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Finestre fotografiche su Liguria e Toscana |
Comunicazione e tecnica
nella fotografia digitale |
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Negli anni Ottanta già si presagiva che le pellicole non avrebbero avuto futuro |
Un redazionale della rivista Fotografare del febbraio 1980
metteva già impietosamente in luce che la fotografia analogica sarebbe stata presto
abbandonata. Il processo di trasformazione completo è durato circa 20 anni, ma alla
fine le previsioni che i giornalisti/fotografi del mensile romano fecero
all'epoca si sono rivelate scientificamente e terribilmente esatte. Allora
fu un azzardo asserire che le pellicole sarebbero state soppiantate
da un sensore in quanto gli studi in materia erano proprio agli
albori e anche perché non tutte le cose che vengono inventate
o trasformate incontrano poi il favore del grande pubblico.
A loro dire, il via a questa rivoluzione sarebbe stato dato dalla
penuria di argento, come di seguito riportato.
"La fotografia tradizionale ha i giorni contati? -
Così come la conosciamo noi la fotografia non sembra avere un grande
futuro. Da un lato c'è la crescente penuria di argento (il nero
delle fotografie non è |
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altro che argento puro), e dall'altro ci sono tutte le complicazioni
connesse alla produzione attuale delle fotografie. Il massimo della
semplificazione d'uso l'ha raggiunto la Polaroid, ma a
prezzo di un'enorme complicazione chimica e meccanica, che
si traduce in un altissimo costo-per-scatto. La soluzione
esiste già, e comporta un cambiamento di abitudini: in
futuro le immagini saranno immagazzinate con sistemi
magnetici e saranno riprodotte mediante i normali
televisori. I televisori del prossimo futuro conterranno
anche l'apparecchiatura elettronica destinata a leggere
immagini fisse (le fotografie di domani, registrate su una
schedina magnetica) e le immagini in movimento (il
videotape). La Zanussi ha già concluso un accordo con la
Philips per la produzione di televisori che utilizzeranno i
video nastri della serie V 2000".
Oggi che siamo in piena era digitale non c'è che da
ammirare la lungimiranza con la quale la testata affrontò
allora l'argomento. E' anche abbastanza ovvio che i
progressi in materia continueranno, vista la rapidità con la
quale le apparecchiature elettroniche |
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vengono oggi aggiornate e migliorate tecnicamente (con
abbattimento di costi).
Per esempio, estrapolare dei singoli fotogrammi da una
ripresa video in altissima definizione e scansione e
trasformarli in fotografie di ottima qualità potrebbe
diventare una cosa alla portata di tutti, un gioco da ragazzi.
In questo caso ci sarebbe proprio un addio alla stessa macchina fotografica.
Un altro scenario terribile, dopo che in tanti già hanno fatto
parecchio fatica ad abbandonare l'uso delle pellicole.
Purtroppo questa non è fantascienza: in
pochi anni saremo in grado di capire come andranno le cose... |
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Il
digitale ha davvero cambiato la fotografia? |
Dal punto di vista
artistico e creativo l'introduzione della tecnica digitale nel mondo
della fotografia non ha prodotto cambiamenti significativi. Come
spesso ricordato dal grande fotografo tedesco, naturalizzato
americano, Andreas Feininger, (scomparso nel 1999), "..al
fotografo animato dall'ispirazione non |
importa assolutamente
che tipo di fotocamera usa, ma solo il risultato finale, la fotografia che può
ottenere... e anche se non perfettamente padrone della
tecnica, con l'invenzione personale sarà in grado di esprimersi chiaramente con i
mezzi a disposizione in modo da comunicare agli altri
le sue esperienze e le sue sensazioni."
In ambito sociale e nel mondo della comunicazione, la fotografia
digitale ha invece rivoluzionato non solo il mercato dell'immagine
ma anche la nostra vita. Oggi la fotografia è diventata un fenomeno
di massa, una presenza insostituibile nella nostra quotidianità,
un'abitudine giornaliera come il caffè o il cappuccino alla mattina. |
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Val di Vara:
Campionati Nazionali Rafting |
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D'altronde le case costruttrici di
apparecchiature fotografiche fanno profitti sulla vendita di prodotti
destinati al mercato di uso comune e non certo a quello
professionale. La maggior parte delle fotografie (molti milioni)
che ogni giorno vengono scattate nel mondo sono ad appannaggio di fotografi dilettati
ovvero amatoriali. Perciò le attrezzature digitali vengono
rinnovate e implementate molto velocemente, per
stare davanti alla concorrenza e mantenere alto il giro delle
vendite. Infatti la molla che ci fa acquistare è sovente l'illusione
di avere un prodotto sempre più affidabile, sempre più
tecnologicamente avanzato, per essere al top e scattare delle foto
sempre più belle. Purtroppo la realtà è spesso amaramente diversa... |
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Il digitale ci vuole tutti fotografi... |
Comunque, tramite la fotografia digitale di uso
comune, ognuno di noi porta quasi sempre a casa delle buone immagini, di
qualità mediamente superiore a quella ottenibile con i
rullini fotografici. |
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Panorama invernale di S.Stefano Magra |
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E' assodato che, attualmente, ogni macchina
digitale in commercio, anche la più semplice del mercato,
consente di scattare accettabili fotografie in qualsiasi condizione
di luce e di tempo. Una compatta digitale è di gran lunga migliore
di una compatta a pellicola. Quindi una manna per tutti.
Si imposta la fotocamera in completo automatismo e... chi la sbaglia
più una fotografia ? E poi, con le memory card opzionali, si può
scattare all'infinito e scegliere solo le foto più belle: un paradiso !
La fotografia digitale ci ha resi tutti fotografi. La macchina
fotografica e la videocamera ce le abbiamo anche nel cellulare.
Siamo "costretti" a scattare fotografie anche quando non lo vogliamo. |
L'uso intensivo di queste tecnologie produce lati positivi: pensate,
per esempio, ad un incidente stradale dove la vostra autovettura
riporta dei danni e voi avete ragione. Un tempo, quasi nessuno
girava con la fotocamera al seguito.... Bastava una minima controversia ed erano discussioni a non
finire. Per non intralciare il traffico si spostavano i veicoli e si
modificava la scena del sinistro. Oggi, passato il primo momento di
spavento, basta tirare fuori dalla tasca il cellulare e fotografare: luogo,
veicoli, feriti, testimoni. Quelle immagini saranno il passaporto per un
corretto risarcimento dei danni che avete subito.
In caso di eclatanti fatti di cronaca, foto e video raccolti da
passanti col cellulare o fotocamere digitali permettono un'informazione
giornalistica più completa e spesso sono di vitale importanza alle forze
dell'ordine per le indagini in merito a quello che è accaduto.
Nel mondo fotografico sono già stati allestiti mostre e concorsi relativi a
fotografie scattate col telefono cellulare.
Purtroppo c'è anche il rovescio della medaglia: questa esasperazione dell'immagine sta già
portando inevitabilmente ad alcuni eccessi che trovano sfogo
soprattutto sulla rete. Filmati e foto riguardanti reati,
bravate, goliardate, disagio sociale, in violazione
delle norme sulla privacy e delle leggi a tutela dei minori ecc. ecc., sono
quotidianamente scaricate su portali specializzati, e tengono
banco sui media. Di questo però si occupano, giustamente, le
autorità competenti. |
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Un
uso corretto delle tecnologie a nostra disposizione... |
Dal punto di vista
squisitamente tecnico una fotocamera digitale è certamente più
versatile e precisa di quella a pellicola. Prendiamo come
esempio un fatto coreograficamente bellissimo che tutti possono
vedere in occasione di eventi mediatici di un certo rilievo: la
cerimonia di apertura o chiusura di un'Olimpiade, un concerto
musicale in un'arena o uno stadio, solitamente in notturna.
Tutte quelle migliaia di lampi di flash che partono dagli spalti
sono originati da fotocamere digitali o telefoni cellulari
adoperati in completo automatismo... Sicuramente un'inutile
spreco di batterie, ma le foto saranno comunque accettabili dal
punto di vista cromatico e della visibilità.
Questo caso limite (ma molto significativo) serve per far capire che la
fotografia digitale è una vera rivoluzione per le immagini di tutti i giorni,
della famiglia, degli amici, del gatto, della fidanzata...
Se quelle fotografie allo stadio, in notturna, fossero |
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Il cantante Ron |
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state scattate con una
fotocamera compatta a pellicola, non ne sarebbe venuta una sola!
Invece, grazie alla nostra fotocamera digitale, qualunque essa sia,
pur sbagliando impostazione, qualcosa abbiamo sicuramente portato a casa.
Fotografare in digitale è per tutti molto più semplice, più pratico e
consente risultati immediati e migliori.
Se questa non la chiamate rivoluzione, come volete altrimenti
definirla? Però tutto questo ci dice che, tecnicamente, la fotografia
elettronica è molto più complessa della fotografia ad emulsione e
che dobbiamo sforzarci di utilizzare al meglio ciò che la tecnologia
ci mette a disposizione.... |
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La fotografia digitale è più complessa di quella tradizionale? |
In effetti è proprio così. La fotografia digitale è semplice ma
complessa allo stesso tempo.
Semplice perché usando una fotocamera od un cellulare in completo
automatismo otterremo delle indimenticabili fotografie, ma complessa perché
utilizzando accuratamente tutti i settaggi software |
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Il Golfo dei Poeti all'imbrunire |
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disposizione quelle foto
potrebbero cambiare volto. La differenza sta tutta qua, e non è poco...
Questa considerazione non deve però indurre, chi scatta fotografie,
a prestare troppa attenzione alle caratteristiche tecniche della
fotocamera in suo possesso.
L'esasperazione tecnica non porta automaticamente a scattare
delle ottime immagini, anzi, in alcuni casi è un'abitudine dannosa che
distrae dalla fotografia creativa e artistica.
Morale: se prendo in considerazione tutte le diavolerie tecniche
che ho a disposizione nella mia fotocamera digitale, rischio di |
andare in paranoia e di non fotografare al meglio.
Ciò non toglie che se la mia macchina fotografica prevede un
programma specifico per la foto notturna, con tempi molto lenti,
questo all'occasione va usato perché le fotografie risulteranno
migliori.
E se la scena da fotografare è molto distante (nell'esempio dalle
tribune al campo di gioco), devo sforzarmi di eliminare il flash che
non serve a niente e consuma batterie.. |
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La
vera rivoluzione digitale |
Alla luce di quanto sopra,
quali sono gli aspetti innovativi che rendono più versatile una fotocamera digitale
e che hanno costituito un vero miglioramento tecnico nei confronti di una
macchina fotografica a rullini ?
Ritengo che, per ora, siano solamente tre: latitudine di posa (gamma
dinamica) dei sensori, mediamente superiore a quella delle
pellicole; il bilanciamento del bianco, ovvero la possibilità di
scegliere il programma di temperatura colore più adatto alle varie
situazioni; il numero di scatti a disposizione (praticamente
illimitato) e lo spazio per l'archiviazione delle immagini. Illustrate così
in breve queste soluzioni tecniche possono
sembrare molto complesse, ma in realtà non lo sono affatto. Vale perciò la
pena di approfondire in merito... |
La latitudine di posa ovvero la gamma dinamica |
Con le pellicole tradizionali
era estremamente difficile, in particolari condizioni di luce, poter distinguere
nitidamente gli oggetti illuminati da quelli in ombra.
Questo significa che, per esempio, in una giornata estiva soleggiata,
trovandoci a fotografare una scena a metà fotogramma in pieno sole e l'altra
in ombra, dovevamo scegliere di esporre o per il chiaro
o per lo scuro. In ogni caso, esponendo per il chiaro, i particolari in
ombra non erano distinguibili e viceversa, esponendo per lo scuro, la
scena soleggiata risultava notevolmente sovresposta e piattamente bianca.
Cioè la pellicola non riusciva a compensare adeguatamente le notevoli
differenze di stop tra la parte |
al sole la parte in ombra, come fa invece l'occhio umano.
Per limitare questo inconveniente si potevano utilizzavano pellicole più
sensibili, cioè ad alto numero di ISO. Anche stampare su carta meno
contrastata per equilibrare i toni poteva essere di aiuto. I risultati erano
migliori ma non eccezionali.
Gli attuali sensori impiegati nelle fotocamere digitali
(senza tirare in ballo la tecnologia HDR, che è un'elaborazione estrema
dell'immagine) compensano mediamente in modo migliore delle pellicole in commercio.
Si comportano cioè in modo simile all'occhio umano. I particolari
sono maggiormente distinguibili, sia in chiaro che in ombra. La fotografia
che ne esce rispecchia meglio la nostra visione delle cose.
Qui a fianco, potete trovare una fotografia che testimonia l'estrema
compensazione del digitale.
Osservando la "testa coricata" di Javier Marin (tutte e due le immagini sono
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ingrandibili), si può notare che parte di Piazza Duomo a
Pietrasanta era in ombra. Un'immagine così, con una fotocamera a
pellicola, non era ottenibile. Praticamente "spara" solo la facciata
in marmo bianco del Duomo (la casa costruttrice della mia fotocamera
per i miracoli si attrezzerà !).
In quella giornata ci sono stati momenti nei quali transitavano in
cielo delle nuvole molto cupe. Quando il sole filtrava attraverso di
esse, il contrasto tra le zone in ombra e quelle illuminate era
molto marcato. Ma il sensore della macchina fotografica digitale si
è comportato sempre in modo egregio.
Chi pertanto usa una fotocamera digitale e per motivi artistici e/o
creativi vuole mantenere un alto contrasto nella scena, deve essere
a conoscenza di questo particolare e comportarsi di conseguenza. |
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La temperatura di colore |
Qualunque sia il tipo di
luce, l'occhio umano si adatta in modo che un soggetto bianco sia sempre
visto come bianco. Invece, a meno che non si
fotografasse in bianconero, nelle nostre fotografie a stampa trovavamo
spesso delle scene con colori strani, con persone che sembravano provenire
da Marte o dalla Luna, dato che la loro carnagione aveva un colorito
insolito. Quelli erano e sono gli effetti della temperatura colore sugli scatti che
abbiamo effettuato.
Il più grande difetto che le pellicole tradizionali abbiano mai avuto.
Vediamo di cosa si tratta in breve.
Le pellicole (day-light) per uso comune avevano una taratura predisposta che corrisponde
alla luce bianca.
La luce bianca è quella che si riscontra in una giornata estiva,
nelle ore centrali del mattino o del pomeriggio, quando splende il sole e le
nuvole in cielo sono trascurabili. Essa corrisponde a circa 5.000 / 5600 °K
(gradi Kelvin). Anche la luce artificiale di un flash ha la stessa temperatura colore.
A mezzogiorno col sole a picco e senza nuvole tale temperatura può salire a
15.000 / 30.000 °K e questa, paradossalmente, è la luce più
brutta, intensa e piatta di cui un fotografo possa disporre (a meno che non
intenda usarla per scopi creativi ed artistici).
La luce presente al mattino e al pomeriggio è quella mediamente utilizzata nella maggior parte delle
fotografie che venivano e vengono tuttora scattate per uso quotidiano.
Qui cominciano i guai perché durante il giorno la temperatura colore
cambia. Nelle prime ore mattutine la luce è abbastanza fredda, sui 7.000 /
8.000 °K, cioè tende all'ultravioletto (colore azzurro). Al
tramonto i colori assumono una tonalità più calda, verso il giallo/arancio e
la temperatura della luce è di circa 3.000 / 3.500 °K. A lume di
candela si può arrivare a 1.500/2.000 °K, cioè la luce tende verso
l'arancio/rosso.
Non solo: se nelle ore centrali del giorno ci sono nuvole che velano il
cielo, a seconda della loro intensità, la temperatura colore si alza e tende
di nuovo verso l'azzurrino dell'ultravioletto. Lo stesso dicasi per le
fotografie fatte durante una giornata soleggiata, ma scattate all'ombra. Al
mare o in montagna la luce è molto intensa, i raggi UV abbondano e virano
sull'azzurro le nostre immagini.
Ecco spiegato in breve il motivo per cui, in assenza di filtri correttivi,
le stampe potevano avere quei colori strani.
La fotografia digitale ha spazzato via questo handicap dovuto alla
taratura media dei rullini fotografici ad uso comune.
Le apparecchiature consentono di regolare il bilanciamento del bianco in
modo che si adatti alla qualità della luce ambiente attorno al soggetto.
Questa regolazione viene chiamata "effettuazione del bilanciamento del
bianco" e può essere automatica.
In ogni condizione di luce, sia essa artificiale (vedi tabella qui sotto) che naturale,
il risultato finale sarà una fotografia con una buona fedeltà cromatica, molto vicina a quella
dell'occhio umano.
In casi particolari e per lavori molto accurati è preferibile passare ad una
regolazione manuale del bilanciamento del colore, così come, artisticamente
e creativamente, per mantenere e/o accentuare delle dominanti, si può
volutamente far sbagliare la fotocamera. |
Il colore della luce artificiale
L'avvento delle lampade a risparmio energetico e delle luci al led
sta leggermente modificando l'atmosfera dei nostri
ambienti domestici. Comunque, a titolo orientativo ma non esaustivo,
ecco una tabella con la temperatura colore di alcune tipiche fonti di
illuminazione artificiale.
I dati evidenziano che la stessa aumenta man mano
che sale la potenza della lampada impiegata.
Va però tenuto in conto che i gradi K della luce che colpisce il
soggetto possono subire variazioni in base ai riflessi
generati dal colore delle pareti o degli oggetti contenuti nel
locale dove di fotografa. |
Fonte luminosa
(*) = luce calda |
Temperatura colore |
Fiamma di candela |
1.500 °K |
Lampada domestica da 40W
(*) |
2.750 °K |
Lampada domestica da 100W
(*) |
2.850 °K |
Lampada al quarzo da 500W |
3.150 °K |
Lampada fotografica al tungsteno |
3.200 °K |
Lampada fotografica Photoflood |
3.400 °K |
Lampeggiatore a luce chiara |
4.000 °K |
Lampeggiatore a luce azzurra |
5.600 °K |
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I concetti fisici della temperatura di colore
Se noi riscaldiamo un corpo (ad esempio una sbarra di ferro) notiamo
che con l'aumentare della temperatura varia anche la sua
colorazione. Avremo cioè un passaggio che andrà dapprima verso il
rosso, l'arancione, il giallo, l'azzurro, fino al limite di fusione,
cioè il bianco (il famoso calor bianco). Da questo semplice
esperimento è possibile comprendere come esista un rapporto diretto
tra la temperatura e il colore della luce che è emessa dal corpo. Da
qui si spiega il concetto di temperatura di colore. Infatti,
conoscendo le variazioni di colore dello spettro cromatico di tale
corpo alle varie temperature, sarà possibile stabilire la
temperatura di colore di qualsiasi fonte luminosa. Temperatura che
si misura in gradi Kelvin (K) dal nome dello scopritore Lord Kelvin.
La sua scala parte dallo zero assoluto (-273° C), quindi un corpo
nero ad esempio riscaldato a 1.000 gradi centigradi avrà la
temperatura di colore di 1.273 °K.
Le pellicole erano tarate per due diversi tipi di luce: una per la
luce del giorno (5.500 °K) e l'altra per la luce artificiale (3.200
°K). Tutte le altre temperature di colore, superiori o inferiori,
producevano sulla pellicola una dominante di colore che poteva
essere evitata con dei filtri di conversione o di correzione. |
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Il numero degli scatti a disposizione e l'archiviazione delle fotografie |
Ho lasciato per ultimi questo
grandi vantaggi perché non influenzano direttamente la qualità tecnica od
artistica di una fotografia. Però con le memory card opzionali si possono
aumentare gli scatti su una scena, facendo delle forcelle espositive,
cercando di catturare gli attimi migliori. Insomma la sicurezza di non
esaurire il rullino durante un momento topico aiuta molto.
Soprattutto per i fotografi evoluti è un vantaggio non indifferente.
L'archiviazione delle fotografie su un supporto digitale consente di
occupare spazi fisici molto ridotti e ci
fa risparmiare notevolmente in termini di tempo e denaro. |
Quisquiglie
e pinzillacchere (o schitte, per dirla in
dialetto genovese) |
Quelli sopra sono i
veri progressi tecnici della fotografia digitale rispetto a quella ad emulsione.
Tutto il resto sono quisquiglie e pinzillacchere, come direbbe
Totò. Infatti, pur assodato che la |
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Genova: il Bigo |
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padronanza e la conoscenza delle apparecchiature a nostra disposizione
sono fondamentali nel catturare delle immagini di ottima qualità,
esse da sole non possono farci vedere in termini fotografici.
La migliore fotocamera digitale al mondo non produce
automaticamente le migliori fotografie.
Avere a disposizione 2 milioni di pixel in più sul sensore della
propria fotocamera non modifica assolutamente l'aspetto tecnico di
una foto. Si ottiene solamente un'immagine più "pesante" e
maggiormente ingrandibile in fase di stampa o pubblicazione. Già 3
megapixel sono sufficienti per stampare fotografie nelle dimensioni
di un foglio A4 (circa 20x30 cm).
Scattare 15 foto al secondo invece di 5, non è una cosa
indispensabile, a meno che non sia per usi strettamente particolari
e/o professionali. Ma anche in quel caso l'aspetto umano e la
capacità di ragionare in termini fotografici potrebbero sopperire
tranquillamente a questa "inferiorità"costruttiva. |
E' inutile che io abbia a disposizione un obiettivo
ultraluminoso ed incisivo se devo fotografare in una giornata di
nebbia. Sarebbe meglio il contrario, per rendere maggiormente il
senso dell'atmosfera ovattata. Non si può certo
visionare la qualità di una foto dal sempre più grande, ma pur
sempre minuscolo, schermo LCD presente sulle fotocamere... Gli
esempi potrebbero continuare all'infinito.. |
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Un aspetto particolare e piacevole della fotografia digitale |
Piuttosto quello che ho potuto verificare personalmente è che la
fotografia digitale, in particolari condizioni di luce, accentua la
profondità di un'immagine e consente all'occhio umano di
apprezzare la "terza dimensione". Possiamo avere cioè la sensazione
di "entrare" maggiormente dentro la scena fotografata e, in alcuni
casi, si riescono a distinguere nitidamente i diversi piani di
distanza sui quali sono posti gli oggetti o le porzioni urbanistiche
e paesaggistiche (come nelle immagini televisive in HD). Purtroppo
il ridimensionamento delle immagini per adattarle al web spesso limita questo
effetto. Non è il caso di questo |
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Bacche rosse |
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scatto sopra sulla destra (una foto in macro
realizzata in luce diurna con uso forzato del flash) e di altri
presenti nella sezione
sfondi per desktop, dove il
fenomeno è molto marcato e visibile appieno pur se la fotografia non
viene presentata a tutto schermo.
In questa pagina, può essere apprezzata questa particolarità anche nelle fotografie
dell'arte di Javier Marín, realizzate in Piazza Duomo a Pietrasanta.
Con il film e la stampa l'evidente sensazione di "profondità"
sarebbe stata solo una pia illusione.
Da questo punto di vista la fotografia digitale mi piace molto di
più di quella tradizionale. |
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Morale della favola? |
Rifiutare a priori il progresso non è da persone intelligenti.
Utilizzare invece correttamente ciò che la tecnologia ci mette a
disposizione è la cosa più saggia e produce, quasi sempre, i
migliori risultati con la soddisfazione di tutti...
Voglio chiudere questo argomento con un'altra citazione del pensiero
di Andreas Feininger: "La fotografia è uno strumento così vario di comunicazione
visiva che cercare di stabilire regole precise per fare "buone"
fotografie è ridicolo e insulso come dire ad un pittore in che modo
si crea un buon quadro..."
Ciascuno ne tragga le proprie conclusioni... |
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Elenco
di seguito alcune note su quesiti posti ai motori di ricerca che
hanno rimandato a questa o altre pagine del sito, affinché gli
approfondimenti siano utili ad altri visitatori. |
Come impostare i gradi Kelvin per fotografare un concerto? |
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E' abbastanza raro che le
scene di un concerto vengano illuminate da fari artificiali
monocolore e utilizzati sempre con la medesima intensità. Anche nei
concerti di musica classica, dove le atmosfere sono molto
tranquille, l'intensità delle luci può variare a seconda del brano
musicale che viene eseguito. Di conseguenza, una lampada che non
viene fatta lavorare alla tensione nominale di esercizio modifica la sua temperatura
colore. Chi sta fotografando con una impostazione manuale del
bilanciamento del bianco, per continuare ad avere una fedele resa
cromatica, deve reimpostare la fotocamera.
I concerti rock, pop, jazz ecc. abbondano di fari
multicolore che vengono sempre "strapazzati" dai tecnici delle luci
per dare luogo a effetti e cambiamenti tonali i più rapidi e
i più diversi tra loro. Un bilanciamento manuale del bianco
porterebbe a dei disastri qualitativi dell'immagine.
D'altronde il bello nel fotografare un concerto sta proprio nel fatto di
immortalare cantanti, musicisti e scenografie artisticamente
illuminati così come appaiono ai nostri occhi. Pertanto la
soluzione migliore è quella di lasciare lavorare la fotocamera col
bilanciamento del bianco in automatismo, oppure di scattare in
formato RAW e affidarsi alla post-produzione. |
Nella fotografia digitale è consigliabile fare uso dello zoom elettronico? |
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Le macchine fotografiche
digitali, reflex e non, sono dotate di un dispositivo tecnico che
può stringere ulteriormente il campo dell'immagine ottenuta con le
ottiche tradizionali: lo zoom elettronico.
Già uno zoom ottico, spinto alla massima focale, solitamente non
esprime la massima qualità visiva dell'obiettivo.
Se ravviciniamo maggiormente la scena con una ulteriore elaborazione
elettronica, gli effetti potrebbero essere pessimi.
Lo zoom elettronico degrada sensibilmente l'immagine. E'
un gadget di nessuna utilità.
Gli stessi risultati dello zoom elettronico possono essere ottenuti
in post-produzione, con uno dei tanti programmi in commercio per il
trattamento e il ritocco delle fotografie. Tanto vale non adoperarlo... |
In altra pagina caratteristiche tecniche, pregi e i difetti degli obiettivi |
Da che cosa si riconosce una fotografia scattata col cellulare? |
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Dal punto di vista tecnico,
le fotografie digitali hanno una "targa", memorizzata insieme ai
pixel che compongono l'immagine, dove possono essere lette varie
informazioni inerenti l'esposizione e particolari relativi allo
strumento tecnico col quale sono state scattate. Questi dati sono
consultabili attraverso il software fornito in dotazione o un
normale programma di fotoritocco.
Dal punto di vista tecnico/qualitativo, diciamo innanzitutto che le
fotografie scattate con i primi modelli di telefono cellulare
provvisti di video-camera erano decisamente scarse. Un termine
veramente appropriato per descriverle era, senza dubbio,
"grossolane". Oggi le cose vanno meglio perché
questi apparati palmari hanno in dotazione nuovi sensori che
arrivano anche a 8 o 12
megapixel e obiettivi più curati (se si può chiamare obiettivo
quell'occhiolino simile allo spioncino di un portone). Troviamo
addirittura il Nokia 800 PureView che monta un sensore da 41
megapixel ed un'ottica Zeiss.
Perché sta accadendo questo? Da indagini di mercato, risulta che il
diletto principale dei possessori di cellulari e palmari sia quello di
scattare fotografie. E, per questo motivo, esiste una
ragionevole probabilità che le
fotocamere digitali più semplici come le compatte o le reflex di
fascia bassa possano essere ben presto pensionate. Un futuro
ipotizzato che lascia spazio a molte critiche, perché sono in tanti
coloro che non apprezzano queste operazioni di marketing allestite dai
produttori per continuare a vendere. I clienti spesso si illudono di
avere acquistato prodotti migliori di quelli che possedevano in
precedenza, solo per il fatto che sono di ultima generazione. Non sempre è così...
Tornando a tema, bisogna premettere che: 1) Aumentando il numero di
pixel dei sensori non si aumenta automaticamente la qualità
dell'immagine ma solo la sua grandezza. L'aumento dei pixel dovrebbe
andare di pari passo con le maggiori dimensioni del sensore stesso, pena un
aumento del rumore; 2) L'obiettivo è
determinante nella resa finale; 3) L'impatto visivo che noi
riscontriamo dipende dalle cose che sono fotografate, dalle
condizioni di luce presenti sulla scena e dal modo in cui si visiona
il prodotto ottenuto. Per esempio, ragionando in pixel, fotografare
un paesaggio non è la stessa cosa che riprendere la facciata di un
grattacielo. Nel primo ci sono particolari molto minuti, nel secondo
la vista è sicuramente più "piatta"; 4) La qualità dell'immagine
dipende anche dal formato nel quale è salvata in memoria (JPG, TIF,
RAW ecc.); 5) Superata una certa soglia qualitativa, i particolari
mirabolanti sono riscontrabili solo dalle strumentazioni, non certo
dall'occhio umano.
Questo significa che, se noi osserviamo la fotografia scattata con
un cellulare sullo schermo di un pc, potrebbe non essere
distinguibile da quella scattata con una fotocamera professionale.
La mia fotocamera compatta può produrre delle foto macro di ottima
qualità che sono pari a quelle fatte con
reflex di alto livello.
Pertanto: se io faccio foto ricordo e sono solito visionarle
sullo schermo di un computer, quelle scattate con un telefonino di
ultima generazione possono risultare gradevoli e di ottima qualità.
In caso di stampa su formati piccoli (lato maggiore non superiore a
30 cm) la resa può essere ottima; se di un paesaggio vogliamo farci
un poster, i particolari più minuti potrebbero creare dei problemi.
Lascio per ultimo (volutamente) il fattore "fotografo" che è il più
importante. La fotocamera di un cellulare maneggiata da un fotografo
esperto ha una resa, utilizzata da chi scatta principalmente
fotografie agli amici, al gatto, alla fidanzata ne ha un'altra...
Non credo che valga la pena di spendere altre parole per descrivere
una situazione che muta con molta rapidità: ci risentiamo su
questo argomento, quando i palmari saranno finalmente diventati delle macchine
fotografiche (che consentono anche di telefonare), per la gioia di
coloro che con la fotografia hanno poco a che spartire... |
Appendice
sull'argomento - Riprendo brevemente in mano
questa pagina quando è in corso una campagna pubblicitaria di uno smartphone che viene
decantato esclusivamente per la qualità delle fotografie che riesce
a catturare. Piano piano in tutti i prodotti palmari l'aspetto telefonia è stato
fatto scivolare sempre più in basso, diventando un fattore
assolutamente marginale.
Il cellulare si acquista perché cattura delle belle immagini, o
almeno così noi crediamo che sia. Come dovevasi dimostrare... |
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Tolte
dal
Cassetto
- Finestre fotografiche su Liguria e Toscana
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