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Mensile CAPITAL del novembre 1994 - Supplemento dedicato ai 200 orologi che saranno al top nel 1995

IL BLOG DEL '900

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Scoperte, invenzioni, record
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Finestre fotografiche
su Liguria e Toscana

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
 la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
 in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

 

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Argomenti del sito in primo piano,
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Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino
e sono un "monumento
geologico" unico al mondo...

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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani...

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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove
parte questo sito...

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Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo  essere stati riscoperti a nuova vita.

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Ferrovia Aulla-Lucca
Il fascino dei treni d'epoca
e delle locomotive a vapore

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Ferrovia Pontremolese
Una linea di vitale importanza
per La Spezia e la Lunigiana

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Ex Ceramica Vaccari
Il comprensorio della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo, alla cultura...

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Il dialetto genovese
Le trasformazioni fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva, che oggi viene insegnata anche nelle scuole...

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Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
per strada un tappeto di fiori...".
A Brugnato, ogni anno, giovani e
meno giovani si radunano nel
centro storico per abbellire strade
e piazze con disegni floreali,
secondo un'antica tradizione che
origina da un miracolo
avvenuto a Bolsena...

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Mezzi da lavoro storici
I raduni e le esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno guidati per mestiere...

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Mezzi militari storici
I più celebri veicoli militari che hanno partecipato alle vicende della Seconda Guerra Mondiale sfilano per strade e piazze e mantengono vivo il ricordo di quei terribili giorni...

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INDICE GENERALE   '800   CRONACA   SPORT GIRO  TOUR  CICLISMO  ALTRI   FAUSTO COPPI   INTER    RIVISTE 01 02 03 04 05 06
GIUGNO 1970 - La rivista "Epoca" lancia l'allarme contro la distruzione della natura
EPOCA del del 7 giugno 1970 -  In copertina l'allarme contro la distruzione della natura (la morte degli alberi)
E' necessario tutelare le foreste superstiti e le alghe marine perchè, da quando esiste l'uomo, per la prima volta si è rotto l'equilibrio tra produzione e consumo di ossigeno

"L'uomo, «inventando» macchine e fabbriche, si è messo a bruciare combustibili in un crescendo vertiginoso, tanto che in settant'anni la quantità di anidride carbonica presente nell'atmosfera è aumentata del 10%. I paesi tecnologicamente avanzati consumano ormai una quantità d'ossigeno doppia di quella che viene prodotta entro i loro confini e, soltanto la circolazione dell'aria salva gli abitanti dalla morte. I «produttori» d'ossigeno, ai quali dobbiamo la vita, sono solamente due: le piante verdi che crescono sulla Terra e le alghe marine, protagoniste di quel miracolo fisico-chimico che è la fotosintesi clorofilliana. Una pianta infatti, ricevendo energia dal Sole sotto forma di luce, assorbe anidride carbonica e libera ossigeno, cioè depura l'aria

e la rifornisce di quel prezioso elemento che ci consente di respirare, di accendere il fuoco, di avviare il motore della nostra autovettura... L'aria che respiriamo sembra tanta, ma in realtà si trova contenuta in una «pellicola» di spessore trascurabile rispetto al diametro del pianeta. Nell'atmosfera si trovano gli elementi che ci fanno vivere «dosati» secondo un armonico equilibrio. In una parte d'aria c'è il 78% di azoto, il 20,9% di ossigeno, lo 0,03% di anidride carbonica, più minuscole tracce di altri gas come l'argo, il neon, l'elio ecc. ecc... L'ossigeno, come è noto, è il più vitale tra gli elementi. Senza di esso gli animali non respirano e nulla si ossida, cioè brucia, si trasforma in energia. Ogni volta che respiriamo (16-18 volte al minuto) consumiamo ossigeno (circa 576 litri al giorno) e, ogni volta che espiriamo, emettiamo anidride carbonica. Lo stesso accade quando accendiamo un fiammifero, bruciamo la legna nel camino o migliaia di tonnellate di carbone o petrolio in una centrale termoelettrica, la benzina del serbatoio dell'auto o accendiamo il fornelletto a metano della cucina. C'è dunque un continuo consumo d'ossigeno e una continua produzione di anidride carbonica, la quale, al di sopra di certe concentrazioni è tossica. Prima dell'era industriale i consumatori d'ossigeno erano l'uomo, gli animali, il terreno qualche incendio boschivo e l'attività dei vulcani; naturalmente l'anidride carbonica era in perfetto equilibrio col consumo d'ossigeno. Oggi invece, per la prima volta nella lunga storia delle vicende umane, abbiamo rotto l'equilibrio ecologico che ci circonda.

CONSUMO E PRODUZIONE DI OSSIGENO
Un uomo adulto con la respirazione consuma da 13 a 14 Kg di aria al giorno, un'automobile 15,4 per ogni litro di benzina; per bruciare un chilo di carbone ce ne vogliono 13,5, un litro di nafta 15,4, un chilo di metano 18. Moltiplicando queste poche cifre con tutto ciò che si brucia nel mondo, arriviamo a totali da incubo...
Di contro, un bel tiglio adulto, verde e fronzuto, ci regala circa 5 milligrammi di ossigeno l'ora ( se è esposto al Sole) per ogni mezzo metro quadrato di superficie di foglie, cioè qualche centinaio di grammi da tutta la sua immensa chioma...
Poiché la civiltà industriale - fenomeno tuttavia irreversibile - sta inquinando l'aria in molti altri modi oltre a quelli già descritti finora, una «politica del verde» diventa una necessità assoluta e assume l'aspetto di dovere civico, di scelta prioritaria alla cui realizzazione siamo chiamati tutti.

L'OSSIGENO VIENE PRODOTTO
per quasi due terzi dalle alghe, cioè dall'acqua degli oceani. Sull'argomento, il celebre ecologo americano Lamont C. Cole, ha scritto: "Chiunque dovesse uccidere le piante planctoniche degli oceani, le seguirebbe fatalmente nella morte". Se dunque è un preciso dovere difendere le piante terrestri, diventa vitale difendere le piante del mare. E invece stiamo già inquinando gli oceani e, ancor più le acque chiuse, con incoscienza assoluta, in una specie d'incredibile delirio d'imprevidenza.

IL GEOCIDIO
La concentrazione di anidride carbonica tossica per l'organismo umano è dell'1%, quella mortale del 6%. Molto probabilmente, secondo la maggioranza degli studiosi, non arriveremo mai a raggiungere la dose di rischio, né avremo carenza di ossigeno. Tuttavia è già molto grave, che per la prima volta nella storia dell'umanità si sia rotto l'equilibrio tra produzione e consumo. Nessuno può rimanere tranquillo di fronte ad un avvenimento di tale portata, tanto più che vi sono pericoli indiretti collegati al fortissimo aumento della concentrazione di anidride carbonica nell'aria. Se il fenomeno dovesse continuare, l'anidride carbonica potrebbe modificare le caratteristiche «riflettenti» del nostro pianeta. Quanto maggiore sarà la concentrazione di questo gas nell'aria, tanto minore sarà il calore che la Terra (riscaldata dal Sole) restituirà allo spazio: e anche una variazione di pochi gradi nella temperatura media del pianeta potrebbe portare a conseguenze catastrofiche. Per contro, si può anche ipotizzare che l'aumento delle particelle di polvere, di fumo, di smog e di altri veleni disseminati nell'atmosfera impedisca l'arrivo di una frazione dell'energia proveniente dal Sole, causando un progressivo raffreddamento della Terra. Se il riscaldamento e il raffreddamento fossero di uguale valore, un fenomeno annullerebbe l'altro, ma se non dovesse essere così?
La risposta, al limite, arriverebbe fino all'ipotesi del «geocidio», all'uccisione della «casa» dell'uomo ad opera dell'uomo..."

OTTOBRE 1972 - "Qui Touring" si chiede se è ancora possibile salvare la natura
QUI TOURING dell'ottobre 1972 - Che cos'è questa ecologia
Una scienza vecchia di un secolo che scende tra la gente

Per millenni l'uomo ha tentato di piegare la natura ai suoi voleri. C'è riuscito, ma non ha compreso che ogni ferita inferta alla natura era una ferita nel suo stesso costato. Oggi soltanto s'accorge di avere un'unica via di salvezza, quella di obbedire alla natura che è tanto più sapiente di lui. Governi e opinione pubblica prestano attenzione alla voce degli studiosi, s'accende l'interesse per una scienza che guarda ai rapporti tra vegetali, animali e ambiente in cui vivono.

QUI TOURING dell'ottobre 1972 - Copertina con interrogativo: "E' ancora possibile salvare la natura ?"

Questa scienza è l'ecologia. Vecchia di un secolo, da poco è scesa tra la gente. Ascoltiamone anche noi presagi e raccomandazioni...

IL TERMINE ECOLOGIA suona bene ed ha avuto fortuna. Ma il suo significato è stato spesso distorto. Del resto siamo in un campo dove molte parole non appartengono al linguaggio comune. Qualche chiarimento non farà quindi male e aiuterà a comprendere meglio certi concetti:

ECOLOGIA - Dal greco oikos (luogo) e logos (studio). Significa quindi studio dell'ambiente e della vita vegetale ed animale che vi si svolge.

POPOLAZIONE - E' un gruppo di individui della stessa specie, che vivono in uno stesso luogo. Per esempio, i camosci del Parco Nazionale d'Abruzzo sono una popolazione.

COMUNITA' - E' l'insieme delle popolazioni che vivono in un dato luogo. In uno stagno, lumache, girini, libellule, zanzare fanno una comunità.

ECOSISTEMA - Le comunità e i luoghi in cui vivono creano un ecosistema. Un lago, un fiume, una palude, una costa marina (rocciosa o dunosa), una foresta sono ecosistemi, come il deserto, la tundra, la prateria o semplicemente un campo coltivato. Se il gioco dei rapporti fra i componenti di queste "unità operative" funziona, il sistema si dice "equilibrato".

HABITAT - E' il luogo dove un organismo vive: la macchia mediterranea, per esempio, è l'habitat preferito del cinghiale; il coniglio, invece, può vivere in diversi habitat.

NICCHIA ECOLOGICA - E' il luogo dove un animale od un vegetale svolge le sue funzioni. Per il gabbiano reale la nicchia dell'alimentazione è la costa, per altri tipi di gabbiani è il mare aperto. La nicchia della riproduzione, per il primo è la sommità delle scogliere, per i secondi sono cavità o sporgenze a mezza scogliera.

SUOLO - E' la terra, composta da minerali, rocce triturate, vegetali ed anche animali. Questi ultimi sono soprattutto dei microrganismi: i batteri e i funghi, operai instancabili che creano l'alimento delle piante.

HUMUS - Le sostanze vegetali ed animali che si trovano nel suolo in stato di decomposizione costituiscono l'humus, essenziale elemento della vita vegetale (contiene infatti: amidi, zuccheri, cellulosa, grassi, proteine). Per stratificare 5 cm di humus occorrono 500 anni.

BIOSFERA - E' la parte del nostro pianeta in cui gli ecosistemi sono in condizione di funzionare. Comprende quindi il suolo, laria, l'acqua che ospitano attività biologiche, cioè di "vita".

CATENA ALIMENTARE - E' il rapporto fra piante, animali, batteri per cui ciascuno mangia ed è mangiato, anche mediante "predazione". I gamberi si nutrono di alghe ma sono mangiati dalle trote. Queste possono essere mangiate da trote più grosse, a loro volta mangiate dall'uomo.

PLANCTON - In greco significa "vagante". E' l'insieme di microrganismi vegetali (fitoplancton) e animali che formano un complesso agglomerato nelle acque marine: è il principale cibo dei pesci.

DALLA FORESTA AL DESERTO
Moltissimi elementi concorrono all'equilibrio degli ecosistemi, secondo una scala ben definita: ai vertici le piante. Eliminare le foreste significa quindi degradare l'ecosistema a forme di vita inferiori ed elementari, cioè al deserto.

IN ORIGINE C'ERANO LE PIANTE - L'humus, cioè la terra "buona" è un sottile strato. ma le piante, le erbe, i cespugli, finché ci sono, lo tengono saldamente ancorato al terreno e sfruttano le sostanze in fermentazione e in putrefazione attraverso il lavoro intermediario di batteri e funghi. Il sistema può così utilizzare un basilare elemento della vita.

QUANDO LA FORESTA SCOMPARE - Se il bosco (o foresta) viene tagliato per fare legna, se il sottobosco viene distrutto dagli erbivori, se gli incendi bruciano tutto, le piogge, scorrendo, portano l'humus verso il declivio sottostante e verso la pianura, dove la vegetazione più densa quasi sempre è già stata eliminata per fare posto alle coltivazioni dei campi.

RIMANE SOLO IL PASCOLO - Anche la ghiaia e i sassi che sono frammisti alle terre di erosione scendono verso le zone coltivate e le ricoprono, isterilendole. Queste vengono allora progressivamente abbandonate. Solo il pascolo può ormai sfruttare sia la collina sia il declivio, dove però la scarsità di humus non incrementa la crescita delle erbe.

L'ULTIMO ATTO DEL DRAMMA - Dopo lo sfruttamento dei più grossi erbivori, sopravvivono soltanto erbe sparute. Il pascolo è adatto ormai unicamente alla capre. Siamo giunti all'ultimo atto del dramma: questi erbivori distruggono tutto ciò che rimane dell'antico manto vegetale. E nato un deserto, dove l'erosione delle terre tocca gli stati profondi...

>>>  L'acqua è l'elemento naturale più coinvolto dalle variazioni climatiche

BISOGNA SALVARE IL MARE
Il mare è un insieme di ecosistemi importantissimi. Esso ci da 400 milioni di tonnellate di proteine all'anno e il 70% dell'ossigeno che respiriamo. Ma noi stiamo uccidendolo con scariche di fogne, di industrie, di navi; con pesca intensiva e caccia subacque spinti a livelli profondi. L'esploratore Cousteau dice che il mare ha 50 anni di vita...

COME L'UOMO SCONVOLGE LA PROPRIA VITA
Comunque è chiaro che l'uomo ha fatto meno disastri in tutta la sua lunga storia, che negli ultimi 100 anni. Prima non disponeva di strumenti potenti che aiutassero il suo istinto di predatore. Ora li possiede. Infatti, negli ultimi 100 anni, sono arrivate le macchine, i motori, l'industria, nuove fonti di energia. Una sviluppatissima ricerca scientifica e tecnica ha generato, dopo un matrimonio d'interesse con l'economia, la tecnologia. Essa realizza rapidamente e a basso costo quelle cose utili che la tecnica progetta... L'uomo è grato alla tecnologia. Essa però trae dalla natura le materie prime. I processi naturali risultano del tutto sovvertiti da questo intenso sfruttamento. Lo sviluppo post-bellico ha cambiato la faccia del mondo, ma i tecnici e i tecnologi non se ne sono accorti, non hanno pensato che il pianeta è limitato e le sue materie prime anche. Ostentano solo con orgoglio le enormi quantità di energia e di oggetti posti al servizio di una popolazione che i progressi della medicina e migliori condizioni di vita hanno frattanto moltiplicato. Questo sviluppo che non tiene conto di quanto si sottrae alla natura non è vero sviluppo, è solo un andare avanti senza guardarsi le spalle...

CHI TROPPO RICCO, CHI TROPPO POVERO
Agli inizi degli anni '70, si rilevano dei consumi esagerati di cellulosa, di combustibili fossili, dell'acciaio, peraltro dovuti ad una bassissima percentuale della popolazione mondiale (Paesi più tecnologicamente avanzati). Per esempio, un cittadino americano ha a disposizione un quantitativo giornaliero di energia elettrica pari a 10.000 watt, mentre nelle altre parti del mondo questi tipi di consumi sono inferiori a 100 watt pro-capite. Il consumismo ha generato altissime percentuali di rifiuti, tanto che, guardandosi in giro, le popolazioni che usufruiscono di un più alto tenore di vita si ritrovano in un paesaggio imbruttito ed involgarito. Nei loro "libri contabili", nella colonna delle uscite, non avevano mai inserito le perdite di armonia dell'ambiente (che è poi perdita di risorse psicologiche), né la loro dignità, né la loro salute. Altro che benessere. Il benessere non si raggiunge col produrre di più e quindi col consumare di più, se questo porta a parallele perdite di altri beni. E questo vale per tutti. Un esplicito avvertimento anche a quei Paesi, non ancora industrializzati e quindi poco guastati, che ben conoscono il pericolo, ma hanno come alternativa al guasto ambientale il permanere nel sottosviluppo. Essi chiedono ai ricchi una più giusta distribuzione delle risorse disponibili... Questo pover'uomo che riconosce le sue colpe deve dunque correre ai ripari. Deve darsi una nuova filosofia: considerare che sviluppo vero è quello che non porta danni alla natura. La tecnologia, fra i miracoli di cui è capace, deve trovare modo di riutilizzare tutti gli scarti (che umiliazione: deve seguire l'esempio dei batteri nel terreno). E' necessario svincolare il sistema economico da uno sviluppo illimitato e imprevidente; eliminare i beni superflui, trasformare quelli che hanno vita effimera (l'industria ricerca l'effimero per incrementare i consumi: quante cose si gettano troppo presto senza utilizzarle fino in fondo). Proprio così: l'ecologia impone una nuova politica, dove la concreta partecipazione di tutti è fondamentale. Con l'accettazione di sacrifici non si ferma il progresso: gli si da invece una nuova intelligenza e gli si soffia dentro un'anima. Conveniamone: ne ha tanto bisogno...

GIUGNO 1992 - A Rio de Janeiro la conferenza ONU sull'ambiente vista da "Il Mondo"
IL MONDO dell'1 giugno 1992 - La conferenza ONU per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile (Rio de Janeiro 3-6-1992). In copertina un sorridente Raul Gardini...
Sviluppo sostenibile è la parola d'ordine che riunirà duemila delegati di 160 paesi.
Per rilanciare il dialogo Nord-Sud dopo la guerra fredda, l'Occidente gioca la carta dell'ecologia
"Mercoledì 3 giugno 1992, nel Rio Centro, palazzone dei congressi dell'ex capitale brasiliana, avrà inizio la più lunga e difficile maratona diplomatico-ambientale della storia. Saranno presenti molti capi di stato e di governo, forse George Bush, magari Giulio Andreotti e Françoise Mitterand. Di sicuro ci sarà Maurice Strong, uomo d'affari canadese, segretario generale dell'UNCED e inossidabile organizzatore di questa assise planetaria, come già in passato di quella di Stoccolma nel 1972. E poi Carlo Ripa di Meana, che approfitterà per caldeggiare la sua proposta di carbon-tax, il rimedio inventato dal vecchio continente per salvare la Terra dal pericolo di cambiamenti climatici. Le posizioni che si confronteranno durante la conferenza sono molto distanti:

i contendenti sono 160 e ognuno cercherà di strappare il massimo a ciascuno degli altri 159. Gli unici a protestare saranno gli ambientalisti che, per la verità, hanno già cominciato a brontolare da tempo.

IL PANORAMA CHE SI PRESENTA AI CONVENUTI

POPOLAZIONE - Negli ultimi 20 anni la popolazione mondiale ha fatto un balzo in avanti del 66%, arrivando a 5,3 miliardi. E' previsto il raddoppio a 11 miliardi entro 40 anni. Per soddisfare le esigenze di tutti questi individui, la produzione del mondo industriale dovrà essere quintuplicata.

POVERTA' - La maggior parte dei nuovi venuti vivrà in nazioni in via di sviluppo, dove i poveri stanno già distruggendo le risorse naturali per sopravvivere. Ciò rischia di ostacolare sempre di più la crescita economica in quei paesi, ampliando il divario tra nazioni ricche e povere.

CONSUMI - Il 25% della popolazione mondiale presente nelle nazioni industrializzate consuma il 70% delle risorse mondiali. E col rafforzarsi della crescita economica nelle nazioni in via di sviluppo, la richiesta di risorse andrà alle stelle.
INQUINAMENTO - Già oggi solo i primi sette paesi industrializzati sono responsabili del 45% delle emissioni di gas che provocano l'effetto serra. Con l'industrializzazione delle nazioni in via di sviluppo, l'inquinamento mondiale avrà un balzo all'insù.
IMPOVERIMENTO DELL'ECOSISTEMA - L'aumento delle attività umane sta distruggendo la ricchezza di suoli, foreste, paludi e praterie. Ogni anno vengono distrutti 17 milioni di ettari di foreste tropicali. Lo strato di ozono si sta assottigliando e l'effetto serra aumenta la temperatura del globo. In Europa il 16,7% delle aree verdi sono sottoposte ad un grave degrado. In America Centrale e Messico questa percentuale sale al 24,7%. In Africa siamo al 14,4%, in Asia al 12,0%.
IL COSTO ECONOMICO - I danni ambientali costano oggi ai paesi industrializzati dal 1% al 5% del prodotto nazionale lordo. Nell'Europa Occidentale si calcola che i danni alle foreste (piogge acide, incendi ecc.) penalizzino il PNL di 30 miliardi di dollari all'anno.

ACCUMULO DI ANIDRIDE CARBONICA ED EFFETTO SERRA
Le emissioni di Co2 provenienti dalle attività umane stanno provocando un aumento della concentrazione di questo gas e ciò, alla lunga, potrebbe incrementare l'effetto serra fino a provocare un surriscaldamento del pianeta di qualche grado centigrado, sufficiente però a modificare il clima della Terra.
Contro questa visione catastrofista si sono però schierati molti altri scienziati. Dick Lindzen, considerato da molti il più grande meteorologo vivente, maestro indiscusso della grande scuola del Massachussetts Institute of Tecnology, osserva: "I ricercatori dell' IPCC (il panel che ha redatto il rapporto scientifico di base che verrà discusso a Rio de Janeiro, ndr) hanno sbagliato i loro conti e soprattutto metodologia di analisi. Quelle previsioni non hanno alcun significato scientifico e non possono essere prese a riferimento per suggerire una qualsiasi decisione da parte dell'ONU"

SOFFOCATI DAL BENESSERE
A guardare i dati di oggi, sembrerebbe che la questione delle emissioni di anidride carbonica e quindi del rischio di un cambiamento climatico globale sia un affare tutto occidentale. Attualmente, infatti, le emissioni globali di carbonio ammontano a 6,3 miliardi di tonnellate annue. Il 48% proviene dai paesi dell'area OCSE. Sommando OCSE ed Europa dell'Est si arriva ad un totale di 4 miliardi e mezzo di tonnellate di carbonio, pari al 70% del totale.
Ma in futuro le cose sono destinate a cambiare. Nel 2050, secondo le stime degli esperti riuniti dall'ONU in vista della conferenza di Rio, la quota dei paesi OCSE sarà cresciuta molto poco, da 3 a non più di 4 miliardi di tonnellate, mentre i paesi in via di sviluppo, se manterranno gli attuali ritmi di crescita economica, passeranno da poco meno di 2 miliardi ad oltre 8. Anche i paesi dell'ex blocco comunista vedranno accrescere il loro peso che salirà dagli attuali 1,5 miliardi di tonnellate ad almeno 4 miliardi. Insomma, nei prossimi decenni, il problema delle emissioni di gas ad effetto serra non riguarderà più la metà ricca del mondo, ma l'altra metà, quella più povera. Eric Larson, direttore del Centro Studi sull'Energia e l'Ambiente dell'Università di Princeton spiega: "In Occidente l'intensità energetica, cioè la quantità di energia necessaria per realizzare un'unità di prodotto, ha iniziato a declinare tra il 1900 e il 1920. Gli USA sono uno degli esempi più virtuosi, essendo passati dalle circa 0,95 tonnellate di petrolio equivalenti per mille dollari di prodotto lordo del 1920 alle attuali 0,41. I paesi in via di sviluppo presentano già oggi un'intensità energetica superiore a quella dei paesi occidentali e, in assenza di interventi, di nuove tecnologie, è destinata a crescere anche oltre le 0,6 tonnellate di petrolio equivalenti"
LA CONSERVAZIONE DELLE FORESTE TROPICALI
I manifesti del WWF dicono: "Ci mangiamo un'Austria ogni anno". E non c'è dubbio che il ritmo al quale in Brasile, Indonesia, Indocina, Bolivia, Borneo si distrugge ciò che la natura aveva impiegato qualche millennio a costruire appare completamente assurdo... Ma per quei paesi, come il Brasile, che più stanno saccheggiando questo "giacimento naturale", le foreste rappresentano una delle principali fonti di reddito (legname pregiato) e, soprattutto, di territorio da destinare all'agricoltura. Il prezzo di questa ricchezza è però altissimo e, in primo luogo, viene pagato da molti paesi: due miliardi di tonnellate di anidride carbonica in più ogni anno nell'atmosfera terrestre, da paragonare ai 6 miliardi di tonnellate provenienti dai processi di combustione.
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