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Archivio di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA
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Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
Close
Up |
Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news,
eventi e storia del territorio |
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Itinerario cicloturistico sulle
strade del miele e del castagno |
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Trattasi di un
percorso semi-circolare che attraversa vari comuni della
Lunigiana, tra i quali quello di Villafranca. Ci si sposta
sulle colline che si affacciano lungo le due rive del fiume
Magra, in un comprensorio dove vengono prodotti il miele e
la farina di castagne a marchio DOP. |
Itinerario cicloturistico nella
valle del torrente Bagnone |
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E' un percorso
durante il quale si raggiunge il borgo di Treschietto, località
rinomata per la coltivazione delle cipolle. Il dislivello totale
si avvicina agli 800 metri. Non ci sono salite impegnative eccetto
il tratto di circa un chilometro tra Bagnone ed il bivio per Collesino... |
Itinerario cicloturistico
lungo le strade del vino |
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E' un percorso collinare
che, all'andata, consente di spostarsi tra Aulla e Fivizzano senza
impegnare la Statale n° 63 del Cerreto. Durante il tragitto ci si sposta
anche su alcune "Strade del Vino dei Colli di Candia e di Lunigiana".
Il territorio è quello dei rilievi montuosi che separano la Valle del
Taverone da quelle dei torrenti Rosaro e Aulella. |
Vini DOC delle Cinque Terre
Insieme all'ulivo,
la vite è la coltura più antica della Liguria. Il fiore
all'occhiello della regione sono i vini delle Cinque Terre, ai
quali toccano le prime citazioni storiche, risalenti ai tempi
dei romani... |
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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati... |
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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo. La Via Francigena non vide solo il passaggio di
pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero
a confronto la loro cultura con quella dei territori
attraversati... |
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La Via Marchesana
E' una strada
storica che in epoca medievale veniva utilizzata dalla famiglia
Malaspina per raggiungere i propri possedimenti in alta Italia.
Il tracciato parte da Aulla, in Lunigiana, per raggiungere
la città di Pavia in Lombardia... |
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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del
periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti.
Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la
somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non
essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle,
basiliche e monasteri... |
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La Ferrovia Aulla-Lucca
I primi progetti di
questa linea non elettrificata risalgono al 1850,
quando si pensava di collegare Lucca a Reggio Emilia.
Venne ufficialmente aperta il 21 marzo del 1959
e oggi alla modernità delle automotrici
"Swing" unisce, ogni tanto, il fascino dei treni d'epoca
e delle sbuffanti locomotive a vapore... |
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La Ferrovia Pontremolese
In origine la linea
ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori
per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e
durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento
strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre
un 50% del percorso... |
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Il Premio Bancarella
Sintesi di una passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli... |
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La Festa del Libro
e dei Fumetti
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore. Il borgo infatti è universalmente
conosciuto come "Il paese dei librai". Dal 2020 vi si svolge
anche un festival dedicato ai fumetti che coinvolge vari
protagonisti del mondo della nona arte... |
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Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili
vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al
torchio
una decina di titoli... |
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Disfida degli arcieri
A Fivizzano la rievocazione di
una competizione avvenuta
nel 1572 e tramandata
da Frate Tommaso |
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Il Giro della Lunigiana
Corsa ciclistica
internazionale
per la categoria juniores.. |
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Crollo del Ponte di Albiano
La mattina dell'8 aprile 2020 crollava sul letto del fiume Magra
una struttura storica della viabilità spezzina e lunigianese. La
fine annunciata da un boato assordante e da una grande nuvola di
polvere... |
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Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
La concentrazione della pioggia, in alcune aree dello Spezzino e
della Lunigiana, ha raggiunto livelli tali da originare una vera
e propria apocalisse... |
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Proprietà benefiche
di aglio e spezie |
AGLIO - Le virtù salutari dell'aglio sono
arcinote e derivano dalle sue caratteristiche chimiche. La
presenza di alcuni principi attivi come l'allicina e l'ajoene
consentono a questo ingrediente culinario di ridurre il
livello dei grassi nel sangue, di abbassare la pressione
arteriosa e di avere un effetto antibatterico, qualità che può
svolgere azione protettiva nei confronti di alcune patologie
collegate, in particolare, all'apparato digerente.
In cucina l'aglio viene utilizzato un po' dappertutto. Lo
possiamo trovare nelle minestre, nei primi piatti, nei secondi
a base di carne, pesce e verdure, nei sughi e nelle salse.
Le teste d'aglio primaverili hanno un aroma più delicato e
si possono usare in maggiore quantità.
Per essere sicuri della sua freschezza bisogna
verificare che non si presenti morbido al tatto e che
non abbia macchie scure o germogli.
E' importante conservarlo al meglio, tenendolo in luoghi
scarsamente illuminati, asciutti ed arieggiati, dopo averlo
depositato in ciotole di legno o terracotta. Volendo si può
anche lasciarlo appeso ad un filo nelle sue tradizionali
trecce. |
LE SPEZIE - Forse non tutti sono a conoscenza che l'aroma
delle spezie è dovuto alla presenza di sostanze che agiscono
come stimolanti del sistema nervoso. Mangiare cibo speziato è
efficace per combattere gli stati di debolezza.
Infatti l'assunzione di cibi speziati abbassa lievemente e
per un periodo limitato il livello di glucosio nel sangue.
L'organismo quindi cerca di compensare questa momentanea
carenza generando il desiderio di cibo.
Le spezie stimolano anche l'attività delle ghiandole
salivari. Una maggiore salivazione rende più agevole la
prima fase digestiva che, notoriamente, avviene nella bocca.
Il contatto delle spezie sulle pareti di stomaco e intestino
aumenta l'afflusso di sangue e favorisce l'assorbimento dei
principi nutritivi.
Comprensibilmente, però, questa proprietà le
rende poco indicate a chi soffre di ulcera gastrica o
duodenale.
Le spezie esercitano inoltre un'azione disinfettante sugli
alimenti ed è per questo motivo che il cibo speziato è
caratteristico dei paesi caldi. |
TIPI DI SPEZIE - Tra quelle più conosciute in
cucina troviamo il pepe, la noce moscata, la cannella e il
peperoncino. Quest'ultimo è preferibile consumarlo crudo
perché durante la cottura si perde la buona dose di vitamina
C che esso contiene. Nel peperoncino troviamo anche la
"capsaicina", una sostanza che aumenta la produzione dei
succhi gastrici. Al peperoncino vengono riconosciute anche proprietà
disinfettanti e di fluidificazione del sangue.
La noce moscata deriva dal nocciolo di una pianta tropicale
e possiede la capacità di evitare le fermentazioni
intestinali rendendo perciò più digeribili gli alimenti a
base di fecola.
Di pepe ne esistono vari tipi (nero, bianco, verde), a
seconda del modo in cui vengono raccolti e conservati i
frutti della pianta chiamata "Piper nigrum". Tutte le sue
varietà stimolano l'appetito e sono anche antifermentative.
Il pepe, se usato in piccolissime dosi, può fungere anche da
disinfettante delle vie urinarie.
Attenzione però a non fare il contrario perché
un'abbondanza di questo ingrediente nei cibi potrebbe causare degli
effetti irritanti.
La cannella è ricavata dalla corteccia, seccata ed
arrotolata, di un albero originario dell'Estremo Oriente.
Questa spezia favorisce la circolazione sanguigna e, di
conseguenza, ha un effetto benefico anche sul cuore.
Possiede inoltre proprietà digestive e antispastiche. |
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Proverbi in dialetto
su cibi e bevande |
L'è mei
pan, gigola e vin
che turdei e aqua
E'meglio
pane, cipolla e vino
piuttosto che ravioli e acqua |
I
turdei d' verdua
i en sêmpar bun,
ma a l'oli i en pû mèi
I ravioli di verdura
sono sempre buoni,
ma all'olio sono «più meglio»
(migliori) |
Pan
e nose magnae da spose
Pane
e noci mangiare da spose
(da pranzo di nozze) |
L'aqua
la rovina i ponti,
'l vin la testa
L'acqua
rovina i ponti,
il vino la testa |
Pan
fin chi dura, vin a msura
Pane
fin che ce n'è, vino a misura |
Pan
e vin da un bel fantin
Pane
e vino da un bel bambino |
Chi
vo' 'l bon vin poda
pr San Martin
Chi
vuole il buon vino pota
per San Martino |
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La Lunigiana
cucina |
Antiche ricette
e piatti tipici |
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Piatti tipici tradizionali
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La
ricetta più antica della Lunigiana è stata tramandata
da Giovanni Manzini della Motta di Fivizzano, il
quale descrisse una cena della vigilia di Natale
presso la casa del Branchino di Pulica, verso
la fine del Trecento. La tavola era imbandita con
lasagne condite con noci, pane grattugiato e cacio,
rape cotte sotto la brace, castagne pizzutelle,
dolci pomi, |
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Comuni,
arte, turismo,
economia e
gastronomia |
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Cottura
dei panigacci
dentro testi di
terracotta impilati |
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pane e vino. La tradizione
contadina ha sempre visto imbandire le tavole con
una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita.
Alcune specialità venivano proposte soltanto in certi momenti
della vita nelle campagne e sulle montagne appenniniche,
in quanto legate a coltivazioni stagionali.
Una cucina povera, nella comune accezione.
Eppure il territorio ha visto spesso la comunanza di
condimenti importanti come l'olio di oliva, i
formaggi, il lardo e lo strutto. E' per questo che
si è radicata una cucina legata alle risorse
naturali e partecipe, sempre, di un modo esemplare
di essere al di fuori del tempo e degli stereotipi.
Del resto, il confronto tra piatti poveri (o
regionali, che dir si voglia) e quelli ricchi,
riservati alle società più opulente, è una questione
che si trascina da tempo immemorabile.
Molte ricette, che risalgono ad antiche tradizioni,
nel periodo post-bellico erano state quasi
dimenticate. Oggi grazie all'entusiasmo e alla
passione di titolari di esercizi commerciali o di
luoghi di ristoro, possono essere riscoperte a nuova
vita. Nelle località di montagna della Lunigiana o
della Garfagnana, durante le feste o le veglie
religiose, nelle famiglie si tornano ad assaporare
le pietanze legate a umili prodotti della terra,
quasi che la gente del posto abbia ricevuto il
compito di perpetuarne la testimonianza attraverso
lo scorrere del tempo. |
Pane e minestre
con cereali |
Tipica del
comprensorio è la "minestra di
farro", dove il grano duro viene cotto
assieme a legumi ed ortaggi, un piatto già
conosciuto durante la dominazione romana.
Una minestra leggera familiare, destinata a chi era
affetto da problemi di salute, (preparata perciò
solo in caso di necessità) era la "trìtolata",
che si otteneva triturando una pastina di grano nel
brodo e nell'acqua, condita poi con olio e formaggio.
Anche il semplice pane può diventare, da solo, una
specialità gastronomica.
Alcuni panificatori artigianali lunigianesi stanno
commercializzando nuovamente la "panetta",
un tipo di pane estivo, nel quale l'elemento
predominante è la farina di granoturco impastata e
fatta lievitare con pasta di grano. Il pane esce dal
forno fragrante e saporito.
Va comunque sottolineato che in Lunigiana i cereali
arrivavano attraverso i porti della costa ligure e
toscana, dove appunto c'erano i magazzini di
stoccaggio gestiti dai mercanti. Questi producevano
commerci soprattutto con la Pianura Padana, quasi
sempre attraverso il Passo della Cisa. Quindi, per
le genti del territorio il frumento era un fattore
occasionale, di passaggio, e comunque non abbastanza
stabile per poter affidare ad esso il proprio
destino. |
RICETTE |
● Polenta e coi (cavoli) |
Ingredienti per 4 persone: 200 gr. di
farina gialla; un cavolo nero; olio extra-vergine di
oliva; parmigiano grattugiato.
Preparazione: Lessare un cavolo nero
(all'occorrenza si possono usare anche i broccoli) di media
grandezza e tagliato a pezzetti. A bollitura ultimata,
aggiungere a pioggia la farina e portarla a cottura rimestando
con buona continuità per evitare che si formino dei grumi.
La pietanza, che si presenterà di un bel colore verde
marmorizzato, andrà servita in tavola dentro delle fondine dopo
averla condita con un filo di olio d'oliva e abbondante
parmigiano. |
● La
panissa |
Ingredienti per 4 persone: 500 gr. di
farina di ceci; 20 gr. di sale; 2 litri d'acqua.
Preparazione: Versare la farina nell'acqua a
temperatura ambiente, poco alla volta, e mescolare bene per
evitare la formazione di grumi. Passare poi il composto sul
fuoco, per circa 20 minuti, continuando a rimestare con un
cucchiaio di legno. Una volta pronta, versarla in un grande
piatto di ceramica leggermente inumidito (per staccarla più
facilmente) e lasciarla raffreddare.
Come si mangia: La panissa (o paniccia) è un
piatto tipico della cultura contadina e, nei primi decenni del
Novecento, rappresentava il piatto unico degli operai. Oggi
invece si presta a diverse varianti e pertanto può diventare un
antipasto, un primo o un secondo piatto.
1) Si può servire assieme ad una insalata, dopo averla tagliata a
dadini e condita con olio d'oliva, succo di limone e un pizzico di pepe nero.
2) Si può abbinare alle cipolle, dopo averle
soffritte in olio d'oliva. E' consigliabile miscelare al
soffritto anche un po' d'acqua e lasciarla evaporare, perché le
cipolle risulteranno più digeribili. Aggiungere poi i dadini di
panissa e rosolare il tutto per alcuni minuti prima di servire.
3) La panissa si può consumare anche fritta: si taglia a
bastoncino e si infarina leggermente prima di friggerla in
abbondante olio d'oliva, ben caldo. Una volta ritirati, i
bastoncini vanno privati dell'olio in eccesso e salati. Così
cucinata, si accompagna ottimamente con i formaggi morbidi e/o
cremosi. |
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Data la scarsità
di produzione, dovuta alla morfologia del terreno e
alla frammentazione delle proprietà, il grano ha sempre
rappresentato una fonte di sostentamento rara e preziosa.
Il pane bianco appariva sulle tavole contadine solo in
particolari occasioni o feste religiose ed era destinato
principalmente ai bambini, agli anziani, agli ammalati.
Nonostante queste problematiche, nel corso del tempo
si sono consolidate sul territorio varie specialità
culinarie tra le quali spiccano i ravioli, le
tagliatelle, la polenta e le focacce lievitate.
La pasta di pane lievitata veniva usata per
curare il mal di denti. Con farina di grano e
crusca si confezionavano delle polentine che, belle
calde e fasciate in un panno, venivano applicate
sulla superficie corporea per lenire dolori di vario
genere. Però la farina di grano, in genere, serviva
per comporre degli impasti con cereali inferiori,
soprattutto con la farina di castagne.
La farina di castagne fungeva da pane e da
contorno, da minestra e da pietanza. Molto
raramente era associata alla più preziosa
farina di frumento, che meglio si presta a preparare
cibi più rinomati. Le condizioni sociali presenti
sul territorio hanno dunque favorito un vasto numero di
manipolazioni della farina ottenuta con questi
frutti del bosco. |
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Il castagnaccio |
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Specialità
con la farina di castagne |
Dalla farina di castagne originano il
"castagnaccio" e la "patona",
che possono essere gustati a caldo o a freddo.
La patona è un impasto di sola farina, acqua e poco
sale, come nella preparazione di una polenta.
Differisce dal castagnaccio per il metodo di cottura
che avviene su un testo arroventato, con uno strato
più sottile spalmato su foglie di castagno. La
pastella del castagnaccio, piuttosto densa ma |
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senza grumi, viene invece posta in una teglia di
rame bassa e abbondantemente unta d'olio e poi
cosparsa principalmente di pinoli. In altre località della Toscana
si usano aggiungere anche noci o aghi essiccati di
rosmarino o semi di finocchio.
Nell'antichità questi piatti poveri venivano
consumati da soli, come pasto unico. Oggi
assomigliano più a prelibati dolci, ovvero a ottimi
secondi quando sono abbinati a ricotta o formaggi
molli, tipo crescenza o gorgonzola.
Molto prelibate anche le frittelle, cotte in
una padella con abbondante strutto o olio, originate
da una pastella alla quale spesso viene spesso
aggiunta uva passa (con spruzzata di zucchero a
cottura ultimata).
Tra i piatti caldi vanno ricordati i "pacchiarini"
ovvero polentina di farina dolce cotta nel latte,
che era indicata quale corroborante e coadiuvante
per lenire le doglie del parto.
Un cibo rustico, cucinato proprio per combattere il
freddo pungente, era la "vinata",
particolare polenta di farina dolce cotta nel vino.
La "vinata" veniva consumata a tarda sera,
prima di coricarsi, ed aveva due particolari
funzioni: saziare molto (quindi togliere l'appetito)
e riscaldare il corpo... Anche questo piatto figura
attualmente nel menù di alcuni ristoranti della
Provincia di Massa. |
RICETTE |
● Tortelli di castagne e ricotta (*) |
Ingredienti per 6 persone: 350 gr. di farina
bianca tipo 0; 150 gr. di farina di castagne; 800 gr. di
marroni; 500 gr. di ricotta; 5 uova; 150 gr. di burro;
parmigiano grattugiato; latte, sale e pepe.
Come si prepara: Lessate i marroni in
acqua salata, lasciateli intiepidire, sbucciateli con cura e
passateli al passaverdure. Preparate la pasta con le due farine
mescolate, 3 uova, acqua e sale. Fatene una palla e lasciatela riposare.
In una zuppiera unite alla polpa dei marroni la ricotta, 2 uova,
6 cucchiai di parmigiano, sale e pepe. Rimestate bene bagnando
con poco latte o con l'acqua di cottura dei marroni. Stendete la
pasta e fate dei normali tortelli di circa 5 cm di diametro,
chiudeteli a mezzaluna e sigillateli con una forchetta.
Lessateli in abbondante acqua salata e conditeli in una zuppiera
con burro fuso e abbondante parmigiano.
(*) - Questi tortelli possono essere preparati anche senza la ricotta
e la pasta sfoglia può essere composta con sola farina bianca. |
● Il Castagnaccio |
Ingredienti per 4 persone: 300 gr. di
farina di castagne; 250 cl. di latte; 2 cucchiai di olio
d'oliva, scorza d'arancia; 30 gr. di zucchero; 30 gr. di pinoli;
30 gr. di gherigli di noci; 50 gr. di uva passita; 30 gr. di burro; sale.
Preparazione (1 ora e 30'): Dopo avere
ammollato l'uvetta in acqua tiepida, versare in una terrina la
farina di castagne, setacciandola. Aggiungere il sale, lo
zucchero, l'olio d'oliva e il latte, poco per volta. Con un
cucchiaio di legno iniziare a mescolare, diluendo lentamente con
un quarto di acqua fino ad ottenere una pastella fluida. A
questo punto aggiungere l'uvetta strizzata, la scorza d'arancia,
i pinoli e le noci tritate e amalgamare il tutto continuando a
mescolare. Il composto ottenuto va quindi versato in una teglia
precedentemente imburrata e spolverizzata di farina. La
superficie del castagnaccio va bagnata con olio d'oliva e
cosparsa con qualche fiocchetto di burro prima di essere
infornata in un forno ben caldo. Andrà tolto dopo circa
un'oretta, quando sulla superficie si sarà formata una crosta
brunita e consistente. |
● La
polenta di castagne |
Ingredienti: 600 gr. di farina di castagne;
ricotta; circa 2 litri d'acqua; sale.
Preparazione: Portare ad ebollizione l'acqua
salata in una pentola capace o in un paiolo. In attesa che
l'acqua bolla passare al setaccio la farina. La cottura deve
avvenire abbassando la fiamma e versando la farina dolcemente
per evitare la formazione di grumi. La polenta deve rimanere sul
fuoco mediamente per circa 3/4 d'ora ed andrà mescolata in
continuazione con un cucchiaio di legno. Una volta pronta andrà
tagliata a fette e servita ancora calda assieme alla ricotta.
Eventuali fette non consumate saranno gradevoli anche nei giorni
seguenti, dopo averle abbrustolite. |
● Le frittelle di castagna |
Ingredienti per 4 persone:: 300 gr. di
farina di castagne; 50 gr. di uva passita; 50 gr. di zucchero;
olio; una bustina di zucchero vanigliato.
Preparazione (circa 2 ore):
Dopo avere ammollato l'uvetta in poca acqua tiepida, strizzarla
leggermente. Mettere in una capace ciotola la farina di castagne
e aggiungere tanta acqua quanta ne occorre per avere un impasto
morbido. Incorporarvi 2 cucchiai di olio e lo zucchero.
L'impasto va lavorato a lungo con un cucchiaio di legno, quindi
coperto con un telo e lasciato riposare in un luogo tiepido per
circa un'ora. Far friggere quindi le frittelle, prima da una
parte e poi dall'altra, poi depositarle su una carta che ne
assorba l'unto in eccesso; infine spolverizzare con zucchero
vanigliato. A questo punto vanno chiuse in un cartoccio
capiente, passate in un forno a 160° per 15 minuti, e servite
ben calde. |
● Torta con
la farina di castagne |
Ingredienti: 500 gr. di farina di castagne; 200
gr. di zucchero; 100 gr. di uvetta secca; 100 gr. di pinoli; 3
bicchieri di latte; sale; 2 cucchiai di olio d'oliva solo da
cospargere in ultimo sul composto; burro solo per la teglia.
Preparazione: Sciogliere la farina nel latte
mescolando bene per evitare la formazione di grumi. Ammollare
l'uvetta secca in acqua tiepida ed amalgamarla agli altri
ingredienti indi versare il composto in una teglia da forno
imburrata. Cospargere l'olio a filo sulla torta e metterla poi
nel forno ben caldo (190 - 200°). La cottura (1 ora circa)
risulterà ultimata quando sulla superficie della torta si sarà
formata una croccante crosticina di un marrone intenso. |
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Altre specialità con le castagne sono
rintracciabili seguendo il link "Ricette con
funghi e altri prodotti del bosco" presente in testa a
questa pagina... |
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Testaroli -
Panigacci - Focaccette - Sgabei |
Un piatto semplice e genuino, presidio Slow Food dal
2008, servito abbondantemente in moltissimi
ristoranti lunigianesi e che non è mai "passato di
moda" prende il nome di "testaroli".
Gli ingredienti sono farina di grano tenero, acqua e
sale, abbondantemente mescolati. La pastella liquida
viene poi messa a cuocere in tradizionali testi di
ghisa, arroventati in precedenza al fuoco di legna.
E' interessante notare che oggi, per la preparazione
dei testaroli, c'è già un certo impegno per una
maggiore utilizzazione del grano autoctono della
Lunigiana, individuato nel comune di Zeri, ideale
per essere macinato nei mulini a pietra.
I testaroli e gli altri "dischi" di pasta sono, in
pratica, dei veri e propri cibi liofilizzati come la
pasta secca comune. Si possono dunque conservare e
anche commercializzare (in genere sottovuoto) per
farli poi rinvenire reidratandoli con l'immersione
in acqua bollente. Questa caratteristica ci porta a
ritenerli come un cibo adatto ad accompagnare l'uomo
in viaggio.
Diventa facile perciò accostarli alle trie
arabe da cui sembra derivino le paste secche
meridionali e genovesi. In questo contesto,
una vera prelibatezza culinaria sono i testaroli
scottati nell'acqua bollente e conditi col "pesto
alla genovese" |
o con sugo di funghi porcini.
In testi di terracotta arroventati vengono invece
cotti i "panigacci", che hanno lo stesso
metodo di preparazione e gli stessi ingredienti ma
differiscono dai precedenti appunto per il metodo
di cottura. Sulla confezione di una nota ditta
produttrice di Pallerone si può leggere, tra
l'altro: "Il Panigaccio è un prodotto
indefinibile, simile a un pane, a una focaccia, a
una pasta sfoglia, una piadina... Ma niente di
tutto questo. |
 |
I
panigacci |
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Viene preparato con farina, acqua e sale e cotto
in piccoli testi di terracotta, preriscaldati a
temperatura molto elevata e quindi impilati l'uno sopra
l'altro, con in mezzo la pastella.
Un prodotto semplice ma particolarmente gustoso,
che può essere consumato in svariati
modi, da bollire e condire con sughi
vari o da farcire con salumi e formaggi. Ottimo come dessert
abbinato a marmellata o nutella".
Insomma, come consumare un pasto completo con
un'unica pietanza, leccandosi pure i baffi!
Anche le "focaccette" vengono cotte in testi
di terracotta roventi. Si tratta di un altro prodotto tipico
della Lunigiana ottenuto dall'impasto di farina, acqua e
sale, con aggiunta di farina di granoturco. L'antico metodo
di cottura e le parti di farina gialla conferiscono al
prodotto un gusto inconfondibile e una fragranza di altri tempi.
Vengono invece fritti nell'olio bollente gli "sgabei",
una specialità locale consumata sia in Lunigiana che sul
territorio spezzino. L'impasto casalingo si ottiene
mescolando farina, acqua, sale, due cucchiai d'olio (meglio
se d'oliva) e lievito di birra. Quando il composto è
lievitato a sufficienza (come nella preparazione del pane)
viene spianato con un mattarello fino ad ottenere una
sfoglia molto spessa (anche 1,5 centimetri). A questo punto
si tagliano dei rettangoli di circa 15x5 centimetri che
vengono immersi nell'olio bollente. Lo sgabeo si
rigonfia immediatamente ed è cotto a puntino quando la sua
superficie risulta di un colore dorato (2 o 3 minuti sono
sufficienti). Vanno serviti caldi, dopo essere stati
cosparsi di una manciata di sale. Si possono consumare da
soli o farciti con salumi e formaggi molli. Se non avete
troppo tempo da perdere, potete recarvi dal vostro
panettiere di fiducia ed acquistare l'impasto già lievitato
per preparare il pane. Il risultato sarà identico. |
Piatti tipici
derivati dalla carne suina |
La carne bovina è sempre stata considerata un cibo per
persone agiate, i signori appunto, i quali erano soliti
consumarla arrostita o alla brace. Il commercio della carne
avveniva soprattutto nei centri urbani mentre sui monti ed
in collina i contadini facevano largo uso di carne di
coniglio e di pollo e si dedicavano all'allevamento degli
ovini, i quali fornivano latte per produrre formaggi e lana
per confezionare indumenti. A partire dal IX secolo un
notevole contributo alla sussistenza della gente di
Lunigiana venne apportato anche dal maiale, un animale del
quale non si butta via nulla.
Nata perciò dalla necessità di consumare quanto più possibile di
quello che restava dopo l'uccisione del maiale era la
"polenta incatenata" o "calzagatt" o
"f'rgadei", uno dei piatti più tipici ed
antichi. Per la preparazione si utilizzava il brodo ottenuto
con le ossa del maiale, cavolo nero tagliato a pezzetti,
fagioli borlotti, patate a tocchetti. Al bollore del
composto si aggiungeva la farina gialla e la cottura veniva
completata in 45 minuti. Si condiva poi il tutto con olio
d'oliva e una cucchiaiata di formaggio pecorino dal gusto pungente.
Con le animelle di maiale si prepara la "bisa"
o "latechiu". Le animelle vengono tagliate a
pezzetti e messe a cuocere in testi di terracotta ben caldi.
A cottura ultimata si aggiunge sale e pepe quanto basta e si
servono in tavola molto calde. |
RICETTE CON CARNI VARIE E
CACCIAGIONE |
● Scaloppine di maiale ai funghi |
Ingredienti per 4 persone: 600 gr.
di filetto di maiale, 30 gr. di burro, 2 foglie di
salvia, 300 gr. di funghi porcini, 40 gr. di fegatini di pollo,
1/2 bicchiere di vino bianco secco, 2 cucchiai di panna, un
mazzetto di prezzemolo, sale e pepe.
Preparazione (15 min. circa): Tagliare
la carne a fette sottili e batterle leggermente col batticarne.
Pulire i funghi, privarli della parte terrosa, lavarli
rapidamente sotto l'acqua corrente, scolarli, asciugarli e
tritarli grossolanamente. Lavare i fegatini (eliminando il
fiele), asciugarli e tagliarli a dadini.
In una padella far scaldare il burro con la salvia, aggiungervi
le scaloppine di maiale e farle rosolare a fuoco vivace dalle 2
parti, salarle e peparle, scolarle e tenerle in caldo fra due piatti.
Versare il vino bianco nella padelle di cottura delle scaloppine
e farlo evaporare a fuoco vivace, unirvi i funghi, i fegatini di
pollo e continuare la cottura per circa 3 minuti, mescolando di
tanto in tanto con un mestolo di legno.
Due minuti prima di raggiungere il termine della cottura unirvi
la carne, rigirandola delicatamente per una sola volta. Scolarla
ed adagiarla sul piatto di portata. Unire ai funghi la panna e
far addensare la preparazione a fuoco vivace, mescolando spesso
con un mestolo di legno. Distribuirla intorno alla carne e
cospargerla col prezzemolo lavato e finemente tritato. Servire
le scaloppine, ben calde, in tavola. |
● Spiedini
di maiale in padella |
Ingredienti per 4 persone: 300 gr.
di filetto di maiale; 200 gr. di salsiccia, 200 gr. di
fegato; salvia; cipolla; peperone; rosmarino; burro; olio, un
dado da brodo; un bicchierino di brandy.
Preparazione (20 minuti): Sugli spiedini alternare
un pezzo di filetto di maiale, un pezzetto di salsiccia, un
pezzetto di fegato, salvia e così via per tutti gli altri
ingredienti previsti, chiudendoli in punta con una fettina di
cipolla e un pezzetto di peperone. Gli spiedini vanno poi messi
in un tegame con olio, burro e abbondante rosmarino. La
rosolatura va effettuata girando spesso i composti affinché la
carne si colorisca bene e in modo uniforme.
Si passa poi alla cottura che deve avvenire a tegame coperto e
dopo avervi versato dentro una mezza tazza d'acqua in cui sarà
stato disciolto un dado da brodo. Dopo circa 10 minuti
controllare la salatura, pepare ed alzare la fiamma versando nel
tegame il bicchierino di brandy.
La pietanza si accompagna bene con un'insalata o un purè di
patate. |
● Spiedini
di maiale al forno |
Ingredienti per 4 persone: 1 kg. circa
di polpa di maiale; 100 gr. di pancetta a fette affumicata;
1 cipolla media; 1 spicchio d'aglio; il succo di un limone;
10 - 12 foglie di alloro; olio d'oliva; sale e pepe in grani.
Preparazione: Tagliare la carne a dadini di circa
2 o 3 cm. di lato che poi andranno messi a macerare, per almeno
12 ore, in una farcia composta con poco olio, succo di
limone, cipolla tagliata sottilmente, aglio schiacciato e foglie
di alloro. Al momento di preparare gli spiedini togliere la
carne dalla farcia, senza asciugarla troppo.
Nello spiedino alternare alla carne un quadratino di pancetta ed
inserire all'inizio, al centro ed alla fine una foglia di
alloro. Mettere in forno a 180° e durante la cottura spennellare
gli spiedini con il residuo della farcia. |
● Spiedini
di maiale alla salvia |
Ingredienti per 4 persone:200 gr.
di lombata di maiale; 200 gr. di pancetta magra affettata;
4 salsicce; foglie di alloro e salvia; aglio; olio; sale e pepe.
Preparazione: La lombata e la pancetta devono
essere tagliate a fette sottili. Si preparano poi gli involtini
stendendo su una fetta di pancetta una di lombata e poi la
salsiccia tagliata a pezzetti. Dopo aver salato e pepato si
arrotola accuratamente il tutto e si infila ogni pezzo sull'apposito
spiedino, ponendo fra uno e l'altro una foglia di alloro.
Con olio, salvia, sale e aglio preparare una marinata dove
verranno riposti gli spiedini per alcune ore. Infine cuocerli su
una griglia rovente e servirli subito. |
● Insalata
di lonza al limone |
Ingredienti per 6 persone: 300 gr.
di lonza di maiale; 250 gr. di germogli di soia in scatola;
2 cetrioli; 2 carote; 3 cipollotti; 80 gr. di arachidi
tostate non salate; un rametto di prezzemolo; un rametto di
menta; un peperoncino fresco; 60 ml di olio d'oliva. Per
la salsa: 2 limoni; uno spicchio d'aglio; un cucchiaino
di zucchero; un pizzico di sale.
Preparazione (45 minuti circa): Scaldare 4
cucchiai di olio in una padella per farci scottare la carne 2
minuti per lato. Abbassare poi il fuoco, coprire e cuocere 10
minuti per parte. A questo punto sgocciolare la carne,
avvolgerla in un foglio di alluminio e tenerla da parte.
Pulire quindi il peperoncino, togliendo il picciolo e i semi, e
ridurlo a striscioline; pulire i cipollotti e tagliarli a
rondelle; sbucciare i cetrioli e affettarli sottilmente;
raschiare le carote e ridurle in striscioline. Le arachidi vanno
poi tritate in modo grossolano e i germogli di soia sgocciolati
dal loro liquido di conservazione. Pulire la menta e il
prezzemolo e dopo tritarne le foglie.
Spremere i limoni, spellare e tritare l'aglio. Sciogliere lo
zucchero in tre cucchiai di acqua bollente, unire il succo di
limone, l'aglio e il sale. Tagliare la lonza a fette di 1 cm. di
larghezza, ridurre metà di queste in bastoncini di 1 cm. e
tenere da parte le altre. Mescolare gli ingredienti in una
ciotola, unire le fette di carne, irrorare il tutto con
condimento e servire. |
● Tomaselle di maiale |
Ingredienti per 4 persone: 12 fettine
fini di polpa di maiale; 100 gr. di parmigiano grattato;
2 uova; lardo o pancetta; una cipolla; uno spicchio d'aglio;
rosmarino; salvia; maggiorana; vino bianco; 50 gr. di burro;
noce moscata; olio d'oliva; brodo caldo, sale e pepe.
Preparazione: Scottate in poco burro 4
fettine di maiale, quindi tritatele finemente. In una terrina
amalgamate bene: la carne tritata, il formaggio, le uova, salvia
e maggiorana tritate, noce moscata, sale e pepe. Mettete questo
composto sulle restanti 8 fettine di carne, arrotolatele e
fermatele con uno stuzzicadenti.
In un tegame fate rosolare, nel burro e in 4 cucchiai d'olio, un
battuto fine di lardo e pancetta, cipolla e rosmarino. Appena
appassisce unite le tomaselle e fatele colorire bene da tutte le
parti. Salate, pepate e bagnate con un bicchiere di vino bianco.
Portate a cottura, lentamente, con poca acqua o brodo caldo. |
● Arrosto
di maiale cucinato nel latte |
Ingredienti: 500 gr. di lombata di maiale;
3 decilitri di latte; fettine di pane abbrustolite; sale.
Preparazione: Il pezzo di lombata va salato e
messo a cuocere con 2,5 decilitri di latte in una casseruola con
coperchio. La bollitura deve avvenire a fuoco lento, finché il
latte non sarà ben consumato. A questo punto bisognerà ravvivare
il fuoco per rosolare il tutto prima di togliere il pezzo di
maiale e poi scolare via il grasso residuo.
Al rimasuglio di latte coagulato sul fondo della casseruola andrà
aggiunto il latte fresco ancora disponibile (0,5 decilitri).
Portare quindi il tutto ad ebollizione e con la crema ottenuta
spalmare delle fettine di pane abbrustolite onde servirle di
contorno al maiale. Il tutto va servito caldo.
Il maiale cucinato in questo modo risulta di gusto delicato e
non appesantisce la digestione. |
● Arrosto
di maiale alla senape |
Ingredienti per 4 persone: 1 kg. di cosciotto
di maiale; senape; olio; burro; 2 cucchiai di vino rosso o bianco.
Preparazione: Spennellare bene il cosciotto con la
senape e cuocerlo in forno con poco olio e burro. Ultimare la
cottura aggiungendo il vino e poi servire la carne cospargendola
col fondo residuato, staccato con un po' d'acqua. Il piatto si
accompagna bene con insalate crude o cotte. |
● Costine
di maiale con i crauti |
Ingredienti per 4 persone:1 Kg. e 1/2
di costine di maiale; un bicchiere di vino bianco
secco; un dado da brodo; un cavolo cappuccio grosso; una
cipolla; 50 gr. di pancetta affumicata; 1/2 bicchiere di aceto;
burro; sale e pepe.
Preparazione (4 ore): Le costine di maiale vanno
tagliate a pezzi e fatte colorire in un po' di burro, quindi si
scola tutto il grasso che si sarà formato prima di metterle in
un'altra pentola. Bagnarle poi col vino bianco e, quando sarà
tutto bene evaporato, salarle e peparle. Aggiungere infine un
po' di brodo di dado e lasciare cuocere lentamente per un paio
di ore.
Nel frattempo si taglia un cavolo cappuccio ben sodo a
listarelle sottili, si lavano e si mettono in un recipiente a
cui si aggiunge acqua bollente per farle cuocere una decina di
minuti.
In una casseruola molto grande bisogna invece soffriggere la
cipolla con un po' di burro e circa 50 grammi di pancetta
affumicata e tritata. Unire poi il cavolo ben scolato,
regolare di sale e pepe e far cuocere il tutto per circa un'ora
a recipiente coperto. Se si rendesse necessario, aggiungere di
tanto in tanto un po' di brodo di dado.
Dieci minuti prima del termine della cottura versare sul cavolo
mezzo bicchiere di aceto e farlo evaporare a fuoco vivace. Unire
poi i crauti alle costine di maiale e lasciare cuocere il
composto ancora per un quarto d'ora. La preparazione va servita
bollente, accompagnandola con senape chiara e scura. |
● Valisét pontremolesi |
Ingredienti per 4 persone: 8 fettine
di girello di vitella, 200 gr. di polpa di vitella macinata,
80 gr.di parmigiano grattato, 2 uova, uno spicchio d'aglio, prezzemolo,
vino bianco, poco brodo, olio d'oliva, noce moscata, sale e pepe.
Preparazione: Amalgamare bene la
vitella macinata, il formaggio, le uova, un po' di noce moscata,
pepe e sale. Battere bene le fettine di carne, riempirle con la
farcia, arrotolarle e fermarle con uno stecchino.
In una casseruola far rosolare, in 8 cucchiai d'olio, un trito
fine di aglio e prezzemolo e, prima che l'aglio prenda colore,
unire le valigette. Farle colorire bene da tutte le parti, poi
bagnarle con un bicchiere di vino bianco. Salare, pepare e fare
evaporare, quindi portare a cottura il tutto coperto con del brodo.
Una variante prevede che si possano aggiungere anche 300 grammi di pomodori. |
● Coniglio
al rosmarino |
Ingredienti: Un coniglio giovane;
4 cucchiai di olio d'oliva; una cipolla; una manciata di foglie
di rosmarino; un pizzico di timo; mezza foglia di alloro; una costa
di sedano; una carota; un bicchiere di vino rosso.
Preparazione: Tagliare il coniglio ( frollato a
dovere) a pezzi; lavarli e asciugarli accuratamente e lasciare
da parte testa e fegato. Mettere quindi sul fuoco una terrina e
versarci l'olio per soffriggere, a fuoco debole, una cipolla
affettata, il rosmarino, il timo, il sedano tritato e la carota
intera. Al soffritto si uniscono i pezzi di coniglio tenendo
presente che in Liguria, a questo punto, è usanza aggiungere al
composto anche 4 o 5 gherigli di noce e del vino rosso. Provare
non costa nulla.
A parte dare un bollore al fegato e lessare anche la testa del
coniglio, divisa a metà e priva degli occhi. Quando sarà pronta
scarnirla e tritarla assieme al fegato; unire poi il ricavato al
soffritto con i pezzi di coniglio.
La cottura deve essere effettuata aggiungendo, se necessario, un
po' di acqua e brodo. Considerare che l'unione del fegato e
della carne della testa produrrà una salsina densa e abbondante.
Volendo il coniglio può essere accompagnato da riso lessato,
dopo avervi mischiato 2 o 3 pomodorini sbollentati. |
● Coniglio
con i peperoni |
Ingredienti:Un coniglio
da 1,5 kg.; 1 kg. di peperoni rossi e gialli; 1 spicchio
d'aglio; una cipolla piccola; 4 acciughe sott'olio; una
cucchiaiata di capperi; vino bianco secco; olio d'oliva; burro;
salvia; rosmarino; timo; maggiorana; sale e pepe.
Preparazione: Pulire accuratamente il coniglio,
tagliarlo a pezzi regolari e metterli in una terrina con un filo
d'olio d'oliva, mezzo bicchiere di vino bianco secco, uno
spicchio d'aglio tagliato a fettine, un rametto di rosmarino,
alcune foglie di salvia, abbondante timo, maggiorana, sale e
pepe. Tenerlo a macerare per almeno 7 - 8 ore.
Al momento di cuocerlo, togliere il coniglio dalla marinata,
pulirlo, asciugarlo e metterlo in un recipiente di coccio con
poco olio e burro. Rosolare a fuoco lento rivoltando spesso i
pezzi di carne e spruzzandoli con vino bianco secco.
Nel frattempo lavare e asciugare i peperoni e poi tagliarli a
pezzetti, eliminando semi e costine bianche interne. Gli stessi
dovranno essere cotti in una teglia a parte, unendoli alla
cipolla affettata finemente e facendo uso di 4 cucchiai di olio
d'oliva, sale e pepe.
A cottura quasi ultimata del coniglio, versare nella sua terrina
i peperoni già cotti, le acciughe e i capperi. Chiudere il
contenitore con un coperchio e lasciare insaporire, a fuoco
lento; ancora per qualche minuto. Il piatto si può servire
tiepido o freddo. |
● Polenta e
capra |
Ingredienti: 800 gr.
di carne di capra già tagliata a pezzi; mezza cipolla;
mezza costa di sedano; 1 spicchio d'aglio; un ciuffo di
prezzemolo; 1 carota; 3 pomodori; 4 cucchiai d'olio d'oliva;
mezzo bicchiere di vino bianco; sale e pepe.
Preparazione: In una casseruola capace e a bordi
alti si fanno soffriggere con l'olio la cipolla, il sedano,
l'aglio e la carota tritati. Aggiungere quindi i pezzi di capra,
versare il vino e mescolare bene a fuoco dolce fino a completa
evaporazione. Proseguire poi la cottura (durata circa 4 ore) a
fuoco medio unendo i pomodori spellati e tagliati a piccoli
pezzi ed aggiustando di sale e di pepe.
A parte si prepara una polenta di media consistenza, le cui
fette verranno condite col sugo di capra. |
● Fagiano della Lunigiana |
Ingredienti per 4 persone:Un fagiano
od una fagianella di circa 1 kg., 50 gr. di pancetta
a fettine, 50 gr. di pancetta nostrale, rosmarino e salvia,
parmigiano grattato, un uovo, mollica di pane, un cucchiaino di
capperi, vino bianco, poco brodo, olio d'oliva, sale e pepe.
Preparazione: Spiumare, fiammeggiare,
lavare ed asciugare il fagiano, già frollato e starnato. In una
zuppiera mescolare insieme un pugno di mollica bagnata, l'uovo,
la mortadella nostrale (in mancanza si può usare una salciccia),
i capperi tritati, un cucchiaino di parmigiano, il rosmarino e
la salvia tritati, mezzo bicchiere di vino bianco, sale e pepe.
Unire anche il fegatino e la cipolla pulita del fagiano,
anch'essi tritati. Mescolare bene, quindi farcire il fagiano.
Fasciarne poi il petto con fettine di pancetta, legarlo e
metterlo in un tegame con un filo d'olio per la cottura. Quando
sarà rosolato bagnarlo con il vino e ultimare la cottura,
versando poco brodo man mano che occorre. |
● Stufato
di lepre |
Ingredienti: La metà di una lepre; una cipolla di
media grandezza; due spicchi di aglio; una costa di sedano lunga
circa un palmo; abbondante rosmarino; una noce di burro; due
cucchiaiate di olio d'oliva; prosciutto crudo a fette; mezzo
bicchiere di vino bianco o marsala; un pugno di funghi porcini
freschi o secchi (da ammollare); sale; pepe e spezie.
Preparazione: Dopo avere spezzettato in modo
grossolano la lepre si trita finemente un battuto con cipolla,
aglio; sedano e rosmarino che va passato quindi al fuoco in un
tegame con un pezzetto di burro, olio e 4 o 5 strisce di
prosciutto crudo larghe un dito. Quando avrà soffritto per circa
5 minuti immergervi i pezzi di lepre e condirli con sale, pepe e
spezie.
Una volta rosolata, bagnare la preparazione col vino o la
marsala, aggiungervi i funghi porcini e portarla a cottura con
brodo e sugo di pomodoro o conserva. Prima di servire assaggiare
ancora e, se necessario, aggiungere un altro po' di burro. |
● Lepre o
cinghiale in dolce-forte |
Ingredienti per 4 persone: Mezza lepre (circa 1,5
Kg); 50 gr. di pancetta; cipolla; carota; sedano; alloro;
salvia; rosmarino; 50 gr. di cioccolato fondente; 2 cucchiai di
uvetta; due cucchiai di pinoli; 2 cucchiai di arancio o cedro
candito; chiodini di garofano; vino rosso e aceto; brodo; olio
d'oliva; zucchero; farina; sale e pepe.
Preparazione: Tagliare la lepre in almeno una
diecina di pezzi e metterla a marinare per una notte in vino
rosso e aceto. In un tegame bisogna far rosolare, dentro 8
cucchiai di olio, un trito fine di pancetta, cipolla, carota e
sedano. Unire anche qualche fogliolina di salvia, alloro e
rosmarino.
Appena il battuto appassisce aggiungere i pezzi di lepre scolati
e farli colorire bene. A questo punto salare, pepare e bagnare
con un bicchiere di vino della marinata. Ad evaporazione
avvenuta, continuare la cottura versando, di tanto in tanto, un
po' di brodo.
In un tegamino mettere il cioccolato grattugiato o a piccole
scaglie, l'uvetta, i pinoli, il candito tritato, un cucchiaio di
zucchero, 2 chiodi di garofano pestati, un profumo di noce
moscata, mezzo bicchiere di brodo e mezzo bicchiere di aceto.
Quando la lepre sarà cotta togliere i pezzi e passare al
setaccio la salsa di cottura, rimettere il tutto nel tegame e
cospargere con un cucchiaio di farina. Versare quindi nel
recipiente il dolce-forte ben rimestato e tenere sul fuoco per
una diecina di minuti. Il piatto può andare in tavola qualche
minuto dopo avere spento la fiamma. |
NB: Al posto della lepre, volendo, si può impiegare un pezzo di
carne di cinghiale. |
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I
fegatelli di maiale possono essere conditi con olio
pepe e sale, involtati nella rete e cotti in gratella, allo
spiedo o in una teglia. In Toscana c'è anche l'usanza di
conservarli per qualche mese, ponendoli dopo cotti in un
tegame riempito di lardo strutto portato a bollitura. Man
mano se ne può levare una porzione ad uso per consumarla
dopo averla riscaldata. Alcuni sono soliti cucinare i
fegatelli avvolti tra due foglie di alloro oppure aggiungere
al condimento un po' di semi di finocchio: due odori
abbastanza acuti che alcuni stomaci non tollerano. |
Il lardo di Colonnata, ottimo anche nel gelato e nei cioccolatini |
Un altro prodotto
suino, forse il più famoso presidio Slow Food d'Italia,
è il "lardo di Colonnata", che
matura in vasche di marmo. Forse uno dei pochi
salumi in produzione senza conservanti o sbiancanti.
La sua storia è molto antica: nel caratteristico
paese posto sulle Alpi
Apuane ci sono ancora delle conche |
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di conservazione risalenti al '600.
Il lardo era il companatico tipico dei cavatori, che lo portavano
sul lavoro perché dava forza. Un prodotto di estrazione casalinga,
che non veniva commercializzato, ma regalato al medico di famiglia,
all'avvocato, agli amici...
Il primo negozio che lo pose in vendita venne aperto nel 1930.
Oggi viene esportato in gran parte dell'Europa.
L'enologo Luigi Veronelli
e lo scrittore Mario Soldati
furono le personalità che più contribuirono a far uscire
il lardo dalla sua nicchia di consumatori apuani,
decantandolo nei loro lavori. |
Ancora oggi sono ricordati con molto affetto dalla
popolazione locale.
Il lardo di Colonnata può avere molti tipici abbinamenti: dalla zuppa,
al rombo, agli scampi. Uno dei più felici è quello con la
"marocca",un pane tipico dal sapore dolce, perché composto al 70% da
farina di castagne. Alcuni esercizi commerciali
lo utilizzano anche per preparare gelati e cioccolatini. |
|
Luigi Veronelli adorava i cibi ancestrali di Lunigiana e Garfagnana |
Quando le verdure erano a buon mercato e i cereali quasi
li regalavano, si diceva che la cucina di Lunigiana e
Garfagnana era una cucina povera. Ora un po' meno. In
epoca remota fu la fantasia delle massaie a far si
che i sapori venissero accortamente miscelatii, a
inventare azzeccati accostamenti, sfruttando al
meglio e nel modo più diversificato tutto quel poco
che avevano a disposizione, compresi i famosi erbi,
che crescevano spontaneamente e che tanta parte
hanno nel caratterizzare questa gastronomia.
Il noto chef Angelo Paracucchi fu il primo,
nel 1980, a raccogliere 161 ricette
meritevoli di essere conservate e riproposte.
Mario Soldati,
nel commentare questa encomiabile pubblicazione,
pose l'accento sul fatto che ben 94 piatti tipici
sono a base di farina, patate, cereali in genere e vegetali.
L'enologo Luigi Veronelli era particolarmente
incantato dalle bellezze territoriali e dalla
gastronomia di Lunigiana e Garfagnana
e capitava spesso in zona alla ricerca di sempre
nuove |
 |
Bibola, caratteristica stazione di sosta
lungo il sentiero di monte della Via Francigena |
specialità. Ecco cosa scriveva nel 1970, dopo una visita a San
Romano di Garfagnana: "Odo gli amici vantare i
loro viaggi, le esperienze all'estero e, ogni volta,
un poco mi irrito. Io "batto" da anni le città, i
paesi, i borghi di questa nostra Italia e non
finisco di meravigliarmi tante e tali sono le
sorprese e le prove di una civiltà che non ha pari e
confronti. Non so fino a che punto sia giusto - in
una vita breve, incapace più che mai (e sempre più)
di omniscenza - ignorare i nostri luoghi, le nostre
tradizioni, il nostro che è immenso patrimonio per
altri certo più poveri ed estranei. Sono capitato
qualche giorno fa a San Romano in Garfagnana, paese
montanaro e mi sono emozionato di tanta ignota
ricchezza: panorami incantevoli, la chiesa
parrocchiale barocca, la torre campanaria, la
fortezza estense in frazione Verrucole, il Parco
demaniale dell'Orecchiella (habitat ideale di daini,
cervi, mufloni e cinghiali). Con tali documenti puoi
subito giurare al buio sulla cucina... Nelle
famiglie ho trovato cibi ancestrali, di gelosa ed
esaltante fattura..."
Segue tutto un corposo elenco di pietanze che sono
simili negli ingredienti e nella preparazione a
quelle lunigianesi, stante la stessa matrice etnica
e storico-culturale delle due "regioni".
Citiamo: la farinata di granoturco, fagioli e
verdure, condita col brodo di cottura della
testa di maiale (si consuma calda come minestra,
oppure, una volta raffreddata, si taglia a fette e
si frigge in padella con lo strutto; la polenta
di neccio, fatta con la farina di castagne e che
può essere insaporita da una infinità di altri
ingredienti (latte, ricotta, aringhe alla griglia,
ossa di maiale non perfettamente scarnificate,
pancetta fritta ecc...); gli spaghetti con le
noci, un tempo d'obbligo per il Natale (il pesto
di noci e acciughe viene scaldato con olio e
maggiorato da uno spicchio d'aglio pestato,
abbondante pecorino e un poco di pepe); i
maccheroni casalinghi, (del tutto diversi da
quelli tradizionali) a base di farina di grano, uova
e acqua, con la sfoglia tirata a mano, avvolta sul
mattarello e buttata nell'acqua in bollore dopo
essere stata strappata a piccoli pezzi.
Veronelli chiude infine con il vino: "Il
borgo è montanaro e non ha grandi vini: la gente se
ne procura uno con geniale artifizio: il "Granà",
vino <lavorato> nelle annate migliori. Le uve sono
scelte, si sgranano e si fanno leggermente
appassire; vinificate danno un rosso non molto
alcoolico, spumeggiante, il cui "bouquet" è come
sottolineato da un sentore di roccia calda...".
Al giornalista e scrittore Giorgio
Bocca invece i prodotti enogastronomici della Lunigiana non
sono mai andati a genio. Nel 1980,
interpellato per fornire consigli sul "moderno
galateo", tra le brutte maniere da conservare
indicava, tra le altre: "Rifiutare la
degustazione dei vini della Lunigiana, specie i
bianchi, color urina pallida e allontanare con un
gesto fermo i testarelli o testicolli o tenerelli
che sono un'altra specialità della ubertosa zona,
specie di rospi di pasta bollita...". Non sappiamo
se, col passare degli anni, abbia poi cambiato idea... |
Testi consutati: settimanale "Epoca" del
7/6/1970 - settimanale "L'Espresso" dell' 8/6/1980 |
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Primi piatti con le
erbe spontanee, barbotta e torte salate |
Con le cipolle si prepara la "puticiana"
o "barbotta". Specialisti di questo piatto
si ritrovano soprattutto a Bagnone e a Treschietto (luogo
di coltivazione dei preziosi bulbi),
sottoposti a tutela da un apposito Comitato) dove, alla fine
di maggio, viene allestita la famosa "Sagra della cipolla".
In alcune frazioni del comune di Mulazzo si può
assaggiare una torta salata particolare che origina da una
pasta sfoglia di grano riempita con un composto di riso,
latte, formaggio e uova che, sulle tavole più ricche, poteva
anche accompagnare il cinghiale in umido, insaporito con bacche di
ginepro e foglie di alloro.
Con erbe spontanee e verdure di stagione si
confezionano le "torte d'erbi", pietanze
salate che solitamente vengono consumate come antipasti o
secondi piatti. Hanno un sapore mutevole, a seconda delle
località, degli ingredienti utilizzati e delle dosi. Tutti
custodiscono gelosamente le proprie ricette, ma
orientativamente, per preparare una torta d'erbi occorrono
due chilogrammi di "erbi" o bietole, di cui si utilizza solo
la foglia. Si lavano e si tritano non troppo fini, si salano
e si aggiungono una ricotta, una bella manciata di pecorino,
due uova intere, una manciata di pane grattugiato, un
pizzico di pepe ovvero noce moscata e un po' d'olio d'oliva.
Si mescola a fondo per ottenere un amalgama compatto. Si
prepara la sfoglia con farina, acqua, olio e sale e la si
tira per due volte. A questo punto, una si appoggia al testo
e ci si deposita sopra il preparato, che va poi steso con
uno spessore tra uno e due centimetri. Si ricopre poi il
tutto con la seconda sfoglia, unendo le due ai bordi. Si
mette il tutto nel forno ben caldo, per una cottura di circa
3/4 d'ora. |
RICETTE |
● Risotto
con le erbe |
Ingredienti per 4 persone:300 gr.
di riso, 200 gr. di bietole, 200 gr. di spinaci, 2 uova,
mezza cipolla, 50 gr. di burro, un litro di brodo, vino bianco,
parmigiano grattato, sale e pepe.
Preparazione: In una pentola far
rosolare nel burro la cipolla tritata finemente. Appena
appassisce, unire il riso e farlo tostare alcuni minuti.
Aggiungere quindi le verdure, lavate e tagliate finemente.
Quindi salare, pepare e bagnare con un po' di vino. Quando sarà
evaporato, tirare sul il risotto col brodo bollente. Appena è
pronto, spegnere il fuoco e amalgamarci le uova precedentemente
sbattute con 4 cucchiai di formaggio. Rimestare bene e servire
con altro parmigiano.
Volendo si possono utilizzare verdure già lessate e tritate.
Alcuni usano anche mettere un cucchiaio di succo di limone nelle
uova sbattute. |
● Risotto
con le ortiche |
Ingredienti per 4 persone:400 gr. di
riso, 200 gr. di ortica, mezza cipolla, 50 gr. di burro,
parmigiano grattato, olio d'oliva, sale e pepe.
Preparazione: In una pentola far
rosolare, in 4 cucchiai d'olio, la cipolla tagliata fine. Appena
appassisce unire le foglie d'ortica, lavate e tagliate
grossolanamente. Cuocere il tutto per qualche minuto e poi unire
il riso. Indi salare, pepare e tirare su il risotto con acqua
bollente o brodo. In ultimo unire il burro e servire con del parmigiano.
Sarebbe opportuno utilizzare le foglie superiori dell'ortica che
sono più piccole e tenere, raccogliendole nel periodo estivo,
dopo aver protetto le mani con i guanti. |
● Torta d'erbi
pontremolese |
Ingredienti: 150 gr. di farina; 5 cucchiai di olio
d'oliva; 2 mazzi di bietole tenere; 1 cipolla media; formaggio
parmigiano grattugiato; sale.
Preparazione: Preparare un impasto con la farina,
tre cucchiai di olio, un pizzico di sale e aggiunta di acqua
fredda. Dopo averlo bene amalgamato e formato a palla, lasciarlo
riposare in una tazza coperto da un telo. Nel frattempo mondare
e tagliare a striscioline due bei mazzi di bietole tenere e
lasciarle riposare in un colapasta, cosparse con un pizzico di sale.
Trascorsa un'oretta, mescolare in una terrina due uova con
parmigiano grattugiato e due cucchiai di olio; unire poi le
bietole assieme ad una cipolla tritata, amalgamando bene.
Dall'impasto di farina lasciato a riposo ricavare due sfoglie:
una servirà a foderare il fondo di una teglia unta d'olio dove
verrà versato il ripieno, l'altra dovrà ricoprirlo aderendo bene
agli orli. La parte superiore andrà bucherellata con una
forchetta per dare via libera al vapore che si genererà durante
la cottura in forno, che richiede circa 40 minuti di tempo. |
● La
Puticiana o Barbotta |
Ingredienti: 300 gr. di farina
di granturco; 5 mazzetti di cipolle novelle; 150 gr. di
formaggio di mucca grattato; 1 uovo; un quarto di latte; olio
d'oliva; 100 gr. di pan grattato; sale.
Preparazione: Lavare e tagliare a
fettine le cipolle. Farle cuocere nell'olio con il sale e, se
occorre, aggiungere un po' d'acqua. In una terrina impastare la
farina con il latte, aggiungere un uovo, formaggio, olio, sale
quanto basta e infine le cipolle. L'impasto deve risultare morbido.
Ungere i bordi e il fondo di una teglia abbastanza grande con
l'olio e cospargere col pan grattato. Versare l'impasto nella
teglia e cuocere nel forno caldo per circa un'ora. Il piatto va
servito caldo. |
● La
Cipollata |
Ingredienti per 4 persone: 4 grosse
cipolle bianche o ramate; 4 fette di pane casalingo raffermo,
2 salsicce, 50 gr. di pancetta, un litro e un quarto di brodo,
parmigiano grattato, olio d'oliva, sale e pepe.
Preparazione: Bisogna far rosolare in
una pentola e tutto assieme, in 5 cucchiai d'olio, le cipolle
tagliate a fettine, le salcicce spellate e tagliate in due e la
pancetta tagliata a piccoli dadini. Quando le cipolle saranno
appassite, aggiungere tutto il brodo bollente.
La cottura va fatta a pentola scoperta, per circa 3/4 d'ora,
aggiustando di sale e servendo su fette di pane abbrustolite (sulle
quali, volendo, può essere in precedenza strofinato dell'aglio).
Il tutto va poi pepato e cosparso con abbondante formaggio.
Una variante consiste nell'aggiungere anche 3 etti di
rosticciana lessata, spolpata e fatta a piccoli pezzi. Chi
invece volesse gustare una semplice, ma gustosa, minestra di
cipolle, può eliminare del tutto le carni presenti. |
● Torta di
riso |
Ingredienti: 350 gr. di riso ben nettato e
lavato; 125 gr. di burro; 4 cucchiai d'olio d'oliva di
frantoio; 750 gr. di erbaggi, nettati, lavati
sbollentati, sgocciolati, ben strizzati, tritati e
raffreddati; un cucchiaio di cipolla tritata; 5 o 6 uova
intere; parmigiano grattugiato di fresco; sale.
Preparazione: Versare in una casseruola acqua
abbondante leggermente salata e far prendere l'ebollizione;
gettarvi il riso e sgocciolarlo cotto al dente. Fare
imbiondire la cipolla in una padella con la metà del burro e
tutto l'olio; aggiungere il riso ben sgocciolato e
mescolare; unire il trito di erbaggi, condire con poco sale
e versare in una grande terrina; mescolarvi 25 gr. di burro
e 3 cucchiai di parmigiano e «legare» con le uova montate
a frittata e leggermente salate. Riempire una teglia
imburrata con il miscuglio di riso, erbaggi e uova
amalgamando bene, appiattirlo col dorso di un cucchiaio,
mettervi sopra il burro rimasto a pezzetti e passare al
forno. Ritirarlo a doratura della superficie; servire nella
teglia di cottura e passare a parte del parmigiano
grattugiato. |
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Dolci e torte |
Dolci tipici del fivizzanese sono la "spongata",
la "carsenta" e il "buccellato".
La "carsenta" veniva preparata la sera del
Venerdì Santo e lasciata lievitare al calore del fuoco per
tutta la notte, prima di essere cotta nel forno a legna. La
"spongata", bontà tradizionale del periodo natalizio,
è ancora preparata secondo antiche ricette rinascimentali.
Un dolce classico, facilissimo, sempre gustoso e gradito da
tutti è il "ciambellone", noto anche col nome
di "Schiacciata di Pasqua". Ne esiste una
variante fatta con metà farina di castagne e metà farina
bianca. La dose di zucchero (indicata nella ricetta
sottostante) va ridotta a circa 100 gr. e si serve con panna montata. |
RICETTE |
● Il
Ciambellone |
Ingredienti per 6 persone: 500
gr. di farina, 300 gr. di zucchero, 4 uova, 100 gr. di burro, un
bicchiere di latte, rhum o brandy o sassolino, una bustina di
lievito, scorza di limone, poco sale.
Preparazione: Sbattere le uova con lo
zucchero, quindi aggiungere la farina, il latte, il burro fuso,
il lievito, un bicchierino di liquore, un cucchiaino di scorza
grattata e un pizzico di sale.
Imburrare poi uno stampo da ciambella (col buco), infarinarlo e
versarci dentro il composto ben rimestato. La cottura va fatta
in forno medio e dura circa 40 minuti. |
● Frittelle dolci con le mele |
Ingredienti per 4 persone: 500
gr. di mele renette, 100 gr. di zucchero, 200 gr. di farina
bianca, 2 uova, olio di oliva e sale all'occorrenza, un
bicchiere di latte. Chi vuole ottenere un impasto più morbido e
soffice al gusto può aggiungere un pizzico di lievito di birra.
Preparazione: Le mele vanno sbucciate,
tagliate a fettine e poi riposte in un recipiente, coperte dallo
zucchero, per circa una mezz'ora. A parte si prepara la
«pastella» per friggere, utilizzando la farina, le uova, il
lievito di birra (se impiegato), il latte e un poco di sale. Il
tutto va mescolato a fondo fino all'ottenimento di un composto
molto liquido (se occorre si può aggiungere dell'acqua).
A questo punto le fettine di mela vanno prima «affogate» nella
pastella e poi fritte, ad una ad una, in una padella con
abbondante olio bollente. Al raggiungimento della doratura
voluta vanno tolte ed adagiate in un piatto piano coperto con un
po' di carta assorbente da cucina (un tempo si usava la carta
dei sacchetti del pane) che serve per assorbire l'olio caldo in
eccesso. Vanno servite dopo averle spolverate di zucchero. |
● Torta di
riso carrarina |
Ingredienti per 6 persone: 100
gr. di riso, 7 uova, 300 gr. di zucchero, mezzo litro di latte,
scorza di limone e di arancio, un bicchierino di rhum, una
bustina di vaniglina, un poco di sale, burro e semolino per la teglia.
Preparazione: Lessare per 10 minuti il
riso in acqua leggermente salata, colarlo e metterlo da parte.
In una zuppiera sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere il
rhum, la scorza grattata di un limone e di un'arancia, la
vaniglina ed un pizzico di sale. Mescolare bene ed aggiungere il latte tiepido.
A questo punto bisogna imburrare ed infarinare una teglia di
circa 25 cm. di diametro e mettervi sul fondo il riso, quindi
versarci sopra la crema che è stata preparata. Il tutto va posto
in forno a calore medio per circa un'ora ( la superficie dovrà
apparire ben dorata). Va gustata fredda, a temperatura ambiente. |
● Budino di
limoni |
Ingredienti per 4 persone: 3 limoni grandi e ben
maturi; 200 gr. di zucchero; 8 uova; una noce di burro.
Preparazione: Lavare accuratamente i tre limoni e
lessarne due in poca acqua; quindi tagliarli a fettine e pestarli
nel mortaio insieme allo zucchero. Prendere poi le uova e
separare i tuorli dagli albumi. I rossi vanno aggiunti ai limoni
amalgamando bene; a parte vanno montati a neve i bianchi che
andranno incorporati al composto, mescolando adagio.
A questo punto ungere col burro una forma da budino, versarvi il
preparato e cuocere a fuoco basso per 30 minuti. Una volta
raffreddato, il budino va capovolto in un piatto da portata e
decorato con le fettine ottenute dal terzo limone. |
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Testi consultati: eccetto ove espressamente indicato, vedi pagina principale
"La
Lunigiana" |
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