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Terra della Luna

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  CHIP (Mensile di micro e personal computer) - n° 4 aprile 1984 - Oltre a vari test, la rivista presenta uno "Speciale Usa" avente come oggetto un viaggio nella Silicon Valley

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Archivio di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri

 

FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

Close Up

Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news,
eventi e storia del territorio

  Cicloturismo nella Lunigiana Storica

Itinerario cicloturistico
alle radici del fiume Magra

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E' un percorso che consente di raggiungere la Valdantena e il borgo di Pracchiola, lungo la strada del Passo Cirone. Siamo nel comune di Pontremoli e l'altezza massima raggiunta è di circa 700 metri. Alle spalle di Pracchiola nasce il fiume Magra, con una cascatella conosciuta come "Piscio"...

Itinerario cicloturistico
verso il Passo del Brattello

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All'andata si sale fin sopra il valico, a più di 1000 metri di quota, viaggiando per 53 chilometri, anche lungo la Strada Provinciale n° 31. Il percorso di ritorno è più corto (50 km) e prevede il passaggio da Filattiera, lungo la Statale n° 62 della Cisa, dove è posta l'area archeologica della Pieve di Sorano...

Itinerario cicloturistico
lungo le strade del vino

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E' un percorso collinare che, all'andata, consente di spostarsi tra Aulla e Fivizzano senza impegnare la Statale n° 63 del Cerreto. Durante il tragitto ci si sposta anche su alcune "Strade del Vino dei Colli di Candia e di Lunigiana". Il territorio è quello dei rilievi montuosi che separano la Valle del Taverone da quelle dei torrenti Rosaro e Aulella.

Itinerario cicloturistico sulle
strade del miele e del castagno

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Trattasi di un percorso semi-circolare che attraversa vari comuni della Lunigiana, tra i quali quello di Tresana. Ci si sposta sulle colline che si affacciano lungo le due sponde del fiume Magra, in un comprensorio dove vengono prodotti il miele e la farina di castagne a marchio DOP...

Itinerario cicloturistico
con transito ad Aulla e Bibola

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E' un percorso collinare e panoramico, quasi circolare, che si sviluppa lungo diverse strade a scarso traffico. L'itinerario presenta due salite importanti: la prima è quella che da Albiano Magra porta al bivio per il Passo dei Solini, sull'Alta Via dei Monti Liguri; la seconda è quella che collega Aulla a Bibola, storico borgo lungo il sentiero di monte della Via Francigena...

Itinerario cicloturistico
attraverso il Passo dei Solini

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Trattasi di un percorso completamente circolare che si svolge in Val di Magra, Lunigiana e Val di Vara. Lo spostamento tra queste due ultime aree geografiche avviene attraverso il Passo dei Solini, posto a 575 metri sul livello del mare. Attraverso questo valico transita anche l'Alta Via dei Monti Liguri...

Itinerario cicloturistico con
transito a Fosdinovo ed Aulla

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E' un percorso circolare e panoramico contrassegnato da due belle salite. La maggiore, lunga 13 chilometri, è quella che parte da Sarzana e si conclude alla Foce di Fosdinovo, dove viene raggiunta anche la massima altitudine della giornata, di poco superiore ai 700 metri di quota. L'altra, di 4 chilometri, è quella che inizia dal fondovalle di Marciaso e termina a Tenerano...

Itinerario cicloturistico sulle
pendici del Monte Alpicella

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Trattasi di un percorso completamente circolare che si svolge in Val di Magra, Lunigiana e Val di Vara. Lo spostamento tra queste due ultime aree geografiche avviene attraversando la dorsale del Passo Alpicella (710 metri di altitudine), che comunque non viene toccato in quanto si transita ad una quota leggermente superiore, nel punto in cui si incrocia l'Alta Via dei Monti Liguri...

Le terme di Montelungo
Chiare e limpide, ma maleodoranti oltre ogni limite, sono le acque sulfuree che escono da alcune polle situate a Cavezzana d'Antena, località che sorge alla destra del torrente Civasola, alle falde del monte Cuchero, nel pontremolese. Dal maggio 2019 la fonte è al servizio dello stabilimento termale di Montelungo...

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Il Premio Bancarella
Sintesi di una passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli...

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La Festa del Libro e dei Fumetti
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore. Il borgo infatti è universalmente conosciuto come "Il paese dei librai". Dal 2020 vi si svolge anche un festival dedicato ai fumetti che coinvolge vari protagonisti del mondo della nona arte...

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Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al torchio
una decina di titoli...

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La Disfida degli Arcieri
A Fivizzano si svolge ogni anno,
nel mese di luglio, la rievocazione
di una competizione avvenuta
nel 1572 e tramandata
da Frate Tommaso...

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SIMPOSIO LUNENSE A FIVIZZANO - L'artista Silas Corredatto Barciella rifinisce la sua scultura in sale

Simposio Lunense a Fivizzano
E' un manifestazione di scultura alla quale partecipano artisti nazionali ed internazionali. Per l'occasione la città si trasforma in una bottega d'arte a cielo aperto alla quale fanno da corollario convegni, spettacoli, concerti, con la presenza di vari ospiti illustri...

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SIMPOSIO LUNENSE 2023 - La mosaicista Oxana Panyushkina e il suo lavoro

Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani,
da dove parte questo sito...

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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati...

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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati...

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La Via Marchesana
E' una strada storica che in epoca medievale veniva utilizzata dalla famiglia Malaspina per raggiungere i propri possedimenti in alta Italia. Il tracciato parte da Aulla, in Lunigiana, per raggiungere la città di Pavia in Lombardia...

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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti. Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle, basiliche e monasteri...

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Castelli medievali
In Italia la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti...

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  ALBIANO MAGRA (Presepe vivente) - Bozzetto della Natività con Re Magi ricavato dalla fotografia originale

Presepe vivente ad Albiano
Durante le feste natalizie sulla porta d'accesso al borgo di Albiano Magra campeggia la scritta "Betlemme": è il primo segno della Natività vivente che viene allestita in questa piccola frazione del comune di Aulla.
Nei fondi del centro storico vengono recuperati i mestieri e le attività commerciali dei tempi antichi e tutte le vie sono illuminate con torce e candele...

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La Ferrovia Aulla-Lucca
Questa strada ferrata fa oggi capo alla moderna stazione di Aulla-Lunigiana, la quale serve anche la Ferrovia Parma-Spezia.
I primi progetti di questa linea non elettrificata risalgono al 1850, quando si pensava di collegare Lucca a Reggio Emilia.
Venne ufficialmente aperta il 21 marzo del 1959 e oggi alla modernità delle automotrici "Swing" unisce, ogni tanto, il fascino dei treni d'epoca e delle sbuffanti locomotive a vapore...

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La Ferrovia Pontremolese
La città di Pontremoli è servita dalla strada ferrata alla quale ha dato anche il nome. E' stata invece dismessa la stazione di Terrarossa-Tresana, che apparteneva al vecchio tracciato a binario unico.
In origine la linea ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre un 50% del percorso...

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Crollo del Ponte di Albiano
La mattina dell'8 aprile 2020 crollava sul letto del fiume Magra una struttura storica della viabilità spezzina e lunigianese. La fine annunciata da un boato assordante e da una grande nuvola di polvere...

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  AULLA (25 ottobre 2011) - Volontari al lavoro per ripulire un supermercato

Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
La concentrazione della pioggia, in alcune aree dello Spezzino e della Lunigiana, ha raggiunto livelli tali da originare una vera e propria apocalisse. Pesantemente colpita anche la città di Aulla...

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  AULLA - Il ponte sulla Statale del Cerreto in località Serricciolo che è crollato durante l'ondata di piena del torrente Aulella (11 novembre 2012)

Nubifragio dell'11/11/2012
Le forti piogge nella notte tra il 10 e l'11 novembre 2012 hanno causato un innalzamento record delle acque del torrente Aulella. Oltre a varie esondazioni, in località Serricciolo il ponte sulla Statale del Passo del Cerreto non ha retto all'ondata di piena ed è crollato...

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Incendio a Stadano di Aulla
Il 25 agosto del 2011 un incendio di vaste proporzioni ha interessato i boschi nelle cosiddette "lame di Aulla", tra Stadano e Podenzana. Nel rogo infernale sono andati distrutti circa 80 ettari di boscaglia e il fuoco è arrivato a lambire anche un gruppo di case di residenti...

Grafica elenco puntato link
 
 
 
 

Fotografie © GIOVANNI MENCARINI

 
La Lunigiana  Titolo di testa - La Lunigiana (2)    (2)

Località e territorio

 

Morfologia

Liguri Apuani

Alpi Apuane

Antiche ricette

Miele DOP

Prodotti naturali

PONTREMOLI

Pontremoli è definita la "capitale culturale della Lunigiana" per le sue antiche tradizioni legate alla stampa, promozione e diffusione del libro. Il suo territorio è sempre stato di vitale importanza per i traffici commerciali, vista la sua posizione strategica lungo la Statale 62 della Cisa, molto nota in epoca longobarda quando veniva chiamata Via di Monte Bardone ed era la primaria strada di collegamento tra il nord e sud dell'Italia. Pontremoli è uno dei comuni fondamentali per la Lunigiana ed il suo territorio è il quarto in Italia per estensione. Il borgo originale sorse attorno al Castello del Piagnaro, oggi sede del Museo delle Statue Stele. Il suo momento di maggiore sviluppo, testimoniato da notevoli impronte nel tessuto edilizio cittadino, risale al Sei-Settecento in seguito all'annessione al Granducato di Toscana (1650). I numerosi palazzi borghesi del tempo conferiscono al centro storico un aspetto agiato e signorile. Nella piazza omonima si trova il Teatro della Rosa di fronte al quale si erge maestosa la torre di Castelnuovo. In Piazza della Repubblica si svolge ogni anno a luglio il Premio Bancarella, uno dei più importanti premi letterari d'Italia, unico ad essere assegnato con i voti dei librai anziché dei critici.

Comuni,
arte, turismo,
trasporti,
economia e
gastronomia

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Pontremoli, città
del libro e del
Premio Bancarella

PONTREMOLI - Spoglio delle schede al Premio Bancarella

PONTREMOLI - La statua di San Geminiano, protettore della città e visibile sullo sfondo

La statua di
San Geminiano,
protettore di
Pontremoli

Panorama
invernale
di Caprigliola
alle pendici del
Monte Grosso

CAPRIGLIOLA - Panorama invernale con sfondo il monte Grosso
LE ORIGINI - La prima citazione del nome Pontremoli si deve all'Arcivescovo di Canterbury, Sigerico, che lo annota nel suo diario durante il viaggio verso la capitale, alla fine del X secolo. Il borgo sorse intorno al Castello del Piagnaro, situato sul colle omonimo, da dove era possibile dominare tutti i valichi da e verso il nord della Penisola. La città, definita da Federico II "chiave e porta dell'Appennino", ebbe importanza, non solo strategica ma anche commerciale, fino alla fine del XX secolo quando, con lo svilupparsi delle grandi vie di comunicazione e l'avvento della ferrovia, iniziò a perdere le sue primarie caratteristiche.
In Lunigiana Pontremoli può vantare la propria indipendenza dalla dominazione feudale esercitata dalla famiglia Malaspina. Organizzatosi come libero comune, le cui origini si fanno risalire al consorzio signorile degli Adalberti, si reggerà fino al 1313 quando verrà ceduto ai Fieschi dall'Imperatore Arrigo VII. Dal quel momento la città vedrà tutta una serie di dominazioni sino all'acquisto da parte dei fiorentini avvenuto nel 1650.
Sotto Castruccio degli Antelminelli Pontremoli verrà diviso in due con la costruzione della cortina di Cacciaguerra, oggi diventata il simbolo cittadino. Seguiranno poi 11 domini di varie signorie fino ad arrivare al Granducato di Toscana.
Da questo momento inizia il periodo più florido e il piccolo borgo, tra il Seicento ed il Settecento, si trasforma in un luogo ricco di palazzi signorili e di chiese che contengono devozioni ed opere d'arte; le attività economiche e commerciali fioriscono grazie alla sua invidiabile posizione geografica. Nasce il Teatro della Rosa e tutto questo splendore si completerà nel 1778 col riconoscimento del titolo di "Città nobile" da parte del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena e nel 1787 con l'insediamento della sede vescovile per volere di Papa Pio VI.
PORTA PARMA - L'accesso settentrionale alla città avviene attraverso Porta Parma o di Sommoborgo. Nelle sue forme attuali questa costruzione risale ai primi anni del XVII secolo, quando venne riedificata al tempo del Re Filippo III, come testimoniato dalla targa marmorea collocata sopra l'arco di accesso. Qui è visibile anche lo stemma del Comune di Pontremoli, presente in origine su ogni Porta del borgo. Entrando nell'abitato si percorre l'antico tracciato della Via Francigena e passando per le Vicinie di San Nicolò e San Geminiano (patrono di Pontremoli) si raggiungono le piazze centrali della città.
CASTELLO E MUSEO DEL PIAGNARO - E' una fortezza millenaria sorta in un punto strategico a tutela dei passi appenninici. La prima fortificazione, una semplice torre, risaliva alla prima metà del X secolo. Attorno a questa si formò il primo nucleo dell'oppidum medievale.
Ripetutamente rimaneggiato ed ampliato nel corso del tempo, il Castello del Piagnaro ha svolto funzione militare fino alla fine del XVIII secolo quando da sede di Governatori militari diventò caserma per i soldati fino ai primi anni del Regno d'Italia. Oggi è stato completamente restaurato ed ospita una foresteria per l'accoglienza di pellegrini e turisti.
Dal 1975 è sede del Museo delle Statue Stele "Augusto Cesare Ambrosi" dove, dall'anno 2015, questi antichi idoli in pietra dei Liguri Apuani vengono mostrati in un elegante allestimento, anche arricchito da moderni contenuti multimediali.
Questa raccolta comprende tutte le Statue Stele ritrovate in Lunigiana, in originale o in copia, e ne delinea il fenomeno, iniziato circa 5.000 anni fa e conclusosi nel II secolo avanti Cristo. Le Statue Stele sono monumenti di diversa tipologia che esprimono una concezione magico-religiosa dell'esistenza. Ne sono stati trovati anche in Romania, Svizzera, Corsica, Francia, Spagna. In Italia, statue antropomorfe femminili e maschili, di simile fattezza, sono state rinvenute in Sardegna, in Val Camonica, in Puglia, in Alto Adige e nella Valtellina.
Nelle sale espositive del Museo si conservano circa 60 reperti, suddivisi nei tre grandi periodi nei quali le statue sono state ripartite, a seconda della tipologia con la quale furono realizzate dai progenitori dei Lunigianesi.
Queste misteriose divinità erano collocate all'interno dei villaggi, nei campi, nei boschi ed in alcuni luoghi sacri, dove ne sono state ritrovate in gran quantità. La loro funzione era quella di proteggere quelle antiche popolazioni, nella vita e nella morte. Divinità maschili, riconoscibili dai pugnali e dalle asce, e femminili, con i seni e i monili, si evolvono nel tempo passando da semplici realizzazioni astratte a vere e proprie rappresentazioni di personaggi, guerrieri e capi tribù, realmente vissuti.
IL CAMPANONE - Tra tutte le fortificazioni erette a difesa di Pontremoli quella che sicuramente presenta la storia più affascinante è la Fortezza di Castruccio, altrimenti conosciuta come il «Campanone». Il nome originario era «Cazzaguerra» ovvero «Cacciaguerra» che le fu attribuito dal suo costruttore, Castruccio Castracani degli Antelminelli di Lucca. Questi venne chiamato a Pontremoli affinché ponesse fine alla guerra civile che insanguinava la città. Le due fazioni in lotta erano quelle di Sommo Borgo e Imo Borgo che si incontravano per duellare nello spazio libero centrale dove, all'epoca, esisteva un'unica grande piazza.
A partire dal 1322 Castruccio decise di dividere fisicamente i contendenti facendo costruire un poderoso muro di pietra che univa tre torri. Le due più piccole erano quelle laterali mentre quella centrale, la più imponente, era appunto il «Campanone» o Torre dell'Orologio. Ai piedi di questa costruzione, difesa da un fossato e da un ponte levatoio, si apriva una porta che era l'unica via di comunicazione tra le parti in lotta. Durante la notte la città era così divisa in due e sorvegliata dalle guardie armate che facevano la sentinella sui camminamenti del muro e presso ogni ponte e ogni porta della città.
Grafica titolo argomento  Pontremoli, la città dei ponti

Abbracciata com'è da due corsi d'acqua e legata all'esigenza di attraversarli, Pontremoli potrebbe essere chiamata la «città dei ponti». Il primo agglomerato di case nacque in tempi remoti in quel luogo che appariva particolarmente adatto per attraversare il fiume Magra e dove probabilmente esisteva un ponte. Si avanza l'ipotesi che il nome «Pontremulum» possa derivare da un «Pons Remuli» o «Pons Tremuli». Certo è che la città ebbe nel tempo numerosi ponti, sia sul Verde che sulla Magra, e le sue costruzioni, seppur robuste anziché tremolanti, dovettero ben presto fare i conti con le frequenti e disastrose piene, e non tutte ressero alla violenza delle acque.

PONTREMOLI - Ponte romanico sul torrente Verde (Ponte Stemma)

La città vanta, naturalmente, ponti secolari come lo «Stemma» sul torrente Verde (vedi foto sopra), costruito inizialmente in legno, rinforzato nel 1391 con pietra muraria e rimesso poi in piedi dopo essere stato travolto da una piena nel 1567. Anche altre strutture che scavalcano gli impetuosi corsi d'acqua della valle sono state danneggiate e ricostruite in epoche più moderne.moderne.
Tra gli altri si cita il Ponte di Nostra Donna o Nostra Signora, che prese il nome dall'Oratorio in stile barocco che si innalza accanto alle possenti muraglie quadrate del Torrione di Castelnuovo, antica difesa del borgo dal lato di levante. La fortificazione, eretta nel XIV secolo, è volgarmente chiamata anche di «Busticca» dal nome del fabbro che li vicino aveva la propria officina.
Ai primi del Novecento l'iniziale ponte in pietra venne sostituito da una struttura in ferro; dopo la guerra venne edificato un ponte in cemento armato intitolato a Cesare Battisti.
Sul corso del torrente Verde si trovano il Ponte Inferiore di San Francesco che compare sullo stemma cittadino assieme alla Torre dei Seratti o del Casotto, il Ponte Superiore di San Francesco o della Cresa e il Ponte Zambeccari per la cui costruzione si rese necessario abbattere la Chiesa parrocchiale dei Santi Giovanni e Colombano, con grande malumore della cittadinanza.
Attraversa invece il Magra il ponte ottocentesco dei Quattro Santi, così chiamato perché ai suoi vertici sono collocate le statue di quattro figure canonizzate, tra le quali c'è quella di San Geminiano, patrono della città. Le altre sono Santa Zita, San Francesco Fogolla e San Francesco d'Assisi.
Nella stagione estiva i pontremolesi hanno sempre sfruttato le sponde del Magra e del Verde per ricavarci piccoli fazzoletti di terra, di forma quadrata o rettangolare, ove coltivare gli ortaggi. Questi orti erano allestiti per lo più dai frontisti, cioè dai proprietari delle abitazioni affacciate sui due corsi d'acqua, ma anche da altri abitanti della città. Alcune foto d'epoca dei ponti di Pontremoli documentano questa tacita usanza che nessuno si permetteva di contestare.
Purtroppo quando sulla catena appenninica si scatenava un'improvvisa tempesta le correnti dei due corsi d'acqua, molto ridotte nella bella stagione, diventavano impetuose e, nel loro violento e collerico procedere, spazzavano via anche queste coltivazioni.
Una grande piena del fiume Magra è ricordata all'entrata di Pontremoli, lato Porta Fiorentina, da una piccola lapide nella quale si legge: "Il di 21 settembre 1868 le acque del Magra, infrante le vicine more, qui giunsero all'altezza di metri due sotto questo segno".

Testi consultati - Vedi pagina principale "La Lunigiana"  Testi consultati: vedi pagina principale "La Lunigiana"
La città ospita numerosi edifici ecclesiastici, tra i quali la chiesa di San Pietro; il tempio dedicato a San Lazzaro; le chiese romaniche intitolate a San Francesco e San Giorgio; la Cattedrale di Santa Maria Assunta (o del Popolo).
LA CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA - Ha una storia particolare: venne infatti eretta a partire dal 1636 in seguito ad un voto della popolazione che, nel luglio del 1630, aveva chiesto alla Madonna protezione contro un'epidemia di peste scatenatasi in città.
Già nel 1622, all'inizio della primavera, parte della Lunigiana era stata colpita da una grave pestilenza, che aveva fatto numerose vittime fino all'inizio dell'estate. Anche in quella occasione la comunità di Pontremoli aveva invocato l'intervento soprannaturale della venerata immagine di Santa Maria del Popolo, facendo voto solenne di celebrare ogni anno la ricorrenza della Visitazione di Maria con Sante Messe ed altri riti e con l'offerta di dodici libbre di cera.
Il tempio alla Madonna del Popolo, che si richiama all'antica immagine lignea della Vergine, forse portata in Pontremoli dai cavalieri di Rodi, divenne Collegiata alla fine del XVII secolo, parrocchiale di Santa Maria Assunta nel 1721 e Cattedrale nel 1787. L'allestimento della facciata iniziò soltanto nella seconda metà dell'Ottocento e venne definitivamente completato nel 1937.
CHIESA DI SAN PIETRO E PORTA FIORENTINA - Dipendeva dall'Abbazia di Brugnato e sorgeva presso la "Porta del Monastero", poi diventata "Porta Fiorentina". Per lunghi periodi i presuli della diocesi della Val di Vara, costituita nel 1133 all'interno della Diocesi di Luni, ebbero sede in Pontremoli presso il Palazzo dei Vescovi, posizionato tra la cinta muraria del borgo e la loro chiesa. Questa, eretta presso la confluenza del torrente Verde col fiume Magra, allora era collocata molto più a sud di oggi. L'antica e originaria struttura medievale venne distrutta nel 1567 da una rovinosa piena per poi essere rimessa in piedi, ma radicalmente trasformata. La riconsacrazione è datata 1641. Nel 1750 la chiesa fu sottoposta a nuove modifiche e resistette fino al 16 settembre del 1944 quando venne rasa al suolo da violenti bombardamenti. La Porta Fiorentina fu invece abbattuta nel 1845.
L'ennesima ricostruzione di San Pietro si deve ad una ditta di Roma su disegno dell'architetto Virginio Cupelloni. I lavori, iniziati il 23 ottobre del 1955, terminarono il 19 giugno del 1961. Alcuni elementi superstiti del vecchio impianto sono stati traslati. Tra questi: l'architrave del XIII secolo, conservata al Castello del Piagnaro; l'altar maggiore barocco, allestito a nuovo nella chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo ad Albiano Magra. Si è salvata anche una lastra in arenaria, scolpita tra i secoli XI e XIII, raffigurante il Labirinto, simbolo visibile anche nella Chiesa di San Martino a Lucca.
LA CHIESA DI SAN GIORGIO - Si trova nella periferia nord della città, lungo la Statale n° 62 del Passo della Cisa. Si tratta di un fabbricato in stile romanico, che gli specialisti datano attorno alla seconda metà del secolo XII, dotato di elementi decorativi e strutturali di chiara influenza lombarda e toscana che spesso definiscono il carattere dell'arte lunigianese. I resti del presbiterio, inclusi nel recinto del vecchio Camposanto, pur pregevoli, non rendono testimonianza alla dimensione del complesso architettonico che comprendeva una chiesa a tre navate, con torre, chiostro ed altre fabbriche, compreso il cimitero, ed ospitava una comunità monastica sottoposta alla giurisdizione dell'Abbazia di Leno. La Chiesa di San Giorgio e le sue pertinenze vennero confermate da Papa Gregorio VII all'Abbazia di San Salvatore e San Benedetto di Leno nel 1078.
LA CHIESA DI SAN COLOMBANO - In città esisteva anche questo edificio di culto che però fu demolito negli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra. Bisognava infatti aprire un varco nel centro storico per poter costruire il Ponte Zambeccari, sul torrente verde. In tempi antichi, quando la città venne divisa dalla cortina di mura della cosiddetta Fortezza di Cacciaguerra, la parrocchia di San Colombano, insieme a quelle di Santa Cristina e di San Pietro, faceva parte del quartiere pontremolese dove era il nido dei Ghibellini, mentre il quartiere guelfo comprendeva le parrocchie di San Geminiano e San Nicolò.
LA SANTISSIMA ANNUNZIATA - E' praticamente un sobborgo cittadino. La "Nunsiada" consta di un Santuario, la cui costruzione fu deliberata il 27 marzo del 1474, in seguito alla prodigiosa visione di una fanciulla, e di un Convento dei Padri Agostiniani, la cui bolla d'erezione venne emessa dal Pontefice Sisto IV il 16 settembre dello stesso anno. In seguito, i monaci occuparono la struttura fino agli inizi del XIX secolo.
La bella chiesa, che è ricca di dipinti, sculture, arredi artistici, conserva una pala d'altare di Luca Cambiaso, con relativa lunetta e un polittico di Giacomo Serfoglio; la sacrestia è interamente arredata con opere lignee seicentesche. Caratteristico è un tempietto ottagonale in marmo di Carrara, la cui costruzione venne deliberata l'8 ottobre del 1525, nel quale si venera un'antica immagine della Vergine Annunziata. L'opera, composta da una lunetta e un bassorilievo dell'Annunciazione, fu trasportata a Pontremoli a dorso di mulo e montata nel 1527. Per lungo tempo si pensò che l'autore del tempietto fosse il Sansovino mentre ora si ritiene più probabile che la mano sia quella di un suo allievo, il Tribolo, o, più in generale, di qualche altro artista della sua scuola.
In origine le case del borgo si affacciavano direttamente sul fiume ed erano dotate di orti e giardini. Tale spazio venne in seguito occupato dalla Strada Statale n° 62 della Cisa, che ora divide gli edifici dal corso del Magra.
CHIESA E ORATORIO DI TRAVERDE - La frazione Traverde si trova sulla strada che, anticamente, saliva da Pontremoli, attraverso il Piagnaro, e raggiungeva il Passo del Brattello, all'epoca una delle più importanti vie di comunicazione tra nord e sud. La chiesa di questa località venne edificata verso la fine del secolo XI mentre l'annesso Oratorio di Santa Maria Bianca risale al secolo XV: entrambi sono una fervida testimonianza degli storici percorsi medievali.
La chiesa era luogo di conforto, sia fisico che spirituale, per i viandanti che qui si potevano riposare prima di affrontare la tappa successiva. Di questo edificio rimangono oggi solo le mura perimetrali. Diverso invece il discorso dell'annesso oratorio al cui interno sono ancora conservati gli affreschi originali raffiguranti la Vergine tra gli Apostoli (sulla parete di fondo) e raffigurazioni di Santi (su quelle laterali), tutte opere risalenti al Quattrocento.
LE PIEVI DI VIGNOLA E URCEOLA - La storia della viabilità pontremolese è legata a quella delle pievi di Vignola e Urceola-Saliceto, centri di religiosità che, in epoca precedente all'anno Mille, avevano giurisdizione su tutto l'attuale comune di Pontremoli: la prima nella parte occidentale, la seconda su tutto il resto. A tal proposito, si narra che presso la Pieve di Saliceto la Comunità di Pontremoli avesse anche istituito un tribunale con il compito specifico di processare i rei colpevoli dei più atroci delitti i quali poi subivano, davanti a tutto il popolo riunito, il supplizio dell'impiccagione e quindi lo squartamento.
Dal confine orientale con il comune di Filattiera a quello occidentale con Zeri, troviamo un succedersi di antichi percorsi, vecchie mulattiere o semplici sentieri, in parte abbandonati oppure rivalutati, come quello della Via Francigena. Lungo questi percorsi che dal fianco degli Appennini scendono verso il fondovalle si svilupparono, in tempi diversi, numerosi insediamenti: i più antichi sono quelli posti in vicinanza dei crinali, i più recenti quelli che insistono verso il piano. Si assiste così al proliferare di paesi in Valdantena e nella Valle del Verde, formate dai due corsi d'acqua (fiume Magra e torrente omonimo) che si uniscono proprio a Pontremoli.
In tempi più recenti, nel Medioevo, la viabilità di Pontremoli fa riferimento anche e soprattutto a Grondola, località a mezza costa, dalla quale si controllava agevolmente tutto il sistema viario della Valle del Verde che, in vari periodi, assunse molta importanza per i collegamenti tra la Pianura Padana e la costa marina.
Per controllare le strade che conducevano ai valichi appenninici di quel versante i Malaspina fecero costruire su una rocca un possente castello che, per secoli, rimase al centro di aspre lotte. Averne il possesso, infatti, significava anche dominare tutti i transiti locali.
Altre frazioni importanti di Pontremoli sono Torrano, Montelungo sulle pendici della Cisa, Arzelato e Succisa.
Maggiori informazioni sulla storia e sull'urbanistica cittadina possono essere rintracciate seguendo il link "Il Premio Bancarella", contenuto nel bordo nero a sinistra.
TRESANA
Anche se il Comune porta il nome Tresana la sua sede amministrativa è posta a Barbarasco, centro vitale del territorio, dove si può visitare la Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, in stile barocco, costruita nella seconda metà del XVIII secolo su un preesistente edificio sacro. L'adiacente torre campanaria fu eretta nel 1833.
Nella frazione Villa, immersa nel verde dei boschi, si trova il castello della Principessa Amalia di Baviera, grande estimatrice del territorio lunigianese.
A Giovagallo invece restano solo i ruderi di quello che fu l'imponente maniero dimora di Morello Malaspina, il condottiero guelfo che guidò i lucchesi e i fiorentini contro la ghibellina Pistoia, conquistata dopo ben undici mesi di assedio. Nonostante le divergenze politiche, il marchese era molto amico di Dante Alighieri, da lui ospitato durante il soggiorno in Lunigiana in occasione della "pace" di Castelnuovo Magra. Una volta estinta la discendenza di Morello il castello di Giovagallo seguì le sorti di Tresana.
A Riccò si trovano i ruderi dell'oratorio di San Rocco, datato 1400. Tresana è situata su una collinetta e sormontata dai ruderi del suo castello, non ben conservati. Si riconoscono ancora una base quadrangolare della torre denominata Turrio'n che si erge a fianco dei tronchi di

due torrioni.
La primitiva rocca di Tresana fu costruita molto probabilmente dai Longobardi e venne chiamata "Turris sana" o meglio "Tersana", che significa torre fortissima e inespugnabile.
Da qui l'origine del nome Tresana, che altriperò fanno risalire a "Turris ianua", cioè

TRESANA - Il colle del centro storico con i ruderi del castello Panorama
del colle
di Tresana
torre porta. Nel 1164 venne concessa da Federico Barbarossa a Obizzano Malaspina di Mulazzo. Fino alla metà del XIV secolo Tresana fece poi parte del marchesato di Giovagallo; all'estinzione di questo ramo cadetto ci fu il ritorno alla dinastia principale dei Da Mulazzo.
Il comprensorio è ricco di testimonianze del suo glorioso passato. Molte le pievi e i fortilizi di potere come appunto il suo castello costruito su un preesistente insediamento militare e amministrativo che doveva controllare i traffici della via di comunicazione che si sviluppava lungo la sponda destra del fiume Magra e si intersecava con la viabilità proveniente dal Genovesato.
LA ZECCA DI PORTA SOTTANA - Il degrado e la rovina del Castello di Tresana ebbero inizio verso la metà del XVII secolo quando alla morte di Francesco Guglielmo II Malaspina, accusato come il padre di aver coniato monete false (specialmente dello Stato Pontificio), il feudo venne venduto dal Re di Spagna alla signoria fiorentina dei Corsini. Il ricavato dell'operazione, avvenuta nel 1660, fu pari a 123.200 lire.
L'autorizzazione ad avere una zecca e battere moneta (assieme ad altri benefici) era stata concessa a Francesco Guglielmo I (il padre) durante l'investitura ufficiale ottenuta dall'imperatore Massimiliano II. La Zecca era stata allestita a sud del borgo, presso la cosiddetta Porta Sottana. Purtroppo, dai documenti rimasti, non è possibile individuare con precisione la data in cui iniziò a funzionare. Rimane il fatto che alcune monete sono arrivate fino ai nostri giorni e rivestono un particolare pregio nel mercato numismatico.
Grafica titolo argomento  La chiesetta di Riccò di Tresana
RICCO' di TRESANA - La chiesa e il suo campanile a forma di torre merlata medievale
Nel comune di Tresana, transitando sulla Provinciale 20, s'incontra la chiesetta di Riccò, che ha una curiosa particolarità. L'occhio infatti cade immediatamente sulla torre merlata, di stile medievale, che si erge a fianco della stessa. Non si tratta di un fotomontaggio, ma è proprio il suo campanile!
Come ricorda una lapide in marmo dei Riccolesi riconoscenti, la costruzione risale al 1872 e si deve alla magnanimità del Cav. Consigliere Raffaele Cocchi, che la eresse a proprie spese.
E' proprio il caso di dire che, in Lunigiana, la notevole presenza di castelli medievali è sempre stata così caratteristica ed importante tanto da aver influenzato anche la costruzione di questa piccola chiesa di campagna. L'ampio piazzale antistante la pieve è dedicato a Don Adriano Filippi, che fu parroco della comunità dal 1981 al 1986.
Anche sotto il governo di Guglielmo I erano uscite dalla zecca monete contraffatte per opera del suo luogotenente Castruccio Baldissori e del maestro di zecca Claudio di Antonio Anglese. La cosa aveva procurato al marchese un sacco di guai, comprese la ribellione del popolo, la scomunica da parte di Papa Clemente VIII e la perdita dei beni e del feudo fino all'anno 1606. Tornato in auge, a causa della scomunica, gli venne comunque consigliato di ritirarsi a vita privata, cosa che fece stabilendosi a Mirandola dove morì nel 1613 lasciando erede il figlio Guglielmo II.
L'accusa che già aveva gravato su padre piombò anche contro il figlio e questo riaccese alcune lotte interne con i suoi vassalli, fino alla morte improvvisa avvenuta nel gennaio del 1651. A questo punto il governatore di Milano entrò in possesso di Tresana per conto del Re di Spagna che in seguito la vendette ai Corsini di Firenze.
LA SIGNORIA DEI CORSINI - Il dominio fiorentino si protrasse fino alla conquista napoleonica. Tra i personaggi che si sono succeduti alla guida del governo locale, Bartolomeo III dei Corsini è unanimemente riconosciuto come il più grande dei marchesi di Tresana, che resse dal 1767 al 1792. Sin da ragazzo venne chiamato dal prozio, Papa Clemente XII, alla Corte Pontificia dove arrivò a ricoprire la carica di comandante della guardia nobile.
Quando succedette al padre Filippo II, Bartolomeo governò Tresana con spirito ultraliberale (per quei tempi), applicando nuove idee che si stavano diffondendo tra i popoli e che sarebbero state alla base della Rivoluzione Francese nel 1789.
Nel 1769 ordinò la costruzione di una «Scuola di Calligrafia ed Aritmetica» affinché il suo popolo diventasse più istruito. Nel campo del lavoro si distinse per la realizzazione di una fornace per cuocere laterizi che venne collocata a Barbarasco, in località "Fossoni". Con questa iniziativa voleva offrire ai cittadini del suo feudo maggiori opportunità di guadagno ed anche avviare delle attività commerciali collegate al settore.
Bartolomeo III viene anche ricordato per la bonifica del Piano di Tareda a Barbarasco, avvenuto con la deviazione del torrente Osca e la costruzione di un canale artificiale scavato in possimità dei molini dei Bianchini, mediante il quale il territorio venne staccato dal Piano di Langhignano. La popolazione di Barbarasco guadagnò una notevole superficie di terreni ad uso irriguo sulla quale presero largo impulso sia le coltivazioni granarie che quelle foraggere.
L'intraprendenza di Bartolomeo emerse anche quando ordinò la realizzazione della nuova chiesa di Barbarasco, che in seguito sarebbe diventata quella parrocchiale. Nell'edificazione di quest'opera incontrò l'avversione di molti, in particolar modo dei preti del paese, tanto che si rischiarono dei tumulti tra la popolazione.
Con gli accordi del Congresso di Vienna Tresana venne assegnata al ducato di Modena, sotto il quale rimase fino al 1859.
Il territorio, ricco di sorgenti e corsi d'acqua, è prevalentemente montuoso e collinare, fattore che impedisce lo sviluppo di grandi ricchezze economiche.
Le principali attività lavorative sono ricollegabili ai prodotti del bosco e sottobosco di castagno e cerro, alla vite, all'ulivo e altri alberi da frutta. Presenti anche coltivazioni di cereali, allevamenti di bovini ed aziende agrituristiche.
Feste, eventi e tradizioni popolari
FESTA DI SAN BIAGIO - Il 3 di febbraio a Villa di Tresana si festeggia San Biagio, che è considerato il protettore della gola. Qui il culto è stato introdotto da una donna proprietaria di una statuina del santo che, secondo tradizione popolare, liberò un bambino da una spina conficcata nell'esofago.
Il giorno precedente la festa i fedeli si fanno «segnare» la gola dal parroco con due candele benedette incrociate.
FESTA E FIERA DI SAN GIORGIO - A Tresana il 23 aprile si celebra San Giorgio, con esposizione della statua nei tre giorni precedenti e processione finale. La domenica successiva viene allestita anche una fiera di merci e bestiame.
IL MAGGIO - A Giovagallo, come in larga parte della Lunigiana, si festeggia l'arrivo del Maggio. Durante la notte i paesani si sfidano nel taglio dell'albero più alto, solitamente un pioppo. Le piante vengono poi appoggiate e legate, di nascosto, alle abitazioni di ignari amici. I relativi proprietari, nei giorni seguenti, dovranno pagare un piccolo pegno: se l'altezza dell'albero è minore di quella della casa basterà offrire una semplice bicchierata, in caso contrario tradizione vuole che agli autori del gesto si prepari anche uno spuntino o una cena.
SANTA ELISABETTA E SAN QUIRICO - A Barbarasco il 4 luglio si festeggia Santa Elisabetta, alla quale è dedicato un oratorio, costruito dai conti Picedi nel Settecento, dove si ergeva una maestà con il bassorilievo del Bambin Gesù, dal cui piede, secondo tradizione popolare, uscì sangue.
Il 15 luglio è invece la festa di San Quirico, patrono della frazione. I resti del martire, il cui culto è stato introdotto dai Corsini, venivano portati in processione ogni 5 anni. Per l'occasione si svolge anche un'importante fiera, denominata anche dei "Fioroni". In passato durava tre giorni (vigilia, fiera e fieretta) con grande afflusso di visitatori desiderosi di consumare i tradizionali e ottimi piatti locali.
AULLA
La storia di Aulla inizia praticamente nell'884 con la costruzione dell'Abbazia di San Caprasio, uno dei centri di preghiera più importanti della Lunigiana medievale, posto alla confluenza dell Magra con il torrente Aulella, voluto dal marchese di Toscana Adalberto e dotato di moltissimi beni che andavano dalla Val di Taro fino ad Albiano Magra. La città è il principale centro economico dell'Alta Val di Magra in Lunigiana e conta più di 10.000 abitanti.
Nodo viario strategico posto in un crocevia di strade molto importanti quali: l'autostrada A15 della Cisa, la Statale 62 della Cisa, quella del Cerreto e del Lagastrello che la pongono in comunicazione con la Pianura Padana e l'alta Italia. Il comune è attraversato anche dalla ferrovia La Spezia - Parma (linea Pontremolese) e ad Aulla inizia il tratto ferrato che attraversa la Lunigiana e la Garfagnana e la collega con Lucca e la Toscana.
AULLA - Il suggestivo panorama della città, lambita dal fiume Magra e contornata dall'Appennino Tosco-Emiliano

Panorama di Aulla. In primo piano il fiume Magra, sullo sfondo l'Appennino Tosco-Emiliano

Questa linea secondaria è molto importante a livello turistico perché consente di raggiungere apprezzate località del Parco delle Apuane, delle Vallate del Tassonaro e della Garfagnana.
Per la sua posizione strategica, a ridosso della Linea Gotica, durante la Seconda Guerra Mondiale il centro storico di Aulla subì pesanti bombardamenti che ne causarono la sua totale distruzione.
Dall'inizio degli anni '50 Aulla fu ricostruita ed oggi è sede di molteplici attività commerciali ed artigianali che danno lavoro a moltissimi abitanti della Lunigiana.
In epoca medievale Aulla era una delle tappe più importanti della Via Francigena o Romea.
Qui i pellegrini in transito per Roma o Santiago de Compostela solitamente sostavano per la notte prima di intraprendere l'insidioso tratto delle Lame lungo il fiume Magra fino a Santo Stefano Magra oppure il percorso di monte attraverso Bibola e Ponzano Superiore per raggiungere la capitale e la Terra Santa.
LA FORTEZZA DELLA BRUNELLA - Domina Aulla dalle alture circostanti il centro storico ed è sede del Museo di Storia Naturale. Dal 1988 il maniero ospita anche il laboratorio della S.I.E.P. (Società Italiana di Ecologia del Paesaggio) che coordina l'attività internazionale di ecologi di oltre trenta nazioni e organizza corsi universitari di perfezionamento nel campo dell'ecologia. Tra le più importanti attrezzature una stazione di remote-sensign e un sistema G.P.S. per la preparazione di sistemi geografici informatizzati e l'analisi di immagine da satellite.
La fortificazione è di forma rettangolare, con bastioni agli angoli e venne edificata intorno al Cinquecento dal nobile genovese Adamo Centurione che aveva acquistato il feudo di Aulla dal marchese di Lusuolo Girolamo Ambrogio, detto Comparino, per la bella somma di 1200 fiorini d'oro. Questo uomo ricchissimo era solito investire i suoi denari in beni stabili, che consentivano rifugio e sicurezza. Oltre ad Aulla possedeva il marchesato spagnolo di Estepa y Pedrera e il feudo di Masone.
Anche se l'analisi delle murature e lo stile architettonico dell'edifico sembrano indicare una datazione precedente, la Fortezza della Brunella venne quasi certamente ampliata e completata nel periodo di cui sopra dal Centurione per consolidare il suo potere, visto che i suoi eredi avrebbero poi continuato a governare il territorio per 161 anni, fino al 1704, anno in cui Aulla sarebbe passata ai marchesi di Podenzana.
Il Museo di Storia Naturale della Brunella è promotore ed organizzatore di convegni scientifici, seminai di studio e workshop nazionali ed internazionali. Nel parco di lecci che circonda la fortezza si trova un sentiero didattico dove vengono illustrati i percorsi della Via Francigena ed un percorso botanico, raggiunto periodicamente da alunni delle scuole durante stages o escursioni guidate da esperti naturalisti.
In città meritano di essere visitati: l'Abbazia di San Caprasio (eremita provenzale le cui spoglie, secondo la leggenda, furono trasferite ad Aulla per sottrarle ai saraceni), il Palazzo del Centurione, Piazza Cavour con il Vico della Dovana.
L'ABBAZIA DI SAN CAPRASIO - Venne edificata nell'884 per volere di Adalberto I di Toscana e corrisponde alla Chiesa di Santa Maria, annotata nei diari di Sigerico come 30a tappa del suo viaggio verso Roma. Gli scavi archeologici, effettuati a partire dal 2001 sotto la competente supervisione del Prof. Mannoni, affiancato dalle Soprintendenze della Toscana e di Pisa, hanno riportato alla luce i resti di una chiesa altomedievale della quale appare l'abside rasata, probabilmente alla fine del IX secolo, quando Adalberto I avviò la costruzione dell'Abbazia.
Dell'edificio Adalbertino rimangono tracce del pavimento, con numerosi inserti lapidei di reimpiego, d'epoca romana, tra cui un'iscrizione "privata" dedicata a Lucio Titinio. Nel secolo XI la chiesa venne ulteriormente ampliata per costruire l'attuale impianto basicale a tre absidi. In quella occasione le reliquie del Santo furono spostate per seguire le geometrie di un presbiterio più ampio del precedente. La nuova tomba era formata da masselli in pietra sui quali appoggiavano lastre di copertura in marmo antico, sormontate da una cappuccina in blocchi di tufo calcareo, ricoperta a sua volta da un abbondante strato di ciottoli di fiume legati con calce. Oggi un piccolo ma interessante museo è stato allestito nella Sala Capitolare dalle robuste colonne cilindriche ed è attivo un centro di accoglienza per i pellegrini che possono visitare ed ascoltare, dalla voce di guide esperte, le vicende di San Caprasio e degli scavi archeologici effettuati.
Grafica titolo argomento  Percorsi ciclopedonali su alcuni tratti ferroviari dismessi
Il comune di Aulla ha ottenuto dal Ministero del Turismo un finanziamento di un milione e 617 mila euro per realizzare un percorso ciclopedonale utilizzando alcuni tratti dismessi delle ferrovie La Spezia - Parma (Pontremolese) e Aulla - Lucca. In particolare sarà interessata l'area tra i due ponti che sormontano il torrente Aulella a sud della città. La pista che verrà allestita avrà due corsie (una per ogni senso di marcia) dedicate al transito delle biciclette ed un corridoio, largo almeno un metro,
AULLA - Ponte sul torrente Aulella che serviva il vecchio tracciato della Ferrovia Aulla-Lucca
riservato al transito pedonale.
La sede del tracciato sarà illuminata da lampioni alti quasi sei metri e avrà sempre una larghezza non inferiore ai 3,50 metri. I lavori sono già iniziati con l'asportazione di binari e traversine che ancora sono presenti sui tratti dismessi delle ferrovie interessate. Per mantenere la memoria storica della Ferrovia Pontremolese non sarà invece rimosso il tratto di binario che scorre a fianco della Statale n° 62 della Cisa, sopra l'ex ponte ferroviario.
In questo punto il progetto dei lavori prevede la realizzazione di un parco lineare urbano, con posizionamento di vari arredi e l'allestimento di un parco giochi dedicato ai bambini.
Con questa iniziativa il Comune di Aulla intende liberare dal degrado alcune aree periferiche e creare un collegamento ciclabile tra le zone a nord ed a sud del Comune. (16 marzo 2023)
LA FRAZIONE BIBOLA - In età bizantina l'Anonimo Ravennate indicò nella sua Cosmographia un itinerario che collegava una serie di fortificazioni lungo la via che da Luni andava a Lucca e nell'altra direzione, attraverso Pulica, Bibola, Rubra (Terrarossa) e Corneda portava verso la Liguria. Bibola fu probabilmente uno dei "kastron" bizantini a difesa del porto di Luni e mantenne nel tempo la sua funzione di controllo del territorio e della viabilità. Nel medioevo risulta legata al più vicino ed importante castello di Burcione, posti entrambi a controllo della strada che, staccandosi dalla Via Francigena di fondovalle, al nodo di Aulla, portava verso Sarzana e Luni...
Per maggiori informazioni consultare la pagina appositamente dedicata
LA FRAZIONE CAPRIGLIOLA - Situata sulla riva sinistra del Magra è una località storica interessante, già baluardo dei Vescovi Conti di Luni, con la sua imponente cinta muraria medicea del Cinquecento ed in alto i resti del "castrum" medievale e la suggestiva torre rotonda romanica del XIII secolo.
Il borgo è costruito in posizione dominante sia del corso del Magra che della terra di S.Stefano Magra dove, accanto alla pieve, gia dal 981 si teneva un fiorente mercato. Posto a sentinella della strada di fondovalle, intorno al 1185 è già centro fortificato, cinto da mura che destarono attenzione anche nel Duca d'Alba mentre scendeva al porto di Lerici accompagnato dal Granduca di Toscana Cosimo I dei Medici...
Per maggiori informazioni consultare la pagina appositamente dedicata
LA FRAZIONE OLIVOLA - Con tutta probabilità il borgo di Olivola sorse sulla sommità del suo colle intorno al secolo XI e fu erede della antica "corte di Verpiana".
Dal 1221, in seguito alla divisione malaspiniana, Olivola entrò a far parte dei possedimenti  dei Marchesi Malaspina dello Spino Fiorito del ramo di Filattiera.
Nei secoli successivi fu oggetto di vari riassembramenti e molte delle sue terre passarono sotto il dominio dei marchesi di Villafranca e di Fosdinovo.
Il feudo di Olivola si ricostituì in forma autonoma nel 1510, sotto il marchese Lazzaro, e sopravvisse fino al 1797, anno nel quale fu decretata la fine del feudalesimo in Lunigiana.
Del periodo medievale sono ancora visibili in paese la torre e i resti del castello.
LA FRAZIONE QUERCIA - Il borgo di Quercia è citato per la prima volta nella storia il 7 gennaio del 1394 quando compare in una delle frequenti vertenze di confine che coinvolgono i territori dei Marchesi Malaspina, signori della Lunigiana.
E' lecito comunque supporre che già esistesse nel secolo XIII quale presidio a controllo di una fertile zona agricola, come altre "ville" del territorio (Sanacco, Vaccareccia, Valenza).
Nel tempo il borgo acquistò una certa importanza tanto che i Marchesi Malaspina di Olivola lo elessero a residenza del loro discendente prete Cosimo e vi fecero costruire un palazzo.
Il "palagio" di prete Cosimo costituisce un discreto esempio di residenza "signorile" nella Lunigiana dei secoli XVII e XVIII. In seguito all'espansione edilizia del paese venne poi ampliato in direzione della piazza prospiciente. Possedeva anche un piano in più che dopo il sisma del 1920 venne demolito e non più ricostruito. Quella zona era riservata alla servitù mentre al piano nobile alloggiava il Marchese. Il palazzo oggi è adibito a residenza privata; alcune sale del piano terra sono di proprietà della Parrocchia di San Pietro in Quercia e vengono utilizzate per manifestazioni culturali.
Nell'anno 1796 si assiste alla costruzione della chiesa intitolata a San Pietro Apostolo, titolo dell'antica chiesa di San Pietro in Felegara (oggi Piano della Quercia) ma dipendente da Olivola. Diventerà chiesa autonoma nel 1864 e chiesa parrocchiale nel 1904.
Nel 1866 l'edificio vede la realizzazione della vecchia sacrestia con soprastante canonica. Nel 1920 il terremoto causò il crollo della copertura a botte con lunette laterali che fu ricostruita con un solettone piano in cemento armato.
Il campanile della chiesa venne iniziato nel 1873 e terminato nel 1881 con l'installazione delle campane incise da Federico Piccioni.
Gli edifici di Quercia vennero pesantemente colpiti dal violento terremoto del 1920 e riportarono molti danni. Alcuni sono stati recuperati in seguito con una muratura "listata", altri furono demoliti e mai più ricostruiti.
Negli anni '50 la pavimentazione stradale in pietra di fiume venne sostituita con quella in calcestruzzo con contemporanea realizzazione delle fognature pubbliche. Nei primi anni del nuovo millennio la pavimentazione della strada di accesso e delle piazze è stata rifatta in modo più consono alla tipologia edilizia.,
Il borgo di Quercia è diventato famoso nel mondo per la grande calza, decorata con i Re Magi in adorazione di Gesù Bambino, che ogni anno viene appesa sulla sommità del campanile della chiesa nel giorno dell'Epifania ed arriva fino a terra. L'opera, del maestro Almo del Sarto, originò da un'idea di Don Roberto Turini che dal 1982 (e negli anni a seguire) intese con questo evento protestare contro la soppressione della festività della Befana, in seguito ripristinata.
ALTRE FRAZIONI COMUNALI - Molto interessanti sono anche il borgo malaspiniano di Pallerone ed i ruderi del Castello di Burcione.
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