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Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA
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Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Fotografie © GIOVANNI MENCARINI |
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Sfondi per desktop |
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Fiore giallo |
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Bacche rosse |
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Licciana Nardi |
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Blocco Notes |
Feudo
malaspiniano fino al secolo XVII |
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Ubicata
dentro la gola appenninica scavata dal torrente Taverone,
Licciana era un tempo costituita da tanti piccoli borghi.
La cittadina prende una parte del suo nome da Anacarsi Nardi,
patriota locale che si distinse e morì durante i moti
risorgimentali dell'Ottocento.
Questa località fu abitata sin dai tempi remoti
grazie alla sua felice posizione sulla strada che, da
un lato, porta ai passi del Lagastrello (un tempo
Linari) ed Ospedalaccio
e, dall'altro, la collega ad Aulla e alla Garfagnana.
L'antica "strata Lizane" era detta anche "Via
del Sale" in quanto utilizzata per il trasporto (ed
il contrabbando) del sale dal Mar Tirreno alla Pianura Padana.
Questa parte "alta" della Lunigiana,, a ridosso del
crinale delle montagne, è sempre stata un
territorio strategico sulle vie più rapide che dal nord
Italia portavano a sud, verso il Mar Tirreno, valicando
gli Appennini. Possedere anche solo una piccola parte di
questo territorio permetteva di controllare l'accesso ai
valichi, e dava anche il potere economico di imporre
dazi doganali su tutte le merci che li attraversavano in
entrambe le direzioni.
Per questo motivo i potenti di ogni epoca hanno
ingaggiato lotte furibonde per la spartizione di questa
terra di confine, che era un fattore importante per
l'incremento delle loro fortune. E ciò ha reso la storia
della Lunigiana complessa e molto diversa da quella del
resto della Toscana.
La fondazione di Licciana risale al secolo XI, ma il suo
fiorente sviluppo avvenne però a partire dal XIII secolo quando i
nobili Malaspina vi eressero un imponente castello ed una
cinta muraria munita di torri, in parte superstiti. Per
rendere più sicuro il territorio venne costruita anche
una fortezza sulla riva opposta del torrente Taverone,
quella di Castel del Piano, oggi ridotta ad un rudere.
Nel corso dei secoli le antiche fortificazioni vennero
ristrutturate ed il castello dei Malaspina venne
trasformato in una residenza signorile.
Con alterne fortune, i Malaspina conservarono il potere
fino a metà del 1500 quando i figli di Spinetta
Malaspina si spartirono l'eredità: Suvero e
Podenzana a Leonardo; Licciana, Panicale, S.Martino e
Molisana a Jacopo; Terrarossa, Bastia, Pontebosio e
Baccana a Fioramonte. A Morello toccò Monti.
Il Feudo di Terrarossa nel XVII secolo passò
sotto il dominio di Firenze, che lo aveva
acquistato nel 1617. Qualche anno dopo i fiorentini occuparono
anche Monti. Nel 1797, con l'editto del generale Chabot,
gli ex feudi di Lunigiana vennero inglobati nella Repubblica Cispadana,
mentre la parte toscana rimase sotto il Granducato di Leopoldo. |
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L'antica Abbazia di Linari |
A breve distanza dall'alto Valico del
Lagastrello era ubicata l'Abbazia di San Salvatore e San Bartolomeo
di Linari, fondata intorno all'anno Mille e retta
dai monaci Benedettini, che ebbe grandissima importanza,
vuoi per la vasta giurisdizione di cui godeva, vuoi per
la sua posizione sulla frequentata strada che consentiva
i commerci attraverso l'Appennino. Dopo secolari vicende
ed un cospicuo accumulo di beni, ricevuti con le
donazioni, il monastero conobbe momenti di decadenza
che, nel XVI secolo, condussero alla sua soppressione. |
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L'Abbazia venne smantellata da Papa Gregorio XIII,
con una bolla spedita da Frascati il primo ottobre
del 1583 ed i suoi beni vennero aggregati a quelli del Convento
di San Giovanni Battista degli Agostiniani di Fivizzano.
Nei pressi dell'edificio andato in rovina si
formarono, in seguito, alcuni agglomerati di case i cui
proprietari si dedicavano all'agricoltura,
all'allevamento del bestiame, alla pastorizia e alla
raccolta dei prodotti dei boschi. In zona era sorto
anche un locale ricettivo che, nella buona stagione,
ospitava numerosi gitanti.
Questo posto era collegato con la città di Aulla
tramite un servizio di diligenze a cavallo che andò
avanti nel tempo anche quando si affacciarono alla
ribalta le corriere automobilistiche. L'anziano
proprietario si rifiutò infatti di gestire il nuovo
servizio a motore e continuò ad effettuare i suoi viaggi
per mezzo dei cavalli. Questa fu l'ultima diligenza ad
operare nella vallata del Taverone. |
●
I patrioti Biagio e Anacarsi Nardi |
I moti risorgimentali del 1821 non ebbero
grossi contraccolpi in zona.
Quelli del 1831 invece videro protagonisti Biagio
Nardi e suo nipote Anacarsi, ambedue originari di
Apella. In loro memoria, dal 1933, il Comune di
Licciana ha assunto la desinenza Nardi. Nel 1961,
durante una solenne cerimonia, i cittadini di Licciana
eressero una
statua in marmo adiacente al castello per
testimoniare il loro riconoscimento a questi martiri del
Risorgimento italiano.
Anacarsi Nardi, nato nel 1800 nella frazione montana di
Apella, cadde a fianco dei fratelli Bandiera nell'eroica e
sfortunata impresa tentata nel 1844 per liberare la Calabria
dall'oppressione borbonica. Durante la sua gioventù aveva
vissuto a Modena, presso lo zio Biagio Nardi, insigne
avvocato e illuminato patriota. Dopo essersi laureato in
legge aveva esercitato l'avvocatura e, nel 1831, aveva
partecipato alle cospirazioni contro l'ambiguo duca
Francesco IV. Diventato segretario dello zio, che
un'assemblea aveva eletto Dittatore di Modena, al
ritorno del governo ducale aveva dovuto prendere la via dell'esilio.
Biagio Nardi morì nel 1835 a Corfù dove Anacarsi abbracciò
la causa dei fratelli veneziani Attilio ed Emilio Bandiera,
già ufficiali della marina austriaca, seguaci delle idee
mazziniane.
I due avevano fondato la società segreta «Esperia» (affine
alla «Giovine Italia») ma poi avevano dovuto riparare
nell'isola con alcuni compagni dopo avere avuto il sentore
che il loro movimento era stato scoperto dalla polizia.
In seguito vollero aiutare i partecipanti alla sommossa popolare
avvenuta a Cosenza contro l'oppressione borbonica. Il 16
giugno del 1844 i Bandiera ed i loro seguaci sbarcarono
sulla costa calabra ma si resero ben presto conto che il
governo borbonico aveva già represso il moto rivoluzionario.
Rimasero perciò senza aiuti da parte della popolazione e
dovettero così rifugiarsi sulle montagne.
Traditi da un compagno e braccati dai contadini e dai
gendarmi, che avevano aperto contro di loro il fuoco
delle armi, dovettero ben presto arrendersi.
Catturati e rinchiusi nelle carceri di Cosenza,
vennero processati nel luglio del 1844 e condannati alla
pena capitale. La sentenza fu poi applicata solamente a nove
dei quindici patrioti che erano andati sotto processo. Tra
questi, oltre ai fratelli Bandiera, c'era Anacarsi Nardi che
venne fucilato il 25 luglio nel vallone di Rovito.
I martiri furono sepolti a Cosenza ma, una volta
liberata l'Italia, le loro spoglie mortali vennero via via
richieste dalle loro città di origine.
Il comune di Licciana richiese i resti di Anacarsi nel
1910. Dopo la sua riesumazione, il feretro giunse nella
valle del Taverone il 2 di ottobre dello stesso anno,
accolto con solenni e commosse onoranze.
Dapprima le spoglie del patriota furono custodite nella
sede comunale finché, nel 1919, trovarono posto in un
monumento ossario fatto erigere appositamente nella Piazza
del Municipio.
Nel 1933, per onorare la memoria del suo generoso figlio, il
Comune assunse il nome di Licciana Nardi. |
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Il Castello, il Municipio e la Chiesa |
Licciana Nardi, come tutti i borghi della Lunigiana è
caratterizzato da un
antico castello, oggi di
proprietà privata, il cui aspetto attuale risale al XVI
secolo. La piazza principale è circondata dal
Palazzo del Municipio.
Da visitare la
chiesa dedicata ai Santi Giacomo Maggiore
e Cristoforo, ricca di affreschi raffiguranti gli Evangelisti,
con pianta a croce greca al cui centro si eleva la
cupola. Fu costruita dal marchese Giacomo III
Malaspina e ricostruita nel 1705 sul luogo dove
anticamente sorgeva la chiesa di San Valeriano.
Il matroneo della chiesa è collegato al castello
attraverso un
porticato coperto a due archi che segna l'inizio del borgo: veniva utilizzato
dalla marchesa Amadea Malaspina per assistere alle funzioni
religiose senza transitare lungo la pubblica strada. |
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La frazione Terrarossa |
Gli studiosi concordano nell'identificare Terrarossa con
Rubra, stazione itineraria ricordata
dall'Anonimo Ravennate in un contesto di attraversamento
del Magra in direzione della Liguria. Il toponimo non si
riferisce però all'odierno abitato, ma probabilmente ad
una località collinare di cui non resta traccia.
Terrarossa sembra essere il Borgonovo del 1126 e
la sua chiesa, intitolata a San Giovanni, dipendeva
dall'Abbazia di San Caprasio di Aulla. L'abitato si
consolidò, come piccolo borgo fortificato e, |
Il Premio Lunigiana Storica |
Per la sua posizione strategica la Lunigiana Storica
- vale a dire il territorio dell'antica diocesi di
Luni - è stata fortemente ambita da potenze italiane
ed europee, in particolare nel Medioevo e nell'Età
Moderna. La attraversava infatti la più importante
strada che collegava l'Europa con Roma e l'Italia
Meridionale, peraltro nel tratto che valicava gli
Appennini. Un percorso, quindi, da controllare e
fortificare per sottrarlo ad altre potenze e per
condizionare o interdire il passaggio delle loro
mercanzie e delle loro truppe.
Per questo la Lunigiana Storica ha subito una
frammentazione continua ed è oggi divisa tra ben
tre Regioni: Toscana, Liguria ed
Emilia. Terra di emigranti, fu caratterizzata da
circolazione di idee e non solo di eserciti, oltre
che da stratificazioni di domini e culture diverse,
che hanno lasciato segni indelebili della loro
presenza: dai numerosissimi castelli ai borghi pieni
di fascino. Ha però conservato una straordinaria unità
culturale, di costumi, di tradizioni e persino linguistica.
Ecco perché il Comune di Licciana Nardi e l'Universitas
Lunianensis, di cui fanno parte docenti
universitari, studiosi territoriali e tutte le
principali associazioni culturali della Lunigiana -
nel 1983 - hanno dato vita al Premio Lunigiana Storica, una
borsa di studio annuale per tesi di laurea su argomenti
storici, letterari, economici, geografici,
architettonici, scientifici ecc. relativi al passato e
al presente della Lunigiana Storica.
Viene inoltre assegnato un Premio Giornalistico (quotidiani e
periodici) e Televisivo volto a divulgare le
peculiarità culturali e paesaggistiche del territorio.
Al premio "Tesi di Laurea" possono
concorrere gli studenti autori di una tesi sulla
Lunigiana.
Coloro che partecipano devono presentare tesi di
laurea e di dottorato di ricerca su personaggi
ed argomenti di rilevante interesse (storici,
letterari, economici, geografici, architettonici,
scientifici ecc.) relativi al passato e al presente
della Lunigiana Storica.
Sono previsti anche premi speciali per tesi di
laurea sulla Lunigiana, in grado di apportare
significativi contributi in ambito economico,
ambientale, storico, artistico o archeologico.
Alle varie sezioni del premio possono partecipare
studiosi italiani e stranieri.
Per informazioni più dettagliate contattare l'Assessorato alla Cultura del Comune di Licciana Nardi. |
Fonti: |
Istituto
Internazionale di Studi Liguri - Sezione Lunense; |
Assessorato alla Cultura del Comune di Licciana Nardi |
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nel 1221, fu compreso tra i feudi dello
Spino Fiorito ed annoverato tra i possedimenti dei signori di Olivola.
Nel 1407 fu venduta ai marchesi di Villafranca e
seguì le sorti del capoluogo. Nel 1535 passò ai marchesi
di Bastia finché pervenne al marchese Fabrizio che, nel
1574, vi fissò la sua dimora. Costui, essendo molto
impegnato presso i granduchi di Toscana, nel 1617 decise
di vendere loro il feudo.
Il
Castello di Terrarossa presenta oggi
l'aspetto di una dimora signorile fortificata,
pur possedendo gli attributi difensivi "alla moderna"
ancora visibili nei baluardi aguzzi delle torri
angolari. Il maniero ha riposto la ferrigna armatura per
somigliare ad una villa, ad una residenza di campagna
che, ai tempi, univa al presidio territoriale la
conduzione agricola del fondo. |
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Il fiume Magra
nei pressi di
Terrarossa |
E' un'opera che non fu mai
ultimata: ancora oggi si vedono le murature
perimetrali predisposte per un completamento mai eseguito. Inoltre ha
subito |
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l'abbandono e l'incuria per molti anni.
Mediante una radicale opera di restauro è stato poi restituito
alla fruizione pubblica, diventando sede di un ostello per
pellegrini in transito lungo la Via Francigena
ed un edificio attrezzato per ospitare convegni,
cerimonie e manifestazioni culturali. |
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La frazione Taponecco |
Centro di interesse è la quattrocentesca Taponecco,
che presenta strutture murarie e architettura molto particolari:
ci troviamo infatti di fronte ad un borgo in galleria,
caratteristica derivante dalla sua antica natura di
fortificazione di sorveglianza a difesa della strada di
valico. Nelle mura possenti di questa località sembrano
potersi scorgere i resti di un edificio massiccio dalla
cui torre si scorge quella di Varano, a marcare un
territorio che aveva funzioni difensive.
Di sicuro questa zona ha ospitato persino insediamenti
preistorici, come testimonia una statua-stele ritrovata nel 1975,
catalogata come "Taponecco n. 49", ed oggi
esposta al
Museo delle Statue Stele di Pontremoli. |
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La frazione Apella |
Proseguendo sulla medesima strada, poco oltre, si trova
Apella, patria dei Nardi, uno dei più antichi
insediamenti abitativi, posto a 660 m. slm
sull'Appennino Tosco-Emiliano. A circa 1 km. dal paese,
in posizione strategica, c'è una
maestosa torre di avvistamento,
costruita nell'anno 1000. Ampliata a rocca di
difesa nel Tredicesimo secolo, divenne in
seguito la torre campanaria al servizio di una
sottostante abbazia (1700). Il complesso stava accusando
i mali del tempo, principalmente
dovuti all'abbandono, alle guerre, ad eventi
sismici finché, nel 1995, l'imprenditore
Mario Maffei decise di operare degli
interventi di restauro per riportarla all'antico splendore.
Oggi è sede di una rinomata azienda agrituristica, posta
all'interno di una riserva di 600 ettari, che comprende
anche un albergo-ristorante nel quale vengono serviti cibi
tipici locali, biologici e sani, di propria produzione. |
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La frazione Bastia |
Già nel XIII secolo il
Castello di Bastia aveva
una funzione prettamente militare e difensiva contro
le armi da fuoco tanto che, nel XVI secolo, Ludovico Ariosto gli
attribuì l'appellativo di "inespugnabile".
La gagliarda e squadrata rocca, con le quattro torri rotonde
agli angoli, venne edificata nel XV secolo. Tra i suoi
signori ci furono i Malaspina di Villafranca; fece poi fece
parte di feudi comprendenti altri castelli; fu incorporata
nel marchesato di Monti; diventò feudo indipendente nel XVI
secolo. Nel XVIII secolo passò ai marchesi del Ponte Bosio.
Il fortilizio, nella sua lunga e complessa storia, fu teatro
di assedi, distruzioni, sommosse e lotte di successione.
Tra i molti personaggi di spicco della Bastia figura la
marchesa Anna Malaspina, appartenente al ramo marchionale
di Mulazzo, figura femminile bellissima e colta che visse nel
XVIII secolo. Costei andò in sposa al marchese Giovanni
Malaspina e trascorse molti anni a Parma. Brillante e
ammirata dama di corte venne incensata da vari poeti. Di lei
si racconta che intendesse soppiantare la marchesa di Pompadour
alla corte del re di Francia. Per questo motivo si
recava spesso a Parigi accompagnata da un gesuita.
I tentativi di influenzare il sovrano Luigi XV risultarono
però vani e la più scaltra Pompadour riuscì sempre a mantenere il
suo dominio.
Bastia è una amena frazione che si può ammirare alzando lo sguardo
sulle colline ad oriente di Licciana.
La nascita di questo borgo era funzionale per la difesa
del fondovalle sottostante dove si incrociavano la via
per l'Emilia, attraverso l'Abbazia di Linari al Passo
del Lagastrello ed al Passo dell'Ospedalaccio, e la via
che dal Passo di Tea portava a Lucca (Via
del Volto Santo).
La dedicazione della chiesa del castello a San Jacopo
Apostolo testimonia il collegamento con Santiago de
Compostela ed il culto Jacopeo. |
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La frazione Panicale |
Dal lato opposto della vallata, lungo la strada
collinare che conduce a Bagnone, troviamo il borgo di
Panicale le cui prime notizie risalgono al 1077
quando viene menzionato nella donazione di Arrigo IV
agli Estensi. Il paese si sviluppa attorno ai resti
dell'antica rocca trasformata poi in palazzo signorile,
abitato fino alla loro morte dai discendenti della
famiglia Medici. Il palazzo fa bella
mostra di sé sulla piazzetta che si incontra varcando
l'antica
porta del centro storico, che doveva
essere circondato da mura con torri circolari lungo il
perimetro. Da visitare anche la bellissima casa-torre
quattrocentesca. |
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La frazione Monti |
Nel corso dei secoli l'imponente
Castello
di Monti fu diverse volte al centro di vicende
guerresche, di assalti ed occupazioni.
Nel 1524, per esempio, ad un suo signore, il marchese
Giovanni Spinetta, capitò di essere tenuto prigioniero da un
altro Giovanni, il celebre condottiero delle Bande Nere.
Logorato dal tempo, a poco a poco superato nella sua
funzione militaresca, il glorioso maniero ha ritrovato poi
vita nella sua trasformazione in una signorile dimora che
conserva molte ed importanti memorie del suo lontano passato.
La
Pieve di Santa Maria Assunta di Venelia figurava già nel 998 tra i possedimenti
del vescovo di Luni, assieme a quelle di Urceola,
Castevoli e Soliera. Del periodo romanico rimangono
l'abside, a grandi bozze di arenaria, e qualche
frammento architettonico inglobato nell'attuale
costruzione risalente al XVIII secolo, con orientamento
ruotato rispetto all'asse originario.
Giova ricordare che la chiesa è stata ricostruita dopo
essere andata completamente distrutta dal terribile
terremoto del 1920 che seminò morte e distruzione in
tutta la Lunigiana.
Il nome arcaico di Monti "Venelia" è di origine ligure e,
con tutta probabilità, rimanda ad una divinità
precristiana. La frequentazione di quest'area è
documentata dal ritrovamento di Statue Stele (vedi link
"Liguri Apuani" in testa alla pagina) e reperti
di età romana. |
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La natura nella valle del Taverone |
Soggiornando
oggi sul territorio comunale di Licciana Nardi si possono
fare passeggiate a piedi o a cavallo lungo gli antichi sentieri
della Via Francigena. Il torrente Taverone, nel periodo
invernale, consente emozionanti discese in canoa o kayak.
Se, partendo dal fiume Magra, al quale il Taverone da un
consistente contributo di acque limpide e fresche, si risale
il suo corso ci si trova immersi in un paesaggio dolce e
pianeggiante, incorniciato da campi coltivati e da verdi
colli. Il corso d'acqua scorre tranquillamente sotto
l'occhio attento di alcune costruzioni feudali come i
castelli di Monti e Pontebosio, il palazzo malaspiniano e
l'antica rocca di Licciana, il possente maniero di Bastia.
In quel di Pontino, nelle vicinanze di Varano, quando l'aria
diventa più frizzante perché dalle colline ci si avvicina
alle montagne, il fiume si divide in due: a sinistra scende
il Taverone di Linari, a destra il Taverone che nasce sopra
Camporaghena.
Seguendo il primo corso si sale sempre più in alto, in
direzione dei resti della millenaria Abbazia di Linari, del
valico del Lagastrello, della fresca distesa del Lago di
Paduli.
L'altro corso, quello più lungo, raggiunge invece la romana
Crespiano, il medievale castello di Comano ed ammira le case
rossastre e i verdi prati di Camporaghena.
In tutte e due i casi un turista si trova immerso in un mondo
alpestre, dominato da vette che si avvicinano ai duemila
metri, nel quale i torrentelli si scavano il letto tra aspre
rocce in mezzo alle quali guizzano le argentee e rinomate
trote. Questi piccoli corsi d'acqua scorrono sinuosi in
mezzo a faggete, ontani, boschi di quercia e carpino,
secolari castagneti prima di riunirsi in un solo fiume che
porta a valle il canto delle selve accarezzate dal vento, lo
scampanio delle greggi al pascolo, il profumo dei muschi e
delle felci, il ricordo dei prati in fiore. |
Testi consultati: vedi pagina principale "La Lunigiana" |
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Close Up |
Fotografie, eventi, turismo,
storia e news del territorio... |
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Manuale
del cicloturista |
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Per la realizzazione
delle immagini presentate in questo sito gli spostamenti sul
territorio della Lunigiana storica sono stati effettuati con una
bicicletta. In questa piccola guida sono state perciò condensate
varie esperienze logistiche e tecniche derivanti dall'utilizzo
turistico di questo mezzo di locomozione... |
Itinerario cicloturistico verso
il Passo del Lagastrello |
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Bisogna arrivare a
1.200 metri di quota in 37 km, quindi il percorso è impegnativo.
Complessivamente si sale sempre ma l'ascesa vera e propria
inizia da Licciana Nardi. Poco oltre Tavernelle ci troviamo
ai piedi del Monte Giogo e per arrivare al Lagastrello dobbiamo
ancora percorrere 12 km che, sulla carta, hanno una pendenza
non trascurabile... |
Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove parte questo sito... |
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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati. |
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Le
vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di
pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero
a confronto la loro cultura con quella dei territori
attraversati... |
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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del
periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti.
Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la
somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non
essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle,
basiliche e monasteri... |
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Castelli medievali
In Italia
la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi
castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi
e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri
un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti... |
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La Ferrovia Pontremolese
In origine la linea
ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori
per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e
durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento
strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre
un 50% del percorso... |
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