saputo tenere abilmente in pugno,
con fidi collaboratori (primi fra essi
Carini e Fanticini), le redini della
complessa e difficile organizzazione...
Nessun incidente di carattere sportivo o
tecnico ha turbato la corsa...". I
duelli fra Coppi e Bartali continuavano
ad infiammare le folle e gli sportivi, a
dispetto dell'età |
|
di Gino (5 anni più
anziano di Fausto)... L'ultima tappa,
come era nelle previsioni, non ha avuto
storia, agonisticamente parlando, ed è
stata una passeggiata domenicale tra
folle numerose ed acclamanti, in
un'atmosfera di festa. Da Torino a
Milano ha vinto Corrieri, davanti a
Ricci e Coppi... |
FAUSTO COPPI, IL SIGNORE DELLE DOLOMITI |
Non ce
n'era bisogno, comunque la tappa Bassano-Bolzano
è venuta proprio per riconfermare che Fausto
Coppi, sulle strade dolomitiche, non conosce
rivali. Mai forse appellativo dedicato ad un
campione calza tanto alla perfezione come quello
che chiama Coppi il vero, indisturbato,
inattaccabile "signore delle Dolomiti". Mai
forse atleta ebbe in una località il suo regno,
come lo ha Coppi sulle favolose cime redente
dalla Prima Guerra Mondiale. Là, tra i giganti
ammantati di neve e velati di nebbia, il grande
campione trova davvero ogni anno il suo ambiente
naturale, il suo piedistallo di gloria. Le
imprese dolomitiche di Fausto superano tutte
quelle che il campione del nostro tempo sa
cogliere un po' dovunque; sono superbe,
spopolano il dizionario degli aggettivi comuni e
perfino di quelli rari. Può essere perciò
interessante una rassegna delle passate imprese
in queste zone e una graduatoria degli atleti
che affrontarono con maggior valore la terribile
fatica delle tappe del Giro arrivate su queste
cime. Si parla dal 1937 (al 1949), perchè solo
da quell'anno gli organizzatori ebbero la felice
idea di chiamarle in causa.
Prendendo in esame le 21 tappe dolomitiche è
facile compilare una graduatoria sia a punti che
a tempi (distacchi). In quella a punti,
assegnandone 3 al primo, 2 al secondo e 3 al
terzo arrivato di ognuna delle tappe,
nell'assieme prevale Bartali; Coppi primeggia
invece dal 1940 in avanti. In quella per somma
di distacchi dal 1937 prevale sempre Coppi.
Le vittorie dal 1937 al 1949 sono così
ripartite: Bartali e Coppi 6, Valetti 2,
Monabelli, Bizzi, S.Magni, Vicini, Servadei,
Ronconi e Rossello 1. Nel periodo dal 1940 al
1949 si registrarono 6 vittorie di Coppi, 3 di
Bartali, 1 di Vicini, Servadei, Ronconi e
Rossello. Nessuno quindi può togliere a Coppi il
titolo di "re delle Dolomiti", che si è
conquistato con imprese tali da sbalordire
tutti. Bisogna rilevare che i tornanti che
salgono a spirale tra le abetaie del favoloso
regno alpino sono un terreno sul quale non
possono emergere che i grandissimi campioni.
Bartali stesso ammette: "Quando Coppi annusa
l'aria del Pordoi, non lo si può più tenere,
nessuno lo potrebbe più tenere...". Carlin
ha proposto di chiamarlo proprio "Re del Pordoi".
Comunque sia non c'è dubbio, Coppi è il...
dolomitico numero uno. Ed è probabile che lo
rimanga per un pezzo... |
Da "TUTTOSPORT"
del 10 giugno 1949 - Era il giorno in cui Coppi si
aggiudicò miticamente la tappa Cuneo-Pinerolo... |
|
Fausto Coppi
fugge sul Pordoi e trionfa nella tappa dolomitica Bassano-Bolzano |
|
Bartali primo sul Rolle. Lo
straordinario Leoni conserva la maglia
rosa |
Quello che tutti gli appassionati ed i
tifosi dello sport ciclistico
attendevano dalla grande tappa
dolomitica si è oggi realizzato sulle
cime del Rolle, del Pordoi, di
Campolongo e di Gardena. Quale magnifica
corsa, quali passaggi insuperabili,
quali emozioni e quali entusiasmi!
Fausto Coppi ha trionfato. Ma anche i
suoi avversari sono stati degni di
questa tappa diabolica che ci ha tenuti
tutti in febbre ed ha innalzato il Giro
d'Italia all'altezza sognata. E' stato
Bartali a dare battaglia, per primo,
subito sull'ascesa del Rolle, vincendo
così il primo traguardo della montagna.
La maglia gialla di Gino, che pareva in
splendida giornata, dominava perciò
sulla prima |
|
salita. Era come una fiamma che divampasse
improvvisamente, gettando all'aria le ceneri che
l'avevano sopita. Sul Rolle c'era la tempesta,
ma la folla dei tifosi impazziva. Bartali
resuscitava in un'aureola leggendaria fra
scrosci di grandine e gli evviva tonanti dei
suoi innumerevoli sostenitori che non capivano
più nulla. Coppi s'era tenuto sulla difensiva,
pur dando spesso una salda mano al primo
tentativo di fuga cui parteciparono, oltre ai
due assi, finalmente all'avanguardia, Astrua,
Vittorio Rossello e Pasotti... |
IL COPIONE SI RIPETE: GLI AVVERSARI CONSUMANO IL
RIFORNIMENTO E COPPI SI INVOLA... |
Il
previsto attacco di Coppi sulle montagne delle
Dolomiti si è scatenato con la furia
dell'atleta che voleva a tutti i costi risalire
la corrente e conquistare il comando della
classifica. L'azione del campione è stata la
stessa delle sue grandi giornate ed è iniziata,
come in molte altre occasioni, subito dopo il
controllo di rifornimento.
Coppi, come due volte nel Giro di Lombardia, se
n'è andato cogliendo gli avversari di sorpresa
mentre consumavano il rifornimento e, da quel
momento, fu virtualmente padrone del campo
poiché lasciò prima Leoni, poi Pasotti; a tre
chilometri dalla vetta del Pordoi egli era già
solo per incominciare da quel punto il suo
magnifico volo verso la vittoria.
Ha vinto come sa vincere lui nei giorni di
grande valore, con un'impressionante
continuità d'azione e forse senza un forzato
arresto nella fase finale a causa di una
foratura (perse esattamente 25") avrebbe anche
conquistato la maglia rosa. Una grande, una
superba impresa che si aggiunge alle molte
recenti e passate del grandissimo campione della
Bianchi.
Ma il suo rivale diretto, Gino Bartali, è
stato in tutto pari alla sua fama di granitico
atleta, vinto ma mai domo. Tradito da una
foratura proprio nel momento in cui Coppi si
involava all'attacco del Pordoi, Gino non mollò
mai, ne si scoraggiò all'annuncio che il rivale
guadagnava terreno. Anche oggi Bartali ha
confermato le sue grandi doti morali, la sua
tenacia, la sua resistenza allo sforzo fisico.
Ha ben meritato insomma gli applausi che lo
accoglievano lungo tutto il percorso.
Nella lotta tra i due giganti favoriti del
Giro si è inserito oggi Adolfo Leoni, il più
grande Leoni che si sia mai visto, un atleta
ammirevole e cocciuto, sorretto da una volontà
indomita e da una classe di prim'ordine. Leoni è
stato il protagonista numero tre della tremenda
tappa dolomitica Bassano-Bolzano ed ha
dimostrato di valere tutti i grandi campioni per
coraggio, intelligenza tattica, continuità
d'azione. Queste doti gli hanno permesso di non
mollare quando il distacco da Coppi era tale che
lo stesso avrebbe potuto superarlo in classifica
generale: non si è arreso e questa sera ha
ancora l'onore e l'orgoglio di indossare la
maglia rosa, il più bel premio alla sua grande
corsa, il più meritato premio alla sua grande
fatica... |
Da LA GAZZETTA DELLO SPORT del 3 giugno 1949 -
Sintesi e adattamento dagli articoli di Emilio De
Martino e Guidi Giardini |
ORDINE D'ARRIVO DELLA TAPPA BASSANO-BOLZANO:
1°) Fausto Coppi - 2°) Adolfo Leoni - 3°) Gino
Bartali - 4°) Giancarlo Astrua - 5°) Vittorio Rossello - 6°) Giordano Cottur -
7°) Andrea Carrea - 8°) Alfredo Martini - 9°)
L. Jomaux - 10°) Nedo Logli |
CLASSIFICA GENERALE: 1°) Adolfo Leoni che
precedeva Fausto Coppi di 28" - 3°) Gino Bartali
a 10'11" - 4°) Giordano Cottur a 13'47"
5°) Giancarlo Astrua a 14'39 |
|
LUGLIO 1949 - Coppi primo al Tour de France seguito dall'intramontabile Bartali |
Nuova affermazione mondiale del ciclismo
italiano. Bartali non smette di stupire |
LA GAZZETTA SPORTIVA
del 25 luglio 1949
- Vittoria completa della squadra
tricolore unica arrivata compatta a
Parigi e primato italiano della
montagna. Magni 6° in classifica
generale. L'intramontabile Bartali degno
emulo del vincitore che nello stesso
anno ha vinto anche il Giro d'Italia...
Fausto Coppi è giunto a Parigi in
sorprendenti condizioni di freschezza...
Non appena Fausto ha indossato la maglia
gialla, il suo morale è balzato alle
stelle ed è uscito fuori da dominatore.
Se non ci fosse stato Coppi, Gino
Bartali altro meraviglioso nostro
atleta, che nel suo speciale campo può
essere pure considerato come
un'eccezione, avrebbe vinto il suo |
|
|
terzo Giro di Francia. E pensare che
Bartali aveva già deciso di rinunciare alla
corsa perché amareggiato e deluso dal non avere
ancora trovato un soddisfacente accordo tecnico
ed economico... |
|
TOUR 1949: TRIONFO IN TRICOLORE
- Il trionfo del ciclismo italiano si è
dunque compiuto. E si è compiuto in una
cordiale atmosfera di sportività. Ha
vinto anche lo sport. Primo Coppi,
secondo Bartali: ecco l'eloquente primo
risultato del XXXVI° Giro di Francia.
Lo stesso risultato del Giro d'Italia:
Coppi in testa davanti a Bartali. Questa
identità mai verificatasi nella storia
delle due più importanti corse a tappe
del mondo, identità che i tecnici non
ritenevano possibile, sta ad indicare
meglio di ogni altra considerazione la
portata della nostra grande
affermazione.
Fausto Coppi è il supercampione che è
riuscito nello stesso anno a vincere
Giro d'Italia e Tour de France. Anche
questo non era mai avvenuto. Ciò
dimostra l'eccelsa classe di un atleta
completo, che forse supera ogni altro
precedente campione del ciclismo
mondiale. A Coppi manca soltanto di
vincere il Campionato del Mondo su strada.
Se lo vincerà, come |
pensiamo che un anno o l'altro possa
accadere, allora potremo togliere il
forse e proclamare Fausto il più grande
ciclista di tutti i tempi. |
|
UN FENOMENALE PRIMATO |
Parecchi anni prima del
Tour 1949, "La Gazzetta dello
Sport" e "L'Auto", per
iniziativa degli scomparsi Desgrange e
Colombo, di Godet e del Conte Alberto
Bonacossa, annunziarono di aver
deliberato un vistoso premio da
assegnare a quel campione del ciclismo
che nello stesso anno avesse vinto Giro
e Tour. La notizia fece sorridere gli
esperti, i quali dichiararono
apertamente che mai sarebbe apparso alla
luce del sole un fenomeno di tali
straordinarie qualità fisiche e morali.
Gli anni passarono e il bando del premio
finì nel dimenticatoio. |
Ma oggi, a distanza di tanto tempo, gli
sportivi di tutto il
mondo sono davanti a quello strano
fenomeno, sono di fronte all'impresa da
tutti ritenuta impossibile, realizzata
da Fausto Coppi. Il grandissimo nostro
campione ha vinto infatti, nello stesso
anno, le due maggiori corse a tappe
d'Europa con superiorità tanto evidente
da rendere persino inutile il tentativo
di cercare i suoi avversari fra i
battuti...
Coppi è andato oltre le frontiere della
scienza medica, dimostrando che non vi è
nulla di assoluto e nulla di impossibile
per i fenomeni dello sport... |
Coppi, Bartali e ... gli altri
al Tour de France.
Le avventure transalpine
dei nostri ciclisti e storia
della "Grande Boucle" |
Perché oggi, a chiusura di questo
Giro di Francia, bisogna avere la franchezza
di dire che Fausto Coppi è il più grande,
il più fenomenale campione ciclista che
mai sia esistito. Se ancora esistevano
dubbi in proposito, il Tour del 1949 ha
chiuso ogni discussione... Coppi
compendia tutta la gamma delle
specialità ciclistiche, è il più
completo, il migliore fra tutti i
campioni del pedale... Vince le corse in
linea più difficili, quelle a
cronometro, quelle con le più aspre
salite, non ha avversari nelle prove ad
inseguimento e riesce a migliorare i più
prestigiosi e difficili record della
pista. |
|
CLASSIFICA FINALE DEL 36° TOUR DE FRANCE:
1° Fausto Coppi (Italia) in 149
ore 40'49" - 2° Gino Bartali
(Italia) a 10'55" - 3° Jacques Marinelli
(Ile de France) a 25'13" - 4° Jean Robic
(Nord-Ovest) a 34'28" - 5° Marcel Dupont
(Aquilotti Belgio) a 38'59" - 6°
Fiorenzo Magni (Italia) a 42'10"
- 7° Stan Ockers (Belgio) a 44'35" - 8°
Jean Goldschmidt (Lussemburgo) a 47'24"
- 9° Apo Lazaridès (Francia) a 52'28" -
10° Pierre Cogan (Nord-Ovest) a 1 ora
8'55"... 12° Gino Sciardis
(Italia) a 1 ora 22'01"... 17°
Serafino Biagioni
(Italia) a 1 ora 38'47"... 24° Bruno
Pasquini (Italia) |
GRAN PREMIO DELLA MONTAGNA:
1° Fausto Coppi con 81 punti - 2°
Gino Bartali (71) - 3° Jean Robic
(63) - 4° Apo Lazaridès (48) - 5° Lucien
Lazaridès (29) - 6° Ockers (23) - 7°
Tacca (16) - 8° Geminiani (15) - 9°
Marinelli (14) - 10° Cogan (13) |
CLASSIFICA PER SQUADRE:
1a Italia (Coppi, Bartali,
Sciardis) - 2a Nord-Ovest (Robic, Cogan,
Goasmat) - 3a Lussemburgo (Goldschmidt,
Kirchen, Diederich) - 4a Francia
(A.Lazaridès, Teisseire, Chapatte) - 5a
Ile de France (Marinelli, Tacca, Brulé)
- 6a Belgio (Ockers, Lambrecht, Van
Steenbergen) - 7a Aquilotti del Belgio
(Dupont, Demulder, Geus) - 8a Sud-Est
(Lauredi, Brambilla, Martin) - 9a Centro
Sud-Ovest ... |
LA MEDIA GENERALE:
Fausto Coppi ha percorso i 4.808 Km
complessivi del Tour in 140 ore
49'59"(tempo effettivo), alla media
oraria di 30,560 Km. La maglia gialla è
stata sulle spalle italiane per 2.586
chilometri. |
FESTEGGIAMENTI E RIENTRO IN ITALIA:
I corridori italiani sono stati
festeggiati al "Parisien Liberé",
durante una breve e cordiale cerimonia
voluta dal presidente del cda Verrieres,
il quale ha avuto per Binda e i nostri
atleti parole di compiacimento. Al
termine, la comitiva italiana si è
parzialmente frazionata: Coppi, Bartali
e Milano sono partiti in serata con
l'"Orient Express" in direzione Milano;
Biagioni e Corrieri hanno fatto rotta
verso il Belgio per partecipare ad una
riunione su pista a Bruxelles; Binda e
Mori col resto degli atleti sono
rientrati in Italia il giorno dopo.
Martedì sera riunione su pista al
Vigorelli di Milano, dove saranno
applauditi dagli sportivi milanesi per
la grande vittoria ottenuta in terra di
Francia. In questa prima uscita nella
città lombarda, dove era stata
accuratamente e lungamente preparata e
studiata la spedizione al Tour, saranno
presenti: Coppi, Bartali, Magni,
Sciardis, Pasquini, Rossello, Ausenda,
Ricci, Milano, Pezzi, Brignole, De
Santi, Pedroni e Martini. |
IL COMMENTO FINALE DI GIANNI BRERA:
"...La folla grida il nome di Binda,
campione del mondo a suo tempo ed ora
insuperabile direttore tecnico. Così
Alfredo riprova un'emozione impensata.
Rimonta in bicicletta e con un braccio
al collo di Coppi precede la sfilata
della nostra imbattibile squadra. Ancora
applausi. Ancora e sempre acclamazioni.
Il gran cuore di Parigi ha decretato il
trionfo agli italiani, vittoriosi su
tutta la linea. Questa giornata rimarrà
indimenticabile nel cuore dei nostri e
di tutti gli sportivi sinceri, siano
essi italiani o francesi non importa:
perchè lo sport li ha da tempo
ravvicinati, lo sport li terrà uniti per
sempre ." |
Fonte: "LA GAZZETTA SPORTIVA" -
articoli di Emilio De Martino, Guido Giardini e
Gianni Brera |
|
|
GIUGNO 1952 - Coppi vince il suo quarto Giro d'Italia
battendo Magni e Kubler |
|
Il trionfo del campionissimo nasce sulle
montagne dolomitiche |
LA GAZZETTA DELLO SPORT
del 30 maggio 1952
- (11a tappa da Venezia a
Bolzano)L'attesa grande giornata del
Giro è venuta in tutta la sua maestosità
panoramica, in tutta la sua sovrumana
espressione atletica, in tutto il suo
abbagliante riflesso sulla situazione
generale. E Coppi non ha vinto ma
stravinto, non ha battuto ma sbaragliato
tutti gli avversari, i più tenaci e
volenterosi dei quali sono stati gli
altri due nostri maggiori esponenti,
altri due campioni cari alle folle,
Bartali e Magni, giunti insieme al
traguardo nella scia del vincitore.
Parecchie volte dal 1951, che non fu
un'annata propizia al nostro superasso,
s'era parlato del ritorno del grande,
del vero Coppi; tutte le volte in cui il
trionfatore d'oggi o dominava il campo -
come nella tappa dei Pirenei - |
|
o terminava vittorioso - come
nella Perugia-Terni e nella Cortina-Bolzano
del Giro d'Italia o nella tappa di
Briançon del Tour o più ancora nel Gran
Premio Vanini.
Ma tanto le sue affermazioni nel Giro
quanto quelle del Tour parevano non
convinceredel tutto della rinnovata
efficienza dell'atleta o erano attenuate da
riserve che le sminuivano e che non ci permettevano
di spingere il nostro ottimismo fino alla sicurezza
di avere recuperato l'irresistibile
dominatore di tutti i campioni del mondo. |
Oggi Coppi è tornato a vincere a
Bolzano con tanta sicurezza, con
tanta padronanza che, uscendo
dalla normale prudenza, si può
dire di aver rivisto il Coppi
del 1947 e 1949, di averlo
veduto vincere alla sua famosa
maniera, di aver veduto
avversari che in questi ultimi
tempi avevano potuto qualche
volta batterlo per non dire
umiliarlo, piegarsi come
schiantati dalla sua
strapotenza, inchinarsi di
fronte al grande signore della
montagna, tanto che
il Giro, più che illuminato da questa
sua impresa, ne rimane abbagliato...
Questa Venezia-Bolzano doveva chiarire
la situazione e comincia a farci
capire chi sarà il probabile
vincitore del Giro. Il più forte
è senza dubbio Coppi e la maglia
rosa sta molto bene sulle sue spalle...
GINO BARTALI -
E' stato ancora una volta il più
fiero rivale di Coppi in salita.
Battuto sul Falzarego, ha
cercato di rinvenire con la sua
ostinata tenacia. E' stato
ancora migliore degli altri sui
duri passi dolomitici. Non ha
avuto mai un tentennamento e
come si sono svolti gli
avvenimenti, Bartali ha |
 |
 |
Fausto Coppi a Roccaraso e i
suoi tifosi del Piemonte |
|
confermato tutto ciò che si sapeva di
lui ma non ha potuto opporsi (come era
avvenuto in altre occasioni)
all'irresistibile avversario. Giù il
cappello davanti a questo formidabile
campione che a 38 anni è ancora in grado
di battere con disinvoltura
e sicurezza tanti
avversari italiani e stranieri,
che una volta di più è esempio di
fierezza, orgoglio
e di incrollabile
volontà. E' stato persino commovente
nella sua disperata quanto vana rincorsa
ed era ben giustificato l'entusiasmo
delle folle sul percorso e all'arrivo
per questo campione che passerà alla
storia dello sport per la sua fenomenale
durata. |
Il Giro d'Italia del 1952, come
i giornalisti avevano previsto
all'arrivo della tappa
Venezia-Bolzano, venne poi vinto
da Coppi con 9'18" di vantaggio
sul secondo arrivato Fiorenzo
Magni e 9'24" sul terzo, lo
svizzero Kubler. Gino Bartali
arrivò quinto a 10'33". Fausto
Coppi, con quella prestazione
esemplare, dimostrò a tutti di
avere pienamente recuperato le
forze dopo gli infortuni e il
dolore per la scomparsa del
fratello Serse, avvenuti nel
1951. |
COPPI VINCE IN 280 KM UNA CORSA LUNGA 4.000,
IMPONENDO A TUTTI LA SUA VOLONTA' |
La frase più
significativa a commento finale del 35° Giro d'Italia è
stata pronunciata dal «vecchiaccio» (Bartali ndr.) nella
penultima tappa. A chi lo incitava a tentare di risalire
in classifica generale sul Gran San Bernardo e sul
Sempione disse candidamente: "Ma dove volete che
vada. Il Giro è finito da un pezzo; era finito a Bolzano".
Il più esperto campione di corse a tappe, l'uomo che ha
disputato e finito con questo dodici Giri d'Italia
(primato assoluto), che ha vinto tre Giri d'Italia, due
di Francia e due di Svizzera sapeva bene quel che
diceva... Bartali, con una franchezza insolita e del
resto comprensibile, ha fatto sapere che per lui le
montagne delle Alpi Occidentali non avrebbero potuto far
mutare qualcosa nella classifica. Niente da fare contro
Coppi, niente da fare contro il dominatore assoluto del
campo, il regista, il concertatore, il padrone della corsa.
Un ultimo e vano tentativo di Bartali e Kubler al
Sempione fallì miseramente con l'umiliazione dei due
attaccanti. In soli 200 metri Coppi raggiunse Bartali e Kubler,
li guardò in faccia, dette ancora tre pedalate e
guadagnò una decina di metri, |
poi si rivoltò e li attese. Era la riprova di una
superiorità così accentuata da far rassegnare tutti...
E' stato un Giro tanto dominato da Coppi da far
rimanere sbalorditi, tanto da riportare alla memoria
oggi i Giri vinti con netto vantaggio da Calzolari,
da
Girardengo, da Belloni, da Brunero, da
Binda, da Valetti e dallo stesso Coppi nel
1949. Non è il vantaggio sul secondo che fa impressione,
ma il modo col quale Coppi ha messo a sedere tutti gli
avversari. Nell'ora del suo nuovo e più significativo
trionfo ci passano davanti tutti i momenti più
significativi della sua corsa.
Ha vinto il 35° Giro d'Italia in soli 280 chilometri:
nei 35 in salita della cronometro da Roma a Rocca di
Papa, nei 100 dalla vetta del Falzarego a Bolzano, nei
65 della corsa a cronometro del Lario, ai quali si sono
aggiunti (per una vicenda fortuita) gli 80 chilometri da
Rovigo a Venezia, in quella tappa che, per un incidente
toccato ad Astrua, gli dette la maglia rosa. |
|
|
Gli sono bastate
quattro giornate e poche ore di vera corsa per
distendere tutti gli avversari e fare sua una gara lunga
4.000 chilometri...
Magni,
Kubler, Bartali, Ockers,
Koblet, Geminiani
sono usciti dal Giro senza nemmeno una vittoria di tappa.
Il solo francese in campo, Geminiani, ha avuto almeno la
soddisfazione di vincere il Premio della Montagna, per
gentile... concessione di Coppi. «Fausto» ha vinto
il suo quarto Giro d'Italia, a distanza di
dodici anni dal primo, portandosi al secondo
posto nel libro d'oro della nostra grande corsa,
superato nel record soltanto da Binda che ne ha vinti
cinque. Ha superato anche Bartali, altro fenomeno del
nostro ciclismo che ne ha vinti tre (tra il primo ed il
terzo dieci anni di intervallo), ma quello che più conta
superando se stesso, battendo tutti gli avversari più
forti d'Europa, battendo i critici che, pur non avendolo
dimenticato o abbandonato non credevano di rivederlo
grande, anzi grandissimo come nel 1947 e nel 1949.
Si temeva che le sue disavventure, le crudeli mazzate
della più nera sorte che si era accanita su di lui nel
1950 e nel 1951, gli avessero tolto la volontà, il
coraggio, la decisione di un tempo, lo avessero
fisicamente minato lasciando in lui soltanto la grande,
immensa classe. Invece constatiamo tutti, con commozione
e letizia, che abbiamo ritrovato il grande Coppi e che
il nostro ciclismo ha ritrovato il suo più forte
rappresentante. Nel cuore degli sportivi si riaccende la
speranza di altri successi all'estero, con un campione
che tutto il mondo ci ha invidiato, ci invidia e ci
invidierà sempre perché atleti come Fausto Coppi restano
nella storia dello sport come simboli luminosi
dell'eccellenza di un popolo... |
Adattamento da un articolo di Guido Giardini |
|
|
GIUGNO 1953 - Coppi si aggiudica il 36° Giro d'Italia, l'ultimo della sua
luminosa carriera |
|
Eguagliato il record di giri vinti (cinque) che
apparteneva a Alfredo Binda |
Fiumi d'inchiostro sono stati versati dopo la
conclusione del 36° Giro d'Italia e soprattutto sul
titanico duello Coppi-Koblet. Dopo la tappa di Bolzano,
le possibilità per Coppi di vincere erano abbastanza
limitate e si poteva sperare solo su qualche influenza
positiva degli astri... Bisogna dire che il Giro
d'Italia 1953 non è stato nello svolgimento
sportivamente interessante come previsto, ma si è
ristretto al solo episodio della contenuta guerra tra
l'italiano e lo svizzero. E dei due non è pur detto che
la vittoria sia stata del migliore, ma piuttosto del più
tattico e del più forte solo in quelle tappe che
comprendono i più aspri dislivelli esistenti fra tutte
le competizioni ciclistiche mondiali.
Koblet, pur essendo al momento più completo di Coppi,
è stato vittima dei suoi errori di strategia che doveva
essere quella di attaccare a fondo gli avversari, sin
dalle prime battute e anche nelle tappe pianeggianti
come aveva già fatto nel 1950. |
Invece Koblet si è impegnato a fondo solo nelle due
prove a cronometro, nella Auronzo-Bolzano e in altri
effimeri attacchi, come nel finale della
Vicenza-Auronzo.
E' possibile fornire una spiegazione del perché sia
incorso in questo errato piano di battaglia?
Prima di tutto sperava di battere Coppi e gli
altri nelle discese come appunto gli era
riuscito di fare nel Giro della Svizzera
Romanda. Sistema questo pericoloso, ma meno
faticoso, specie per un corridore che non si
sente più potente come in un passato recente.
Poi si può pensare che egli non abbia voluto
intorbidire le quiete acque della prima parte
del Giro, la più facile, non disponendo che di
una squadra dimezzata dopo il deplorevole
abbandono di Kubler & soci e avendo di fronte lo
squadrone biancoceleste ed altri in piena efficienza.
Così era stato vittima della tattica preferita
da Coppi è il Giro aveva languito per una
quindicina di tappe, ravvivato solo da episodi
originati da figure |
|
|
comprimarie. Con questo suo comportamento Hugo si era
prestato ad attendere, ad armi pari, l'incontro con
Fausto sulle montagne dove, si sa, i gregari spariscono
alle prime scaramucce. Al termine della tappa di Bolzano
il buon Koblet non era per niente preoccupato anzi
ostentava una grande sicurezza, forte anche delle
dichiarazioni di Coppi fatte alla radio dove egli dava
per perduta ogni speranza di vincere il Giro e di
raggiungere il record di Alfredo
Binda fissato a 5 successi. Invece, come si sa, la
notte porta consiglio e non solo... Infatti,
a fine giornata, oltre al conforto degli amici a Coppi
arrivò inaspettatamente la notizia che gli era stata
concessa la croce di Cavaliere Ufficiale della Repubblica.
L'indomani, sulle rampe dello Stelvio,
galvanizzato dal riconoscimento, Fausto spiava
attentamente le mosse della maglia rosa e, quando Koblet
denunciò di non trovarsi perfettamente a suo agio su uno
scatto di De Filippis, intuì che era il momento di
contrattaccare a sua volta...e il Giro fu suo.
Solo allora il campione zurighese si rese conto
di quanto i suoi due minuti di vantaggio fossero troppo
pochi per battere un Coppi che, anche se menomato e
logorato dal tempo, si era trovato perfettamente a suo
agio sulle montagne... |
Adattamento da "Il CALCIO E IL CICLISMO ILLUSTRATO" - Giugno 1953 - Articolo
di Lauro Bordin |
LA
SCIABOLATA FINALE DI FAUSTO IL TEMPOREGGIATORE |
Il 36° Giro d'Italia è stato il fatto
di poche cifre e di due uomini: Coppi e Koblet... La
maglia rosa è una fraschetta alla quale piace civettare.
Lungo il viaggio del Giro ha civettato a turno con Van
Est,
De Santi, Fornara e
Corrieri; poi ha avuto una
relazione durevole con
Koblet. Pareva che i due dovessero
passare a nozze. Ma una cosa è una relazione
sentimentale, un'altra cosa è il matrimonio. Allorché si
è trattato di scegliere per marito l'uomo più goliardo
della carovana zingaresca, la maglia rosa non ha esitato
nel trovare la sua sistemazione tra le braccia e sulle
spalle di Coppi. Non c'è da dubitare che ad un Coppi una
maglia così, tutta di rosa vestita, andasse a pennello.
Questo è avvenuto a Bormio. Alla cerimonia nuziale
celebrata davanti ad Ambrosini, ufficiale civile del
Giro, Koblet non si è presentato: la maglia rosa l'aveva
abbandonato e non si poteva pretendere ch'egli
assistesse al matrimonio con un altro. Coppi, assente il
corrucciato Koblet, ha avuto per padrini Fornara e
Bartali. Erano stati i compari ed avversari a lui più
vicini nell'ultima fase della grande avventura alpestre.
Erano i più degni e i meglio qualificati per apporre le
loro firme in calce all'atto di nozze tra Fausto e la
maglia rosa. Pordoi, Sella, Stelvio: sono i vertici del
triangolo che ha dato al girovagante itinerario del Giro
la sua risoluzione e la sua sintesi geometrica. In
sostanza la vittoria di Coppi ha un suo disegno
tracciato con la squadra del geometra. Non c'è una linea
fuori posto...
L'episodio memorabile che ha dato la vittoria a Coppi è
la scena centrale del dramma sportivo del Giro d'Italia.
Su uno Stelvio deciso, definitivo e totale Coppi ha
vinto due volte: in attacco e in difesa. Ha vinto in
attacco per avere sconfitto in salita Koblet fino al
limite di rottura dello schianto. Ha vinto in difesa per
avere fronteggiato il temuto e temibile inseguimento del
rivale nel breve e vertiginoso tuffo in fondo valle.
Coppi ha guadagnato più del previsto in salita (4' 27")
e ha perduto meno del previsto in discesa (1'10"),
sempre rispetto al suo antagonista. Vittoria di assoluta
precisione e di spaccata giustizia agonistica. Questo è
stato, nei suoi lineamenti essenziali, il grafico di un
36° Giro d'Italia che - partito svelto da Milano e
impoltronitosi per via a cagione di quell'attendismo
degli assi che è il male congenito e inestirpabile delle
corse a tappe - si è inalberato nel finale così da toccare
le vette purissime dello sport...
Un Giro non è un Giro se non diploma e incorona il suo
campione in montagna. E' in montagna che l'asso modella
la statua della vittoria e nello stesso tempo crea la
leggenda del ciclismo, che è la leggenda dello scalatore
alato. Perciò l'asso risparmia in pianura tutto quanto
gli servirà per essere prodigalmente speso in montagna.
E' fatale che questo avvenga, è correlativamente fatale
che le corse a tappe sbadiglino fino al momento in cui
si avvicina, in groppa ai dinosauri mostruosi delle
montagne, il traguardo finale d'arrivo... |
Adattamento da un art. di Bruno Roghi |
|
Agosto 1953 - A Lugano Fausto Coppi diventa Campione del Mondo
di ciclismo su strada |
|
DOPO LUGANO - TROFEO BARACCHI 1953 - IN
MAGLIA IRIDATA IL RE SI DIVERTE |
Gioiosamente pedalava il grande re,
sulla bellissima strada, tra gli
stupendi paesaggi del bergamasco e della
Brianza, nel rosso sole dell'autunno.
Pareva che prima ancora della vittoria,
degli applausi, del trionfo, Fausto
ricercasse in se stesso il profondo
godimento della sua perfezione atletica,
della meravigliosa freschezza dei suoi
muscoli. Più che della folla in delirio
al suo passaggio, Coppi si inebriava di
se stesso: era felice del suo corpo, dei
suoi nervi vivi, del suo cuore
miracoloso, dei suoi possenti polmoni.
In uno stato di felicità, egli si
esaltava dell'armonia dei suoi
movimenti, della facilità della sua
azione, della sua potenza. Un gioco
bellissimo gli sembrava di compiere.
Egli giocava a provarsi sul massimo
sforzo, ottenendo il massimo rendimento;
e sorrideva a se |
|
stesso con candido compiacimento, con
l'ingenuità commovente dei grandissimi
campioni nei momenti delle più grandi
imprese. Aggiungeva piacere, al
divertimento del re, la compagnia di
Filippi. Sua Maestà provava gusto a
misurarne la forza e la resistenza, a
controllarne il respiro sul ritmo dei
cinquanta all'ora, a registrarne la
prontezza e la potenza nei cambi e nelle
tirate. Ed era felice di constatare che
il giovane compagno gli resisteva con
facilità, con stile, addirittura con
esuberanza. Era felice di sentire agire,
anche in lui, un perfetto meccanismo
atletico. Perciò anche lui mostrava alla
folla un viso lieto e raggiante di
gioia... All'ingresso del Vigorelli, la
coppia Landi-Bevilacqua, partita da
Bergamo sedici minuti prima, viene
raggiunta e superata. I primi e gli
ultimi girano uniti, saldati assieme. La
folla applaude al miracolo... |
Da "SPORT ILLUSTRATO" del 12 novembre
1953 - Sintesi da un art. di Ulisse Corno
La coppia iridata Coppi-Filippi
vinse il "Trofeo Baracchi" del 1953
polverizzando tutti i record della corsa
a coppie. I due portarono a termine il
percorso di 108 chilometri alla media
stratosferica di 45,713 Km/h.
Magni e Minardi, nel 1951 e con lo
stesso chilometraggio, avevano vinto ad
una media di 41,182 Km/h. Nel 1952
invece, su una distanza di 125
chilometri, il successo era andato alla
coppia Astrua-Defilippis che corsero ad
una media di 41,112 Km/h. |
|
Le più importanti vittorie di Fausto Coppi |
Angelo Fausto Coppi nacque a Castellania
(Alessandria) il 15 settembre del 1919. La sua
altezza era 1,77, il peso forma 74 Kg. (nel
periodo invernale saliva a 78 Kg.). Dopo alcune
corse fra i dilettanti nel 1938, nel '39 diventò
indipendente. Raggiunse i primi successi dopo
alcune prove incolori, grazie alle sue
spettacolose doti di scalatore-passista. Di
seguito si elencano le sue maggiori
affermazioni. |
Nelle competizioni su strada ha
vinto:
2 Giri di Francia (1949 e
1952), 5 Giri d'Italia (1940 - 1947 -
1949 - 1952 e 1953), 4 Campionati
italiani (1942 - 1947 - 1948 e 1955), 3
Milano-Sanremo ( 1946 - 1948 e 1949), 5
Giri di Lombardia (1946 - 1947 - 1948 -
1949 e 1954), 3 Giri dell'Emilia (1941 -
1947 e 1948), 1 Giro della Toscana nel
1941, 3 Tre Valli Varesine (1941 - 1948
e 1955), 3 Giri del Veneto (1941 - 1947
e 1949), 3 Giri di Romagna (1946 - 1947
e 1949), 2 Giri della Campania (1954 e
1955), 1 Parigi-Roubaix nel 1950, 1
Freccia Vallone nel 1950, 1 Gran Premio
del Mediterraneo nel 1952.
La sua ultima vittoria in una
corsa in linea
è il Giro dell'Appennino del 1955.
Tra i suoi successi su strada vanno
ricordate anche 22 vittorie di tappa al
Giro d'Italia e 9 vittorie di tappa al
Tour de France. |
 |
Fausto Coppi |
|
Le prove su strada a cronometro
lo hanno salutato vincitore 2 volte al
GP delle Nazioni (1946 e 1947) , 2 volte
nel GP Vanini (1951 e 1952), 4 volte nel
Trofeo Baracchi (1953 - 1954 - 1955 e
1957 in coppia con Baldini e fu il suo
ultimo trionfo in assoluto). Da
ricordare che il Trofeo Baracchi del
1959, in coppia con Bobet e concluso
con un |
onorevole piazzamento, fu la
sua ultima gara disputa.
Nelle prove su pista,
a fare corona al primato mondiale dell'ora
senza allenatori (che fu suo dal 1942 al
1956 - Km. percorsi 45,798), ha aggiunto
due Campionati del mondo
dell'inseguimento (1947 e 1949), 5
Campionati italiani dell'inseguimento
(1940 - 1941 - 1942 - 1947 e 1948). A
tutto il 1953 aveva disputato 88
incontri ad inseguimento vincendone 60,
dei quali 28 prima del limite di gara
stabilito. |
E' stato il primo corridore al mondo che
abbia vinto due volte il Giro e il Tour
nel medesimo anno.
Nella sua più fortunata stagione
(1949),
si permise di vincere tutte queste gare:
Milano-Sanremo, Giro della Romagna,
Giro del Veneto, Giro di Lombardia
(tutte per distacco), Giro d'Italia,
Tour de France, Campionato
Italiano su strada in 5 prove, GP della
montagna nel Giro e nel Tour, Campionato
mondiale dell'inseguimento. Nel 1949 ha
conquistato anche la Challenge
Desgrange-Colombo; nel 1947 e 1952 il
Trofeo Gentil, nel 1947 e 1949 il Premio
dell'atleta. |
Fonte: "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
e altra stampa specializzata |
|
|
Gennaio 1960 - Il cuore
più forte del mondo si ferma. Coppi muore a Tortona |
|
Il campionissimo stroncato da
un'infezione misteriosa contratta in
Africa |
CORRIERE D'INFORMAZIONE
del 2/3 gennaio 1960 - La madre e la
moglie Bruna al capezzale. La figlia Marina colpita da
una crisi. Giulia Occhini, la compagna,
sviene all'ospedale di Tortona. Il
trapasso alle ore 8,45. Il campionissimo
è stato stroncato da un'infezione
misteriosa contratta in Africa durante
una battuta di caccia. Anche
Raffaele Geminiani
colpito dalla misteriosa malattia (si
saprà in seguito che era la malaria).
A Firenze, Gino Bartali, raggiunto ed
informato dall'Ansa della scomparsa di
Fausto, rilascia questa dichiarazione:"Non
so proprio cosa dire, come esprimermi,
mi sento un groppo alla gola indicibile,
non so rendermi ragione di come possa
essere accaduta una cosa del genere,
così |
|
|
fulmineamente. Stamane ancora ero profondamente fiducioso che il
fisico di Fausto avrebbe resistito agli
attacchi del male, avrebbe reagito e
superato la crisi..." |
|
Alcune definizioni di Fausto Coppi apparse sui giornali sportivi
per decantare le sue imprese: "Il cuore più forte del mondo"
"Il rullo compressore" - "Il re dei re" - "Il ciclista
volante" - "Il campionissimo del ciclismo" -
"Il direttissimo" |
|
GLI ULTIMI GIORNI DEL CAMPIONE da ILSECOLO
XIX del 3 gennaio 1960 |
La
notizia della malattia di Coppi,
seguita da quella della sua morte, ha
fatto rapidamente il giro della città e
già dalle prime ore di ieri mattina il
nome del campionissimo era sulla bocca
di tutti. Coppi non era infatti noto
solo per i suoi successi sportivi ma
anche perché, per molti anni dopo il
matrimonio, aveva vissuto a Sestri
Ponente dove conta ancora numerosissimi
amici... Un giovane studente genovese
della facoltà di economia e commercio ha
seguito Coppi nella recente trasferta
africana e ha potuto fornire preziosa
testimonianza dei fatti.
Adriano Laiolo, così si chiama, ha
partecipato con lui alla battuta di
caccia grossa nella riserva sudanese di
Porga... Il racconto di Laiolo presenta
un più grande motivo di interesse: il
giovane ha infatti contratto in Africa
la stessa malattia da virus che ha
stroncato la vita del campionissimo.
Soltanto da due giorni ha potuto
lasciare il letto dopo essere stato
sottoposto ad una energica e per fortuna
tempestiva cura di antibiotici. A
salvargli la vita è stata una giovane
dottoressa, Gina Gorgonio, che
interpellata dalla famiglia Laiolo si
era subito insospettita avendo saputo
che il paziente era reduce da alcuni
giorni dall'Africa. I sintomi che
presentava, febbre alta senza
raffreddore, tosse e mal di gola,
andavano interpretati diversamente da
quelli di una comune influenza. Gli
usuali presidi terapeutici
antinfluenzali sono stati subito
abbandonati dalla dottoressa e
sostituiti dalla somministrazione di una
forte dose di antibiotici che hanno
avuto un effetto risanatore...
Ormai in convalescenza, Laiolo ricorda
particolarmente una cosa: il caldo. Un
caldo sfibrante, ostinato, una
temperatura torrida che raggiungeva i 50
o 60 gradi e annullava in gran parte la
vitalità degli uomini che, con un rapido
balzo in aeroplano, erano passati in
poche ore dall'inverno europeo al clima
equatoriale africano.
Al ritorno dall'Africa il giovane
studente universitario e Coppi si erano
lasciati con l'impegno di ritrovarsi
pochi giorni dopo per una nuova partita
di caccia. Coppi il 26 dicembre gli
aveva telefonato invitandolo ad una
battuta nella riserva di Nizza ma Laiolo
aveva dovuto declinare l'invito perché
già febbricitante a causa della
infezione malarica.
Una volta guarito era stato Laiolo a
telefonare a Coppi per ricordargli il
comune appuntamento. Ma il campionissimo
aveva la voce rauca, stanca e lamentava
fortissimi dolori al capo perché era già
in preda al male che di lì a poco lo
avrebbe ucciso... |
LA CAUSA DELLA MORTE su IL SECOLO
XIX del 7 gennaio 1960 |
"TORINO 6 gennaio - Da Genova è giunta
stasera notizia che nell'Istituto di
Microbiologia dell'Università è stato
accertato che il campione è morto di
"malaria estivo-autunnale" contratta
durante il soggiorno in Africa". |
|
INDICE GENERALE
CRONACA 01
02
03
04
05
06
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO
ALTRI FAUSTO
COPPI
INTER
RIVISTE 01
02
03 |
|