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Scoperte, invenzioni, record
e avvenimenti importanti che
hanno segnato il XX Secolo |
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Finestre fotografiche
su Liguria e Toscana |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Close Up |
Argomenti
del sito in primo piano,
eventi, news e storia del territorio |
Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino
e sono un "monumento
geologico" unico al mondo... |
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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove
parte questo sito... |
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Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di
una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal
sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo
essere stati riscoperti a nuova vita. |
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Ferrovia Aulla-Lucca
Il fascino dei
treni d'epoca
e delle locomotive a vapore |
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Ferrovia Pontremolese
Una linea di
vitale importanza
per La Spezia e la Lunigiana |
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Ex
Ceramica Vaccari
Il comprensorio
della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di
fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per
Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le
aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo,
alla cultura... |
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Il dialetto genovese
Le trasformazioni
fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno
inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i
secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva,
che oggi viene insegnata anche nelle scuole... |
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Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
per strada un tappeto di fiori...".
A Brugnato, ogni anno, giovani e
meno giovani si radunano nel
centro storico per abbellire strade
e piazze con disegni floreali,
secondo un'antica tradizione che
origina da un miracolo
avvenuto a Bolsena... |
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Mezzi da lavoro storici
I raduni e le
esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed
onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno
guidati per mestiere... |
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Mezzi militari storici
I più celebri
veicoli militari che hanno partecipato alle vicende della
Seconda Guerra Mondiale sfilano per strade e piazze e mantengono
vivo il ricordo di quei terribili giorni... |
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INDICE GENERALE
'800
CRONACA 01
02
03
04
05
06
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO
ALTRI
FAUSTO COPPI
INTER
RIVISTE |
AGOSTO 1953 - A Lugano
Fausto Coppi diventa Campione del Mondo di ciclismo su strada |
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Si è conclusa la settimana d'oro del
ciclismo italiano. Coppi superasso |
STADIO del 31/08/1953
- Lugano 30/8: A Coppi, fra i cento gioielli preziosi
del suo scrigno di atleta, mancava un
campionato del mondo su strada. Sembrò,
ad un certo punto, che per una bizzarria
del destino questo formidabile
pedalatore non dovesse fregiarsi della
maglia iridata degli stradisti; ma oggi
si può dire che giustizia è fatta.
L'asso della Bianchi, presentandosi a
questo mondiale in smaglianti condizioni
di forma, ha letteralmente schiacciato
gli antagonisti sotto il peso della sua
enorme classe, scatenando un'offensiva a
85 Km dal traguardo finale. Offensiva
che, alimentata con inesauribile
potenza, ha messo in ginocchio tutti gli
avversari compreso il belga Derijcke che
ha seguito |
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Fausto come un'ombra fino all'ultimo
giro... Michele Gismondi e
Nino Defilippis, rispettivamente al 4° e
5° posto, completano il trionfo
della squadra azzurra. |
L'ULTIMO
GIRO DI COPPI E' UN TRIONFO |
Travolti gli avversari, il campione non si arresta e
fa mirabilia anche contro il tempo. Giunge alle
tribune applauditissimo. Anche quando scende dalla sua auto,
molti lo acclamano. E' un clima veramente euforico.
Ultimi istanti di frenetica, impareggiabile attesa: sono le
17.32'.39" allorché un italiano - dopo ventuno anni - riesce a
tagliare per primo il traguardo di un campionato del mondo. Ed è
Fausto Coppi a compiere questa grande prodezza, che lo pone
assieme a Binda e Guerra sulla stessa tribuna delle maglie
iridate.
Coppi scende freschissimo dalla bicicletta ed è portato in
trionfo sino alla tribuna d'onore dove viene ricevuto dal comm.
Rodoni e da Joinard, il quale gli porge la maglia iridata ed un
mazzo di fiori. Sale per la quarta volta, in questi Campionati,
il tricolore italiano sul pennone centrale. E non si sa ancora
di che colore sarà la bandiera del secondo. Bisogna aspettare
oltre sei minuti per vedere arrivare, più dondolante di prima,
il tenacissimo Derijcke che conquista la piazza d'onore. Un
minuto ancora poi il forte Ockers ha ragione del magnifico
Michele Gismondi che, al suo debutto azzurro, ha conquistato un
lusinghiero quarto posto. E il trionfo dei nostri colori viene
completato dall'arrivo di Defilippis che si piazza quinto,
superando in volata Gaul.
La volata del gruppo degli assi è vinta con facilità estrema da
Kubler, il quale supera Bobet e gli altri. Dopo l'arrivo di
questi corridori, Coppi compie un tratto del giro in bicicletta
con la maglia iridata. Poi viene portato a Bosco Luganese, dove
trascorre le prime ore della sua nuova vita di campione del
mondo per la stagione 1953-'54. |
Sintesi da un articolo
di Dante Ronchi |
Le prime parole del
nuovo campione del mondo: "Il più bel giorno della mia
vita..." |
Sono passati ventuno anni e
finalmente il ciclismo italiano riconquista il Campionato del
Mondo. Dopo Binda, che vinse nel '32 a Roma, ecco oggi,
nel magnifico paesaggio del circuito di Lugano, il trionfo
di Fausto Coppi.
Il grande campione, finalmente libero
da ogni legame e da ogni prevenzione, deciso a stroncare
tutte le polemiche e tutte le chiacchiere con la più grande
impresa della sua vita, ha dato la definitiva
dimostrazione della sua classe e della sua superiorità, una
supremazia perfino schiacciante... Un fulmine di vittoria: in 5
chilometri Coppi ha preso due minuti a Derijcke...
Centomila italiani hanno sofferto e gioito...
Le prime parole del nuovo campione del mondo: "Il
più bel giorno della mia vita..." - Coppi, prima di
compiere il giro d'onore, ha avuto parole d'ammirazione per il
suo «luogotenente» Gismondi: "Non è un gregario, è un asso, un
ragazzo che diventerà qualcuno.." ha dichiarato... Oggi
Gismondi ha conquistato i galloni: non è più un portatore
d'acqua: forse Gismondi, un giorno, prenderà il posto di
Coppi... |
Da "LO SPORT" del 3 settembre 1953 |
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LE FASI
CRUCIALI DEL MONDIALE:
Fausto doveva tentare un attacco al 14°
giro, invece alla 13a tornata riprende
insieme a Bobet un gruppetto di 7
fuggitivi e poi, tra lo stupore dei
tecnici, parte al contrattacco con
un'azione fulminea alla quale risponde
solo il corridore belga. L'azione di
Coppi è così violenta che in pochi
chilometri il vantaggio dei due di testa
sugli inseguitori sale a più di un
minuto. Invitato più volte a collaborare
nella fuga, Derijcke faceva orecchie da
mercante. Così, al penultimo giro, il
campionissimo rompe gli indugi, alza il
capo e scatta sulla Crespera per
piantare in asso anche lui e andarsene
tutto solo verso la vittoria finale,
dopo 270 Km di gara. |
|
L'EPILOGO DELLA CORSA:
Coppi al traguardo, fresco e sorridente,
viene subito circondato dai gendarmi
svizzeri che lo proteggono a stento dai
tifosi in delirio. Al termine della
premiazione e del rituale giro d'onore
un incontro affettuoso con Koblet. Il
corridore zurighese, dopo una stretta di
mano, gli rivolse alcune simpatiche
parole, esternandogli la sua immutata
amicizia e augurandosi che tra loro
avessero termine tutte le polemiche. Una
storica riconciliazione avvenne poi a
Firenze anche tra Coppi e Bartali,
quando «Ginettaccio» festeggiò il neo
campione del mondo porgendogli un mazzo
di fiori e dicendogli scherzosamente: "Ecco,
sono per Vostra Maestà" (ultima foto
sopra). |
Fausto Coppi e Michele Gismondi hanno
tenuto alto il prestigio del ciclismo italiano |
opo ventuno anni di permanenza
all'estero la maglia iridata dei
professionisti ritorna in Italia
portatavi da un campione che è ben degno
di indossarla e che ha riconfermato
oggi, davanti a duecentomila spettatori
convenuti da ogni parte (ma soprattutto
dall'Italia), di essere ancora il più
forte di tutti.
Soltanto ad un Coppi poteva venire in mente
l'idea di scappare a più di 5 giri dal termine
della corsa, e soltanto un Coppi poteva
riuscire a mettere in pratica questa
idea. Un Coppi però che era cosciente
delle proprie forze e che sembrò
spavaldo, laddove invece era soltanto
nettamente superiore, tanto superiore da
dare l'impressione di appartenere ad
un'altra categoria.
Sembrò tutto facile per Fausto e invece
egli stava portando a termine una delle
imprese più memorabili della sua
carriera di fuoriclasse del
ciclismo mondiale.
Di un'altro atleta italiano - giovane
questo - bisogna però parlare con
l'entusiasmo che la sua prova ha saputo
suscitare: Michele Gismondi, il ragazzo
di Montegranaro divenuto il gregario
preferito del campionissimo.
Le decine (o centinaia?) di suoi concittadini
venuti sin qui dalla lontana località
marchigiana hanno ottenuto la ricompensa
che si attendevano e che, per la loro
passione, meritavano. «Michè» al cospetto
del fior fiore del ciclismo mondiale si
è guadagnato il posto fra i più grandi
campioni del momento; e l'avvenire gli
sta davanti ricco di promesse appunto
perché giovane e perciò in grado di
percorrere ancora molta strada.
Fausto Coppi e Michele Gismondi si sono
allenati insieme sotto la guida di
Cavanna e insieme, oggi, hanno portato
alle massime vette il prestigio del
ciclismo italiano su strada. Al
marchigiano, naturalmente, era stato
assegnato un compito difensivo che egli
ha svolto alla perfezione. Bravo Michè! |
Sintesi da un articolo di Luigi Chierici |
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Altre pagine del sito su Fausto Coppi |
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Le lacrime negli occhi spenti di Cavanna
- Sulla Crespera Coppi saluta anche Derijcke e,
non appena gli altoparlanti diffondono la
notizia, iniziano con mezzora d'anticipo le
scene di gioia che mancavano da ventuno anni.
Quando Coppi transita per l'ultima volta davanti
alle tribune il pubblico scandisce il suo nome
con un fragore di tuono. L'atleta è impegnato
nello sforzo massimo: è il Coppi della pedalata
composta e imperiosa delle giornate memorabili;
il più grande Coppi di questi ultimi anni.
Soltanto un Fausto Coppi in tale sbalorditiva
forma poteva farci dimenticare ventuno anni di
disillusioni. Egli ha schiantato la poderosa
coalizione degli avversari e a 34 anni ha
conquistato il più luminoso traguardo della sua
meravigliosa carriera. *** La scena finale di
questo pomeriggio è di quelle che non si
dimenticano. Gli italiani che si abbracciano non
si contano: non vi sono più tifosi di parte, ma
soltanto degli sportivi pazzi di gioia che hanno
dimenticato tutto. Rodoni passa anche lui da
trionfatore in mezzo a tanto entusiasmo. *** Poi
una scena toccante: arriva sul traguardo Biagio
Cavanna, il cieco che è il maestro di Fausto, e
la folla gli tributa degli onori trionfali.
Biagio sta piangendo dietro i suoi occhialoni
neri e intanto abbraccia il suo «Faustino» che
ha già indossato la maglia iridata. Cavanna
sente la seta sotto le dita, bacia quella maglia
e si tiene stretto il suo campione. Da tanti
anni aveva sognato questo momento e ora potrebbe
anche morire, perché morirebbe tranquillo... |
Adattamento da
"STADIO" del 31 agosto 1953 - articolo di Remo Roveri |
Coppi è una testa dura, solo così poteva
vincere il titolo iridato
- Parlando di Coppi, Cavanna dice:
"Fausto ha un carattere terribile. Io
che sono un uomo e forse un poco cattivo, non
posso vederlo così. E' una testa dura e quando
si fissa non c'è niente da fare. A lui piace la
lotta in bicicletta, ma non quella che si
combatte prima.
Per prepararsi al Campionato del Mondo si alzava
tutte le mattine alla stessa ora, faceva un
lungo allenamento nelle ore che poi avrebbe
corso a Lugano. Mangiava orribili intrugli di
erbe tritate. Per essere così «crapone»
ha vinto il titolo iridato.
Certo, con lui si può anche litigare. Io ci ho
litigato, proprio perché si era fissato su una
cosa. Ed io, per la verità, sono più testone di
lui. Comunque un campione come Fausto
difficilmente si potrà ancora vedere.
I suoi difetti sono elementi importanti della
sua figura di fuoriclasse. Se fosse un uomo
normale non sarebbe quello che è. Anche (e
vorrei dire soprattutto) i nervi sono elemento
importante in un atleta e lui, quanto a nervi,
sta piuttosto bene". |
Adattamento da "LO SPORT" - Il
romanzo di Coppi - del 05 novembre 1953 |
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I folgoranti
successi italiani in terra svizzera fatto "unico" del ciclismo
mondiale |
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Tutti travolti da Coppi dominatore.
Altri azzurri campioni del mondo... |
LA GAZZETTA DELLO SPORT del 31/08/1953
- Il colossale successo dei nostri
colori completato da Gismondi (4°) e
Defilippis (5°). Finalmente il malefico
incanto che ci opprimeva da venti anni
si è spezzato! Lo ha mandato in frantumi
Fausto Coppi, l'atleta che da un
decennio domina la scena del ciclismo su
strada, che tutti consideravano il
migliore del mondo, ma che non era mai
riuscito a ricevere la consacrazione
della sua superiorità per l'astruseria
di un metodo che tendeva a trasformare
la più importante e risonante corsa in
linea su strada, in un'allegra
kermesse paesana... - Gli
avversari lo riconoscono: necessario
alla sua gloria - E' costato 20 milioni
di lire il campionato del mondo a Fausto
Coppi. |
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I venti milioni ai quali ha rinunciato
trascurando le offerte di organizzatori
di mezza Europa, che erano
disposti a pagarlo come non avevano mai
pagato nessuno. Questo lo disse
mentre si avviava alla macchina che
avrebbe dovuto portarlo a Bosco
Luganese. Ed era felicissimo di avere
rinunciato ad una così cospicua cifra,
perché il titolo di campione del mondo
viene finalmente a coronare la sua
formidabile carriera. Per mesi
aveva curato una preparazione con una
meticolosità stupefacente. Si alzava
prima delle 6, montava in bicicletta
alle 7 e solo dopo sei o sette ore di
sella tornava a casa dove l'attendeva
Cavanna per un massaggio che non durava
mai meno di due ore. Una volontà
straordinaria lo animava: voleva
conquistare la maglia iridata a tutti i
costi, anche se la conquista gli
richiedeva sacrifici che in passato non
aveva mai dovuto sopportare. |
UNA DICHIARAZIONE DI CAVANNA A FAUSTO
PRIMA DELLA PARTENZA
- "Se mi dicessero in questo momento
di scegliere fra la vista, che non ho,
e la maglia di campione del mondo per
te, ti giuro che sceglierei senz'altro
la maglia iridata". E Coppi si era
asciugato una lacrima. |
PARTICOLARI TECNICI DELL'IMPRESA
- Coppi racconta: "Mi ero deciso,
dopo aver visto ripetutamente la
Crespera, ad utilizzare questi rapporti:
51=47 x 14, 15, 17, 19, 21. Alla Bianchi
mi avevano preparato due ruote mai
viste, che pesavano 220 grammi l'una.
Avevo gomme da 250 grammi. Da cinque
anni un amico le teneva in serbo. Me le
ha date dopo averle baciate. Due gomme
veramente straordinarie". Per la
cronaca la bicicletta di Fausto era
equipaggiata con gomme Pirelli, cambio
Campagnolo, catena e ruota libera Regina
Extra, freni Universal. (Nella
sezione fotografica tutti i dati tecnici
della sua bicicletta) |
LA
FUGA DECISIVA
- Dice Fausto: "Nei giri precedenti
avevo constatato che la Crespera non
poteva essere affrontata a ritmo
notevole che col 51x21, col quale si
ottiene uno sviluppo di 5,28 metri. Mi
sono trovato a meraviglia. Quindi
superate le Cinque Vie ho azionato il
51x14 e così continuai per tutto il
giro. Quando ebbi la certezza che il
gioco era fatto, misi la catena sul 15
per procedere con molta regolarità fino
all'arrivo". |
PROSSIMI IMPEGNI
- Coppi conclude: "Domani sera
correrò a Torino, la notte del 4/9 a
Milano contro Patterson". |
LE CAROVANE DEI TIFOSI
- L'Italia ha mandato a Lugano 1.100
pullman, più di 1.500 automobili private
e 12 treni speciali. Basta fare un
semplice conto e aggiungere gli
spettatori che provenivano dall'Austria,
dal Belgio, dalla Francia, dall'Olanda,
dalla Spagna, dall'Inghilterra, dalla
Germania, dalla Jugoslavia,
dall'Ungheria e dal Lussemburgo. Nella
sommatoria totale devono inoltre essere
compresi gli sportivi locali. Viene
fuori una cifra di centinaia di
migliaia di persone ammassate lungo i 15
Km del circuito. Gli ottimisti affermano
che Lugano aveva letti soltanto per poco
meno di 4.000 ospiti; gli altri
che sono giunti in terra
svizzera hanno |
dormito in parte nelle tende piantate nel campo
di aviazione di Agno, oppure nelle loro
automobili o nei pullman. I fedelissimi
di Coppi, per essere ben sicuri di
trovare un posto sulla Crespera, dopo
avere assistito il giorno prima alla
gara dei dilettanti, sono rimasti a
dormire nei campi vicini, al riparo di
più o meno rudimentali tende o bivacchi
di fortuna. |
|
PER L'ITALIA UN VERO TRIONFO |
La maglia iridata che oggi Coppi ha
indossato conclude tutta una vita di
lavoro; rappresenta l'ufficiale
riconoscimento di una superiorità che
nessuno poteva negargli e per il
ciclismo italiano vuol dire la fine di
una maligna tradizione, il
completamento, con altre tre maglie, di
un'affermazione che non ha eguali nella
storia del ciclismo mondiale. Mai nessuna
Nazione aveva vinto quattro titoli su sette. |
Tutto il mondo ciclistico riconosce lo
straordinario successo e ce lo invidia,
così come ci invidia Fausto Coppi,
Riccardo Filippi (Campione mondiale
su strada dilettanti), Guido Messina
(Campione del mondo inseguimento dilettanti),
Marino Morettini (Campione del mondo
velocità dilettanti), che ne sono stati
i principali artefici. Questi campioni
oggi ci fanno volere sempre più bene a
questo grande sport ciclistico, che
appaga una passione di popolo, che gli
fa sentire l'orgoglio di essere
italiano. |
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SETTANTA PARTITI, VENTISETTE AL
TRAGUARDO:
1° Fausto Coppi (Italia) che ha
percorso i 270 Km. in 7 ore 30'59", alla
media oraria di 35,235 - 2° Germain
Derijcke (Belgio) a 6'16" - 3° Stan
Ockers (Belgio) a 7'33" - 4° Michele
Gismondi (Italia) a 7'33" - 5° Nino
Defilippis (italia) a 9'11" - 6° Charly
Gaul (Lussemburgo) a 9'11" - 7° Ferdi
Kubler (Svizzera) a 12'57" - 8° Louison
Bobet (Francia) a 12'57" - 9° Raphel
Geminiani (Francia) a 12'57" - 10°
Marcel Ernzer (Lussemburgo) a 12'57" ...
12° Pasquale Fornara (Italia) a 12'57"
|
Dati tecnici, curiosità e classifiche
anche da "STADIO" del 31 agosto 1953 e
altra stampa specializzata |
La vittoria più bella mette fine ad una
rete di maldicenze ed ostilità nata dopo
il Giro d'Italia |
E' stata questa la più bella corsa in
linea disputata e vinta da Coppi da
quando lo cinge l'aureola di campione;
quella dalla quale il suo valore
atletico ha avuto un maggiore risalto,
nella quale egli ha impresso l'orma più
profonda della sua eccellenza e per la
quale ha concentrato tutta la fede,
tutto l'orgoglio, tutta la suprema
aspirazione della sua superiorità. Si
direbbe quasi che egli, con la vittoria
più bella, si è voluto rivalere di
quello che da tre anni e più non
riusciva a cogliere, che egli abbia
voluto stroncare, con un'impresa
sbalorditiva, la rete di maldicenze, la
corrente di ingiustificate ostilità che
dal Giro d'Italia gli hanno ammorbato
l'aria che respirava.
Per questo oggi ha spiccato il grande
volo del trionfo, nel più spirabile
purissimo aere delle imprese che
troncano ogni discussione, che spezzano
ogni cattiveria, che pungono ed esaltano
lo spirito, che rimangono nella storia.
Questa impresa è fatta di
preparazione meticolosa, di
freddezza, padronanza e tempestività
tattica, di potenza e resistenza
atletica travolgente e incontenibile.
Il suo attacco a 85 km dall'arrivo è
parso azzardato, tanto più che si è
visto subito che Derijcke - l'unico che
abbia saputo rispondere al suo allungo
regolare ma potentissimo (solo lui
poteva spingere quel rapporto di 51x21,
che fa 5,18 metri, su un tratto di
salita al 10%) - aveva deciso, tanta era
la paura di vedersi staccato, di non
tirare neppure un metro.
Coppi non si è preoccupato affatto
della passività del suo compagno di fuga,
si è assunto tutto l'onere della guida,
ha fatto salire gradatamente la media,
mentre alle sue spalle si dibattevano in
sempre più fiacca e vana riscossa,
quelli che avrebbero dovuto essere per
lui gli avversari più pericolosi. A ogni
annuncio degli altoparlanti, la vittoria
di Fausto prendeva maggiore consistenza
e la rotta degli illustri inseguitori
appariva più inevitabile e disastrosa.
La liquidazione della minaccia di
Derijcke avvenne, secondo le regole
dell'arte, al penultimo passaggio della
Crespera. Da quel momento Coppi fu
pienamente libero anche della
preoccupazione che poteva dargli un
possibile incidente. La solitudine della
fuga gli diede l'ultimo slancio
conquistatore, che gli fece fare il
penultimo giro ad oltre 38 di media,
l'ultimo a 37. I molti minuti che
passarono prima di vedere arrivare il
secondo, e i più ancora di attesa degli
altri, dicevano il distacco, il vuoto di
classe che c'è fra il vincitore e i
vinti, messo finalmente in luce
inequivocabile da un percorso razionale. |
Sintesi da un art. di Giuseppe Ambrosini |
Il comm. Zambrini, direttore commerciale
della Bianchi, era visibilmente commosso |
Il comm. Zambrini aveva il
braccio destro quasi anchilosato a forza
di stringere mani. Il direttore
commerciale della Bianchi aveva le
lacrime agli occhi. Era commosso per
l'abbraccio di Fausto.
Zambrini, sulla macchina degli
«ufficiali» era riuscito a vedere
l'azione dell'attacco decisivo. "E'
stata una cosa impressionante" -
racconta - "Coppi l'avevo visto
andare forte moltissime volte; ma
pedalare come oggi mai. Sono rimasto di
stucco. Fare quello che ha fatto su un
percorso così difficile come quello
scelto dagli organizzatori del
campionato. Derijcke, una volta
staccato, si mise a piangere. E' per me
una grande soddisfazione vedere il
nostro più grande campione con la maglia
iridata. Immagino la felicità del
comm. Quintavalle e di tutti gli
altri dirigenti della Bianchi alla
notizia di questa nuova e stupenda
vittoria". |
La corsa di Michele Gismondi e la
soddisfazione degli altri italiani in
gara |
Michele Gismondi, il ragazzo di
Montegranaro, venne colto da crampi ai
polpacci appena passata la linea del
traguardo. Cavanna lo baciò: il giovane
corridore non riusciva neppure a
parlare. Aveva visto Fausto sulla
tribuna d'onore con la maglia iridata.
Voleva dire a Cavanna che era contento,
contento come mai era stato in vita sua.
Ma aveva qualcosa in gola che non gli
permetteva di parlare. Cavanna gli disse
che era stato bravissimo, che aveva
fatto faville. Racconta così la sua
corsa: "Quando Coppi è partito
all'attacco con il belga, io pure sarei
stato nelle condizioni di seguirli, ma
avrei potuto trascinare con me Ockers e
Varnajo che si erano messi alla mia
ruota. Avrei sbagliato, naturalmente; ho
fatto benissimo a rimanere con questi
due, anche quando mi urlavano dietro che
avrei dovuto passare al comando per fare
l'andatura. Ancora non sono proprio
convinto di essere arrivato quarto al
campionato del mondo".
La volata per il quinto posto è stata
vinta da Nino Defilippis, che ha
preceduto Charly Gaul. Egli chiedeva
quanti minuti avesse vinto Coppi. Era
contento. E quando gli dissero che,
grazie a lui, l'Italia aveva piazzato
tre corridori nei primi cinque
classificati, il campione della Legnano
parve più che soddisfatto. Graglia volle
complimentarsi con lui. Alcuni amici di
Torino se lo passavano da l'uno
all'altro, abbracciandolo.
Fornara disse di aver fatto del
suo meglio. Al recinto lo attendevano i
suoi amici di Borgomanero; risalì la
strada di Bosco Luganese. E intanto
Coppi, attorniato dal fratello Livio, da
Cavanna, Tragella, Cuniolo, Gori e
Luciano Girardengo, s'era allungato
sull'erba del campo di aviazione e, così
sdraiato, si godeva gli applausi della
folla. |
Sintesi da un articolo di Rino Negri |
|
Per tentare di fermare Coppi qualcuno seminò anche
dei chiodi lungo il circuito |
"A proposito di Lugano, bisogna dire
che non tutto è marciato per il verso
giusto. Se ne parla proprio perché a noi
è toccato personalmente di assistere ad
una seminagione di chiodi, fatta
da un malcauto, che li ha lanciati
da una finestra del primo piano
di una casa di Bioggio. Il fatto è stato
subito rilevato da spettatori
italiani colà presenti e che per poco
non ha causato una lite tra sportivi
nostri e locali (il lancio dei chiodi è
stato effettuato quando Coppi era già in
fuga con Derijcke). Così come abbiamo
assistito anche ad eccessi contro Magni,
il quale ha però saputo difendersi e
reagire da par suo. Ma questi sono gesti
imputabili ad antisportivi isolati che
non toccano naturalmente la correttezza
e la lealtà di comportamento della grande
maggioranza degli sportivi elvetici.
I campionati del mondo hanno avuto
qualche altro strascico. |
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Giova rilevare, primo fra tutti, l'ennesima
(e speriamo definitiva)
riconciliazione fra Coppi e
Bartali. A Firenze è stato Gino
a presentare il mazzo di fiori a
Fausto ( non sappiamo se questa
idea l'ha avuta Traversari o
qualcun'altro, comunque il fatto
sussiste). E' da deplorare che
gli sportivi fiorentini (o una
parte di essi) siano passati dai
comizi di giugno a favore di
Bartali al Tour de France ai
fischi rivolti a Gino martedì
scorso. Gli eccessi sono sempre
deplorevoli. Come si è fatto del
male a Bartali prima, lo si è
fatto anche dopo. Bartali è un
generoso e merita sempre stima e
considerazione per quello che
egli è stato nel ciclismo
italiano (ed è ancora, non
dimentichiamolo, uno dei
migliori nonostante le sue 39
primavere). La riunione al
Vigorelli di Milano è
stata indubbiamente per Coppi
una soddisfazione: dopo i
«maltrattamenti» al Giro di
Toscana, gli applausi a non
finire della serata su pista. E
Gino, celiando, gli ha detto
porgendogli i fiori: "Ecco, per
Vostra Maestà". E sapete come
Zambrini dice quando parla di
Coppi? |
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Nientemeno che «Sua Eccellenza», forse perché quando
si reca in albergo a visitarlo, il più delle
volte occorre fare la coda... Certo è
che Coppi, con la vittoria
senza precedenti conseguita a
Lugano, ha fatto contenti
i dirigenti dell'U.C.I. che hanno
visto valorizzare, dal successo del
«più grande campione di tutti i tempi e
di tutti i Paesi» (come lo ha definito
Gaston Bènac), il campionato mondiale su
circuito ed ha messo a posto tante cose
ed abolito ulteriori discussioni e
confronti sulle sue e altrui
capacità..." |
Adattamento da "IL CALCIO E IL CICLISMO
ILLUSTRATO" del 10 settembre 1953 - articolo
di Mario Rossi |
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Il consuntivo di un Campionato Mondiale che ha dato tante
soddisfazioni al ciclismo italiano |
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I
nomi degli sconfitti e degli umiliati dalla
superlativa prova di Coppi |
Il campionato del mondo è una prova che
si eleva al di sopra di tutte le altre
non solo per il suo significato sportivo
e tecnico, ma per il suo complesso...
Chi ha perso ha perso, e sarebbe troppo
comodo tentare di trovare attenuanti per
mitigare il disappunto dei battuti e dei
loro paladini... Non si può giudicare in
modo diverso i reduci dal Tour e gli
altri, perché tra la fine del Giro di
Francia e il campionato del mondo è
corso un mese abbondante, il tempo più
che sufficiente per riposare e
riprendersi progressivamente... Gli
avversari di Coppi vanno distinti in due
gruppi: uno comprende gli sconfitti,
l'altro gli umiliati. Sconfitti sono
coloro che in corsa hanno dato quanto di
meglio avevano nelle |
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gambe e non si sono rassegnati
presto alla strapotente azione
offensiva del tortonese,
umiliati sono coloro che non
sono riusciti ad uscire dalla
mediocrità e hanno confuso il
loro nome altisonante con altri
concorrenti di secondo
piano. Per intenderci meglio,
l'umiliato di una grande prova
mondiale è il favorito della
vigilia, mentre lo sconfitto è
il corridore che lotta senza
arrendersi. Al gruppo degli
sconfitti si possono assegnare
dieci corridori, e cioè:
Derijcke, Ockers, i nostri De
Filippis, Gismondi e Fornara, i
lussemburghesi Gaul ed Ernzer,
Van Geneugden, Varnajo e Van
Breenen. Per altra ragione anche
il campione del mondo uscente
Müller, De Baere e il nostro
Rossello, il quale, per doveri
di scuderia, si attardò con
Magni e si vide poi tagliato
fuori dalla lotta. I veri
umiliati sono stati Kubler,
Bobet, Geminiani, Schaer,
Wagtmans, Van Est, Nolten e i
nostri Magni, Petrucci e Astrua.
Doppiamente umiliati coloro che
si erano battuti alla disperata
per trovare un posto nelle
rappresentative nazionali e che
perciò si dovevano supporre
preparatissimi... |
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT" del
2 settembre 1953 - sintesi
dagli articoli di Guido Giardini e
Rino Negri |
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Passano pochi mesi dal mondiale
e Coppi viene in contrasto con i dirigenti nazionali |
Dopo neppure due mesi dal trionfo di Lugano si è creata
una frattura fra il campione del mondo e i dirigenti
nazionali. Frattura dolorosa e, sotto certi punti,
inesplicabile. Può essere che Coppi abbia anche
esagerato in qualche suo gesto, in qualche sua decisione
o in qualche intervista. Ma è davvero inconcepibile che
gli stessi dirigenti che a Lugano gioirono per la
vittoria del campione e si trovarono, di riflesso,
illuminati dalla sua gloria, abbiano voluto infierire,
impedendogli di difendere appunto la sua gloria e
proprio nella stessa Lugano che vide la sua celebrazione
di campione dei campioni. Anche per questo il ciclismo
italiano che a Zurigo ed a Lugano fu complessivamente
riconosciuto il primo del mondo, è in crisi..
L'esaltazione creata da una super-autorità ha ottenuto
esattamente gli effetti opposti a cui mirava... |
La
nostra cara e vecchia bicicletta subisce l'incalzare di
più moderni mezzi di trasporto |
E' una crisi che passerà, deve passare... Non cercare
una via d'uscita significherebbe gettare il mondo
ciclistico in un abisso e proprio quando da ogni parte
crescono le insidie. La nostra cara e vecchia bicicletta
subisce il logorio del tempo e l'evidente incalzare di
più moderni mezzi di trasporto. L'affetto che le
portiamo non basterà a salvarla se tutti coloro che le
vogliono bene, dimenticando le misere ripicche e gli
astii personali, non si stringeranno insieme per trovare
i modi più opportuni per difenderla. |
Coppi è il campione dei campioni e merita rispetto e
indulgenza |
Di fronte al
trionfo di Coppi nel Campionato del Mondo, ogni rancore
piccolo o grande scompare nella gioia del formidabile
successo. Mi domando come possa ora certe gente
dimenticare tanto presto i fatti della giornata del
30 agosto a Lugano. Centocinquantamila italiani
avevano superato la frontiera per assistere alle fasi
della corsa. Domandate a questi centocinquantamila che
cosa hanno provato quel giorno. Fausto è il campione dei
campioni, merita rispetto e semmai anche indulgenza,
soltanto per quello che ha fatto e per quello che ci ha
dato sulla strada della Crespera. In fondo era una
piccola salita a confronto delle grandi montagne che
Coppi ha scalato vittorioso. Eppure la piccola salita
bastò per dargli le ali.
Ancora oggi c'è qualche maligno o qualcuno in malafede
che afferma le cose più sciocche e più incredibili.
Smettiamola con l'indegna campagna delle calunnie e dei
fatti personali. E innalziamo questo nostro superbo
atleta che ha saputo darci purissime orgogliose gioie e
che è ancora oggi il primo campione del mondo, come ha
ribadito contro la «speranza» Anquetil in una fantastica
edizione del Trofeo Baracchi, vinta ad oltre 45 di
media. Innalzando Coppi, innalziamo anche tutti noi, il
nostro sport e questa cara bicicletta che, malgrado
tutto, rappresenta ancora la nostra passione e la nostra
vittoria. |
Da "LO SPORT" - Il romanzo di Coppi - numero speciale del
05-11-1953 - adattamento da un articolo di Emilio De Martino |
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