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Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA
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Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Close Up |
Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news,
eventi e storia del territorio |
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Manuale del cicloturista |
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Per la realizzazione
delle immagini presentate in questo sito gli spostamenti sul
territorio della Lunigiana storica sono stati effettuati con una
bicicletta. In questa piccola guida sono state perciò condensate
varie esperienze logistiche e tecniche derivanti dall'utilizzo
turistico di questo mezzo di locomozione... |
Itinerario cicloturistico nelle
valli del Casale e del Pignone |
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Vengono attraversate
le vallate dei due torrenti, molto conosciute in ambito agricolo
in quanto i contadini locali, riuniti in una associazione, da
tempo si occupano della lavorazione e conservazione di prodotti
agroalimentari tradizionali. Trattasi di un percorso collinare,
su strade a scarso traffico. La massima altitudine viene raggiunta
presso l'abitato di Faggiona, posto a 328 metri di quota, lungo la
strada tra Borghetto e Casale... |
Itinerario cicloturistico sulle
pendici del Monte Alpicella |
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Trattasi di un percorso
completamente circolare che si svolge in Val di Magra, Lunigiana
e Val di Vara. Lo spostamento tra queste due ultime aree geografiche
avviene attraversando la dorsale del Passo Alpicella (710 metri di
altitudine), che comunque non viene toccato in quanto si transita ad
una quota leggermente superiore, nel punto in cui si incrocia l'Alta
Via dei Monti Liguri... |
Itinerario cicloturistico verso
Stadomelli e il Ponte Ramello |
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Lo sviluppo di questo
itinerario, collinare e panoramico, avviene quasi integralmente
in Val di Vara, su strade a scarso traffico, in alcuni casi
segnalate come ideali per l'attività cicloturistica. Con una
salita molto impegnativa si raggiunge l'abitato di Stadomelli
per poi ridiscendere verso l'area balneabile del Ponte Ramello
posta sulla riva sinistra del fiume Vara. Il rientro avviene
attraverso la vecchia strada della Foce della Spezia e la
Valdurasca... |
Itinerario cicloturistico verso
il Santuario di Roverano |
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E' un tracciato panoramico,
collinare e semi circolare, che si sviluppa quasi totalmente in Val di
Vara, su strade scarsamente trafficate. La massima altitudine viene
raggiunta presso il Santuario di Roverano, posto a circa 400 metri di
quota. Il punto più lontano è il bivio per la Strada Statale n. 566 a
Carrodano. L'itinerario prevede salite e discese che, seppur brevi, sono
molto impegnative in quanto la pendenza massima è molto elevata... |
Itinerario cicloturistico verso
Val di Vara e Cinque Terre |
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Si parte da S.Stefano
Magra in direzione della Val di Vara per poi toccare il Parco
Nazionale delle Cinque Terre e il Golfo della Spezia. E' un percorso
a saliscendi e, sulla carta, non ci sono pendenze superiori al 7%.
La massima altitudine, poco sopra i 500 metri di quota, viene
raggiunta all'inizio della Strada Provinciale n° 51 dei Santuari,
lungo la quale si apre un panorama mozzafiato... |
Itinerario cicloturistico con
transito sulle colline di Levanto |
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E' un percorso che,
nella parte centrale, presenta un bellissimo panorama sul mare e
sulla vallata di Levanto. Attraverso la Galleria di Monte
Persico ci si sposta dalla Val di Vara alla costa marina per poi
salire ulteriormente lungo la strada che interseca la Via dei
Monti sulla la foce del Monte Bardellone (592 metri di
altitudine) e poi va a terminare nei pressi del Santuario di
Soviore... |
Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani,
da dove parte questo sito... |
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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti della Lunigiana Storica
(comprendente anche Val di Vara e Val
di Magra) un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di
pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero
a confronto la loro cultura con quella dei territori
attraversati... |
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Carnevale dei Belli e Brutti
Ha
origini antichissime e vive ancora oggi nella
tradizione di Suvero. La festa si svolge l'ultimo
sabato prima della Quaresima, per salutare l'inverno
e dare il benvenuto alla primavera... |
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Le Strade del Miele
Un progetto pilota,
in linea con quelle che sono le politiche agricole dell'Unione
Europea, è stato inaugurato nel 2010 dai comuni di Calice al
Cornoviglio (Val di Vara), Tresana e Mulazzo (Lunigiana). Si
tratta della prima "Strada del Miele", uno degli itinerari che
verranno realizzati per valorizzare questo prodotto tipico che
in Lunigiana, dal 2004., ha il marchio DOP... |
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Prodotti naturali del bosco
In Lunigiana sono molte le
risorse naturali che «madre
terra» dispensa a tutti i residenti.
I boschi pullulano di funghi,
castagne, piante officinali... |
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San Pietro Vara in fiera
Nella più importante
frazione di Varese Ligure viene organizzata ogni anno una fiera
che richiama tanta gente da tutti i territori limitrofi. Durante
la festa le cantine sono aperte per degustare i prodotti
biologici locali, si può assistere alla battitura del grano e
alla rievocazione degli antichi mestieri lungo le viuzze del
centro storico... |
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Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di una cucina
essenziale, ma non per questo
meno saporita. Cibi dal sapore
antico che tornano ad imbandire
le nostre tavole dopo essere stati
riscoperti a nuova vita... |
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Vini DOC delle Cinque Terre
Insieme all'ulivo,
la vite è la coltura più antica della Liguria. Il fiore
all'occhiello della regione sono i vini delle Cinque Terre, ai
quali toccano le prime citazioni storiche, risalenti ai tempi
dei romani... |
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Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
Come conseguenza, le esondazioni
di canali, torrenti e fiumi hanno
originato una vera e
propria apocalisse... |
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Alluvioni in Liguria dal 1894
In
Liguria i disastri legati al
maltempo sono determinati da
tanti fattori. Alluvioni e
devastazioni operate da corsi
d'acqua impazziti, violente
mareggiate e frane sono da sempre
una costante del territorio... |
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Liguria regione ad elevato
rischio idrogeologico
Secondo uno studio di
Legambiente in Liguria sono
molti i territori che risultano
fragili ed esposti ad un elevato
rischio idrogeologico... |
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Fotografie ©
GIOVANNI MENCARINI |
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Sfondi per desktop |
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Fiore di Topinambur |
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Echinopsis Tubiflora |
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Il polmone verde della Liguria |
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L'INDICE BOSCHIVO
PIU' ALTO D'ITALIA |
Un antico detto riferito alla Liguria suona così: "Terra
di poca terra e molto mare". Alla prova delle cifre ciò
è assolutamente falso. La Liguria, infatti, in
proporzione alla sua estensione è la regione col più
alto indice boschivo d'Italia. La Val di Vara
contribuisce in maniera preponderante a questo positivo
primato, tant'è che viene definita il suo "polmone
verde", in quanto le sue superfici boschive raggiungono
l'80% del totale regionale. I fiori, i boschi, la natura
incontaminata, il fiume Vara contraddistinguono questa
vallata che ormai da anni è impegnata nel recupero del
territorio per destinarlo ad attività produttive
biologiche ed insediamenti abitativi ad alta qualità di
vita. |
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Il Ponte Vecchio di Pignone
prima del crollo avvenuto
durante il nubifragio del 25-10-2011 |
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Nel 2003 la Val di Vara inizia a convertirsi
all'agricoltura biologica |
Il progetto della "Valle del biologico" è
stato un naturale processo per la sopravvivenza di tutto
il comprensorio; la limitata presenza umana, la
zootecnia estensiva, l'assenza del chimico e
l'orografia del territorio che non consente grandi
insediamenti produttivi fanno si che la Val di Vara
non possa certo competere in quantità con zone come
la vicina Val Padana. Questa differenziazione, che
punta più ad un mercato di elitè, consente un
maggior controllo qualitativo dei prodotti ed una
loro protezione per quanto riguarda il marchio e le
località di provenienza.
Con la costituzione, nella primavera 2003, del
Consorzio di Produttori "Valle del biologico" ha
preso il via anche un processo di valorizzazione e
commercializzazione dei beni tipici dell'agricoltura
e delle produzioni agro-alimentari.
Il successo dell'iniziativa è stato tale che larga
parte del territorio coltivato è stato convertito
all'agricoltura biologica.
Ecologia è la parola d'ordine per le
amministrazioni locali nel promozionare in Italia e
all'estero la Val di Vara. Natura, ambiente, sport,
vita all'aria aperta sono molto apprezzati anche
oltreoceano. Basti pensare che la vallata ha
la più alta percentuale di agriturismo di tutta
la Provincia di La Spezia.
Prestigiose testate giornalistiche hanno inviato
qualificati giornalisti per relazionare sulle
bellezze paesaggistiche, la storia, la cultura, le
tradizioni e l'enogastronomia del territorio. |
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ORTI DI PIGNONE -
Enogastronomia e prodotti tipici della terra |
Nell'ultimo fine settimana di agosto ha luogo a Pignone
la mostra denominata “Gli
Orti di Pignone" durante la
quale tutti i prodotti della terra vengono offerti in
degustazione e posti in vendita nella piazza principale del
borgo che si trasforma in un vociante mercato. L'evento,
che richiama ogni anno migliaia di visitatori, tra i quali molti
turisti, è organizzato dal Comune di Pignone, dalla pro Loco,
dall'Associazione dei produttori delle Valli del Pignone e del
Casale e dalle Associazioni di volontariato locale.
Cantine aperte, bancarelle, taxi a cavallo, stand gastronomici anche
lungo le vie del borgo, dove si possono
apprezzare tante cose buone provenienti
dalla Val di Vara e dalla vicina costa.
Oltre agli ortaggi, c'è un'ampia scelta di
piatti tipici realizzati con ingredienti
locali: miele, formaggi, olio, vino, farina
di castagne e di mais. A Pignone sono molto
rinomate le patate e le salsicce di maiale.
Dal 2009, tra gli espositori è presente lo
stand di Assergi, paese terremotato in
provincia dell'Aquila, dove hanno prestato
soccorso i volontari della Protezione Civile
di Pignone. L'amicizia tra le due località
si è rafforzata nel 2011 quando gli
abruzzesi hanno portato aiuti a Pignone
pesantemente colpito dall'alluvione del 25
ottobre 2011. |
ANTICHE RICETTE E PIATTI
TIPICI |
● Cavoli
ripieni (Cen) |
Tra gli antichi piatti tipici della Val di Vara ci sono i
"Cen". Il termine dialettale letteralmente si
traduce in "pieno" e sta ad indicare i
cavoli ripieni. Questa è una ricetta che, con lo
scorrere del tempo e la modifica delle abitudini alimentari,
ha perso di popolarità. Rimane il fatto che i "Cen"
sono molto gustosi e si cucinavano anche in Val di Magra.
Ingredienti: Farina di granoturco; pane bagnato
nel latte; foglie di cipolle nuove tritate; menta; uova;
formaggio e olio d'oliva.
Preparazione:
Con tutti gli ingredienti si forma un impasto che deve essere
abbastanza consistente, il ripieno appunto, che deve essere
avvolto a pezzi nelle foglie di cavolo nero. Si lega il tutto
con del filo e si immerge nell'acqua bollente per la cottura. |
NB: Piatto tipico della cucina contadina di Carrodano. |
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● Farinata con
la farina di castagne |
Ingredienti: 300 gr. di farina di castagne; 150 gr. di
ricotta; 100 gr. di formaggio parmigiano; 1 uovo; 2 cucchiai
di olio d'oliva; sale; foglie di castagno.
Preparazione: Come prima operazione si
impasta la farina con un po' di acqua e sale. Su una
spianatoia si stendono poi le foglie di castagno inumidite
con un po' d'acqua e ci si versa sopra l'impasto come per
confezionare una focaccia o una pizza. Ne fare questo
bisogna cercare di ottenere uno strato sottile il più
possibile. A parte si amalgamano la ricotta, il parmigiano,
l'uovo e l'olio d'oliva.
Il composto così ottenuto va cosparso sulla spianata che poi
andrà sistemata su un testo di ghisa già molto caldo e
coperta con un altro testo sul quale viene posizionata della
brace. La cottura si completerà nel giro di una ventina di
minuti.
In alternativa si può mettere a cuocere la farinata, sempre su
foglie di castagno, in una placca da forno, per circa una
mezz'oretta ad una temperatura di 160-170 gradi. |
NB: Piatto tipico della cucina contadina di Varese
Ligure. |
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● Frittata
di patate |
Ingredienti per 4 persone: 150 gr. di pancetta; 300
gr. di patate; una cipolla; 40 gr. di burro; un cucchiaio di
olio d'oliva; 8 uova; sale e pepe.
Preparazione (circa 30 minuti compresa cottura): Scottare la
pancetta per 5 minuti in acqua bollente poi scolarla bene
con uno strofinaccio. Riporla quindi sul piano di lavoro,
tagliarla a fette sottili eliminando la cotenna e poi
tostarla a fuoco dolce finche non sarà diventata quasi
trasparente. A questo punto estrarla dal grasso che avrà
emesso e tenerla da parte.
Pulire quindi la padella, scaldare bene il burro e l'olio
per farci appassire la cipolla. Sbucciare, lavare e tagliare
a dadini le patate prima di unirle al condimento. Il
composto deve rosolare bene da ogni parte e va poi cotto a
fiamma dolce per circa 20 minuti, mescolando di tanto in
tanto e facendo attenzione che non si attacchi sul fondo.
Nel frattempo sbattere le uova in una terrina con una frusta
aggiungendovi un cucchiaio di acqua, sale e pepe. Trascorso
il tempo stabilito per la cottura delle patate, unire la
pancetta, mescolare e quindi versare nella padella le uova.
Quando queste si saranno ben rapprese da un lato (circa 2
minuti), girare la frittata con l'aiuto di un coperchio o di
un piatto della stessa misura per farla cuocere lo stesso
tempo anche dall'altro lato.
A fine processo, la frittata va fatta scivolare su un piatto
di servizio rotondo (in precedenza riscaldato nel forno) e
servita subito. |
NB: Alla ricetta classica è stata aggiunta la pancetta per
rendere più saporito il piatto. |
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● Frittelle
di patate alle erbe |
Ingredienti per 4 persone: 400 gr. di patate; 4
cucchiai di formaggio grana grattugiato; 2 cucchiai di
farina; 2 uova; 2 cucchiai di latte; due rametti di
prezzemolo; 10 fili di erba cipollina; 150 ml di olio di
arachidi; una spolverata di pepe; un cucchiaio di sale
grosso; due pizziche di sale fino.
Preparazione delle patate: Portare a bollore 2
litri di acqua in una pentola e salarla col sale grosso.
Sbucciare le patate, lavarle e versarle nell'acqua bollente.
Dopo circa 3 minuti scolarle, farle raffreddare e asciugarle
accuratamente con carta da cucina. Grattugiare le patate con
una grattugia a fori larghi, raccogliendole in una ciotola.
Preparazione dell'impasto: Unire alle patate
la farina, il formaggio grattugiato e le foglie di
prezzemolo lavate, asciugate e tritate con un coltello o con
la mezzaluna. Quindi pulire con carta da cucina inumidita
l'erba cipollina, tagliarla poi a pezzetti con le forbici e
versarla nella ciotola insieme alle uova appena sbattute. In
ultimo insaporire con sale e pepe, aggiungere il latte e
mescolare.
La frittura: Versare l'olio in una padella e
scaldarlo senza farlo fumare. Raccogliere poi l'impasto con
singole cucchiaiate che andranno passate nell'olio. Le
frittelle devono cuocere 3 minuti ogni lato (voltarle
servendosi di due forchette). A fine cottura toglierle con
un mestolo forato e appoggiarle su fogli di carta da cucina.
Il piatto va servito ancora caldo dopo una spolverizzata di
sale. |
NB: L'impasto deve essere morbido, ma non troppo. Per
questo è preferibile unire il latte a poco a poco e fermarsi non
appena si raggiunge la giusta densità.
A contorno delle frittelle si può servire un'insalata di cicoria
da taglio. |
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● Pizzette
di patate |
Ingredienti per 4 persone: 750 gr. di patate, sale,
2 uova, 50 gr. di parmigiano grattugiato o di Emmental; 50
gr. di prosciutto cotto; 50 gr. di salame campagnolo;
farina; olio di semi.
Preparazione (90 minuti circa): Lavare le
patate senza sbucciarle e metterle al fuoco in acqua fredda
salata. A fine cottura scolarle e farle raffreddare sotto
l'acqua corrente, indi pelarle e passarle allo
schiacciapatate, raccogliendo la polpa in una terrina. Unire
un uovo intero ed un tuorlo dell'altro a disposizione, il
formaggio grattugiato, un trito finissimo di prosciutto e
salame ed il sale necessario ad insaporire il tutto. Dopo di
ché si prende il composto con un cucchiaio e lo si
appiattisce tra le mani per formare dei dischetti che
andranno passati nella farina.
Le pizzette andranno fritte in una padella con abbondante
olio, due o tre alla volta, facendole dorare da entrambi i
lati. Man mano che saranno pronte, passarle su carta
assorbente da cucina per eliminare l'unto in eccedenza.
Vanno servite a freddo. |
NB: E' un piatto molto gustoso, dal costo contenuto, e facile da
preparare. |
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● Crocché
di vitella |
Ingredienti: 200 gr. di cervella, laccetto,
schienali di vitella; 400 gr. di carne di vitella; un
pezzetto di burro; 1 cipolla bianca media; 1 foglia di
alloro, noce moscata; formaggio parmigiano; 2 uova; 1
bicchiere di latte tiepido; 4 cucchiai d'olio d'oliva; olio
per friggere (meglio se di oliva); sale; pane grattugiato;
ostie e un po' di brodo.
Preparazione: Mettere in una padella l'olio e
il burro per soffriggere le cervella, il laccetto e gli
schienali unendo la cipolla, il prezzemolo e l'alloro
finemente tritati. Separatamente, con olio, burro ed un po'
di brodo scottare la carne tagliata a pezzetti. Le parti di
vitella andranno poi unite, tutte assieme, su un tagliere
dove saranno tritate grossolanamente.
Versare poi il composto in una terrina aggiungendo il
parmigiano, la noce moscata e le uova leggermente sbattute.
Il tutto deve essere amalgamato con molta cura.
A questo punto si bagna un'ostia nel latte tiepido, si
stende su una mano inumidita con un po' di albume d'uovo e
si farcisce con mezzo cucchiaione di ripieno per poi
avvolgerla come fosse una caramella. L'operazione va
ripetuta fino ad esaurimento del ripieno.
In ultimo friggere i crocché così preparati dentro una
padella con olio abbondante e caldissimo, non prima di
averli passati nel pane grattugiato. |
NB: Questa antica pietanza è originaria di Chiusola, frazione
del Comune di Sesta Godano, |
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● Salsiccia
al pomodoro |
Ingredienti per 4 persone: 500 gr. di salsiccia; 2
bicchieri di passata di pomodoro; 1 cucchiaio di capperi
sottaceto; 2 cucchiai di olio d'oliva; 1 spicchio d'aglio; 1
ciuffo di prezzemolo; un pizzico di sale fino; una
spolverata di pepe.
Preparazione del sugo: Scolare i capperi dal
loro liquido e strizzarli; lavare il prezzemolo, asciugarlo
e tritarlo; sbucciare l'aglio, dividerlo a metà, dorarlo
nell'olio d'oliva, per un minuto, in una padella per poi
eliminarlo. Abbassare la fiamma, togliere la padella dal
fornello, e versarvi la passata di pomodoro. In ultimo
condire con pepe e sale, tenendo a mente di non esagerare
con quest'ultimo perché capperi e salsiccia ne contengono
già in abbondanza.
Cuocere a fuoco basso per 4 minuti aggiungendo i capperi e
mescolando bene. Una volta tolta dal fuoco, coprire la
padella per mantenere il sugo caldo.
Cottura della salsiccia: Dividere la salsiccia
a pezzi lunghi 10 cm (se del tipo a nastro) oppure prendere
i pezzi già confezionati e pungerli con un coltello
appuntito praticando sulla pellicola diversi fori. Scaldare
una bistecchiera (si può usare anche una padella
antiaderente) e sistemare le salsicce una accanto all'altra.
Cuocerle per circa 6 minuti, voltandole accuratamente, per
poi sgocciolarle dall'unto e trasferirle nella padella con
il sugo. Coprire il tutto e cuocere per 4 minuti a fuoco
lento. Il piatto va servito caldo dopo essere stato cosparso
col prezzemolo tritato. |
NB: Durante la preparazione del sugo, chi volesse rendere meno
acido il pomodoro, quasi a fine cottura può aggiungere al
composto mezzo cucchiaino di zucchero. |
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■ Biodistretto
Val di Vara e Valle Bio Festival a Varese Ligure |
L'ambiente naturale del comune di Varese Ligure
è uno dei più integri e suggestivi dell'intera Val di Vara
e la sua ricchezza floristica deriva dalla presenza
di ambienti diversi, dalla varietà delle condizioni
climatiche, dalle differenze di substrato,
dall'altitudine e dalla morfologia della zona.
Gli allevatori e gli imprenditori agricoli del
comune sono da tempo in prima fila nella produzione
di prodotti biologici, controllati e certificati.
Nel 2013 è stato costituito il Biodistretto Val di Vara,
un'area che abbraccia i comuni di Zignago, Varese
Ligure, Sesta Godano, Rocchetta Vara, Maissana,
Carrodano e Carro. Agricoltori, operatori turistici,
associazioni, pubbliche amministrazioni e semplici
cittadini hanno stretto un accordo per lo sviluppo
sostenibile del territorio, partendo proprio dal
modello biologico di produzione e consumo.
La Val di Vara possiede più del 60% di superficie
agricola utilizzata, un dato nettamente più alto
della media nazionale che supera di poco il 15%. La
filiera del biologico comprende il 20% di tutti gli
operatori della Liguria (470) e dal 2013 il loro
numero si è incrementato di un 23%.
Le attività si svolgono in un ambiente
caratterizzato da una bassa densità di popolazione e
da una ricchezza di paesaggi incontaminati.
Al momento l'incidenza delle aziende bio sul totale
delle aziende agricole presenti all'interno del
distretto è pari al 25%. Il Biodistretto intende
però allargare i propri orizzonti per promuovere un
modello di sviluppo che, partendo dall'agricoltura,
possa toccare anche il turismo e l'artigianato.
Per questo motivo viene organizzato annualmente a
Varese Ligure il Valle Bio Festival, una
manifestazione ricca di appuntamenti
durante i quali si possono apprendere notizie utili
su cibi e bevande genuine di produzione
locale e sulle svariate attività collegate
al settore. Tante gustose specialità arrivano anche da
altre parti d'Italia, come nell'edizione 2020 quando
è stato presentato il Parmigiano Reggiano ricavato
dal latte di Vacca Bianca Modenese.
Nell'ultima edizione ha fatto la sua comparsa al Festival anche
la Bioedilizia, una tecnica che ci aiuta a costruire
gli edifici utilizzando materiali naturali
sostenibili e non tossici quali balle di paglia,
terra battuta e fibre di canapa.
Durante il Valle Bio Festival i visitatori possono anche
degustare e acquistare prodotti tipici presso le
numerose bancarelle sparse in larga parte del
centro
storico del borgo. |
Nell'agricoltura biologica la regola è "prevenire meglio che curare" |
L'"agricoltura
biologica" è un metodo di coltivazione e di
allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze
naturali, presenti cioè in natura, escludendo
l'utilizzo di sostanze chimiche di sintesi per
concimare, diserbare e combattere insetti e
funghi. Per l'allevamento si fa ricorso all'uso di
alimenti naturali, di farmaci omeopatici o
fitoterapici. Particolare riguardo si ha nei
riguardi del benessere animale dando loro
l'opportunità di muoversi in spazi più ampi e di
vivere all'aria aperta.
In agricoltura biologica la regola è “prevenire è
meglio che curare”, impiegando varietà resistenti
alle malattie, adottando la rotazione delle
colture, consociando diverse varietà di ortaggi
usando fertilizzanti naturali come il letame
opportunamente compostato ed altre sostanze
organiche compostate.
Ma quali garanzie hanno i cittadini che i
prodotti definiti biologici lo siano veramente?
I prodotti biologici sono il risultato di un metodo di
produzione controllato e certificato in tutte le sue fasi.
Il controllo e la certificazione sono affidati per
legge ad organismi autorizzati che visitano le
aziende agricole e le industrie di trasformazione
per verificare che sia rispettata la normativa. Tra
queste, oltre l'Ente Certificatore, ci sono i NAS
(Nuclei anti sofisticazioni), NAC (Nucleo antifrodi
dei Carabinieri), l'Ispettorato Agrario, il Corpo
Forestale dello Stato, Repressione Frodi.
Scegliere un prodotto biologico locale vuol dire tutelare
la salute del consumatore e quella dell'agricoltore,
tutelare gli ambienti naturali, contribuire a
mantenere sano ed integro il paesaggio rurale. |
■ Rispetto del suolo e coltivazioni
in armonia con l'ambiente |
Fino all'avvento dell'era industriale l'attività
agricola modellava i suoi ritmi adattandoli a quelli
della natura e le produzioni ottenibili erano quelle
che generosamente l'ambiente metteva a disposizione
dell'uomo. Nel XX secolo l'agricoltura si è vista
offrire l'opportunità di intervenire, modificandolo,
sull'ambiente in cui è chiamata ad operare. Di
conseguenza sono aumentate le rese in funzione dei
mezzi disponibili. Tecniche estremamente sofisticate
permettono oggi al coltivatore di ottenere una
produzione qualitativamente e quantitativamente
sempre meno influenzata dagli agenti atmosferici, ma
dipendente da consistenti apporti energetici esterni.
Il boom produttivo instauratosi a partire dagli anni
'70 aveva creato una diffusa ed illimitata fiducia
nelle possibilità offerte dai mezzi tecnici disponibili.
La produttività è quindi diventata l'unico mito
da inseguire senza curarsi dei costi, di
ogni tipo, che vengono sostenuti per
raggiungere i massimi livelli produttivi.
Non c'è dubbio infatti che, a fronte di un
vistosissimo aumento delle produzioni, c'è
da considerare l'impatto che l'agricoltura
moderna ha |
sull'ambiente. Nei paesi più tecnologicamente
avanzati questa tendenza si spinge a livelli tali da
determinare eccessi di produzione e conseguenti
problemi per il suo smaltimento. Nei paesi più
poveri, o in via di sviluppo, l'eccessivo
sfruttamento agricolo del suolo ha provocato gravi
disastri ambientali. In questo quadro generale
cresce sempre più l'interesse per una agricoltura in
sintonia con l'ambiente, l'agricoltura biologica.
Questo modo di intendere e di effettuare la
coltivazione della terra viene anche chiamata
"agricoltura
biodinamica" |
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e si interessa del complesso degli interventi volti ad
influenzare, ai fini produttivi, sia l'ecosfera che
lo strato di suolo interessato dall'apparato
radicale. Tale attività è finalizzata non solo all'ottenimento
di rese elevate ma, soprattutto, al rispetto della
fertilità del suolo e all'ottenimento di produzioni
di buona qualità, mediante nuove tecniche di concimazione,
di allevamento e di difesa parassitaria.
Stabilire delle tecniche di coltivazione anche
nell'ambito dell'agricoltura biologica è
fondamentale. Infatti, nelle scienze agrarie,
l'agroecosistema non è compreso fra gli ecosistemi
naturali. Questi ultimi sono caratterizzati dalla
presenza di un numero elevato di specie animali e
vegetali, ognuna delle quali rappresentata da un
esiguo numero di individui. Nel campo invece
l'equilibrio naturale viene alterato ponendo a
coltura una o poche specie vegetali, rappresentate
da un numero elevatissimo di soggetti. E' evidente
che, in ambito agricolo, gli interventi agronomici
possono essere intesi come dei tentativi volti a
contrastare la natura nella sua tendenza a
ristabilire equilibri stabili.
Storicamente, i primi studi relativi a metodi
biologici o biodinamici da applicare alle
coltivazioni di vegetali risalgono ai primi decenni
del secolo scorso, e proseguono tuttora con la
continua scoperta di sostanze organiche che,
adoperate in piccole dosi, sono in grado di agire
come esaltatrici della vitalità delle piante o come
stimolanti l'attività del terreno. Tali preparati
sono alla base di tutto il metodo e vengono
utilizzati per varie pratiche agronomiche.
Comunque la trasformazione da azienda a carattere
chimico-tradizionale in azienda biologica deve
avvenire per gradi, in modo che non sia mai
compromesso l'equilibrio finanziario. Solitamente è
preceduta da una diagnosi dello stato del suolo,
estesa anche all'esame della sua struttura... |
Lotta antiparassitaria |
Di fondamentale importanza nelle coltivazioni
biologiche è la lotta antiparassitaria. Il diserbo
viene effettuato con speciali bruciatori portatili
che permettono di "lessare" l'erbaccia senza
danneggiare le colture.
In caso di attacco di parassiti, si debbono usare
mezzi non tossici o a bassissima tossicità:
decozioni e macerazioni di ortica, asperella,
assenzio, equiseto, tanaceto, etc., soprattutto a
scopo preventivo.
Gli insetticidi sono di origine vegetale. Le
polverizzazioni devono essere effettuate il mattino
presto, con estratti da piante diverse: rotenone,
piretro, quassia, nicotina (per i casi più gravi).
Solitamente il rotenone è il più impiegato, perché
efficace contro numerosi insetti.
Lo zolfo e i sali di rame combattono i funghi e sono
efficaci contro gran parte delle malattie da
crittogama. |
Tecniche di coltivazione |
Una delle tecniche basilari dell'agricoltura
biologica è la
rotazione.
Cioè nello stesso appezzamento di terreno si
succedono piante appartenenti a specie diverse. La
rotazione controlla lo sviluppo delle infestanti,
mantiene la fertilità del terreno e consente di
raggiungere buoni risultati produttivi.
La concimazione
si avvale di sole sostanze naturali (concimazione
organica) integrate, in caso di necessità, con
sostanze minerali naturali. La materia organica non
viene impiegata direttamente, ma subisce prima una
fermentazione aerobica, cioè operata da batteri e
microrganismi in presenza di ossigeno.
Il compostaggio deve avvenire con precisi
criteri, miscelando opportunamente i materiali
raccolti, che devono essere inumiditi e triturati.
Al fine di ottenere un buon humus è
necessario |
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stabilire opportuni rapporti fra il carbonio e l'azoto.
La concimazione verde
si esegue con leguminose, graminacee e crucifere. Si
utilizzano soprattutto senape, colza e rape. I
concimi verdi non vanno mai interrati con l'aratura;
devono invece essere falciati, finemente sminuzzati
e sparsi sul terreno.
A differenza della concimazione verde, il
sovescio consiste nell'interramento di leguminose e
graminacee ed è una pratica in uso su coltivazioni
estese, che coincide col periodo della fioritura,
quando cioè le piante sono più ricche di sostanze
nutritive |
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e di azoto. La pacciamatura
consiste nello spargere sul
terreno, in strato sottile, erba, paglia
tritata, fieno misto a foglie.
La terra deve comunque poter respirare
attraverso la sua copertura che consente una maggior
protezione delle radici dagli sbalzi di temperatura,
minori perdite d'acqua nei mesi caldi, limitazione
nello sviluppo delle erbe infestanti, eliminazione
della sarchiatura, arricchimento del suolo di
sostanza organica.
Il letame non deve mai essere interrato fresco: va
compostato in cumulo o sparso in superficie.
Per la concimazione minerale
si utilizzano sostanze naturali che non abbiano
subito manipolazioni chimiche. Esse arricchiscono il
terreno di potassio, sodio, calcio e magnesio.
L'azoto viene in genere fissato dalle
leguminose. In casi particolari si possono fare
aggiunte di nitrato di sodio cileno.
Fosfati naturali provenienti dal Nord Africa
sono destinati di preferenza a suoli acidi o
neutri... |
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Fonte:
TURISMO VERDE - 1990 "Le produzioni tipiche e le attività
ricreative della campagna"
- a cura di Tullio Motta (con il
contributo del Ministero Agricoltura e Foreste) |
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Educazione ambientale e "Strade del Miele" |
Calice al Cornoviglio
sorge sul fianco del Monte Cornoviglio, sperone
dell'Appennino ligure, dal quale scende il torrente Usurana.
Il comune si estende su una superficie di circa 34
chilometri quadrati, con una popolazione di poco |
più di 1.100 abitanti e il
capoluogo è posto ad un'altezza sul mare
di 405 metri. Nell'imponente Castello di Calice, centro di
vita e di vitalità della zona, è ospitata la Biblioteca
Davide Beghé, il Museo Pietro Rosa, il Museo dell'apicoltura
ed il Centro di educazione ambientale della Provincia.
Quest'ultimo gravita attorno una ventina di chilometri di
sentieri che si uniscono all'Alta Via dei
Monti Liguri ed è arricchito da un |
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CALICE AL CORNOVIGLIO - Il castello |
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Orto Botanico, una Biblioteca multimediale, un laboratorio
scientifico di ricerca ed acquari per lo studio della fauna ittica.
Da Calice al Cornoviglio è partita la prima "Strada del miele",
un itinerario
alla scoperta del cibo degli dei, che vede raggiunti i comuni lunigianesi di
Tresana e
Mulazzo.
Questa iniziativa è un progetto pilota che intende
valorizzare un prodotto tipico del comprensorio tra Liguria
e Lunigiana, ma è anche un'occasione per degustare
l'eccellente enogastronomia locale, fare acquisti agricoli
direttamente dai produttori e uno strumento per rilanciare
il turismo in un entroterra ricco di storia, cultura, arte e
bellezze paesaggistiche. |
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Altre fonti / Testi consultati per le ricette: |
-
LA GAZZETTA DEL VARA - "Il Sole Magazine"
- IL SECOLO XIX - "Spazio Aperto"
- QN QUOTIDIANO NAZIONALE / La Nazione |
-
COMUNITA' MONTANA dell'Alta Valle del Vara
- ENTE PARCO di Montemarcello Magra-Vara |
-
LA CUCINA DI LUNIGIANA - a cura di Salvatore Marchese -
1989 Franco Muzzio Editore |
-
SCUOLA DI CUCINA - a cura di Giuliana Bonomo -
1999 Curcio Periodici S.p.A. |
-
CUCINARE BENE - numeri vari anno 3° -
Del Duca Editori s.r.l. |
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