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Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA
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Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Fotografie © GIOVANNI MENCARINI |
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Pontremoli |
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Blocco Notes |
Capitale culturale della Lunigiana |
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Pontremoli è
definita la "capitale culturale della Lunigiana"
per le sue antiche tradizioni legate alla stampa, promozione
e diffusione del libro. Il suo territorio è sempre stato di
vitale importanza per i traffici commerciali, vista la sua
posizione strategica lungo la Statale 62 della Cisa, molto
nota in epoca longobarda quando veniva chiamata Via di Monte
Bardone ed era la primaria strada di collegamento tra il
nord e sud dell'Italia. Pontremoli è uno dei comuni
fondamentali per la Lunigiana ed il suo territorio è il
quarto in Italia per estensione. Il borgo originale sorse
attorno al
Castello del Piagnaro, oggi sede del Museo delle Statue Stele.
Il suo momento di maggiore sviluppo, testimoniato da notevoli
impronte nel tessuto edilizio cittadino, risale al
Sei-Settecento in seguito all'annessione al Granducato di
Toscana (1650). I numerosi palazzi borghesi del tempo
conferiscono al centro storico un aspetto agiato e
signorile. Nella piazza omonima si trova il
Teatro della Rosa di fronte al quale si erge
maestosa la torre di Castelnuovo. In Piazza della Repubblica
si svolge ogni anno a luglio il Premio Bancarella,
uno dei più importanti premi letterari d'Italia, unico
ad essere assegnato con i voti dei librai anziché dei
critici |
●
Città chiave e porta dell'Appennino |
La prima
citazione del nome Pontremoli si deve all'Arcivescovo di
Canterbury, Sigerico, che lo annota nel suo diario
durante il viaggio verso la capitale, alla fine del X
secolo. Il borgo sorse intorno al Castello del Piagnaro,
situato sul colle omonimo, da dove era possibile dominare
tutti i valichi da e verso il nord della Penisola. La città,
definita da Federico II "chiave e porta dell'Appennino",
ebbe importanza, non solo strategica ma anche commerciale, fino alla
fine del XX secolo quando, con lo svilupparsi delle grandi vie di
comunicazione e l'avvento della ferrovia, iniziò a perdere
le sue primarie caratteristiche. |
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In Lunigiana Pontremoli può vantare la propria indipendenza
dalla dominazione feudale esercitata dalla famiglia
Malaspina. Organizzatosi come libero comune, le cui origini
si fanno risalire al consorzio signorile degli Adalberti,
si reggerà fino al 1313 quando verrà ceduto ai Fieschi
dall'Imperatore Arrigo VII. Dal quel momento la città vedrà
tutta una serie di dominazioni sino all'acquisto da parte
dei fiorentini avvenuto nel 1650. |
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Sotto Castruccio degli Antelminelli Pontremoli verrà diviso
in due con la costruzione della cortina di Cacciaguerra,
oggi diventata il simbolo cittadino. Seguiranno poi 11 domini
di varie signorie fino ad arrivare al Granducato di Toscana. |
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Da questo momento inizia il periodo più florido e
il piccolo borgo, tra il Seicento ed il Settecento, si
trasforma in un luogo ricco di palazzi signorili e di chiese
che contengono devozioni ed opere d'arte; le attività economiche e
commerciali fioriscono grazie alla sua invidiabile posizione geografica.
Nasce il Teatro della Rosa e tutto questo splendore si
completerà nel 1778 col riconoscimento del titolo di "Città
nobile" da parte del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena e nel
1787 con l'insediamento della sede vescovile per volere di Papa Pio VI. |
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Porta Parma |
L'accesso settentrionale alla città avviene attraverso
Porta Parma o di Sommoborgo. Nelle sue forme
attuali questa costruzione risale ai primi anni del XVII
secolo, quando venne riedificata al tempo del Re Filippo
III, come testimoniato dalla targa marmorea collocata
sopra l'arco di accesso. Qui è visibile anche lo stemma del
Comune di Pontremoli, presente in origine su ogni Porta del
borgo. Entrando nell'abitato si percorre l'antico tracciato
della Via Francigena e passando per le Vicinie di San
Nicolò e San Geminiano (patrono di Pontremoli)
si raggiungono le piazze centrali della città. |
●
Castello e Museo del Piagnaro |
E' una fortezza millenaria sorta in un
punto strategico a tutela dei passi appenninici.
La prima fortificazione, una semplice torre, risaliva alla
prima metà del X secolo. Attorno a questa si formò il primo
nucleo dell'oppidum medievale.
Ripetutamente rimaneggiato ed ampliato nel corso del
tempo, il Castello del Piagnaro ha svolto funzione
militare fino alla fine del XVIII secolo quando da sede di
Governatori militari diventò caserma per i soldati fino ai
primi anni del Regno d'Italia. Oggi è stato completamente
restaurato ed ospita una foresteria per l'accoglienza di
pellegrini e turisti.
Dal 1975 è sede del Museo delle Statue Stele "Augusto
Cesare Ambrosi" dove, dall'anno 2015, questi antichi
idoli in pietra dei Liguri Apuani vengono mostrati in un
elegante allestimento, anche arricchito da moderni contenuti
multimediali.
Questa raccolta comprende tutte le Statue Stele ritrovate
in Lunigiana, in originale o in copia, e ne delinea il
fenomeno, iniziato circa 5.000 anni fa e conclusosi nel II
secolo avanti Cristo. Le Statue Stele sono
monumenti di diversa tipologia che esprimono una concezione
magico-religiosa dell'esistenza. Ne sono stati trovati anche
in Romania, Svizzera, Corsica, Francia, Spagna.
In Italia, statue antropomorfe femminili e maschili, di simile
fattezza, sono state rinvenute in Sardegna, in Val Camonica, in
Puglia, in Alto Adige e nella Valtellina.
Nelle sale espositive del Museo si conservano circa 60
reperti, suddivisi nei tre grandi periodi nei quali le
statue sono state ripartite, a seconda della tipologia con
la quale furono realizzate dai progenitori dei Lunigianesi.
Queste misteriose divinità erano collocate all'interno dei
villaggi, nei campi, nei boschi ed in alcuni luoghi sacri,
dove ne sono state ritrovate in gran quantità. La loro
funzione era quella di proteggere quelle antiche
popolazioni, nella vita e nella morte. Divinità maschili,
riconoscibili dai pugnali e dalle asce, e femminili, con i
seni e i monili, si evolvono nel tempo passando da semplici
realizzazioni astratte a vere e proprie rappresentazioni di
personaggi, guerrieri e capi tribù, realmente vissuti. |
● Il Campanone |
Tra tutte le fortificazioni erette a difesa di
Pontremoli quella che sicuramente presenta la storia più affascinante
è la Fortezza di Castruccio, altrimenti conosciuta come
il «Campanone». Il nome originario era «Cazzaguerra»
ovvero «Cacciaguerra» che le fu attribuito dal suo
costruttore, Castruccio Castracani degli Antelminelli
di Lucca. Questi venne chiamato a Pontremoli affinché
ponesse fine alla guerra civile che insanguinava la città.
Le due fazioni in lotta erano quelle di Sommo Borgo e
Imo Borgo che si incontravano per duellare nello
spazio libero centrale dove, all'epoca, esisteva un'unica
grande piazza.
A partire dal 1322 Castruccio decise di dividere fisicamente
i contendenti facendo costruire un poderoso muro di pietra
che univa tre torri. Le due più piccole erano quelle
laterali mentre quella centrale, la più imponente, era
appunto il «Campanone» o Torre dell'Orologio. Ai piedi di
questa costruzione, difesa da un fossato e da un ponte levatoio,
si apriva una porta che era l'unica via di comunicazione tra le
parti in lotta. Durante la notte la città era così divisa in due
e sorvegliata dalle guardie armate che facevano la sentinella
sui camminamenti del muro e presso ogni ponte e ogni porta
della città. |
Pontremoli, la città dei ponti |
Abbracciata com'è da due corsi d'acqua e legata
all'esigenza di attraversarli,
Pontremoli potrebbe
essere chiamata la «città dei ponti». Il primo
agglomerato di case nacque in tempi remoti in quel
luogo che appariva particolarmente adatto per
attraversare il fiume Magra e dove probabilmente
esisteva un ponte. Si avanza l'ipotesi che il nome «Pontremulum»
possa derivare da un «Pons Remuli» o «Pons Tremuli».
Certo è che la città ebbe nel tempo numerosi ponti,
sia sul Verde che sulla Magra, e le sue costruzioni,
seppur robuste anziché tremolanti, dovettero ben
presto fare i conti con le frequenti e disastrose
piene, e non tutte ressero alla violenza delle
acque. |
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La città vanta, naturalmente, ponti secolari
come lo «Stemma» sul torrente Verde (vedi foto sopra), costruito
inizialmente in legno, rinforzato nel 1391 con pietra muraria e
rimesso poi in piedi dopo essere stato travolto da
una piena nel 1567. Anche altre strutture che scavalcano gli impetuosi
corsi d'acqua della valle sono state danneggiate e
ricostruite in epoche più moderne.moderne.
Tra gli altri si cita il Ponte di Nostra Donna o Nostra Signora,
che prese il nome dall'Oratorio in stile barocco che
si innalza accanto alle possenti muraglie quadrate del
Torrione di Castelnuovo, antica difesa del borgo dal
lato di levante. La fortificazione, eretta nel XIV
secolo, è volgarmente chiamata anche di «Busticca» dal
nome del fabbro che li vicino aveva la propria officina.
Ai primi del Novecento l'iniziale
ponte in pietra venne sostituito da una struttura in
ferro; dopo la guerra venne edificato un
ponte in cemento
armato intitolato a Cesare Battisti.
Sul corso del torrente Verde si trovano il Ponte
Inferiore di San Francesco che compare sullo stemma cittadino assieme
alla
Torre dei Seratti o
del Casotto, il
Ponte Superiore di San Francesco o
della Cresa e il Ponte Zambeccari per la cui costruzione si rese
necessario abbattere la Chiesa parrocchiale dei Santi Giovanni
e Colombano, con grande malumore della cittadinanza.
Attraversa invece il Magra il ponte ottocentesco dei
Quattro Santi, così chiamato perché ai suoi vertici
sono collocate le statue di quattro figure
canonizzate, tra le quali c'è quella di San Geminiano, patrono della città. Le altre sono
Santa Zita,
San Francesco Fogolla e
San Francesco d'Assisi.
Nella stagione estiva i pontremolesi hanno sempre
sfruttato le sponde del Magra e del Verde per
ricavarci piccoli fazzoletti di terra, di forma
quadrata o rettangolare, ove coltivare gli ortaggi.
Questi orti erano allestiti per lo più dai
frontisti, cioè dai proprietari delle abitazioni
affacciate sui due corsi d'acqua, ma anche da altri
abitanti della città. Alcune foto d'epoca dei ponti
di Pontremoli documentano questa tacita usanza che
nessuno si permetteva di contestare.
Purtroppo quando sulla catena appenninica si
scatenava un'improvvisa tempesta le correnti dei due
corsi d'acqua, molto ridotte nella bella stagione,
diventavano impetuose e, nel loro violento e
collerico procedere, spazzavano via anche queste coltivazioni.
Una grande piena del fiume Magra è ricordata
all'entrata di
Pontremoli, lato Porta Fiorentina, da
una piccola lapide nella quale si legge: "Il di
21 settembre 1868 le acque del Magra, infrante le
vicine more, qui giunsero all'altezza di metri due
sotto questo segno". |
Testi consultati: vedi pagina principale "La
Lunigiana" |
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La città ospita numerosi edifici ecclesiastici, tra i
quali la chiesa di San Pietro; il
tempio dedicato a San Lazzaro;
le chiese romaniche intitolate a San Francesco
e San Giorgio; la Cattedrale di
Santa Maria Assunta (o del Popolo). |
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La cattedrale di Santa Maria Assunta |
Ha una storia particolare: venne infatti
eretta a partire dal 1636 in seguito ad un voto della popolazione
che, nel luglio del 1630, aveva chiesto alla Madonna
protezione contro un'epidemia di peste scatenatasi in città.
Già nel 1622, all'inizio della primavera, parte della
Lunigiana era stata colpita da una grave pestilenza, che
aveva fatto numerose vittime fino all'inizio dell'estate.
Anche in quella occasione la comunità di Pontremoli aveva
invocato l'intervento soprannaturale della venerata immagine
di Santa Maria del Popolo, facendo voto solenne di celebrare
ogni anno la ricorrenza della Visitazione di Maria con Sante
Messe ed altri riti e con l'offerta di dodici libbre di cera.
Il tempio alla Madonna del Popolo, che si richiama
all'antica immagine lignea della Vergine, forse
portata in Pontremoli dai cavalieri di Rodi, divenne
Collegiata alla fine del XVII secolo, parrocchiale di Santa
Maria Assunta nel 1721 e
Cattedrale nel 1787.
L'allestimento della facciata iniziò soltanto nella seconda metà
dell'Ottocento e venne definitivamente completato nel 1937. |
●
Chiesa di San Pietro e Porta Fiorentina |
Dipendeva dall'Abbazia di Brugnato e sorgeva presso la
"Porta del Monastero", poi diventata
"Porta Fiorentina".
Per lunghi periodi i presuli della diocesi della Val di Vara,
costituita nel 1133 all'interno della Diocesi di Luni, ebbero
sede in Pontremoli presso il Palazzo dei Vescovi,
posizionato tra la cinta muraria del borgo e la loro chiesa.
Questa, eretta presso la confluenza del torrente Verde col fiume
Magra, allora era collocata molto più a sud di oggi. L'antica
e originaria struttura medievale venne distrutta nel 1567 da
una rovinosa piena per poi essere rimessa in piedi, ma
radicalmente trasformata. La riconsacrazione è datata 1641.
Nel 1750 la chiesa fu sottoposta a nuove modifiche e
resistette fino al 16 settembre del 1944 quando venne rasa
al suolo da violenti bombardamenti. La Porta Fiorentina fu
invece abbattuta nel 1845.
L'ennesima ricostruzione di San Pietro si deve
ad una ditta di Roma su disegno dell'architetto
Virginio Cupelloni. I lavori, iniziati il 23
ottobre del 1955, terminarono il 19 giugno del 1961. Alcuni
elementi superstiti del vecchio impianto sono stati
traslati. Tra questi: l'architrave del XIII secolo,
conservata al Castello del Piagnaro; l'altar maggiore
barocco, allestito a nuovo nella chiesa parrocchiale di San
Martino Vescovo ad Albiano Magra. Si è salvata anche una
lastra in arenaria, scolpita tra i secoli XI e XIII,
raffigurante il Labirinto, simbolo visibile anche nella
Chiesa di San Martino a Lucca. |
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La Chiesa di San Giorgio |
Si trova nella periferia nord della città, lungo la
Statale n° 62 del Passo della Cisa. Si tratta di un
fabbricato in stile romanico, che gli specialisti
datano attorno alla seconda metà del secolo XII, dotato
di elementi decorativi e strutturali di chiara influenza
lombarda e toscana che spesso definiscono il carattere dell'arte
lunigianese. I resti del presbiterio, inclusi nel recinto
del vecchio Camposanto, pur pregevoli, non rendono
testimonianza alla dimensione del complesso architettonico
che comprendeva una chiesa a tre navate, con torre, chiostro
ed altre fabbriche, compreso il cimitero, ed ospitava una
comunità monastica sottoposta alla giurisdizione
dell'Abbazia di Leno. La Chiesa di San Giorgio e le sue
pertinenze vennero confermate da Papa Gregorio VII
all'Abbazia di San Salvatore e San Benedetto di Leno nel
1078. |
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La Chiesa di San Colombano |
In città esisteva anche questo edificio di culto
che però fu demolito negli anni immediatamente precedenti la
Grande Guerra. Bisognava infatti aprire un varco nel centro
storico per poter costruire il Ponte Zambeccari, sul
torrente verde. In tempi antichi, quando la città venne
divisa dalla cortina di mura della cosiddetta Fortezza di
Cacciaguerra, la parrocchia di San Colombano, insieme a
quelle di Santa Cristina e di San Pietro, faceva parte del
quartiere pontremolese dove era il nido dei Ghibellini,
mentre il quartiere guelfo comprendeva le parrocchie di
San Geminiano e San Nicolò. |
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La Santissima Annunziata |
E' praticamente un sobborgo cittadino. La
"Nunsiada"
consta di un Santuario, la cui costruzione fu deliberata il
27 marzo del 1474, in seguito alla prodigiosa visione di una fanciulla, e di
un Convento dei Padri Agostiniani, la cui bolla d'erezione
venne emessa dal Pontefice Sisto IV il 16 settembre dello stesso
anno. In seguito, i monaci occuparono la struttura fino agli inizi
del XIX secolo.
La bella chiesa, che è ricca di dipinti, sculture, arredi
artistici, conserva una pala d'altare di Luca Cambiaso,
con relativa lunetta e un polittico di Giacomo Serfoglio; la
sacrestia è interamente arredata con opere lignee
seicentesche. Caratteristico è un tempietto
ottagonale in marmo di Carrara, la cui costruzione venne
deliberata l'8 ottobre del 1525, nel quale si venera
un'antica immagine della Vergine Annunziata. L'opera,
composta da una lunetta e un bassorilievo
dell'Annunciazione, fu trasportata a Pontremoli a dorso di
mulo e montata nel 1527. Per lungo tempo si pensò che
l'autore del tempietto fosse il Sansovino mentre ora si
ritiene più probabile che la mano sia quella di un suo
allievo, il Tribolo, o, più in generale, di qualche altro
artista della sua scuola.
In origine le case del borgo si affacciavano direttamente
sul fiume ed erano dotate di orti e giardini. Tale
spazio venne in seguito occupato dalla Strada Statale n° 62 della Cisa,
che ora divide gli edifici dal corso del Magra. |
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Chiesa e Oratorio di Traverde |
La frazione Traverde si trova sulla strada che,
anticamente, saliva da Pontremoli, attraverso il Piagnaro, e
raggiungeva il Passo del Brattello, all'epoca una
delle più importanti vie di comunicazione tra nord e sud. La
chiesa di questa località venne edificata verso la fine del
secolo XI mentre l'annesso Oratorio di Santa Maria Bianca
risale al secolo XV: entrambi sono una fervida testimonianza
degli storici percorsi medievali.
La chiesa era luogo di conforto, sia fisico che spirituale,
per i viandanti che qui si potevano riposare prima di
affrontare la tappa successiva. Di questo edificio rimangono
oggi solo le mura perimetrali. Diverso invece il discorso
dell'annesso oratorio al cui interno sono ancora conservati
gli affreschi originali raffiguranti la Vergine tra gli
Apostoli (sulla parete di fondo) e raffigurazioni di
Santi (su quelle laterali), tutte opere risalenti al
Quattrocento. |
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Le Pievi di Vignola e Urceola |
La storia della viabilità pontremolese è
legata a quella delle pievi di Vignola e
Urceola-Saliceto, centri di religiosità che, in epoca precedente
all'anno Mille, avevano giurisdizione su tutto l'attuale comune di
Pontremoli: la prima nella parte occidentale, la seconda su
tutto il resto. A tal proposito, si narra che presso la
Pieve di Saliceto la Comunità di
Pontremoli avesse anche istituito un tribunale con il compito specifico di
processare i rei colpevoli dei più atroci delitti i quali
poi subivano, davanti a tutto il popolo riunito, il
supplizio dell'impiccagione e quindi lo squartamento.
Dal confine orientale con il comune di Filattiera a
quello occidentale con Zeri, troviamo un succedersi di
antichi percorsi, vecchie mulattiere o semplici sentieri, in
parte abbandonati oppure rivalutati, come quello della Via
Francigena. Lungo questi percorsi che dal fianco
degli Appennini scendono verso il fondovalle si
svilupparono, in tempi diversi, numerosi insediamenti: i più
antichi sono quelli posti in vicinanza dei crinali, i più
recenti quelli che insistono verso il piano. Si assiste così
al proliferare di paesi in Valdantena e nella
Valle del Verde, formate dai due corsi d'acqua (fiume
Magra e torrente omonimo) che si uniscono proprio a Pontremoli.
In tempi più recenti, nel Medioevo, la viabilità di
Pontremoli fa riferimento anche e soprattutto a Grondola,
località a mezza costa, dalla quale si controllava
agevolmente tutto il sistema viario della Valle del Verde
che, in vari periodi, assunse molta importanza per i
collegamenti tra la Pianura Padana e la costa marina.
Per controllare le strade che conducevano ai valichi
appenninici di quel versante i Malaspina fecero
costruire su una rocca un possente castello che, per
secoli, rimase al centro di aspre lotte. Averne il possesso,
infatti, significava anche dominare tutti i transiti locali. |
Altre frazioni importanti di Pontremoli sono Torrano,
Montelungo sulle pendici della Cisa,
Arzelato e Succisa.
Maggiori informazioni sulla storia e sull'urbanistica cittadina
possono essere rintracciate seguendo il link "Il Premio
Bancarella", contenuto nel bordo nero a sinistra. |
Testi consultati: vedi pagina principale "La Lunigiana" |
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Close Up |
Fotografie, eventi, turismo,
storia e news del territorio... |
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Manuale
del cicloturista |
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Per la realizzazione
delle immagini presentate in questo sito gli spostamenti sul
territorio della Lunigiana storica sono stati effettuati con una
bicicletta. In questa piccola guida sono state perciò condensate
varie esperienze logistiche e tecniche derivanti dall'utilizzo
turistico di questo mezzo di locomozione... |
Itinerario
cicloturistico
alle radici del fiume Magra |
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E' un percorso che consente
di raggiungere la Valdantena e il borgo di Pracchiola, lungo la strada
del Passo Cirone. Siamo nel comune di Pontremoli e l'altezza massima
raggiunta è di circa 700 metri. Alle spalle di Pracchiola nasce il fiume
Magra, con una cascatella conosciuta come "Piscio"... |
Itinerario
cicloturistico
verso il Passo del Brattello |
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All'andata si sale
fin sopra il valico, a più di 1000 metri di quota, viaggiando
per 53 chilometri, anche lungo la Strada Provinciale n° 31. Il
percorso di ritorno è più corto (50 km) e prevede il passaggio
da Filattiera, lungo la Statale n° 62 della Cisa, dove è posta
l'area archeologica della Pieve di Sorano... |
Il Premio Bancarella
Il Premio Bancarella è nato nel 1952 all'ombra della
Torre di Mulazzo in occasione del primo congresso dei librai pontremolesi. Si è
subito rivelato come un'idea geniale destinata a conquistare una
sempre maggiore risonanza, tanto che oggi è riuscito a
ritagliarsi "una collocazione fissa" nel calendario delle
maggiori manifestazioni letterarie che si programmano in Italia. |
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Festa del
Libro e dei Fumetti
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore. Il borgo infatti è universalmente
conosciuto come "Il paese dei librai". Dal 2020 vi si svolge
anche un festival dedicato ai fumetti che coinvolge vari
protagonisti del mondo della nona arte... |
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Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili
vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al
torchio
una decina di titoli. |
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Le
terme di Montelungo
Chiare e limpide, ma maleodoranti
oltre ogni limite, sono le acque sulfuree che escono da alcune polle situate
a Cavezzana d'Antena, località che sorge alla destra del torrente Civasola,
alle falde del monte Cuchero, nel pontremolese. Dal maggio 2019
la fonte è al servizio dello stabilimento termale di Montelungo... |
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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove parte questo sito... |
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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati. |
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Le
vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di
pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero
a confronto la loro cultura con quella dei territori
attraversati... |
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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del
periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti.
Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la
somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non
essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle,
basiliche e monasteri... |
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Castelli medievali
In Italia
la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi
castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi
e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri
un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti... |
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La Ferrovia Pontremolese
In origine la linea
ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori
per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e
durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento
strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre
un 50% del percorso... |
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