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Scoperte, invenzioni, record
e avvenimenti importanti che
hanno segnato il XX Secolo |
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Finestre fotografiche
su Liguria e Toscana |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Close Up |
Argomenti del
sito in primo piano,
eventi, news e storia del territorio |
Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino
e sono un "monumento
geologico"
unico al mondo... |
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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove
parte questo sito... |
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Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di
una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal
sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo
essere stati riscoperti a nuova vita. |
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Ferrovia Aulla-Lucca
Il fascino dei
treni d'epoca
e delle locomotive a vapore |
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Ferrovia Pontremolese
Una linea di
vitale importanza
per La Spezia e la Lunigiana |
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Ex
Ceramica Vaccari
Il comprensorio
della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di
fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per
Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le
aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo,
alla cultura... |
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Il dialetto genovese
Le trasformazioni
fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno
inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i
secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva,
che oggi viene insegnata anche nelle scuole... |
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Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
per strada un tappeto di fiori...".
A Brugnato, ogni anno, giovani e
meno giovani si radunano nel
centro storico per abbellire strade
e piazze con disegni floreali,
secondo un'antica tradizione che
origina da un miracolo
avvenuto a Bolsena... |
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Mezzi da lavoro storici
I raduni e le
esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed
onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno
guidati per mestiere... |
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Mezzi militari storici
I più celebri
veicoli militari che hanno partecipato alle vicende della
Seconda Guerra Mondiale sfilano per strade e piazze e mantengono
vivo il ricordo di quei terribili giorni... |
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INDICE GENERALE
CRONACA 01
02
03
04
05
06
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO
ALTRI
FAUSTO COPPI
INTER
RIVISTE 01
02
03 |
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FAUSTO COPPI
Le sue imprese sportive attraverso interviste,
racconti personali, aneddoti... (2)
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AGOSTO 1939 - Fausto Coppi, da dilettante, riportò un successo anche a Pugliola di Lerici |
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Il "Memorial Fausto Coppi" a
Pugliola di Lerici (SP) |
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A PUGLIOLA, NEL COMUNE DI LERICI
(SP), UNA LAPIDE RICORDA |
uno dei sei successi del ventenne Fausto Coppi
quando correva da dilettante indipendente. Nella
targa marmorea è scolpito il famoso passaggio
della borraccia con Gino Bartali e si
può leggere la seguente epigrafe:
"Il 6 agosto del 1939, qui in PUGLIOLA,
FAUSTO COPPI continuò la serie delle sue
vittorie poi, tenace, semplice, leale,
diventò "CAMPIONISSIMO" del ciclismo nel
mondo e lo rimase per sempre. Ora,
perché sia esempio ai giovani, questa
lapide PUGLIOLA pone in memoria il 10/08/1997".
La firma è del Comitato "Memorial Fausto
Coppi" - Coppa "Contessa Carnevale", che
ogni anno, in ricordo dell'avvenimento,
organizza un' importante corsa
ciclistica riservata ai dilettanti, nel
2010 valida come prova unica del
Campionato Provinciale Spezzino
categoria Juniores, ma aperta agli
atleti di tutte le regioni. |
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OTTOBRE 1946 - Fausto Coppi vince il suo primo Giro di
Lombardia (40a edizione) |
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SUL GHISALLO QUALCUNO DEI PRIMI MISE
I PIEDI A TERRA |
All'epilogo di una corsa spasmodica, che
è tutta un film di avventure, Fausto
Coppi passa tutto solo sotto lo
striscione d'arrivo del Giro di
Lombardia. La vittoria del biancoceleste
numero uno in campo, ottenuta a 36.046
Km/h di media e con una temperatura
invernale, è raddoppiata dal successo
del giovane Luigi Casola, secondo
arrivato. Per poco non si è battuta la
media oraria di Ricci, ma bisogna
considerare che, in parecchi tratti, le
strade erano viscide per la pioggia
caduta e costringevano alla prudenza.
Per questa considerazione, il tempo
totale va ritenuto un vero primato. Del
resto, Coppi è l'atleta dei primati. In
ogni suo successo c'è sempre un
particolare tecnico che distingue la sua
alta classe. |
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Anche in quest'ultima vittoria, che
chiude la sua annata trionfale (anche se
per cause varie e sorte avversa egli è
stato sconfitto nel Campionato del Mondo
e nel Giro d'Italia) c'è qualche cifra
che sarà ricordata a fianco del
risultato tecnico. Come le
centinaia di migliaia di persone che
erano sicure della sua affermazione, una
folla di sportivi che lo ha accolto
dovunque con festose dimostrazioni di
simpatia. In apertura di stagione Fausto
Coppi ha vinto a Sanremo la corsa
dei mandorli in fiore, arrivando
tutto solo, come si addice ad un
campione di razza. In chiusura di
stagione, |
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le sue risorse per strappare
l'ambita vittoria. Rilascia alla stampa
alcune impressioni sulla gara:
"E' stata una gara durissima,
soprattutto perché ho molto sofferto del
freddo. Ho avuto forse il torto di
"lavorare" troppo in partenza; però sul
Ghisallo sono andato via bene. Confesso
che nel finale ero abbastanza stanco e
vi dico infine che Casola e Motta hanno
viaggiato molto forte." |
LA CAPARBIETA' DEL VINCITORE E DEL
PRIMO DEGLI STRANIERI |
Coppi era partito sulla salita del
Ghisallo dopo circa un chilometro e
aveva percorso gli 8 chilometri e 800
metri in 27'03", migliorando di ben 30"
il tempo stabilito da Bartali lo scorso
anno. Una grande impresa, se si
considera che non aveva punti di
appoggio, la strada era viscida per
l'umidità e il freddo pungente non
favoriva le prestazioni atletiche. Vale
la pena ricordare che il migliore degli
stranieri E. Idée (arrivato 14°), sul
Ghisallo aveva dovuto mettere i piedi a
terra e compiere un chilometro a piedi
con la bicicletta a mano (e non andava
molto più piano di chi riusciva a
pedalare). Arrivato in vetta con un
distacco onorevole, nella discesa non si
era perso d'animo e aveva recuperato
coraggio e smalto atletico per tagliare
il traguardo in una discreta posizione.. |
Ordine d'arrivo del 40° Giro di
Lombardia:
1° Fausto Coppi (Bianchi) che compie i
231 Km del percorso in 6 ore 24'30" alla
media oraria di 46.046 Km . - 2° Luigi
Casola (Bianchi) a 40" - 3° Michele
Motta (Welter) a 41" - 4° Italo De Zan
(Olmo) a 1'45" - 5° Bruno Pasquini
(Legnano) a 2' - 6° Osvaldo Bailo - 7°
Elio Bertocchi - 8° Antonio Covolo - 9°
Ubaldo Pugnaloni - 10° Severino Canavesi
... - 14° E. Idée a 5' (primo degli
stranieri). |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
del 28 ottobre 1946 - articoli di Bruno Roghi
e Guido Giardini |
NON SEMPRE LA SALITA DEL GHISALLO
RISULTAVA DECISIVA |
E' noto che la salita del Ghisallo
è stata inclusa per la prima volta nel
percorso del Giro di Lombardia nell'anno
1919. Nei primi anni, dal 1905 al 1910,
la gara si era disputata sempre in
pianura o con i soli saliscendi
brianzoli. Dal 1910 in poi aveva avuto
il Brinzio come maggiore
difficoltà.
Che la salita del Ghisallo sia notevole
e difficile non ci sono dubbi e tuttavia
la storia del Giro di Lombardia fa
rilevare che, fino al 1946, solo quattro
volte in tutto questa temuta salita
aveva visto emergere nettamente il
vincitore della corsa tanto da non essere
più ripreso. La fuga del vincitore sulla
famosa asperità si verificò infatti
soltanto negli anni 1926 (Binda),
nel 1935 (Mollo), nel 1937
(Bini), nel 1940 (Bartali).
Tutte le altre fughe dei vincitori della
classica corsa autunnale ebbero luogo in
punti diversi del percorso, prima o dopo
della "Madonnina".
Nel 1935 Mollo fuggì tra l'incredulità
degli inseguitori, i quali pensarono ad
un suo probabile crollo. Il torinese
aveva davanti a sè ancora 170 Kmh e le
salite del Marchirolo e del
Brinzio. Il fuggitivo tenne invece duro
per reggere magnificamente nella fase
finale, con gli inseguitori impegnati
allo spasimo per riprenderlo.
Nel 1937 Bini approfittò di un lieve
ritardo di Bartali in Valbrona e
partì alla caccia del fuggitivo Landi
(che aveva fatto da lepre in
salita). Lo raggiunse e lo lasciò subito
per poi tenere testa magnificamente al
disperato inseguimento di Bartali fino
all'arrivo. Va comunque ricordato che,
nella discesa verso Barni, il
toscano era stato attardato da una
foratura.
La più bella rivincita sugli avversari e
sullo stesso Ghisallo Gino se la prese
nel 1940, quando stroncò una fuga di
Coppi per poi passare da solo sulla
Madonnina, senza essere più raggiunto.
Quella fu una delle più belle ed
ammirate vittorie di tutta la splendente
carriera di Gino Bartali... |
Estratto da "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
del 2 ottobre 1946 |
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GIRO D'ITALIA 1947 - Fausto Coppi trionfa nella tappa di Prato e Gino
Bartali è in maglia rosa |
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TRE CAMPIONI IN FUGA SPETTACOLARE SULL'ABETONE
La fortuna assiste il 30° Giro d'Italia. Gli
sviluppi della corsa si fanno via via
più interessanti, diremo sorprendenti.
Avevamo bisogno di sapere se Coppi era
sempre l'avversario diretto di Bartali.
Ebbene oggi sappiamo che, di fronte al
grande atleta della Legnano, è risorto
il grande campione. E' stata un po' la
giornata delle resurrezioni. Anche
Ronconi ha confermato in pieno il suo
valore. Per illustrare la meravigliosa
tappa odierna, una delle più generose
che la nostra mente ricordi,
bisognerebbe avere a disposizione uno
spazio che, purtroppo, per la
limitazione delle pagine, ci manca...
Bartali ha vinto per un metro o due il
secondo Premio della Montagna sulla cima
dell'Abetone. E poi il terzetto composto
anche da Coppi e Ronconi si è gettato
giù con la solita audacia. |
La storia dell'emozionante giornata non
era finita. Coppi dimostrava sempre più
le sue eccellenti disposizioni. Va
ricordato che fu proprio su queste
strade, percorse in senso inverso, che
nel 1940 il luogotenente di Bartali
diede scacco matto al suo capitano. Fu
sull'Abetone che sette anni fa Coppi
vinse il Giro d'Italia. Fu su queste
strade che Bartali disse a Corsi, il
caro motociclista che è sempre presente
in ogni fase storica del ciclismo
italiano, la famosa frase: "Vai, di a
Fausto che non si preoccupi di me e che
vinca a Modena". Fausto andò più in
la e vinse il Giro.
Oggi, sulle stesse strade, il
luogotenente e il capitano si sono
ritrovati di fronte a pari grado, pari
forma, pari smania di andare a vincere.
"Si, i tre insieme a Prato, nessun
dubbio" aveva urlato Guerra
passando.
Invece non era finita: Coppi forava due
volte nella discesa verso Pistoia e
nelle due occasioni Bartali tentava di
scappare a pieni pedali, senza
riuscirci. Il secondo episodio per Coppi
fu davvero drammatico perché non aveva
vicino l'ammiraglia e nel sostituire la
ruota aveva perso molto tempo.
Bartali volava in discesa, ma è stato
proprio in tale momento che Fausto ha
confermato le sue eccellenti condizioni.
Vederlo rientrare in volata nei
sobborghi di Pistoia, con l'andatura di
un treno diretto, è stato uno
spettacolo. Poi lo sprint vinto a Prato,
dopo chilometri di corridoio umano. Una
folla straripante, incontenibile, che ha
battuto tutti i primati del genere. Una
marea di gente che ha sommerso la
carovana del Giro.
Così parlò Faustino dopo la volata
vittoriosa: "Ce l'ho messa tutta, mi
sentivo benissimo. Ho lasciato che
Ronconi si sfogasse a scattare e che
Cecchi si spremesse nel corrergli dietro
tanto presto; ho controllato Bartali e
quando io, Ronconi, Bartali stesso e
Rossello abbiamo composto il gruppetto
di testa mi sono sentito padrone della
situazione. Oggi si saranno convinti
tutti che non sono morto". Poi se
n'era andato con un ultimo largo gesto
della mano... |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
del 28 maggio 1947 - Sintesi dagli
articoli di Emilio De Martino e Danilo Mazzucato |
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GIRO D'ITALIA 1947 - Una toccante lettera al
fratello Serse dopo la vittoria di tappa a Napoli |
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IN CAMPANIA LEONI E BARTALI BATTUTI IN VOLATA
Il giorno prima i corridori avevano
scioperato per portare avanti alcune
loro rivendicazioni. Un episodio
clamoroso, che aveva fatto molto rumore.
La gara che ha portato la carovana del
Giro nell'azzurro del Vomero era filata
via abbastanza liscia fino a Cassino,
dove i corridori avevano effettuato il
rifornimento. Da registrare soltanto uno
scatto di Canavesi sulla breve salita di
Frosinone, dove questo minuscolo
arrampicatore che non protestava mai e
parlava sottovoce, aveva avuto il suo
momento di gloria. A Cassino un po' di
raccoglimento davanti a tanta rovina.
Pareva di vedere un enorme scheletro già
incorporato nella natura. La popolazione
mostrava segni di sbalordimento e
confusione alla vista di tanta gente che
si era riversata in loco.
Dopo Cassino la corsa era entrata nel
vivo, l'andatura si era velocizzata |
di colpo, dando luogo a scatti e fughe.
Ronconi era stato il primo a tentare di
andarsene; in evidenza anche Martini,
Vicini, Fiorenzo Magni, Vittorio
Rossello, Leoni, Toccaceli, Crippa,
Servadei e Peverelli. Ma i luogotenenti
erano abbastanza vigili e gli stessi
Coppi e Bartali, ogni volta, si erano
messi in testa al gruppo per riportarsi
sui fuggitivi. Cosicché la corsa si era
decisa solamente sulla salita del
Vomero. Cottur aveva decisamente
allungato il passo, mentre Coppi stava
bevendo, ma Fausto aveva scagliato via
con forza la borraccia e si era dato
subito all'inseguimento. Le danze erano
iniziate...
Coppi fu il dominatore dell'ultima
salita ed entrò sulla pista di arrivo
seguito da Leoni, da Toccaceli, da
Bartali, da Cottur e da Martini. La
volata non ebbe storia, anche perché non
ci fu una vera volata: Coppi e Leoni
mantennero la loro posizione, solo
Bartali superò Toccaceli e Martini si
lasciò dietro Cottur. La vittoria di
Fausto Coppi era già decretata. Si era
visto troppo bene che nessuno avrebbe
potuto batterlo, tanto era risoluto,
freschissimo, prepotente nella sua
azione.
Piuttosto Coppi e Bartali furono anche
allora i principali protagonisti e la
folla incontenibile si era divisa in due
anche a Napoli. |
"A MIO FRATELLO SERSE PRESSO
L'OSPEDALE CIVILE DI CORTONA" |
Dopo l'arrivo a Napoli Fausto volle
rivolgere un affettuoso pensiero al
fratello Serse, che era ricoverato
all'ospedale civile di Cortona con una
gamba fratturata in seguito ad una
caduta nella tappa di Perugia. Sotto i
passi principali della sua lettera
raccolta da Giorgio Fattori: "Stasera
al Vomero, Serse, avresti sorriso. Ho
vinto in una difficile volata contro un
Bartali impegnatissimo a dare la grande
soddisfazione ai suoi molti tifosi di
Napoli. Mi hanno fotografato,
intervistato, fatto parlare alla radio,
colmato le braccia di fiori. Le cose di
sempre insomma, le cose di ogni
vittoria, ma che ogni volta acquistano
un sapore nuovo ed intenso, la gioia
segreta dell'uomo di essere, in un
qualunque momento della sua vita, il più
forte... Ma una vittoria è mutilata e
sterile se non si può parteciparla,
riviverla con una persona cara. E noi
due, tutte queste gioie, le mescolammo
sempre nel nostro affetto e ci parve,
nel dircele, che fossero ancora più
belle. Tu stasera, Serse, non eri da me
col sorriso polveroso e felice a
stringermi silenziosamente il braccio
nella vettura che ci porta in albergo
dopo la faticosa corsa... Tu eri invece
lontano in un bianco lettuccio
d'ospedale, come in quei raccontini
commoventi che si trovano sui giornali
per ragazzi; eri laggiù con la tua gamba
dolorosamente ferma che, forse,
nell'ascoltare la radio-conaca della
corsa ha avuto un fremito impercettibile
nel pensiero di una pedalata, quasi per
aiutarmi ad arrivare primo. Sono
arrivato primo, Serse, ma stavolta non
sono <molto contento>, come si usa dire
al microfono nelle smozzicate frasi del
dopocorsa. Non sono molto contento
perché ti ho perduto per via, per quella
strada livida di polvere che porta a
Perugia. Quella sera, Serse, dopo
l'arrivo scongiurai Zambrini che mi
portasse da te. Piangevo anche...
Purtroppo nello sport, come in un
combattimento, non ci si può mai voltare
e dondolarsi sulla facile vena dei
sentimentalismi. Non so se questo
l'hanno capito i miei tifosi che mi
chiedono l'autografo e tengono la mia
fotografia in tasca. Non so se l'hanno
compreso quelli che troppo facilmente
catoneggiano sui miei lauti giuadagni e
sospirano invidiosi al pensiero di una
vita facile, un biglietto da mille per
cento pedalate; non so se hanno mai
considerato come sia amara quella
disciplina che mi costrinse ad andare a
letto (anche se non potevo dormire)
quella sera che scongiuravo Zambrini di
portarmi da te. Se hanno compreso
insomma che anche noi atleti, come
tutti, abbiamo i nostri sacrifici amari,
che non si sanno. Stasera ho vinto,
Serse, ma non sono molto contento
perché, per quanto tenda l'orecchio ogni
tanto nella gara, non odo il fruscio
familiare della tua ruota sulla mia e se
mi volto non vedo, tra i tanti
avversari, la tua ciondolante figura di
impareggiabile fratello che arranca
veloce per prendermi, anche per darmi,
se lo chiedo, tutta la bicicletta.
Stasera, dopo che avevo tagliato il
traguardo e ancora non ero sceso di
macchina, Leoni mi si portò al fianco e
mi abbracciò per la gioia. Leoni è il
mio caro compagno, e fui felice del suo
gesto. Ma tu mancavi, ed era buffo che i
fiori che mi diedero mi sembrassero come
avvizziti. Guarisci presto, Serse. Tuo
Fausto."
Da questa lettera piena di affetto per
il proprio fratello si può ben capire il
dramma umano vissuto da Coppi quando,
nel giugno del 1951, le conseguenze di
un trauma al capo per una caduta nel
Giro del Piemonte si rivelarono fatali
al povero Serse, che morì nella notte
alla clinica Sanatrix di Torino dove era
stato ricoverato. |
Ordine d'Arrivo della tappa Roma-Napoli:
1° Fausto Coppi (Bianchi) che percorre i
231 Km in 6 ore 50'07", alla media di Km
33,795 - 2° Leoni (Bianchi) - 3° Bartali
(Legnano) - 4° Toccaceli (Olmo) - 5°
Martini (Welter) - 6° Cottur
(Wilier-Triestina) - 7° Besci (Welter) -
8° Ronconi (Benotto) - 9° Cecchi
(Welter) - 10° Peverelli (Lygie), tutti
con lo sesso tempo. |
Classifica Generale dopo l'arrivo a Napoli:
1° Gino Bartali in 50 ore 09'40" - 2°
Fausto Coppi a 2'41" - 3° Bresci a 3'02"
- 4° Ortelli a 5'29" - 5° Cottur a 7'44"
- 6° Ronconi a 8'49" - 7° Maes a 10'04"
- 8° Vicini a 12'56" - 9° Cecchi a
13'19" - 10° L. Maggini a 19'27" |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT "
del 2 giugno 1947 - Sintesi dagli articoli
di Emilio De Martino e Giorgio Fattori |
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GIRO D'ITALIA 1947 - Nella prima tappa
dolomitica Bartali batte Coppi a Pieve di Cadore |
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FAUSTO ACCUSATO DI AVER SFRUTTATO LA
SCIA DELLE MACCHINE |
Nella prima fuga si mette in luce Renzo
Zanazzi. Martini primo nel Gran Premio
della Montagna al Passo di Mauria. Si
distingue anche Biagioni. Gli assi si
sprecano in un poderoso inseguimento e
Coppi raggiunge Bartali a 4 chilometri
dall'arrivo, ma viene poi battuto nella
volata finale. Il vincitore scompare
subito, prima letteralmente sommerso
dalla folla, poi sottratto alla calca da
Pavesi e dai meccanici della Legnano. In
albergo si presenta freschissimo, ma è
di umore piuttosto nero e si lascia
andare in un'intervista dai toni
polemici: "Accidenti alle macchine!"
protesta "se non c'erano le
automobili, Coppi non mi pigliava più.
Mi ha raggiunto proprio in salita, dove,
anche oggi, ho fatto vedere di essere
più forte di lui. E possibile? Può darsi
un fatto di questo genere? Non può
essere, lo dico io che me ne intendo.
Tutta colpa delle macchine! Non mi
importava nulla di perdere |
|
la tappa battuto da Leoni o da Martini, o da
qualunque altro avversario; anche da
Coppi, guarda un po' cosa dico: anche da
Coppi, purché avesse fatto la corsa come
si deve. Invece mi ha raggiunto
manovrando negli ultimi chilometri nella
scia delle macchine. Io me ne vado a
casa se non finisce questa storia!
Poi si era subito dimenticato di queste
fiere dichiarazioni di protesta e aveva
aggiunto: "Vedrete giovedì come lo
batto!". |
COPPI INTERVISTATO:"SERSE MI HA
TELEGRAFATO CHIEDENDOMI LA VITTORIA E LA
MAGLIA ROSA" |
In un'altro albergo, Coppi sta riposando
in camera e non è per niente contrariato
dalla sconfitta, anzi riconosce
apertamente la superiorità odierna del
vincitore: "Bartali oggi andava tanto
forte sia in salita che in discesa da
non poter essere battuto! Quando Zanazzi
si mise in fuga, dovetti prodigarmi
quasi da solo per tirare il gruppo
all'inseguimento. Bartali è logico che
non tirasse. Ma Ortelli e Ronconi,
secondo me, avrebbero dovuto farlo. Ho
lavorato oggi come non mi era mai
accaduto di dover fare durante la mia
carriera. Comunque sono riuscito a
raggiungere Bartali in prossimità del
traguardo, a 150 metri dal quale ho
creduto, per un momento, di poter
vincere la tappa. Ma mi è andata male...
Ieri Serse mi aveva telegrafato
chiedendomi la vittoria e la maglia
rosa. Purtroppo stasera non posso
accontentarlo, povero Serse... Vedremo
giovedì, chissà, certo che è dura. Però
non si sa mai; mi sento benissimo, anzi
potrei dire di non essere mai stato bene
come adesso." |
Ordine d'Arrivo della tappa Vittorio
Veneto - Pieve di Cadore:
1° Gino Bartali (Legnano) che percorre i
200 Km in 6 ore 07'57", alla media di Km
32,613 - 2° Fausto Coppi (Bianchi) st -
3° Leoni (Bianchi) a 11" - 4° Martini
(Welter) a 14" - 5° Biagioni (Benotto) a
20" - 6° Ronconi (Benotto) a 26" - 7°
Crippa (Lygie) - 8° Bresci
(Welter) - 9° Cecchi (Welter) - 10°
Ortelli |
Classifica Generale dopo l'arrivo a
Pieve di Cadore:
1° Gino Bartali in 92 ore 42'51" - 2°
Fausto Coppi a 2'41" - 3° Bresci a 4'11"
- 4° Ronconi a 9'15" - 5° Ortelli a
9'52" - 6° Cecchi a 13'15" - 7° Maes a
13'23" - 8° Vicini a 16'42" - 9° Martini
a 17'17" - 10° Crippa a 20'28" |
Classifica Finale del 30° Giro d'Italia:
Al Vigorelli di Milano Fausto Coppi nel
1947 vinse il suo secondo Giro d'Italia
(dopo quello del 1940) precedendo Gino
Bartali di 1'43"; al terzo posto Giulio
Bresci con un ritardo di 5'54". |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
dell'11 giugno 1947 - interviste
estratte da un articolo di Danilo Mazzucato |
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Prime
pagine di quotidiani sportivi dedicate ad alcune tra le
più importanti vittorie di Fausto Coppi |
AGOSTO 1947 - Dopo una fuga solitaria di 170 chilometri,
Coppi vince il Giro del Veneto |
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FIORENZO MAGNI ARRIVA SECONDO CON
OTTO MINUTI DI RITARDO |
Sembra che Fausto si diverta a mettere
in imbarazzo gli esperti del mestiere.
Quando tutti pensano che difficilmente
possa vincere, eccolo dimostrare il
contrario con un'impresa sbalorditiva.
Quando lo si pensa un possibile
vincitore invece ti combina uno scherzo
magari tipo Reims o Giro della Svizzera.
Un grande, un grandissimo campione è
questo Coppi, che tutto può vincere, che
può anche perdere, ma che sa imprimere
sempre il suo nome nei cervelli degli
sportivi con imprese mirabolanti. Quello
che ha fatto vedere oggi nel Giro del
Veneto ha del superlativo. Assente
Bartali, si era prefisso il programma di
partire a fondo alle maggiori difficoltà
per tentare la grande vittoria. Era un
modo del tutto particolare di dimostrare
all'assente le sue superbe condizioni di
forma, era il modo più convincente per
confermare la sua grande classe agli
sportivi tutti. In risposta a Bartali,
Coppi ha voluto dimostrare che questo
Giro del Veneto, disegnato su un
percorso magnifico e accidentato, si
poteva vincere senza attendere le rampe
finali. Per questo è partito a poco meno
di 170 chilometri dal traguardo per
sconvolgere ogni piano tattico
avversario e travolgere,
progressivamente, ogni resistenza. La
sua maglia rosa filava come un diretto, |
|
scavalcando salite e discese,
pianure e ancora salite e discese, con
una regolarità di marcia cronometrica.
Più nessun avversario lo vide se non
dopo il traguardo che gli inseguitori
raggiunsero quando Fausto già aveva
percorso il giro d'onore. E' stata
questa una grande impresa che Coppi
ricorderà per sempre, anche perchè può
essere quella che gli donerà un nuovo
titolo nazionale. Infatti questa sera è
primo nella classifica del campionato
con cinque punti di vantaggio sui rivali
più pericolosi che sono Ortelli, Ronconi
e Cottur. |
GLI ORGANIZZATORI CAMBIARONO
PERCORSO E "GINETTACCIO" NON SI
PRESENTO' AL VIA |
Molti sportivi ci tenevano a sapere
perché Gino Bartali non aveva
partecipato al Giro del Veneto. Tutti
sperarono fino all'ultimo che il
fiorentino avrebbe ponderato e
considerato bene le responsabilità del
suo atto e che, alla fine, si sarebbe
potuto ricredere. Invece non fu così. La
causa principale della sua assenza venne
addebitata agli organizzatori della
corsa e al suo direttore, rappresentante
dell'UVI. Questi, dopo un accurato
sopraluogo alla parte finale del
percorso, avevano ritenuto che la salita
di Castelnuovo poteva essere pericolosa
per il peggiorato fondo stradale e
l'avevano sostituita con un'altra più
lieve che da Vò porta a Teolo. Una
decisione umana e da tutti approvata,
meno che da Bartali, che ritenne
diminuite le sue probabilità di
successo. A nulla valsero le esortazioni
e le preghiere dei dirigenti, le
suppliche del segretario dell'UVI, di
amici ed appassionati che ritenevano le
difficoltà da superare adattissime ad
uno scalatore. Bartali non ascoltò
nessuno e se ne andò a bordo della sua
automobile, tra la costernazione degli
organizzatori e di tutti gli sportivi
padovani, mortificando in tal modo i
suoi sostenitori e mancando ai suoi
doveri verso lo sport e la sua Casa che
non partecipava certo alla corsa per
capriccio. Rinunciò in tal modo anche al
tentativo di conquistare il titolo
nazionale. Insomma un'alzata di testa
non certo degna di una grande campione.
Secondo i bene informati, invece, Gino
ce l'aveva con L'UVI per la faccenda
di Reims ed era infuriato con i
giornalisti, che a suo avviso gli erano
avversi. Insomma un bel caratterino, che
lo faceva litigare un pò con tutti,
portandolo a questi clamorosi gesti che
lasciavano l'amaro in bocca agli
sportivi e a tutti coloro che gli
volevano bene e lo apprezzavano. Da qui
il soprannome di "Ginettaccio". |
Ordine d'Arrivo del Giro del Veneto
1947:
1° Fausto Coppi (Bianchi-Pirelli) che
compie i 280 chilometri in 8 ore e 31'
alla media di 32,876 - 2°
Fiorenzo Magni a 8' -
3° Angelo Menon - 4° Antonio Bevilacqua
- 5° Olimpio Bizzi - 6° Giordano Cottur
- 7° Domenico De Zan - 8° Alfredo
Martini - 9° Salvatore Crippa - 10°
Bruno Pasquini |
Classifica del Campionato Italiano dopo
la 4a prova:
1° Fausto Coppi con punti 22 - 2°
Ortelli, Ronconi e Cottur (17) - 5°
Motta e Bresci (12) - 7° Bartali (10)
- 8° Bevilacqua, Menon e F.Magni (9) -
11° L.Maggini e Vicini (8) - 13° Bizzi
S.Maggini e Ricci (7) |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
del 1 settembre 1947 - articolo di Guido
Giardini |
|
OTTOBRE 1947 - Nel Giro dell'Emilia la netta vittoria di Coppi
combina un sacco di guai |
|
BARTALI TAGLIA IL TRAGUARDO CON UN
RITARDO DI DIECI MINUTI |
La vittoria schiacciante di Coppi,
incominciata virtualmente a nascere a
Pracchia (170 chilometri dall'arrivo),
risoltasi con la spaccata dei dieci
minuti di vantaggio su Bartali, ha
relegato nella penombra una quantità di
figure e di episodi che hanno conferito
al Giro dell'Emilia un'importanza
eccezionale. Il suo volo rasente,
strapotente e dannato, gli ha permesso
di coprire la corsa con la stessa
velocità con la quale un beccaccino
levato dal cane attraversa un riquadro
di risaia. Coppi, con una sforbiciata,
ha reciso quell'invisibile cordone
ombelicale che in una gara ciclistica fa
un nodo per ogni gruppetto di corridori,
tenendo unita la competizione, dalla
retroguardia all'avanguardia. Un vuoto
d'aria turbinava tra lui ed i suoi
avversari, guidati da Bartali e Martini,
che tentavano un impossibile
inseguimento giù per l'Abetone, verso
Barigazzo e la pianura. Il vuoto d'aria
è un accidente atmosferico molto
pericoloso per i polmoni delle
gare ciclistiche. L'eccessiva
superiorità di un atleta su
tutti gli altri infiamma le gole
dei tifosi, stimola le penne dei
giornalisti, ma spaventa gli
organizzatori delle corse. Il
vuoto d'aria, infatti, pone la
vittoria alla mercé di un
dominatore. La «splendida
incertezza» dello sport
|
|
perde diamanti che adornano la sua corona e
con le probabilità crescenti dei
risultati acquisiti in partenza va
profilandosi, in tutte le sue
conseguenze dannose, il rischio delle
corse stereotipate e monotone... Da un
mese in qua Coppi straccia i suoi rivali
come inutili pezzi di carta. Se continua
così (e ne ha tutte le buone e perfide
intenzioni), addio: quelli si
accasciano, quelli non l'attaccano più,
quelli ne hanno una ladra paura. E'
successa la medesima storia ai tempi di
Girardengo, e poi di Binda, e poi di
Guerra. Campionissimi, ma toujours
perdrix. |
BARTALI SI
DIFENDE STRENUAMENTE MA I SUOI MUSCOLI
ACCUSANO LE TANTE FATICHE |
Bartali è tuttora un atleta possente.
Ma forse il suo dialogo drammatico con
Coppi si è interrotto. Ha 34 anni e nei
muscoli i segni di lunghe e snervanti
fatiche. Nè si risparmia, impegnato
com'è nell'alternare treni, biciclette,
automobili per assolvere ai doveri dei
suoi innumerevoli contratti di
corridore. S'è visto anche sabato sulle
aspre strade dell'Emilia, com'egli
intenda la probità professionale: sia
pure battuto, e ben battuto, egli ha
proseguito nel suo grande sforzo, e non
ha voluto per niente avvantaggiarsi
dell'alibi della foratura a Pracchia per
giustificare un abbandono che sarebbe
stato plausibile. Ha accettato, con la
malasorte, la superiorità del suo
rivale. E' andato fino in fondo, Ed è
arrivato secondo, sia pure con dieci
minuti di distacco. Dunque, dopo Coppi è
sempre il migliore, davanti al grosso
pletorico dei giovani e dei
giovanissimi. Questo significa che il
ciclismo nazionale ha una vedetta di 27
anni che continua ad avere come
antagonista diretto un campione di 34
anni. Il resto fa tappezzeria o
pressappoco. Anche questo non è
consolante per gli organizzatori e per
le case industriali. |
CAMPIONI CON
UN FISSO ECONOMICO, GLI ALTRI DEVONO
CORRERE PER I PREMI |
Il campo del Giro dell'Emilia, dal punto di
vista economico, era praticamente diviso
in due. Da una parte gli ingaggiati, con
un fisso di partenza, dall'altra il
resto che correva per i premi. Neanche a
dirlo, gli scritturati erano i più
forti: Coppi e Bartali. Duecentomila
(lire) il primo, trecentomila il
secondo. Gli organizzatori dicono: "Se
non si fa così, i Coppi e i Bartali non
vengono. Vanno a correre là dove li
adesca la sirena dei cambi esteri.
Vivono del reddito delle loro gambe, la
carriera dell'atleta è relativamente
breve, sono formiche che devono
accumulare nei mesi estivi per mangiare
nei mesi autunnali ed invernali della
vita". L'ingaggio è una necessità
ma, aggiungiamo noi, anche
un'ingiustizia ed un pericolo. La prima
perché tutti hanno diritto ad un
compenso-ingaggio, sia pure adeguato
alla scala dei valori atletici. Il
secondo perché, un giorno o l'altro,
potrebbero incrociare le gambe
scioperaiole i molti e molti corridori
di varia qualità che oggi si vedono
invitati a farsi sistematicamente
battere da rivali che, in aggiunta,
ricevono alti compensi negati alla
massa. L'episodio di Prato è
significativo: coloro che hanno
anticipato capricciosamente la partenza
si sono limitati a protestare contro i
loro colleghi capitalisti, che avevano
percepito un cospicuo premio di
partecipazione, e potevano perciò
permettersi il lusso di arrivare in
ritardo al via della competizione. Il
caso di Prato può diventare addirittura
una questione sociale se la commissione
d'inchiesta non si muoverà accortamente
in un campo pieno di trappole... |
Da "TEMPO SPORT" del 6
ottobre 1947 - sintesi da un articolo di
Bruno Roghi |
|
|
OTTOBRE 1947 - Coppi vince un 41° Giro di Lombardia che
rimarrà nella storia del ciclismo |
|
IL TORTONESE CENTRA LA SUA 14a
VITTORIA STAGIONALE |
E' stato questo un Giro di Lombardia
che è da consegnare alla storia dello
sport ciclistico. Tutto è stato detto
sul protagonista numero uno, Fausto
Coppi, molto si è detto del protagonista
numero due, Gino Bartali. Bisogna ancora
capire perchè Bartali, in Valbrona, non
è stato pronto a seguire Coppi. Alla
prepotente e decisa azione di Coppi,
lanciato alla caccia di Magni e Bizzi,
non ha fatto seguito una risposta del
fiorentino che al rifornimento era
transitato tra gli ultimi del plotone.
Un errore di calcolo, un'indecisione,
una crisi passeggera? Coppi in
quella ventina di chilometri ha
conquistato 2'20" di vantaggio. Bartali
non è un pivello delle corse da
commettere errori gravi. Una sola
ragione può spiegare un così netto
distacco: Coppi ha volato in |
|
quella prima fase del suo impetuoso attacco e
forse lo stesso Bartali non credeva di
perdere tanto tempo prima della salita
del Ghisallo; forse era anche convinto
di poterlo riprendere in salita.
Bisogna anche aggiungere che
nessuno di coloro che erano rimasti con
Bartali dopo lo scatto di Coppi era in
grado |
di fare molto di più, salvo il
francese Teisseire, che però
commise l'errore di gettarsi in
un inseguimento isolato senza
molta speranza, anzichè unire le
sue forze a quelle degli altri
che erano in ritardo. A lui e a
tutti gli altri avversari di
Coppi (tanto i fuggitivi, quanto
gli inseguitori) è mancata
quella qualità che nessun
corridore al mondo possiede in
dosi elevate: la grande classe e
la velocità impressionante,
tipiche dei "puro sangue" del
ciclismo. E i franco-belgi cosa
facevano con Bartali dopo la
fuga di Coppi? Erano scesi
in Italia con tanto orgoglio e
tanta ambizione ma sono stati
inferiori ai nostri campioni e
complessivamente inferiori
anche ai nostri rincalzi, per
cui, anzichè attaccare come era
nei loro programmi, hanno
dovuto difendersi e rimanere
rassegnati nel gruppo staccato
da Coppi, che andava verso il
Ghisallo senza speranze. |
|
Se è vero che il ciclismo italiano
su strada fa scuola, vengano più spesso
tra di noi ad imparare e sarà tanto di
guadagnato per tutti. Le sconfitte
non devono scoraggiare ma spronare a
migliorarsi. |
GIRARDENGO PRONOSTICO' BARTALI
VINCITORE |
Costante Girardengo da un pezzo non
seguiva corse su strada. Quest'anno si
era visto solo all'arrivo della Sanremo.
"Gira" si è dato anima e corpo alla sua
fabbrica di biciclette in Alessandria e
al tiro a volo, la sua nuova grande
passione. Ma questa volta non ce l'ha
fatta a rimanere a casa. E' venuto a
Milano, ha chiesto un "passaggio" e l'ha
ottenuto dal direttore della "Gazzetta".
Così ha potuto seguire da vicino il 41°
Giro di Lombardia; come vedere un'opera
da un palco di proscenio e ne è rimasto
affascinato. Domenica mattina, al
Poligono della Cagnola, durante le
operazioni preliminari della corsa,
aveva espresso un suo giudizio:
"E' la giornata di Bartali. Coppi
oggi non ce la fa con questo tempo, col
Ghisallo che troveremo..."
- Alla fine, davanti alla strabiliante
realtà dei fatti, s'era ricreduto anche
lui. Anche le vecchie volpi non sempre
hanno il fiuto fino. All'arrivo non
seppe trovare parole sufficienti per
esaltare l'impresa di Fausto Coppi. Alla
fine buttò fuori il suo pensiero, con
parole che sgorgavano dal cuore:
"E' stata un corsa alla morte, con
tutte le fughe, con tutte le speranze
durate la vita d'un fiore, con tutti
quegli attacchi e contrattacchi che alla
fine hanno fatto il gioco dell'uomo più
forte. Coppi è stato di gran lunga
superiore all'intero campo avversario.
E' in una forma che gli permette di fare
quello che vuole..."
- Poi parlò di Bartali:
"Bartali mi è parso un poco sciupato.
Ad ogni modo ha lottato anche oggi con
un coraggio leonino, ma non poteva fare
di più contro un Coppi scatenato a quel
modo. Dirò una cosa banale, ma senza
Coppi la corsa sarebbe stata assai più
equilibrata..." |
Ordine d'Arrivo del 41° Giro di
Lombardia:
1° Fausto Coppi - 2°
Gino Bartali - 3°
Italo De Zan |
Medie parziali di fine
gara:
Fausto Coppi dalla vetta del
Ghisallo all'Arena ha percorso i
Km. 59 in 1 ora e 32', alla
media di Kmh. 38,480.
Per compiere il tragitto dal
Ponte della Malpensata all'Arena
di Km. 43 ha impiegato 1 ora e
2', alla media di Kmh. 41,600. |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
del 28 ottobre 1947 - articoli di
Guido Giardini e Danilo Mazzucato |
|
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MARZO 1948 - Nuovo trionfo di Coppi che vince per la seconda
volta la Milano-Sanremo |
|
STRADE PIENE DI UNA FOLLA IMPONENTE
MA DISCIPLINATA |
Coppi, come tutti prevedevano, ha vinto
anche la XXXIXa Milano-Sanremo. Oggi c'è
un campione che rischia di rendere
monotone le corse ciclistiche: perché,
al momento giusto lui vola e gli altri
no? Perderanno la loro popolarità le
corse ciclistiche su strada perchè Coppi
ci minaccia con le sue ormai solite
vittorie? Alla luce di quanto accaduto
oggi, in una stupenda giornata di piena
primavera, non si direbbe che i continui
successi del campione rendano meno
popolare lo sport ciclistico. Una folla
sterminata ha fatto ala al passaggio
della corsa. E tutti scattavano come
grilli quando vedevano la fiammante
maglia tricolore di Coppi che dominava
la scena fantastica offerta dalla gente
esaltata e ubriaca di evviva, evviva
rivolti all'asso che scattava fulmineo
sulla strada lambita |
|
dal mare. Forse mai vedemmo uno spettacolo simile,
tutti avvolti da un'atmosfera così
accesa di entusiasmi, persino eccessivi.
E c'è da domandarsi come, in tale
bolgia, la corsa abbia potuto svolgersi
regolarmente. Ad un certo punto alcuni
inconvenienti fortuiti avevano appiedato
quasi tutti gli agenti della polizia
stradale al seguito, sia in motocicletta
che in macchina, e il direttore di
corsa, Armando Cougnet, improvvisamente
si era ritrovato senza uomini e mezzi
che potessero garantire la sicurezza al
passaggio dei corridori. Bisogna dire
con gioia che la folla si è disciplinata
da se stessa e che tutto si è svolto
regolarmente. Non appena
apparivano i ciclisti, in quella marea
umana straripante, imponente e
irrefrenabile nel suo impetuoso impulso
sportivo, si apriva d'incanto un varco e
la fiumana infernale passava tra spasimi
e rombi, come attraverso un'aureola di
fuoco... C'è anche un santo che protegge
le corse ciclistiche. Forse è San
Fausto.
Comunque anche con una polizia più
fortunata sarebbe stato impossibile
frenare il libero slancio della folla
che ama i suoi campioni e vive nella
gioia dell'andare e nel vedere andare in
bicicletta (alla partenza, per
disciplinare l'afflusso degli sportivi
che avevano preso d'assalto Porta
Ticinese, era stata chiamata la
Celere)... |
FAUSTO SOLO SUL TRAGUARDO FIORITO
E LUMINOSO DI SANREMO |
Coppi dimostrava con opportuni allunghi
di non impressionarsi troppo per le
furiose ribellioni dei suoi avversari.
La sua squadra poi funzionava
egregiamente, impedendo forti distacchi.
All'inizio della corsa erano venuti alla
ribalta molti stranieri: si citano
Carrara, Remy, Chapatte, Diot e
Gauthier, autori di una interessante
fuga lanciata insieme a corridori
italiani.
Il classico e romantico traguardo del
Passo del Turchino veniva vinto da
Sciardis che a Masone aveva resistito ad
un attacco di Cottur. Il corridore che
porta i colori di Trieste lo aveva
accompagnato su tutti i tornanti, per
poi andarsene sull'ultima rampa. Bartali
non era stato fortunato. Aveva perso più
tempo del previsto per un doppio cambio
di ruote, avvenuto a seguito di
foratura. Si era difeso con la sua
proverbiale tenacia e onestà
professionale, ma le sue condizioni
fisiche e la forma non erano ottimali.
Tra Varazze e Savona aveva preso il via
la fuga decisiva, attraverso la quale si
erano ritrovati in testa quattro
corridori: Coppi, Rossello, Baito e
Camellini. Scene di delirio ai lati
delle strade per l'idolo locale, il
giovanissimo campione Rossello.
A quel punto il quartetto aveva un
vantaggio di 1'10" sugli immediati
inseguitori e di 1'50" sul gruppo di
Bartali, composto da un folto numero di
stranieri. Le speranze del fiorentino di
ritornare sotto andavano tramontando.
Coppi invece si stava preparando al suo
attacco finale; gli venne chiesto:
"Quando te ne vai?"
e lui aveva sorriso. Un tifoso gli aveva
passato una bottiglia e lui,
cavallerescamente, era impegnato a
girarla al giovane Rossello, il puledro
della Legnano che aveva avuto l'audacia
di resistergli.
Rispondere alla domanda fu compito di
Tragella, il direttore sportivo della
Bianchi: "Tenterà sul Capo Mele".
Promessa mantenuta. Sulla breve salita
di Capo Mele Coppi piegava la schiena e
se ne andava. Camellini era il primo a
cedere, poi veniva il turno del bravo
Baito che vedeva interrotta la sua bella
corsa da un imprudente automobilista.
Dopo una superba corsa, l'ultimo a
mollare fu Rossello, che si staccò piano
piano, metro per metro, perchè Coppi era
Coppi. Anche lui, sfortunatamente, venne
ostacolato da una vettura al seguito.
Per Coppi la strada era spianata. Sul
Capo Berta il suo vantaggio su Rossello
era salito a 2', ma improvvisamente il
campionissimo accusò un malore, dovuto
probabilmente alla mancanza di energie
per l'enorme sforzo profuso. Per lui
anche conati di vomito, che misero in
allarme tutta la carovana della corsa.
Ma il temuto colpo di scena non si
verificò: la discesa verso Imperia fu
salutare e gli fece ritrovare le energie
perdute.
Il ciclista volante iniziava così, tra
un corridoio di fiori e folle urlanti,
la sua ultima volata verso Sanremo. |
Ordine d'arrivo della 39a
Milano-Sanremo:
1° Fausto Coppi (Bianchi) che percorre i
281,500 Km in 7 ore 33'20" alla media di
37,284 - 2° Vittorio Rossello (Legnano)
a 5'17" - 3° Fermo Camellini
(Santamaria) st. - 4° Olimpio Bizzi
(Ricci) a 8'55" - 5° Italo De Zan
(Atala) - 6° Sergio Maggini (Wilier
Triestina) - 7° Giordano Cottur (Wilier
Triestina) - 8° Bernard Gauthier
(Mercier, Francia) - 9° Enzo Bellini -
10° Mario Vicini |
La partenza da Milano
- Il ritrovo era fissato in un magazzino
di San Cristoforo. All'adunata si sono
presentati tutti i corridori che giovedì
avevano fatto punzonare la macchina,
oltre a Kubler e Palttner, giunti a
Milano alle 7 di mattina. Dopo
un'intervista radiofonica dei principali
atleti, esaurite tutte le operazioni
preliminari, alle ore 8.47 Jacques
Goddett, direttore dell'"Equipe",
ha dato il via alla presenza del sindaco
Greppi. |
Classifica del Challenge
Desgrange-Colombo
- In base all'ordine di arrivo della 39a
Milano-Sanremo, la classifica parziale
era così determinata: INDIVIDUALE
- 1° Fausto Coppi (Italia) punti 30 - 2°
Vittorio Rossello (Italia) punti 26 - 3°
Fermo Camellini (Italia) punti 23 - 4°
Olimpio Bizzi (Italia) punti 22 - 5°
Italo De Zan (italia) punti 21 ***
PER NAZIONI - 1a Italia
con punti 122 - 2a Belgio (26) - 3a
Francia (20). |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
del 20 marzo 1948 - articoli di Emilio De
Martino, Guido Giardini e Giorgio Fattori
*** La pagina di presentazione
della 39a Milano-Sanremo (in alto) è
tratta da "Il Nuovo Cittadino" di
venerdì 19 marzo 1948 |
|
GIRO D'ITALIA 1948 - Nella tappa da Auronzo a Cortina
Coppi primo con grande vantaggio |
|
BARTALI SORPRESO DALLO SCATTO
IMPROVVISO DEL RIVALE TORTONESE |
La grande notizia, che è già volata per
il mondo sportivo, ha sconvolto i
dubbiosi e coloro che per sadismo innato
amano le cose storte e gioiscono
soltanto quando si creano scandali e
indiscipline.
Coppi, dunque. ha dato battaglia sul
Monte Croce, ha staccato tutti ed è
giunto a Cortina solo, con oltre tre
minuti di vantaggio, alla spettacolare
media di oltre 38 Km/h. Qualcosa doveva
succedere perché Coppi e Bartali non
potevano giungere battutissimi,
affiancati come due fratelli siamesi a
Milano. Si sapeva che sia Coppi che
Bartali, ad ore diverse e alla
chetichella, erano andati con misteriose
manovre ad esaminare il percorso sulle
rampe di Candido e Monte Croce. Queste
notizie ottimistiche creavano
un'atmosfera di battaglia senza
precedenti. C'erano naturalmente anche
le notizie pessimistiche: secondo alcuni
Bartali era molto imbronciato e
manifestava seri propositi di ritiro.
Durante una telefonata a Genova, anche
Coppi si era lamentato della sua
impossibilità a tentare qualcosa,
annunziando che forse presto si sarebbe
ritirato.
Invece la più breve tappa del Giro
d'Italia, quella che sulla carta ben
poco avrebbe potuto significare anche se
tracciata sulle montagne dolomitiche, ha
voluto riservarci due |
|
grosse sorprese. In una giornata in cui non si
doveva compiere che una facile scalata,
nessuno avrebbe mai supposto che i due
favoriti del Giro d'Italia si sarebbero
dati battaglia. Viceversa, proprio oggi,
dopo 15 tappe e più di 3.000 chilometri
percorsi costantemente ruota a ruota,
Coppi e Bartali si sono staccati in
classifica, proprio oggi Coppi ha
riaffermato la sua candidatura alla
vittoria finale... In due ore e venti
minuti di rapida corsa nella vallata del
Piave e dell'incantevole Cadore il Giro
d'Italia ha trovato un volto nuovo, la
situazione si è sensibilmente modificata
e ora tutti si chiedono se Coppi sia
alla vigilia di qualche altra
sensazionale impresa, poichè è evidente
che quello di oggi non è stato che un
primo assalto alle posizioni di vedetta.
Ha stupito invece in negativo Gino
Bartali, il fiorentino sulle cui
condizioni fisiche era lecito nutrire le
migliori speranze, considerato anche che
la giornata di riposo avrebbe giovato al
suo ginocchio malandato. Come spiegare
l'improvvisa e sorprendente sconfitta
del grande scalatore proprio in salita?
Forse la spiegazione ce la potrebbe dare
solo la scienza medica, anche se
l'esperienza suggerisce un rilievo di
non poco conto che riguarda non solo
Bartali, ma anche altri corridori come
Cottur, Cecchi, Bresci, Martini, Ortelli
e Ronconi. In molti atleti, le giornate
di riposo tra un |
|
tra una tappa e l'altra
provocano una specie di torpore:
i Giri d'Italia e di Francia
l'hanno spesso dimostrato... |
|
COSA DICEVA LA SCIENZA MEDICA,
OVVERO IL BOLLETTINO SANITARIO DEL GIRO
D'ITALIA |
Coppi è una macchina umana perfetta, che
ha un delicatissimo complesso di comando
e di trasmissione. E' il suo
sistema nervoso che riesce a funzionare
a pieno regime e con la più completa
possibilità solo quando intervengono due
particolari condizioni: lo stato di
riposo muscolare e la sicurezza morale.
Infatti Coppi ha compiuto quasi tutte le
sue grandi imprese durante le corse a
tappe dopo una giornata di riposo, cioè
quando è riuscito a smaltire e a
eliminare dal muscolo ogni residuo
tossico di fatica. La fatica, in certo
modo, ostacola la trasmissione
dell'impulso del sistema nervoso al
capo... Alle 22 del giorno prima, Coppi
era in camera a riposare quando venne
visitato dal medico del Giro che lo
trovò in pefette condizioni fisiche e lo
lasciò convinto di sè, delle sue forze,
in piena sicurezza morale. Tutto questo
spiega, in buona parte, la grande
prestazione del giorno dopo di un Coppi
che, visitato nuovamente 40 minuti dopo
l'arrivo di tappa, manifestava i dati
del polso, respirazione e pressione in
assoluto equilibrio.
Bartali, più che al suo ginocchio, deve
il suo cedimento al fatto che ha dovuto
compiere lo sforzo massimo poco dopo la
partenza; Gino ha sempre bisogno di un
certo "rodaggio" iniziale in ogni corsa,
prima di entrare in pieno rendimento.
Il freddo inteso disturba assai i
corridori, specie quelli che amano il
caldo. L'essere quasi a contatto con la
neve non può certo giovare alla
muscolatura dei vari atleti. Uno di
questi è Ronconi che, oltretutto,
risente di uno stiramento tendineo e
legamentoso al ginocchio sinistro. Dal
punto di vista medico è ammirevole la
prestazione di Pasotti, da due giorni
sofferente di una fastidiosa forma di
enterite, che gli impedisce quasi del
tutto l'alimentazione. Sta facendo una
corsa bellissima... |
da un'intervista a Camillo Campi, medico del Giro
d'Italia |
Ordine d'arrivo della tappa Auronzo-Cortina:
1° Fausto Coppi (Bianchi-Pirelli) che
percorre i 90 Km in 2 ore 20'53", alla
media di 38,330 Kmh - 2° Gino Bartali
(Legnano) a 3'12" - 3° Giordano Cottur
(Wilier-Triestina) - 4° Alfredo Pasotti
(Benotto) - 5° Angelo Brignole (Arbos) -
6° Serafino Biagioni (Viani-Cral
Imperia) - 7° Giulio Bresci (Wilier
Triestina) - 8° Primo Volpi (Arbos) - 9°
Fiorenzo Magni (Wilier-Triestina) - 10°
Ezio Cecchi (Cimatti) |
Classifica Generale del 31° Giro d'Italia dopo la
tappa di Cortina:
1° Ezio Cecchi in 105 ore, 50'14" - 2°
Fiorenzo Magni a 2'18" - 3° Primo Volpi
a 3'13" - 4° Angelo Brignole a 4'03" -
5° Giordano Cottur a 6'25" - 6° Vito
Ortelli a 6'55" - 7° Nedo Logli a 8'19"
- 8° Fausto Coppi a 8'29" - 9° Serafino
Biagioni a 9'54" - 10° Aldo Ronconi a
9'56" - 11° Gino Bartali a 11'41"
- 12° Alfredo Martini a 13'11" - 13°
Lino Menon a 13'24" |
Classifica Finale del 31° Giro d'Italia
- Coppi e Bartali non ce la fecero, alla
fine, a rimontare il loro svantaggio dai
primi. La Bianchi si ritirò addirittura
dalla corsa, non ritenendo equa una
penalizzazione inflitta a Magni per
spinte ricevute sul Pordoi. Il Giro del
1948 venne quindi vinto da Fiorenzo
Magni e Ezio Cecchi arrivò secondo (a
11") causa due incidenti (foratura e
caduta) occorsigli nella tappa
Cortina-Trento. La folla fu ingenerosa
col vincitore che venne accolto da
fischi, sputi e lanci di cuscini. Un
comportamento deprecabile dei presenti
che impedì anche il giro d'onore del
primo in classifica... 3°) Cottur e
Ortelli a 2'e37" - 5° Volpi a
8'24" - 6° Bresci a 9'07" - 7° Brignole
a 9'14" - 8° Gino Bartali a 11'e52" - 9°
Biagioni - 10° Alfredo Martini |
COPPI SANZIONATO, SQUALIFICATO PER UN
MESE ED ESCLUSO DAL GIRO DI FRANCIA |
Prima della partenza per l'ultima tappa
Brescia-Milano la giuria del Giro
d'Italia 1948 emise il seguente
comunicato: "La Giuria delibera
di applicare, nei confronti dei
corridori Coppi, Pasquini, Keteleer,
Vicini e Conte, ritiratisi dal Giro
d'Italia senza giustificato motivo la
sanzione prevista dall'art. 3), comma b,
del Regolamento Giro d'Italia (defalco
della metà dei premi vinti, che saranno
devoluti per una metà all'A.C.P.I e per
l'altra al fondo-corsa). Accertato che
l'infrazione, essendo collettiva,
presenta un particolare carattere di
gravità, deferisce gli stessi al
Consiglio Direttivo dell'U.V.I. per
eventuali provvedimenti disciplinari ."
Dopo l'arrivo del Giro d'Italia 1948,
l'Ufficio di Presidenza dell'U.V.I. si
riunisce d'urgenza e delibera che al
Giro di Francia sarà presente una sola
squadra composta da Bartali, Leoni,
Rossello, V.Corrieri, Salimbeni, Cottur,
De Santis, Feruglio, Biagioni e Ronconi.
Al Giro della Svizzera l'Italia
parteciperà con una squadra composta da:
Martini, Bresci, Casola, Brignole,
Peverelli e Menon... Il comunicato
emesso termina così: "A seguito del
deferimento all'U.V.I., da parte della
Giuria del Giro d'Italia, dei corridori
Coppi Fausto, Vicini, Conte, Pasquini e
Ketleer, della squadra Bianchi, la
giuria d'urgenza dell'U.V.I., ravvisando
nel comportamento dei sopracitati
corridori un grave atto d'indisciplina,
che lede profondamente gli alti
interessi sportivi del ciclismo
italiano, commina a ciascuno di loro la
sospensione da qualsiasi attività per
mesi uno, a partire dal 5 giugno
corrente." F.to il Presidente Rodoni
e il Vice-presidente dott. Borroni.
Proprio una bella mazzata per Coppi &
Co., che scatenerà una ridda di
polemiche. |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT" del 4
giugno 1948 - articoli di Emilio De Martino
e Guido Giardini
*****
"STADIO" del 7
giugno 1948 - articoli di Giuseppe Ambrosini,
Luigi Chierici e Enzo Biagi |
|
AGOSTO 1948 - In una lotta tra giganti della strada
Fausto Coppi vince la "Tre Valli Varesine" |
|
Bartali secondo in una convulsa volata
finale di nove corridori |
Nessuno potrà vantarsi di aver assistito
ad uno spettacolo più impressionate di
quello offerto oggi dalle molte
centinaia di migliaia di sportivi che
hanno preso d'assalto il circuito delle
"Tre Valli Varesine". Ci siamo chiesti
più volte durante l'intensa giornata
cosa sarà il ciclismo del futuro se gli
entusiasmi continueranno a moltiplicarsi
col ritmo di questi anni del dopoguerra.
Lungo i 26,5 chilometri del circuito
c'erano due ali di sportivi pigiati su
diverse file, costretti a rendere più
angusto il manto stradale, in qualche
tratto già stretto per sua natura. I
santi protettori dello sport sono stati
a fianco della "Binda", stupefatti,
felici ma nel contempo molto preoccupati
di tanto successo, certo insperato anche
dai più convinti. Comunque oggi, grazie
al buon senso ed alla comprensione del |
|
pubblico, miracolosamente tutto ha
potuto giungere in porto, fra i patemi
d'animo dei promotori che fino
all'ultimo metro di corsa sono stati col
cuore in sospeso.
A causa della moltitudine di sportivi
presenti sul rettilineo finale, la
volata fra i 9 di testa è stata
abbastanza convulsa ed ha dato poi luogo
a qualche polemica. A cento metri
dall'arrivo lo spazio non era
sufficiente per il dispiegamento dei
corridori e quando Bartali ha cercato di
passare Bevilacqua - che era in testa -
è bastato un lieve ripiegamento forse
involontario di quest'ultimo verso
destra per costringerlo a rallentare e
poi scostare con una mano il veneto
prima di continuare nello sprint. Coppi
invece, che si trovava lanciato sulla
sinistra, poté continuare completamente
libero la sua poderosa azione passando
per primo sul traguardo con meno di una
ruota di vantaggio su Bartali. Nel
dopocorsa le discussioni sono state
inevitabili. I paladini di Bartali sono
convinti che il loro beniamino, senza
l'intoppo, avrebbe vinto; gli altri,
neanche a dirlo, affermano che Coppi
avrebbe vinto comunque. E' stato un vero
peccato che i due rivali non abbiano
potuto disputare la volata in completa
regolarità ed ampiezza per fornire ai
presenti e agli assenti la misura esatta
del loro singolo valore...
Coppi si è ripresentato al gran pubblico
col giustificato desiderio di
confermarsi il grande campione che tutti
conosciamo. Si era preparato
accuratamente ed era convinto di
affermarsi... Contro un Coppi scatenato,
Bartali si è battuto con altrettanta
volontà, rivaleggiando con lui in tutti
i momenti e minacciandolo fino agli
ultimi metri. Le faticose peregrinazioni
su pista post Giro di Francia non hanno
annebbiato la sua forma e ancora una
volta le fatiche non hanno inciso sulla
sua fibra di ferro di questo
inesauribile campione... Magnifico Coppi
dunque e magnifico Bartali, pur
considerandoli sotto i diversi
aspetti...
Per il resto, energica e convincente
prova dei reduci del Tour Pasquini,
Bevilacqua e Biagioni. Superba
dimostrazione di forza dei bravi
Ortelli, Martini, Fondelli e Simonini.
Luciano Maggini ha ceduto nella fase
cruciale. Sfortunati Leoni F. Magni e
Ricci... |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT" di lunedì 9 agosto 1948
ORDINE D'ARRIVO DELLA CORSA - 1°)
Fausto Coppi (Bianchi) che percorre i
265 Km in 7 ore 16'57", alla media di
36,389 - 2°) Gino Bartali (Legnano) -
3°) Bevilacqua Antonio (Lygie) - 4°)
Vito Ortelli (Atala) - 5°) Alfredo
Martini (Wilier-Triestina) ** In virtù
dei punti conquistati, Gino Bartali
capeggia la classifica del Campionato
italiano assieme a Luciano Maggini con
punti 19 - 3°) Fausto Coppi con 16 ***
La Commissione Tecnica Sportiva
dell'U.V.I ha dato il benestare
affiinché al Campionato Mondiale su
strada di Valkenburg siano iscitti i
seguenti corridori: Gino Bartali, Fausto
Coppi, Luciano Maggini, Fiorenzo Magni,
Alfredo Martini, Vito Ortelli, Bruno
Pasquini e Mario Ricci.
Nell'inseguimento su pista parteciperà
A. Bevilacqua |
|
OTTOBRE 1948 - Coppi vince per distacco il GP Ursus
sulle strade di Emilia e Toscana |
|
Nell'ultima prova di campionato Ortelli conquista la maglia tricolore |
Fausto Coppi rtorna vittorioso
nell'ultima prova del Campionato
Italiano, aggiudicandosi per
distacco il GP Ursus davanti a Vittorio
Rossello, Settimio Simonini e Alfredo
Pasotti. Magnifica la prova di Vito
Ortelli, due volte appiedato, che si
libera dei compagni d'inseguimento,
arriva quinto e conquista la maglia
tricolore. Splendida corsa questo primo
Gran Premio Ursus, voluto tenacemente
dagli appassionati dirigenti dello S.C.
Mauro Pizzoli, con Cimatti in testa, che
ha raggiunto tutti i suoi obiettivi. L'
ultima prova del campionato italiano si
è disputata sulle strade dell'Emilia,
con una punta sull'Appennino Toscano e
su un lungo percorso, in alcuni punti
aspro e difficile, con le tre ascese del
Monte Oppio, dell'Abetone e del
Barigazzo. Ha vinto Fausto Coppi,
rinnovando così il successo |
|
dello scorso anno e riconquistando di
forza, con una splendida gara, il posto
che aveva perduto con la nota serie di
errori e di incomprensioni. Coppi tronca
con questa sua nuova affermazione il coro
delle chiacchiere e dei ragionamenti
tortuosi dei «se» e dei «ma». In questo modo
si risponde: con la voce più bella
e più persusiva dello sport. Aspettiamo
adesso che Gino Bartali faccia
altrettanto. Bisogna comprendere,
giustificare e rispettare il suo riserbo
dettato da esatti motivi fisici e
morali. Non tralasciamo però di
rivolgergli il più sano e affettuoso
incitamento perche sappia ritrovare -
anche lui - come certo la ritroverà - la
via dello sport. Abbiamo oggi anche
un'altro vincitore: è Vito Ortelli, il
nuovo campione italiano. A parte le
vicende che hanno travagliato lo scorcio
di stagione, si deve però riconoscere
che il campione romagnolo, ha vinto la
sua battaglia con Luciano Maggini. E'
rimasto staccato dal gruppetto di Coppi
solamente per due incidenti e ha ben
meritato la maglia tricolore, correndo
con cuore, volontà e non comune valore.
Ha anche realizzato il suo sogno di
portare in dono alla sua fidanzata - che
prestissimo sarà sua sposa - la maglia
più bella e desiderata: la maglia
tricolore. Gli atleti che vincono sono
sempre al di sopra di critiche interne o
esterne... |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT" di lunedì
11 ottobre 1948 - sintesi da un articolo di
Emilio De Martino
ORDINE D'ARRIVO DELLA CORSA - Fausto Coppi vince
il GP Ursus percorrendo i 300,200 Km in
8 ore 29'20", alla media di 35,310 Km/h.
- 2) Vittorio Rossello (Legnano) a 40" -
3°) Settimio Simonini (indipendente) a
1'10" - 4°) Alfredo Pasotti (Benotto) a
1'10" - 5°) Vito Ortelli (Atala) a 7'19"
*** Vito Ortelli vince il Campionato
Italiano con punti 27 - 2°) Fausto Coppi
(26) - 3°) Luciano Maggini (24) - 4°)
Gino Bartali (19) - 5°) Antonio
Bevilacqua (13) - 6°) Settimio Simonini
(12). |
|
OTTOBRE 1948 - Coppi vola e fa suo per la terza volta
consecutiva il Giro di Lombardia |
|
UNA FUGA IRRESISTIBILE DI OTTANTATRE'
CHIILOMETRI |
Coppi ha piazzato il suo colpo
all'uscita del controllo-rifornimento di
Asso, a 139 chilometri dalla partenza,
quando ne mancavano 83 all'arrivo.
Quando quest'asso ha letto Asso, l'ha
preso come un richiamo e ha piantato...
in Asso tutta la compagnia. Perchè
bisogna subito dire questo: che la
compagnia in quel momento c'era proprio
tutta, un centinaio di corridori. E da
pochissimo tempo si era ricomposta, dopo
che per tutta la mattinata si era vista
una pattuglia di punta in fuga....
La media era sempre intorno ai 40
all''ora. Pubblico ce n'era poco: la
metà che era per Bartali era assente.
I fautori di Bartali non c'erano,
c'erano solo i fautori di Coppi, che
sarebbe giusto chiamare i faustori,
poiché si tratta di un Fausto... Poche
erano anche le macchine al seguito:
relativamente, si capisce, perchè solo
l'U.V.I. ne aveva sei... Una squadra
agli ordini di Coppi non |
|
avrebbe potuto far meglio: media altissima e
cottura progressiva dei concorrenti,
prima della fatica decisiva della
giornata: il Ghisallo. Non si è capito
perché per il controllo-rifornimento sia
stato scelto Asso e non, per esempio
Como; perchè cioè sia stato scelto un
posto all'inizio delle salite e delle
discese, dove non si può mangiare.
Comunque Coppi, che è un cervello
sopraffino in fatto di tattica, deve
certamente averne tenuto conto sin dalla
vigilia. Al controllo vi è sempre, in
molti corridori, un momento di
rilassatezza, il pensiero del tascapane,
dell'inventario delle cibarie, del
pranzo imminente. Coppi aveva certo
deciso di scegliere quel momento per
non distrarsene, per cogliere anzi gli
avversari nella distrazione. E il
terreno si prestava perfettamente:
subito dopo Asso si erge la salitella di
Valbrona, poi viene la ripida, stretta e
tortuosa discesa su Onno e quindi il
Ghisallo.
Coppi non ha perso un attimo di tempo: è
uscito dal rifornimento tra i
primissimi, ha stretto i cinghietti ed è
scattato, andandosene sotto il naso di
cento avversari che erano ancora intenti
al travaso delle cibarie. Quelli che non
erano nelle prime fila non se ne sono
neppure accorti: si è involato senza
neppure voltarsi indietro e, alle prime
spire della salita su Valbrona, era già
scomparso alla vista degli
inseguitori... Un colpo magistrale, una
delle tante irresistibili prodezze di
Fausto Coppi. |
UNA CORSA STRAVINTA A TEMPO DI
PRIMATO |
Come previsto Fausto Coppi ha
vinto per la terza volta consecutiva
(come Binda ai suoi bei tempi) il Giro
di Lombardia. Il tortonese, secondo il
suo sistema preferito, è giunto solo
all'arrivo con circa 6 minuti di
vantaggio su un gruppetto composto da
Leoni, Rolland, Scheer, Martini,
Ortelli, Ciremi, Giudici, Simonini e dal
sempre più promettente giovane biellese
Astrua. Oltre a vincere alla maniera
forte, dopo avere percorso in solitaria
gli ultimi 83 chilometri all'arrivo,
Coppi ha polverizzato il primato della
corsa, realizzando una media superiore
ai 37 Kmh.
Al via i partenti erano stati 126; tra
le assenze importanti quella di Fiorenzo
Magni, di Ricci, Pasotti, Fornara e Gino
Bartali... Coppi è scappato ad Asso dopo
138,1 chilometri di corsa, ha attaccato
l'erta severa del Ghisallo con grande
sicurezza, mentre alle sue spalle era in
atto una bellissima lotta fra tutti gli
inseguitori.
Tra quelli che rimangono indietro ci
sono Kubler, Schotte, Cottur, Crippa,
Volpi, Roggi e Leoni. Salgono invece con
buona pedalata Ortelli, Bobet, Scheer,
Rolland e l'ammirevole Astrua. Sul
culmine Coppi transita con 2'41" di
vantaggio su Ortelli e Bobet che
precedono di una diecina di metri Astrua
e Leoni. Kubler accusa un ritardo di
4'18", Schotte di 5'02".
Ormai la corsa è decisa: il tortonese
scende a precipizio la ripida discesa
del Magreglio, in alcuni tratti sfiora i
50 Kmh, riattraversa Asso e, sempre
aumentando il proprio vantaggio, vola
verso Milano. Dietro si forma un
gruppetto di nove corridori, ma per loro
non c'è niente da fare perchè chi sta
davanti è Coppi, il più forte passista
del mondo. La folla arriva a poco a
poco: qualcuno è in ritardo perchè non
si aspettava dei passaggi così veloci.
Coppi intanto, coperti gli ultimi
chilometri con andatura da record,
piomba al Vigorelli e applauditissimo
taglia vittorioso il traguardo. Durante
il giro d'onore viene comunicato il
risultato tecnico: meno di 6 ore di
corsa per compiere 222 chilometri, una
media di 37 e mezzo. Il primato del
Lombardia è di Fausto. |
Ordine d'Arrivo del 42° Giro di Lombardia:
1° Fausto Coppi (Bianchi) che percorre i
222 Km in 5 ore 51'55", alla media
oraria di 37,509 - 2° Adolfo Leoni
(Legnano) a 5'45" - 3° Fritz Scheer st.
- 4° Alfredo Martini (Wilier Triestina)
st. - 5° Vito Ortelli (Atala) st.
- 6° Anton Rolland (Francia)
st. - 7° Giuseppe Cirami (Italiano all'estero) st.
- 8° Giancarlo Astrua (Benotto) st.
- 9° Pietro Giudici
(Cimatti) st. - 10° S. Simonini (Inter) |
Da "TUTTOSPORT" del 25
ottobre 1948 - articoli di Carlin e Ruggero
Radice |
|
MARZO 1949 - Fausto Coppi porta a tre le sue vittorie nella Milano-Sanremo
(40a edizione) |
|
CLAMOROSO SUCCESSO DELLA
CLASSICA DI PRIMAVERA |
Tutto il ciclismo internazionale è
ancora una volta riunito a Milano, in
attesa del via della più bella corsa
ciclistica di primavera. I grandiosi
raduni del ciclismo europeo nella sede
della "Gazzetta dello Sport" sono
un'antica tradizione, ma bisogna
riconoscere che lo sviluppo delle
partecipazioni straniere alle nostre
maggiori corse ha assunto in questo
dopoguerra proporzioni sorprendenti.
Molte cose sono evidentemente mutate nel
quadro dello sport popolarissimo di
tutta Europa. Un tempo i grandi fari
internazionali erano le Parigi-Roubaix e
le Parigi-Tours, oggi nessuno discute
più sulla superiore importanze della
Milano-Sanremo, che è divenuta la
maggiore attrazione per tutti. A
conferirle maggiore importanza sportiva
e tecnica ha d'altro canto contribuito
la creazione |
|
del Trofeo intitolato ad Enrico Desgrange ed
Emilio Colombo, gli scomparsi pionieri
dell'organizzazione ciclistica mondiale,
nei cui nomi gli atleti migliori di ogni
Paese si battono per la propria fama
personale e per l'esaltazione delle
rispettive federazioni. La
partecipazione è imponente: 32 francesi,
29 elvetici, 12 belgi. Completano il
quadro straniero 4 spagnoli, 2 olandesi,
2 lussemburghesi ed un austriaco. In
campo rappresentanti di 8 Nazioni e, per
quello che riguarda il settore italiano,
sono schierati tutti i più noti, oltre 8
dei nostri connazionali migliori
residenti all'estero. Le Case presenti
sono ben 24, di cui 3 straniere, senza
contare che molte industrie minori sono
rappresentate nel novero degli oltre 200
partenti. Si può affermare senza tema di
smentita che mai la Milano-Sanremo ha
presentato al pubblico un quadro così
superbo e si è nel vero dicendo che
nessuna corsa europea, di questi tempi,
è stata più completa da ogni punto di
vista.
La Milano-Sanremo non è corsa fine a se
stessa, ma il suo risultato si
proietterà su tutta la stagione
ciclistica del 1949. E' virtualmente la
prima e, in un certo senso, allaccia la
stagione '48 a quella attuale. Dal Giro
di Lombardia i grandi campioni della
strada non si sono più visti in gare
aperte ed importanti...
I due grandi del ciclismo italiano Coppi
e Bartali sono già a Milano. Coppi,
favorito d'obbligo in virtù dei
precedenti successi del '46 e del '48,
nelle prime ore del pomeriggio, ha fatto
visita alla "Gazzetta". Fausto, che
appariva in grandi condizioni fisiche,
chiedeva il passaggio per un amico su
una vettura al seguito. Era in tenuta da
corridore e lo accompagnavano Bobet e
Lambrecht. La sua richiesta sarà
esaminata, come tutte le altre, dal
direttore di corsa... |
Ordine d'Arrivo della 40°
Milano-Sanremo:
1° Fausto Coppi (Bianchi) -
2° Vito Ortelli - 3°
Fiorenzo Magni
Con la Milano-Sanremo del 1949 prende il
via anche la seconda edizione della
Challenge Desgrange-Colombo, che era
abbinata alle seguenti corse:
Milano-Sanremo; Giro delle Fiandre;
Freccia Vallone; Parigi-Roubaix;
Parigi-Bruxelles; Parigi-Tour; Giro
d'Italia; Tour de France; Giro della
Svizzera; Giro di Lombardia. |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT"
del 18 marzo 1949 |
COPPI SCRIVE
DI COPPI: I SEGRETI PER VINCERE LA
"CLASSICISSIMA" DEL CICLISMO |
"L'invito rivoltomi dagli amici del "Guerin
Sportivo" per fare un articolo su
questa bellissima edizione della
Milano-Sanremo mi ha senza dubbio
colpito. Dopo 290 chilometri di corsa
non so se c'è qualcuno che abbia voglia
di scrivere, non dico un articolo -
giacchè gli articoli li scrivono i
giornalisti - ma una sola nota. Lo
faccio in via eccezionale, perché si
tratta degli amici del "Guerin Sportivo"
e perchè, francamente, ho in questo
momento la sensazione di non aver corso,
tanto mi sento bene. Voglio però
precisare di non aver fatto tutte quelle
migliaia di chilometri che mi sono stati
attribuiti troppo facilmente. Se prima
della Milano-Sanremo avessi percorso più
di diecimila chilometri, arriverei al
Giro d'Italia - come
usano dire i giornalisti - arrostito.
Dirò che mi sono preparato con puntiglio
poiché conoscevo il valore dei miei
avversari. Una sensazione mi diceva che
sarebbe stata una corsa tirata alla
morte. Mi sono allora allenato sul
"treno". Per giorni e giorni ho percorso
decine di chilometri con rapporti
speciali a forte andatura. Mi sono
regolato bene nel vitto. Ho mangiato per
gli ultimi 15 giorni minestre di
verdure. Mi sono insomma preoccupato di
far funzionare alla perfezione lo
stomaco, per poter poi ottenere il
massimo rendimento dalle gambe.
E' stata senza dubbio una magnifica
gara, questa "Sanremo". Si è camminato
talmente forte che si sono perfino
battuti tutti i record. Non posso essere
che contento. Ho visto con piacere la
mia squadra funzionare e questo mi
conforta per le prove che dovrò
sostenere nel prossimo futuro. Mi
compiaccio anche del fatto che la corsa
sia riuscita per gli organizzatori che,
questa volta, sono stati veramente bravi".
(firmato Fausto Coppi)
NOTA A
MARGINE: Coppi ha omesso
di dire che, quando assestò il colpo
risolutivo della 40a Milano-Sanremo,
utilizzava in salita il rapporto 50x18,
viaggiando come se si trattasse di un
giochetto da bambini. Il 50x18 sviluppa
5 metri e 94 centimetri. Con tutta
l'energia che aveva ancora nelle gambe,
spingendo un rapporto di quasi sei metri
in salita, è facile rendersi conto di
come gli sia stato possibile staccare
così di colpo tutti quanti e restare ben
presto da solo, polverizzando dal "Capo
Berta" all'arrivo tutto quello che
rimaneva da polverizzare... |
Dal "GUERIN SPORTIVO" del 22 marzo 1949 |
|
MAGGIO 1949
- Irresistibile volo di Fausto Coppi che stacca tutti nel Giro
della Romagna |
|
Magni secondo - Bartali rinviene alla distanza e
finisce la corsa al 4° posto |
La ventiseiesima edizione del Giro della
Romagna ha avuto tre distinte
conclusioni. Una media altissima, un
buon collaudo di giovani corridori ed un
finale travolgente del campionissimo
Fausto Coppi. La media oraria di oltre
38, su quasi trecento chilometri di
percorso, con due salite aspre e ripide
(specialmente l'ultima), è addirittura
spettacolare. Gli stessi corridori, dopo
l'arrivo, ne sono rimasti quasi
sbigottiti. Il collaudo dei giovani è
stato lusinghiero. E' evidente che le
loro forze non sono state sapientemente
sfruttate. Comunque Barducci, Seghezzi,
Bof e Pasotti hanno avuto modo di
dimostrare la loro buona stoffa. Coppi è
stato grande ed ha piegato tutti con
evidente superclasse. A metà del Trebbio
era ancora con Fiorenzo Magni, Fondelli,
Ronconi e Pasotti, ma poi ha detto loro |
|
addio nel vero senso della parola. La pedalata di Fausto
era poderosa, facile e incontrastata; e più si
avvicinava la meta e più aumentava
l'andatura. E' stato un
crescendo irresistibile, quale lo poteva
offrire solo un atleta di capacità
superiori ad ogni aspettativa. Fiorenzo
Magni, giunto secondo al traguardo, ha
condotto un finale di gara da buon
campione. Nonostante una foratura lungo
la discesa del Trebbio, ha ripreso i
suoi compagni verso Faenza, li ha
staccati e infine ha ripreso e superato
anche Ronconi poco prima di Russi.
Purtroppo per la vittoria finale non
c'era più niente da fare; il cronometro
dava un netto progresso a Coppi, via via
che passavano i chilometri, ma lui non
ha desistito, giungendo a Lugo in ottime
condizioni fisiche... Luciano Maggini ha
avuto un incidente di macchina quando
imperversava la lotta: ha saputo
riprendere magnificamente e risalire
posizioni su posizioni, fino a portarsi
col gruppetto di Bartali. Serse Coppi va
sensibilmente migliorando. La
rivelazione della giornata è stato il
toscano Fondelli: ha lasciato la ruota
di Coppi solo a quattro chilometri dalla
vetta del Trebbio, è transitato al
culmine con Magni e Bartali ed è stato
un vero peccato che nei pressi
dell'arrivo sia stato colto da crampi
della fame; voleva ritirarsi, ma ha
saputo reagire con ferrea volontà e ha
difeso a denti stretti la sua combattuta
gara, chiudendo al settimo posto... Gino
Bartali era transitato sul Trebbio con
Fondelli e Magni, a 2'5" di distacco da
Coppi, rinvenendo fortissimo. Nel
finale, insieme a Maggini, aveva
raggiunto il gruppetto alle spalle di
Magni e Ronconi (che si era poi staccato
da Magni per crampi allo stomaco), per
finire la corsa con un onorevole quarto
posto, a 10'30" dal vincitore... Brutta
la gara di Adolfo Leoni, che non sapeva
neppure lui spiegare come erano andate
le cose. Il bravo Adolfo non avrebbe
voluto continuare e solo le paterne
parole di Pavesi e l'aiuto efficace di
Nardini prima e Frosini poi, lo hanno
fatto desistere dal suo proposito di
ritiro. Ortelli, il campione d'Italia,
ha abbandonato a Forlì, in preda ai
crampi che non gli davano tregua... Vi
sono stati alcuni incidenti: il più
grave è quello di Introzzi, caduto in
seguito all'urto con una bambina che ha
improvvisamente attraversato la strada
nei pressi di Forlì. Trasportato
all'ospedale di Cesena, i medici ne
hanno disposto l'immediato ricovero con
prognosi riservatissima... |
Da "MATTINO SPORT" del 9 maggio 1949 -
sintesi da un articolo di Francesco Pestelli
ORDINE D'ARRIVO DELLA CORSA:
1°) Fausto Coppi che compie i 296 Km del
percorso in 7 ore 45'52", alla media di
Km/h 38,029 - 2°) Fiorenzo Magni a 3'50"
- 3°) Ronconi a 6'07" - 4°) Bartali a
10'30" - 5°) Luciano Maggini - 6°) Serse Coppi
CLASSIFCA DEL CAMPIONATO ITALIANO dopo il Giro della Romagna: 1°)
Fausto Coppi con 18 punti - 2°) Fiorenzo
Magni (14) - 3°) Bartali, L.Maggini e
Leoni (11) - 6°) Tosi (5) - 7°) Casola
(4) - 8°) Conte (3) |
|
APRILE 1954 - Coppi iscrive il suo nome anche nell'albo
d'oro del Giro della Campania |
|
VOLATA VITTORIOSA SULLA PISTA
DELL'ARENACCIA |
Il Giro della Campania del 1954 è stato
tutto un susseguirsi di fughe, dalla
partenza all'arrivo. Hanno preso il via
dalla Paganellla, alle 9,30 in punto, 92
corridori. Tra le assenze di rilievo
quella di Fornara, che era
febbricitante. Il piano tattico di Coppi
è riuscito in pieno: egli ha mandato
all'attacco Gismondi e Gaggero (come al
Giro della Calabria), poi, in salita,
proprio lungo le spire della lunga rampa
di Torre di Chiunzi, come previsto, ha
sferrato l'offensiva che doveva portarlo
al meritato trionfo.
Ha vinto in una volata a quattro, col
compagno di squadra Gismondi, il
francese Bernard Gauthier, autore anche
lui di una prova bellissima, e il
giovane Monti, confermando così non solo
il pronostico ma anche la sua
invidiabile condizione di forma e lo
spirito di combattente che lo ha animato
fin dall'inizio della stagione.
Finalmente il tortonese ha potuto
scrivere il suo nome nell'albo d'oro
della classica corsa campana.
E' lo ha fatto a caratteri maiuscoli,
dopo una prova superba, che si è |
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svolta su temi identici a quella di
Reggio C. Dopo una serie interminabile
di fughe, gli assi si sono ritrovati ad
avere oltre cinque minuti di ritardo.
Coppi, padrone dei suoi mezzi, non si è
certo perso d'animo e sulla salita di
Chiunzi è entrato in azione staccando
Bartali, Magni, Robic e tanti altri,
scattando come una furia e riprendendo
via via diversi fuggitivi. A 58
chilometri dall'arrivo, sulla sommità di
Chiunzi, aveva ancora tre minuti di
ritardo. Ma nella discesa, fresco e
sicuro di sè, è stato protagonista
dell'eccezionale impresa di ridurre ed
infine annullare il distacco che lo
separava dagli ultimi fuggitivi,
unendosi così a B.Gauthier, Astrua,
Gismondi, Accordi, Serena, Monti e
Barducci che lo precedevano. A quel
punto mancavano solo 20 chilometri
all'arrivo.
Entrava allora in azione Gauthier che,
visto Astrua in difficoltà, allungava su
una salitella verso il termine
dell'autostrada portandosi dietro Coppi,
Monti e Gismondi, mentre tutti gli altri
dovevano cedere.
Sulla pista dell'Arenaccia si è avuto
così un finale di gara a quattro, con la
folla che era come impazzita alla vista
di Coppi in maglia iridata e aveva preso
a scandire a gran voce il suo nome, come
per aiutarlo a cogliere quella vittoria
che sembrava ormai matura. Monti a
150 metri dal traguardo si rialzava
mentre Fausto scattava durante l'ultima
curva e balzava in testa dopo aver
superato il francese che ormai aveva
esaurito le energie. Sulla linea
d'arrivo Coppi transitava primo con due
macchine su Gismondi che, a sua volta,
aveva suparato Gauthier. |
Ordine d'Arrivo del 22° Giro della
Campania:
1° Fausto Coppi (Bianchi) che percorre i
258 Km in 6 ore, 40'10" alla media di
37,650 Kmh - 2° Michele Gismondi
(Bianchi) a 3" - 3° Bernard
Gauthier (Mercier) st - 4°
Bruno Monti (Arbos) st. - 5° Renzo
Accardi (Guerra) a 2'15" - 6°
Giancarlo Astrua (Atala) a 3' - 7°
Serena (st) - 8° Barducci (st) -
9° Robic a 5' - 10° Gino Bartali
(st) |
Da "TUTTOSPORT" del 5 aprile
1954 - articolo di Ruggero Radice |
Questo era Fausto Coppi, un tipo che
alla veneranda età (per un atleta!) di
35 anni, dopo aver vinto tutto e più di
tutto, si permetteva di farsi staccare
dai primi di oltre cinque minuti per poi
recuperare tutto da solo il ritardo
accumulato e vincere la volata finale,
dopo aver profuso un mare di energie
nell'inseguimento. Questo era Fausto
Coppi, il campionissimo del ciclismo... |
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