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Scoperte, invenzioni, record
e avvenimenti importanti che
hanno segnato il XX Secolo |
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Finestre fotografiche
su Liguria e Toscana |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Close Up |
Argomenti del
sito in primo piano,
eventi, news e storia del territorio |
Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino
e sono un "monumento
geologico" unico al mondo... |
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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove
parte questo sito... |
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Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di
una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal
sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo
essere stati riscoperti a nuova vita. |
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Ferrovia Aulla-Lucca
Il fascino dei
treni d'epoca
e delle locomotive a vapore |
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Ferrovia Pontremolese
Una linea di
vitale importanza
per La Spezia e la Lunigiana |
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Ex
Ceramica Vaccari
Il comprensorio
della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di
fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per
Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le
aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo,
alla cultura... |
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Il dialetto genovese
Le trasformazioni
fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno
inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i
secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva,
che oggi viene insegnata anche nelle scuole... |
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Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
per strada un tappeto di fiori...".
A Brugnato, ogni anno, giovani e
meno giovani si radunano nel
centro storico per abbellire strade
e piazze con disegni floreali,
secondo un'antica tradizione che
origina da un miracolo
avvenuto a Bolsena... |
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Mezzi da lavoro storici
I raduni e le
esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed
onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno
guidati per mestiere... |
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Mezzi militari storici
I più celebri
veicoli militari che hanno partecipato alle vicende della
Seconda Guerra Mondiale sfilano per strade e piazze e mantengono
vivo il ricordo di quei terribili giorni... |
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INDICE GENERALE
'800
CRONACA
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO
ALTRI
FAUSTO COPPI
INTER
RIVISTE 01
02
03
04
05
06 |
GIUGNO 1970
- La rivista "Epoca" lancia l'allarme contro la distruzione
della natura |
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E' necessario tutelare le
foreste superstiti e le alghe
marine perchè, da quando esiste
l'uomo, per la prima volta si è rotto
l'equilibrio tra produzione e
consumo di ossigeno |
"L'uomo,
«inventando» macchine e
fabbriche, si è messo a bruciare
combustibili in un crescendo
vertiginoso, tanto che in
settant'anni la quantità di
anidride carbonica presente
nell'atmosfera è aumentata del
10%. I paesi tecnologicamente
avanzati consumano ormai una
quantità d'ossigeno doppia di
quella che viene prodotta entro
i loro confini e, soltanto la
circolazione dell'aria salva gli
abitanti dalla morte. I
«produttori» d'ossigeno, ai
quali dobbiamo la vita, sono
solamente due: le piante verdi
che crescono sulla Terra e le
alghe marine, protagoniste di
quel miracolo fisico-chimico che
è la fotosintesi clorofilliana.
Una pianta infatti, ricevendo
energia dal Sole sotto forma di
luce, assorbe anidride carbonica
e libera ossigeno, cioè depura
l'aria |
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e la rifornisce di quel
prezioso elemento che ci consente di
respirare, di accendere il fuoco, di
avviare il motore della nostra
autovettura... L'aria che respiriamo
sembra tanta, ma in realtà si trova
contenuta in una «pellicola» di
spessore trascurabile rispetto al
diametro del pianeta. Nell'atmosfera si
trovano gli elementi che ci fanno vivere
«dosati» secondo un armonico equilibrio.
In una parte d'aria c'è il 78% di azoto,
il 20,9% di ossigeno, lo 0,03% di
anidride carbonica, più minuscole tracce
di altri gas come l'argo, il neon,
l'elio ecc. ecc... L'ossigeno, come è
noto, è il più vitale tra gli elementi.
Senza di esso gli animali non respirano
e nulla si ossida, cioè brucia, si
trasforma in energia. Ogni volta che
respiriamo (16-18 volte al minuto)
consumiamo ossigeno (circa 576 litri al
giorno) e, ogni volta che espiriamo,
emettiamo anidride carbonica. Lo stesso
accade quando accendiamo un fiammifero,
bruciamo la legna nel camino o migliaia
di tonnellate di carbone o petrolio in
una centrale termoelettrica, la benzina
del serbatoio dell'auto o accendiamo il
fornelletto a metano della cucina. C'è
dunque un continuo consumo d'ossigeno e
una continua produzione di anidride
carbonica, la quale, al di sopra di
certe concentrazioni è tossica. Prima
dell'era industriale i consumatori
d'ossigeno erano l'uomo, gli animali, il
terreno qualche incendio boschivo e
l'attività dei vulcani; naturalmente
l'anidride carbonica era in perfetto
equilibrio col consumo d'ossigeno. Oggi
invece, per la prima volta nella lunga
storia delle vicende umane, abbiamo
rotto l'equilibrio ecologico che ci
circonda. |
CONSUMO E PRODUZIONE DI OSSIGENO
Un uomo adulto con la respirazione
consuma da 13 a 14 Kg di aria al giorno,
un'automobile 15,4 per ogni litro di
benzina; per bruciare un chilo di
carbone ce ne vogliono 13,5, un litro di
nafta 15,4, un chilo di metano 18.
Moltiplicando queste poche cifre con
tutto ciò che si brucia nel mondo,
arriviamo a totali da incubo...
Di contro, un bel tiglio adulto, verde e
fronzuto, ci regala circa 5 milligrammi
di ossigeno l'ora ( se è esposto al
Sole) per ogni mezzo metro quadrato di
superficie di foglie, cioè qualche
centinaio di grammi da tutta la sua
immensa chioma...
Poiché la civiltà industriale - fenomeno
tuttavia irreversibile - sta inquinando
l'aria in molti altri modi oltre a
quelli già descritti finora, una
«politica del verde» diventa una
necessità assoluta e assume l'aspetto di
dovere civico, di scelta prioritaria
alla cui realizzazione siamo chiamati
tutti. |
L'OSSIGENO VIENE PRODOTTO
per quasi due terzi dalle alghe, cioè
dall'acqua degli oceani. Sull'argomento,
il celebre ecologo americano Lamont C.
Cole, ha scritto: "Chiunque dovesse
uccidere le piante planctoniche degli
oceani, le seguirebbe fatalmente nella
morte". Se dunque è un preciso
dovere difendere le piante terrestri,
diventa vitale difendere le piante del
mare. E invece stiamo già inquinando gli
oceani e, ancor più le acque chiuse, con
incoscienza assoluta, in una specie
d'incredibile delirio d'imprevidenza. |
IL GEOCIDIO
La concentrazione di anidride carbonica
tossica per l'organismo umano è dell'1%,
quella mortale del 6%. Molto
probabilmente, secondo la maggioranza
degli studiosi, non arriveremo mai a
raggiungere la dose di rischio, né
avremo carenza di ossigeno. Tuttavia è
già molto grave, che per la prima volta
nella storia dell'umanità si sia rotto
l'equilibrio tra produzione e consumo.
Nessuno può rimanere tranquillo di
fronte ad un avvenimento di tale
portata, tanto più che vi sono pericoli
indiretti collegati al fortissimo
aumento della concentrazione di anidride
carbonica nell'aria. Se il fenomeno
dovesse continuare, l'anidride carbonica
potrebbe modificare le caratteristiche
«riflettenti» del nostro pianeta. Quanto
maggiore sarà la concentrazione di
questo gas nell'aria, tanto minore sarà
il calore che la Terra (riscaldata dal
Sole) restituirà allo spazio: e anche
una variazione di pochi gradi nella
temperatura media del pianeta potrebbe
portare a conseguenze catastrofiche. Per
contro, si può anche ipotizzare che
l'aumento delle particelle di polvere,
di fumo, di smog e di altri veleni
disseminati nell'atmosfera impedisca
l'arrivo di una frazione dell'energia
proveniente dal Sole, causando un
progressivo raffreddamento della Terra.
Se il riscaldamento e il raffreddamento
fossero di uguale valore, un fenomeno
annullerebbe l'altro, ma se non dovesse
essere così?
La risposta, al limite, arriverebbe fino
all'ipotesi del «geocidio»,
all'uccisione della «casa» dell'uomo ad
opera dell'uomo..." |
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OTTOBRE 1972 - "Qui Touring" si chiede se è ancora
possibile salvare la natura |
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Una scienza vecchia di un secolo che scende tra la gente |
Per
millenni l'uomo ha tentato di piegare la
natura ai suoi voleri. C'è riuscito, ma non ha
compreso che ogni ferita inferta alla natura era
una ferita nel suo stesso costato. Oggi soltanto
s'accorge di avere un'unica via di salvezza,
quella di obbedire alla natura che è tanto più
sapiente di lui. Governi e opinione pubblica
prestano attenzione alla voce degli studiosi,
s'accende l'interesse per una scienza che guarda
ai rapporti tra vegetali, animali e ambiente in
cui vivono. |
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Questa scienza è l'ecologia. Vecchia di un
secolo, da poco è scesa tra la gente.
Ascoltiamone anche noi presagi e
raccomandazioni... |
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IL TERMINE ECOLOGIA
suona bene ed ha avuto fortuna. Ma il suo
significato è stato spesso distorto. Del resto
siamo in un campo dove molte parole non
appartengono al linguaggio comune. Qualche
chiarimento non farà quindi male e aiuterà a
comprendere meglio certi concetti: |
ECOLOGIA
- Dal greco oikos (luogo) e logos
(studio). Significa quindi studio
dell'ambiente e della vita vegetale ed
animale che vi si svolge. |
POPOLAZIONE
- E' un gruppo di individui della stessa
specie, che vivono in uno stesso luogo.
Per esempio, i camosci del Parco
Nazionale d'Abruzzo sono una
popolazione. |
COMUNITA'
- E' l'insieme delle popolazioni che vivono in un dato luogo.
In uno stagno, lumache, girini,
libellule, zanzare fanno una comunità. |
ECOSISTEMA
- Le comunità e i luoghi in cui vivono
creano un ecosistema. Un lago, un fiume,
una palude, una costa marina (rocciosa o
dunosa), una foresta sono ecosistemi,
come il deserto, la tundra, la prateria
o semplicemente un campo coltivato. Se
il gioco dei rapporti fra i componenti
di queste "unità operative" funziona, il
sistema si dice "equilibrato". |
HABITAT
- E' il luogo dove un organismo vive: la
macchia mediterranea, per esempio, è
l'habitat preferito del cinghiale; il
coniglio, invece, può vivere in diversi
habitat. |
NICCHIA ECOLOGICA
- E' il luogo dove un animale od un
vegetale svolge le sue funzioni. Per il
gabbiano reale la nicchia
dell'alimentazione è la costa, per altri
tipi di gabbiani è il mare aperto. La
nicchia della riproduzione, per il primo
è la sommità delle scogliere, per i
secondi sono cavità o sporgenze a mezza
scogliera. |
SUOLO
- E' la terra, composta da minerali,
rocce triturate, vegetali ed anche
animali. Questi ultimi sono soprattutto
dei microrganismi: i batteri e i funghi,
operai instancabili che creano
l'alimento delle piante. |
HUMUS
- Le sostanze vegetali ed animali che si
trovano nel suolo in stato di
decomposizione costituiscono l'humus,
essenziale elemento della vita vegetale
(contiene infatti: amidi, zuccheri,
cellulosa, grassi, proteine). Per
stratificare 5 cm di humus occorrono 500
anni. |
BIOSFERA
- E' la parte del nostro pianeta in cui
gli ecosistemi sono in condizione di
funzionare. Comprende quindi il suolo,
laria, l'acqua che ospitano attività
biologiche, cioè di "vita". |
CATENA ALIMENTARE
- E' il rapporto fra piante, animali,
batteri per cui ciascuno mangia ed è
mangiato, anche mediante "predazione". I
gamberi si nutrono di alghe ma sono
mangiati dalle trote. Queste possono
essere mangiate da trote più grosse, a
loro volta mangiate dall'uomo. |
PLANCTON
- In greco significa "vagante". E'
l'insieme di microrganismi vegetali
(fitoplancton) e animali che formano un
complesso agglomerato nelle acque
marine: è il principale cibo dei pesci. |
DALLA FORESTA AL DESERTO
Moltissimi elementi concorrono
all'equilibrio degli ecosistemi, secondo
una scala ben definita: ai vertici le
piante. Eliminare le foreste significa
quindi degradare l'ecosistema a forme di
vita inferiori ed elementari, cioè al
deserto. |
IN ORIGINE C'ERANO LE PIANTE
- L'humus, cioè la terra "buona" è un
sottile strato. ma le piante, le erbe, i
cespugli, finché ci sono, lo tengono
saldamente ancorato al terreno e
sfruttano le sostanze in fermentazione e
in putrefazione attraverso il lavoro
intermediario di batteri e funghi. Il
sistema può così utilizzare un basilare
elemento della vita. |
QUANDO LA FORESTA SCOMPARE
- Se il bosco (o foresta) viene tagliato
per fare legna, se il sottobosco viene
distrutto dagli erbivori, se gli incendi
bruciano tutto, le piogge, scorrendo,
portano l'humus verso il declivio
sottostante e verso la pianura, dove la
vegetazione più densa quasi sempre è già
stata eliminata per fare posto alle
coltivazioni dei campi. |
RIMANE SOLO IL PASCOLO
- Anche la ghiaia e i sassi che sono
frammisti alle terre di erosione
scendono verso le zone coltivate e le
ricoprono, isterilendole. Queste vengono
allora progressivamente abbandonate.
Solo il pascolo può ormai sfruttare sia
la collina sia il declivio, dove però la
scarsità di humus non incrementa la
crescita delle erbe. |
L'ULTIMO ATTO DEL DRAMMA
- Dopo lo sfruttamento dei più grossi
erbivori, sopravvivono soltanto erbe
sparute. Il pascolo è adatto ormai
unicamente alla capre. Siamo giunti
all'ultimo atto del dramma: questi
erbivori distruggono tutto ciò che
rimane dell'antico manto vegetale. E
nato un deserto, dove l'erosione delle
terre tocca gli stati profondi... |
>>>
L'acqua è l'elemento naturale più coinvolto dalle variazioni climatiche |
BISOGNA SALVARE IL MARE
Il mare è un insieme di ecosistemi
importantissimi. Esso ci da 400 milioni
di tonnellate di proteine all'anno e il
70% dell'ossigeno che respiriamo. Ma noi
stiamo uccidendolo con scariche di
fogne, di industrie, di navi; con pesca
intensiva e caccia subacque spinti a
livelli profondi. L'esploratore Cousteau
dice che il mare ha 50 anni di vita... |
COME L'UOMO SCONVOLGE LA PROPRIA VITA
Comunque è chiaro che l'uomo ha fatto
meno disastri in tutta la sua lunga
storia, che negli ultimi 100 anni. Prima
non disponeva di strumenti potenti che
aiutassero il suo istinto di predatore.
Ora li possiede. Infatti, negli ultimi
100 anni, sono arrivate le macchine, i
motori, l'industria, nuove fonti di
energia. Una sviluppatissima ricerca
scientifica e tecnica ha generato, dopo
un matrimonio d'interesse con
l'economia, la tecnologia. Essa realizza
rapidamente e a basso costo quelle cose
utili che la tecnica progetta... L'uomo
è grato alla tecnologia. Essa però trae
dalla natura le materie prime. I
processi naturali risultano del tutto
sovvertiti da questo intenso
sfruttamento. Lo sviluppo post-bellico
ha cambiato la faccia del mondo, ma i
tecnici e i tecnologi non se ne sono
accorti, non hanno pensato che il
pianeta è limitato e le sue materie
prime anche. Ostentano solo con orgoglio
le enormi quantità di energia e di
oggetti posti al servizio di una
popolazione che i progressi della
medicina e migliori condizioni di vita
hanno frattanto moltiplicato. Questo
sviluppo che non tiene conto di quanto
si sottrae alla natura non è vero
sviluppo, è solo un andare avanti senza
guardarsi le spalle... |
CHI TROPPO RICCO, CHI TROPPO POVERO
Agli inizi degli anni '70, si rilevano
dei consumi esagerati di cellulosa, di
combustibili fossili, dell'acciaio,
peraltro dovuti ad una bassissima
percentuale della popolazione mondiale
(Paesi più tecnologicamente avanzati).
Per esempio, un cittadino americano ha a
disposizione un quantitativo giornaliero
di energia elettrica pari a 10.000 watt,
mentre nelle altre parti del mondo
questi tipi di consumi sono inferiori a
100 watt pro-capite. Il consumismo ha
generato altissime percentuali di
rifiuti, tanto che, guardandosi in giro,
le popolazioni che usufruiscono di un
più alto tenore di vita si ritrovano in
un paesaggio imbruttito ed involgarito.
Nei loro "libri contabili", nella
colonna delle uscite, non avevano mai
inserito le perdite di armonia
dell'ambiente (che è poi perdita di
risorse psicologiche), né la loro
dignità, né la loro salute. Altro che
benessere. Il benessere non si raggiunge
col produrre di più e quindi col
consumare di più, se questo porta a
parallele perdite di altri beni. E
questo vale per tutti. Un esplicito
avvertimento anche a quei Paesi, non
ancora industrializzati e quindi poco
guastati, che ben conoscono il pericolo,
ma hanno come alternativa al guasto
ambientale il permanere nel
sottosviluppo. Essi chiedono ai ricchi
una più giusta distribuzione delle
risorse disponibili... Questo pover'uomo
che riconosce le sue colpe deve dunque
correre ai ripari. Deve darsi una nuova
filosofia: considerare che sviluppo vero
è quello che non porta danni alla
natura. La tecnologia, fra i miracoli di
cui è capace, deve trovare modo di
riutilizzare tutti gli scarti (che
umiliazione: deve seguire l'esempio dei
batteri nel terreno). E' necessario
svincolare il sistema economico da uno
sviluppo illimitato e imprevidente;
eliminare i beni superflui, trasformare
quelli che hanno vita effimera
(l'industria ricerca l'effimero per
incrementare i consumi: quante cose si
gettano troppo presto senza utilizzarle
fino in fondo). Proprio così: l'ecologia
impone una nuova politica, dove la
concreta partecipazione di tutti è
fondamentale. Con l'accettazione di
sacrifici non si ferma il progresso: gli
si da invece una nuova intelligenza e
gli si soffia dentro un'anima.
Conveniamone: ne ha tanto bisogno... |
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GIUGNO 1992 - A Rio de Janeiro la conferenza
ONU sull'ambiente vista da "Il Mondo" |
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Sviluppo sostenibile è la parola
d'ordine che riunirà duemila
delegati di 160 paesi.
Per rilanciare
il dialogo Nord-Sud dopo la
guerra fredda, l'Occidente gioca
la carta dell'ecologia |
"Mercoledì 3 giugno 1992, nel
Rio Centro, palazzone dei
congressi dell'ex capitale
brasiliana, avrà inizio la più
lunga e difficile maratona
diplomatico-ambientale della
storia. Saranno presenti molti
capi di stato e di governo,
forse George Bush, magari Giulio
Andreotti e Françoise Mitterand.
Di sicuro ci sarà Maurice
Strong, uomo d'affari canadese,
segretario generale dell'UNCED e
inossidabile organizzatore di
questa assise planetaria, come
già in passato di quella di
Stoccolma nel 1972. E poi Carlo
Ripa di Meana, che approfitterà
per caldeggiare la sua proposta
di carbon-tax, il rimedio
inventato dal vecchio continente
per salvare la Terra dal
pericolo di cambiamenti
climatici. Le posizioni che si
confronteranno durante la
conferenza sono molto distanti: |
|
i contendenti sono 160 e ognuno
cercherà di strappare il massimo
a ciascuno degli altri 159. Gli unici a
protestare saranno gli ambientalisti
che, per la verità, hanno già cominciato
a brontolare da tempo. |
|
IL PANORAMA CHE SI PRESENTA AI CONVENUTI |
POPOLAZIONE
- Negli ultimi 20 anni la popolazione
mondiale ha fatto un balzo in avanti del
66%, arrivando a 5,3 miliardi. E'
previsto il raddoppio a 11 miliardi
entro 40 anni. Per soddisfare le
esigenze di tutti questi individui, la
produzione del mondo industriale dovrà
essere quintuplicata. |
POVERTA'
- La maggior parte dei nuovi venuti
vivrà in nazioni in via di sviluppo,
dove i poveri stanno già distruggendo le
risorse naturali per sopravvivere. Ciò
rischia di ostacolare sempre di più la
crescita economica in quei paesi,
ampliando il divario tra nazioni ricche
e povere. |
CONSUMI
- Il 25% della popolazione mondiale
presente nelle nazioni industrializzate
consuma il 70% delle risorse mondiali. E
col rafforzarsi della crescita economica
nelle nazioni in via di sviluppo, la
richiesta di risorse andrà alle stelle. |
INQUINAMENTO
- Già oggi solo i primi sette paesi
industrializzati sono responsabili del
45% delle emissioni di gas che provocano
l'effetto serra. Con
l'industrializzazione delle nazioni in
via di sviluppo, l'inquinamento mondiale
avrà un balzo all'insù. |
IMPOVERIMENTO DELL'ECOSISTEMA
- L'aumento delle attività umane sta
distruggendo la ricchezza di suoli,
foreste, paludi e praterie. Ogni anno
vengono distrutti 17 milioni di ettari
di foreste tropicali. Lo strato di ozono
si sta assottigliando e l'effetto serra
aumenta la temperatura del globo. In
Europa il 16,7% delle aree verdi sono
sottoposte ad un grave degrado. In
America Centrale e Messico questa
percentuale sale al 24,7%. In Africa
siamo al 14,4%, in Asia al 12,0%. |
IL COSTO ECONOMICO
- I danni ambientali costano oggi ai
paesi industrializzati dal 1% al 5% del
prodotto nazionale lordo. Nell'Europa
Occidentale si calcola che i danni alle
foreste (piogge acide, incendi ecc.)
penalizzino il PNL di 30 miliardi di
dollari all'anno. |
ACCUMULO DI ANIDRIDE CARBONICA ED
EFFETTO SERRA
Le emissioni di Co2 provenienti dalle
attività umane stanno provocando un
aumento della concentrazione di questo
gas e ciò, alla lunga, potrebbe
incrementare l'effetto serra fino a
provocare un surriscaldamento del
pianeta di qualche grado centigrado,
sufficiente però a modificare il clima
della Terra.
Contro questa visione catastrofista si
sono però schierati molti altri
scienziati. Dick Lindzen, considerato da
molti il più grande meteorologo vivente,
maestro indiscusso della grande scuola
del Massachussetts Institute of
Tecnology, osserva: "I ricercatori
dell' IPCC (il panel che ha redatto il
rapporto scientifico di base che verrà
discusso a Rio de Janeiro, ndr)
hanno sbagliato i loro conti e
soprattutto metodologia di analisi.
Quelle previsioni non hanno alcun
significato scientifico e non possono
essere prese a riferimento per suggerire
una qualsiasi decisione da parte
dell'ONU" |
SOFFOCATI DAL BENESSERE
A guardare i dati di oggi, sembrerebbe
che la questione delle emissioni di
anidride carbonica e quindi del rischio
di un cambiamento climatico globale sia
un affare tutto occidentale.
Attualmente, infatti, le emissioni
globali di carbonio ammontano a 6,3
miliardi di tonnellate annue. Il 48%
proviene dai paesi dell'area OCSE.
Sommando OCSE ed Europa dell'Est si
arriva ad un totale di 4 miliardi e
mezzo di tonnellate di carbonio, pari al
70% del totale.
Ma in futuro le cose sono destinate a
cambiare. Nel 2050, secondo le stime
degli esperti riuniti dall'ONU in vista
della conferenza di Rio, la quota dei
paesi OCSE sarà cresciuta molto poco, da
3 a non più di 4 miliardi di tonnellate,
mentre i paesi in via di sviluppo, se
manterranno gli attuali ritmi di
crescita economica, passeranno da poco
meno di 2 miliardi ad oltre 8. Anche i
paesi dell'ex blocco comunista vedranno
accrescere il loro peso che salirà dagli
attuali 1,5 miliardi di tonnellate ad
almeno 4 miliardi. Insomma, nei prossimi
decenni, il problema delle emissioni di
gas ad effetto serra non riguarderà più
la metà ricca del mondo, ma l'altra
metà, quella più povera. Eric Larson,
direttore del Centro Studi sull'Energia
e l'Ambiente dell'Università di
Princeton spiega: "In Occidente
l'intensità energetica, cioè la quantità
di energia necessaria per realizzare
un'unità di prodotto, ha iniziato a
declinare tra il 1900 e il 1920. Gli USA
sono uno degli esempi più virtuosi,
essendo passati dalle circa 0,95
tonnellate di petrolio equivalenti per
mille dollari di prodotto lordo del 1920
alle attuali 0,41. I paesi in via di
sviluppo presentano già oggi
un'intensità energetica superiore a
quella dei paesi occidentali e, in
assenza di interventi, di nuove
tecnologie, è destinata a crescere anche
oltre le 0,6 tonnellate di petrolio
equivalenti" |
LA CONSERVAZIONE DELLE FORESTE TROPICALI
I manifesti del WWF dicono: "Ci
mangiamo un'Austria ogni anno". E
non c'è dubbio che il ritmo al quale in
Brasile, Indonesia, Indocina, Bolivia,
Borneo si distrugge ciò che la natura
aveva impiegato qualche millennio a
costruire appare completamente
assurdo... Ma per quei paesi, come il
Brasile, che più stanno saccheggiando
questo "giacimento naturale", le foreste
rappresentano una delle principali fonti
di reddito (legname pregiato) e,
soprattutto, di territorio da destinare
all'agricoltura. Il prezzo di questa
ricchezza è però altissimo e, in primo
luogo, viene pagato da molti paesi: due
miliardi di tonnellate di anidride
carbonica in più ogni anno
nell'atmosfera terrestre, da paragonare
ai 6 miliardi di tonnellate provenienti
dai processi di combustione. |
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