|
|
|
Scoperte, invenzioni, record
e avvenimenti importanti che
hanno segnato il XX Secolo |
|
Finestre fotografiche
su Liguria e Toscana |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
|
Close Up |
Argomenti del
sito in primo piano,
eventi, news e storia del territorio |
Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino
e sono un "monumento
geologico"
unico al mondo... |
 |
Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
 |
Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove
parte questo sito... |
 |
Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di
una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal
sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo
essere stati riscoperti a nuova vita. |
 |
Ferrovia Aulla-Lucca
Il fascino dei
treni d'epoca
e delle locomotive a vapore |
 |
Ferrovia Pontremolese
Una linea di
vitale importanza
per La Spezia e la Lunigiana |
 |
Ex
Ceramica Vaccari
Il comprensorio
della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di
fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per
Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le
aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo,
alla cultura... |
 |
Il dialetto genovese
Le trasformazioni
fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno
inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i
secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva,
che oggi viene insegnata anche nelle scuole... |
 |
Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
per strada un tappeto di fiori...".
A Brugnato, ogni anno, giovani e
meno giovani si radunano nel
centro storico per abbellire strade
e piazze con disegni floreali,
secondo un'antica tradizione che
origina da un miracolo
avvenuto a Bolsena... |
 |
Mezzi da lavoro storici
I raduni e le
esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed
onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno
guidati per mestiere... |
 |
Mezzi militari storici
I più celebri
veicoli militari che hanno partecipato alle vicende della
Seconda Guerra Mondiale sfilano per strade e piazze e mantengono
vivo il ricordo di quei terribili giorni... |
 |
|
|
|
|
|
|
INDICE GENERALE
'800
CRONACA
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO
ALTRI
FAUSTO COPPI
INTER
RIVISTE
01
02
03
04
05
06 |
Nel 1967 viene
prodotta la Konica Autoreflex T, prima reflex automatica |
La prima reflex automatica nacque nel
lontanissimo 1967: si trattava della Konica Autoreflex T,
un'automatica a priorità dei tempi. Dopo breve tempo fu seguita
dalla Miranda EE.
La sigla EE, comune a quasi tutte le prime automatiche immesse
sul mercato, stava a significare Electric Eye, cioè «occhio
elettrico»; di elettronico ancora non si parlava, in |
|
quanto quegli apparecchi fotografici di
elettronico non avevano proprio niente.
Essendo a priorità dei tempi, l'otturatore era meccanico e,
d'altronde, all'epoca gli unici studi per arrivare ad un otturatore
elettronico erano intrapresi dalla Yashica.
La chiusura del diaframma veniva in pratica comandata dalla
pressione esercitata sul |
|
|
pulsante di scatto che, di conseguenza, non
era sicuramente morbido. Senza parlare degli obiettivi che dovevano
essere appositamente dedicati. Per cui, anche se si possedeva un
intero corredo di ottiche della stessa marca, queste non
potevano essere utilizzate in automastismo |
|
su un modello EE.
La prima reflex automatica con otturatore elettronico apparve
nel 1970: si trattava della Asahi Pentax Electro Spotmatic,
funzionante col principio della priorità dei diaframmi. Molti
storsero il naso all'idea che una |
|
fotocamera automatica non funzionasse col
principio della priorità dei tempi, ma i più lungimiranti
capirono che quella era la strada da seguire.
La Canon provò ad insistere con la priorità dei tempi,
immettendo sul mercato la EF, ma il modello incontrò uno scarso
successo.
Nel 1974 la casa emergente Olympus, grazie a tecnologie più
avanzate, propose la lettura della luce direttamente sul piano
pellicola durante l'esposizione, cosa che tra l'altro
permetteva, per la prima volta, di lavorare con il flash
elettronico in macrofotografia con esposizione automatica.
La quarta grande rivoluzione nel campo delle reflex automatiche
iniziò nel 1976 ad opera della Canon che lanciò sul mercato la
AE-1, apparecchio a priorità dei tempi. La Canon AE-1 fu la
prima reflex fabbricata con uso di moduli e circuiti integrati,
che permettevano di contenere i costi entro limiti fino allora
impensabili. Gli invidiosi parlarono di prezzo politico, ma
intanto la Canon ebbe un boom mai registrato in precedenza e la
AE-1 divenne in breve tempo |
|
la macchina di questo tipo più venduta al mondo.
La Canon AE1 incorporava una CPU (Central Processing
Unit) per mezzo della quale l'esposizione automatica, la
trasmissione memorizzata dei segnali, l'esposizione dei dati, il
segnale di regolazione del tempo e di completamento, erano tutti
controllati elettronicamente.
Nello stesso istante in cui veniva premuto il pulsante di
scatto, il cervello elettronico calcolava i dati fotografici
e impartiva gli ordini. La misurazione della luce avveniva ad
una velocità che era impossibile ottenere con altre fotocamere
tradizionali. |
|
La misurazione
con EV 1 richiedeva soltanto 0,04 secondi.
La Canon fece largo uso di computer per automatizzare il disegno dei
moduli nonché il montaggio degli stessi, costruendo e rifinendo
le parti entro i severissimi standard di precisione richiesti
dalla macchina. Le parti vitali della Canon AE-1 erano
completamente sigillate per impedire l'entrata di polvere o
umidità e per ridurre gli effetti della temperatura. |
Nel volgere di un anno,
la Asahi progettò la Pentax ME e lanciò una nuova moda,
quella di una reflex completamente automatica e
con dimensioni molto contenute.
Il fatto di produrre un apparecchio solo automatico permetteva
di avere una reflex di ottima qualità ad un prezzo inferiore a
quello delle concorrenti sia automatiche che manuali, nonché di
invogliare verso il mercato delle reflex un più vasto pubblico. |
Sempre nel 1977 nasceva la Minolta XD-7,
un piccolo miracolo tecnologico che poteva lavorare in doppio automatismo
(priorità dei tempi o dei diaframmi), oltreché in manuale.
Nel 1978 la Canon fu nuovamente protagonista di un'altra
rivoluzione: lanciò sul mercato la A-1, una reflex che offriva
le stesse cose della Minolta XD-7, ma con in più un'altra
diavoleria: si trattava di un programma predisposto in fabbrica
che se utilizzato consentiva alla macchina di lavorare
autonomamente, decidendo sia il tempo che il diaframma che più
si adattavano alla situazione di ripresa, sfruttando sempre un
giusto compromesso tra il tempo più veloce e il diaframma più
chiuso utilizzabili.
Su questa strada, nacque poi la Konica FP-1, la prima reflex
solo programmata. |
|
Le automatiche di terza
generazione |
Le reflex automatiche di terza generazione,
dalla Canon AE in poi, sfruttavano la tecnica dei
microprocessori, veri e propri cervelli elettronici che sono in
grado di concentrare un certo numero di funzioni in una
superficie di pochi millimetri quadrati. Il circuito
integrato, fra l'altro, permette di lavorare in tempo reale,
ovvero di ottenere una risposta al momento stesso
dell'introduzione dei dati, cosa che in campo fotografico
permette di adeguare l'esposizione a improvvisi cambiamenti di |
|
|
illuminazione che possono verificarsi durante lo scatto.
In questo tipo di circuito una prima serie di informazioni,
costituita dalla luce letta dalla fotocellula, dal diaframma
impostato, dalla sensibilità della pellicola e dalla
eventuale correzione fissa dell'esposizione giungono ad un
circuito integrato analogico che le trasforma in dati numerici;
questi dati vengono amplificati e passati ad una CPU (Central Process
Unit) che li unisce ad altri e poi li elabora.
Le informazioni fanno riferimento, per esempio, ai vari segnali
di controllo dell'otturatore o del winder (motore di
trascinamento della pellicola), del pulsante elettromagnetico
che comanda lo scatto, del flash e altri ancora. Nel frattempo i
dati vengono continuamente rinviati al primo circuito per
confrontarli ed adeguarli ad eventuali variazioni, mentre la
loro codificazione numerica viene trasmessa al mirino che
provvede a visualizzarli.
Nelle reflex dotate di controllo al quarzo del tempo di
otturazione è la stessa CPU che, al momento dello scatto,
provvede a paragonare gli impulsi forniti dall'oscillatore al
quarzo con il tempo di otturazione. I circuiti integrati, tra le
altre cose, consentono di abbassare notevolmente i costi di
produzione e di realizzare accessori, come ad esempio i flash
dedicati, che sarebbe impossibile progettare altrimenti. |
Pregi e difetti delle due priorità - Rivalutazione dell'uso del flash |
I principianti
sono tendenzialmente portati a pensare che ogni diaframma sia
buono, mentre sono terrorizzati dall'idea di fotografare con un
tempo troppo lento. Noi, al contrario, pensiamo che sia più
importante poter scegliere come fatto primario l'utilizzo
dell'obiettivo alle aperture di diaframma a cui offre la resa
migliore. La soluzione della priorità dei diaframmi pone
comunque anche meno problemi dal punto di vista costruttivo,
cosa che, tra l'altro, permette di contenere i costi.
La comparsa delle reflex automatiche ha fatto si che si
risvegliasse anche il mercato dei flash, perché è letteralmente
scoppiata la moda di fotografare con i «dedicati».
In pratica i costruttori di lampeggiatori sono sempre i
soliti, Sumpak in testa, ma i prodotti sono marchiati con i
nomi dei fabbricanti di reflex automatiche, che vengono dotate
di un secondo contatto posto sulla slitta porta-flash attraverso
il quale si imposta automaticamente il tempo di
sincronizzazione. In questo modo non si rischia più di
dimenticarsene e l'informazione del momento in cui il flash è
pronto a scattare arriva direttamente nel mirino tramite un led,
cosa che ci evita di staccare l'occhio per controllare la spia
posta sul flash medesimo.
Alcuni di questi, e più precisamente quelli delle reflex con
lettura dell'esposizione sul piano focale, permettono di
lavorare in automatismo TTL. L'esposizione è perfetta anche
lavorando in macrofotografia o con teleobiettivi. Per il
momento, si tratta comunque di una possibilità riservata
solamente alla Contax 139, alle Olympus OM-2 e
OM-10, alla Nikon F3 e alle nuovissime Leica R-4
e Pentax LX. |
Sintesi e
adattamento da "REFLEX" dell'ottobre 1980 |
|
Caratteristiche
tecniche di alcune reflex a pellicola citate nella presente pagina |
|
 |
Asahi Pentax LX |
|
Priorità:
diaframmi. Automatismo disinseribile - Mirino: a
pentaprisma intercambiabile con altri 4 sistemi di
visione - Schermo di messa a fuoco con telemetro
ad immagine spezzata e corona di microprismi,
intercambiabile con altri - Otturatore a controllo
misto elettronico e meccanico, tendine metalliche a
scorrimento orizzontale - Tempi d'otturazione da
1/2000 a 4 sec. in manuale e da 1/2000 a 125 sec. + posa
B, sincro X 1/75 - Sensibilità da 6 a 3200 ASA -
Controllo dell'esposizione a correzione fissa di ± 2
EV, con scatti di 1/3 di diaframma - Innesto
obiettivi: a baionetta Pentax - Esposizione a
controllo automatico con fotodiodo al silicio e
lettura TTL semispot - Gamma di esposizione in
automatismo: da EV -5,5 a EV 20 con pellicola 100 ASA e
obiettivo f/1,4. Da EV 1 a EV 19 in manuale con
pellicola 100 ASA e obiettivo f/1,4 - Avanzamento
della pellicola: manuale con leva di carica (angolo
di rotazione 120°) e funzionamento additivo, automatico
con Winder LX o Motor Drive LX - Riavvolgimento della
pellicola: manuale con manettino, automatico con
winder o motore - Alimentazione: due pile da 1,5
all'ossido d'argento o alcaline - Autoscatto:
meccanico, con ritardo da 4 a 10 sec. - Dimensioni:
mm 144,5 x 90,5 x 50 - Peso: 570 grammi con mirino
FA-1 e batterie - Prezzo indicativo nel 1980: Lit.
800.000 ( con 50 mm f/1,4 - borsa e mirino FA-1). |
 |
Asahi Pentax ME |
|
Priorità:
diaframmi - Mirino: a pentaprisma fisso
(copertura 92%) - Schermo di messa a fuoco:
telemetro ad immagine spezzata al centro con corona di
microprismi - Segnali visibili nel mirino: tempi,
con indicatore led di sovra e sotto esposizione -
Pulsante profondità di campo: no - Esposimetro:
con cellule al GaAsP; campo di misurazione: da 1 - 19
EV; correzione dell'esposizione: ± 2 EV; sensibilità: da
12 a 1600 ASA; misurazione: semi-spot - Otturatore:
elettronico a tendine metalliche con scorrimento
verticale - Autoscatto: meccanico con ritardo di
10 sec. - Tempi d'otturazione elettronici: da 8
sec. a 1/1000 - Tempi fissi: 1/100 e posa B -
Sincro flash: 1/60 - Pulsante di scatto:
meccanico - Angolo di rotazione leva di carica:
135° - Innesto winder: si - Dorso
intercambiabile: si - Innesto obiettivi: a
baionetta Pentax K - Corredo di ottiche: da 15 a
1000 mm - Alimentazione: due pile da 1,5 volt
all'ossido d'argento o alcaline - Funzionamento senza
pile: si - Dimensioni: mm 136 x 82 x 88 -
Peso solo corpo: 550 gr. - Prezzo pulito nel
1980: Lit. 290.000 (con 50 mm f/1,7). |
 |
Canon A-1 |
|
Automatismi: Tempi, diaframmi, programmato, in
stop-down, con flash Speedlite - Funzionamento
manuale: si - Mirino: stigmometro a
microprismi; campo visivo 93,4% vert., 95,3% oriz. -
Otturatore: Elettronico a tendine in seta gommata
con scorrimento orizzontale - Tempi: da 30" a
1/1000 + posa B - Controllo profondità di campo:
si - Sincro flash: 1/60 - Fotocellula
esposimetro: al silicio - Valori EV: da -2 a 18 (8"
f/1,4 - 1/1000 f/16) - Sensibilità: da 6 a
12.800 ASA (3 - 42 DIN) - Correttore esposizione: 2
stop - Memorizzazione esposizione: si - Tipo
di misurazione: semi-spot - Alimentazione:
una batteria all'ossido d'argento da 6 volt (tipo
Mallory PX-28) - Funzionamento senza batterie: no
- Leva di carica: 120° additiva - Autoscatto:
elettronico a led (2" - 10") - Innesto obiettivi:
baionetta Canon - Corredo di ottiche: da 7,5 a
1200 mm - Dimensioni (corpo): mm 141 x
91,5 x 47,5 - Peso (corpo): 620 gr. - Prezzo
orientativo nel 1980: Lit. 550.000 (con 50 mm
f/1,8). |
 |
Canon AE-1 |
|
Priorità:
tempi, con automatismo disinseribile - Mirino: a
pentaprisma fisso a livello dell'occhio - Schermo di
messa a fuoco: telemetro con immagine spezzata al
centro e corona di microprismi - Campo visivo:
Copertura del 93,5% dell'area verticale, 96% dell'area
orizzontale - Otturatore: non metallico, sul
piano focale. Tutte le velocità sono controllate
elettronicamente - Tempi: da 2" a 1/1000 + posa B
- Sincro flash: 1/60 - Fotocellula esposimetro:
al silicio - Campo di accoppiamento dell'esposimetro:
con film 100 ASA, da EV 1 (f/1,4 a 1 secondo) a EV 18
(f/16 a 1/1000 di sec.) - Sensibilità: da 25 a
3200 ASA (15 - 36 DIN) - Pulsante di scatto:
magnetico - Leva di carica: 120° additiva -
Autoscatto: controllato elettronicamente (10 sec. di
intervallo) con spia led - Alimentazione: una
batteria da 6V all'ossido d'argento (tipo Mallory PX-28,
UCAR n° 544, JIS 4G13) o alcalino manganese (Mallory
7K13, UCAR n° 537) - Innesto obiettivi: baionetta
Canon a serraggio; può utilizzare gli obiettivi Canon
FD, FL e R. - Corredo di ottiche: da 7,5 a 1200
mm - Dimensioni: 141 x 87 x 47,5 mm (solo corpo)
- Peso: 590 gr il solo corpo - Prezzo
orientativo nel 1980: Lit. 220.000 (con 50 mm f/1,8) |
 |
Contax 139 Quarz |
|
Priorità: diaframmi - Mirino:
pentaprisma fisso con copertura del 95% dell'area
registrata e fattore d'ingrandimento 0,86 x - Schermo di
messa a fuoco: fisso, con lente di Fresnel e telemetro
ad immagine spezzata con corona di microprismi -
Controllo dell'esposizione: circuito elettronico con una
cellula al silicio, misurazione TTL, lettura semi-spot -
Gamma di esposizione in automatismo da EV 0 a EV 18 con
pellicola 100 ASA - Otturatore: di tipo elettromeccanico
con tendine metalliche a scorrimento verticale, tempi da
4 sec. a 1/1000 di secondo + posa B - Sincro flash:
1/100 - Avanzamento pellicola: leva di carica con movimento
unico e corsa di 135°, posizione di lavoro di 30° - Innesto obiettivi:
baionetta Yashica-Contax - Corredo di ottiche:
Zeiss o Yashica da 15 a 1000 mm - Alimentazione: 2 pile
all'ossido d'argento da 1,5 volt (tipo Mallory 10 L14,
Eveready S 76, Ucar S 76), controllo della carica
visibile nel mirino - Dimensioni: mm 135 x 85,5 x 50
- Peso: 500 grammi - Prezzo indicativo nel 1980: Lit.
450.000 (con 50 mm f/1,7). |
 |
Leica R-4 Mot Electronic |
|
Priorità:
diaframmi o tempi. Possibilità di lavorare in completo
automatismo - Mirino a pentaprisma fisso (copertura 94%)
- Schermo di messa a fuoco intercambiabile - Otturatore
a tendina a scorrimento verticale controllato
elettronicamente, con tempi da 1 sec. a 1/1000 in
automatico, da 1 sec. ad 1/1000 + posa B in manuale,
sincro lampo X (1/100), contatto lampo diretto e tramite
cavetto - Esposimetro con cellule al silicio,
sensibilità da 12 a 3200 ASA (DIN 12-36) - Campo di
misurazione da EV 1 a 19 con pellicola 100 ASA e
obiettivo f/14 - Misurazione TTL a tutta apertura,
semi-spot e media con prevalenza della zona centrale -
Esposizione automatica con priorità dei tempi e
diaframmi, programmata e manuale con possibilità di
correzione di ± 2 EV. Tempi e diaframmi visibili nel
mirino - Ottica intercambiabile con innesto a
baionetta Leicaflex - Corredo di ottiche: da 21 a
560 mm - Leva di carica con movimento
addizionale di 130° - Alimentazione con due pile
da 1,4 V all'ossido d'argento - Esposizione automatica
con il flash, blocco della memoria, innesto per il
motore o winder, dorso intercambiabile -Dimensioni:
mm 88,1 x 138,5 x 60 - Peso grammi 630 solo corpo
- Prezzo medio nel 1980: Lit. 1.800.000 (con
50 mm
f/2). |
 |
Minolta XD-7 |
|
Automatismi: tempi e diaframmi, con flash Minolta -
Funzionamento manuale: si - Mirino:
stigmometro a microprismi, con indicatori a led per
tempi e diaframmi - Campo visivo: 94% -
Otturatore: elettronico a lamelle metalliche con
scorrimento verticale - Tempi: da 1" a 1/1000 +
posa B, B e O tempi meccanici - Sincro flash:
1/100 - Fotocellula esposimetro: al silicio -
Valori EV: da 1 a 18 (1" f/1,4 - 1/1000 f/16) -
Sensibilità: da 12 a 3200 ASA (12-36 DIN) -
Correttore esposizione: 2 stop - Memorizzazione
esposizione: si - Tipo di misurazione:
semi-spot - Alimentazione: 2 batterie all'ossido
d'argento da 1,5 volt (tipo Mallory 10 L14) -
Funzionamento senza batterie: O (1/100) e posa B -
Leva di carica: 130° - Autoscatto:
meccanico 10" - Innesto obiettivi: baionetta
Minolta - Corredo di ottiche: da 7,5 a 1600 mm - Dimensioni
solo corpo: mm 136 x 86 x 51 -
Peso solo corpo: 560 gr. - Prezzo orientativo nel
1980: Lit. 520.000 ( con 50 mm f/1,7) |
 |
Nikon F3 |
|
Priorità:
diaframmi. Automatismo disinseribile - Mirino a
pentaprisma intercambiabile con mantenimento
dell'esposizione (copertura 100%). Per la prima volta su
una fotocamera, alcuni dati sono presentati con cifre
digitali a cristalli liquidi - Schermo di messa a
fuoco: intercambiabile con altri 20 tipi diversi -
Otturatore con tendine in titanio a scorrimento
orizzontale, con tempi (sia in automatismo che in
manuale) da 8 sec. a 1/2000 più le pose B e T. I tempi
fissi nel funzionamento manuale sono controllati da un
oscillatore al quarzo - Sincro lampo a 1/80 - Esposimetro
con cellule al silicio situate dietro allo specchio -
Innesto obiettivi: classico Nikon Ai a baionetta. I
vecchi obiettivi non Ai possono essere utilizzati
ugualmente ma con funzionamento in stop-down alla
effettiva chiusura del diaframma - Corredo di
ottiche: da 6 a 2000 mm - Alimentazione: due pile
all'ossido d'argento da 1,5 volt - Prezzo medio nel
1980: Lit. 800.000 (con 50 mm f/1,8). |
 |
Olympus OM-2n |
|
Priorità:
diaframmi; automatismo disinseribile - Mirino:
schermo di messa a fuoco standard con vetro smerigliato,
lente di Fresnel e telemetro ad immagine spezzata con
corona di microprismi; sono disponibili altri 13 diversi
schermi di messa a fuoco; copertura dichiarata 97%
(effettiva 90%) - Segnali visibili nel mirino:
ago dell'esposimetro con indicazione del tempo impostato
e segnale di correttore d'esposizione inserito -
Otturatore: a tendine in tela gommata con
scorrimento orizzontale, controllate elettronicamente -
Tempi di esposizione: in manuale da 1 sec. a
1/1000 più posa B; in automatismo da 60 sec. a 1/1000 -
Sincro flash: 1/60 - Controllo
dell'esposizione: doppio circuito elettronico con
due cellule al silicio (che leggono la luce riflessa
dalla pellicola) e 2 al CdS; misurazione TTL media su
tutta la superficie inquadrata; gamma di misurazione da
EV 1,5 a 17 con pellicola 100 ASA; sensibilità 12 - 1600
ASA - Controllo dell'esposizione in automatismo:
regolazione di ± 3 EV - Innesto obiettivi:
baionetta Olympus OM - Corredo di ottiche: da 8 a
1000 mm - Avanzamento pellicola: leva di carica
addizionale, con rotazione di 150° (effettiva 165°) e
posizione di lavoro di 30° (effettiva 25°); possibile
l'utilizzo di un winder - Alimentazione: due pile
all'ossido d'argento da 1,5 volt, tipo Ucar S-76 o
similari - Dimensioni: mm 136 x 83 x 50 - Peso
solo corpo: 520 gr. - Prezzo pulito nel 1980:
Lit. 490.000 (con 50 mm f/1,8), senza borsa (Lit.
15.000) - Prezzo del winder dedicato: Lit.
150.000. |
 |
Olympus OM-10 |
|
Priorità:
diaframmi - Mirino: a pentaprisma fisso
(copertura 93%) - Schermo di messa a fuoco:
telemetro ad immagine spezzata al centro con corona di
microprismi - Segnali visibili nel mirino: tempi
con indicazione a led di flash carico e sovra e sotto
esposizione - Pulsante profondità di campo: si -
Esposimetro: con cellule al silicio; campo di
misurazione: da 0,5 a 18 EV; correzione
dell'esposizione: ± 2 EV; sensibilità: da 25 a 1600 ASA;
misurazione: semi-spot - Otturatore: elettronico
a tendina con scorrimento orizzontale - Autoscatto:
elettronico, con ritardo di 12 sec.; avvisatore acustico
e led spia - Tempi d'otturazione elettronici: da
2 sec. a 1/1000 - Tempi manuali: adattatore da 1
sec. a 1/1000 - Sincro lampo: 1/60 - Pulsante
di scatto: meccanico - Angolo di rotazione leva
di carica: 130° - Innesto winder: si -
Dorso intercambiabile: no - Innesto obiettivi:
baionetta Olympus OM - Corredo di ottiche: da 8 a
1000 mm - Alimentazione: due pile da 1,5 volt
all'ossido d'argento o alcaline - Funzionamento senza
pile: no - Dimensioni: mm 135 x 84 x 50 -
Peso solo corpo: 450 gr. - Prezzo pulito nel
1980: Lit. 280.000 (con 50 mm f/1,8). |
|
La sensibilità
all'epoca veniva indicata in ASA (100 ASA = 100 ISO). I
prezzi di vendita riportati erano al consumatore, ovvero IVA
compresa. |
|
|
INDICE GENERALE
'800
CRONACA
SPORT GIRO
TOUR
CICLISMO
ALTRI
FAUSTO COPPI
INTER
RIVISTE
01
02
03
04
05
06 |
|
|