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Scoperte, invenzioni, record
e avvenimenti importanti che
hanno segnato il XX Secolo |
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Finestre fotografiche
su Liguria e Toscana |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Close Up |
Argomenti
del sito in primo piano,
eventi, news e storia del territorio |
Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino
e sono un "monumento
geologico" unico al mondo... |
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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove
parte questo sito... |
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Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di
una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal
sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo
essere stati riscoperti a nuova vita. |
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Ferrovia Aulla-Lucca
Il fascino dei
treni d'epoca
e delle locomotive a vapore |
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Ferrovia Pontremolese
Una linea di
vitale importanza
per La Spezia e la Lunigiana |
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Ex
Ceramica Vaccari
Il comprensorio
della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di
fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per
Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le
aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo,
alla cultura... |
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Il dialetto genovese
Le trasformazioni
fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno
inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i
secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva,
che oggi viene insegnata anche nelle scuole... |
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Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
per strada un tappeto di fiori...".
A Brugnato, ogni anno, giovani e
meno giovani si radunano nel
centro storico per abbellire strade
e piazze con disegni floreali,
secondo un'antica tradizione che
origina da un miracolo
avvenuto a Bolsena... |
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Mezzi da lavoro storici
I raduni e le
esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed
onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno
guidati per mestiere... |
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Mezzi militari storici
I più celebri
veicoli militari che hanno partecipato alle vicende della
Seconda Guerra Mondiale sfilano per strade e piazze e mantengono
vivo il ricordo di quei terribili giorni... |
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INDICE GENERALE
'800
CRONACA 01
02
03
04
05
06
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO (1)
ALTRI
FAUSTO COPPI
INTER
RIVISTE |
MAGGIO 1949 - Un'altra grande vittoria di Gino Bartali nel Giro della Svizzera Romanda |
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Giornata nella pioggia e nel gelo - Il
fiorentino recupera 5' negli ultimi 29 Km |
Bartali stacca tutti e giunge solo e
acclamatissimo all'arrivo della
Sion-Porrentruy di 265 chilometri,
compiendo il percorso in 8 ore 12'19".
Gli altri italiani hanno terminato nelle
ultime posizioni, ma ancora in tempo
massimo, perché il direttore della
corsa, visto il freddo eccezionale e il
maltempo, ha aumentato al 25% la
percentuale del tempo massimo. Dopo le
prime due giornate e tre tappe, Bartali
comanda la classifica generale davanti a
Kubler e Simonini...
Le notizie che giungono dalla Svizzera
fanno piacere a tutti gli sportivi
italiani, specie nei riguardi
dell'imminente Giro d'Italia. Bartali
era giunto 15° alla Milano-Sanremo vinta
da Coppi e non aveva partecipato alle
corse della Settimana franco-belga. Al
Giro di Romagna poi, era arrivato 4°, ma
a più di 10 minuti dal primo (Coppi). |
|
E le opinioni erano discordi: chi
parlava di un suo raffreddore, chi di un
ritardo di preparazione, chi addirittura
ipotizzava un suo possibile declino. I
successi che Bartali ha ottenuto nelle
prime tre tappe al Giro della Svizzera Romanda
sono rassicuranti sull'anziano campione.
Si potrà dire che non ha trovato in
Svizzera grandi avversari; tuttavia
uomini come Fachleitner (6° alla
Sanremo), come l'arrampicatore Lazaridès
e via dicendo non danno l'impressione
dei «seconda serie». Inoltre i
distacchi, il modo autorevole usato da
Bartali nei finali, il dominio su tutti
i concorrenti, non sono particolari da
campione in declino, ma piuttosto da
campione in crescendo di forma. Stando
così le cose, Bartali è ancora lì. Si
possono trarre i migliori auspici per il
successo nella maggiore gara ciclistica
italiana che tanto sta a cuore a tutti
gli sportivi: il Giro d'Italia. I grossi
pretendenti alla corsa saranno al meno
tre e poiché sono tutti di calibro
rispettabilissimo, l'attesa, in mancanza
di altri motivi di conversazione (per
esempio... del regolamento ancora
sconosciuto) resta riempito
dell'argomento migliore: quello della
fiducia. |
Da "TUTTOSPORT" del 14 maggio 1949 -
estratto da un articolo di Carlin |
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In altra sezione le fotografie di nomi illustri nella storia del ciclismo |
GIUGNO 1950 - Trionfale giornata con due vittorie per Hugo Koblet nel Giro della Svizzera |
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Strenua difesa di Kubler - L'italiano Ronconi quinto in classifica generale |
Oggi la folla degli sportivi elvetici
può finalmente dormire tranquilla e
soddisfatta: Koblet, l'idolo sul quale
avevano riposto tante speranze per
l'andamento di questo Giro della
Svizzera, è stato pari alla fama che gli
ha procurato quello d'Italia; ed ha
confermato la sua grande classe. Non
solo egli è giunto primo nella prova
contro il cronometro nella prima metà
della tappa Ginevra-Losanna, ma ha anche
raddoppiato il successo nell'altra metà,
Losanna-Gstaadt - dopo aver scalato il
colle del Pillon - nonostante la grande
fatica della mattinata, nella quale ha
potuto battere il primato stabilito da
Coppi nel 1947. Infatti il detentore
della maglia rosa ha coperto i 61
chilometri che separano le due città del
Lemano alla media oraria di 45,266. Il
tortonese, tre anni fa, percorse lo
stesso tratto di |
|
strada alla media oraria di
44,325. Ora i tifosi svizzeri
non si stancano di mettere in
rilievo che Fausto effettuò la
prova in senso inverso e di
sottolineare che Losanna è a 519
metri d'altezza e Ginevra a 375;
quindi il nostro corridore poté
beneficiare del leggero
dislivello di 144 metri. Inoltre
stamane soffiava una leggera
«bisa» proveniente da nord e
pertanto Koblet aveva il vento
contrario. Anche questo è
esatto, ma non si può garantire
che durante la prova di Coppi si
levasse dal lago una leggera
brezza tale da favorirlo alle
spalle, così come oggi ha
ostacolato di fronte Koblet. Il
fatto di rilievo comunque è che
lo zurighese è di colpo
ritornato alla ribalta della
grande popolarità sportiva, che
l'inerzia delle precedenti tappe
aveva alquanto velata... I
nostri rappresentanti hanno ben
figurato, strappando minuti
preziosi con corse molto
regolari: al termine della
faticosa giornata, Ronconi è 5°
in classifica generale con un
ritardo da |
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Goldschmidt (primo)
di 10'24", mentre Barozzi è
10°... L'altro grande campione
elvetico, Kubler, ha peggiorato
invece la sua posizione di
fronte a Koblet, perdendo nella
semitappa a cronometro un minuto
e un secondo. Anche il terzo e
grande favorito, il campione
francese
Louison Bobet, nella
corsa contro il tempo non ha
ben figurato, terminando a
ben 4'47" dallo svizzero.
Così il trio che nelle
precedenti tappe aveva marciato
quasi sempre di conserva ed era
classificato a pari merito, si
scaglionava nella classifica
generale. Male anche Weilenmann
la cui prova incolore lo fa
precipitare dal secondo al
settimo posto... |
Da "TUTTOSPORT" - edizione
Carlin - di mercoledì 28 giugno
1950 |
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AGOSTO 1950 - Il fiammingo Brik Schotte di nuovo Campione del Mondo di ciclismo su strada |
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Sul circuito di Moorslede pessima figura degli Italiani: tutti ritirati! |
Dopo alcuni tentativi iniziali condotti
dagli svizzeri, arriva la prima fuga
seria della giornata: protagonisti
Schaer e Rolland che riescono ad
avvantaggiarsi di oltre quattro minuti -
Si ritira Bevilacqua e gli altri azzurri
cedono tranne Bartali e Leoni,
appartenenti a qual gruppo di venti
corridori che dopo 200 chilometri di
corsa si ricongiunge ai fuggiaschi -
Subito se ne vanno sette uomini tra cui
Schotte, Bobet, Kubler e Schulte -
Forzando l'andatura il belga si presenta
solo al traguardo - All'ultimo giro
anche Bartali abbandona.
Il rude fiammingo Brik Schotte è quindi
per la seconda volta maglia iridata:
Bartali e tutti gli azzurri si sono
ritirati, come pure Van Steenbergen e
Koblet. Due anni fa a Valkenburg, dopo
l'infausta giornata che tutti gli
sportivi ricordano, |
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si disse che era stata una vera "Fiaschenburg" per
gli azzurri. Ma almeno un quarto posto
lo si era ottenuto con Luciano Maggini,
che oggi non era in corsa perchè
lasciato al palo quale riserva,
naturalmente a fin di bene. E nessuno dei
nostri corridori ha tagliato il traguardo...
Questa volta è stato un vero è proprio
disastro e si possono giustificare solo
Bevilacqua (ritiratosi per un guasto
meccanico in seguito ad una caduta)
oltre a Salimbeni e Martini che hanno
fatto appieno il loro dovere. Gli altri
hanno dato tutto quanto potevano: e di
più non potevano dare. Gli avversari
perciò sono stati più forti. E' questo
il punto cruciale: più forti, nettamente
più forti. E in simili condizioni i
nostri non potevano che essere battuti.
Bisogna anche dire che questo circuiti
di Moorslede, gabellato per facile, è
risultato invece severissimo e gran
selezionatore... Soltanto i belgi hanno
tenuto; quei belgi che, allenatisi sul
posto, ben preparati e praticissimi del
percorso, sapevano bene di che si
trattava... Neppure Bartali, ormai solo,
ha potuto (o voluto) portare a termine
la gara, perché ogni volta che metteva
il naso alla finestra insieme a Leoni,
veniva sempre agguantato da quelli che
stavano alla sua ruota e non ha potuto
colmare quei piccoli 30" che lo
dividevano dai 7 fuggiaschi in testa
alla corsa. Così la demoralizzazione ha
preso il sopravvento...
In tutte le corse bisogna arrivare, in
tutte le corse bisogna accettare la
sconfitta e dare le soddisfazioni ai
migliori d'aver vinto.
Ci siamo ritirati al Tour: ma quello è stato
un caso di ritiro per forza maggiore.
C'era una dignità ed una ragione in quel
ritiro.
In questo non vi è dignità
nè ragione; e serve a menomare la
dignità e la ragione del ritiro dal
Tour. Questo è solo orgoglio ferito od
economia di di professionisti o
confessione grottesca di non saper
nemmeno perdere: sia come si vuole, una
meschina figura, se nemmeno un italiano
è arrivato, se tutti quanti si sono
ritirati. O che si vuole? Che le
ritirate italiane diventino proverbiali? |
Da "TUTTOSPORT" del 21 agosto 1950
- sintesi dagli articoli di Ruggero Radice e Carlin |
BRIK SCHOTTE ERA "L'UOMO DI SETTEMBRE", PUNTUALE COME UNA
CAMBIALE IN SCADENZA |
Ogni anno, di questi tempi, e cioè alla
vigilia dei campionati del mondo su
strada, corrono sulle bocche di tutti i
nomi dei favoriti. Se qualcuno facesse
una statistica, potrebbe stabilire che
sei o sette sono i favoriti: Koblet,
Bobet e Van Steenbergen
fra gli stranieri; Coppi,
Bartali e Magni - secondo i
punti di vista o le preferenze - fra gli
italiani. Ogni anno sfugge un nome: Schotte.
Questa dimenticanza non è affatto
sgradita all'interessato, il quale anzi
fa di tutto per cadere nel
dimenticatoio. Ma mentre le opinioni
dormono lui lavora: Brik lavora in
crescendo e senza clamore. Si direbbe
che si nasconde e poi, all'ultimo
momento, salta fuori. Facciamo un
riassunto di queste dimenticanze degli
sportivi: due titoli mondiali nel 1948 e
1950, un quarto posto nel 1949.
Bisognerà ricordarsi di questo
fiammingo, non fosse altro che per
scaramanzia e perchè non venga proprio
qui in Italia a "papparsi" la terza
maglia. Ricordiamoci dunque che Schotte
è "l'uomo di settembre": puntuale come
una cambiale in scadenza, egli si
presenta a questa gara di trecento
chilometri - di solito tiratissimi - e
regge a tutti i tentativi, insegue, si
spreme, finché piazza il suo colpo...
Questo detentore del titolo ha 32 anni,
non parla mai, ma cammina tuttora
fortissimo. E' da porre ancora una
voltra, senza esitazione, tra i
favoriti. Ieri mattina ha fatto 140 Km
insieme con Anthonis e Van
Kerkhove; poi è tornato all'albergo,
si è concesso un bagno, quindi ha fatto
fuori una bistecca gigante. Nel
pomeriggio, mentre uscivano De Rijcke
e De Feyter, il terzetto
mattutino non si riposava ma tornava sul
percorso, compiva tre giri e sconfinava
nel Varesotto. Come già detto Brik è
uomo di poche parole; tuttavia si è
dichiarato soddisfatto delle sue
condizioni fisiche e ha pronunciato solo
due nomi - Van Steenbergen e Bartali
- come suoi favoriti. |
Da "STADIO" di venerdì 31 agosto 1951
- Varese - in attesa del mondiale di
ciclismo su strada - vinto poi da Kubler |
IL DUE VOLTE CAMPIONE DEL MONDO GUARDA CON FIDUCIA
A VARESE PER IL TERZO TITOLO |
Brik Schotte, l'atleta che ha conquistato
per ben due volte il titolo di Campione
del Mondo su strada a Valkenburg nel
1948 e a Moorslede nel 1950 non ha fatto
parte della squadra belga del Tour. Com'è
noto, egli venne escluso per ragioni
disciplinari da questa rappresentativa,
volendolo punire, la Federazione
Ciclistica Belga, per avere egli |
abbandonato senza plausibili e
giustificate ragioni il Giro
d'Italia. Niente da dire.
L'assenza di Brik dalla più
faticosa corsa della stagione è
apparsa pienamente giustificata
e legittima. Egli avrà però sentito la
nostalgia per non avere potuto
partecipare alla lotta su quelle
strade, su quelle salite che lo
videro strenuamente impegnato
qualche anno fa, e sulle quali
egli avrebbe volentieri
ritentato la sorte quest'anno.
Ma il pensiero di dover
sostenere una lotta durissima
per difendere la sua duplice
maglia di Campione del Mondo è
stato per Brik Schotte motivo di
conforto. Egli guarda a Varese.
Pensate al grande sogno di Brik
Schotte di diventare per la
terza volta Campione del Mondo,
eguagliando il record del grande
Binda. Deve essere uno
struggimento per Brik questo
sogno. Deve essere un tormento,
fino a quando egli nel giorno
della corsa non si allineerà
alla partenza, gomito a gomito
con coloro che non avranno che
un pensiero: strappargli la
maglia iridata. Allora le ansie
dell'atleta si calmeranno;
allora sarà il cuore, saranno i
muscoli, sarà l'incrollabile
volontà di difendersi ad ogni
costo che daranno al vecchio
ciclista la calma e la serenità
delle grandi ore. |
|
|
Il belga, com'è noto, è uno
specialista delle gare in
circuito. Sulle strade del Giro
di Francia difficilmente
egli avrebbe potuto portare a termine
una preparazione veramente adeguata alle
necessità. Lo vedremo dunque a Varese e
lo vedremo impegnato in una gara e su un
percorso che sembrano creati apposta per
lui. Il circuito di Varese, nonostante
non abbia salite di apparente durezza, è
un percorso difficile, un percorso di uomini di
fondo, diremmo, più che per passisti. E
Brik è un uomo di fondo, un meraviglioso
atleta di fondo. A Varese egli avrà un
duplice compito: difendere la sua maglia
di Campione del Mondo e puntare
contemporaneamente alla sua terza
vittoria. I suoi avversari si
chiameranno Van Steenbergen, Kubler,
Bobet, Coppi, Magni: quanto di
meglio possa offrire il ciclismo mondiale. Il
compito di Brik Schotte a Varese sarà
assai difficile. L'impresa che egli
dovrà realizzare sembra impossibile. Ma
l'atleta belga è un coriaceo. Vedrete
che quel giorno a Varese farà miracoli. |
Adattamento da un articolo di Vincenzo Cataneo per "LO SPORT Illustrato"
- 1951 |
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OTTOBRE 1950 - Alfredo Martini primo nel Giro del Piemonte. Pagliazzi battuto in volata |
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Da Cuneo a Torino la gara non ha mai avuto un momento di respiro |
Anche Coppi e Bobet sisono prodotti
in un assolo dopo Montà, ma solo
Martini e Pagliazzi riuscivano a
giungere soli al Motovelodromo dopo 30
km di corsa scatenata... Col vincitore
si sono distinti
Astrua, Magni, Bevilacqua, Pasotti,
Alfio Ferrari e Petrucci... Alfredo Martini
e non già uno dei numerosi "big" scesi
in gara, ha vinto il 40° velocissimo Giro
del Piemonte battendo in volata il
piccolo e tarchiato Pagliazzi... E'
stata una corsa vertiginosa, tutta piena
di fughe e condotta a più di 41
all'ora... Forse, nelle retrovie, Coppi
era preoccupato di chieder troppo alla
sua forma per portare in prima linea
Bobet (bisogna capirlo): gli altri non
tiravano il fiato da cinque ore e forse
non avevano neppure potuto mangiare.
Certamente Martini, in gran forma - |
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come non lo è da mesi - non si dava
pensiero dei crucci degli staccati
e Pagliazzi, combattivo per
natura, non si voltava
nemmeno. Fatto è che i due,
pedalando meravigliosamente, come se
fossero in partenza e non all'arrivo, se ne sono
andati via e Martini ha colto un importante
successo dopo aver perso, per un'inezia, la
Coppa Bernocchi...
Nella classifica finale, al 3° posto, Loretto
Petrucci (Legnano) - 5° Fausto Coppi
(Bianchi) - 11° Fiorenzo Magni". |
Da "TUTTOSPORT" del 16 ottobre 1950 |
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SETTEMBRE 1951 - A Varese lo svizzero Kubler diventa Campione del Mondo di
ciclismo |
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Il capolavoro dello svizzero non umilia
i nostri atleti - All'indomito Fiorenzo
Magni la piazza d'onore |
Conclusi i Campionati Mondiali di
ciclismo. Irresistibile guizzo finale
di Ferdy Kubler su due indomiti azzurri:
Fiorenzo Magni (2°) e Bevilacqua (3°).
Il pubblico ha molto sportivamente
applaudito con calore la netta vittoria
in volata del grande campione svizzero.
E' un titolo - questo di Campione del
Mondo - che premia degnamente la
splendida carriera di un asso al suo
trentaduesimo anno di età: è un punto
esclamativo di diamante in un libro
d'oro. Il popolare Ferdy, adorato in
Svizzera, è amato dalle folle di
tutt'Europa. Un corridore leale e
generoso, un corridore audace e
intelligente, possente e veloce, capace
di ogni tipo di vittoria. Il vincitore
della Freccia Vallone è anche il
vincitore di un Tour de France.
Attaccato nella sua fama dall'astro
nascente, Koblet, egli ha ancora saputo
batterlo quest'anno al Giro della
Svizzera... La Svizzera può andare
veramente orgogliose di questo suo
rappresentante... |
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Kubler è raggiante.
Sceso di bicicletta, viene subito
attorniato dal presidente della
Federazione Svizzera, signor Senn, da
Enrico Ghelfi della "Frejus", la marca
di biciclette per la quale Ferdy ha
vinto il Campionato del
Mondo, da Villa, dal sempre entusiasta Arnoldo
Pacifici. Poi viene accompagnato alla
tribuna d'onore dove riceve la maglia
iridata da monsieur Joinard e può
raccontare ai microfoni di diverse radio
la sua gioia. L'altoparlante trasmette
l'inno svizzero e quando il grosso del
plotone comprendente Bobet,
Van Steenbergen,
De Santi, Pasotti e gli
altri è ormai arrivato Kubler se ne va
dopo aver compiuto un giro d'onore sul
rettilineo d'arrivo. |
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UNA FOLLA IMPONENTE SUL CIRCUITO
DELLE "TRE VALLI VARESINE" |
Di sicuro il varesotto non ha mai
visto tanto movimento e tanta folla.
Tutta la notte è durato il traffico
lungo le strade che portano al circuito
delle "Tre Valli". Nonostante la pioggia
che, verso le 11 di ieri sera, è
cominciata a cadere, automobili,
motociclette, motoscooter si sono
succeduti incessantemente. Numerosi
rappresentanti della stampa estera hanno
tenuto a dichiarare di non aver mai
visto nulla di simile. Un annuncio
diramato dall'altoparlante durante il
primo giro dei professionisti ha parlato
di 400.000 spettatori. Un primato |
assoluto per un campionato ciclistico,
un primato probabilmente anche
d'incasso, giacché i prezzi per accedere
al circuito non erano certo bassi. |
MANCATO IL TITOLO PIU' AMBITO, MA LA
SQUADRA ITALIANA SI E' BEN COMPORTATA |
FIORENZO MAGNI
ha portato a termine una rincorsa
incredibile, compiendo una rara prodezza
sportiva. Raggiungere da solo 9
corridori che avevano circa 5 minuti di
vantaggio è impresa che solo un campione
di classe superiore può permettersi. Una tale
prova vaconsiderata, di per sé,
sufficiente per considerare il battuto
degno del vincitore...
Fiorenzo era andato a nanna prestissimo
facendo delle previsioni scherzose sulla gara:
"Più dormi e più pigli pesci poi...
Kubler sono due mesi che... dormicchia,
vedrai se sbaglio... Specie in volata
sarà difficile batterlo, anche per
Bevilacqua. L'ultima salita del
cavalcavia a 300 metri dallo striscione
d'arrivo è un brutto handicap per un
tipo come "Toni". La volata Toni deve
attaccarla da lontano, lunghissima. E
nel mio caso vale presso a poco lo
stessa cosa... se non peggiore, anche se
la distanza poi la tengo meglio di Toni
e di Kubler".
ANTONIO BEVILACQUA
ha compiuto una grande corsa, restando
sempre in testa. Il suo merito non è
inferiore a quello del vincitore Kubler,
salvo che nel guizzo finale. L'averlo
messo in squadra all'ultimo momento è
stata saggia decisione, benchè sarebbe
stata saggissima quella di immetterlo
sin dal principio, evitandogli disturbi
di preparazione e un turbamento psichico
prolungato. Bevilacqua - specie col
malanno capitato poi a Coppi - non ha
certo indebolito la squadra e non ha
deluso le aspettative del nostro
Commissario Tecnico e le speranze che il
pubblico riponeva in lui.
GINO BARTALI,
il vecchio leone, è stato commovente e
sbalorditivo. Ha tentato più volte di
andarsene sulle salitelle, ma era Koblet
a fargli la guardia, a raggiungerlo e a
non coadiuvarlo nel tentativo ne, del
resto in caso contrario, Bartali avrebbe
coadiuvato lui... Quando nel finale ha
potuto liberarsi del suo più terribile
guardiano è quasi riuscito nel prodigio
di raggiungere, in meno di un giro, otto
uomini che si apprestavano alla volata.
Bartali arrivava a ruota libera, ma con
appena un minuto e cinque secondi di
ritardo dal primo. Nell'ultimo giro
aveva dunque riguadagnato circa tre
minuti al gruppo di testa. Un
meraviglioso finale: peccato che non
abbia potuto iniziarlo mezzo giro prima.
Il fiorentino, all'arrivo, con la sua
solita verve aveva scherzato
sull'episodio:
"Avete letto quel cartello sulla
salita di Bedero? C'era scritto - Gino,
la vita comincia a quarant'anni! -
Pensai di averne quasi tre di tempo
ancora e così dimenticai di tagliare la
corda un momento prima. E poi c'era
Koblet che non mi mollava un attimo.
Quando mi lasceranno stare questi
giovani campioni?"...
Non poteva fare di più e il pubblico gli
ha giustamente tributato una grande
ovazione. |
I Campionati del Mondo sono finiti
e non abbiamo alcun motivo di essere
malcontenti: quattro titoli su sette
sono rimasti in Italia e nelle prove in
cui gli azzurri sono stati battuti essi
hanno più che onorevolmente figurato.
Per il ciclismo italiano non c'è che
motivo di conforto e fierezza. |
ORDINE D'ARRIVO DEL CAMPIONATO DEL
MONDO 1951:
1°) Ferdy Kubler (Svizzera) che compie
il percorso di Km. 295,200 in 8 ore
28'28", alla media di Km/h 34,802 - 2°) Fiorenzo Magni (Italia) - 3°
Antonio Bevilacqua (Italia) - 4°) De
Feyter (Belgio) - 5°) Woorting (Olanda)
- 6°) Schwarzer (Germania) - 7°)
Wagtimans (Olanda) - 8°) Giuseppe
Minardi (Italia) - 9°) Gino
Bartali (Italia) a 1'5" - 10°)
Dekkers (Olanda) a 1'35" |
Sintesi da: "TUTTOSPORT" del 3
settembre 1951 -
*** In altra pagina Ferdy Kubler al Tour de France *** |
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MONDIALI DI CICLISMO 1951 - Il parmense Gianni Ghidini maglia iridata nei
dilettanti |
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Quarto campione del mondo per
l'Italia in queste giornate di trionfo |
Venti uomini in gruppo: il parmense
precede in volata l'altro azzurro
Benedetti, l'olandese Plantaz e lo
svizzero Pianezzi, al termine di una
corsa che è stata quasi sempre dominata
dai corridori italiani - Una
spettacolosa fuga del toscano Nencini è
stata neutralizzata a quattro chilometri
dal traguardo - E quattro! Il quarto
italiano che ha conquistato la maglia di
campione del mondo, in queste giornate
che per noi sono un vero trionfo, è il
parmense Gianni Ghidini. Il toscano Rino
Benedetti ha completato il successo
classificandosi secondo a pochi
centimetri dal vincitore e un suo
conterraneo, Gastone Nencini, è stato
protagonista di eccezionale rilievo
della competizione. Il romano Ciancola,
a sua volta, ha costituito una pedina
importantissima del gioco mirabilmente |
|
riuscito alla nostra squadra. Trionfo
quindi su tutta la linea ed è
comprensibile la commozione che ha preso
Giovanni Proietti, il Commissario
tecnico che da mesi ormai
vive a fianco di questi
ragazzi, che ha sofferto con loro, che è
stato criticato, ma che infine ha potuto
far quadrare un bilancio veramente
stupendo. Perché i ragazzi di Proietti
non soltanto hanno vinto, ma hanno
dominato per tutta la corsa... Il neo
campione del mondo Gianni Ghidini è nato
a Golese, in provincia di Parma, il 21
maggio 1930. Corre per i colori
dell'Unione Sportiva Italia di Parma
dall'inizio della sua carriera. Anche
questa valorosa Società quindi -
presieduta dall'avvocato Vincenzo
Bianchi che in Ghidini ha sempre avuto
enorme fiducia - può andare ben fiera
del successo odierno. Ghidini è alto
1,71 e pesa 70 chilogrammi. Faceva il
meccanico in un'officina prima di
dedicarsi esclusivamente alle corse; è
al suo quinto anno di attività ed ha già
ottenuto 26 vittorie. Si scoprì un
probabile corridore percorrendo
quotidianamente in bicicletta, per
ragioni di lavoro, i 7 chilometri che
separano Golese da Parma. E' un atleta
fresco, generoso, che ama le azioni
d'attacco ed emerge soprattutto in
volata e in salita.
BINDA ANNUNCIA LE SUE DIMISSIONI
- Durante il mondiale
Alfredo Binda
confida ad alcuni giornalisti la sua
volontà di dimettersi da CT della
squadra azzurra. Questo perché ha
ricevuto quasi un'imposizione popolare
per far correre Bevilacqua al posto di
Pasotti. L'UVI se ne è lavata le mani e
lui, venuto a conoscenza che se
Bevilacqua non avesse corso ci sarebbe
stata gente decisa a mettere a soqquadro
la corsa, ha dovuto cedere. Riferiva
però anche prontamente che non intendeva
rassegnarsi a fare quello che vogliono
gli altri e pertanto aveva deciso di
lasciare il suo incarico. L'UVI, per
bocca del vicepresidente Umberto Bina,
ha fatto quindi sapere che non intende
accettare le dimissioni di Binda...
Vedremo chi si stancherà prima!
FAUSTO COPPI NON CORRERA' LA GARA
PROFESSIONISTI -
Fausto Coppi non sarà in gara domani a
Varese perché i sanitari hanno
dichiarato che è a letto con 39° di
febbre, evitando comunque di
pronunciarsi con precisione sulla sua
malattia. |
Da "STADIO" del 2 settembre 1951 -
sintesi dagli articoli di Dante Ronchi e
Luigi Chierici |
ll dilettante genovese Mino De Rossi
conquista il titolo mondiale dell'inseguimento |
Milano, 27 agosto - Dalla sagra
dei mondiali di ciclismo 1951 è emerso un nuovo
trionfatore: il genovese Mino De Rossi,
laureatosi campione fra gli inseguitori
dilettanti.
L'ansia di tutti era al colmo, allorché
De Rossi e il belga Glorieux, dopo
essersi allacciato il casco hanno
infilato ilo piede nel pedale. Non si
sentiva volare una mosca quando veniva
dato il segnale della partenza. Aveva
così inizio la ridda infernale dei
passaggi, dell'accendersi e spegnersi
delle lampadine rossa e verde che
segnalavano il passaggio degli atleti e
quindi la loro posizione. L'accendersi
alternato delle luci colorate scandiva
il ritmo dello sforzo dei campioni e
della passione della folla.
Salutato dall'urlo di questa folla
estasiata, con un ultimo sforzo
sovrumano, il genovese Mino De Rossi
finalmente riusciva a passare la linea
d'arrivo prima del suo avversario, il
valentissimo Glorieux, difesosi fino
all'ultimo col cuore in gola. Il
presidente della Federazione Ciclistica
Internazionale si è poi avvicinato al
neo campione del mondo, gli ha dato la
maglia iridata e lo ha aiutato ad
indossarla.
La folla in piedi gridava
a squarciagola. Sembra banale l'atto di
indossare un indumento ma, allorché
l'indumento in questione è la maglia
iridata e lo spogliatoio è il Vigorelli
affollatissimo di persone giunte da
tutte le parti del mondo, questo
semplicissimo atto assume la grandiosità
e l'importanza di un'investitura. E non
vi è nessuno, tra gli astanti, che non
ne partecipi intimamente e non ne
afferri l'importanza simbolica e,
diciamolo pure, che non se ne senta
commosso. L'iridato di questa sera, il
campione, è un italiano. |
Classifica Finale inseguimento dilettanti: 1°) De
Rossi (Italia) - 2°) Glorieux (Belgio) -
3°) Messina (Italia) - 4°) Jochums (B) |
Da IL SECOLO XIX del 28 agosto 1951 |
|
|
LUGLIO 1969
- Nell'anno della Luna, Eddy Merckx il "cannibale" stravince il
Tour de France |
|
Un divario davvero "spaziale" tra sé e
gli altri |
|
Parigi ha decretato il trionfo al
campionissimo belga -
Eddy Merckx ha vinto tutto - Dopo il successo di
Spruyt, un corridore della sua squadra,
nella prima frazione di ieri, la "maglia
gialla" ha onorato il pronostico,
stravincendo anche l'ultima semitappa a
cronometro - Il suo "Tour" è stato un
viaggio di Gulliver nel paese dei
lillipuziani: oltre alla classifica
generale, ha riportato quelle a punti e
a squadre, il "Premio |
della Montagna" e la combinata...
La partecipazione degli italiani alla
"Grande Boucle" è stata complessivamente grigia: il
meglio piazzato, Felice Gimondi, è finito
4° in classifica generale ad un ritardo di quasi
mezz'ora dal vincitore... Non a caso il
trionfo di Eddy Merckx nel Giro di Francia
coincide con lo sbarco dell'uomo sulla Luna.
Sono fatti dell'era moderna, eccezionali come i
loro protagonisti, vere perfette possenti
macchine umane guidate dalla luce
dell'intelligenza - Il vincitore nel momento del
trionfo: "Io adoro la bicicletta, il mestiere
e l'ambiente"- Gimondi: "Mi hanno
applaudito... Bel pubblico!" |
ACCOGLIENZE
CLAMOROSE A PARIGI PER LA STORICA
IMPRESA DEL CAMPIONE BELGA |
Anche Merckx è sulla luna - Il mattatore belga ha posto un
divario, davvero spaziale, tra se e gli altri:
ha trionfato aggiudicandosi il primato anche
nelle varie classifiche speciali e lasciando al
connazionale Leman quello dei "Traguardi
Volanti". Nonostante una caduta, Eddy ha
sgominato il campo nella frazione conclusiva a
cronometro - Ad un altro belga, Spruyt, la prima
semitappa di Creteil - Eddy Merckx, il dittatore
su due ruote, ha aperto una nuova era del
ciclismo... |
CLASSIFICA GENERALE FINALE:
1°) Eddy Merckx (Bel) in 116 ore 16' 01"
- 2°) Pingeon (Fr) a 17'54" - 3) Poulidor (Fr) a
22'13" - 4° Gimondi (It) a 29'24". |
Sintesi dai quotidiani
"Il MESSAGGERO DELLO SPORT"
e "IL TEMPO" del 21 luglio 1969 |
|
MAGGIO 1971 - Il campione italiano Franco
Bitossi vince in volata il 47° Giro di Romagna |
|
In vista del Giro d'Italia il nostro
ciclismo ritrova uno dei suoi attori più brillanti |
Franco Bitossi
ha vinto in volata un Giro di Romagna che
soltanto negli ultimi 500 metri ha avuto
espressioni agonistiche di valore assoluto.
Un po' poco per una corsa che si è snodata
su un percorso di 226 chilometri nel quale
non mancavano, con le dure salite di monte
Trebbio e monte Casale, valide proposte
d'attacco per gli scalatori, cioè per i
corridori di maggiore prestigio.
Invece Motta, Gimondi, Zilioli e
Gosta Pettersson, gli uomini più
attesi del pronostico sono mancati
all'appuntamento nel momento decisivo...
Bitossi, protagonista della volata, si era
messo in evidenza sul monte Casale, con una
decisa rincorsa. Si era infatti fermato per
cambiare bicicletta, perché il suo nuovo
mezzo aveva delle caratteristiche
particolari che dovevano essere meglio
collaudate. Il campione d'Italia ha prima
ripreso Gimondi e con questi poi è rientrato
sui primi... Dopo il ritorno di Marino
Basso nelle frenetica Milano-Vignola,
quello di Bitossi a Lugo.
Sulla strada che porta al Giro d'Italia il nostro
ciclismo ritrova, via via, i suoi attori più |
|
brillanti: anche Dancelli, che torna
alla ribalta appena un mese e mezzo dopo la
frattura al femore...
Bitossi e Dancelli, i nostri più
estrosi, ma anche i più validi
campioni, si apprestano a
recitare nel Giro d'Italia, non
più oppresso dalla presenza
autoritaria di Merckx, il ruolo
di guastafeste. Sbaglia chi nega
loro qualche possibilità di successo.
Il 47° Giro di Romagna ha
avuto un contenuto deludente.
Lo dice, del resto, l'epilogo:
più di cinquanta uomini allo
sprint. Nella sua lunga storia,
solo rarissimamente questa
classica si è conclusa con un
folto volatone. Il costante
impegno e l'alto ritmo (oltre
quaranta orari di media) hanno
tuttavia tagliato fuori i
velocisti «segnati» dalle due
importanti salite del percorso.
Sul monte Trebbio ci hanno
lasciato le penne Zandegù
e Sgarbozza; resisteva
invece Van Vlierberge,
che però pagava lo sforzo nel
finale. |
Anziché fra gli sprinters, la
volata si è perciò risolta in un
confronto fra gli uomini più
forti e più freschi. Polidori
ha lottato gomito a gomito prima
di lasciar passare, a poche
lunghezze dallo striscione, il
grintoso Bitossi; Ritter,
altro non velocista si è
piazzato terzo.
Franco Bitossi, ex anemico (guai
definirlo malato immaginario)
artiglia un successo che è
ancora più bello perché ritenuto
improbabile. Il volatone è lo
stesso di quel giorno di marzo a
St. Etienne quando nella
Parigi-Nizza credeva di avere
incominciato una serie e invece
lasciò sul primo vittorioso
traguardo dell'anno la
condizione fisica e
l'ispirazione. Dopo un mese e
mezzo di cure (senza mai
rinunciare agli allenamenti, con
un paio di impegni senza
pretese) eccolo di nuovo vispo e
pimpante come un gallo romagnolo.
Bitossi commenta così il
suo successo:
"Nemmeno io credevo a questa |
|
|
vittoria. Ho passato dei brutti momenti.
La mia non era una malattia immaginaria:
disturbi epatici, anemia, depressione... le
analisi parlano chiaro. Il dott. Falai mi ha
curato proprio bene, ma non crediate che la mia
forma sia già quella buona. Ho
ritrovato l'efficienza fisica,
ma non interamente la condizione
atletica: in salita ho un po'
penato, ho forzato troppo sul
monte Casale per recuperare
duecento metri perduti nel
cambio della bicicletta. Ne ho
collaudata una preparatami da
Branca per il Giro d'Italia.
Pesa 8 chili e mezzo, un chilo
in meno della vecchia...
La Ciclistica Baracca (settanta
corse organizzate in un anno)
sa rinnovare costantemente le
sue gloriose tradizioni. Un bel
lavoro, non c'è che dire. I
concessionari Fiat, questa
volta, le sono stati molto
vicini, ma sperano di esserlo
ancora di più in avvenire. Tanta
folla a Lugo e lungo il
percorso. La bicicletta, in
Romagna, è sempre nel cuore di
molti... |
CLASSIFICA FINALE DEL 47° GIRO
DI ROMAGNA: 1°) Franco Bitossi (Filotex)
che compie i 226 chilometri
in 5 ore e 30', alla media di
40,680 Km/h - 2°) Giancarlo Polidori (Scic);
3°) Ole Ritter (Dreher); 4°
Michele Dancelli (Scic);
5° Eric Pettersson (Ferretti)... tutti
con lo stesso tempo. |
IL
TRICOLORE FA IL BIS IN FRANCIA
- Il campione d'Italia Franco
Bitossi sta talmente bene che,
il giorno successivo alla
vittoria nel Giro di Romagna, si
è splendidamente imposto anche
nella 5° edizione della ronda
ciclistica dei campioni di
Garancieres en Beauce, in
Francia. Il toscano è stato fra
i grandi animatori della corsa.
Si è inserito nel drappello dei
sette che ha poi doppiato il
grosso e si è dimostrato il
migliore velocista del lotto,
aggiudicandosi quattro traguardi
a punti. Secondo posto per
Mattioda (Fr), terzo Altig (Ge). |
Sintesi dai quotidiani
"STADIO" - "LA
GAZZETTA DI PARMA" - "LA
NAZIONE" del 3 maggio 1971 |
|
SETTEMBRE 1973 - A Barcellona Felice
Gimondi è campione mondiale di ciclismo su strada |
|
Con la maglia di Coppi, il mondiale più
bello davanti a Maertens, Ocaña e Merckx |
2 settembre 1973 - Sul traguardo del
circuito del Montjuich sta per concludersi
la prova iridata. A poco meno di novanta
chilometri dall'epilogo, Merckx ha
sganciato una pattuglia di sette uomini.
Sono con lui Maertens, Gimondi,
Ocaña, Battaglin,
Perurena, e Zoetemelk. Agli
scatti di Eddy cedono prima Battaglin
(crampi), poi Perurena e Zoetemelk. Quando
il quartetto superstite è annunciato
all'ultimo chilometro, Felice Gimondi è nella morsa
del belga. Ci si chiede se riuscirà almeno a
conquistare la medaglia d'argento. Dai
duecentocinquanta metri Maertens conduce, in
progressione, la volata a Merckx alla cui
ruota c'è Gimondi. Ai cento metri Felice
sbuca all'esterno, lotta gomito a gomito con
Merckx, poi con Maertens. Irrompono
quasi in contemporanea sul
traguardo. Chi ha vinto? C'è un
attimo d'incertezza... Poi esplode
l'entusiasmo. |
|
E' il quarto titolo iridato dopo quello
di
Coppi nel 1953.
Il ciclismo è sport affascinante, di
notevole presapassionale, proprio per la
sua imprevedibilità. Non sempre
vince il favorito. Come appunto
nel caso di Felice Gimondi e
anche di Ercole Baldini (Reims
-1958), di Vittorio Adorni
(Imola - 1968), di Marino
Basso (Gap - 1972), le cui maglie
iridate furono conquistate
attraverso vicende
appassionanti, emozionanti,
perfino inattendibili. Quattro
mondiali "illogici" dopo quello
"logico" di Coppi nel 1953. |
Da "STADIO - trent'anni di
sport" - supplemento alla
testata del 16 novembre 1975
- estratto da un articolo di Ermanno Mioli |
|
GIUGNO 1984 - Con una crono fantastica, Francesco
Moser vince a Verona 67° Giro d'Italia |
|
L'asso trentino batte Fignon di 2'24" e
chiude in rosa nell'ultima fatica |
MOSER LEGGENDA! -
Il campione di Palù di Giovo ha deciso
dopo un test in mattinata di usare
le ruote lenticolari. E' stata la più
veloce crono mai corsa in un Giro.
Distacchi galattici: Fignon a 2'24",
Gisiger a 2'28", Freuler a 2'44". Sesto
Baronchelli, ottavo Argentin. Per
Francesco trionfo all'Arena di Verona
con tifo calcistico. A Palù campane a
festa. Il commento di Felice Gimondi:
"Con lui il ciclismo ha voltato pagina".
IL VINCITORE: "Solo
adesso ho capito quanto sia duro vincere il Giro.
La mia è sempre stata una corsa in salita,
una sfida col tempo.
LO SCONFITTO FIGNON
è crollato al suolo dopo la crono. Le
sue prime parole sono state per lui:
"Grande Moser, è stato davvero il più
forte." - UN'IMPRESA MUNDIAL: Moser
segnala, col suo |
|
|
trionfo, una realtà che ci coinvolge.
L'impresa impossibile, la
vittoria di un Giro d'Italia, inutilmente
inseguita per dieci volte, all'undicesima
arriva, frutto di una cocciuta, tenace,
italianissima volontà d'arrivare. Come il
Campionato del Mondo di calcio, un paio d'anni
fa in Spagna, anche la maglia rosa finale di
Moser commuove ed esalta la gente in un festoso
pomeriggio dell'imminente estate. I grandi del
ciclismo osannano il campionissimo dopo la
nuova, leggendaria impresa. Le parole di Gino
Bartali:" Fignon non era superiore agli altri,
Francsco si"; Alfredo Martini:"Con questa
folla in Messico (record dell'ora) avrebbe
raggiunto i 53"; Jacques Anquetil taglia corto:
"Semplicemente fantastico....". |
Da
"STADIO - CORRIERE DELLO SPORT" dell'11
giugno 1984 |
DOPO IL TRIONFO AL
GIRO MOSER PUNTA AL TITOLO MONDIALE |
Chi
avrebbe mai immaginato che si sarebbero create
le condizioni di un nuovo "Moser day" dopo i
festeggiamenti per l'epica impresa del record
dell'ora a Citta del Messico? Francesco Moser ha
voluto sorprendere tutti, ha strabiliato la sua
gente, quei fedelissimi dei Moser-club, almeno
trentamila persone organizzate in tutt'Italia. E
mentre continuano ad arrivare centinaia di
telegrammi, compreso quello di Carraro -
presidente del CONI - Palù di Giovo, il
paese nel quale Moser è nato e vive, si è
inebriato di gioia. Ieri mattina, nel suo
maxi-negozio alle porte di Trento, Moser si è
concesso una pubblica riflessione a meno di 24
ore dal trionfo.
Francesco ha subito chiarito che il ritorno in
rosa da Verona è stato per lui addirittura più
entusiasmante di quello del Messico. Ora ha
altri impegni: una settimana di circuiti dei
quali farebbe volentieri a meno. Ma come si fa?
Quasi certamente non correrà la Coppa
Bernocchi (campionato italiano) per puntare
a quello a squadre. Alla domanda su cosa
mancasse ancora a Moser in questo anno magico,
risponde: "Manca il titolo mondiale. ma il
tracciato del Montjuich è difficile: si tratterà
di correre una specie di crono in classifica, è
vietato perdere terreno. Ma mi piacerebbe molto"
- Come ti sembra il Giro che hai appena vinto? -
"Mi pare sia stato un bel Giro e la mia una
vittoria meritata. Ho sofferto solo in occasione
delle tappe brevi, ma non ho mai conosciuto una
vera crisi. Anche ad Arabba, in definitiva, non
ero proprio distrutto, visto quello che sono
riuscito a fare nei giorni seguenti" - E dei
tuoi avversari cosa dici? - "Fignon ha
compiuto una grande impresa nella tappa dei
cinque colli, non si discute. E' un ottimo
corridore e potrà anche rivincere il Tour,
Hinault permettendo... Visentini è
andato bene fino a quello sfogo clamoroso, che
non era diretto a me ma all'organizzazione. Ma
la vera sorpresa è stato Argentin, che ha
fatto grandi cose anche grazie a nuovi metodi di
allenamento. Può essere il Moser del futuro,
anche se dovete ricordarvi che di Moser ce n'è
uno solo!".
Secondo Michele Ferrari, 30 anni,
braccio destro del prof. Conconi e medico
sociale della GIS - Tuc Lu, la squadra
del vincitore del giro, il corridore trentino,
adeguatamente preparato ed assistito, può
sicuramente puntare a vincere il Tour de
France 1985.
Francesco ha ancora margini di miglioramento
notevoli e la fiducia si basa sul fatto che è un
atleta straordinariamente resistente: il suo
"motore" rende molto in condizioni estreme, come
quelle che propone la corsa francese ed ha
battuto Fignon, che il Tour l'ha vinto l'anno
scorso. Moser fra un anno avrà 34 anni, ma è
ancora un atleta pieno di energie... |
Da
"LA NAZIONE" del 12 giugno 1984 - estratto da un
articolo di Gianni Marchesini |
|
LUGLIO 1985 -
Bernard Hinault si aggiudica per la quinta volta il Tour de France |
|
"Nanard"
diventa il più grande
corridore francese di tutti i tempi |
|
IL SECOLO XIX
del 21 luglio 1985 - Oggi il Giro di Francia si
conclude con la classica tappa che porterà i
corridori ai Campi Elisi. Per Hinault si
tratterà di una trionfale passerella e anche del
quinto bersaglio in questa difficile corsa. A
quota cinque, Bernard Hinault eguaglia il record
di Jacques Anquetil e Eddy Merckx. Inoltre, in
base ai risultati ottenuti nelle varie classiche
e nelle altre corse a tappe, il bretone nella
classifica generale del ciclismo sorpassa
Anquetil e si piazza alle spalle di Merckx e del
grande Fausto Coppi. Diventa così il più grande
corridore francese di tutti i tempi.
Ieri ad Auphelle lo statunitense Greg Lemond
aveva vinto la 21a tappa del Tour, una
cronometro individuale sulla distanza di Km.
45,700, distanziando |
di cinque secondi proprio il compagno di squadra
e maglia gialla Bernard Hinault. L'americano si
è imposto alla rispettabile media oraria di
oltre 43 orari, nonostante che il tracciato,
disegnato su un saliscendi attorno al lago di
Limousine, fosse estremamente nervoso. Anquetil ha
definito la prova la più difficile corsa contro
il tempo istituita al Tour. Questa
conometro ha scandito la scala dei valori
attualmente esistenti in questa appassionante
corsa a tappe. C'è stato il duello tra Hinault e
Anderson, poi ancora la sfida fra i due
irlandesi Roche e Kelly. Ma l'ha spuntata
proprio Greg Lemond che, a cinque chilometri
dall'arrivo di Auphelle accusava un ritardo di
cinque secondi sulla maglia gialla. In effetti
Hinault aveva fatto segnare il miglior tempo
intermedio, ma ha leggermente ceduto nella fase
finale, di fronte ad un dislivello di 10
chilometri. La classifica generale vede Hinault
in maglia gialla, al secondo posto Lemond con un
ritardo di 1'54", al terzo Stephen Roche a
4'29".
TOUR DE FRANCE DONNE
- Si conclude oggi anche il Tour de France
riservato alle donne. Saldamente al comando
della classifica è l'italiana Maria Canins, che
si avvia al trionfo parigino. L'Italia è in
testa anche alla classifica per nazioni in
quanto la Bonanomi è al quarto posto della
generale e la Chiappa al quinto... |
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INDICE GENERALE
'800
CRONACA 01
02
03
04
05
06
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO (1)
ALTRI
FAUSTO COPPI
INTER
RIVISTE |
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