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Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA
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Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Fotografie © GIOVANNI MENCARINI |
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Liguri Apuani
e Statue Stele |
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Blocco Notes |
Un popolo forte e bellicoso |
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Il nome di Lunigiana è una forma aggettivale derivata
dal latino "Luna", città sorta sul mare, presso l'antica
foce del Magra,
nel 177 a.C., su pretese preesistenze etrusche mai suffragate
da ritrovamenti archeologici, ma certamente su un porto già usato.
Fu colonizzata con duemila cittadini romani, a
ciascuno dei quali vennero affidati 51 iugeri e mezzo di
terreno, pari in tutto a 257,50 Kmq. circa.
I confini antichi non sono precisamente documentabili,
ma possono essere presuntivamente dedotti
dall'ordinamento della Diocesi del
Vescovo di Luni, come appare nelle Bolle
Pontificie a partire dal 1148.
Pievi e cappelle della circoscrizione
ecclesiastico-territoriale, erede del municipio romano,
erano presumibilmente compresi entro i suoi stessi limiti.
Dai Registri Vaticani si desume che l'estensione
della Diocesi coincide in modo pressoché totale con
l'unità geografica del bacino del Magra, che ha
pure tradizioni culturali omogenee.
In epoca preromana, le fonti scritte latine, parlano di
un popolo (quello dei Liguri Apuani), forte e
bellicoso, ardito fino a spingersi in incursioni in
territorio pisano e bolognese, indomito di fronte ai vincitori.
Fin dall'età del ferro, le antiche
popolazioni apuane pur avendo modi di abitare ed
usanze religiose comuni con le altre tribù liguri,
presentavano una peculiarità culturale originale: il
culto di divinità antropomorfe scolpite nella
pietra, le Statue-Stele.
Ritrovamenti di simili reperti archeologici sono per
ora limitati all'attuale Lunigiana e alla
Val di Vara: nessun
altro territorio |
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Rievocazioni
storiche |
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della Lunigiana Storica ha mai
restituito opere scultoree di tale fattezza.
Le Statue Stele ritrovate fino ad
oggi ammontano ad una sessantina di esemplari che
possono essere fatti risalire ad un arco di tempo
che va dall'Eneolitico (2800-1800 anni
avanti Cristo) |
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Lunigianesi
degli anni '30 |
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fino alle soglie della romanizzazione
(III - II secolo a.C.).
Le statue-stele rappresentano personaggi maschili
e femminili e hanno l'aspetto di vere e
proprie statue a forma trapezoidale dal vago
aspetto antropomorfo, lavorate e scolpite su
entrambe le facce. Fino ad ora non è stato possibile stabilire
se avessero impiego e scopi di culto o (o anche)
funzione funeraria.
I personaggi maschili come segni distintivi
hanno armi (pugnali e asce) e cinturone; quelli
femminili presentano i seni, la collana e monili vari.
Hanno sostituito il Menhir, che era il grande
monumento di pietra tipico dell'età precedente.
Gli studiosi hanno diviso le Statue-Stele della
Lunigiana in tre gruppi: il più elementare
(cippi trapezoidali o rettangolari con la testa dei
personaggi incorporata nel tronco); il mediano
(testa di forma semilunata a "cappello di
carabiniere" con presenza del collo); il più
raffinato (esemplari scolpiti su due facce e
ricchi di particolari) dove i personaggi sono eroi o
detentori di potere.
Il loro rinvenimento in prossimità di corsi
d'acqua, sentieri, pascoli, campi e fonti
attesta ancora che l'origine della manifestazione
sarebbe stata rurale.
Una testa di statua-stele è affiorata per caso
(ottobre 2011) da un terreno agricolo di
Rocchetta Vara.
A ritrovarla un contadino intento al dissodamento di
un podere dismesso in località Molino Rotato
(Pianaccia di Suvero).
Il prezioso reperto archeologico è stato consegnato
dal sindaco di Rocchetta Vara alla Soprintendenza
per i beni archeologici della Liguria.
La Pianaccia di Suvero è
una importante area archeologica che da una trentina
d'anni continua a fornire preziosi reperti (81 in
tutto) di antica storia. La prima statua-stele fu
scoperta nella vicina |
Novà di Zignago.
Una delle più belle ed intatte statue-stele venute alla luce nel bacino del
Magra è conosciuta come "stele Bocconi" perché, dopo il
rinvenimento, venne custodita nel cortile del Palazzo Bocconi di
Pontremoli. Questa scultura antropomorfa si trovava |
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PONTREMOLI - Il Castello del PIagnaro |
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sepolta nella selva di Filetto, nei pressi di Villafranca.
Trattasi di un secolare castagneto che, nel corso del tempo si è
considerevolmente ridotto in quanto soppiantato da colture
agricole e da insediamenti residenziali. Secoli addietro era
invece un territorio vastissimo, che si estendeva in un'ampia
zona pianeggiante compresa tra il castello collinare di Malgrate,
il borgo murato di Filetto e la sponda sinistra del fiume Magra.
Questo bosco, che era un luogo sacro e misterioso, dove si
svolgevano riti magici e religiosi, secondo tradizione popolare,
avrebbe dato ispirazione a Dante Alighieri per alcuni versi
della sua Divina Commedia. Una "selva oscura" che
ha custodito gelosamente nel terreno diversi di questi menhirs dal
significato ancora ermetico e di incerta datazione.
Un'altra statua-stele è rimasta curiosamente murata
all'esterno di una casa colonica nei pressi del Castello di
Malgrate, fino al 1908, anno in cui venne trasferita al
Museo Civico della Spezia. Questa scultura, che fu ritrovata
casualmente da alcuni coloni mentre facevano uno scavo in un
poggio boscoso, rappresenta una figura femminile, parzialmente
alterata e modificata in epoca imprecisabile. Si presenta
infatti mutilata nella parte inferiore ed inoltre ha dei
lineamenti del volto rimaneggiati e gli avambracci e i seni
risultano scalpellati. Secondo tradizione popolare, accanto alla
statua si trovava un vaso pieno di antiche monete che venne
portato via da uno degli scavatori il quale poi scomparve
assieme al suo leggendario "tesoro".
A marzo 2012, nella frazione Monti di
Licciana Nardi,
è avvenuto il ritrovamento dell'ultima testa di
statua-stele (Venelia V), presentata al
pubblico a Pontremoli, il 14 aprile,
nella "Vetrina della citta" del Palazzo Comunale.
Al di fuori della fascia costiera non si trovano
invece tracce della colonizzazione romana. Si desume
pertanto che l'epopea repubblicana ed imperiale non
raggiunse l'entroterra di Luni.
Non si sarebbe pertanto verificata una vera e
propria assimilazione della cultura classica da
parte delle genti della Val di Magra, dove
la componente Apuana è rimasta preponderante.
Il culto delle Statue-Stele sembra che si
sia protratto fino all'VIII secolo, scontrandosi
tardivamente col cristianesimo che ebbe (come è noto) nelle
strutture dell'Impero i primi centri di irradiazione.
All'abbandono della romana Luni (evocata anche da Dante
Alighieri nella Divina Commedia), causata
dall'interramento del suo porto e dall'infestazione
della malaria, la Lunigiana viene ad essere priva
della sua capitale.
Gli interessi economici e le importanti vie di
comunicazione spingono forze egemoniche esterne ad influenzare
la feudalità locale per il controllo del territorio.
L'autonomia politica si spezza: la Repubblica di
Genova si espande in Val di Vara (fine XIII secolo);
il Ducato di Milano si impadronisce di Pontremoli (1341),
Carrara ed
Avenza
(1343); la Repubblica di Firenze riceve la dedizione
della comunità di Albiano Magra,
Caprigliola e
Stadano, primo nucleo del
futuro capitanato toscano di
Fivizzano.
Ad ampliare questo spezzettamento territoriale ci si
mise anche il Congresso di Vienna che decretò l'annessione
degli ex feudi al Ducato di Modena. Nel 1843
Pontremoli e l'Alta Valle del Magra sono uniti al
Ducato di Parma, mentre la media valle e le città di
Carrara e
Massa formano una nuova provincia dello Stato Estense.
Solo con la proclamazione del Regno d'Italia
la Lunigiana riacquista finalmente l'unità politica... |
LIGURI APUANI - Usi e costumi, deportazione romana |
La distribuzione in Liguria dei tipici
edifici romani, pubblici o privati, è
discontinua e apparentemente irregolare.
Resti monumentali di teatri, anfiteatri e
impianti termali sono presenti nelle città
abbandonate di Luni (La Spezia) e
Albintimilium (Nervia, poi Ventimiglia)
ed Albenga, dove il centro storico medievale
rispecchia ancora il reticolo della città romana.
Resti di ville extraurbane e di grandi
edifici usati per le soste stradali
sono stati rinvenuti a Bocca di Magra e Varignano
(La Spezia), Albisola, Vado, Finale, Diano
Marina, e San Bartolomeo (Imperia). Da
Albisola al Golfo della Spezia, invece, non
c'è traccia di opere monumentali romane, se
si escludono i resti di modesti edifici tra
Piazza Matteotti e il Porto Antico venuti
alla luce a Genova e di quella che
sembrerebbe una residenza, scoperta a Savona nel settembre 2012.
Queste informazioni archeologiche sono
importanti perché fanno chiarezza sulla
romanizzazione in Liguria, che risulta più
accentuata nelle aree dove maggiore è stata
l'opposizione dei Liguri all'occupazione
dell'Impero Romano: Lunigiana e Riviera di Ponente.
I Liguri Apuani costituivano un vero
problema per i romani diretti verso la
Gallia meridionale e la Spagna, tanto che
spesso preferivano raggiungere il nord
deviando a Pisa verso la Garfagnana
orientale, o addirittura entrare in Val
Padana da Rimini, piuttosto che usare le vie
più brevi della Val di Magra e della
Liguria. Infatti qui il passo era sbarrato
dalla bellicosa popolazione locale, in agguato
sui monti e lungo le paludi che si estendevano fra
l'Arno e la Magra, che rendeva il transito
molto pericoloso.
Invece ai Romani interessava soprattutto la fascia
costiera,
non solo per la presenza di porti
naturali ma anche perché attraversata dalla
più importante strada per la Provincia
(Provenza), che essi avevano costruito per
il transito delle truppe e delle merci
destinate al trasporto su carri (Tortona -
Vado - Ventimiglia).
La maggior parte dei Liguri abitava invece
nelle montagne
della nostra regione. Le
diverse tribù si opposero sempre
fermamente e anche violentemente
all'occupazione militare romana che
imponeva, tra l'altro, un'organizzazione
amministrativa di tipo statale e un'economia
di mercato ricca di prodotti
tecnologicamente superiori. E' confermato
che i Liguri, come «nazione», non
disponevano di niente che somigliasse ad
un'organizzazione statale, ed erano anzi
divisi in raggruppamenti non di rado
contrapposti per concorrenza di interessi economici. |
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Il PALAZZO MEDICEO di Seravezza |
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Nel Ponente ligure gli abitanti delle montagne furono
progressivamente vinti e costretti ad
abbandonare i loro maggiori villaggi per
stabilirsi nelle nuove città di
Albingaunum (Albenga) e Albintimilium
(Ventimiglia). Nel momento in cui tutti i
popoli alpini furono assoggettati
l'imperatore Augusto fece erigere alla
Turbia, sopra il porto di Monaco, un grande
monumento celebrativo.
Dagli storici romani si apprende invece che
i Liguri Apuani furono deportati
in massa nel Sannio, dove ci sono ancora oggi tracce
della loro presenza. Nei primi decenni del II secolo a.C., questa
sorte, secondo Tito Livio, era
toccata a quasi 50.000 persone, anche
se oggi qualche studioso, confrontando le
fonti storiografiche con i dati desumibili
dalle ricerche archeologiche ipotizza che la
densità di popolamento dei Liguri Apuani non
fosse quella indicata, cosa che
ridimensionerebbe fortemente le cifre
fornite (vedi "La deportazione dei
Liguri Apuani: dubbi dai dati di Tito Livio
e certezze scientifiche" - studio di
Michele Armanini).
Gli ultimi Apuani vennero sottomessi (tra il
180 e il 177 a.C.) dai consoli P. Cornelio
Cetego e M. Bebio Tanfilo. Ai deportati
nell'agerpublicus del Sannio, Roma si
preoccupò di fornire i mezzi economici per
acquistare terre da coltivare.
Sul territorio abbandonato dai Liguri Apuani
i coloni romani fondarono la città di
Luna (Luni), che è certamente la più
ricca di monumenti marmorei di tutta la Liguria.
Purtroppo i Liguri erano analfabeti e perciò
non hanno lasciato notizie scritte sulle
loro vicende. In base alla storia della
cultura materiale, si capisce che i numerosi
villaggi di epoca preromana, piazzati a
mezzacosta o arroccati sui monti, risultano
in gran parte abbandonati tra il primo
secolo avanti Cristo e il primo dopo Cristo,
con un vero e proprio spopolamento delle
montagne. I pochi villaggi rimasti erano
costituiti da umili capanne.
Le suppellettili hanno invece risentito del
nuovo assetto economico dettato dalla
presenza di anfore e vasellame provenienti
dalle grandi fabbriche dell'Impero Romano,
frutto probabilmente di commerci basati sui
prodotti agro-silvo-pastorali. I Liguri
avevano inoltre appreso dai Romani l'uso del
tornio per fabbricare il loro pentolame di
terracotta.
Con la caduta dell'Impero Romano
d'occidente,
due importanti realtà si ostinano a
contrastare la la crisi incombente e
mantengono forte l'identità territoriale: il
vescovo e la strada. La circoscrizione
ecclesiastica si identificava con i
territori che andavano dalla foce del
torrente Versilia fino a Framura.
Luni,
costruita su un tracciato viario ortogonale,
era attraversata dalla via Aemilia Scauri
(in continuazione dell'Aurelia), che
costituiva il decumano massimo della città.
Questa stessa strada, nel tratto che collega
Luni a Parma, lungo la bassa Val di Magra e
il passo di monte Bardone, assumerà nel
Medioevo una grandissima importanza,
divenendo appunto parte di quella
Via Francigena
che consentiva ai pellegrini d'Europa di
raggiungere Roma e la Terrasanta". |
Giuseppe Benelli - storico e docente
universitario, 2012 |
IL CIGNO -
Associazione culturale di volontari |
Le radici più antiche delle comunità
lunigianesi, che affondano fino alle soglie
della protostoria, sono oggi valorizzate e
promozionate dal Consorzio "Il Cigno",
un'associazione culturale di volontari che
organizza sul territorio una molteplicità di
iniziative. Esse spaziano dalle conferenze
alle rassegne fotografiche, dal teatro
dialettale alle degustazioni, tutte unite
dal minimo comune denominatore del culto
dell'identità comunitaria, una passione che |
smuove mari e monti, quelli un tempo
popolati dai Liguri Apuani... L'organismo è
nato nel 2004, su impulso di Silvano Zaccone e Marcello
Schiaffino, che all'epoca erano rispettivamente
sindaci di Pignone e Levanto.
Gli enti pubblici che oggi aderiscono al
Consorzio sono quasi una cinquantina. Tra loro
figurano comuni |
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VEZZANO LIGURE - Paesaggio autunnale |
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sparsi in Val di Vara, Lunigiana e Val
di Magra, i parchi di
Montemarcello-Magra e Alpi Apuane, una
dozzina di Pro Loco, le sezioni
del CAI della Spezia e Sarzana e altre
associazioni culturali.
Il costo delle iniziative che vengono
intraprese sul territorio è molto contenuto:
nel 2012, per 70 eventi, la spesa
complessiva non ha superato i mille euro. |
DICEMBRE 2014 - Un libro sul popolo delle Statue Stele |
Sabato 20 dicembre 2014, nel Museo del Castello di
San Giorgio alla Spezia, è stato presentato
un'altro libro di Lorenzo Marcuccetti,
dedicato agli Apuani e alla loro
deportazione nel Sannio.
Il volume, pubblicato dalla casa nazionale
Editoriale Giorgio Mondadori, ha per titolo
"Deportazione - Il Popolo delle Statue
Stele. La storia, l'oblio... ed è
idealmente dedicato a tutti coloro che
hanno a cuore le sorti della storia e della
cultura del nostro territorio.
L'incontro nel maniero spezzino, presente l'autore,
è il primo avvenuto in territorio
ligure ed ha fatto seguito a quello toscano di
Seravezza (vedi foto sopra del Palazzo Mediceo),
organizzato il 5 dicembre 2014. Dopo il
saluto da parte dell'Istituzione per i
Servizi Culturali del Comune della Spezia il
programma ha visto gli interventi di Silvano Zaccone,
Presidente del Consorzio "Il
Cigno", che ha supportato il lavoro
editoriale con un piccolo contributo e di
Ludovico Gierut, critico d'arte e
giornalista, che ha collaborato alla stesura
del libro di Marcuccetti. |
DICEMBRE 2012 - Rapporti fra i romani e i Liguri Apuani |
A dicembre 2012 nel Museo del Castello di
San Giorgio alla Spezia è stato presentato
l'ultimo libro di Lorenzo Marcuccetti,
studioso di storia locale, che riguarda il
tempo antico del nostro territorio.
Il volume, pubblicato quest'anno dal
Consorzio "Il Cigno", è la sua tesi di
laurea dal titolo “La fondazione di Luca e
Luna: analisi dei rapporti tra coloni romani
e latini ed indigeni”, dedicata alla
fondazione delle colonie romane di Lucca e
Luni e al complesso rapporto fra i coloni
romani e i Liguri Apuani dopo la
deportazione nel Sannio.
Marcuccetti, scrittore e musicista, risiede
a Querceta in Versilia e da anni fa ricerche
dalle quali sono scaturite numerose
pubblicazioni e saggi fra i quali “La terra
delle strade antiche”, “Saltus Marcius” e
“La lingua dimenticata”. Dal 2004 collabora
attivamente con il Consorzio "Il Cigno" con
cicli di conferenze e corsi di formazione
per insegnanti e alunni, dedicati alla
storia dei Liguri antichi che costituisce
uno dei suoi interessi primari.
L'evento è stato curato dall'Istituzione per
i Servizi Culturali e ha visto la
partecipazione dell'Autore e di Silvano Zaccone,
Presidente del Consorzio. |
SETTEMBRE 2012 - Sulle tracce del popolo guerriero |
Ai primi di settembre del 2012 una
delegazione dell'Associazione Culturale
"Cercellus"
di Circello, borgo in provincia di
Benevento, terra di deportazione dei Liguri
Apuani, è stata ospite del Consorzio "Il
Cigno". La visita, a carattere privato, è servita
principalmente per conoscere le teste
apotropaiche rinvenute in Val di Vara e
presentate a Groppo, piccolo borgo del
Comune di Sesta Godano.
Nei quattro giorni di permanenza in quel che
fu il territorio dei Liguri Apuani gli
ospiti sanniti hanno voluto visitare anche
le località della Val di Vara e della costa
spezzina maggiormente colpite dall'alluvione
dell'ottobre 2011. Particolarmente
emozionante la visita a
Casale di Pignone, i
cui edifici posti nelle adiacenze della
Chiesa parrocchiale di
San Martino (gravemente lesionata) mostrano ancora
profonde ferite dovute alla
violenza delle acque. |
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ALPI APUANE - Le pendici del Monte Sagro |
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A tal proposito, va rilevato che
l'Associazione "Cercellus" nei giorni
immediatamente successivi al disastro aveva attivato una
raccolta fondi per aiutare
la popolazione locale nell'opera di ricostruzione.
I duemila euro generosamente
donati dagli abitanti di Circello sono stati
destinati al restauro di una preziosa
statua lignea di Santa Barbara, |
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che si trovava in un piccolo polo museale
(Museo della Memoria) andato distrutto insieme
all'oratorio della locale
Confraternita che lo ospitava.
Sotto la guida di alcuni membri del CAI di
Carrara, la delegazione sannita ha compiuto
anche una suggestiva escursione sulle Alpi
Apuane, avventurandosi sui sentieri del monte Borla
e sostando poi nel rifugio di Campocecina
nel gruppo del Sagro. |
MAGGIO 2011 - Sannio e Lunigiana ricordano i Liguri Apuani |
Il Consorzio “Il Cigno” con
l'Istituzione per i Servizi Culturali
Spezzini, in collaborazione con altri
Enti e Istituzioni, hanno organizzato dal 15
al 17 maggio 2011 uno scambio culturale con
una Delegazione del Sannio in
occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
L'iniziativa, dal titolo “Progetto
didattico “LI.SA: Dalle terre di Lunigiana e
dell'Alto Sannio insieme nel ricordo dei
Liguri Apuani per l'Unità d'Italia”, ha
inteso realizzare uno degli obiettivi del
progetto scolastico “LI.SA", cioè lo studio
della storia dell'antica etnia ligure non
solo nel territorio lunigianese, ma anche in
quello beneventano dove furono deportati dai
Romani i Liguri Apuani durante l'età repubblicana.
La delegazione del Sannio ha visitato il
Museo del Castello San Giorgio, dove era
previsto un concerto del Coro dei Liguri
Bebiani, ed è stata quindi accolta nella
sala consiliare del Comune di Vezzano Ligure
con le note del Corpo Musicale "G.Puccini".
Nell'ambito della "Giornata Nazionale
della Musica Popolare e Amatoriale", a
Vezzano Ligure si sono esibiti alcuni gruppi folk.
Gli ospiti campani hanno fatto tappa anche a
Santo Stefano di Magra, mentre la
conclusione dello scambio culturale è
avvenuta nella sala consiliare del comune di
Fivizzano. |
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● La dominazione romana della Lunigiana Storica |
La città di Luni nel VI° secolo d.C. faceva parte
della Marittima Italorum, fascia
costiera soggetta al potere imperiale di Bisanzio.
Alcune opere pubbliche ricordano ancora la conquista
romana di tutte le terre posizionate ad est del
fiume Magra e di molte anche ad occidente di esso,
terminata nel 179 a.C.
A quel lungo periodo risalgono alcuni importanti
sistemi di comunicazione come la Via Francesca,
la Cassia e la Romea che da Lucca conduceva
a Luni per terminare lungo la costa francese. La
via Emilia (da Emilio Scauro) o
Aurelia Nuova da Pisa, attraverso Viareggio e
Massa, conduceva fino nell'Emilia.
Da uno stralcio della Tavola Peutingeriana,
antica carta geografica della rete stradale
dell'Impero Romano, considerata una copia
medievale da un originale dell'età imperiale, si
evince che dalla città di Luni si dipartivano tre
strade. Una puntava verso occidente |
arrivando in "Alpe
Pennino" (identificato oggi comunemente come
Passo
del Bracco); la seconda proseguiva a
levante lungo la costa tirrenica, passando per "ad
Taberna Frigida" (la città di
Massa)
e "Pisis" (Pisa); la terza infine
prendeva la via dei monti raggiungendo |
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MASSA - Scorcio di Piazza Aranci |
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il "Forum
Clodi" (forse l'attuale città di
Fivizzano) e "Luca"
(Lucca).
L'importanza delle vie commerciali ha alimentato
attraverso il tempo un'efficiente organizzazione
alberghiera. Non è noto il sistema di scambio degli
antichi Liguri Apuani,
come gran parte delle loro istituzioni. Inoltre
l'archeologia non ha ancora fornito le prove
dell'esistenza in Lunigiana di mansiones
romane, ovvero di stazioni attrezzate per la sosta e
il cambio dei cavalli, ne di grandi centri del
periodo repubblicano e imperiale situati al di fuori
della fascia costiera..
Stante l'impiego in grande stile di mezzi di
trasporto su ruote, le asperità montuose venivano
comunque affrontate solo in casi di estrema
necessità. Tali zone si presentavano ancora
malsicure perché, molto probabilmente, erano
divenute rifugio di alcune tribù indigene scampate
alle deportazioni del 180 a.C.. Nonostante
l'assoggettamento alla volontà dei vincitori, la
familiarità dei luoghi avrebbe potuto essere di
aiuto nella conduzione di sporadiche azioni di lotta.
L'amministrazione romana favorì lo sviluppo di
un'economia più specializzata per garantire, tra
l'altro, alle sue industrie un grosso mercato. Le
antiche proprietà tribali vennero affidate ad un
colono, spesso come mercede della sua partecipazione
ad imprese militari, che le utilizzava come fundi
agricoli; i compascui e una parte dei
campi restano in mano alle comunità. Sussisteranno
pertanto singole aziende agricole private e società
pastorali meno organizzate (dedite soprattutto alla
produzione di cibo), fino al XI° secolo quando il
Vescovo di Luni diventa, in modo certo, il primo
feudatario che dispone a proprio piacimento di un
grande latifondo nella Valle dell'Aulella.
La colonizzazione delle genti capitoline instaurò
sul territorio della Lunigiana Storica (forzatamente
abbandonato dai Liguri Apuani) nuovi costumi, abitudini
e civiltà. I nuovi abitanti, col tempo, occuparono paesi
e castelli e dettero ad essi nomi di famiglie romane, di
condottieri che avessero preso parte alla conquista,
di centurioni ecc. Nella fattispecie, originarono
così i nomi di Minucciano da
Minucio; Sillano, Sillico,
Sillicagnano da Silla; Gallicano
da Galli; Ceserano e Ceserana
da Cesare; Giuncugnano da Giunio;
Mangliano |
da Manlio; Terenzano
da Terenzio; Casciano da Cassio;
Volsci da Volsci; Bibola da
Bibuli; Equi dagli Equii, ecc.
Ai coloni romani si deve la conservazione dell'uso
della acque termali
(di cui la Lunigiana abbonda), già notoriamente
diffuso nelle loro metropoli. |
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EQUI TERME - Piscina e sorgente di acqua termale |
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Costruirono anche un centro
balneare in prossimità della sorgente di
Equi Terme, per farvi le cure con le acque
solforose. I resti
di un fabbricato assai ampio, con evidente
sistema di muratura a reticolato, tipico dell'impero
romano (a Roma molti edifici ancora si conservano
costruiti in questo modo) furono rinvenuti durante
gli scavi per le fondamenta dello stabilimento
progettato a fine Ottocento. |
Testi consultati: vedi pagina principale "La Lunigiana" |
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Close Up |
Fotografie, eventi, turismo,
storia e news del territorio... |
Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove parte questo sito... |
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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati. |
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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di
pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero
a confronto la loro cultura con quella dei territori
attraversati... |
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Presepi viventi
Il presepe vivente
è una rappresentazione a carattere religioso durante la quale
figuranti in costume storico rievocano la Natività e alcune
scene di vita risalenti all'epoca del Cristo. Location ideali
per questo tipo di evento sono i borghi della Lunigiana storica
ed i loro castelli che, naturalmente, ospitano la reggia di Re
Erode... |
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La Ferrovia Aulla-Lucca
I primi progetti di
questa linea non elettrificata risalgono al 1850,
quando si pensava di collegare Lucca a Reggio Emilia.
Venne ufficialmente aperta
il 21 marzo del 1959 e oggi alla modernità delle automotrici
"Swing" unisce, ogni tanto, il fascino dei treni d'epoca
e delle sbuffanti locomotive a vapore... |
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La Ferrovia Pontremolese
In origine la linea
ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori
per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e
durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento
strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre
un 50% del percorso... |
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Il Premio Bancarella
Sintesi di una passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli... |
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La Festa del Libro
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore... |
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Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili
vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al
torchio
una decina di titoli. |
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Crollo del Ponte di Albiano
La mattina dell'8 aprile 2020 crollava sul letto del fiume Magra
una struttura storica della viabilità spezzina e lunigianese. La
fine annunciata da un boato assordante e da una grande nuvola di
polvere... |
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Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di eccezionale portata ha dato luogo a
forti precipitazioni nel Levante ligure e nell'alta Toscana.
Come conseguenza, le esondazioni di canali, torrenti e fiumi
hanno originato una vera e propria apocalisse... |
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