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Terra della Luna

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  CHIP (Mensile di micro e personal computer) - n° 4 aprile 1984 - Oltre a vari test, la rivista presenta uno "Speciale Usa" avente come oggetto un viaggio nella Silicon Valley

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Archivio di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri

 

FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

Close Up

Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news,
eventi e storia del territorio

  Cicloturismo nella Lunigiana Storica

Itinerario cicloturistico
alle radici del fiume Magra

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E' un percorso che consente di raggiungere la Valdantena e il borgo di Pracchiola, lungo la strada del Passo Cirone. Siamo nel comune di Pontremoli e l'altezza massima raggiunta è di circa 700 metri. Alle spalle di Pracchiola nasce il fiume Magra, con una cascatella conosciuta come "Piscio"...

Itinerario cicloturistico
con transito a Fosdinovo

Grafica elenco puntato link

E' un percorso circolare e panoramico contrassegnato da due belle salite. La maggiore, lunga 13 chilometri, è quella che parte da Sarzana e si conclude alla Foce di Fosdinovo, dove viene raggiunta anche la massima altitudine della giornata, di poco superiore ai 700 metri di quota. L'altra, di 4 chilometri, è quella che inizia dal fondovalle di Marciaso e termina a Tenerano...

Itinerario cicloturistico sulle
strade del miele e del castagno

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Trattasi di un percorso semi-circolare che attraversa vari comuni della Lunigiana, tra i quali quello di Villafranca. Ci si sposta sulle colline che si affacciano lungo le due sponde del fiume Magra, in un comprensorio dove vengono prodotti il miele e la farina di castagne a marchio DOP...

Itinerario cicloturistico
con transito a Ponzanello

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E' un percorso circolare e panoramico contrassegnato da due salite importanti. La maggiore è quella che parte da Sarzana e si conclude sul Monte Carbolo (collina di Canepari), dove viene raggiunta anche la massima altitudine della giornata, pari a 657 metri di quota. Al culmine della salita c'è il bivio per scendere a Ponzanello, storico borgo che conserva intatte varie tracce del suo passato medievale...

Itinerario cicloturistico
verso il Passo del Brattello

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All'andata si sale fin sopra il valico, a più di 1000 metri di quota, viaggiando per 53 chilometri, anche lungo la Strada Provinciale n° 31. Il percorso di ritorno è più corto (50 km) e prevede il passaggio da Filattiera, lungo la Statale n° 62 della Cisa, dove è posta l'area archeologica della Pieve di Sorano...

Itinerario cicloturistico nella
valle del torrente Bagnone

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E' un percorso durante il quale si raggiunge il borgo di Treschietto, località rinomata per la coltivazione delle cipolle. Il dislivello totale si avvicina agli 800 metri. Non ci sono salite impegnative eccetto il tratto di circa un chilometro tra Bagnone ed il bivio per Collesino...

Acque minerali e termali
Sul territorio che anticamente faceva parte della Lunigiana storica ci sono moltissimi punti di sbocco di sorgenti naturali che hanno vita autonoma rispetto agli acquedotti pubblici...

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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani,
da dove parte questo sito...

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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati...

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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti. Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle, basiliche e monasteri...

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Castelli medievali
In Italia la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti...

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La Ferrovia Pontremolese
I centri di Villafranca e Filattiera possiedono stazioni autonome lungo questa strada ferrata. In origine la linea ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento strutturale ed il raddoppio dei binari...

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La Disfida degli Arcieri
A Fivizzano si svolge ogni anno,
nel mese di luglio, la rievocazione
di una competizione avvenuta
nel 1572 e tramandata
da Frate Tommaso...

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SIMPOSIO LUNENSE A FIVIZZANO - L'artista Eun Jin Kim rifinisce la sua scultura in arenaria usando un flessibile

Simposio Lunense a Fivizzano
E' un manifestazione di scultura alla quale partecipano artisti nazionali ed internazionali. Per l'occasione la città si trasforma in una bottega d'arte a cielo aperto alla quale fanno da corollario convegni, spettacoli, concerti, con la presenza di vari ospiti illustri...

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Il Premio Bancarella
Sintesi di una passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli...

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Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al torchio
una decina di titoli...

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La Festa del Libro e dei Fumetti
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore. Il borgo infatti è universalmente conosciuto come "Il paese dei librai". Dal 2020 vi si svolge anche un festival dedicato ai fumetti che coinvolge vari protagonisti del mondo della nona arte...

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Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
La concentrazione della pioggia, in alcune aree dello Spezzino e della Lunigiana, ha raggiunto livelli tali da originare una vera e propria apocalisse...

Grafica elenco puntato link
 
 
 
 

Fotografie © GIOVANNI MENCARINI

 

Sfondi per desktop

  SFONDI PER DESKTOP - Fiore di Echinopsis Tubiflora

Echinopsis Tubiflora

  SFONDI PER DESKTOP - Campanelle blu

Campanelle blu

 
La Lunigiana  Titolo di testa - La Lunigiana (1)    (1)

Località e territorio

 

Morfologia

Liguri Apuani

Alpi Apuane

Antiche ricette

Miele DOP

Prodotti naturali

FILETTO di VILLAFRANCA - Bancarella di vasellame durante il mercato dell'antiquariato
Comuni,
arte, turismo,
trasporti,
economia e
gastronomia

(1)

(2)

(3)

(4)

(5)

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(7)

(8)

Il mercato
dell'antiquariato
di Filetto

Panorama di
Tendola dalla
strada provinciale

TENDOLA di FOSDINOVO - Panorama dalla Srada Provinciale n.72
MALGRATE (Presepe vivente) - Re Erode e le sue cortigiane sulla porta del castello Il presepe vivente
a Malgrate

A Villafranca il
Ponte Vecchio sul
torrente Bagnone
e la Chiesa di
San Giovanni

VILLAFRANCA - Il Ponte Vecchio e la chiesa di San Giovanni
FILATTIERA - Cartello turistico della Via Francigena e facciata della Pieve di Santo Stefano di Sorano La Pieve di Sorano
e un cartello
turistico della
Via Francigena.
VILLAFRANCA
A Villafranca si trova il Museo Etnografico della Lunigiana, allestito all'interno di mulini quattrocenteschi, che illustra attività, consuetudini, usi, costumi e riti della cultura popolare della Lunigiana. Il Museo è suddiviso in tredici sezioni ognuna delle quali testimonia un'antica cultura ed illustra da una parte le fondamentali attività economiche e dall'altra la vita quotidiana degli abitanti di Lunigiana e Val di Magra. Due sezioni audiovisive illustrano a turisti e visitatori lo sviluppo, la storia e le tradizioni della terra lunigianese.
Il borgo di Villafranca conserva ancora apprezzabili tracce delle antiche fortificazioni e interessanti particolari dell'edilizia urbana medievale. Sorse probabilmente all'ombra del Castello di Malnido e trovò un forte sviluppo nei secoli XII e XIII. Con la divisione dei beni tra i due rami malaspiniani del 1221, il centro venne compreso nel feudo di Mulazzo ed assegnato a Corrado dello Spino Secco, finché dal 1266 fu sede amministrativa e residenziale del nuovo marchesato autonomo dei Malaspina. La signoria Malaspiniana, pur tra lotte e divisioni, e alcune parentesi armate degli Sforza, di Giovanni dalle Bande Nere e degli spagnoli, protrasse il suo dominio fino alla Rivoluzione Francese e alla invasione napoleonica. Dopo il Congresso di Vienna, Villafranca e l'Alta Lunigiana fecero parte prima del Ducato di Modena, poi di Parma, a cui appartennero fino al 1860, all'annessione al Regno d'Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale la vallata e la città furono pesantemente bombardate e molte antiche costruzioni andarono distrutte. Tra queste il castello dei Malaspina e la Chiesa di San Nicolò,
della quale resta il solo campanile. Danneggiata invece la cinquecentesca Chiesa di San Francesco, che poi subì interventi di restauro. Nei pressi del ponte sul torrente Bagnone si può fare una visita alla Chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita sulle strutture di un antico edificio trecentesco.
Villafranca vanta oggi una forte presenza di negozi di antiquariato e nella frazione di Filetto si svolge il tradizionale mercato di oggetti usati, arredi, mobili, stampe e libri di antica memoria.
FILETTO - Il toponimo Filetto è da ricondurre al termine greco filakterion indicante un luogo fortificato. E' il borgo più originale di tutta la Lunigiana per il suo impianto urbano a forma di quadrilatero. Delle quattro torri sui lati, una è ancora oggi integra. E' uno splendido esempio di costruzione medievale sorta su un abitato romano, poi ampliato e fortificato dai bizantini.
Nell'alto medioevo fu parte del limes, la linea di difesa bizantina, composta di fortificazioni allineate con il centro di Sorano.
Nel medioevo Filetto non appare più solo come una fortificazione ma come un borgo murato la cui funzione era esaltata dall'incrocio in esso della Via Francigena di fondovalle con una direttrice trasversale, che ancora oggi passa dalle due porte costruite nel '500. La funzione stradale è deducibile da documenti attestanti che nel medioevo esisteva l'ospitale di Selva Donica, nella selva di Filetto. Questa famosa distesa di castagni secolari, con alberi contorti e stanchi per il peso degli anni, si trova appena fuori del borgo, lungo una vasta piana alluvionale. Ogni anno, il 25 di agosto, in questo luogo si tiene la fiera di San Genesio, che è una delle più grandi della Lunigiana.
Durante l'inverno, quando i castagni si presentano mondi delle foglie, la selva assume un aspetto triste e tenebroso assieme, anche perché risultano maggiormente visibili quelle piante che sono state ferite dalla caduta dei fulmini o altre che, dopo essere seccate, hanno assunto un aspetto mummificato. Per questo motivo alcuni sostengono che Dante Alighieri, durante il suo soggiorno in Lunigiana, l'abbia vista e ne abbia tratto ispirazione per cantarla nell'Inferno.
MOCRONE - Il villaggio, tipico centro rurale di fondovalle, pare sia sorto prima di Malgrate dove molti, per decreto del Marchese, dovettero portarvi la residenza onde popolare i dintorni del Castello. La chiesa parrocchiale, dedicata a San Maurizio, si erge solitaria su una collinetta poco distante dal paese. L'edificio, che presenta tratti architettonici e stilistici riconducibili ai secoli XIII e XIV, è stato recentemente restaurato.
Nella piazzetta centrale del borgo è collocato il monumento a Alberico Benedicenti, inaugurato il 23 settembre 2012. Noto farmacologo e fisiologo italiano, nato a Mondovì nel 1866 e deceduto a Mocrone nel 1961, Benedicenti fu tra i primi ricercatori che applicarono i metodi chimico-fisici alle indagini biologiche. Laureato all'Accademia di Francia, insegnò all'Università di Genova per poi fondare la Scuola di Farmacologia Sperimentale.
VILLAFRANCA - Panorama del colle di Malgrate / © Giovanni Mencarini

Il colle di Malgrate nella valle del Torrente Bagnone

MALGRATE - Sorge su un colle posto nella parte terminale della valle del Bagnone. Il primo nucleo del suo castello fu edificato intorno alla prima metà del XIII secolo dai marchesi Malaspina di Filattiera per la sua posizione strategica di controllo e difesa della valle sottostante. Comprende una torre circolare affiancata da una costruzione fortificata che era la dimora feudale dei marchesi. Restano ancora alcune tracce del ponte levatoio che proteggeva l'accesso sul fronte ovest della cinta muraria. Sono ancora visibili la corte con la cisterna per l'approvvigionamento idrico ed alcuni ambienti di servizio organizzati nei secoli XV e XVI per adattarli alle nuove esigenze abitative e amministrative connesse alla vita del feudo.
Presso Malgrate sono stati rinvenuti vari reperti archeologici in pietra arenaria, scolpiti arcaicamente, dove risulta abbozzata una figura umana. Si tratta di Statue-Stele e Statue-Menhirs, raffiguranti divinità pagane, che erano oggetto di culto dei Liguri-Apuani (vedi link in testa alla pagina).
Altre frazioni sono Virgoletta, Fornoli, Merizzo e Irola.
Feste, Eventi e Tradizioni Popolari, Sport
SAGRA DI SAN GENESIO - Alla fine di agosto, l'appuntamento clou è con la Sagra di San Genesio, che si tiene all'ombra della Selva di Filetto, nei pressi dell'oratorio dedicato al Santo e risalente al XVI secolo. Di questa si hanno tracce a partire dal 1577. Era un'importantissima fiera di bestiame e merci, un punto di riferimento basilare per l'economia della vallata. Col tempo ha perso quasi del tutto questa caratteristica per rimanere una gioiosa festa di vallata, con musica, parco divertimenti, bancarelle che offrono ogni genere di prodotto, rivenditori di attrezzature agricole che fanno promozione alla loro attività.
PREMIO LIRICO "PUCCINI D'ORO" - Sul fronte musicale, negli anni '80, si svolgeva annualmente, nell'antico borgo di Filetto, il premio lirico "Puccini d'oro", ospitato nella stupenda cornice, della Piazza del Pozzo che restituisce anche un'ottima acustica. Nella prima serata veniva assegnato l'omonimo premio lirico, il giorno seguente si teneva la rappresentazione di un'opera con accompagnamento al pianoforte. Il premio ebbe una vita breve, composta di sole cinque edizioni. I premiati furono nell'ordine: Giuseppe Di Stefano, Ferruccio Tagliavini e Carlo Bergonzi ex-aequo, Josè Carreras, Luis Alva e Gianni Raimondi.
PREMIO CITTA' DI VILLAFRANCA - Sulle ceneri del "Premio Puccini", la lirica è rinata a Filetto il 24 luglio 2012 con l'istituzione del 1° "Premio città di Villafranca", intitolato a Giuseppe di Stefano. Le emozioni sono tornate quelle di oltre vent'anni fa e anche lui è tornato per la seconda volta (la prima fu nel 1985). Si tratta di José Carreras che è stato premiato in onore della sua carriera. Al grande tenore è stato consegnato il premio realizzato dall'orafo Andrea Cirelli, quindi ha anche ricevuto dalle mani del sindaco di Villafranca Pietro Cerutti la cittadinanza onoraria. Inutile dire che, durante la sua esibizione, tutti i presenti sono rimasti incantati dalla sua straordinaria voce. In Piazza del Pozzo si è ricreata quella magica atmosfera di tanti anni addietro...
FALO DI SAN NICOLO' - Un rituale antico è il Falò di San Nicolò che si svolge il 5 di dicembre. Un tempo il falò veniva acceso nella piazza principale del borgo ed in un'apposita nicchia i fedeli mettevano in esposizione la statua del santo patrono. Per tutta la notte gli abitanti di Villafranca vegliavano cantando e banchettando attorno alle braci ardenti.
Per molto tempo, di tutto questo è rimasta solo la veglia. Il rito religioso della benedizione del fuoco e dell'esposizione della statua del santo venne abbandonato agli inizi degli anni '40, dopo l'introduzione di una nuova festività, quella di Santa Barbara (4 dicembre), protettrice degli artiglieri e degli artificieri.
Oggi la tradizione del falò è ripresa: con una solenne processione e una sfilata di figuranti in costume storico si raggiunge il parco Tra la Cà dove viene acceso il fuoco. La chiesa di San Nicolò è stata demolita nel 1968 per i danni subiti durante la IIa Guerra Mondiale, la statua del santo è stata spostata nella chiesa di San Giovanni e pertanto la veglia notturna si tiene nei pressi del solo campanile, ancora ben conservato.
PERCORSI PER LE MOUNTAIN BIKE - La Società Ciclistica Villafranca, in collaborazione con i comuni di Villafranca in Lunigiana e Bagnone, ha realizzato 5 percorsi Mountain Bike/Trail/Run che interessano tutte le frazioni del Comune di Villafranca e gran parte di quelle del Comune di Bagnone. I tracciati si snodano lungo antiche vie di comunicazione tra paesi, mulattiere, strade forestali, suggestivi singletrack nel bosco, tratti di Via Francigena e Via del Volto Santo ed, in piccola parte, su asfalto.
I percorsi vengono segnalati con apposite tabelle recanti l'indicazione della direzione, numero e colore identificativi della traccia che si intende percorrere e la successiva località verso la quale ci si sta dirigendo. E' possibile inoltre scaricare la traccia GPS sul proprio dispositivo scansionando il QR Code presente accanto alla descrizione dei singoli percorsi.
Le numerazioni adottate partono dal numero 20 e crescono in relazione alla difficoltà tecnica e all'impegno fisico richiesto. Il percorso più semplice è contrassegnato da una stella e via via si sale fino a quello con difficoltà più elevata (5 stelle). Su tutti i percorsi bisogna rispettare il codice della strada e moderare la velocità nell'attraversamento di borghi e centri storici. I biker, ai quali è fortemente raccomandato l'uso del casco, sono invitati a rispettare l'ambiente e gli animali presenti sul territorio e hanno il divieto assoluto di non abbandonare rifiuti a terra.
FOSDINOVO
Fosdinovo nasce come corte rurale attorno all'anno Mille, quando alcune famiglie di nobili vi presero dimora sfruttando la postazione strategica del sito. La prima attestazione dell'esistenza di Fosdinovo risale al 1084 quando il piccolo borgo compare in un'atto di donazione col nome di Fosdenova. Gli intensi scambi commerciali che per esso si sviluppavano erano forieri di notevoli introiti. I "domini" di Fosdinovo allora lo fortificarono in comunione con il consorzio signorile che dominava nella valle dell'Aulella, facendolo diventare un vero e proprio "castro". Il castello di Fosdinovo, pur acquistando autonomia dalla Curia Lunense, restò sempre strenuo difensore del Vescovo nei confronti dei Malaspina, che dal XII secolo erano venuti prepotentemente alla ribalta. A partire dal 1300, esauritasi la protezione

vescovile, i signori di Fosdinovo dovettero fare ampie concessioni alla casata emergente che in seguito divenne proprietaria, quasi ininterrottamente, di tutto il Feudo di Fosdinovo fino fino all'epoca napoleonica e alla Repubblica Cisalpina, che determinò la caduta di tutti i feudi.

GIUCANO (frazione di Fosdinovo) - Panorama al tramonto Panorama al
tramonto di
Giucano, frazione
di Fosdinovo
Il Castello di Fosdinovo, così come lo vediamo oggi, è il risultato di un assemblaggio completatosi in tre epoche diverse. Verso il 1200 i nobili d'Erberia edificarono il Cassero che restò poi annesso alla Rocca la cui costruzione si deve a Spinetta Malaspina "marchese dello spino fiorito". Venne successivamente ampliato nel 1340, diventando uno dei più importanti centri politici e militari del territorio lunigianese.
Lo splendido maniero è certamente uno dei più imponenti e meglio conservati di tutta la Lunigiana. Le sue fattezze odierne mostrano anche le logge del XVI secolo e il palazzo moderno. Sul portone d'ingresso vi sono scolpiti, in marmo, gli emblemi uniti di Spinetta Malaspina e di Cane della Scala.
Nel borgo fortificato presero campo nuove iniziative che contribuirono a innovare tutta la zona e migliorarono notevolmente le condizioni sociali della popolazione.
L'ultimo signore di Fosdinovo fu il marchese Carlo Emanuele, grande cacciatore, appassionato di melodrammi e commedie, così come dei giochi ginnici, le cui vicende furono cantate dal letterato fivizzanese conte Giovanni Fantoni, in ambito poetico più conosciuto come "Labindo". Costui, per trovare ispirazione, si recava spesso a castello, dal lunense amico, e soggiornava in quella che è definita la "stanza di Dante" perché tradizione vuole abbia ospitato il sommo poeta durante il suo passaggio in Lunigiana.
Oggi la grande fortezza in pietra che domina tutta la Val di Magra ospita spesso importanti mostre e manifestazioni culturali.
Il borgo si sviluppa sul promontorio rivolto ad occidente del Castello. Un lungo percorso che corre a valle di un insediamento più alto e, presumibilmente più antico. La cerniera tra i due sviluppi è dominata dalla spoglia, ma austera, facciata della chiesa parrocchiale di San Remigio, le cui vestigia medievali (1224-1226), risalenti all'epoca del Vescovo lunense Buttafava dei Nobili di Fosdinovo, furono distrutte da un furioso incendio.
L'edificio venne ricostruito nel 1666 dal Marchese Pasquale Malaspina. L'interno conserva l'arca sepolcrale di Galeotto Malaspina (nipote di Spinetta Malaspina), sormontata da una statua del marchese in tenuta da combattimento (le armi vere sono conservate al museo del Louvre a Parigi). La tomba è un importante tessera del mosaico della scultura gotica lunigianese, da inserire nel filone inaugurato da Giovanni di Balduccio a San Francesco di Sarzana.
A Fosdinovo meritano una visita anche l'Oratorio dei Rossi (detto anche del SS. Sacramento) e quello dei Bianchi (detto anche di Santa Maria Annunziata), costruito nel 1653 e rivestito nel 1666 con una bella facciata marmorea dal Marchese Pasquale Malaspina. Nell'Oratorio dei Bianchi è conservata una preziosa statua lignea del Trecento raffigurante l'Annunziata, mentre il quello dei Rossi è conservato un pregevole crocefisso ligneo del 1600 scolpito da Mastro Pippo.
Grafica titolo argomento  Quando Fosdinovo venne risparmiato dalla peste
Nel 1656 il territorio della Repubblica Genovese venne colpito da un'epidemia di peste, la peggiore che la storia ricordi. A Fosdinovo giunse la terribile notizia che a Genova, su 90.000 abitanti, circa 60.000 erano stati contagiati dalla malattia, 20.000 erano fuggiti e soltanto 10.000 erano ancora sani. I Bandi di Sanità messi in atto in quel periodo non consentivano l'ingresso nel Feudo a nessuno. Pertanto il Portone fu chiuso affinché i residenti non entrassero in contatto con stranieri contagiati.
La popolazione di Fosdinovo, devota all'Annunziata, faceva voti ed elevava preghiere alla Madonna affinché preservasse il borgo dal tremendo morbo. E fu esaudita: la peste infatti si fermò poco fuori Sarzana, in località San Lazzaro.
La Fiera di San Remigio (1° Ottobre) è conosciutissima in tutta la Lunigiana. Nei secoli scorsi i pellegrini che raggiungevano il borgo a piedi per venerare il Santo coglievano l'occasione della Fiera per trascorrere una giornata diversa, ammirando quello che di nuovo veniva proposto dai mercanti, molti dei quali provenienti dalla Lombardia.
Il territorio comunale, oltre a molte bellezze ambientali, possiede anche risorse economiche turistiche e agricole che hanno dato nuovo impulso a interessanti iniziative.
Nel settembre del 2000 è stata costituita l'Associazione Produttori Agricoli con l'obiettivo di promuovere e valorizzare i prodotti tipici locali che vanno dai vini DOC dei Colli di Luni all'olio extravergine di oliva, alle marmellate biologiche, al miele. La zona ha inoltre un'alta concentrazione di aziende agrituristiche.
FILATTIERA
Il tratto di Lunigiana lungo la direttrice tra Filattiera e Terrarossa, comprese le zone di Bagnone e Licciana, nel periodo pliocenico, ovvero poco prima della comparsa dell'uomo, era costituito da un grande lago. Dentro questa distesa d'acqua, portati dai torrenti, si accumularono i detriti dovuti all'erosione delle rocce dei monti e delle colline circostanti assieme ad animali e vegetali che poi fossilizzarono. Questo scenario è tornato successivamente alla luce nel momento in cui il terreno

 venne scavato per estrarre argille e lignite.
Il toponimo "Filattiera" origina molto probabilmente dal termine greco "fulacterion" che significa luogo fortificato. Il borgo della Lunigiana, insieme a Filetto, fu infatti una fortificazione bizantina durante la guerra bizantino-longobarda.

FILATTIERA - Il Castello dei Malaspina Il Castello
dei Malaspina
(sec. XIV)
a Filattiera
Il territorio del Comune di Filattiera, con i suoi borghi per la maggior parte di origine medievale, mostra un paesaggio incontaminato che va dai terrazzi fluviali del fondovalle all'area collinare e a quella montana dove spiccano le alte cime della catena appenninica dell'Orsaro.
SORANO E LA SUA PIEVE - Chi arriva a Filattiera percorrendo la Statale 62 della Cisa rimane immediatamente colpito dall'imponente struttura della Pieve di Santo Stefano di Sorano, una delle più caratteristiche ed importanti di tutta la Lunigiana. Il termine Sorano è di origine romana e deriva da «Surius», divenuto poi «Kastron Soreon» nel periodo bizantino e ancora «Surianum», nel periodo altomedioevale, col quale si identificava il borgo disteso ai piedi del colle di Filattiera, che ebbe notevole importanza in età antica per il fatto essere ubicato dapprima lungo la strada romana che collegava Piacenza al porto di Luni ed, in seguito, sulla grande via di comunicazione tra Lombardia e Toscana, ovvero su quella strada Romea o Francigena, sulla quale i traffici non mancavano mai.
La circoscrizione plebana di Santo Stefano arrivava fino ai Prati di Logarghena, attraverso i quali si poteva raggiungere il Passo della Cisa, e si estendeva su entrambe le sponde del Magra. Su quella destra fornivano ospitalità ai pellegrini diretti a Roma i monaci di San Benedetto di Talavorno, dipendenti dal Monastero di Leno (Brescia). In questo territorio conflivano le strade provenienti dalla Liguria che, attraverso Gavedo, Mulazzo e Talavorno scendevano verso il fiume, dando vita ad un passaggio intermedio tra le due rive rispetto a Pontremoli e Villafranca.
Tra le pietre di fondazione della Pieve di Sorano furono rinvenuti dei frammenti di Statue-Stele dell'età dei Metalli, idoli antropomorfi ricollegabili ai riti di antiche popolazioni pagane (Liguri-Apuani). La quinta Stele di Sorano attesta l'avvicendarsi dei mutamenti culturali e della sensibilità artistica dei Liguri di Filattiera in quanto la scultura dell'età del Rame subisce modifiche progressive che la porteranno ad assumere le forme di un guerriero dell'età del Ferro. Alcuni scavi archeologici, condotti dall'Iscum a partire dal 1980, hanno portato alla luce le tracce di una fattoria-locanda risalente al periodo tra il I e il III secolo dopo Cristo.
Sorano fu comunque un luogo di passaggio e di sosta abbastanza insicuro, visto che lungo la strada transitavano anche malfattori e uomini in armi. Inoltre il territorio non doveva essere proprio salubre per il fatto che le frequenti esondazioni del Magra davano origine, sulla sua riva sinistra, a vasti acquitrini. Per questi ed altri motivi il borgo non si espanse, anzi decadde abbastanza presto.
Prese invece forza Filattiera, il più alto e difendibile insediamento collinare, che dette poi il nome ad un ramo della dinastia malaspiniana nel momento in cui avvennero le prime divisioni dei beni feudali tra i membri dello Spino Fiorito e quelli dello Spino Secco.
L'ampio territorio venne amministrato dai signori dello Spino Fiorito, o dai loro vice-domini, i quali dimoravano in un primo e più antico castello, poi andato in rovina, e successivamente in un più robusto fortilizio, edificato nel XiV secolo, sempre in posizione dominante. Questo esiste tuttora anche se appare rimaneggiato e di dimensioni minori rispetto ad un tempo.
Nel corso dei secoli Filattiera fu al centro di varie vicissitudini causate dalle guerre che turbarono la vallata e dalle divisioni ereditarie regolate dal diritto longobardo. La prima avvenne nel 1275 e generò la casata dei Malaspina di Olivola-Pallerone; la seconda, nel 1351, vide la nascita dei feudi di Treschietto, Castiglione del Terziere, Malgrate e Bagnone. Nel XVI secolo (1549) Filattiera venne venduta dal marchese Manfredi III al duca di Toscana Cosimo I dei Medici, del Granducato di Toscana, e seguì poi le sorti della della Lunigiana granducale.
ALTRI ELEMENTI URBANI E FRAZIONI - Nel centro storico di Filattiera fungeva da ricovero per viandanti e pellegrini, l'Ospitale di San Giacomo di Altopascio, indicato da una croce templare rifatta sull'originale e da un marmo che mostra San Jacopo in dinamica veste medievale di pellegrino. Da visitare anche la chiesa di Santa Maria, con annessa torre circolare dotata di orologio e la torre in pietra (del perduto castello) oggi facente funzione di campanile della recuperata Chiesa di San Giorgio. Questo edificio di culto apparteneva al complesso fortificato degli Obertenghi, assieme ad altre abitazioni costruite più in basso. Presenta un'abside rivolta ad Oriente e contiene la lapide di Leodegar che viene considerata il più raffinato documento epigrafico dell'alto medioevo lunigianese. La Torre di San Giorgio venne utilizzata fino al XIV secolo, come sembrano attestare i frammenti ceramici rinvenuti nel suo pianterreno.
La frazione di Ponticello è molto caratteristica perché le sue vie sono quasi interamente coperte di volte, tanto da essere chiamato borgo "in galleria".
L'influenza lucchese sulle tradizioni del territorio è testimoniata dalla Chiesa di San Giovanni Battista a Dobbiana nella quale è custodita una tela raffigurante il Volto Santo.
Dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, meta di frequenti escursioni, sono gli appenninici Prati di Logarghena, rinomati anche per i prodotti gastronomici legati all'allevamento e alla pastorizia.
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