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La Lunigiana

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LA NAZIONE del 19 luglio 1859 - Primo numero ufficiale del quotidiano di Firenze

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Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
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In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

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Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
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A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

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Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

 
 
 
 

Fotografie © GIOVANNI MENCARINI

 

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Licciana Nardi
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Feudo malaspiniano fino al secolo XVII
Ubicata dentro la gola appenninica scavata dal torrente Taverone, Licciana era un tempo costituita da tanti piccoli borghi. La cittadina prende una parte del suo nome da Anacarsi Nardi, patriota locale che si distinse e morì durante i moti risorgimentali dell'Ottocento.
Questa località fu abitata sin dai tempi remoti grazie alla sua felice posizione sulla strada che, da un lato, porta ai passi del Lagastrello (un tempo Linari) ed Ospedalaccio e, dall'altro, la collega ad Aulla e alla Garfagnana. L'antica "strata Lizane" era detta anche "Via del Sale" in quanto utilizzata per il trasporto (ed il contrabbando) del sale dal Mar Tirreno alla Pianura Padana.
Questa parte "alta" della Lunigiana,, a ridosso del crinale delle montagne, è sempre stata un territorio strategico sulle vie più rapide che dal nord Italia portavano a sud, verso il Mar Tirreno, valicando gli Appennini. Possedere anche solo una piccola parte di questo territorio permetteva di controllare l'accesso ai valichi, e dava anche il potere economico di imporre dazi doganali su tutte le merci che li attraversavano in entrambe le direzioni.
Per questo motivo i potenti di ogni epoca hanno ingaggiato lotte furibonde per la spartizione di questa terra di confine, che era un fattore importante per l'incremento delle loro fortune. E ciò ha reso la storia della Lunigiana complessa e molto diversa da quella del resto della Toscana.
La fondazione di Licciana risale al secolo XI, ma il suo fiorente sviluppo avvenne però a partire dal XIII secolo quando i nobili Malaspina vi eressero un imponente castello ed una cinta muraria munita di torri, in parte superstiti. Per rendere più sicuro il territorio venne costruita anche una fortezza sulla riva opposta del torrente Taverone, quella di Castel del Piano, oggi ridotta ad un rudere.
Nel corso dei secoli le antiche fortificazioni vennero ristrutturate ed il castello dei Malaspina venne trasformato in una residenza signorile.
Con alterne fortune, i Malaspina conservarono il potere fino a metà del 1500 quando i figli di Spinetta Malaspina si spartirono l'eredità: Suvero e Podenzana a Leonardo; Licciana, Panicale, S.Martino e Molisana a Jacopo; Terrarossa, Bastia, Pontebosio e Baccana a Fioramonte. A Morello toccò Monti.
Il Feudo di Terrarossa nel XVII secolo passò sotto il dominio di Firenze, che lo aveva acquistato nel 1617. Qualche anno dopo i fiorentini occuparono anche Monti. Nel 1797, con l'editto del generale Chabot, gli ex feudi di Lunigiana vennero inglobati nella Repubblica Cispadana, mentre la parte toscana rimase sotto il Granducato di Leopoldo.
● L'antica Abbazia di Linari
A breve distanza dall'alto Valico del Lagastrello era ubicata l'Abbazia di San Salvatore e San Bartolomeo di Linari, fondata intorno all'anno Mille e retta dai monaci Benedettini, che ebbe grandissima importanza, vuoi per la vasta giurisdizione di cui godeva, vuoi per la sua posizione sulla frequentata strada che consentiva i commerci attraverso l'Appennino. Dopo secolari vicende ed un cospicuo accumulo di beni, ricevuti con le donazioni, il monastero conobbe momenti di decadenza che, nel XVI secolo, condussero alla sua soppressione.
Altri comuni della Lunigiana
Aulla Pontremoli Fivizzano Casola e Alta valle dell'Aulella
Fosdinovo   Villafranca   Filattiera Bagnone   Comano   Zeri
Podenzana   Licciana Nardi   Mulazzo   Tresana
L'Abbazia venne smantellata da Papa Gregorio XIII, con una bolla spedita da Frascati il primo ottobre del 1583 ed i suoi beni vennero aggregati a quelli del Convento di San Giovanni Battista degli Agostiniani di Fivizzano.
Nei pressi dell'edificio andato in rovina si formarono, in seguito, alcuni agglomerati di case i cui proprietari si dedicavano all'agricoltura, all'allevamento del bestiame, alla pastorizia e alla raccolta dei prodotti dei boschi. In zona era sorto anche un locale ricettivo che, nella buona stagione, ospitava numerosi gitanti.
Questo posto era collegato con la città di Aulla tramite un servizio di diligenze a cavallo che andò avanti nel tempo anche quando si affacciarono alla ribalta le corriere automobilistiche. L'anziano proprietario si rifiutò infatti di gestire il nuovo servizio a motore e continuò ad effettuare i suoi viaggi per mezzo dei cavalli. Questa fu l'ultima diligenza ad operare nella vallata del Taverone.
● I patrioti Biagio e Anacarsi Nardi
I moti risorgimentali del 1821 non ebbero grossi contraccolpi in zona.
Quelli del 1831 invece videro protagonisti Biagio Nardi e suo nipote Anacarsi, ambedue originari di Apella. In loro memoria, dal 1933, il Comune di Licciana ha assunto la desinenza Nardi. Nel 1961, durante una solenne cerimonia, i cittadini di Licciana eressero una statua in marmo adiacente al castello per testimoniare il loro riconoscimento a questi martiri del Risorgimento italiano.
Anacarsi Nardi, nato nel 1800 nella frazione montana di Apella, cadde a fianco dei fratelli Bandiera nell'eroica e sfortunata impresa tentata nel 1844 per liberare la Calabria dall'oppressione borbonica. Durante la sua gioventù aveva vissuto a Modena, presso lo zio Biagio Nardi, insigne avvocato e illuminato patriota. Dopo essersi laureato in legge aveva esercitato l'avvocatura e, nel 1831, aveva partecipato alle cospirazioni contro l'ambiguo duca Francesco IV. Diventato segretario dello zio, che un'assemblea aveva eletto Dittatore di Modena, al ritorno del governo ducale aveva dovuto prendere la via dell'esilio.
Biagio Nardi morì nel 1835 a Corfù dove Anacarsi abbracciò la causa dei fratelli veneziani Attilio ed Emilio Bandiera, già ufficiali della marina austriaca, seguaci delle idee mazziniane.
I due avevano fondato la società segreta «Esperia» (affine alla «Giovine Italia») ma poi avevano dovuto riparare nell'isola con alcuni compagni dopo avere avuto il sentore che il loro movimento era stato scoperto dalla polizia.
In seguito vollero aiutare i partecipanti alla sommossa popolare avvenuta a Cosenza contro l'oppressione borbonica. Il 16 giugno del 1844 i Bandiera ed i loro seguaci sbarcarono sulla costa calabra ma si resero ben presto conto che il governo borbonico aveva già represso il moto rivoluzionario. Rimasero perciò senza aiuti da parte della popolazione e dovettero così rifugiarsi sulle montagne.
Traditi da un compagno e braccati dai contadini e dai gendarmi, che avevano aperto contro di loro il fuoco delle armi, dovettero ben presto arrendersi.
Catturati e rinchiusi nelle carceri di Cosenza, vennero processati nel luglio del 1844 e condannati alla pena capitale. La sentenza fu poi applicata solamente a nove dei quindici patrioti che erano andati sotto processo. Tra questi, oltre ai fratelli Bandiera, c'era Anacarsi Nardi che venne fucilato il 25 luglio nel vallone di Rovito.
I martiri furono sepolti a Cosenza ma, una volta liberata l'Italia, le loro spoglie mortali vennero via via richieste dalle loro città di origine.
Il comune di Licciana richiese i resti di Anacarsi nel 1910. Dopo la sua riesumazione, il feretro giunse nella valle del Taverone il 2 di ottobre dello stesso anno, accolto con solenni e commosse onoranze.
Dapprima le spoglie del patriota furono custodite nella sede comunale finché, nel 1919, trovarono posto in un monumento ossario fatto erigere appositamente nella Piazza del Municipio.
Nel 1933, per onorare la memoria del suo generoso figlio, il Comune assunse il nome di Licciana Nardi.
● Il Castello, il Municipio e la Chiesa
Licciana Nardi, come tutti i borghi della Lunigiana è caratterizzato da un antico castello, oggi di proprietà privata, il cui aspetto attuale risale al XVI secolo. La piazza principale è circondata dal Palazzo del Municipio. Da visitare la chiesa dedicata ai Santi Giacomo Maggiore e Cristoforo, ricca di affreschi raffiguranti gli Evangelisti, con pianta a croce greca al cui centro si eleva la cupola. Fu costruita dal marchese Giacomo III Malaspina e ricostruita nel 1705 sul luogo dove anticamente sorgeva la chiesa di San Valeriano. Il matroneo della chiesa è collegato al castello attraverso un porticato coperto a due archi che segna l'inizio del borgo: veniva utilizzato dalla marchesa Amadea Malaspina per assistere alle funzioni religiose senza transitare lungo la pubblica strada.
● La frazione Terrarossa
Gli studiosi concordano nell'identificare Terrarossa con Rubra, stazione itineraria ricordata dall'Anonimo Ravennate in un contesto di attraversamento del Magra in direzione della Liguria. Il toponimo non si riferisce però all'odierno abitato, ma probabilmente ad una località collinare di cui non resta traccia.
Terrarossa sembra essere il Borgonovo del 1126 e la sua chiesa, intitolata a San Giovanni, dipendeva dall'Abbazia di San Caprasio di Aulla. L'abitato si consolidò, come piccolo borgo fortificato e,
Grafica titolo argomento  Il Premio Lunigiana Storica

Per la sua posizione strategica la Lunigiana Storica - vale a dire il territorio dell'antica diocesi di Luni - è stata fortemente ambita da potenze italiane ed europee, in particolare nel Medioevo e nell'Età Moderna. La attraversava infatti la più importante strada che collegava l'Europa con Roma e l'Italia Meridionale, peraltro nel tratto che valicava gli Appennini. Un percorso, quindi, da controllare e fortificare per sottrarlo ad altre potenze e per condizionare o interdire il passaggio delle loro mercanzie e delle loro truppe.
Per questo la Lunigiana Storica ha subito una frammentazione continua ed è oggi divisa tra ben tre Regioni: Toscana, Liguria ed Emilia. Terra di emigranti, fu caratterizzata da circolazione di idee e non solo di eserciti, oltre che da stratificazioni di domini e culture diverse, che hanno lasciato segni indelebili della loro presenza: dai numerosissimi castelli ai borghi pieni di fascino. Ha però conservato una straordinaria unità culturale, di costumi, di tradizioni e persino linguistica.
Ecco perché il Comune di Licciana Nardi e l'Universitas Lunianensis, di cui fanno parte docenti universitari, studiosi territoriali e tutte le principali associazioni culturali della Lunigiana - nel 1983 - hanno dato vita al Premio Lunigiana Storica, una borsa di studio annuale per tesi di laurea su argomenti storici, letterari, economici, geografici, architettonici, scientifici ecc. relativi al passato e al presente della Lunigiana Storica.
Viene inoltre assegnato un Premio Giornalistico (quotidiani e periodici) e Televisivo volto a divulgare le peculiarità culturali e paesaggistiche del territorio.
Al premio "Tesi di Laurea" possono concorrere gli studenti autori di una tesi sulla Lunigiana.  Coloro che partecipano devono presentare tesi di laurea e di dottorato di ricerca su personaggi ed argomenti di rilevante interesse (storici, letterari, economici, geografici, architettonici, scientifici ecc.) relativi al passato e al presente della Lunigiana Storica.
Sono previsti anche premi speciali per tesi di laurea sulla Lunigiana, in grado di apportare significativi contributi in ambito economico, ambientale, storico, artistico o archeologico.
Alle varie sezioni del premio possono partecipare studiosi italiani e stranieri.
Per informazioni più dettagliate contattare l'Assessorato alla Cultura del Comune di Licciana Nardi.

Grafica elenco puntato - Fonti  Fonti:
Istituto Internazionale di Studi Liguri - Sezione Lunense;
Assessorato alla Cultura del Comune di Licciana Nardi
nel 1221, fu compreso tra i feudi dello Spino Fiorito ed annoverato tra i possedimenti dei signori di Olivola. Nel 1407 fu venduta ai marchesi di Villafranca e seguì le sorti del capoluogo. Nel 1535 passò ai marchesi di Bastia finché pervenne al marchese Fabrizio che, nel 1574, vi fissò la sua dimora. Costui, essendo molto impegnato presso i granduchi di Toscana, nel 1617 decise di vendere loro il feudo.
Il Castello di Terrarossa presenta oggi l'aspetto di una dimora signorile fortificata, pur possedendo gli attributi difensivi "alla moderna" ancora visibili nei baluardi aguzzi delle torri angolari. Il maniero ha riposto la ferrigna armatura per somigliare ad una villa, ad una residenza di campagna che, ai tempi, univa al presidio territoriale la conduzione agricola del fondo.
TERRAROSSA - Il fiume Magra con sfondo le vette innevate dell'Appennino Tosco-Emiliano
Il fiume Magra
nei pressi di
Terrarossa
E' un'opera che non fu mai ultimata: ancora oggi si vedono le murature perimetrali predisposte per un completamento mai eseguito. Inoltre ha subito
l'abbandono e l'incuria per molti anni. Mediante una radicale opera di restauro è stato poi restituito alla fruizione pubblica, diventando sede di un ostello per pellegrini in transito lungo la Via Francigena ed un edificio attrezzato per ospitare convegni, cerimonie e manifestazioni culturali.
● La frazione Taponecco
Centro di interesse è la quattrocentesca Taponecco, che presenta strutture murarie e architettura molto particolari: ci troviamo infatti di fronte ad un borgo in galleria, caratteristica derivante dalla sua antica natura di fortificazione di sorveglianza a difesa della strada di valico. Nelle mura possenti di questa località sembrano potersi scorgere i resti di un edificio massiccio dalla cui torre si scorge quella di Varano, a marcare un territorio che aveva funzioni difensive.
Di sicuro questa zona ha ospitato persino insediamenti preistorici, come testimonia una statua-stele ritrovata nel 1975, catalogata come "Taponecco n. 49", ed oggi esposta al Museo delle Statue Stele di Pontremoli.
● La frazione Apella
Proseguendo sulla medesima strada, poco oltre, si trova Apella, patria dei Nardi, uno dei più antichi insediamenti abitativi, posto a 660 m. slm sull'Appennino Tosco-Emiliano. A circa 1 km. dal paese, in posizione strategica, c'è una maestosa torre di avvistamento, costruita nell'anno 1000. Ampliata a rocca di difesa nel Tredicesimo secolo, divenne in seguito la torre campanaria al servizio di una sottostante abbazia (1700). Il complesso stava accusando i mali del tempo, principalmente dovuti all'abbandono, alle guerre, ad eventi sismici finché, nel 1995, l'imprenditore Mario Maffei decise di operare degli interventi di restauro per riportarla all'antico splendore. Oggi è sede di una rinomata azienda agrituristica, posta all'interno di una riserva di 600 ettari, che comprende anche un albergo-ristorante nel quale vengono serviti cibi tipici locali, biologici e sani, di propria produzione.
● La frazione Bastia
Già nel XIII secolo il Castello di Bastia aveva una funzione prettamente militare e difensiva contro le armi da fuoco tanto che, nel XVI secolo, Ludovico Ariosto gli attribuì l'appellativo di "inespugnabile".
La gagliarda e squadrata rocca, con le quattro torri rotonde agli angoli, venne edificata nel XV secolo. Tra i suoi signori ci furono i Malaspina di Villafranca; fece poi fece parte di feudi comprendenti altri castelli; fu incorporata nel marchesato di Monti; diventò feudo indipendente nel XVI secolo. Nel XVIII secolo passò ai marchesi del Ponte Bosio.
Il fortilizio, nella sua lunga e complessa storia, fu teatro di assedi, distruzioni, sommosse e lotte di successione.
Tra i molti personaggi di spicco della Bastia figura la marchesa Anna Malaspina, appartenente al ramo marchionale di Mulazzo, figura femminile bellissima e colta che visse nel XVIII secolo. Costei andò in sposa al marchese Giovanni Malaspina e trascorse molti anni a Parma. Brillante e ammirata dama di corte venne incensata da vari poeti. Di lei si racconta che intendesse soppiantare la marchesa di Pompadour alla corte del re di Francia. Per questo motivo si recava spesso a Parigi accompagnata da un gesuita.
I tentativi di influenzare il sovrano Luigi XV risultarono però vani e la più scaltra Pompadour riuscì sempre a mantenere il suo dominio.
Bastia è una amena frazione che si può ammirare alzando lo sguardo sulle colline ad oriente di Licciana. La nascita di questo borgo era funzionale per la difesa del fondovalle sottostante dove si incrociavano la via per l'Emilia, attraverso l'Abbazia di Linari al Passo del Lagastrello ed al Passo dell'Ospedalaccio, e la via che dal Passo di Tea portava a Lucca (Via del Volto Santo).
La dedicazione della chiesa del castello a San Jacopo Apostolo testimonia il collegamento con Santiago de Compostela ed il culto Jacopeo.
● La frazione Panicale
Dal lato opposto della vallata, lungo la strada collinare che conduce a Bagnone, troviamo il borgo di Panicale le cui prime notizie risalgono al 1077 quando viene menzionato nella donazione di Arrigo IV agli Estensi. Il paese si sviluppa attorno ai resti dell'antica rocca trasformata poi in palazzo signorile, abitato fino alla loro morte dai discendenti della famiglia Medici. Il palazzo fa bella mostra di sé sulla piazzetta che si incontra varcando l'antica porta del centro storico, che doveva essere circondato da mura con torri circolari lungo il perimetro. Da visitare anche la bellissima casa-torre quattrocentesca.
● La frazione Monti
Nel corso dei secoli l'imponente Castello di Monti fu diverse volte al centro di vicende guerresche, di assalti ed occupazioni.
Nel 1524, per esempio, ad un suo signore, il marchese Giovanni Spinetta, capitò di essere tenuto prigioniero da un altro Giovanni, il celebre condottiero delle Bande Nere.
Logorato dal tempo, a poco a poco superato nella sua funzione militaresca, il glorioso maniero ha ritrovato poi vita nella sua trasformazione in una signorile dimora che conserva molte ed importanti memorie del suo lontano passato.
La Pieve di Santa Maria Assunta di Venelia figurava già nel 998 tra i possedimenti del vescovo di Luni, assieme a quelle di Urceola, Castevoli e Soliera. Del periodo romanico rimangono l'abside, a grandi bozze di arenaria, e qualche frammento architettonico inglobato nell'attuale costruzione risalente al XVIII secolo, con orientamento ruotato rispetto all'asse originario.
Giova ricordare che la chiesa è stata ricostruita dopo essere andata completamente distrutta dal terribile terremoto del 1920 che seminò morte e distruzione in tutta la Lunigiana.
Il nome arcaico di Monti "Venelia" è di origine ligure e, con tutta probabilità, rimanda ad una divinità precristiana. La frequentazione di quest'area è documentata dal ritrovamento di Statue Stele (vedi link "Liguri Apuani" in testa alla pagina) e reperti di età romana.
● La natura nella valle del Taverone
Soggiornando oggi sul territorio comunale di Licciana Nardi si possono fare passeggiate a piedi o a cavallo lungo gli antichi sentieri della Via Francigena. Il torrente Taverone, nel periodo invernale, consente emozionanti discese in canoa o kayak.
Se, partendo dal fiume Magra, al quale il Taverone da un consistente contributo di acque limpide e fresche, si risale il suo corso ci si trova immersi in un paesaggio dolce e pianeggiante, incorniciato da campi coltivati e da verdi colli. Il corso d'acqua scorre tranquillamente sotto l'occhio attento di alcune costruzioni feudali come i castelli di Monti e Pontebosio, il palazzo malaspiniano e l'antica rocca di Licciana, il possente maniero di Bastia.
In quel di Pontino, nelle vicinanze di Varano, quando l'aria diventa più frizzante perché dalle colline ci si avvicina alle montagne, il fiume si divide in due: a sinistra scende il Taverone di Linari, a destra il Taverone che nasce sopra Camporaghena.
Seguendo il primo corso si sale sempre più in alto, in direzione dei resti della millenaria Abbazia di Linari, del valico del Lagastrello, della fresca distesa del Lago di Paduli.
L'altro corso, quello più lungo, raggiunge invece la romana Crespiano, il medievale castello di Comano ed ammira le case rossastre e i verdi prati di Camporaghena.
In tutte e due i casi un turista si trova immerso in un mondo alpestre, dominato da vette che si avvicinano ai duemila metri, nel quale i torrentelli si scavano il letto tra aspre rocce in mezzo alle quali guizzano le argentee e rinomate trote. Questi piccoli corsi d'acqua scorrono sinuosi in mezzo a faggete, ontani, boschi di quercia e carpino, secolari castagneti prima di riunirsi in un solo fiume che porta a valle il canto delle selve accarezzate dal vento, lo scampanio delle greggi al pascolo, il profumo dei muschi e delle felci, il ricordo dei prati in fiore.
Testi consultati - Vedi pagina principale "La Lunigiana"  Testi consultati: vedi pagina principale "La Lunigiana"
 

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Fotografie, eventi, turismo,
storia e news del territorio...

  Cicloturismo nella Lunigiana Storica

Manuale del cicloturista

Grafica elenco puntato link

Per la realizzazione delle immagini presentate in questo sito gli spostamenti sul territorio della Lunigiana storica sono stati effettuati con una bicicletta. In questa piccola guida sono state perciò condensate varie esperienze logistiche e tecniche derivanti dall'utilizzo turistico di questo mezzo di locomozione...

Itinerario cicloturistico verso
il Passo del Lagastrello

Grafica elenco puntato link

Bisogna arrivare a 1.200 metri di quota in 37 km, quindi il percorso è impegnativo. Complessivamente si sale sempre ma l'ascesa vera e propria inizia da Licciana Nardi. Poco oltre Tavernelle ci troviamo ai piedi del Monte Giogo e per arrivare al Lagastrello dobbiamo ancora percorrere 12 km che, sulla carta, hanno una pendenza non trascurabile...

Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove parte questo sito...

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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati.

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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati...

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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti. Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle, basiliche e monasteri...

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Castelli medievali
In Italia la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti...

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La Ferrovia Pontremolese
In origine la linea ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre un 50% del percorso...

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