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La Lunigiana

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IL FOTOGRAFO del dicembre 1980 (Edizione straordinaria) - Terremoto, immagini di una catastrofe

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Archivio di grandi eventi
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SUL TERRITORIO

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

 
 
 
 

Fotografie © GIOVANNI MENCARINI

 
Fivizzano   la Firenze della Lunigiana
FIVIZZANO - La Piazza Medicea con fontana
ARGOMENTI
Lunigiana Morfologia
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Blocco Notes

Note storiche e personaggi illustri
Fivizzano è una cittadina sopra un colle (400 m. slm) pianeggiante alla sinistra del torrente Rosaro, cinta di grosse mura ombreggiate di platani, ricca di bellezze ed eloquente di memorie. Per la sua tradizione artistica, per il sapere, per l'anima ed il costume, si può considerare come la Firenze di Lunigiana.
La capitale di quella parte di "Terra della Luna" che appartenne alla Repubblica Fiorentina e al Granducato di Toscana fu particolarmente cara a Firenze (già amica e protettrice dei signori della Verrucola) e venne dichiarata "città nobile" da Leopoldo II. Fivizzano ebbe secolari ed intensi rapporti con la città del giglio, di cui restarono tracce evidenti nel costume, nella lingua, nella cultura, nell'impronta toscana dei palazzi e dei monumenti, nella struttura urbanistica.
Situata lungo la strada statale che da Aulla porta al Passo del Cerreto e da qui a Reggio Emilia, la città si è sviluppato grazie alle attività commerciali, anticamente svoltesi con la protezione del vicino castello della Verrucola. Questo importante borgo della Lunigiana fu governato dai Malaspina fino al XV secolo e subito dopo da Firenze e poi, per un lungo periodo dai Medici.
Altri comuni della Lunigiana
Aulla Pontremoli Fivizzano Casola e Alta valle dell'Aulella
Villafranca, Fosdinovo e Filattiera Bagnone   Comano   Zeri
Podenzana   Licciana Nardi   Mulazzo   Tresana
Importante è la cinta muraria voluta da Cosimo dé Medici nel 1540, della quale restano oggi la Porta Modenese o Verrucolana verso nord, realizzata in arenaria ed inscritta con una cornice modanata e quella Sarzanese a sud. All'interno del borgo, rappresentante la parte più antica del paese, si apre la Piazza Medicea al cui centro vi è l'elegante fontana omonima in stile barocco, eretta nel 1683 per volontà di Cosimo III, costruita in marmo misto a pietra arenaria e delimitata alla sua base da una cancellata in ferro battuto.
● Nel 1477 accettò il dominio fiorentino
Prima del 1000, il nome di Fivizzano non si trova in alcun atto pubblico e privato. Solamente verso il 1200 s'incontra Fivizanum e Forum Verrucolae Bosorum. Questa Verrucola fu patrimonio dei Marchesi di Toscana; gli Estensi la subinfeudarono ai Nobili di Bosone e per questo venne detta Verrucola dei Bosi.
Il suo foro era allora Fivizzano, un luogo di raduno e di sosta, dove si teneva il mercato e veniva amministrata la giustizia.
Data la sua importante posizione geografica perchè posto sulla grande arteria che univa Lucca a Reggio e Parma, sulla via di raccordo con Luni e L'Aurelia e in vicinanza dei valichi dell'Appennino settentrionale, nel 1317 fu sottoposto alle truppe di Castruccio Castracani e nel 1430 all'armata dei Visconti di Milano. Fin da quando fu scossa mortalmente dal terremoto del 1481, la bella cittadina era sede di un Capitanato della Repubblica Fiorentina.
Tutto il suo territorio si era spontaneamente posto sotto le cure del "Giglio" il 6 marzo del 1477, data in cui fu siglato il libro dei "Capitoli e Convenzioni tra l'Eccelsa Repubblica fiorentina  e la Terra e Corte di Fivizzano". Nel 1494 Fivizzano subì incursioni da parte delle truppe di Carlo VIII e nel 1537 fu saccheggiata dalle truppe spagnole del Marchese del Vasto. Nel 1777, per l'importanza acquisita, il Granduca Pietro Leopoldo I la trasformò in sede di un vicariato. Così per la denominazione e l'attenzione di Firenze, la vita e l'anima fivizzanese andarono acquistando una certa squisitezza artistica fiorentina, tanto da lasciare in ogni manifestazione un'impronta sensibile e duratura.
Nel 1808 Fivizzano venne assegnato a Elisa Baciocchi Buonaparte per poi essere nuovamente aggregato al Granducato di Toscana con il Congresso di Vienna. Nel 1847 passò sotto Modena e quindi di nuovo alla Toscana. Nel luglio del 1848 il Granduca Leopoldo II dichiarò Fivizzano "Città Nobile" ma, ai primi dell'anno seguente, dovette fuggire e nella città tornarono le truppe del Duca di Modena, Francesco V, fino all'Unità d'Italia.
● Terremoti devastanti del 1481 e del 1920
Il disastroso terremoto del 7 settembre 1920, che scosse tutta la Lunigiana, colpì particolarmente e duramente Fivizzano, causando la morte di molti cittadini e il crollo di parecchie case. Intere pagine di storia furiosamente stracciate da un sisma che poteva cancellare per sempre l'antica, suggestiva, aristocratica bellezza della città murata. Fivizzano, invece, riuscì lentamente ma tenacemente a risorgere dalle deturpanti rovine. Chi oggi ne percorre le antiche strade, chi sosta nell'ampia piazza, in quell'anfiteatro di nobili palazzi che fanno corona all'elegante fontana medicea, subisce ancora il fascino millenario di questa splendida contrada, di questa "terra insigne".
Anche nel febbraio 1481, per un altro urto sismico memorabile, era stata provata a simile catastrofe. Bartolomeo Pucci, all'epoca capitano della Repubblica Fiorentina e testimone del fatto, scriveva al suo Governo: "Oltre a molti tremuoti venuti dal dì 6 di febbraio, lunedì a dì 7, a ore 19, venne un tremuoto terribile, lo quale ha fatto rovinare in questo paese 100 case la fortezza
Fivizzano colpita duramente dal terremoto del 1920
FIVIZZANO - Fotografie della distruzione operata dal terremoto del 1920 (archivio Il Secolo XIX)
Due immagini di Fivizzano distrutta dal terremoto
Dall'archivio de "Il Secolo XIX" - (8 settembre 1920)... Più gravi notizie sono pervenute dal Sindaco di Fivizzano, che ha potuto telefonare da Massa per invocare soccorsi. Metà del paese sarebbe ridotto ad un cumulo di rovine. Partono di qua le P.A. con auto lettiga e autocarri della Marina, con medici e medicinali. Una triste impressione si prova a giungere al paese semidistrutto...
Si sono contati venti morti e moltissimi sono i feriti. La cattedrale all'interno è un mucchio di macerie. L'Ospedale è rimasto inabitabile; gli inabili, i feriti e i malati sono stati portati all'aperto.
Presiedono all'opera locale di soccorso il Commissario prefettizio rag. Paolo Licata e il capitano di fanteria Vicini. Ora occorrono tende e viveri.
(9 settembre 1920) - Alle ore 11, 42 c'è stata un'altra scossa, fortunatamente di breve durata, che ha comunque turbato la popolazione. L'On. Attilio Cerpelli è in viaggio per la zona più gravemente colpita. A Monti, il castello antichissimo è stato ridotto ad un cumulo di rovine. Vigneta e Fosdinovo sono completamente distrutti... Altri paesi devastati sono Gassano e Santa Chiara, inabitabili. A Casola il campanile è in pericolo e per le vie non è possibile circolare.  Anche Cupula è inabitabile, ma ha solo un ferito grave. A Vigneta, paese in gran parte costruito con ciottoli di fiume, per la sua posizione degradante verso la valle, non è possibile individuare le abitazioni. Quattrocento persone accampano presso la casa del Sindaco, il quale ha perduto un figliolo e un nipotino di sua figlia. Si contano 12 morti, per lo più giovanotti e fanciulli, perché la maggior parte degli abitanti contadini era fuori al lavoro...
Dall'archivio de "La Nazione" - (9 settembre 1920)... Ci avviciniamo a Fivizzano nella notte alta. Delle luci si muovono sulla collina... Sebbene le case non siano rase al suolo, e molte abbiano ancora l'apparenza di edifici intatti, il paese non è che un cumulo di macerie. Neppure un abitazione è rimasta accessibile. Le facciate delle costruzioni sembrano inalterate. Ciò si osserva soprattutto in Piazza Vittorio Emanuele, dove esistono fabbricati solidi, quasi tutti a tre piani. Il disastro però è all'interno, dove tutto è strapiombato, di colpo.  Nella periferia molte case sono crollate una addosso all'altra, ostruendo le strade...
Le prime fotografie - Nei giorni seguenti, sulla stampa cominciarono ad apparire le prime immagini che potevano illustrare, con maggiore efficacia delle parole, la reale proporzione dei danni subiti da numerosi centri delle zone montane e della vallata del Magra. Per l'alto numero di vittime, feriti e distruzioni Fivizzano venne definito "il paese martire". Alcune fotografie mostrano impietosamente i danni riportati dai palchi e dal palcoscenico del Teatro degli Imperfetti. In evidenza le demolizioni operate sui palazzi della Piazza Medicea (all'epoca Piazza Vittorio Emanuele II) e lo sgombero delle relative macerie. Le lesioni, in alcuni casi, erano talmente gravi che alcuni fabbricati vennero ridotti di un piano. Anche tutt'attorno al campanile della Chiesa della Misericordia sono visibili numerose abitazioni gravemente danneggiate, mentre una foto della Chiesa di San Giovanni mostra l'interno con la volta crollata.
L'arrivo dei soccorritori - A Fivizzano ed in altri centri arrivarono in soccorso squadre dei Vigili del Fuoco e della Pubblica Assistenza, i marinai della Nave Cavour, soldati del XXI Reggimento Fanteria, volontari dalla Spezia, Massa, Carrara e centri limitrofi. Le famiglie vennero ricoverate in tende o baracche appositamente allestite. Col ripetersi delle scosse telluriche, gli abitanti dei paesi montani della Lunigiana e della Garfagnana abbandonarono le proprie case  e cercarono rifugio in luoghi aperti, dormendo in mezzo ai campi o ai margini delle strade. Le donne cucinavano su fornelli improvvisati quei pochi viveri che non si erano deteriorati a causa del sisma.

Groppo San Piero tutta fracassata in modo che non vi si può abitare e la stanza del castellano non è di bisogno, perché exendo e no, non ci è divario. Quella di Verrucola aperta; il castellano sta nel procinto; la torre dove stavo tutta aperta fracassata".

● Urbanistica del centro cittadino

Piazza Maggiore, Piazza Sotto l'Olmo, Piazza del Mercato, Piazza Vittorio Emanuele II, Piazza Medicea... Molti nomi per l'antica e bella piazza di Fivizzano sulla quale si affacciano eleganti palazzi in stile toscano e che ha nel mezzo un'artistica fontana, ornata di quattro delfini in marmo bianco delle Alpi Apuane.

La fontana fu fatta costruire dal Granduca Cosimo II ed è sempre stata centro di aggregazione per i Fivizzanesi che nelle belle e fredde giornate invernali vi sostavano intorno per chiacchierare e godersi il tepore dei raggi del sole.
Tutti i palazzi della Piazza Medicea furono alterati ed abbassati dopo i danni

FIVIZZANO - Il Convento degli Agostiniani / (© Giovanni Mencarini)

Il Convento degli Agostiniani

del terremoto del 1920, ma la piazza è riuscita a mantenere la sua antica e armonica bellezza. Prospiciente la stessa piazza troviamo la chiesa maggiore dei SS. Jacopo e Antonio recante uno stemma di Parte Guelfa e quello dei Medici. In forma più modesta, essa già esisteva nel 1350; nel 1576 subì un ampliamento e venne anche ornata di pregiati quadri: due, San Sebastano e San Rocco, restaurati nel 1835 da Tonderini ed all'epoca da qualcuno giudicati di Andrea del Sarto; uno a forma di lunetta, la Deposizione della Croce, che si vuole di Fra Bartolomeo; altri del Ghirlanda e del Lemmi, pittori fivizzanesi....

● Chiesa di San Giovanni e Tommaso Parentucelli
Una delle più importanti chiese di Fivizzano è sempre stata la chiesa di San Giovanni Battista, fatta erigere nel 1335 da Puccio di Duccio Bosi. L'edificio fu per lunghi anni annesso al Convento degli Agostiniani e divenne proprietà comunale in base alla legge del 7 luglio 1886. Fu acquistata nel 1899 dalle Suore Angeliche di San Paolo e ora è nuovamente del comune che l'ha riacquistata, insieme al convento, per ampliare i propri servizi. Anche la chiesa di San Giovanni Battista fu parzialmente distrutta dal terremoto del 1920. All'interno si trovavano ricchi altari, monumenti funebri di illustri personaggi e vi era custodito un prezioso piviale appartenuto a Papa Nicolò V (Tommaso Parentucelli), che fu venduto nel 1937 per finire in un museo di Firenze.
Papa Niccolò V fondò la più grande biblioteca del mondo, quella Apostolica Vaticana. Il parato di Papa  Niccolò V°, ritenuto per tradizione un dono della Città di Siena al Pontefice nel 1450, in occasione della beatificazione di San Bernardino, è tornato in Lunigiana. Più precisamente a Fivizzano, ove era nata la madre del Papa, Andreola de' Bosi di Verrucola, e dove il parato fu custodito per più secoli, ed a Sarzana, patria della famiglia Parentucelli, terra natale di Tommaso (1397-1455), che con il nome di Niccolò V°, fu il primo grande Papa del Rinascimento.
Il parato costituisce un'opera unica, per importanza storica e qualità artistica. E' un esempio eccelso delle manifatture tessili senesi e fiorentine, in pieno Quattrocento, epoca in cui Firenze iniziava a conquistare terre e castelli della Lunigiana. Il Parato fu portato a Fivizzano alla fine del Cinquecento da Frate Agostino Molari, fivizzanese teologo e confessore di Papa Gregorio XIII, al quale il Pontefice l'aveva donato. Rimase a Fivizzano fino al 1937, quando fu venduto allo Stato  Italiano che lo destinò al Museo Nazionale del Bargello, dove è oggi conservato. Il grande “parato in terza” è stato esposto a Fivizzano (dal 12 luglio al 10 ottobre 2009), e quindi a Sarzana (fino al 13 dicembre 2009), a testimoniare l'antico legame delle due città e della loro grande storia.
Elenco puntato argomento - Il Premio Lunigiana Storica  Il miracolo del vescovo scozzese Terenzio

San Terenzo Monti è un piccolo borgo collinare, posto nel comune di Fivizzano, che deve il suo nome al ricco vescovo scozzese Terenzio.
Il prelato era in viaggio verso Roma con tutto il suo seguito. Giunto ad Avenza, nei pressi del fiume Carrione, fu barbaramente assassinato dai suoi servi, desiderosi di mettere le mani sulle ricchezze del vescovo pellegrino, prima che ne facesse dono ai poveri.
Il corpo venne gettato in una folta siepe affinché non fosse ritrovato. Ma, come per miracolo, da quella siepe cominciarono nottetempo ad originare dei lampi di luce. Ritenendoli un segnale divino, il Vescovo di Luni si recò ad ispezionare il luogo e rinvenendo la salma del martire Terenzio vi fece costruire un piccolo tempio per darle una degna sepoltura. Molti anni dopo, per proteggere i resti del martire dai continui saccheggi dei predoni provenienti dal mare, il vescovo Gualtiero decise di traslare la salma del Santo in un luogo più sicuro.
Molte comunità si contendevano il diritto di accogliere i resti del martire Terenzio e pertanto, per non fare torto a nessuno, il vescovo prese una salomonica decisione. Caricò il corpo su un carro trainato da due buoi e gli fece prendere la via dei monti, stabilendo che nel punto dove si fossero fermati avrebbe costruito una chiesa e seppellito in pace Terenzio.
I giovenchi, dopo aver sostato a Careste, nei pressi di Giucano, proseguirono oltre il Passo del Cucco (Fosdinovo) dirigendosi verso la valle del Bardine. Giunti in un luogo chiamato "I Grottoni", i due bovini si arrestarono di fronte ad un'alta rupe ma, per miracolo, la terrà si squarciò lasciando un grande varco attraverso il quale il carro poté continuare il suo cammino. Poco dopo i buoi si fermarono presso un pozzo per abbeverarsi ma, stremati dalla fatica, caddero morti a terra.
In quel sito Gualtiero eresse la chiesa e vi seppellì le spoglie del Santo. E quel luogo fu chiamato "San Terenzio", oggi San Terenzo.

A settembre 2011, per iniziativa della Biblioteca Apostolica Vaticana, nel salone dell'antico Palazzo Vescovile di Via Mazzini a Sarzana è stato presentato il volume "Le origini della Biblioteca Vaticana tra Umanesimo e Rinascimento (1447-1534)" a cura di Antonio Manfredi. Si tratta del primo volume di una serie di otto, uno per secolo, che l'importante istituzione culturale vaticana ha deciso di dedicare alla propria storia. Sarzana è stata scelta in quanto città natale di Tommaso Parentucelli e, non a caso, la data che segna l'inizio di questa avventura storica è il 1447, anno in cui, appena cinquantenne e a sorpresa, venne eletto a sommo pontefice.
A presentare questo importante libro il curatore stesso Antonio Manfredi, probabilmente il massimo esperto vivente su Nicolò V. Relatori d'eccezione il prefetto (direttore) della Biblioteca Vaticana Mons. Cesare Pasini e il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci (ex ministro dei Beni Culturali).
● La famiglia Lemmi, "I Pittori"
Bernardino Lemmi, sposato con Benedetta Signani, aveva diversi figli: Barbara, Margherita, Ercole, Elisabetta, Pellegrino, Altea e Lucia. I Lemmi si occupavano un po' tutti di pittura e venivano chiamati i pittori. Stefano, fratello di Bernardino, era pittore di una certa rinomanza ed ha lasciato diverse tele di non poco valore artistico; Ercole, figlio di Bernardino, lasciò anch'esso diversi quadri, tra i quali una venerata Madonna col Bambino.
● Il poeta Giovanni Fantoni e altri letterati
Uno dei più illustri figli di Fivizzano fu il conte Giovanni Fantoni, celebre poeta, che nacque il 27 gennaio del 1755 e studiò e resse incarichi a Firenze, Roma e in altre importanti città. Appartenente ad una famiglia patrizia fiorentina, trasferitasi a Fivizzano nel XVI secolo, fin da giovane fu un appassionato cultore dei classici latini. I suoi studi lo portarono a diventare un letterato e poeta arcade, con il nome di Labindo, e le sue odi e poemi gli diedero una notevole fama. L'arcade Labindo soggiornò a lungo nel palazzo avito di Fivizzano e nella villa di Noletta, presso Moncigoli. La morte lo colse nel 1807 nella sua città natia.
Nel 1907, centenario della sua scomparsa, i fivizzanesi gli eressero un monumento nell'ex Piazza dello Spedale, poi a lui intitolata. Il 29 settembre, per l'occasione, Giovanni Sforza compilò un manifesto nel quale si poteva leggere: "Morì, ma dopo cento anni è vivo nel cuore dei forti, perché virtù non muore...".
I suoi concittadini lo ricordarono ed onorarono anche nel 1955, secondo centenario della sua nascita. In tale occasione le sue spoglie mortali furono traslate nell'antica Cappella delle Carceri (Oratorio di San Carlo), adiacente al Palazzo Municipale, costruita nel Settecento dal governatore Carlo Vieri.
Dopo il terremoto del 1920 il monumento a Fantoni fu trasferito nella Piazzetta della Legna, che prese il nome di Piazza Labindo. Nel giardinetto della vecchia Piazza dello Spedale, poi intitolata a Garibaldi, fu collocato il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale.
L'Alfieri dedicò a Giovanni Fantoni i celebri versi: "Ricca vena instancabile - pari alla tua, Fantoni, ah deh mi avessi - Per cui tu, etrusco Orazio - al Venosino emuli carmi intessi".
Onorarono la loro città anche altri personaggi illustri come il letterato Adolfo Bartoli, lo storico Emanuele Gerini e il prototipografo Jacopo che stampò nel 1471.
Testi consultati - Vedi pagina principale "La Lunigiana"  Testi consultati: vedi pagina principale "La Lunigiana"
 

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Fotografie, eventi, turismo,
storia e news del territorio...

  Cicloturismo nella Lunigiana Storica

Manuale del cicloturista

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Per la realizzazione delle immagini presentate in questo sito gli spostamenti sul territorio della Lunigiana storica sono stati effettuati con una bicicletta. In questa piccola guida sono state perciò condensate varie esperienze logistiche e tecniche derivanti dall'utilizzo turistico di questo mezzo di locomozione...

Itinerario cicloturistico verso
il Castello della Verrucola

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E' un percorso panoramico, semi circolare, contrassegnato da molti saliscendi. L'altitudine massima viene raggiunta sulla collina di Canepari, a 657 metri di quota. Si parte dalla Val di Magra e si rientra dalla Lunigiana. Il punto più lontano è il Castello della Verrucola, nel comune di Fivizzano...

Itinerario cicloturistico
da Casola verso Fivizzano

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E' un percorso lungo alcune strade panoramiche che collegano i comuni di Casola e Fivizzano. La massima altitudine (circa 700 meti di quota) viene raggiunta al termine del bosco che sovrasta l'abitato di Reusa. Le salite da affrontare non presentano pendenze importanti e quindi si viaggia con una certa agilità...

Itinerario cicloturistico nelle
valli dell'Aulella e del Lucido

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Il viaggio si svolge lungo la dorsale delle colline che dividono le valli dei torrenti Aulella e Lucido. Il punto più lontano è rappresentato dalla località Equi Terme dove sorge un rinomato stabilimento termale. Lungo il percorso sono presenti vari saliscendi, dove l'altitudine massima non è superiore ai 400 metri. Il rientro avviene attraverso la salita che collega Monzone a Casciana, corta ma impegnativa...

Itinerario cicloturistico
verso Vinca e le Alpi Apuane

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Prima di inerpicarsi verso le montagne si attraversa parte della Valle del Lucido. Il punto più alto si raggiunge a Vinca, amena località posta a poco più di 800 metri sul livello del mare e sovrastata dai monti Sagro e Pizzo d'Uccello. Il percorso non presenta particolari difficoltà, eccetto gli ultimi 4 chilometri di salita nel Vallone della Canalonga, dove le pendenze non scendono sotto il 10%...

Itinerario cicloturistico
lungo le strade del vino

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E' un percorso collinare che, all'andata, consente di spostarsi tra Aulla e Fivizzano senza impegnare la Statale n° 63 del Cerreto. Durante il tragitto ci si sposta anche su alcune "Strade del Vino dei Colli di Candia e di Lunigiana". Il territorio è quello dei rilievi montuosi che separano la Valle del Taverone da quelle dei torrenti Rosaro e Aulella.

Itinerario cicloturistico con
transito a Posterla e Mezzana

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E' un percorso semi-circolare e panoramico che, inizialmente, si svolge sui monti che appartengono all'area subalpina delle Apuane. Un territorio scarno dove la vegetazione è costituita principalmente dalle piante del bosco. Questa situazione muta una volta oltrepassato Monzone perché sulla dorsale collinare che divide la valle dell'Aulella da quella del Lucido i terreni sono in larga parte coltivati e ricchi di piante da frutto, vigneti e oliveti...

Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al torchio
una decina di titoli...

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La Disfida degli Arcieri
A Fivizzano si svolge ogni anno,
nel mese di luglio, la rievocazione
di una competizione avvenuta
nel 1572 e tramandata
da Frate Tommaso...

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SBANDIERATORI di FIVIZZANO - Schieramento ad inizio esibizione

Gruppo Storico di Fivizzano
Gli Sbandieratori di Fivizzano hanno iniziato la loro attività nel 1972 sotto il patrocinio della Pro Loco. Nel 1983 si è costituita un'associazione indipendente che ha preso il nome di Gruppo Storico Fivizzano. Attualmente è composta da circa 90 elementi che sono suddivisi in varie attività tra le quali spicca appunto quella degli Sbandieratori...

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SIMPOSIO LUNENSE A FIVIZZANO - L'artista Valerio Neri al lavoro sulla sua testa di cavallo

Il Simposio Lunense
E' un manifestazione di scultura alla quale partecipano artisti nazionali ed internazionali. Per l'occasione Fivizzano si trasforma in una bottega d'arte a cielo aperto alla quale fanno da corollario convegni, spettacoli, concerti, con la presenza di vari ospiti illustri...

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SIMPOSIO LUNENSE 2023 - Lo scultore Francesco Carapelli vincitore nella sezione opere in marmo

Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove parte questo sito...

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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati.

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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati...

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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti. Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle, basiliche e monasteri...

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Castelli medievali
In Italia la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti...

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La Ferrovia Aulla-Lucca
La città di Fivizzano è servita dalle stazioni di Rometta e Gassano, distanti pochi chilometri, mentre Equi Terme possiede uno scalo autonomo.
I primi progetti di questa linea non elettrificata risalgono al 1850, quando si pensava di collegare Lucca a Reggio Emilia. Venne ufficialmente aperta il 21 marzo del 1959 e oggi alla modernità delle automotrici "Swing" unisce, ogni tanto, il fascino dei treni d'epoca e delle sbuffanti locomotive a vapore...

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