| 
					  | 
				 
					
					| 
					
					 | 
				 
				
                      | 
						 | 
                     
				
                      | 
						 
						
						Archivio di grandi eventi 
						nazionali ed internazionali, 
						inchieste, reportages su 
						quotidiani e riviste celebri  | 
                     
				
                      | 
						  | 
                     
				
					| 
					 
					FINESTRE APERTE 
					SUL TERRITORIO  | 
				 
				
                      | 
                         
						  
                        GENOVA 
                       | 
                     
				
                      | 
						 
						Il
						capoluogo della Liguria 
						ha il centro storico più grande 
						d'Europa. Nel 2004 è stata la 
						"Capitale Europea della Cultura"...  | 
                     
				
                      | 
                         
						  
                        EUROFLORA  | 
                     
				
                      | 
						 
						In
						primavera, ogni 5 anni, 
						 alla Fiera di Genova va in scena 
						lo spettacolo dei fiori per eccellenza. 
						I giardini più belli del mondo...  | 
                     
				
                      | 
                         
						  
                        VIA FRANCIGENA  | 
                     
				
                      | 
						 
						Col
						Giubileo del 2000 è stata 
						definitivamente rivalutata 
						 la via di Sigerico, che i pellegrini 
						percorrevano a piedi fino a Roma, 
						 in segno di pentimento...  | 
                     
				
                      | 
                         
						  
                        PARCO	DEL MAGRA  | 
                     
				
                      | 
						 
						A 
						Gennaio 2008 il Parco Naturale 
						Regionale del Magra è il territorio 
						eco-certificato più esteso d'Europa...  | 
                     
					
                      | 
                         
						  
                        
                        GOLFO DELLA SPEZIA  | 
                     
					
                      | 
						 
						Tra la punta 
						di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più 
						profonde insenature di tutto il litorale occidentale 
						italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella 
						quale è incastonata La Spezia, città sede di porto 
						militare e mercantile, che oggi è anche punto di 
						attracco per le navi da crociera...  | 
                     
					
                      | 
                         
						  
                        
						LE CINQUE TERRE  | 
                     
					
                      | 
						 
						Cinque 
						borghi marinari il cui destino è sempre stato 
						storicamente legato alla terra e all'agricoltura
						piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della 
						Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i 
						Patrimoni Mondiali dell'Umanità...  | 
                     
				
                      | 
                         
						  
                        LA VAL DI MAGRA  | 
                     
				
                      | 
						 
						Nobili,
						vescovi, mercanti e pellegrini 
						lungo l'asse della Via Francigena. 
						 Culture differenti 
						per storia e tradizioni, 
						nei secoli, si sono sovrapposte 
						 e hanno permeato il territorio con 
						i segni del loro passaggio...  | 
                     
				
                      | 
                         
						  
                        LA VAL DI VARA  | 
                     
				
                      | 
						 
						La
						"Valle dei borghi rotondi" 
						è anche conosciuta come 
						la "Valle del biologico" per le sue 
						produzioni agricole ottenute con 
						metodi antichi e naturali. 
						Varese Ligure nel 1999 è stato il 
						1° comune ecologico d'Europa...   | 
                     
				
                      | 
                         
						  
                        LA LUNIGIANA  | 
                     
				
                      | 
						 
						La
						"Terra	della Luna", in Italia, 
						ha la più alta concentrazione di 
						antichi castelli. Se ne contano 
						circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente 
						conservati...  | 
                     
				
                | 
				  | 
              	 
				
                | 
				  | 
              	 
				
                | 
				  | 
              	 
					
					|   | 
					 
					
					| 
					 
				
				Fotografie © 
				GIOVANNI MENCARINI  | 
					 
				
                | 
				   | 
              	 
				  | 
			
				
              
                | 
						
						Le Cinque Terre  
						
						Non solo mare... | 
               
              
                
				
                    
                      
							
							  | 
                      
				
					
						
						L'ottavo giorno, 
						dopo essersi riposato, Dio disse fra sé e sé: "Manca 
						ancora qualcosa...". 
						E creò le 
						Cinque Terre. | 
					 
					
						|   | 
					 
					
						| 
						  | 
					 
				 
						 | 
                     
                    | 
               
              
                
				
					
						| 
						 Blocco Notes  | 
						
						Patrimonio 
						Mondiale dell'Umanità | 
					 
				 
				 | 
               
              
                
				
                          
                            
                                Le Cinque Terre sono un lembo di costa della 
								Riviera orientale ligure appartenente ai comuni di Riomaggiore,
								Vernazza e Monterosso. 
								Contribuiscono alla loro denominazione anche 
								Manarola (frazione di Riomaggiore) e Corniglia
								(frazione di Vernazza). 
								Il territorio, posto in provincia della Spezia,
								è molto frastagliato, con coste rocciose a picco sul mare
								e colline retrostanti alte più di 500 metri sulle quali si 
								trovano altre amene località di villeggiatura (Groppo, 
								Volastra, 
								San Bernardino ecc.). 
								Nel 1997 le Cinque Terre sono state inserite 
								dall'Unesco nella lista dei Patrimoni Mondiali 
								dell'Umanità. Dal 1998 le acque antistanti 
								la costa fanno parte di un'Area Marina Protetta. 
								Per meglio illustrare le caratteristiche 
								delle Cinque Terre basta riferirsi a quanto 
								scrisse lo storico, geografo e vescovo Mons. 
								Agostino Giustiniani (vissuto tra il 1470 e il 1536) 
								nel suo lavoro "Descrittione della Lyguria", 
								che è il resoconto di un viaggio da lui compiuto 
								da Ponente a Levante, istruttivo come pochi, 
								dove si citano abitanti, frutti della terra e 
								del lavoro, centri e modi di vita.  | 
                           
                          
                            
						
				
					
					
						
							
							
						       
							La Via dell'Amore, un sentiero tribolato | 
						 
						
							| 
							 
							Molti 
							turisti arrivano nelle Cinque Terre principalmente 
							per percorrere la «Via dell'Amore», un 
							sentiero di poco meno di un chilometro scavato lungo la 
							costa rocciosa tra Riomaggiore e Manarola; una 
							passeggiata a mare che congiunge questi due paesi a 
							cui, inizialmente, venne dato il nome di 
							«Strada Nuova». 
							Le vicende della Via dell'Amore iniziano negli anni 
							Venti dello scorso secolo, durante i lavori di 
							ampliamento della galleria ferroviaria effettuati 
							dall'impresa Tameo. Il primo tratto era un sentiero 
							strettissimo, scavato nella roccia, che partiva 
							sopra la stazione di Manarola per raggiungere la 
							polveriera sistemata sui dirupi del Vaolungo, 
							verso Riomaggiore. Terminati i lavori, tutto venne 
							abbandonato. 
							Nel 1928 però si installò in zona la ditta che 
							doveva bucare la galleria Biassa in direzione di La 
							Spezia. C'era nuovamente l'esigenza di sistemare una 
							polveriera lontano dall'abitato. 
							I tecnici chiesero allora un consiglio a tal 
							Vittorio Benvenuto, che li stava alloggiando, il 
							quale indicò come luogo idoneo i dirupi della 
							«Banca» verso Manarola: egli sperava che 
							tracciassero un sentiero per raggiungerla e per 
							questo concesse anche il passaggio in un suo terreno. 
							La popolazione inoltre riteneva che i sentieri delle due 
							polveriere potessero dopo essere prolungati fino al 
							loro congiungimento sullo spiazzo che le ferrovie 
							avevano costruito nella «Batternara». Questa idea 
							ebbe un forte impulso anche grazie al commerciante 
							Alessandro Andreoli, «Lissandrin» 
							per la gente, poeta e oratore per vocazione, amante 
							delle cose belle e strane. 
							Lissandrin disse al podestà che la Strada Nuova 
							andava fatta a tutti costi e che gli uomini 
							necessari, se il comune non avesse avuto i mezzi, li
							avrebbe pagati lui. La proposta venne accolta. 
					        Furono tre mesi di duro e pericoloso lavoro: il 
				        	minatore Pietro Manara e il suo giovane aiutante 
			         		Giuseppe Andreoli «Pin dei Dria», spararono circa 14 
					        mine tutti i giorni, nell'arco di 12 ore, per far 
					        saltare la roccia del Vaolungo e dare vita alla 
					        Strada Nuova. 
					        L'appellativo odierno è dovuto agli innamorati del luogo i 
					        quali scoprirono subito quanto fosse romantico quel sentiero 
					        e facile da raggiungere; appartato quel tanto che bastava a
					        concedersi qualche momento d'intimità, ma non così nascosto
					        per poter sfuggire alla vista e alle ire dei genitori. 
					        Proprio uno di questi innamorati, un giorno, pensò bene di
					        apporre con un pezzo di calce, sulla porta della polveriera
					        in disuso, la scritta «Via dell'Amore». 
					        Ai nostri giorni l'abbandono delle coltivazioni nei vigneti
					        sovrastanti è stato ed è fonte di movimenti franosi che possono 
					        determinare la chiusura del sentiero per motivi di 
					        sicurezza. Un'importante azione di restauro e
					        consolidamento era stata compiuta negli anni 
					        Novanta quando l'Unione Europea aveva stanziato 2 miliardi 
					        delle vecchie lire necessari anche a recuperare tratti 
					        storici del paese.  | 
						    
						
							| 
							
							News | 
						 
						
							
							
							Ottobre 2024 - La Via dell'Amore è 
							stata nuovamente chiusa al pubblico in seguito al 
							distacco di altro materiale roccioso dalle pareti 
							collinari che la sovrastano. Il fatto è avvenuto nello stesso punto in cui, 12 
							anni fa, si era generata una frana che aveva causato 
							il ferimento di 4 turiste australiane. Questa volta 
							alcuni massi hanno invaso il sentiero più famoso 
							d'Italia dopo avere sfondato le reti di 
							contenimento. Quello più pesante ha colpito la 
							galleria protettiva che sovrasta parte del percorso 
							procurando un vistoso buco sul suo soffitto. 
							Pertanto, essendo venuti a mancare alcuni requisiti 
							necessari per la sicurezza dei visitatori, il comune 
							di Riomaggiore ha preso la decisione di chiudere 
							la strada. 
							Per onor di cronaca già il 19 di ottobre la Via 
							dell'Amore aveva subito una breve chiusura in quanto 
							si era verificato l'incendio di un compressore 
							utilizzato dalla ditta che effettua le manutenzioni 
							e le fiamme si erano poi propagate anche alla 
							struttura dove il macchinario era ricoverato. Il 
							rogo era stato poi domato dai vigili del fuoco 
							accorsi sul posto. 
							Dopo questi ennesimi sfortunati episodi, tecnici ed 
							operai sono al lavoro per riportare la situazione 
							alla normalità. L'intendimento e' quello di poter 
							riaprire il sentiero prima delle feste natalizie. | 
						 
						
							| 
							
							News | 
						 
						
							
							
							Luglio 2024 - Dopo un'interruzione 
							durata circa 12 anni, il giorno 19 luglio 2024 è 
							ritornato praticabile l'intero percorso della Via dell'Amore. 
							L'estate scorsa c'era già stato un piccolo preludio 
							a questo avvenimento quando un tratto di circa 170 
							metri era diventato nuovamente fruibile a cittadini, 
							turisti, visitatori. 
							L'intero percorso fa parte del Sentiero Azzurro, che 
							conduce da Riomaggiore a Monterosso, ed è 
							sostanzialmente tutto pianeggiante lungo le 
							scogliere a picco sul mare. Questo tratto iconico 
							delle Cinque Terre, che misura circa 900 metri, è stato 
							oggetto di un intervento molto complesso di messa in 
							sicurezza e riqualificazione che ha visto anche 
							l'impiego dell'edilizia acrobatica. Il sentiero era 
							stato infatti chiuso nel settembre 2012 quando un 
							importante movimento franoso aveva anche causato il 
							ferimento di alcuni turisti australiani. 
							Nel giorno dell'inaugurazione ci sono stati grandi 
							festeggiamenti affinché l'evento venga ricordato non 
							solo alle Cinque Terre ma in tutto il mondo. | 
						 
						
							| 
							
							Gennaio 2022 - Il giorno 14 è stato 
							aperto il cantiere per l'effettuazione dei lavori 
							descritti qui sotto che dovrebbero essere completati 
							in circa 2 anni e mezzo. | 
						 
						
							
							
							Gennaio 2021 - Dalla Regione Liguria si 
							apprende che la conferenza dei servizi ha approvato 
							il progetto esecutivo delle opere per la messa in 
							sicurezza del sentiero. Come previsto dalle norme di 
							legge, il documento sarà ora sottoposto a verifica 
							prima che venga indetta la gara di appalto dei 
							lavori su base europea. Per questa emergenza 
							territoriale sono stati stanziati ulteriori 4,5 
							milioni di euro che portano l'investimento 
							complessivo a 16,5 milioni. 
							Il fronte roccioso che sovrasta il percorso sarà 
							definitivamente consolidato con l'adozione di 
							infrastrutture atte ad impedire la caduta di rocce e 
							altri materiali. 
							L'integrazione nel paesaggio delle opere previste 
							sarà realizzata con l'inserimento di elementi 
							vegetali individuati tra le specie locali, tenuto 
							conto della straordinaria qualità del bene culturale 
							e del contesto paesaggistico da consolidare, 
							valorizzare e restituire alla comunità. Non va 
							infatti dimenticato che l'area interessata si trova 
							all'interno di un parco nazionale e un sito Unesco, 
							Patrimonio Mondiale dell'Umanità. | 
						 
						
							
							
							Dicembre 2017 - La Regione Liguria ha ottenuto dal Governo 
					        7 milioni di finanziamento che verranno impiegati per 
				        	sostenere la parete rocciosa, ripristinare i parapetti del 
					        percorso e migliorare la segnaletica turistica. 
					        Il progetto dovrebbe essere completato nel corso del 
					        2018. L'inizio lavori è previsto per il 2019 e, se i tempi 
					        verranno rispettati, l'intero sentiero potrebbe essere 
					        riaperto nella primavera del 2021. | 
						 
						
							| 
							  | 
						    
						  | 
				 
			  | 
                           
                          
                            
                              Sulle Cinque Terre egli descrive il proprio sbalordimento di 
								fronte al lavoro, fatica di generazioni, che ha	reso coltivabili 
								montagne aride e a precipizio, 
								tutte infine disseminate di vigne, "alla 
								vindemia delle quali in qualche luoghi è 
								necessario che gli huomini si calino dalle rupi 
								ligati nel mezzo per una corda". E il vino 
								che ne risulta è eccellente, celebre in quasi 
								tutto il mondo e servito alla mensa di baroni, 
								principi e re. 
								Si capisce pertanto che il destino di questi 
								cinque borghi marinari è sempre stato 
								storicamente e insolitamente legato alla terra e 
								all'agricoltura piuttosto che alla pesca, se si 
								eccettua un'importante tonnara che è esistita a 
								Monterosso fino alla metà dell'Ottocento (vedi 
								note più sotto). 
								Il paesaggio delle Cinque Terre è dominato 
								dall'impianto dei vigneti, posti sulle terrazze 
								o fasce (localmente, ciàn), 
								costruite in antichità con fatica, alcune delle 
								quali nel recente passato hanno sofferto di 
								scarsa manutenzione ed abbandono. I pendii o 
								muri a secco tra una fascia e l'altra si 
								chiamano poggi (localmente, pòzi); 
								le vigne si coltivano per lo più col sistema a 
								pergolato (autedu, da altus), 
								sostenuto ai limiti del vigneto da pali 
								(localmente, pai). 
								Costituito nel 1999, il Parco Nazionale delle 
								Cinque Terre sta facendo opera di recupero 
								di terreni incolti, concedendo appezzamenti 
								in uso gratuito, per conservare gli equilibri 
								ecologici, tutelare il paesaggio e salvaguardare 
								i valori antropologici del luogo. 
								Per valorizzare e migliorare l'accoglienza 
								delle Cinque Terre, nel 1996 è nato un 
								Consorzio Turistico che ha sede legale a 
								Monterosso ed è composto da numerosi esercizi 
								commerciali tra alberghi, ristoranti, bar ed 
								attività collaterali. 
								Di questi tempi, soggiornando alle Cinque Terre, 
								è molto raro sentire parlare in italiano... | 
                           
                          
                            | 
                              
                              ● Riomaggiore | 
                           
							
                            
                              Il primo paese delle Cinque 
								Terre che si incontra provenendo dalla Spezia in 
								auto attraverso la strada litoranea n. 370 è Riomaggiore. 
								Il borgo è stretto tra una scoscesa 
								collina ed una ripida scogliera e le sue tipiche 
								case torri dai colori pastello crescono sulle 
								sponde del torrente omonimo, il «Rivus Major» 
								dei Romani. 
								Alla fine dell'Ottocento vi soggiornò più 
								volte il grande pittore «macchiaiolo» 
								Telemaco Signorini che amò intensamente il 
								piccolo paese e seppe coglierne la bellezza 
								scenografica, il sereno paesaggio e l'intima 
								poesia, insieme ai vivi colori del mare, della 
								costa selvaggia, dei terrazzamenti coperti di 
								vigne, uniti allo spirito dei luoghi e al 
								carattere della gente. 
								Secondo tradizione, Riomaggiore 
								venne fondato nell'VIII secolo quando un gruppo 
								di Achei vi trovò rifugio per scampare alle 
								persecuzioni dell'imperatore bizantino Leone III. 
								Il suo sviluppo, come quello 
								degli altri borghi delle Cinque Terre, è dovuto 
								agli abitanti dell'entroterra, in particolare 
								della Val di Vara, i quali scesero verso la 
								costa in cerca di una clima più mite per 
								coltivare vite e olivo. 
								Le prime notizie storiche di Riomaggiore risalgono
								al 1239 quando gli abitanti di Carpena entrarono
								a far parte della Compagna genovese. 
								Le sue abitazioni sono tutte differenti per 
								colore, struttura e dimensioni: una tipicità di 
								questi luoghi che li rende molto originali senza 
								però generare una sensazione di disordine urbanistico.
								Si tramanda che queste differenziazioni fossero 
								utili ai marinai nel riconoscere la propria 
								dimora anche dal mare. 
								Sulla collina del borgo si erge una fortezza di 
								origine medievale (il Castello) fatta costruire 
								da un signorotto della Repubblica di Genova nel XIII 
								secolo per difendere la popolazione dagli attacchi dei 
								Saraceni. L'edifico a base quadrata, con due 
								torri circolari e tozze, nel XIX secolo venne 
								riempito di terra e trasformato in un cimitero. 
								Dopo un'importante opera di restauro si presenta 
								oggi al turista con i caratteri dell'antico 
								bastione dal quale si può godere di un 
								bellissimo panorama su tutto il litorale 
								La chiesa
								parrocchiale, di origini trecentesche, è dedicata a San Giovanni 
								Battista mentre dalla parte opposta ai resti della cinta muraria si 
								trova la chiesa di San Lorenzo, edificata tra il 
								1338 e il 1375 dai maestri antelami, secondo una 
								tipologia diffusa in zona e tipica della cultura 
								architettonica genovese del XII e XIII secolo. 
								Dall'alto domina il borgo il 
								Santuario di Nostra Signora di Montenero che 
								viene venerata durante la Pentecoste. 
								Fino al XVIII secolo
								Riomaggiore si distinse per la coltivazione dei 
								gelsi, poi sostituiti dai limoni, ma l'economia 
								locale non raggiunse mai livelli esaltanti di 
								floridezza. Ora è circondato da vigneti e 
								oliveti, un tempo molto fiorenti, oggi limitati a degli 
								appezzamenti tra le terre incolte oggetto di 
								recupero da parte del Parco 
								Nazionale delle Cinque Terre (che qui ha sede legale). 
								Lo sperone roccioso della Beccara sovrasta la 
								celeberrima "Via dell'Amore" che da Riomaggiore 
								porta a Manarola, un sentiero sospeso fra cielo 
								e mare che nel mondo è diventato il simbolo 
								delle Cinque Terre. L'incantevole panorama 
								naturale, su cui ha necessariamente inciso anche 
								mano umana, trova spazio su rocce che risalgono 
								a 50 milioni di anni fa. 
								Oltreché attraverso la strada statale litoranea, Riomaggiore è 
								raggiungibile in treno grazie alla linea 
								ferroviaria La Spezia-Genova (per le Cinque 
								Terre ci sono treni navetta in arrivo e partenza 
								ogni 30 minuti); nel periodo estivo è attivo un 
								servizio di battelli sia da La Spezia che da 
								Portovenere che lo collega anche agli altri 
								borghi limitrofi. | 
                           
							
                            | 
                              
                              ● Manarola | 
                           
							
                            
                              Frazione di Riomaggiore, situata su un piedistallo 
								roccioso a picco sul mare, Manarola si presenta come un 
								agglomerato
								compatto di case vivacemente 
								colorate, molte con una terrazza sul tetto - la 
								tipica «ciassola» - dove in settembre, dopo la 
								vendemmia, si usava stendere al sole per circa 
								un mese i grappoli migliori per ottenere lo
								Sciacchetrà che, alla pari del vino Cinque 
								Terre, è prodotto anche negli altri comuni e 
								nelle zone di "Tramonti" di Biassa e Campiglia, 
								con le stesse uve. 
								Il lungo appassimento determina una gradazione maggiore
								(circa 18°)	rispetto all'altro (circa 11°). Dal 1973
								ambedue questi vini della costa spezzina fruiscono del 
								marchio DOC (denominazione di origine controllata). 
								La via principale di Riomaggiore scorre 
								sopra un torrente coperto e termina nella 
								caratteristica caletta tagliata nella roccia 
								dove le barche vengono issate e calate in mare 
								grazie ad uno scivolo in muratura. 
								Nella parte alta del borgo è caratteristica la 
								piazzetta dove si affaccia la
								parrocchiale
								di San Lorenzo. 
								Con una camminata a piedi di circa mezz'ora, 
								attraverso un sentiero che scorre tra viti ed 
								ulivi secolari, si può raggiungere la sommità 
								della collina di Volastra, un'altro ameno borgo nel 
								comune di Riomaggiore. Nel piazzale alberato di fronte al 
								Santuario
								della Madonna della Salute 
								ci sono tavoli attrezzati per un pic-nic e la 
								vista può spaziare sull'incantevole panorama 
								disegnato dal mare e dalle colline circostanti. | 
                           
							
                            | 
                              
                              ● Corniglia | 
                           
							
                            
                              Frazione di Vernazza, 
								il borgo ha un aspetto più 
								agricolo che marinaresco ed è l'unico le cui 
								case non sono lambite dalle acque in quanto 
								sorge sulla sommità di un promontorio. Le 
								colline circostanti sono rigate dai terrazzamenti
								(i «cian») ove si coltiva la vite e l'ulivo. 
								Il primo tratto di sentiero che porta 
								a Vernazza è protetto da un alto muretto a secco 
								che ripara dal sole e dal vento che può spirare 
								fortissimo dal mare; in mezzo ad ulivi secolari, 
								il percorso sale fin sulla sommità delle colline 
								coperte da lecci e pini marittimi. A metà 
								cammino, attraverso un sentiero a pagamento,
								volendo si può scendere al mare, per 
								raggiungere la amena e solitaria spiaggia di Guvano, 
								tanto amata dai naturisti. 
								Il santuario
								di Nostra Signora delle Grazie, posto 
								sul colle di San Bernardino, secondo tradizione 
								sarebbe stato edificato in seguito al passaggio 
								del predicatore francescano Bernardino da Siena, 
								intorno al 1485. L'intitolazione alla Madonna 
								risale ad un'epoca successiva, anche se nella 
								chiesa già si venerava un'immagine della 
								Vergine. Un culto che ebbe un rinnovato impulso 
								quando gli abitanti di Corniglia decisero di 
								rimettere a nuovo una tela raffigurante Maria 
								ormai sbiadita dal tempo, ma recatisi in chiesa 
								trovarono miracolosamente l'immagine splendente 
								di colori, come se qualcuno l'avesse appena 
								ridipinta. 
								Nel nucleo storico di Corniglia sorge la 
								Chiesa di San Pietro, costruita nel XIV 
								secolo sui resti di un preesistente edificio 
								sacro. Sulla grande facciata in pietra, che fa 
								da prestigioso biglietto da visita all'impianto 
								basilicale a tre navate, spiccano l'alta 
								gradinata e il portale lunettato, lo stupendo 
								rosone marmoreo e la sequenza degli archetti 
								pensili che sottolineano il cornicione. | 
                           
							
                            | 
                              
                              ● Vernazza | 
                           
							
                            
                              Vernazza
                                (l'antica Vulnetia) 
								conserva il caratteristico aspetto di borgo 
								medievale e vanta le più remote tradizioni 
								marinare di tutte le Cinque Terre. 
								Per un certo periodo è stato l'unico porticciolo del 
								territorio ad essere stato proclamato 
								dall'Unesco "Patrimonio Mondiale dell'Umanità". 
								Le alte case abbarbicate sul promontorio sono raggruppate ad 
								anfiteatro intorno ad un piccolo approdo. In 
								questo modo, storicamente, ci si difendeva dalle 
								incursioni dei pirati saraceni che in queste 
								acque scorrazzavano in lungo e in largo. Gli 
								edifici sono sovrastati dalle possenti mura difensive e l'antica 
								Torre
								del Castello. 
								La salita al Castello è quanto di più vario si 
								possa immaginare: agli stretti e bui carrugi si 
								intersecano ripidissime le «arpaie» (strette 
								scalinate), sopra le porte delle variopinte 
								abitazioni occhieggiano piccole nicchie con 
								statuette votive. 
								Le prime notizie certe di Vernazza risalgono al 1080, 
								anno in cui venne menzionato per la prima volta 
								il  castrum del paese dove si firma l'atto 
								con cui è donata al monastero di San Venerio del 
								Tino la corte di Frasso in Corsica. Con la 
								vendita di Portovenere, nel 1139 Vernazza passò 
								in mano ai genovesi, cui il paese resterà 
								legato. Nel XIII secolo il suo piccolo porto 
								divenne un polo di aggregazione all'interno del 
								nascente borgo il cui primo nucleo era sorto a 
								mezza costa intorno al Santuario di Nostra 
								Signora di Reggio. Nella navata di destra della 
								chiesa c'è una nicchia all'interno della quale 
								venivano introdotti bambini portatori di handicap,
								alcuni dei quali ne uscivano poi miracolati. 
								Sulla piazzola di fronte alla chiesa 
								parrocchiale di Santa Margherita di Antiochia, dal
								caratteristico campanile ottagonale, si aprono vecchi
								portici e caratteristici esercizi commerciali. 
								L'edificio sacro, alla pari di San Fruttuoso di 
								Camogli e San Pietro di Portovenere, è un 
								esempio suggestivo di architettura religiosa 
								legata agli elementi naturali. A differenza 
								delle altre chiese delle Cinque Terre, arroccate 
								sul alti pendii per difenderle dalle incursioni 
								di aggressori provenienti dal mare, questa nasce 
								sull'acqua, fondandosi in buona parte sulla 
								scogliera alla quale si aggrappa scaricandovi il 
								suo peso tramite un profondo arcone. 
								Una piccola chiesetta collinare che sovrasta 
								Vernazza è quella di Santa Croce, costruita in 
								pietra e risalente al 1564. Da una diecina 
								d'anni è stata restaurata e riaperta grazie ad 
								un gruppo di volontari del paese. 
								Sul mare	e caratteristica la grotta della Maimuna,
								una	caverna lunga e stretta dove alla fine si trova 
								una piccola spiaggia sabbiosa. L'acqua è limpida 
								e fredda, con qualche insidia coma le murene. Il 
								nome Maimuna è citato nelle Mille e una notte. 
								Nel porticciolo fanno scalo i battelli che 
								effettuano il servizio turistico da La Spezia e Portovenere. | 
                           
							
                            | 
                              
                              ● Monterosso | 
                           
                          
                            
                              	Monterosso è l'ultimo borgo 
								delle Cinque Terre che si incontra viaggiando 
								dalla Spezia in direzione Genova. La sua urbanistica è 
								sicuramente più simile a quella di una piccola 
								cittadina e per questo motivo è anche quello che 
								meglio può assorbire un turismo di massa, 
								soprattutto dopo che le "cinque sorelle" sono 
								state dichiarate dall'Unesco "Patrimonio 
								Mondiale dell'Umanità". 
								La spiaggia di Fegina e quella di fronte al 
								centro
                                storico hanno un discreto sviluppo 
								lineare e presentano una buona percentuale di 
								sabbia, cosa che le rende adatte ad una 
								balneazione per famiglie, anche con bambini 
								molto piccoli, che sappiamo necessitare di 
								alcune comodità al seguito (passeggino, 
								ombrellone, oggetti gonfiabili ecc..). 
								Nel periodo estivo, Monterosso al Mare è sempre 
								stato meta di gitanti locali che partivano in 
								treno dalla Lunigiana o dalla Val di Magra per 
								andare a fare il bagno nella sue bellissime spiagge. 
								La località Fegina, dove è posta la 
								stazione ferroviaria, è separata dal centro 
								storico da una collinetta dove insistono il 
								Convento dei Cappuccini e, ancora più in alto, i resti del 
								Castello dei Fieschi, oggi inglobati nel 
								locale cimitero. 
								Dalla parte nord a quella sud (e 
								viceversa) di Monterosso si accede attraverso 
								una galleria dismessa del vecchio tracciato 
								della linea ferroviaria La Spezia-Genova, che è 
								sottoposta a ZTL (zona a traffico limitato) ma 
								dotata di corsia per il transito pedonale. 
								Coloro che sono più allenati possono salire e 
								ridiscendere attraverso un'ampia e panoramica 
								scalinata che lambisce la "Torre Aurora", una 
								struttura difensiva fatta erigere dai genovesi a 
								protezione della costa. Lungo il costone roccioso  
								la vista può abbracciare un vasto tratto di 
								litorale: da un lato la scoscesa Punta 
								Mesco, dominata dalle rovine dell'Abbazia di 
								Sant'Antonio, dall'altro la ripida costa fino a 
								Capo di Monte Nero, ammantata di vigneti 
								terrazzati (alcuni dei quali andrebbero meglio 
								recuperati) e dei profumati limoni tanto decantati da 
								Eugenio Montale. 
								Per questo motivo si può dire che il centro storico 
								di Monterosso, (costruito sulla sponda 
								occidentale del torrente Buranco) 
								è sovrastato da un paesaggio tipico delle Cinque Terre
								mentre le colline dietro la spiaggia di Fegina presentano
								una vegetazione di tipo mediterraneo, con scarse 
								coltivazioni e quindi "visivamente" già più 
								assimilabili a quelle che circondano altre 
								località marine del Levante ligure (Levanto, Bonassola, 
								Framura, Deiva ecc..). Insomma non si può fare a meno di
								notare che oltre questo borgo le Cinque Terre terminano. 
								Di particolare interesse naturalistico sono 
								il Colle della Maddalena e la Costa Lapau, 
								data la presenza di boschi di sughero di origine 
								naturale e dove al ricchissimo sottobosco di 
								specie mediterranee si mescolano elementi di 
								origine centro-europea ed atlantica. | 
                           
                          
                            | 
                              	
								La tonnara | 
                           
                          
                            
                              	
								Quando era un possedimento della Repubblica 
								di Genova Monterosso divenne un fiorente 
								porto marittimo e dal 1247, come libero comune, 
								seguì le sorti genovesi e venne elevato a sede 
								di podesteria alle dipendenze del Capitanato di 
								Levanto. 
								Il paese era famoso per la sua tonnara 
								(seconda solo a quella di Camogli) dalla quale 
								derivava un'esportazione importante del pescato, 
								in particolare di acciughe salate e dello 
								sgabeccio, pesce fritto e messo sotto aceto 
								in barilotti di legno. Dal 1619 venne assegnata 
								per cinque anni a due nobili genovesi. Purtroppo 
								l'"esproprio" durò invece alcuni secoli 
								durante i quali le sue competenze vennero estese 
								per comprendere pesca e commercio di ogni fauna 
								ittica. La comunità locale riebbe indietro la 
								tonnara soltanto nel 1808; questa fiorente 
								attività ittica cessò di esistere intorno alla 
								metà dell'Ottocento ma tuttora le acciughe 
								pescate a Monterosso fanno parte di una rinomata 
								cucina marinara. | 
                           
                          
                            | 
                              	
								La Chiesa di San Giovanni Battista e altri 
								edifici sacri | 
                           
                          
                            
                              	Oltre a quelli già citati più sopra, dal punto di 
								vista turistico, sono di particolare pregio 
								anche: la chiesa conventuale di San Francesco 
								nel cui interno si trovano preziosi quadri di 
								scuola genovese ed una  Crocifissione 
								attribuibile al Van Dyck; la Chiesa di San 
								Cristoforo, edificata a partire dal 1231, prima struttura di culto 
								all'interno del sistema difensivo del paese; la
								Parrocchiale di San Giovanni Battista che 
								fu costruita vicino al mare e consacrata nel 1307. 
								La chiesa è costruita nel tipico stile gotico 
								genovese, con la severa facciata a fasce di 
								marmo bianco e pietra nera locale, impreziosita 
								da uno splendido rosone in marmo bianco del XIV 
								secolo. L'interno è a tre navate con colonne che 
								riprendono il motivo della facciata e una 
								copertura lignea di pregevole fattura. Rilevanti 
								sono anche la vasca marmorea battesimale, 
								risalente allo stesso periodo in cui fu 
								edificata la chiesa, e la parte settecentesca 
								del presbiterio. La torre campanaria dell'edificio, che 
								mantiene intatta la sua 
								merlatura medievale,
								in origine era utilizzata come baluardo difensivo.
								Sono inoltre presenti l'Oratorio dei Bianchi e 
								l'Oratorio 
								dei Neri. | 
                           
                          
                            | 
                              	
								Personaggi celebri del borgo | 
                           
							
                            
                              	All'estremo lembo della 
								spiaggia di Fegina, protesa verso il mare 
								davanti alla villa Pastine, venne allestita nel 
								primo Novecento una gigantesca statua (il "Gigante") 
								che raffigura il dio Nettuno. 
								L'opera di Arrigo Minerbi, inaugurata nel 1910, è una 
								colossale scultura in cemento e ferro che regge 
								sulle spalle un'ampia terrazza a forma di 
								conchiglia. Alla stessa epoca risalgono anche le 
								due ville "Vecchiona" e "Montale", 
								edificate a ridosso della spiaggia dalla 
								famiglia del celebre poeta (insignito del Premio 
								Nobel) che era originaria di Monterosso. 
								Un altro personaggio illustre che sulla fine 
								dell'Ottocento soggiornava per alcuni periodi di 
								riposo a Monterosso era il maestro Arturo 
								Toscanini. Era ospitato a Villa Maggiorasca 
								(una proprietà di Pietro Accini), alle pendici 
								del colle, e durante il giorno era solito 
								scendere sulla amata spiaggia di Fegina. 
								Nella seconda metà del XVI secolo era 
								attestata in Monterosso la famiglia dei Saporiti 
								che, in seguito, si trasferì a Genova ed in 
								Spagna per le proprie attività. 
								Nel borgo possedevano un palazzo 
								cinquecentesco in località L'Erta mentre, 
								nel XVIII secolo, si fecero costruire a 
								Fegina una villa circondata da orti di limoni 
								e dotata di una cappella gentilizia. 
								Appartennero a questa facoltosa famiglia ben tre 
								prelati illustri. 
								Il primo, in ordine di tempo, fu Vincenzo 
								Saporiti che nacque a Monterosso nel 1606, 
								studiò a Genova e si laureò a Pisa. La sua 
								carriera ecclesiastica culminò nel 1646 con 
								l'elezione a vescovo di Nebbio. 
								Il secondo fu Giuseppe Maria Saporiti, 
								nato a Cadice nel 1691. Eletto sacerdote nel 
								1715, compì gli studi teologici all'Università 
								di Pisa e proseguì il suo ministero sacerdotale 
								a Roma, rivestendo importanti cariche. 
								Consacrato vescovo nel 1726, divenne assistente 
								al soglio pontificio e fu eletto arcivescovo di 
								Genova il 27 febbraio del 1747, città nella 
								quale scomparve il 14 aprile del 1767. Il suo 
								corpo venne sepolto nella chiesa del Gesù mentre 
								il suo cuore è conservato nel Santuario di 
								Soviore. 
								Infine ci fu Domenico Saporiti, nato nel 
								1692 a Genova, città dove venne consacrato 
								sacerdote nel 1718. Anche lui si era laureato 
								nell'ateneo pisano. Nel 1747 venne nominato 
								vescovo delle sedi di Mariana e Accia in 
								Corsica. Il prelato morì nel 1772. | 
                           
                          
                            | 
                              	Il Santuario 
								di Soviore | 
                           
                          
                            
                              	
								Da Monterosso, con una piacevole camminata, si arriva alla
								
								Madonna di Soviore,
								il più antico santuario mariano della Liguria. Risalirebbe 
								infatti all'VIII secolo (740) quando, secondo la 
								tradizione, genti della vicina costa di Monte 
								Albereto
								scampate alla invasioni longobarde di Rotari 
								trovarono rifugio in quei luoghi ed avrebbero in 
								seguito fondato il paese sottostante. Le mura 
								perimetrali dell'iniziale insediamento si 
								possono ancora oggi scorrere sotto al pavimento 
								della chiesa. 
								I primi riscontri dell'edificio 
								datano invece al 1244 mentre una targa del 1300 
								attesta la consacrazione dell'attuale navata. 
								Nella prima metà del XVIII secolo venne 
								elevata da chiesa semplice a santuario 
								mariano e da Roma arrivò l'autorizzazione di 
								poter incoronare la Vergine e il Bambino con due 
								corone dorate, frutto di un lascito nobiliare. 
								Il santuario subì numerosi rimaneggiamenti, tra 
								i quali l'eliminazione delle tre navate che lo 
								portarono ad aula unica per avere più spazio a 
								disposizione dei fedeli. 
								Nella seconda metà del XIX secolo l'interno 
								venne affrescato con scene di vita della 
								Vergine. 
								Il Santuario di Soviore si trovava nei pressi 
								di un'antica via di collegamento, divenuta 
								poi "strada corriera" 
								della Repubblica genovese, che portò l'edificio 
								a diventare rifugio per pellegrini e viandanti. 
								Le innumerevoli apparizioni cinquecentesche 
								della Vergine fecero intensificare il culto 
								mariano pure a Soviore che il 15 di agosto, 
								per la festa dell'Assunta, è tuttora meta 
								di una gran folla di devoti. | 
                           
                          
                            
							Fonti: 
							Insieme in Liguria - Luoghi d'arte, musica e teatro - 
							a cura della	Regione Liguria; 
                            QN Quotidiano Nazionale - La Nazione di Firenze; 
							Il Secolo XIX - Speciale turismo La Spezia; 
							La Liguria - Istituto Italiano Edizioni Atlas SpA; 
							Il Secolo XIX - La mia terra; 
							Guida insolita della Liguria - Newton Compton Editori 2006; 
							Il Secolo XIX - La mia gente; 
							Il Secolo XIX - 1886/1986 (Cento anni della testata); 
							La Nazione - Album della Spezia - a cura di Giorgio Batini. | 
                           
                          | 
               
              
                | 
				  | 
               
               
					 | 
			
			
				
					
					
              	
                | 
				 
				Close Up  | 
               
              
                | 
				 
				Fotografie, eventi, turismo, 
				storia e news del territorio...  | 
               
				
                | 
				
				 | 
              	 
				
                | 
				 
				Manuale
				del cicloturista  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				Per la realizzazione 
				delle immagini presentate in questo sito gli spostamenti sul 
				territorio della Lunigiana storica sono stati effettuati con una 
				bicicletta. In questa piccola guida sono state perciò condensate 
				varie esperienze logistiche e tecniche derivanti dall'utilizzo 
				turistico di questo mezzo di locomozione...  | 
              	 
				
                | 
				 
				Itinerario cicloturistico con 
				transito alle Cinque Terre  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				Si parte da S.Stefano
				Magra in direzione della Val di Vara per poi toccare il Parco
				Nazionale delle Cinque Terre e il Golfo della Spezia. E' un percorso
				a saliscendi e, sulla carta, non ci sono pendenze superiori al 7%.
				La massima altitudine, poco sopra i 500 metri di quota, viene
				raggiunta all'inizio della Strada Provinciale n° 51 dei Santuari,
				lungo la quale si apre un panorama mozzafiato...  | 
                 
				
                | 
				 
				Itinerario cicloturistico 
				sulle colline di Levanto  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				E' un percorso che, 
				nella parte centrale, presenta un bellissimo panorama sul mare e 
				sulla vallata di Levanto. Attraverso la Galleria di Monte 
				Persico ci si sposta dalla Val di Vara alla costa marina per poi 
				salire ulteriormente lungo la strada che interseca la Via dei 
				Monti sulla la foce del Monte Bardellone (592 metri di 
				altitudine) e poi va a terminare nei pressi del Santuario di 
				Soviore...  | 
                 
				
                | 
				 
				Carta della Lunigiana	Storica 
				Una cartina con note mostra il 
				territorio, un tempo abitato dai 
				bellicosi Liguri Apuani, da dove 
				parte questo sito...  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				Liguri Apuani e Statue Stele 
				Le radici più profonde delle 
				comunità lunigianesi affondano 
				fino alle soglie della protostoria. 
				Mari e monti un tempo erano 
				occupati dalla bellicosa 
				popolazione dei Liguri Apuani...  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				Tall Ships alla Spezia 
				Provenienti dalla "Tall Ship's 
				Race 2007 Mediterranea, da 
				Alicante a Genova, alcuni fra i 
				più prestigiosi velieri d'epoca 
				hanno fatto tappa nel Golfo 
				della Spezia prima di lasciare 
				definitivamente il Mar Ligure.  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				Festa 
				della Marineria 
				La biennale 
				manifestazione del 
				mare, nata nel 2009 alla Spezia, 
				ha raggiunto il culmine della 
				popolarità nel 2013 con la 
				presenza di 35 tra i velieri più 
				belli del mondo.  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				Antiche ricette in Lunigiana 
				Piatti prelibati di 
				una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal 
				sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo  
				essere stati riscoperti a nuova vita.  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				
				Alluvioni in Liguria dal 1894 
				In Liguria i 
				disastri legati al 
				maltempo sono determinati da 
				tanti fattori. Alluvioni e 
				devastazioni operate da corsi 
				d'acqua impazziti, violente 
				mareggiate e frane sono da 
				sempre una costante del territorio...  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				
				Nubifragio del 25/10/2011 
				Un evento 
				atmosferico di eccezionale portata ha dato luogo a forti 
				precipitazioni nel Levante ligure e nell'alta Toscana. Come 
				conseguenza, le esondazioni di canali, torrenti e fiumi hanno 
				originato una vera e propria apocalisse...  | 
                
				  | 
              	 
				
                | 
				 
				
				Liguria regione ad elevato 
				rischio idrogeologico 
				Secondo uno studio di 
				Legambiente in Liguria sono 
				molti i territori che risultano 
				fragili ed esposti ad un elevato 
				rischio idrogeologico...  | 
                
				  | 
              	 
				  | 
				 
				
                | 
				  | 
              	 
				
                | 
				  | 
              	 
				
                | 
				  | 
              	 
				
							|   | 
						 
				
                | 
				 
				
				Fotogallery  | 
              	 
				
					| 
						
						 | 
				 
				
					| 
					
					 | 
				 
				
					| 
					
						 | 
				 
				
					| 
					 
					
					Manarola  | 
				 
				
					| 
					
						 | 
				 
				
					| 
					 
					
					Corniglia  | 
				 
				
					| 
					
						 | 
				 
				
					| 
					 
					
					
					Vernazza  | 
				 
				
					
					
						
							| 
							
							Vini DOC e vigneti | 
						 
						
							In 
							Liguria la disposizione a gradoni delle vigne è 
							tipica nelle coltivazioni che guardano il mare lungo 
							le due riviere. La qualità e la disposizione dei 
							terreni contribuiscono alla bontà del prodotto e 
							perciò, nella regione, il vino è di casa e 
							costituisce un vanto molto antico. 
							I vini spezzini si caratterizzano per le produzioni 
							di qualità a marchio DOC (Denominazione d'origine 
							controllata) delle Cinque Terre, dei Colli di Luni, 
							delle Colline di Levanto. Nelle Cinque Terre, che 
							sono un po' il fiore all'occhiello della Liguria 
							vinicola, è mitico lo «Sciacchetrà»,
                            un vino dolce rinomato in tutta Europa già in epoca romana.
                            Un prodotto fine, che origina da un'accurata cernita 
							delle uve che poi subiscono un appassimento di 
							almeno un mese. | 
						 
						
							|   | 
						 
						
							Chi volesse approfondire 
							l'argomento vini può consultare 
							
							questa pagina. | 
						 
						
							|   | 
						 
					 
					 | 
				 
				
					
					  | 
				 
				
					| 
					
					Montale a Monterosso | 
				 
				
					Nato a Genova il 
					12 ottobre 1896, Eugenio Montale era 
					l'ultimo di cinque figli. Durante le vacanze infantili il 
					poeta soggiornava in una casa familiare a Monterosso che il 
					padre, originario della zona, aveva conservato in località 
					Fegina. Quella dimora ha naturalmente rappresentato un 
					centro molto importante nella sua «geografia sentimentale». 
					Gli antenati del poeta erano arrivati in paese intorno al 
					1570 e alcuni suoi avi erano ancora presenti fino ai primi decenni
					del XX secolo. Negli anni '50 la "Casa delle Palme",
					nella quale	soggiornava durante le vacanze estive, fu oggetto di una 
					disputa ereditaria. Il poeta, infatti, aveva ereditato dai 
					genitori parte delle loro proprietà delle quali avrebbe 
					voluto barattare alcuni lotti, con gli altri eredi, in 
					cambio di questa villa. Purtroppo non riuscì mai a 
					raggiungere un accordo e, per la delusione, non frequentò 
					più Monterosso fino al conferimento della cittadinanza 
					onoraria. In quel periodo di tempo, amareggiato dalla 
					situazione, usò anche parole dure e sprezzanti verso il 
					borgo e i suoi cittadini. 
					Quello di Monterosso è il paesaggio poetico degli 
					"Ossi di Seppia" e di alcune liriche de 
					"Le Occasioni", il libro che forse può considerarsi
					il maggiore di Montale, maturato nel periodo fiorentino durante 
					la collaborazione con l'editore Bemporad. 
				    La fortuna degli Ossi fu lenta, come spesso accade a 
					tutte le opere con un profondo seme di novità, di lettura 
					non facile e di un contenuto non certo ottimistico, anzi, 
					decisamente sgradevole. Un mondo «negativo» - come disse 
					Gianfranco Contini - in cui «il poeta si sofferma a 
					descrivere il "male di vivere" che ha incontrato, e non è in 
					grado di dire al suo lettore che "ciò che non siamo, ciò che 
					non vogliamo». 
					La fortuna degli Ossi, pur lenta, fu costante e diede inizio ad 
					un crescendo di consensi fra i maggiori critici del tempo. 
					Il 13 giugno 1967 il presidente della Repubblica 
					Giuseppe Saragat nominò il poeta senatore a vita, «per 
					altissimi meriti nel campo letterario ed artistico». 
					Dopo essere stato varie volte candidato, finalmente nel 1975 
					Montale vinse
					il premio «Nobel» per la letteratura. 
					Nel 1976 gli fu conferita la cittadinanza onoraria 
					di Monterosso che mise fine ai suoi malumori precedenti. 
					Montale si riavvicinò al borgo grazie anche alle visite che 
					gli faceva a Milano il sindaco Claudio Cavallo portandogli 
					in omaggio limoni, acciughe e vino sciacchetrà. 
					Eugenio Montale scomparve a Milano il 12 settembre 1981. | 
				 
				
					|   | 
				 
				
					| 
					
					Meriggiare pallido e assorto | 
				 
				
					
					Meriggiare pallido e assorto 
					presso un rovente muro d'orto, 
					ascoltare tra i pruni e gli sterpi 
					schiocchi di merli, frusci di serpi. | 
				 
				
					
					Nelle crepe del suolo o su la veccia 
					spiar le file di rosse formiche 
					ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano 
					a sommo di minuscole biche. | 
				 
				
					
					Osservare tra frondi il palpitare 
					lontano di scaglie di mareare 
					mentre si levano tremuli scricchi 
					di cicale dai calvi picchi. | 
				 
				
					E andando nel sole che 
					abbaglia 
					sentire con triste meraviglia 
					com'è tutta la vita e il suo travaglio 
					in questo seguitare una muraglia 
					che ha in cima aguzzi di bottiglia. | 
				 
				
					| da "Ossi di Seppia" | 
				 
				
					|   | 
				 
				  |