|
|
|
Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
|
FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA
|
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
Close
Up |
Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news,
eventi e storia del territorio |
|
Itinerario cicloturistico sulle
strade del miele e del castagno |
|
Trattasi di un
percorso semi-circolare che attraversa vari comuni della
Lunigiana, tra i quali quello di Villafranca. Ci si sposta
sulle colline che si affacciano lungo le due rive del fiume
Magra, in un comprensorio dove vengono prodotti il miele e
la farina di castagne a marchio DOP. |
Itinerario cicloturistico
lungo le strade del vino |
|
E' un percorso collinare
che, all'andata, consente di spostarsi tra Aulla e Fivizzano senza
impegnare la Statale n° 63 del Cerreto. Durante il tragitto ci si sposta
anche su alcune "Strade del Vino dei Colli di Candia e di Lunigiana".
Il territorio è quello dei rilievi montuosi che separano la Valle del
Taverone da quelle dei torrenti Rosaro e Aulella. |
Vini DOC delle Cinque Terre
Insieme all'ulivo,
la vite è la coltura più antica della Liguria. Il fiore
all'occhiello della regione sono i vini delle Cinque Terre, ai
quali toccano le prime citazioni storiche, risalenti ai tempi
dei romani... |
|
Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati... |
|
Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo. La Via Francigena non vide solo il passaggio di
pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero
a confronto la loro cultura con quella dei territori
attraversati... |
|
La Via Marchesana
E' una strada
storica che in epoca medievale veniva utilizzata dalla famiglia
Malaspina per raggiungere i propri possedimenti in alta Italia.
Il tracciato parte da Aulla, in Lunigiana, per raggiungere
la città di Pavia in Lombardia... |
|
Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del
periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti.
Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la
somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non
essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle,
basiliche e monasteri... |
|
La Ferrovia Aulla-Lucca
I primi progetti di
questa linea non elettrificata risalgono al 1850,
quando si pensava di collegare Lucca a Reggio Emilia.
Venne ufficialmente apertail 21 marzo del 1959
e oggi alla modernità delle automotrici
"Swing" unisce, ogni tanto, il fascino dei treni d'epoca
e delle sbuffanti locomotive a vapore... |
|
La Ferrovia Pontremolese
In origine la linea
ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori
per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e
durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento
strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre
un 50% del percorso... |
|
Il Premio Bancarella
Sintesi di una
passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli... |
|
La Festa del Libro
e dei Fumetti
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore. Il borgo infatti è universalmente
conosciuto come "Il paese dei librai". Dal 2020 vi si svolge
anche un festival dedicato ai fumetti che coinvolge vari
protagonisti del mondo della nona arte... |
|
Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili
vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al
torchio
una decina di titoli... |
|
Disfida degli arcieri
A Fivizzano la rievocazione di
una competizione avvenuta
nel 1572 e tramandata
da Frate Tommaso |
|
Il Giro della Lunigiana
Corsa ciclistica
internazionale
per la categoria juniores.. |
|
Crollo del Ponte di Albiano
La mattina dell'8 aprile 2020 crollava sul letto del fiume Magra
una struttura storica della viabilità spezzina e lunigianese. La
fine annunciata da un boato assordante e da una grande nuvola di
polvere... |
|
|
Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
La concentrazione della pioggia, in alcune aree dello Spezzino e
della Lunigiana, ha raggiunto livelli tali da originare una vera
e propria apocalisse... |
|
|
|
|
|
|
|
La Lunigiana
BIO |
|
|
|
|
Il miele DOP della Lunigiana
|
La Lunigiana è una terra dalle ambizioni più
diverse, tante realizzate e tante tenute nel
cassetto, in attesa di tempi migliori. E' innegabile
che, al di fuori dei suoi confini, grande fama hanno
raggiunto le tradizioni gastronomiche. La cucina
lunigianese poggia su cardini indiscutibili:
testaroli, panigacci, torte d'erbe,
per citare i più noti. |
|
Comuni,
arte, turismo,
economia e
gastronomia
|
|
|
Fioritura di susino
nella campagna
lunigianese |
|
|
|
|
|
Tra gli alimenti che nel nuovo millennio sono
balzati agli onori delle cronache culinarie spicca
indiscutibilmente il miele, che vanta una davvero
folta schiera di affezionati ammiratori.
Quello della Lunigiana è il primo miele italiano ad avere
ottenuto dall'Unione Europea, nel 2004, il marchio
DOP (denominazione di origine protetta).
Un prodotto inequivocabilmente genuino, generato
da un territorio con scarso inquinamento, vista la
mancanza di poli industriali importanti. La zona di
produzione è relativa a tutti i 14 comuni,
dove un buon numero di apicoltori opera con
ingegno e impegno per preservare una pratica antica,
già fonte di reddito per molte famiglie medievali,
le quali possedevano anche più di un alveare. Da
documenti storici, si apprende che nella Lunigiana
del Cinquecento la titolarità di un alveare dava
origine all'imposizione di una tassa e che
esistevano delle apposite regolamentazioni per il
controllo e la conduzione di attività relative alla
produzione del miele.
Per il miele, la Lunigiana è una terra davvero
baciata dalla sorte, in grado di mettere a
disposizione delle operosissime api colture
adeguate, in un comprensorio caratterizzato da vasti
prati, pascoli, boschi e sottobosco.
In questo importante panorama naturale originano
produzioni del biondo miele di acacia
o del bruno di castagno, le qualità più note, diffuse,
ambite e caratteristiche per la qualità e il sapore.
Il vero gusto della terra può essere riscontrato
anche nel meno diffuso miele d'erica, quello
di mirtillo, di lampone, fino al
millefiori dagli aromi più diversi.
Il miele della Lunigiana è un ottimo prodotto da
tavola, che può essere apprezzato singolarmente o in
abbinamento ad altri cibi. Trova largo uso nella
preparazione di dolci e quello di acacia è un ottimo
rimedio contro le affezioni dell'apparato respiratorio.
Gli apicoltori lunigianesi sono molto conosciuti,
sia in Italia che all'estero, e in questi anni hanno
conquistato numerosi allori nelle manifestazioni e
nelle piazze più importanti del settore... |
RICETTE |
● Muffins al miele e noci |
Ingredienti per 10 muffins:
220 gr. di farina 00, 2 cucchiai di lievito in polvere, 80gr.
di zucchero, un cucchiaio di miele, 2 uova, 120 gr. di burro
fuso, 180 ml di latte, 60 gr. di noci.
Preparazione:
Versare tutti gli ingredienti in un robot da cucina, tranne le
noci, e amalgamare completamente ad una velocità media. In
ultimo aggiungere le noci spezzettate.
Distribuire l'impasto negli stampini imburrati, quindi passare
in forno a 180° per circa 20 minuti. |
|
● Dolce con miele, mandorle e uva sultanina |
Ingredienti per 4-6 persone: 250 gr. di
farina; 200 gr. di burro; 50 gr. di zucchero; 100 gr. di miele;
150 gr. di mandorle tritate; 250 gr. di uvetta sultanina; 100
gr. di ciliegine candite, rosse e verdi, divise a metà; 3 uova;
un bicchierino di brandy; poco più di mezza bustina di lievito
per dolci in polvere; un pizzico di sale.
Preparazione: In una ciotola lavorare il
burro a spuma e poi unirvi lo zucchero, il miele e il sale,
mescolando accuratamente. Aggiungere quindi le uova, una alla
volta, e il brandy continuando a mescolare finché lo zucchero
non sembrerà sciolto. Unire assieme la farina e il lievito dopo
averli passati al setaccio; amalgamare bene aggiungendo le
mandorle e l'uvetta sultanina dopo averla lavata, ammorbidita in
acqua calda, scolata, asciugata ed infarinata. In ultimo,
continuando a mescolare bene, si aggiungono le ciliegine
candite.
Il composto andrà versato in uno stampo rettangolare imburrato e
foderato con carta vegetale imburrata ed infarinata.
La cottura: Richiede circa 60 - 70 minuti in
forno preriscaldato a 180°. Il dolce va servito quando sarà
completamente raffreddato. |
|
● Crespelle con salsa di miele e cannella |
Ingredienti per quattro persone:
140 gr. di farina integrale, 3 uova, 320 ml di latte, un
cucchiaio di burro, un cucchiaio di olio di semi, 200 gr. di
miele, 5 gr. di cannella in polvere (un cucchiaino), 20 gr. di
zucchero a velo, un pizzico di sale fino.
Preparazione (15 min. circa):
Per realizzare le crespelle è necessaria una padellina, meglio
se in materiale antiaderente, di circa 18 cm di diametro e con
il bordo alto almeno 1 cm.
La pastella si prepara versando la farina in una ciotola e
mescolandovi il sale. Nella ciotola vanno poi rotte le uova,
incorporandole alla farina. Per eliminare i grumi, schiacciare
l'impasto contro il fondo e la parete del recipiente, servendosi
di una forchetta. Quindi unire il latte poco alla volta,
continuando a lavorare il miscuglio con la forchetta finché si
formano bollicine. Incorporare poi il burro, fuso a fuoco lento,
mescolando. Il composto va fatto riposare per almeno un'ora in
un luogo fresco (non in frigorifero), mescolando ogni tanto.
La cottura (20 min. circa):
Scaldare la padellina antiaderente e ungerne il fondo con
l'olio. Versare mezzo mestolo di pastella e ruotare il tegame in
modo che il composto si distribuisca uniformemente sul fondo.
Per far questo bisogna togliere la padellina dal fuoco,
altrimenti la pastella si indurirebbe, rendendo impossibile
l'operazione.
Trascorso un minuto, la crespella va girata per proseguire la
cottura ancora 30 secondi. Per girare la crespella si può usare
una paletta o capovolgerla su un piatto per poi farla scivolare
nuovamente nella padellina. Continuare così fino ad esaurimento
della pastella.
Presentazione del piatto:
Scaldare il forno a 220° ed accendere il gas.
Versare il miele in un tegamino e mescolarvi
la cannella. Scaldarlo a fuoco dolcissimo per renderlo fluido.
Spalmare poi il lato di ogni crespella e piegarla in 4.
Adagiarle in una pirofila da portare in tavola, spolverizzandole
con lo zucchero a velo. Passare il tutto in forno per circa 3
minuti, finché lo zucchero diventa scuro. Vanno servite subito. |
|
● Mezzelune con miele e frutta secca |
Ingredienti per la pasta (2 persone):
90 gr. di farina; una noce di burro; 2 cucchiai di farina per la
lavorazione (20 gr.).
Ingredienti per il ripieno:
150 gr. di prugne secche denocciolate; 20 gr. di mandorle
spellate; 5 cucchiai di miele (50 gr. circa); 1 cucchiaio di
acqua di fiori d'arancio (10 ml); 1/2 cucchiaino di cannella in
polvere; 1 tuorlo d'uovo.
Preparazione della pasta: Mescolare in un
pentolino il burro e un cucchiaio di acqua; il burro va fatto
fondere a fiamma dolcissima. Setacciare la farina in una
ciotola, unirvi il burro fuso e mescolare. Aggiungere acqua
fredda, poco alla volta, e contemporaneamente impastare fino ad
ottenere un composto consistente. Avvolgere l'impasto in un
pezzo di pellicola e poi farlo riposare nella parte meno fredda
del frigo per una trentina di minuti.
Preparazione del ripieno: Tritare le prugne
grossolanamente insieme alle mandorle e mettere il trito in una
terrina. Unire poi il miele, la cannella e l'acqua di fiori
d'arancio mescolando il tutto con una forchetta.
Preparazione delle mezzelune: Scaldare il
forno a 180° e foderare una teglia con carta da forno. Dopo aver
tolto la pellicola, riportare l'impasto sul piano di lavoro
infarinato per stenderlo in una foglia sottile (circa 3 mm di
spessore) dalla quale ricavare dei tondini di 12 cm di diametro.
Usando una forchetta, sbattere per 30 secondi il tuorlo
miscelato con un cucchiaio di acqua e passarlo poi sul bordo dei
dischi di pasta in uno strato largo non più di 1 cm.;
suddividere quindi il ripieno su ogni disco. Piegare i dischi a
metà per formare delle mezzelune e premerne il bordo per
sigillare la pasta. Le punte delle mezzelune andranno tirate
delicatamente, per allungarle verso l'esterno, e girate
leggermente su se stesse.
In ultimo cuocerle in forno nella teglia foderata per circa 15
minuti finché non saranno gonfie e appena dorate. Il piatto va
servito caldo. |
NB:
Per velocizzare la preparazione, invece di fare la pasta si può
utilizzare quella per pizza pronta e già stesa. |
|
● Polentina di farro con ceci e miele |
Ingredienti:
200 gr. di semolino di farro; 300 gr. di ceci; mezzo bicchiere
di miele d'acacia; 1 aglio; sale; latte (all'occorrenza).
Preparazione:
Salare l'acqua e lessare i ceci con l'aglio. Versare quindi in
una terrina il semolino di farro, i ceci e il miele. Mettere il
tutto a cottura, a fiamma bassa, per qualche minuto, rimestando
continuamente. Per amalgamarlo bene, se necessario, aggiungere
al composto un po' di latte o acqua. In ultimo passare nel
forno, a temperatura moderata, per far stringere l'impasto
finché la sua superficie non risulterà ben dorata. |
|
● Anatra al miele d'acacia |
Ingredienti per quattro persone:
Un'anatra muta del peso di circa 1,5 kg, 2 cucchiai di miele d'acacia,
un cucchiaio di salsa di soia, 2 cucchiai di aceto di vino rosso,
uno spicchio d'aglio, 30 gr. di burro, 2 cucchiai di olio
d'oliva extra-vergine, sale e pepe.
Preparazione (15 min. + il tempo di marinatura):
Pulire l'anatra e fiammeggiarla per eliminare la peluria
rimasta. Lavarla quindi accuratamente e tagliarla a piccoli pezzi.
In una terrina versare il miele, la salsa di soia e l'aceto;
unirvi lo spicchio d'aglio sbucciato e mescolare finché gli
ingredienti saranno bene amalgamati. Indi mettere i pezzi di
anatra in una ciotola capiente e irrorarli con la salsa appena
preparata; lasciarli marinare per 5-6 ore, rigirandoli di tanto
in tanto. Scolarli e metterli in una casseruola con il burro e
l'olio già caldi e farli rosolare finché saranno dorati da ogni
parte. Salarli, peparli e irrorarli con la salsa della marinata.
La cottura (50 min. circa):
Porre la casseruola in forno preriscaldato a 190° per circa 50
minuti, bagnando l'anatra di tanto in tanto con il sugo di
cottura. A cottura ultimata scolarla e tenerla in caldo fra due piatti.
Eliminare dal fondo di cottura il grasso, unirvi 3 cucchiai di
acqua e mescolare con un cucchiaio di legno. Volendo, disporre
l'anatra su un piatto di portata e irrorarla con la salsa di
cottura ben calda. |
|
|
|
Lunigiana e Val di Vara danno vita alle "Strade
del Miele" |
Un progetto pilota, in linea con quelle che sono le
politiche agricole dell'Unione Europea, è stato inaugurato
nel 2010 dai comuni di
Tresana,
Mulazzo
(Lunigiana) e Calice al Cornoviglio (Val di Vara). Si
tratta della prima "Strada del
Miele", uno degli itinerari che verranno
realizzati per valorizzare questo prodotto tipico, |
notoriamente conosciuto anche
con l'appellativo di "cibo
degli dei". Un'alleanza a cavallo tra
Liguria e Toscana
che fa da apripista ad una maggiore movimentazione
turistica verso un entroterra ricco di memorie
storico-culturali e di bellezze naturali.
Questo perché la ricettività turistica della costa
ligure delle Cinque
Terre è limitata e quindi sono in
atto delle sinergie tra i comuni marini e quelli della |
|
CALICE AL CORNOVIGLIO - Il centro storico |
|
|
Val di Vara per differenziare la presenza dei vacanzieri e
dirottarli verso altrettanto valide forme alternative di
soggiorno. Una guida di questo nuovo tragitto fruibile è
stata realizzata grazie a Banca Carispe.
Il turista-consumatore potrà avere tutta una serie
di indicazioni per spostarsi dall'ambiente marino fino al
comprensorio lunigianese, con possibilità di fare
passeggiate a piedi o a cavallo sul crinale
dell'Alta Via
dei Monti Liguri, e di poter apprezzare gli
eccellenti prodotti enogastronomici degli agriturismo e dei
locali di ristoro presenti lungo la "Strada del Miele".
Potrà inoltre visitare le
aziende apistiche,
assistere alle varie fasi della lavorazione del miele e
derivati e acquistare il prodotto direttamente dal produttore.
Una sosta quasi d'obbligo è prevista nel castello
Doria-Malaspina di Calice al Cornoviglio, sede del "Museo
dell'Apicoltura", della
pinacoteca David Beghè
e del Museo Pietro Rosa. |
Concetti basilari dell'apicoltura e note sulle
produzioni |
Il miele è un alimento che viene prodotto dalle api
con la trasformazione del nettare dei fiori, un
liquido zuccherino che viene elaborato mescolandolo
alle secrezioni delle loro ghiandolette salivari
poste sulla testa e nel torace. Le evidenze
scientifiche indicano che il miele è un buon rimedio
contro la tosse e il raffreddore (efficacia
riconosciuta anche dalla stessa Organizzazione
Mondiale della Sanità); regola le funzioni
intestinali e contiene un antibiotico naturale che
aiuta a combattere le infezioni.
Il miele è un alimento che viene prodotto dalle api
con la trasformazione del nettare dei fiori, un
liquido zuccherino che viene elaborato mescolandolo
alle secrezioni delle loro ghiandolette |
|
I monti dell'Appennino Tosco-Emiliano e
la campagna nei pressi di Filetto |
ghiandolette salivari poste
sulla testa e nel torace. Le evidenze
scientifiche indicano che il miele è un buon rimedio
contro la tosse e il raffreddore (efficacia
riconosciuta anche dalla stessa Organizzazione
Mondiale della Sanità); regola le funzioni
intestinali e contiene un antibiotico naturale che
aiuta a combattere le infezioni.
E' un alimento composto per
l'80% di zuccheri semplici (fruttosio e glucosio) che
però fornisce meno calorie dello zucchero bianco. In più ha un
potere dolcificante superiore (+30%), quindi se ne può
usare meno. Le altre sostanze (fino ad oggi
identificate) che lo compongono sono oltre 300.
Nel miele il contenuto di vitamine è decisamente
basso, così come quello dei sali minerali (che
provengono dal terreno in cui vive la pianta).
Quello più presente è il potassio. I mieli chiari
sono più poveri di minerali rispetto a quelli scuri.
Il nome all'"ape che fa il miele" (Apis
mellifica) venne dato dal celebre Linneo.
L'ape è un insetto appartenente all'ordine degli
imenotteri, vale a dire che hanno ali membranose, ed
è indigena dell'Europa, dell'Africa e dell'Asia
occidentale. Come molte altre specie animali, anche
questa presenta parecchie varietà locali. Le più
importanti sono quella italiana o gialla ((ligustica)
e quella alemanna o nera. Razze meno conosciute sono
la Carniolese, la Caucasica
e la Cipriota.
L'apicoltura era già praticata in tempi
antichissimi. Aristomaco, filosofo di
Cilicia, consacrò 58 anni all'osservazione dei
costumi dell'ape. Filisco si ritirò dal mondo
per dedicarsi |
La pappa reale rafforza le difese immunitarie dell'organismo |
La pappa
reale è il prodotto più pregiato dell'alveare
perché contiene, in proporzioni ideali,
tutte le più importanti sostanze
nutritive tra cui vitamine, minerali,
proteine. Le sue proprietà, note fin dai
tempi antichi, sono di giovamento in
tutti i casi in cui sono richiesti un
supporto energetico e ricostituente.
Prodotta dalle api nutritrici, è scelta
come nutrimento per i primi giorni di
sviluppo delle larve, ma è destinata ad
alimentare l'ape regina nel corso della
sua intera esistenza.
Grazie a questo nobile nutriente la larva
reale ha da subito una crescita straordinaria
e vivrà fino a tre-quattro anni,
diversamente dai fuchi (la cui vita dura
tre mesi) e dalle operaie (che non
superano i 45 giorni).
La sua altissima tollerabilità la rende un
tonico naturale unico indicato a tutti:
ai bambini per aiutarli in tutte le fasi
della crescita o di impegno scolastico o
sportivo maggiore; agli adulti per
affrontare meglio un periodo di stress;
agli anziani per aiutarli a mantenere
vitalità e vigore psico-fisico; agli
sportivi per sostenere il surplus di
energia che la pratica sportiva può
comportare..
E' dunque evidente che la pappa reale
racchiude elementi eccellenti per la
vita e il benessere dell'organismo. In
effetti, oltre alla presenza di
proteine, carboidrati e lipidi, questo
alimento si distingue soprattutto per la
qualità del contenuto di oligoelementi,
vitamine e aminoacidi «essenziali»,
davvero benefici. Tra le vitamine, le
più rappresentative sono quelle del
gruppo B, in particolare la B5.
Oltre ad essere un nobile ricostituente
naturale, in grado di favorire numerosi
processi metabolici del nostro
organismo, la pappa reale è priva di
tossicità e, alle dosi consigliate, è un
ottimo alimento indicato per rafforzare
le nostre difese immunitarie e regolare
naturalmente l'appetito.
E' inoltre unpotente antiossidante che
contribuisce a rallentare l'invecchiamento
delle nostre cellule. |
|
|
interamente allo studio e
alla cultura di questo insetto. Il celebre Aristotele,
nato nel 384 a.C., trattò diffusamente delle api
nella sua storia naturale degli animali. Il grande
poeta Virgilio consacrò il quarto libro delle
"Georgiche" alle api.
Al tempo dei Romani i contadini avevano l'usanza di
far rumore con metalli affinché uno sciame non si
allontanasse ma si posasse sopra un vicino albero.
Columella, scrittore latino vissuto nel I°
secolo d.C., lasciò un trattato di agricoltura,
"De re rustica", il cui nono libro si occupa
delle api. I suoi sono saggi e accurati consigli che
fanno capire come l'apicoltura fosse già allora
molto più progredita che nei secoli addietro.
La moderna apicoltura deve i suoi progressi ad
alcuni eminenti uomini.
|
|
Il parroco di Lowkowitz, Dzierzon (1811-1906),
ebbe il merito di diffondere nel mondo
apistico il favo mobile e grazie
alle sue osservazioni venne stabilita la
dottrina della partenogenesi
o parto vaginale dell'ape regina.
Nel 1851 venne ideato, quasi in
contemporanea, il telaino mobile ad opera
dell'americano Langstroth e del
tedesco Berlepsch. Cristiano Gravenhorst scoprì
i metodi della riproduzione artificiale degli alveari.
Nel 1857 Giovanni Mehring inventò lo
stampo per fabbricare i fogli cerei. |
|
L'ideazione dello smielatore a forza
centrifuga, che permette di estrarre il
miele senza danneggiare i favi, aumentando
efficacemente il raccolto, risale al 1865 ed
è da attribuirsi al maggiore De Hruschka.
Queste invenzioni, nonché i meravigliosi progressi
compiuti nel governo delle api, cambiarono
radicalmente l'aspetto dell'apicoltura. Una volta la
buona riuscita degli alveari era affidata quasi
unicamente al caso. In epoca moderna invece,
viene ritenuta base indispensabile la località ove
sono posti gli apiari e le condizioni del terreno.
L'unica incertezza rimane ancora quella dovuta alle
condizioni meteorologiche, che possono favorire o
limitare la produzione del miele.
Chi intende oggi dedicarsi all'apicoltura,
da cui potersi aspettare anche un reddito, deve
conoscere bene il territorio, le colture che vi si
praticano e l'andamento delle stagioni. Le cose
variano molto da regione a regione.
Nell'Italia settentrionale ci si affida soprattutto
al raccolto estivo od autunnale, perché il
primaverile viene consumato in gran parte per
l'allevamento di covata. Indicativamente sono
considerate buone posizioni quelle con presenza di
trifoglio (eccetto quello rosso), ravizzo,
colza e lino, le piantagioni di
robinie e tigli, meli, peri,
ciliegi ecc. Da ricercarsi la vicinanza di
boschi, specialmente di castagni, che
fioriscono anch'essi d'estate. Inoltre sono
fioriture molto remunerative quelle estivo-autunnali
del grano saracenoo e dell'erica.
Nell'Italia centrale sono contrade favorevoli quelle
coltivate a sulla, lupinella,
erba medica ecc.
Nel Sud della Penisola vanno per la maggiore gli
agrumeti, i prati di sulla, i boschi di
castagni e di carrubo, le plaghe ove abbonda
il timo e il rosmarino.
In linea generale non sono consigliate
località dove si deve fare affidamento sulla sola
fioritura primaverile. In tal caso, infatti, le api
dovrebbero vivere troppo tempo sulle sole provviste
raccolte, fino al ritorno dell'altra primavera;
rischierebbero di morir di fame o almeno
d'immiserirsi e, nella migliore delle ipotesi,
mancherebbero, all'aprirsi della nuova campagna,
delle abbondanti riserve che stimolano l'allevamento
di covata e servono a far fronte ai periodi
contrassegnati da condizioni meteorologiche avverse.
E' per questo motivo che, nel caso in cui il terreno
non disponga di grandi fioriture estive, si
consiglia una località che sia posta tra il piano e
il monte, in modo che le fioriture si succedano
gradatamente e che, nella bella stagione o in
autunno, i castagni, altri boschi o le erbe
selvatiche offrano un secondo piccolo raccolto. Un
bosco di castagni posto a 4/5 km dagli alveari è
sufficiente a rimpinguare adeguatamente le famiglie
delle api.
Un'altro fattore da
tenere in debita considerazione
è la distanza tra un apiario e l'altro e il
numero degli alveari che essi possiedono. Non
è possibile indicare con precisione quanti |
Salviamo le api!
Le api
e gli altri insetti impollinatori giocano un ruolo essenziale negli
ecosistemi: un terzo del nostro cibo dipende dalla loro opera di
impollinazione. Se questi preziosi insetti sparissero, le conseguenze
sulla produzione alimentare sarebbero devastanti. Firma la petizione
per salvare le api su... |
www.greenpeace.org |
|
|
ne possa sopportare una certa zona, perché il dato è molto |
"Quando scompariranno
le api, allora ci resteranno
quattro anni di vita" |
(Albert Einstein) |
|
|
|
legato alla ricchezza e alla varietà delle
coltivazioni presenti. Approssimativamente
si può calcolare che la redditività ideale
di un apiario si concentra in un raggio
massimo di 3 km. Bisogna però tener
presente che le api non sono solite volare
contemporaneamente in tutti i sensi, ma
d'ordinario si affollano in una stessa
direzione, il che può diminuire di molto
l'area utilizzata.
Un apiario può essere posto anche in un terreno
attiguo ad un'abitazione,
il che ne consente anche |
|
una cura più frequente
ed un certo controllo. In zona però non ci devono
essere insediamenti industriali o strade molto
trafficate, che elevano l'inquinamento ambientale e
disturbano il lavoro delle api.
Di preferenza gli alveari vanno posti in luoghi
appartati, riparati dai venti e con poca umidità,
lontano da elettrodotti o apparecchiature in grado
di generare forti campi elettromagnetici.
Indicativamente, chi
si appresta a vivere di apicoltura dovrebbe
avere a disposizione almeno un centinaio di alveari,
preferibilmente in località diverse, curati bene per
quel che riguarda l'abbondanza delle provviste e la
fecondità delle regine.
E' necessario riconoscere e saper curare possibili malattie.
Il lavoro diminuirà gradualmente con l'acquisto di
sempre maggiore esperienza e colpo d'occhio, anche
se sarà sempre necessaria un'accurata sorveglianza
di ogni singolo alveare.
Bisogna però mettere in conto che,
nell'ultimo decennio, la popolazione delle api si è
drasticamente ridotta e, in alcune aree, la loro
presenza è diminuita fino ad un 50%. L'allarme venne
dato da alcuni apicoltori i quali segnalarono una
massiccia moria di api durante la primavera, in
corrispondenza del periodo di semina del mais. Gli scienziati
chiamati ad occuparsi del fenomeno non ebbero subito
delle risposte precise. Si facevano molte ipotesi: un
avvelenamento dovuto ai composti chimici utilizzati
nella moderna agricoltura; modificazioni
dell'ambiente originate dal clima mutato o
dall'inquinamento; variazioni genetiche nei
parassiti; influenza di forti campi magnetici. |
Con la propoli si possono fabbricare anche strumenti musicali |
Dal lavoro delle api origina anche
la produzione di propoli. In
particolare, è alle api bottinatrici
che viene affidato il compito di
raccogliere, prevalentemente dalle
gemme di alcune piante, i materiali
resinosi e cerosi che saranno poi
trasformati dalle api operaie.
Utilizzata per ricoprire le pareti
dell'alveare, per riempire fessure e
fori, per lucidare le celle prima
che l'ape regina vi deponga le uova,
la propoli ha tantissime virtù, note
anche all'uomo fin dalle epoche più remote.
Ricca di flavonoidi ed essenze
balsamico-aromatiche, utile sia per
uso interno che per lenire i piccoli
problemi della pelle, anche Plinio
ne parlava diffusamente nella sua
"Naturalis Historia".
Questa preziosa cera veniva un tempo
utilizzata nella fabbricazione di
strumenti musicali, come i
famosissimi violini stradivari.
Anche oggi la propoli è molto
apprezzata come efficace alleato
dell'organismo, in particolare nei
mesi invernali, quando compaiono con
più facilità quei caratteristici
fastidi delle prime vie aeree, per
apportare un grande senso di
sollievo ed aiutare a ritrovare un
fisiologico benessere..
Le piante che con le loro gemme
danno origine ad un ottimo raccolto
di propoli sono generalmente i
pioppi bianchi, i castagni, gli
ontani e altri alberi resinosi come
i pini e gli abeti. |
|
|
Alcuni esperimenti hanno avuto inizio, per esempio, in
Germania su una serie di alveari posti nelle vicinanze
dell'aeroporto di Dusseldorf. Analizzando il miele
prodotto da queste api, possono essere facilmente
rintracciati tutti gli agenti inquinanti che il
traffico aereo immette nell'aria e che finiscono poi
per depositarsi anche a terra.
Sono stati proprio gli scienziati a collocare gli
apiari lungo le piste perché, con questo
procedimento, le misurazioni risultano più accurate
che non quelle effettuate con strumenti tradizionali.
Le api stanno bene e sembrano essersi adattate perfettamente
all'ambiente. I dati rilevati sono decisamente
confortanti: il miele prodotto risulta di ottima
qualità, tant'é che viene anche commercializzato e
il ricavato devoluto in opere di beneficenza. Il
"monitoraggio apistico" ha avuto così tanto successo
che, molto probabilmente, verrà esteso ad
altri importanti scali aerei presenti in Germania.
Altri studi compiuti hanno invece permesso di
individuare almeno un colpevole:
si tratta dell'impiego di insetticidi neonicotinoidi,
in genere usati come rivestimento delle sementi, i
quali produrrebbero danni al sistema nervoso degli
insetti. Lo ha confermato l'EFSA (l'Agenzia europea
per la sicurezza alimentare), dopo aver analizzato
accuratamente tutti i dati disponibili. Tra i pesticidi
incriminati figurano Imidacloprid e Clothianidin
(prodotti dall'azienda agro-chimica Bayer) e
Thiamethoxan (di Syngenta) che, come è stato
dimostrato scientificamente, sono altamente nocivi
per le api.
(fonte Greenpeace)
In Italia, Francia, Germania e Slovenia l'utilizzo dei neonicotinoidi è stato
sospeso dal 2009. Si attende ora il pronunciamento
dell'Europa, che dovrà decidere il futuro di questi
insetticidi nei nostri campi... |
|
|
Gli apicoltori toscani soddisfatti della
produzione 2010 |
I venti di crisi che stanno imperversando nel Paese
hanno fatto sentire la loro influenza negativa anche nel
settore alimentare toscano, producendo una sensibile
contrazione dei consumi che si è riflessa anche sul comparto
mielifero. Fortunatamente però sono venuti in soccorso agli
apicoltori toscani i raccolti estivi che sono stati molto
buoni e hanno raddrizzato una situazione di sofferenza.
Nel contempo i consumi di miele sono tornati a crescere,
riallineandosi alla media europea di 600 grammi all'anno a
persona. Tutto questo produrrà un fine stagione 2010 positivo.
Andate perdute le fioriture in pianura, hanno salvato la
stagione quelle di montagna, soprattutto in Lunigiana,
Lucchesia e Pistoiese, dove in alcune aree
ogni arnia mediamente è riuscita a produrre anche dai 30 ai
40 Kg di miele. Produzioni abbondanti soprattutto per
millefiori e melata con raccolti che sono
arrivati ai 50Kg ad arnia. L'acacia invece è stata
colpita da una riduzione tra il 30 e il 40% e non è stata
eccezionale neppure la produzione media del castagno,
arrivata a solo 20 Kg ad arnia.
Intanto Apitoscana, la
cooperativa nata nel 1983 a Firenze e che oggi conta oltre
1.300 apicoltori associati provenienti da tutte le province
della Toscana, si sta indirizzando verso una
specializzazione nel miele regionale e monofiore, lavorando
nel contempo sulle produzioni di nicchia, caratterizzate da
una catena di invasettamento tarata su piccoli formati.
I suoi associati producono ogni anno più di 1.500 quintali
di miele. |
In Lunigiana le produzioni biologiche di miele sono al top |
In Lunigiana è
concentrato il 72% delle produzioni agricole
biologiche della provincia di Massa - Carrara.
Il comune che conta più operatori biologici è
Fivizzano (17), al secondo posto Carrara (14),
al terzo Fosdinovo (12). Le imprese bio dell'area
apuo-lunigianese rappresentano l'11% del totale di
quelle iscritte alla camera di Commercio, contro il
5% a livello regionale.
I dati, resi noti nel 2014, scaturiscono da
un'indagine realizzata dal progetto
"Lunigiana
Bio 2" (promossa da Lunigiana Amica),
attraverso la quale si rileva anche che le
produzioni biologiche di miele (realizzate dal 28% delle aziende del settore) capeggiano la
classifica davanti a quelle dell'olio (20%) e del vino (12%).
Questo risultato è determinato in buon parte dalla
presenza e importanza del marchio DOP. |
In Val di Vara maltempo e parassiti fanno calare la produzione |
Negli ultimi anni, in Val di Vara la produzione
di miele ha subito un brusco calo per una serie di concause.
In primo luogo si è assistito ad una scarsa fioritura del
castagno a causa di un parassita, il Cinipide.
Inoltre le comunità di api sono sempre meno a causa
di un acaro parassita, |
la Varroa.
Nel 2012, a questi due problemi se ne era affiancato un terzo di non
poco conto: il caldo torrido e prolungato,
originato da una serie di anticicloni africani che si sono
spinti fin sull'Europa.
Nella raccolta di polline e nettare, le temperature elevate
avevano disturbato le api le quali già operavano in
un habitat campagnolo e boschivo pesantemente
influenzato dall'assenza di precipitazioni. Fatto
sta che la raccolta di miele aveva segnato il passo, con diminuzioni
importanti che erano arrivate anche al 50%, come nel comune
di Calice al Cornoviglio.
Negli anni passati c'erano state già alcune avvisaglie
negative, che però non facevano presagire uno sviluppo della
situazione così triste. Dopo il boom del 2011, |
|
SANTA MARIA - Fontana |
|
|
era scesa drasticamente sotto la media degli ultimi anni
anche la produzione di miele di acacia.
Il 2014 è un altro anno non felice per gli
apicoltori, i quali hanno stimato una flessione
produttiva pari a circa il 30% rispetto al 2013. L'estate
praticamente non si è vista, causa il mancato arrivo
sull'Italia dell'anticiclone delle Azzorre, ed il
maltempo e gli acari parassiti hanno messo a dura prova gli
alveari. Le difficoltà del settore sono state dibattute
durante la "Festa
del Miele" che si tiene ogni anno a Santa
Maria di Calice al Cornoviglio. Questo
appuntamento, la cui prima edizione risale ormai al lontano
1983, è una delle tante attività che hanno consentito al
Comune di Calice di essere ammesso nel circuito delle
"Città del Miele".
Gli apicoltori tengono a ribadire come sia di vitale
importanza difendere le api e le piante dai parassiti, una
battaglia comunque condizionata dai costi, che non sono
certo trascurabili. |
Testi consultati: vedi pagina principale "La Lunigiana" |
|
|