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Terra della Luna

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  CHIP (Mensile di micro e personal computer) - n° 4 aprile 1984 - Oltre a vari test, la rivista presenta uno "Speciale Usa" avente come oggetto un viaggio nella Silicon Valley

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Archivio di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri

 

FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

Close Up

Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news,
eventi e storia del territorio

  Cicloturismo nella Lunigiana Storica

Itinerario cicloturistico
alle radici del fiume Magra

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E' un percorso che consente di raggiungere la Valdantena e il borgo di Pracchiola, lungo la strada del Passo Cirone. Siamo nel comune di Pontremoli e l'altezza massima raggiunta è di circa 700 metri. Alle spalle di Pracchiola nasce il fiume Magra, con una cascatella conosciuta come "Piscio"...

Itinerario cicloturistico sulle
strade del miele e del castagno

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Trattasi di un percorso semi-circolare che attraversa vari comuni della Lunigiana, tra i quali quello di Mulazzo. Ci si sposta sulle colline che si affacciano lungo le due sponde del fiume Magra, in un comprensorio dove vengono prodotti il miele e la farina di castagne a marchio DOP...

Itinerario cicloturistico
con transito a Podenzana

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E' un percorso collinare e panoramico, quasi circolare, che si sviluppa lungo diverse strade a scarso traffico. L'itinerario presenta due salite importanti: la prima è quella che da Albiano Magra porta al bivio per il Passo dei Solini, sull'Alta Via dei Monti Liguri; la seconda è quella che collega Aulla a Bibola, storico borgo lungo il sentiero di monte della Via Francigena...

Itinerario cicloturistico
attraverso il Passo dei Solini

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Trattasi di un percorso completamente circolare che si svolge in Val di Magra, Lunigiana e Val di Vara. Lo spostamento tra queste due ultime aree geografiche avviene attraverso il Passo dei Solini, posto a 575 metri sul livello del mare. Attraverso questo valico transita anche l'Alta Via dei Monti Liguri...

Itinerario cicloturistico
verso il Passo del Lagastrello

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Bisogna arrivare a 1.200 metri di quota in 37 km, quindi il percorso è impegnativo. Complessivamente si sale sempre ma l'ascesa vera e propria inizia da Licciana Nardi. Poco oltre Tavernelle ci troviamo ai piedi del Monte Giogo e per arrivare al Lagastrello dobbiamo ancora percorrere 12 km che, sulla carta, hanno una pendenza non trascurabile...

Acque minerali e termali
Sul territorio che anticamente faceva parte della Lunigiana storica ci sono moltissimi punti di sbocco di sorgenti naturali che hanno vita autonoma rispetto agli acquedotti pubblici...

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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani,
da dove parte questo sito...

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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati...

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La Via Marchesana
E' una strada storica che in epoca medievale veniva utilizzata dalla famiglia Malaspina per raggiungere i propri possedimenti in alta Italia. Il tracciato parte da Aulla, in Lunigiana, per raggiungere la città di Pavia in Lombardia...

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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti. Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle, basiliche e monasteri...

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La Disfida degli Arcieri
A Fivizzano si svolge ogni anno,
nel mese di luglio, la rievocazione
di una competizione avvenuta
nel 1572 e tramandata
da Frate Tommaso...

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SIMPOSIO LUNENSE 2022 - Gruppo di artisti presenti alle premiazioni

Simposio Lunense a Fivizzano
E' un manifestazione di scultura alla quale partecipano artisti nazionali ed internazionali. Per l'occasione la città si trasforma in una bottega d'arte a cielo aperto alla quale fanno da corollario convegni, spettacoli, concerti, con la presenza di vari ospiti illustri...

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SIMPOSIO LUNENSE 2023 - Daniela Guzzinati mentre lavora sul suo mosaico

Il Premio Bancarella
Sintesi di una passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli...

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Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al torchio
una decina di titoli...

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La Festa del Libro e dei Fumetti
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore. Il borgo infatti è universalmente conosciuto come "Il paese dei librai". Dal 2020 vi si svolge anche un festival dedicato ai fumetti che coinvolge vari protagonisti del mondo della nona arte...

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Castelli medievali
In Italia la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti...

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Il Giro della Lunigiana
Corsa ciclistica internazionale
per la categoria juniores..

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PIGNONE - Una ruspa dei Vigili del Fuoco intenta a liberare il greto del torrente dal legname accumulatosi durante il nubifragio del 25-10-2011

Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
La concentrazione della pioggia, in alcune aree dello Spezzino e della Lunigiana, ha raggiunto livelli tali da originare una vera e propria apocalisse. Pesantemente colpito anche il territorio del comune di Mulazzo...

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Incendio a Stadano di Aulla
Il 25 agosto del 2011 un incendio di vaste proporzioni ha interessato i boschi nelle cosiddette "lame di Aulla", tra Stadano e Podenzana. Nel rogo infernale sono andati distrutti circa 80 ettari di boscaglia e il fuoco è arrivato a lambire anche un gruppo di case di residenti...

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Fotografie © GIOVANNI MENCARINI

 

Sfondi per desktop

  SFONDI PER DESKTOP - Fiore giallo

Fiore giallo

  SFONDI PER DESKTOP - Bacche rosse

Bacche rosse

 
La Lunigiana  Titolo di testa - La Lunigiana (3)    (3)

Località e territorio

 

Morfologia

Liguri Apuani

Alpi Apuane

Antiche ricette

Miele DOP

Prodotti naturali

 

Comuni,
arte, turismo,
trasporti,
economia e
gastronomia

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MULAZZO

Il borgo di Mulazzo rappresenta una delle sedi storiche malaspiniane più importanti. Lo testimonia il Centro Culturale di Studi Malaspiniani, area di studio ricca di documenti inediti riguardanti i Marchesi Malaspina e che offre un esauriente resoconto della vita di Alessandro Malaspina.
Mulazzo sorge su un alto colle che domina tutta la vallata sottostante e dal quale la vista spazia su monti dell'Appennino Tosco Emiliano e delle Alpi Apuane. Il territorio si è finora connotato col suo fronte collinare e montano, ricco di zone boscate a castagno, dotato di piante cedue e di terrazzature e con la maglia poderale di fondovalle coltivata a vite e promiscuo. Una zona ideale sotto il profilo naturalistico e ambientale, ricca di prodotti del bosco e sottobosco, e dove sono possibili i tradizionali svaghi della caccia e della pesca nelle numerose riserve e aree a regolamenti specifici.
Le origini di Mulazzo risalgono forse alla dominazione bizantina, come testimoniato dalle caratteristiche costruttive della torre pentagonale (detta oggi Torre di Dante) che apparteneva probabilmente al Limes Bizantino di difesa contro i Longobardi, i quali si affermarono sul territorio quando l'imperatore Federico II concesse il possedimento ad Obizzo Malaspina, discendente diretto di tale nobiltà.
Nato come Castello feudale laico (il maniero originario verrà abbattuto nel XVI secolo per costruirne uno nuovo dall'altro lato del paese), nel 1221 divenne la capitale dei domini della famiglia Malaspina dello "Spino Secco", sotto Corrado I° il grande.
Il borgo di Mulazzo mantiene ancora oggi l'originaria struttura avvolgente, con stretti vicoli e passaggi voltati. In Piazza Malaspina si trova una statua di Dante Alighieri che ricorda la presenza del sommo poeta in Lunigiana nel 1306, impegnato a trattare la pace tra il vescovo conte di Luni e la casata di cui era ospite.
A testimonianza dell'evento rimane oggi a Mulazzo una torre pentagonale, chiamata appunto "Torre di Dante", declamata anche da Ceccardo Roccatagliata Ceccardi in una nota epigrafe. Si narra che, all'ombra della torre, Dante abbia atteso alla stesura di alcuni canti della Divina Commedia.
Celebri rimangono i versi dell'VIII canto del Purgatorio con i quali il sommo poeta loda l'ospitalità di Francesco Malaspina.
Nel distretto di Mulazzo la famiglia Malaspina, contravvenendo al costume germanico, governò con potere indiviso per cinque secoli, nonostante gli appetiti delle grandi potenze che qui si fronteggiavano: Genova, Firenze e Milano. L'ultimo rappresentante fu il marchese Azzo Giacinto, nobile progressista e riformatore illuminista, che accolse col tricolore alzato sulla torre degli avi l'esercito napoleonico. Il dominio malaspiniano terminò col regno degli Este e sotto Francesco IV di Modena.
Oggi sopra il colle del centro storico, in luogo delle turrite cortine difensive che dovettero caratterizzare il borgo medievale, si eleva la facciata della Chiesa di San Nicolò, nel suo assetto settecentesco, che ebbe il carattere di cappella palatina. Essa forma un corpo unico col palazzo marchionale, sede del Centro Studi dedicato ad Alessandro Malaspina.
Il comune di Mulazzo è ricco di frazioni. Una di queste, Montereggio, è nota in ambito nazionale ed internazionale per essere "Il paese dei Librai".
Anche Parana si vanta di essere uno dei paesi che hanno dato origine al Premio Bancarella. Della frazione infatti è originaria la famiglia Maucci, fondatrice di una grande dinastia di editori e librai che per non arrendersi alla miseria si inventarono questa attività di venditori giramondo, portando sulle spalle una gerla piena di carta stampata.
Percorrendo la Statale n° 62 della Cisa si resta ammirati nell'osservare l'imponente complesso del castello e del borgo di Lusuolo, allineati ordinatamente sul promontorio, con le case affacciate verso valle, sostenute da un lungo loggiato di robuste volte a botte in pietra, perpendicolari alla collina. Lusuolo domina il piano di Aulla-Terrarossa e, per la sua posizione strategica, non ebbe mai vita facile e si trovò spesso al centro di numerose divisioni ereditarie. Nel 1355 divenne capoluogo di un vasto territorio; nel 1499 venne raso al suolo dalla Repubblica di Genova; nel 1575 fu costretto a sottomettersi al Granducato di Toscana dalle truppe di Cosimo I De' Medici.
Oggi Lusuolo è un borgo suggestivo, con dimore di nobili origini ed una struttura lineare a capo della quale si pongono la Chiesa di San Matteo Apostolo e il restaurato castello che ospita il Museo dell'Emigrazione delle  Genti di Toscana.

 
PODENZANA

Il piccolo comprensorio del Comune di Podenzana è costituito dal territorio omonimo e quello della località Montedivalli. Non esiste un capoluogo con questo nome e quindi tutta la comunità è suddivisa in 32 frazioni, come ci ricorda un'artistica fontana posta di fronte al Municipio. A Montedivalli, durante alcuni scavi archeologici, è venuta alla luce una necropoli con urne funerarie risalenti a circa 2500 anni fa e contenenti numerosi oggetti di argento lavorato. Caratteristica della zona la Pieve di Sant'Andrea, detta anche del Castello, che per la sua bellezza è stata dichiarata monumento nazionale. La sua costruzione sembra risalire al VI secolo. L'edificio è affiancato da un pittoresco

PODENZANA - Paesaggio invernale con fiume Magra

A sinistra panorama
invernale di
Podenzana e fiume
Magra; a destra
la Pieve di
Sant'Andrea

MONTEDIVALLI - La Pieve di Sant'Andrea del Castello
campanile barocco e presenta un caratteristico portale maggiore con motivi barocchi del 1643. All'interno troviamo una statua della Madonna con Bambino e interessanti sculture medievali.
Il comune di Podenzana, che si raggiunge attraversando il ponte sul Magra nei pressi di Aulla, è un agglomerato di più paesi sorto su di una collina. La sua esistenza era già nota nell'884, al tempo della contesa tra i Malaspina e i Vescovi di Luni, col nome di "Potentiana".
Come tutti i borghi della Lunigiana che si rispettino è dotato di un castello, ricostruito più volte in seguito a varie distruzioni succedutesi nel tempo.
Dal Santuario della Madonna della Neve o del Gaggio è possibile ammirare tutta la vallata sottostante nella quale scorre il fiume Magra, la dorsale appenninica e il crinale a settentrione delle Alpi Apuane.
Nel retro dell'altare è conservato un castagno sul quale la tradizione vuole che sia apparsa la Madonna. L'avvenimento viene celebrato il 5 agosto con numerose cerimonie e l'allestimento di una fiera. Sul territorio del comune di Podenzana sono numerose le "maestà", edicole con bassorilievi di marmo o pietra, erette nei crocicchi delle strade dalle famiglie più facoltose e raffiguranti appunto la Madonna, ma anche altri santi. Il comprensorio comunale è piuttosto avaro di risorse economiche, ma ricco di tradizioni antiche. Buona la presenza turistica legata all'ambiente e ai prodotti della gastronomia locale. Una cucina semplice e genuina nella quale spiccano i famosi "Panigacci", costituiti da un impasto di farina, acqua e sale e cotti nella terracotta. Possono accompagnare qualsiasi tipo di pietanza o essere gustati da soli, conditi con pesto o salsa di funghi o semplice olio extravergine di oliva e parmigiano.
LICCIANA NARDI
Ubicata dentro la gola appenninica scavata dal torrente Taverone, Licciana era un tempo costituita da tanti piccoli borghi.
Questa località fu abitata sin dai tempi remoti grazie alla sua felice posizione sulla strada che, da un lato, porta ai passi del Lagastrello (un tempo Linari) ed Ospedalaccio e, dall'altro, la collega ad Aulla e alla Garfagnana. L'antica "strata Lizane" era detta anche "Via del Sale" in quanto utilizzata per il trasporto (ed il contrabbando) del sale dal Mar Tirreno alla Pianura Padana.
Questa parte "alta" della Lunigiana,, a ridosso del crinale delle montagne, è sempre stata un territorio strategico sulle vie più rapide che dal nord Italia portavano a sud, verso il Mar Tirreno, valicando gli Appennini. Possedere anche solo una piccola parte di questo territorio permetteva di controllare l'accesso ai valichi, e dava anche il potere economico di imporre dazi doganali su tutte le merci che li attraversavano in entrambe le direzioni.
Per questo motivo i potenti di ogni epoca hanno ingaggiato lotte furibonde per la spartizione di questa terra di confine, che era un fattore importante per l'incremento delle loro fortune. E ciò ha reso la storia della Lunigiana complessa e molto diversa da quella del resto della Toscana.
A breve distanza dall'alto Valico del Lagastrello era ubicata l'Abbazia di San Salvatore e San Bartolomeo di Linari, fondata intorno all'anno Mille e retta dai monaci Benedettini, che ebbe grandissima importanza, vuoi per la vasta giurisdizione di cui godeva, vuoi per la sua posizione sulla frequentata strada che consentiva i commerci attraverso l'Appennino. Dopo secolari vicende ed un cospicuo accumulo di beni, ricevuti con le donazioni, il monastero conobbe momenti di decadenza che, nel XVI secolo, condussero alla sua soppressione. L'Abbazia venne smantellata da Papa Gregorio XIII, con una bolla spedita da Frascati il primo ottobre del 1583 ed i suoi beni vennero aggregati a quelli del Convento di San Giovanni Battista degli Agostiniani di Fivizzano.
La fondazione di Licciana risale al secolo XI, ma il suo fiorente sviluppo avvenne però a partire dal XIII secolo quando i conti Malaspina vi eressero un imponente castello ed una cinta muraria munita di torri, in parte superstiti. Per rendere più sicuro il territorio venne costruita anche una fortezza sulla riva opposta del torrente Taverone, quella di Castel del Piano, oggi ridotta ad un rudere.
Nel corso dei secoli le antiche fortificazioni vennero ristrutturate ed il castello dei Malaspina venne trasformato in una residenza signorile.
Con alterne fortune, i Malaspina conservarono il potere fino a metà del 1500 quando i figli di Spinetta Malaspina si spartirono l'eredità: Suvero e Podenzana a Leonardo; Licciana, Panicale, S.Martino e Molisana a Jacopo; Terrarossa, Bastia, Pontebosio e Baccana a Fioramonte. A Morello toccò Monti.
Il Feudo di Terrarossa nel XVII secolo passò sotto il dominio di Firenze, che lo aveva acquistato nel 1617. Qualche anno dopo i fiorentini occuparono anche Monti. Nel 1797, con l'editto del generale Chabot, gli ex feudi di Lunigiana vennero inglobati nella Repubblica Cispadana, mentre la parte toscana rimase sotto il Granducato di Leopoldo.
IL CAPOLUOGO - Licciana Nardi, come tutti i borghi della Lunigiana è caratterizzato da un antico castello, oggi di proprietà privata, il cui aspetto attuale risale al XVI secolo. La piazza principale è circondata dal Palazzo del Municipio. La cittadina prende una parte del suo nome da Anacarsi Nardi.
I moti risorgimentali del 1821 non ebbero grossi contraccolpi in zona.
Quelli del 1831 invece videro protagonisti Biagio Nardi e suo nipote Anacarsi, ambedue originari di Apella. In loro memoria, dal 1933, il Comune di Licciana ha assunto la desinenza Nardi. Nel 1961, durante una solenne cerimonia, i cittadini di Licciana eressero una statua in marmo adiacente al castello per testimoniare il loro riconoscimento a questi martiri del Risorgimento italiano.
Da visitare la chiesa dedicata ai Santi Giacomo Maggiore e Cristoforo, ricca di affreschi raffiguranti gli Evangelisti, con pianta a croce greca al cui centro si eleva la cupola. Fu costruita dal marchese Giacomo III Malaspina e ricostruita nel 1705 sul luogo dove anticamente sorgeva la chiesa di San Valeriano. Il matroneo della chiesa è collegato al castello attraverso un porticato coperto a due archi che segna l'inizio del borgo: veniva utilizzato dalla marchesa Amadea Malaspina per assistere alle funzioni religiose senza transitare lungo la pubblica strada.
LA FRAZIONE TERRAROSSA - Gli studiosi concordano nell'identificare Terrarossa con Rubra, stazione itineraria ricordata dall'Anonimo Ravennate in un contesto di attraversamento del Magra in direzione della Liguria. Il toponimo non si riferisce però all'odierno abitato, ma probabilmente ad una località collinare di cui non resta traccia.
Terrarossa sembra essere il Borgonovo del 1126 e la sua chiesa, intitolata a San Giovanni, dipendeva dall'Abbazia di San Caprasio di Aulla. L'abitato si consolidò, come piccolo borgo fortificato e, nel 1221, fu compreso tra i feudi dello Spino Fiorito ed annoverato tra i possedimenti dei signori di Olivola. Nel 1407 fu venduta ai marchesi di Villafranca  e seguì le sorti del capoluogo. Nel 1535 passò ai marchesi di Bastia finché pervenne al marchese Fabrizio che, nel 1574, vi fissò la sua dimora. Costui, essendo molto impegnato presso i granduchi di Toscana, nel 1617 decise di vendere loro il feudo.
Il Castello di Terrarossa presenta oggi l'aspetto di una dimora signorile fortificata, pur possedendo gli attributi difensivi "alla moderna" ancora visibili nei baluardi aguzzi delle torri angolari. Il maniero ha riposto la ferrigna armatura per somigliare ad una villa, ad una residenza di campagna che, ai tempi, univa al presidio territoriale la conduzione agricola del fondo. E' un'opera che non fu mai ultimata: ancora oggi si vedono le murature perimetrali predisposte per un completamento mai eseguito. Inoltre ha subito l'abbandono e l'incuria per molti anni.
Mediante una radicale opera di restauro è stato poi restituito alla fruizione pubblica, diventando sede di un ostello per pellegrini in transito lungo la Via Francigena ed un edificio attrezzato per ospitare convegni, cerimonie e manifestazioni culturali.
ALTRE FRAZIONI - Centro di interesse è la quattrocentesca Taponecco, che presenta strutture murarie e architettura molto particolari: ci troviamo infatti di fronte ad un borgo in galleria, caratteristica derivante dalla sua antica natura di fortificazione di sorveglianza a difesa della strada di valico. Nelle mura possenti di questa località sembrano potersi scorgere i resti di un edificio massiccio dalla cui torre si scorge quella di Varano, a marcare un territorio che aveva funzioni difensive.
Di sicuro questa zona ha ospitato persino insediamenti preistorici, come testimonia una statua-stele ritrovata nel 1975, catalogata come "Taponecco n. 49", ed oggi esposta al Museo delle Statue Stele di Pontremoli.
Proseguendo sulla medesima strada, poco oltre, si trova Apella, patria dei Nardi, uno dei più antichi insediamenti abitativi, posto a 660 m. slm sull'Appennino Tosco-Emiliano. A circa 1 km. dal paese, in posizione strategica, c'è una maestosa torre di avvistamento, costruita nell'anno 1000. Ampliata a rocca di difesa nel Tredicesimo secolo, divenne in seguito la torre campanaria al servizio di una sottostante abbazia (1700). Il complesso stava accusando i mali del tempo, principalmente dovuti all'abbandono, alle guerre, ad eventi sismici finché, nel 1995, l'imprenditore Mario Maffei decise di operare degli interventi di restauro per riportarla all'antico splendore. Oggi è sede di una rinomata azienda agrituristica, posta all'interno di una riserva di 600 ettari, che comprende anche un albergo-ristorante nel quale vengono serviti cibi tipici locali, biologici e sani, di propria produzione.
Già nel XIII secolo il Castello di Bastia aveva una funzione prettamente militare e difensiva contro le armi da fuoco tanto che, nel XVI secolo, Ludovico Ariosto gli attribuì l'appellativo di "inespugnabile".
Bastia è una amena frazione che si può ammirare alzando lo sguardo sulle colline ad oriente di Licciana. La nascita di questo borgo era funzionale per la difesa del fondovalle sottostante dove si incrociavano la via per l'Emilia, attraverso l'Abbazia di Linari al Passo del Lagastrello ed al Passo dell'Ospedalaccio, e la via che dal Passo di Tea portava a Lucca (Via del Volto Santo).
La dedicazione della chiesa del castello a San Jacopo Apostolo testimonia il collegamento con Santiago de Compostela ed il culto Jacopeo.
Dal lato opposto della vallata, lungo la strada collinare che conduce a Bagnone, troviamo il borgo di Panicale le cui prime notizie risalgono al 1077 quando viene menzionato nella donazione di Arrigo IV agli Estensi. Il paese si sviluppa attorno ai resti dell'antica rocca trasformata poi in palazzo signorile, abitato fino alla loro morte dai discendenti della famiglia Medici. Il palazzo fa bella mostra di sé sulla piazzetta che si incontra varcando l'antica porta del centro storico, che doveva essere circondato da mura con torri circolari lungo il perimetro. Da visitare anche la bellissima casa-torre quattrocentesca.
Nella frazione Monti la Pieve di Santa Maria Assunta di Venelia figurava già nel 998 tra i possedimenti del vescovo di Luni, assieme a quelle di Urceola, Castevoli e Soliera. Del periodo romanico rimangono l'abside, a grandi bozze di arenaria, e qualche frammento architettonico inglobato nell'attuale costruzione risalente al XVIII secolo, con orientamento ruotato rispetto all'asse originario.
Giova ricordare che la chiesa è stata ricostruita dopo essere andata completamente distrutta dal terribile terremoto del 1920 che seminò morte e distruzione in tutta la Lunigiana.
Il nome arcaico di Monti "Venelia" è di origine ligure e, con tutta probabilità, rimanda ad una divinità precristiana. La frequentazione di quest'area è documentata dal ritrovamento di Statue Stele (vedi link "Liguri Apuani" in testa alla pagina) e reperti di età romana.
TERRAROSSA - Il fiume Magra con sfondo le vette innevate dell'Appennino Tosco-Emiliano Il fiume Magra
nei pressi di
Terrarossa
Soggiornando oggi sul territorio comunale di Licciana Nardi si possono fare passeggiate a piedi o a cavallo lungo gli antichi sentieri della Via Francigena. Il torrente
Taverone, nel periodo invernale, consente emozionanti discese in canoa o kayak. La zona è ricca di locali tipici dove si può gustare l'ottima cucina lunigianese.
A Licciana Nardi riveste particolare importanza la manifestazione "Premio Lunigiana Storica", una borsa di studio annuale per tesi di laurea su argomenti storici, letterari, economici, geografici, architettonici, scientifici ecc. relativi al passato e al presente della Lunigiana Storica. Viene inoltre, assegnato un Premio Giornalistico (quotidiani e periodici) e Televisivo, volto a divulgare le peculiarità culturali e paesaggistiche del territorio. Al premio "Tesi di Laurea" possono concorrere studenti italiani e stranieri, autori di una tesi sulla Lunigiana. Anche al premio giornalistico possono partecipare rappresentanti della stampa di nazionalità straniera.
 
Grafica titolo argomento  Il Premio Lunigiana Storica

Per la sua posizione strategica la Lunigiana Storica - vale a dire il territorio dell'antica diocesi di Luni - è stata fortemente ambita da potenze italiane ed europee, in particolare nel Medioevo e nell'Età Moderna. La attraversava infatti la più importante strada che collegava l'Europa con Roma e l'Italia Meridionale, peraltro nel tratto che valicava gli Appennini. Un percorso, quindi, da controllare e fortificare per sottrarlo ad altre potenze e per condizionare o interdire il passaggio delle loro mercanzie e delle loro truppe.
Per questo la Lunigiana Storica ha subito una frammentazione continua ed è oggi divisa tra ben tre Regioni: Toscana, Liguria ed Emilia. Terra di emigranti, fu caratterizzata da circolazione di idee e non solo di eserciti, oltre che da stratificazioni di domini e culture diverse, che hanno lasciato segni indelebili della loro presenza: dai numerosissimi castelli ai borghi pieni di fascino. Ha però conservato una straordinaria unità culturale, di costumi, di tradizioni e persino linguistica.
Ecco perché il Comune di Licciana Nardi e l'Universitas Lunianensis, di cui fanno parte docenti universitari, studiosi territoriali e tutte le principali associazioni culturali della Lunigiana - nel 1983 - hanno dato vita al Premio Lunigiana Storica.
Coloro che partecipano devono presentare tesi di laurea e di dottorato di ricerca su personaggi ed argomenti di rilevante interesse (storici, letterari, economici, geografici, architettonici, scientifici ecc.) relativi al passato e al presente della Lunigiana Storica.
Sono previsti anche premi speciali per tesi di laurea sulla Lunigiana, in grado di apportare significativi contributi in ambito economico, ambientale, storico, artistico o archeologico.
E' stato parimenti istituito un Premio Giornalistico (quotidiani e periodici) e Televisivo, con cadenza biennale, volto a far meglio conoscere, anche alle nuove generazioni di Lunigianesi, le peculiarità culturali e paesaggistiche del territorio.
Il Premio è aperto a studiosi italiani e stranieri: per maggiori informazioni fare riferimento all' all'Assessorato alla Cultura del Comune di Licciana Nardi.

Grafica elenco puntato - Fonti  Fonti:
Istituto Internazionale di Studi Liguri - Sezione Lunense;
Assessorato alla Cultura del Comune di Licciana Nardi
ALESSANDRO MALASPINA - NAVIGATORE E UOMO DI SCIENZA

Alessandro Malaspina, nato a Mulazzo nel 1754, era noto soprattutto per le sue imprese nautiche e, particolarmente, per la grande spedizione scientifica - condotta al servizio della Spagna di Carlo IV - che durò cinque anni e durante la quale attraversò due oceani, alla ricognizione di tutte le coste ed in particolar modo alla ricerca del leggendario "Passaggio a Nord-Ovest" - che si pensava mettesse in comunicazione l'Oceano Atlantico con quello Pacifico. Con l'ausilio di scienziati e con una dotazione tecnica all'avanguardia, rispetto ai tempi, verificò le cognizioni geografiche, cartografiche ed etnografiche, su rotte fino ad allora poco note, raccogliendo materiale di documentazione scientifico-politica circa le terre e le popolazioni visitate, quasi tutte colonie spagnole.
Per le imprese compiute al comando delle due corvette Descubierta ed Atrevida Alessandro Malaspina era considerato un emulo di Cook, non secondo neppure a Vancouver e Bouganville.
Nel 1984 venne presentato a Mulazzo un volume di Dario Manfredi, contenente gli aspetti meno conosciuti del nobile lunigianese. Il libro, dal titolo "Alessandro Malaspina dei marchesi di Mulazzo; le inclinazioni scientifiche e riformatrici" era edito dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri - sezione lunense della Spezia - e dal Centro Aullese di Ricerche e Studi lunigianesi. Il grande pubblico venne così a conoscenza delle sue attività nel campo più strettamente scientifico dell'etnografia, del folklore, della fisica, dell'economia e dell'amministrazione, presentate attraverso sue lettere inedite. Il libro contiene anche interessanti appunti del grande storico pontremolese Manfredo Giuliani, raccolti per un'altra pubblicazione che invece non era mai andata in stampa.
Possiamo così apprendere che le ricerche del Malaspina (e quelle degli scienziati che lo accompagnarono nella spedizione) avrebbero avuto notevole importanza anche nel campo della botanica e della zoologia, se tutte le fatiche del viaggio non fossero state disperse ed occultate quando era ormai trascorso un secolo.
Occorre infatti rammentare che Alessandro Malaspina, inviso all'"entourage" del primo ministro Godoy, incappò in un complotto politico. Fu infatti processato e carcerato dietro la speciosa accusa di eresia e di cospirazione, oltre che con la calunnia d'aver intrattenuto una relazione con la stessa regina di Spagna.
Recluso per lungo tempo nel Castello de La Coruna, riconquistò la libertà per interessamento di Napoleone e poté fare ritorno in patria dove morì, nel 1810, a Pontremoli.
Gli studi del Giuliani mettono in luce anche la figura politica attribuibile all'illustre Malaspina.
Nel 1936 alcuni intellettuali lunigianesi, tra i quali Pietro Orlandini, Pietro Ferrari e Manfredo Giuliani, fecero apporre una lapide commemorativa sulla porta di accesso al borgo di Mulazzo e l'interesse verso Alessandro generò, da allora, studi e ricerche che vennero portate avanti congiuntamente in Spagna e in Italia, con mostre e convegni.
Il Comune di Mulazzo gli ha intitolato il Palazzo Malaspina, ex sede comunale, oggi centro di studi e documentazione.

 
■  Sculture in legno del maestro d'ascia Gino Fogola
Percorrendo la strada che da Arpiola conduce verso la Madonna del Monte e Montereggio, quando si transita in località Crocetta non si può fare a meno di notare le sculture in legno del maestro d'ascia Gino Fogola. Queste figure, ricavate dall'intaglio di vecchi tronchi di legno, rappresentano animali e personaggi di vario genere e molte di loro hanno una grandezza simile al naturale.
SCULTURE DI  GINO FOGOLA - Donna che prega in ginocchio SCULTURE DI GINO FOGOLA - Capanna della Natività con nuovi personaggi al dicembre 2018 SCULTURE DI GINO FOGOLA - Figure di persone che ti osservano dietro le tendine di una finestra SCULTURE DI GINO FOGOLA - Cavallo ancora in fase di lavorazione
Ogni anno che passa l'esposizione si arricchisce di qualche pezzo. Nel 2015 è stata iniziata una capanna della Natività che crea una suggestione particolare, specialmente durante le feste natalizie.
Le opere di Gino Fogola sono collocate anche presso il Santuario della Madonna del Monte, mentre alcuni volti umani sono scolpiti sui tronchi degli alberi nei pressi della sua abitazione.
■  Castighi e miracoli a Mulazzo
I Marchesi di Mulazzo si contendevano, con gli altri Malaspina lunigianesi, regole di severa ed estrema giustizia. Per esempio, coloro che attentavano alla loro vita venivano trascinati, legati alla coda di un asino, sino al luogo di giustizia, dove subivano l'asportazione degli occhi, il taglio di mani e piedi e la condanna a morte per impiccagione.
Ma ci sono anche storie liete ed intessute di miracoli, come quello relativo ad un Santuario della Madonna che inizialmente doveva essere costruito vicino al paese di Torsela.
I lavori iniziarono ma, ad un certo punto, per più notti, dal cantiere vennero asportati degli attrezzi edili.
Una mattina alcuni contadini videro una colomba bianca che li depositava sul monte sovrastante l'abitato. Ritenendo il fatto un'indicazione miracolosa, venne presa la decisione di spostare in quel luogo il Santuario, in seguito denominato Madonna del Monte.
■  Proverbi dell'eccentrica marchesa Brignole-Sale
Molte leggende lunigianesi sono legate al carisma di alcuni personaggi delle illustri famiglie feudali locali.
A Gavedo, per esempio, la 2a domenica di settembre si svolge una processione con una Madonna che veste gli abiti donati dalla Marchesa Brignole-Sale che, devotissima, fece riedificare la facciata della chiesa voltata verso il suo palazzo, per poter assistere alle funzioni religiose senza spostarsi da casa.
Si narra che questo eccentrico personaggio, il 1° di gennaio di ogni anno, declamasse ai sudditi delle previsioni in forma di proverbio, del tipo: "Se gennaio mette erba, chi ha del pan ne serba".
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