|
|
|
Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
|
FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La "Valle
dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La "Terra
della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente
conservati... |
Close
Up |
Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news,
eventi e storia del territorio |
|
Itinerario cicloturistico
alle radici del fiume Magra |
|
E' un percorso che consente
di raggiungere la Valdantena e il borgo di Pracchiola, lungo la strada
del Passo Cirone. Siamo nel comune di Pontremoli e l'altezza massima
raggiunta è di circa 700 metri. Alle spalle di Pracchiola nasce il fiume
Magra, con una cascatella conosciuta come "Piscio"... |
Itinerario cicloturistico
con transito a Fosdinovo |
|
E' un percorso circolare e
panoramico contrassegnato da due belle salite. La maggiore, lunga 13
chilometri, è quella che parte da Sarzana e si conclude alla Foce di
Fosdinovo, dove viene raggiunta anche la massima altitudine della
giornata, di poco superiore ai 700 metri di quota. L'altra, di 4
chilometri, è quella che inizia dal fondovalle di Marciaso e
termina a Tenerano... |
Itinerario cicloturistico sulle
strade del miele e del castagno |
|
Trattasi di un
percorso semi-circolare che attraversa vari comuni della
Lunigiana, tra i quali quello di Villafranca. Ci si sposta
sulle colline che si affacciano lungo le due sponde del fiume
Magra, in un comprensorio dove vengono prodotti il miele e
la farina di castagne a marchio DOP... |
Itinerario cicloturistico
con transito a Ponzanello |
|
E' un percorso
circolare e panoramico contrassegnato da due salite importanti.
La maggiore è quella che parte da Sarzana e si conclude sul
Monte Carbolo (collina di Canepari), dove viene raggiunta anche
la massima altitudine della giornata, pari a 657 metri di quota.
Al culmine della salita c'è il bivio per scendere a Ponzanello,
storico borgo che conserva intatte varie tracce del suo passato
medievale... |
Itinerario cicloturistico
verso il Passo del Brattello |
|
All'andata si sale
fin sopra il valico, a più di 1000 metri di quota, viaggiando
per 53 chilometri, anche lungo la Strada Provinciale n° 31.
Il percorso di ritorno è più corto (50 km) e prevede il passaggio
da Filattiera, lungo la Statale n° 62 della Cisa, dove è posta
l'area archeologica della Pieve di Sorano... |
Itinerario cicloturistico nella
valle del torrente Bagnone |
|
E' un percorso
durante il quale si raggiunge il borgo di Treschietto, località
rinomata per la coltivazione delle cipolle. Il dislivello totale
si avvicina agli 800 metri. Non ci sono salite impegnative eccetto
il tratto di circa un chilometro tra Bagnone ed il bivio per Collesino... |
Acque minerali e termali
Sul
territorio che anticamente faceva parte della
Lunigiana storica ci sono moltissimi punti di
sbocco di sorgenti naturali che hanno vita autonoma
rispetto agli acquedotti pubblici... |
|
Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani,
da dove parte questo sito... |
|
Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di
pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero
a confronto la loro cultura con quella dei territori
attraversati... |
|
Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del
periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti.
Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la
somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non
essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle,
basiliche e monasteri... |
|
Castelli medievali
In Italia
la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi
castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi
e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri
un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti... |
|
La Ferrovia Pontremolese
I centri di
Villafranca e Filattiera possiedono stazioni autonome lungo
questa strada ferrata. In origine la linea ferroviaria
Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori per
la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e
durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento
strutturale ed il raddoppio dei binari... |
|
La Disfida degli Arcieri
A Fivizzano si svolge ogni anno,
nel mese di luglio, la rievocazione
di una competizione avvenuta
nel 1572 e tramandata
da Frate Tommaso... |
|
|
Simposio Lunense a Fivizzano
E' un manifestazione di scultura alla quale partecipano artisti
nazionali ed internazionali. Per l'occasione la città si
trasforma in una bottega d'arte a cielo aperto alla quale fanno
da corollario convegni, spettacoli, concerti, con la presenza di
vari ospiti illustri... |
|
Il Premio Bancarella
Sintesi di una passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli... |
|
Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili
vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al torchio
una decina di titoli... |
|
La Festa del Libro
e dei Fumetti
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore. Il borgo infatti è universalmente
conosciuto come "Il paese dei librai". Dal 2020 vi si svolge
anche un festival dedicato ai fumetti che coinvolge vari
protagonisti del mondo della nona arte... |
|
Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
La concentrazione della pioggia, in alcune aree dello Spezzino e
della Lunigiana, ha raggiunto livelli tali da originare una vera
e propria apocalisse... |
|
|
|
|
|
|
Fotografie © GIOVANNI MENCARINI |
|
Sfondi per desktop |
|
|
Echinopsis Tubiflora |
|
|
|
Campanelle blu |
|
|
|
La Lunigiana
(1) |
|
|
|
|
|
VILLAFRANCA |
A Villafranca
si trova il
Museo Etnografico della Lunigiana,
allestito all'interno di mulini quattrocenteschi, che illustra
attività, consuetudini, usi, costumi e riti della cultura
popolare della Lunigiana. Il Museo è suddiviso in tredici
sezioni ognuna delle quali testimonia un'antica cultura ed
illustra da una parte le fondamentali attività economiche e
dall'altra la vita quotidiana degli abitanti di Lunigiana e Val
di Magra. Due sezioni audiovisive illustrano a turisti e
visitatori lo sviluppo, la storia e le tradizioni della terra lunigianese.
Il borgo di Villafranca conserva ancora apprezzabili tracce
delle antiche fortificazioni e interessanti particolari
dell'edilizia urbana medievale. Sorse probabilmente all'ombra
del
Castello di Malnido e trovò un forte sviluppo nei
secoli XII e XIII. Con la divisione dei beni tra i due rami
malaspiniani del 1221, il centro venne compreso nel feudo di
Mulazzo ed assegnato a Corrado dello Spino Secco, finché
dal 1266 fu sede amministrativa e residenziale del nuovo
marchesato autonomo dei Malaspina. La signoria Malaspiniana, pur
tra lotte e divisioni, e alcune parentesi armate degli Sforza,
di Giovanni dalle Bande Nere e degli
spagnoli, protrasse il suo dominio fino alla Rivoluzione
Francese e alla invasione napoleonica. Dopo il Congresso di
Vienna, Villafranca e l'Alta Lunigiana fecero parte prima
del Ducato di Modena, poi di Parma, a cui
appartennero fino al 1860, all'annessione al Regno d'Italia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la vallata e la città furono
pesantemente bombardate e molte antiche costruzioni andarono
distrutte. Tra queste il
castello dei Malaspina e la Chiesa
di San Nicolò, |
|
della quale
resta il solo campanile.
Danneggiata invece la cinquecentesca Chiesa di San Francesco,
che poi subì interventi di restauro. Nei pressi del ponte sul
torrente Bagnone si può fare una visita alla
Chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita sulle
strutture di un antico edificio trecentesco.
Villafranca vanta oggi una forte presenza di negozi di
antiquariato e nella frazione di Filetto si svolge il
tradizionale mercato di oggetti usati, arredi, mobili, stampe e
libri di antica memoria. |
FILETTO -
Il toponimo Filetto è da ricondurre al termine greco filakterion
indicante un luogo fortificato. E' il
borgo più originale di tutta la Lunigiana
per il suo impianto urbano
a forma di quadrilatero. Delle
quattro torri sui lati, una è ancora oggi integra. E' uno
splendido esempio di costruzione medievale sorta
su un abitato romano, poi ampliato e fortificato dai bizantini.
Nell'alto medioevo fu parte del limes, la linea di difesa bizantina,
composta di fortificazioni allineate con il centro di Sorano.
Nel medioevo Filetto non appare più solo come una fortificazione ma
come un borgo murato la cui funzione era esaltata dall'incrocio in
esso della Via Francigena di fondovalle con una direttrice
trasversale, che ancora oggi passa dalle due porte costruite nel
'500. La funzione stradale è deducibile da documenti attestanti che
nel medioevo esisteva l'ospitale di Selva Donica, nella selva di
Filetto. Questa famosa
distesa di castagni secolari,
con alberi contorti e stanchi per il peso degli anni, si trova
appena fuori del borgo, lungo una vasta piana alluvionale. Ogni anno, il
25 di agosto, in questo luogo si tiene la fiera di
San Genesio, che è una delle più
grandi della Lunigiana.
Durante l'inverno, quando i castagni si presentano mondi delle
foglie, la selva assume un aspetto triste e tenebroso assieme, anche
perché risultano maggiormente visibili quelle piante che sono state
ferite dalla caduta dei fulmini o altre che, dopo essere seccate,
hanno assunto un aspetto mummificato. Per questo motivo alcuni
sostengono che Dante Alighieri, durante il suo soggiorno in Lunigiana,
l'abbia vista e ne abbia tratto ispirazione per cantarla nell'Inferno. |
MOCRONE - Il
villaggio, tipico centro rurale di fondovalle, pare sia
sorto prima di Malgrate dove molti, per decreto
del Marchese, dovettero portarvi la residenza onde popolare i
dintorni del Castello. La chiesa parrocchiale, dedicata a San
Maurizio, si erge solitaria su una collinetta poco distante dal
paese. L'edificio, che presenta tratti architettonici e stilistici
riconducibili ai secoli XIII e XIV, è stato recentemente restaurato.
Nella piazzetta centrale del borgo è collocato il monumento a
Alberico Benedicenti,
inaugurato il 23 settembre 2012. Noto farmacologo e fisiologo
italiano, nato a Mondovì nel 1866 e deceduto a Mocrone nel 1961, Benedicenti
fu tra i primi ricercatori che applicarono i metodi chimico-fisici alle
indagini biologiche. Laureato all'Accademia di Francia, insegnò all'Università
di Genova per poi fondare la Scuola di Farmacologia Sperimentale. |
|
Il colle di
Malgrate nella valle del Torrente Bagnone |
|
MALGRATE -
Sorge su un colle posto nella parte terminale
della valle del Bagnone. Il primo nucleo del suo castello fu
edificato intorno alla prima metà del XIII secolo dai marchesi
Malaspina di Filattiera per la sua posizione strategica di
controllo e difesa della valle sottostante. Comprende una torre
circolare affiancata da una costruzione fortificata che era la
dimora feudale dei marchesi. Restano ancora alcune tracce del
ponte levatoio che proteggeva l'accesso sul fronte ovest della
cinta muraria. Sono ancora visibili la corte con la cisterna per
l'approvvigionamento idrico ed alcuni ambienti di servizio
organizzati nei secoli XV e XVI per adattarli alle nuove
esigenze abitative e amministrative connesse alla vita del feudo.
Presso Malgrate sono stati rinvenuti vari reperti archeologici
in pietra arenaria, scolpiti arcaicamente, dove risulta abbozzata
una figura umana. Si tratta di Statue-Stele e
Statue-Menhirs, raffiguranti divinità pagane, che erano oggetto
di culto dei Liguri-Apuani (vedi link in testa alla pagina).
Altre frazioni sono
Virgoletta,
Fornoli, Merizzo e Irola. |
Feste,
Eventi e Tradizioni Popolari, Sport |
SAGRA
DI SAN GENESIO - Alla fine di agosto, l'appuntamento
clou è con la Sagra di San Genesio,
che si tiene all'ombra della Selva di Filetto, nei pressi
dell'oratorio
dedicato al Santo e risalente al XVI secolo. Di
questa si hanno tracce a partire dal 1577. Era
un'importantissima fiera di bestiame e merci, un punto di
riferimento basilare per l'economia della vallata. Col tempo ha
perso quasi del tutto questa caratteristica per rimanere una
gioiosa festa di vallata, con musica, parco divertimenti,
bancarelle che offrono ogni genere di prodotto, rivenditori di
attrezzature agricole che fanno promozione alla loro attività. |
PREMIO LIRICO "PUCCINI D'ORO"
- Sul fronte musicale, negli anni '80, si svolgeva annualmente,
nell'antico borgo di Filetto, il premio lirico "Puccini
d'oro", ospitato nella stupenda cornice, della
Piazza del Pozzo che restituisce anche un'ottima acustica.
Nella prima serata veniva assegnato l'omonimo
premio lirico, il giorno seguente si teneva la rappresentazione
di un'opera con accompagnamento al pianoforte. Il premio ebbe
una vita breve, composta di sole cinque edizioni. I premiati
furono nell'ordine: Giuseppe Di Stefano, Ferruccio
Tagliavini e Carlo Bergonzi ex-aequo, Josè
Carreras, Luis Alva e Gianni Raimondi. |
PREMIO CITTA' DI VILLAFRANCA
- Sulle ceneri del "Premio Puccini", la lirica è rinata a
Filetto il 24 luglio 2012 con l'istituzione del 1° "Premio
città di Villafranca", intitolato a Giuseppe di
Stefano. Le emozioni sono tornate quelle di oltre vent'anni fa e
anche lui è tornato per la seconda volta (la prima fu nel 1985).
Si tratta di José Carreras che è stato premiato in onore della
sua carriera. Al grande tenore è stato consegnato il premio
realizzato dall'orafo Andrea Cirelli, quindi ha anche ricevuto
dalle mani del sindaco di Villafranca Pietro Cerutti la
cittadinanza onoraria. Inutile dire che, durante la sua
esibizione, tutti i presenti sono rimasti incantati dalla sua
straordinaria voce. In Piazza del Pozzo si è ricreata quella
magica atmosfera di tanti anni addietro... |
FALO DI SAN NICOLO' - Un
rituale antico è il Falò di San Nicolò che
si svolge il 5 di dicembre. Un tempo il falò veniva acceso
nella piazza principale del borgo ed in un'apposita nicchia i
fedeli mettevano in esposizione la statua del santo patrono. Per
tutta la notte gli abitanti di Villafranca vegliavano cantando e
banchettando attorno alle braci ardenti.
Per molto tempo, di tutto questo è rimasta solo la veglia. Il
rito religioso della benedizione del fuoco e dell'esposizione
della statua del santo venne abbandonato agli inizi degli anni
'40, dopo l'introduzione di una nuova festività, quella di
Santa Barbara (4 dicembre), protettrice degli artiglieri e
degli artificieri.
Oggi la tradizione del falò è ripresa: con una solenne
processione e una sfilata di figuranti in costume storico si
raggiunge il parco Tra la Cà dove viene acceso il fuoco.
La chiesa di San Nicolò è stata demolita nel 1968 per i danni
subiti durante la IIa Guerra Mondiale, la statua del santo è
stata spostata nella chiesa di San Giovanni e pertanto la veglia
notturna si tiene nei pressi del solo campanile, ancora ben
conservato. |
PERCORSI PER LE MOUNTAIN BIKE -
La Società Ciclistica Villafranca, in collaborazione con
i comuni di Villafranca in Lunigiana e Bagnone, ha realizzato 5
percorsi Mountain Bike/Trail/Run che interessano tutte le
frazioni del Comune di Villafranca e gran parte di quelle del
Comune di Bagnone. I tracciati si snodano lungo antiche vie
di comunicazione tra paesi, mulattiere, strade forestali,
suggestivi singletrack nel bosco, tratti di Via Francigena e Via
del Volto Santo ed, in piccola parte, su asfalto.
I percorsi vengono segnalati con apposite tabelle recanti
l'indicazione della direzione, numero e colore identificativi
della traccia che si intende percorrere e la successiva località
verso la quale ci si sta dirigendo. E' possibile inoltre
scaricare la traccia GPS sul proprio dispositivo scansionando il
QR Code presente accanto alla descrizione dei singoli percorsi.
Le numerazioni adottate partono dal numero 20 e crescono
in relazione alla difficoltà tecnica e all'impegno fisico
richiesto. Il percorso più semplice è contrassegnato da una
stella e via via si sale fino a quello con difficoltà più
elevata (5 stelle). Su tutti i percorsi bisogna rispettare il
codice della strada e moderare la velocità nell'attraversamento
di borghi e centri storici. I biker, ai quali è fortemente
raccomandato l'uso del casco, sono invitati a rispettare
l'ambiente e gli animali presenti sul territorio e hanno il
divieto assoluto di non abbandonare rifiuti a terra. |
FOSDINOVO |
Fosdinovo nasce come corte rurale attorno all'anno Mille, quando
alcune famiglie di nobili vi presero dimora sfruttando la
postazione strategica del sito. La prima attestazione
dell'esistenza di Fosdinovo risale al 1084 quando il piccolo
borgo compare in un'atto di donazione col nome di
Fosdenova. Gli intensi scambi commerciali che per esso si sviluppavano erano
forieri di notevoli introiti. I "domini" di Fosdinovo allora
lo fortificarono in comunione con il consorzio signorile che
dominava nella valle dell'Aulella, facendolo diventare un
vero e proprio "castro". Il castello di Fosdinovo, pur
acquistando autonomia dalla Curia Lunense,
restò sempre strenuo difensore del Vescovo nei confronti dei
Malaspina, che dal XII secolo erano venuti prepotentemente
alla ribalta. A partire dal 1300, esauritasi la protezione |
vescovile, i signori di Fosdinovo dovettero fare ampie
concessioni alla casata emergente che in seguito divenne
proprietaria, quasi ininterrottamente, di tutto il Feudo di
Fosdinovo fino fino all'epoca napoleonica e alla Repubblica
Cisalpina, che determinò la caduta di tutti i feudi. |
|
Panorama al
tramonto di
Giucano, frazione
di Fosdinovo |
|
Il Castello di
Fosdinovo, così come lo vediamo oggi, è il risultato di un
assemblaggio completatosi in tre epoche diverse. Verso il 1200 i
nobili d'Erberia edificarono il Cassero che restò poi annesso
alla Rocca la cui costruzione si deve a Spinetta Malaspina
"marchese dello spino fiorito". Venne successivamente
ampliato nel 1340, diventando uno dei più importanti centri
politici e militari del territorio lunigianese.
Lo
splendido maniero
è certamente uno dei più imponenti e meglio conservati di tutta la Lunigiana.
Le sue fattezze odierne mostrano anche le logge del XVI
secolo e il palazzo moderno. Sul portone d'ingresso vi sono
scolpiti, in marmo, gli emblemi uniti di Spinetta Malaspina e di
Cane della Scala.
Nel borgo fortificato presero campo nuove iniziative che contribuirono
a innovare tutta la zona e migliorarono notevolmente le condizioni
sociali della popolazione.
L'ultimo signore di Fosdinovo fu il marchese Carlo Emanuele,
grande cacciatore, appassionato di melodrammi e commedie, così come
dei giochi ginnici, le cui vicende furono cantate dal letterato
fivizzanese conte Giovanni Fantoni, in ambito poetico più conosciuto
come "Labindo". Costui, per trovare ispirazione, si recava
spesso a castello, dal lunense amico, e soggiornava in quella che
è definita la "stanza di Dante" perché tradizione vuole abbia
ospitato il sommo poeta durante il suo passaggio in Lunigiana.
Oggi la grande fortezza in pietra che domina tutta la Val di Magra
ospita spesso importanti mostre e manifestazioni culturali.
Il borgo si sviluppa sul promontorio rivolto ad occidente del
Castello. Un lungo percorso che corre a valle di un insediamento più
alto e, presumibilmente più antico. La cerniera tra i due sviluppi è
dominata dalla spoglia, ma austera, facciata della
chiesa parrocchiale di
San Remigio, le cui vestigia medievali (1224-1226),
risalenti all'epoca del Vescovo lunense Buttafava dei Nobili di
Fosdinovo, furono distrutte da un furioso incendio.
L'edificio venne ricostruito nel 1666 dal Marchese Pasquale
Malaspina. L'interno conserva l'arca sepolcrale di Galeotto Malaspina
(nipote di Spinetta Malaspina),
sormontata da una statua del marchese in tenuta da combattimento (le
armi vere sono conservate al museo del Louvre a Parigi). La tomba è
un importante tessera del mosaico della scultura gotica lunigianese,
da inserire nel filone inaugurato da Giovanni di Balduccio a San
Francesco di Sarzana.
A Fosdinovo meritano una visita anche l'Oratorio
dei Rossi (detto anche del SS. Sacramento) e quello dei Bianchi
(detto anche di Santa Maria Annunziata), costruito nel 1653 e
rivestito nel 1666 con una bella facciata marmorea dal Marchese
Pasquale Malaspina. Nell'Oratorio dei Bianchi è conservata una
preziosa statua lignea del Trecento raffigurante l'Annunziata,
mentre il quello dei Rossi è conservato un pregevole crocefisso ligneo
del 1600 scolpito da Mastro Pippo. |
Quando Fosdinovo venne risparmiato dalla peste |
Nel
1656 il territorio della Repubblica Genovese venne colpito da
un'epidemia di peste, la peggiore che la storia ricordi. A
Fosdinovo giunse la terribile notizia che a Genova, su
90.000 abitanti, circa 60.000 erano stati contagiati dalla
malattia, 20.000 erano fuggiti e soltanto 10.000 erano
ancora sani. I Bandi di Sanità messi in atto in quel periodo
non consentivano l'ingresso nel Feudo a nessuno. Pertanto il
Portone fu chiuso affinché i residenti non entrassero in
contatto con stranieri contagiati.
La popolazione di Fosdinovo, devota all'Annunziata, faceva
voti ed elevava preghiere alla Madonna affinché preservasse
il borgo dal tremendo morbo. E fu esaudita: la peste infatti
si fermò poco fuori Sarzana, in località San Lazzaro. |
|
|
|
La Fiera di San Remigio (1° Ottobre) è conosciutissima
in tutta la Lunigiana. Nei secoli scorsi i pellegrini
che raggiungevano il borgo a piedi per venerare il Santo
coglievano l'occasione della Fiera per trascorrere
una giornata diversa, ammirando quello che di nuovo veniva proposto
dai mercanti, molti dei quali provenienti dalla Lombardia.
Il territorio comunale, oltre a molte bellezze ambientali,
possiede anche risorse economiche turistiche e agricole che hanno
dato nuovo impulso a interessanti iniziative.
Nel settembre del 2000 è stata costituita l'Associazione
Produttori Agricoli con l'obiettivo di promuovere e valorizzare
i prodotti tipici locali che vanno dai vini DOC dei Colli di
Luni all'olio extravergine di oliva, alle marmellate biologiche,
al miele. La zona ha inoltre un'alta concentrazione di aziende
agrituristiche. |
FILATTIERA |
Il tratto di
Lunigiana lungo la direttrice tra Filattiera e Terrarossa,
comprese le zone di Bagnone e Licciana, nel periodo pliocenico,
ovvero poco prima della comparsa dell'uomo, era costituito da un
grande lago. Dentro questa distesa d'acqua, portati dai
torrenti, si accumularono i detriti dovuti all'erosione delle
rocce dei monti e delle colline circostanti assieme ad animali e
vegetali che poi fossilizzarono. Questo scenario è tornato
successivamente alla luce nel momento in cui il terreno |
venne scavato
per estrarre argille e lignite.
Il toponimo "Filattiera" origina molto probabilmente
dal termine greco "fulacterion" che significa luogo fortificato.
Il borgo della Lunigiana, insieme a Filetto, fu infatti una
fortificazione bizantina durante la guerra bizantino-longobarda. |
|
Il Castello
dei Malaspina
(sec. XIV)
a Filattiera |
|
Il territorio
del Comune di Filattiera, con i suoi borghi per la
maggior parte di origine medievale, mostra un paesaggio
incontaminato che va dai terrazzi fluviali del fondovalle
all'area collinare e a quella montana dove spiccano le alte cime
della
catena appenninica dell'Orsaro. |
SORANO E LA SUA PIEVE
- Chi arriva a Filattiera percorrendo la Statale 62 della Cisa
rimane immediatamente colpito dall'imponente struttura della
Pieve di Santo Stefano di Sorano, una delle
più caratteristiche ed importanti di tutta la Lunigiana. Il
termine Sorano è di origine romana e deriva da «Surius»,
divenuto poi «Kastron Soreon» nel periodo bizantino e ancora «Surianum»,
nel periodo altomedioevale, col quale si identificava il borgo
disteso ai piedi del colle di Filattiera, che ebbe notevole
importanza in età antica per il fatto essere ubicato dapprima
lungo la strada romana che collegava Piacenza al porto di Luni
ed, in seguito, sulla grande via di comunicazione tra Lombardia
e Toscana, ovvero su quella strada Romea o Francigena, sulla
quale i traffici non mancavano mai.
La circoscrizione plebana di Santo Stefano arrivava fino ai
Prati di Logarghena, attraverso i quali si poteva
raggiungere il Passo della Cisa, e si estendeva su entrambe le
sponde del Magra. Su quella destra fornivano ospitalità ai
pellegrini diretti a Roma i monaci di San Benedetto di Talavorno,
dipendenti dal Monastero di Leno (Brescia). In questo territorio
conflivano le strade provenienti dalla Liguria che, attraverso
Gavedo, Mulazzo e Talavorno scendevano verso il fiume, dando
vita ad un passaggio intermedio tra le due rive rispetto a
Pontremoli e Villafranca.
Tra le pietre di fondazione della Pieve di Sorano furono
rinvenuti dei frammenti di Statue-Stele dell'età dei Metalli,
idoli antropomorfi ricollegabili ai riti di antiche popolazioni
pagane (Liguri-Apuani). La quinta Stele di Sorano attesta
l'avvicendarsi dei mutamenti culturali e della sensibilità
artistica dei Liguri di Filattiera in quanto la scultura
dell'età del Rame subisce modifiche progressive che la
porteranno ad assumere le forme di un guerriero dell'età del
Ferro. Alcuni scavi archeologici, condotti dall'Iscum a partire
dal 1980, hanno portato alla luce le tracce di una fattoria-locanda
risalente al periodo tra il I e il III secolo dopo Cristo.
Sorano fu comunque un luogo di passaggio e di
sosta abbastanza insicuro, visto che lungo la strada
transitavano anche malfattori e uomini in armi. Inoltre il
territorio non doveva essere proprio salubre per il fatto che le
frequenti esondazioni del Magra davano origine, sulla sua riva
sinistra, a vasti acquitrini. Per questi ed altri motivi il
borgo non si espanse, anzi decadde abbastanza presto.
Prese invece forza Filattiera, il più alto e difendibile
insediamento collinare, che dette poi il nome ad un ramo della
dinastia malaspiniana nel momento in cui avvennero le prime
divisioni dei beni feudali tra i membri dello Spino Fiorito e
quelli dello Spino Secco.
L'ampio territorio venne amministrato dai signori dello Spino
Fiorito, o dai loro vice-domini, i quali dimoravano in un primo
e più antico castello, poi andato in rovina, e successivamente
in un più robusto fortilizio, edificato nel XiV secolo, sempre
in posizione dominante. Questo esiste tuttora anche se appare
rimaneggiato e di dimensioni minori rispetto ad un tempo.
Nel corso dei secoli Filattiera fu al centro di varie
vicissitudini causate dalle guerre che turbarono la vallata
e dalle divisioni ereditarie regolate dal diritto longobardo.
La prima avvenne nel 1275 e generò la casata dei Malaspina di
Olivola-Pallerone; la seconda, nel 1351, vide la nascita dei
feudi di Treschietto, Castiglione del Terziere, Malgrate e
Bagnone. Nel XVI secolo (1549) Filattiera venne venduta dal
marchese Manfredi III al duca di Toscana Cosimo I dei Medici,
del Granducato di Toscana, e seguì poi le sorti della della
Lunigiana granducale. |
ALTRI ELEMENTI URBANI E FRAZIONI
- Nel centro storico di Filattiera fungeva da ricovero per viandanti e pellegrini, l'Ospitale di San Giacomo
di Altopascio, indicato da una croce templare rifatta
sull'originale e
da un marmo che mostra San Jacopo in dinamica veste medievale di pellegrino.
Da visitare anche la chiesa di Santa Maria, con annessa torre
circolare dotata di orologio e la torre in pietra (del perduto
castello) oggi facente funzione di campanile della recuperata
Chiesa di San Giorgio.
Questo edificio di culto apparteneva al complesso fortificato
degli Obertenghi, assieme ad altre abitazioni costruite più in
basso. Presenta un'abside rivolta ad Oriente e contiene la
lapide di Leodegar che
viene considerata il più raffinato documento epigrafico
dell'alto medioevo lunigianese. La Torre di San
Giorgio venne utilizzata fino al XIV secolo, come sembrano
attestare i frammenti ceramici rinvenuti nel suo pianterreno.
La frazione di
Ponticello è molto
caratteristica perché le sue vie sono quasi interamente coperte
di volte, tanto da essere chiamato borgo "in galleria".
L'influenza lucchese sulle tradizioni del territorio è testimoniata
dalla
Chiesa di San Giovanni Battista
a Dobbiana nella quale è custodita una tela raffigurante il Volto Santo.
Dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, meta di
frequenti escursioni, sono gli appenninici
Prati di Logarghena,
rinomati anche per i prodotti gastronomici legati all'allevamento e
alla pastorizia. |
|
|