Quelle fastidiose macchioline che appaiono sui miei fotogrammi... |
Se avete intenzione
di acquistare una fotocamera reflex dovete mettere in conto che,
prima o poi, sarete interessati da un fastidioso inconveniente che,
in alcune immagini, può diventare molto penalizzante. Stiamo
parlando dello sporco che si deposita sui filtri passa basso, ovvero
sui sensori che catturano le fotografie. Per sporco si intende
qualunque particella estranea che può finire
dentro il corpo macchina, per varie cause, esempio quando si cambia l'obiettivo.
Questo problema può quindi interessare anche |
fotocamere non reflex che abbiano
la possibilità di sostituire le ottiche, perché il fatto
di porre l'interno della macchina fotografica a contatto
diretto con l'aria esterna aumenta in maniera esponenziale il
rischio che qualcosa possa intrufolarsi...
Il materiale estraneo che va a depositarsi sul sensore fa si
che le fotografie presentino poi delle macchie di varie dimensioni.
Se la vostra fotocamera è dotata di obiettivo zoom, queste si
ingrandiranno man mano che l'ottica viene portata verso la massima
focale. Il fenomeno è particolarmente evidente (e fastidioso)
quando si fotografa un cielo azzurro. Può diminuire d'intensità sul
bianco delle nuvole, oppure quando si fotografa una scena a terra
contenente vasti spazi di colore chiaro (bianco, grigio ecc.).
Un altro fattore determinante nella comparsa delle macchie è la
chiusura del diaframma. Man mano che l'apertura |
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dell'obiettivo diventa più piccola, il problema si
aggrava. Diciamo che, oltre f/11 le impurità finite sul sensore
fanno proprio una brutta impressione. A diaframmi sempre più aperti
tendono a scomparire. I forum di fotografia presenti sul web sono
molto illuminanti in proposito: l'inconveniente appartiene a tutte
le marche e a tutti i modelli.
Chi ne soffre di più e chi meno, ma nessuno è esente. Molto
interessanti sono le casistiche, ovvero il modo in cui i
possessori di una reflex digitale sono venuti a conoscenza del
fatto e come hanno reagito. Alcuni sono incavolati, altri snobbano la
cosa, altri ancora sono estremamente rassegnati al fatto che la
polvere sia un problema fisso.
E purtroppo, in alcuni casi, non si tratta solo di polvere...
Perciò ho ritenuto utile confrontare le situazioni di terzi con
quelle personali, cercando di mettere a nudo alcuni aspetti del
fenomeno che sarebbero critici. Come segnalato in altre pagine,
nulla è più appagante dell'esperienza diretta... |
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1) Nelle reflex la criticità dovuta
alle ventilazioni forzate di otturatore e specchio |
Il tutto nasce dal fatto che
il sensore è fisso e sottoposto a due "ventilazioni forzate"
ineliminabili: quella dell'otturatore e dello specchio. Ad ogni
scatto questi due elementi smuovono l'aria all'interno della
fotocamera e con essa "volano" le eventuali particelle indesiderate
presenti nel corpo macchina. Queste, col tempo, possono
depositarsi sul sensore, agglomerarsi per effetto dei vortici, ingrandire di
volume e diventare visibili nelle immagini. Basti pensare a quale movimenti d'aria si da origine quando si fotografa
in modo continuo (es. 10 fotogrammi/sec).
Nella fotografia analogica
il problema non si presentava (o era rarissimo) per il semplice
motivo che la pellicola, ad ogni scatto
avanzava e la cattura delle immagini avveniva ogni volta su un supporto nuovo e pulito.
Una scrollatina per pulire - Le fotocamere reflex sono dotate di un
sistema di pulitura del filtro passa-basso (sensore) attivabile
attraverso il menù delle funzioni presenti e che può essere
impostato anche in modo automatico. Il processo di rimozione di
polvere e sporco avviene tramite la vibrazione del componente.
I commenti raccolti in proposito sulla
rete non sono entusiasmanti. La maggior parte di coloro che postano
lamentandosi del fenomeno hanno la loro reflex programmata per la pulizia automatica del sensore,
ma i risultati sarebbero scarsi e deludenti. Le prime macchie possono
manifestarsi dopo appena qualche centinaio di fotogrammi e, a quel punto, a nulla serve
attivare manualmente l'opzione di pulizia prevista nel software in
dotazione alla reflex in quanto, se non ha
funzionato in automatico, non funzionerà neppure in manuale... Un pulitura
accurata potrebbe farla solo un tergi-sensore, simile ad un
tergicristallo di un'autovettura. Una soluzione costosa e
tecnicamente impegnativa... |
2) La polvere e i corpi estranei quando possono entrare nel corpo macchina? |
Soprattutto quando si
cambiano gli obiettivi. Questa operazione va svolta con una
certa rapidità, in assenza di vento, riparati dall'umidità e dalla
pioggia, in luoghi non polverosi. Se questo non è possibile,
dobbiamo usare tutti i metodi a nostra disposizione affinché
nel corpo della fotocamera aperto non ci entri niente. E
comunque i "punti neri" appaiono anche se l'obiettivo non viene cambiato,
magari perché si usa uno zoom che risponde a tutte le necessità.
Obiezione relativa raccolta in rete: un
obiettivo a focale variabile si comporta come uno stantuffo. Si
allunga e si accorcia, fa entrare ed uscire aria (con la polvere!)
come una pompa. Alla lunga le particelle indesiderate possono
arrivare dentro il corpo macchina... Personalmente non credo che
questo sia possibile (le particelle finirebbero anche sulle lenti
con scadimento della qualità) ma, anche in questa evenienza, il
processo dovrebbe essere lentissimo, non presentarsi appena dopo
qualche centinaio di scatti.
La macchina fotografica va usata, non è un soprammobile da tenere in
casa! - Quando si sostituiscono le ottiche bisogna adottare tutte le
accortezze del caso, ma è anche utile porre l'accento sul fatto che
gli ambienti in cui si opera non sono delle camere sterili! Le borse
fotografiche, che sono un ricettacolo incredibile di polvere, non
possono essere pulite ogni volta che si esce! Altrimenti arriviamo a
parlare di maniacalità!
Vi ricordate quando, fotografando con la pellicola, aprivate il
dorso macchina. Era sempre immacolato, oppure qualche puntino bianco
spuntava sempre fuori? Quella polvere non provocava alcun danno alle
foto. Nel digitale, invece, quelle particelle sarebbe meglio che non
ci fossero in quanto, gira che ti rigira, potrebbero finire sul
sensore e risultare visibili nell'immagine catturata. E pensare che in
una reflex digitale il dorso non si apre! |
3) Qualcuno sul sensore si ritrova delle vere e proprie
macchie untuose... |
Questo è un problema delicato, al quale però si può
ragionevolmente tentare di dare una spiegazione.
In primo luogo ciò può accadere per i fenomeni di condensa. Come
quando l'umidità dell'aria appanna i vetri delle nostre case. Se
questi sono puliti, quando le particelle d'acqua evaporeranno, la
loro superficie tornerà linda come se nulla fosse accaduto. In caso
contrario, i granelli di polvere bagnati dall'acqua si scioglieranno
e, nel momento in cui i vetri torneranno asciutti risulteranno
cosparsi di macchie o di striature se le goccioline d'acqua sono
diventate talmente grandi da non reggere alla gravità e precipitare
verso il basso.
In una fotocamera il processo di condensa si può verificare
quando da un ambiente molto freddo passiamo ad uno normalmente riscaldato.
Per esempio, dopo aver fotografato all'aperto con temperature rigide
ed umide (nevicata), entriamo in casa ad una temperatura di 19°. In
quel caso è consigliabile non sostituire l'obiettivo prima che la
fotocamera, che sarà freddissima, si sia adattata al nuovo ambiente
e riscaldata.
In caso contrario, l'umidità presente nell'aria entrata nel corpo
macchina potrebbe condensare sul filtro passa-basso (sensore).
Eventuali agglomerati di polvere presenti sulla sua superficie, altrimenti
eliminabili con un semplice soffio d'aria, si bagnerebbero e si
attaccherebbero alla stessa rendendo indispensabile una pulizia più
accurata.
Prima di portare al chiuso una fotocamera che ha lavorato con
temperature molto inferiori allo zero (ad esempio in montagna
d'inverno) è necessario riporla in un sacchetto di plastica a
chiusura ermetica contenente bustine di gel di silice o altri
prodotti atti ad assorbire l'umidità. In questo modo la condensa si
formerà all'esterno del sacchetto e non nella macchina fotografica.
Un'altra possibile spiegazione della presenza di macchie untuose
può essere ricercata nel fatto che l'otturatore e lo specchio delle
reflex sono oggetti in rapidissimo movimento. Soprattutto quando le
fotocamere sono nuove di fabbrica, questi due meccanismi potrebbero
smuovere dei residui di lavorazione presenti nel corpo macchina e
"spararli" sul sensore, oppure perdere essi stessi del materiale
lubrificante che va a finire nel "posto sbagliato".
Ammesso e non concesso che la spiegazione di queste macchie sia
quella sopra riportata, chi è incappato in un simile problema se lo
porterà dietro dopo ogni pulitura manuale, finché le sostanze estranee non vanno ad
esaurimento. |
Quali
azioni si possono compiere per eliminare le particelle estranee? |
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La prima cosa logica da farsi è seguire attentamente le
istruzioni in merito contenute nel manuale in dotazione alla
macchina fotografica. Da questo si apprenderà che bisogna pulire il
filtro passa-basso (come indicato più sopra al paragrafo 1). Se tale
comportamento non è sufficiente ad eliminare le particelle estranee,
bisognerà togliere l'obiettivo e procedere ad un altra operazione
che comporta l'apertura manuale dell'otturatore e il sollevamento
dello specchio. In questo modo il sensore diventa visibile ai nostri
occhi.
A questo punto potremo esaminare e verificare se sul sensore sono
presenti polvere o altri residui. In caso affermativo, l'unico
"modus operandi" consigliato è quello di soffiare dell'aria con
una pompetta per eliminare lo sporco. Il sensore non va toccato o
pulito a contatto, ne con pennelli, ne con panni di vario genere.
E' abbastanza chiaro che se lo sporco è causato da macchie come al
punto 3), il soffiare aria sul filtro passa-basso non produrrà alcun
beneficio. Pertanto la fotocamera andrà portata in un centro
specializzato-autorizzato per una
pulizia più efficace. Tale operazione costa mediamente dai 40 agli
80 euro e non rientra in garanzia. |
Si
può intervenire diversamente da quanto indicato nel libretto di
istruzioni? |
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La pulizia a contatto del filtro passa-basso (sensore) è un'operazione piuttosto
delicata, che richiede una buona dose di perizia, ed è per questo
motivo che le case costruttrici di apparecchi fotografici consigliano di farla
effettuare da tecnici specializzati ed autorizzati. Un comportamento
errato potrebbe infatti rigare o danneggiare non solo il sensore (filtro passa-basso),
ma anche le tendine dell'otturatore e lo specchio. Se non avete una mano ferma e
vellutata, è meglio che lasciate perdere...
Premesso quanto sopra, che è molto importante, se dal controllo visivo
il sensore (filtro passa-basso) risulta sporco di polvere,
non è sufficiente soffiare aria con una pompetta. E' vero che le particelle
si staccherebbero, ma potrebbero continuare a girare all'interno della fotocamera,
depositandosi in altre parti. Alle prime nuove fotografie potrebbero
essere smosse nuovamente dal movimento dello specchio (che agisce come un ventaglio) e
dal ciclo di apertura/chiusura dell'otturatore. Risultato: entro
breve tempo sareste nuovamente da capo. Purtroppo, come detto
all'inizio, il sistema è critico perché il sensore è fisso.
E allora che si fa? Risposta: le particelle volatili di sporco vanno
rimosse con un soffio d'aria, ma vanno anche contemporaneamente aspirate via,
magari impiegando un semplice aspirapolvere domestico. Ovviamente il
boccaglio non va introdotto nel corpo macchina: è
sufficiente tenerlo vicino all'anello dove si serra l'obiettivo.
Se all'interno del corpo macchina notate la presenza di pelucchi o
granelli di polvere o di sabbia, non utilizzate un pennello per rimuoverli! Le
setole dei pennelli e quegli spazzolini presenti sulle pompette
soffia aria sono un ricettacolo incredibile di polvere.
Probabilmente togliereste i corpi estranei visibili, ma spargereste
altre migliaia di particelle più piccole che, un domani,
aggregandosi, costituirebbero un nuovo pericolo.
E allora che si fa? Risposta: eventuali corpi estranei
visibili, soprattutto i pelucchi, si estraggono catturandoli, ad uno
ad uno, con un pezzetto di scotch biadesivo attaccato ad un
cacciavite o ad un bastoncino. Lo pigiate delicatamente sopra e
tirate via. Ne esistono di pronti anche in commercio, ma farlo da se non costa nulla.
Questa operazione non va effettuata sul sensore, sullo specchio o sulle tendine
dell'otturatore, perché potrebbe procurare loro dei danni. La
polvere sullo specchio non influenza la qualità delle immagini, e
non si vede neppure nel mirino. Se ce n'è molta (comunque un pericolo!), va tolta avvolgendo una
cartina ottica (carta di riso) che serve per pulire le lenti degli obiettivi intorno ad un
bastoncino cotonato per le orecchie (fissandola con un pezzetto di
scotch) per poi passarla molto delicatamente sulla
superficie riflettente.
Se vi trovate nelle condizioni di cui sopra al paragrafo 3),
potete anche acquistare in commercio un kit per la pulizia del
sensore e procedere secondo le istruzioni ad esso allegate. Stante
che le operazioni di pulitura non rientrano nella garanzia della
macchina fotografica, comportandovi in modo appropriato ben
difficilmente causerete danni irreparabili. Al massimo
non riuscirete a pulirlo accuratamente, dovendo poi ricorrere
all'assistenza di un centro specializzato. Tanto avreste dovuto farlo
comunque e pagando...
Se l'operazione invece andrà a buon fine, vi sarete tolti un bel
fastidio, anche per probabili future evenienze. |
Alcune
conclusioni sul fenomeno che originano da esperienze personali |
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In relazione a questo
problema, sto tenendo sotto controllo una reflex che adopero da un
po' di tempo (vedi sotto) e che, naturalmente, lo
ha manifestato. E' una fotocamera molto apprezzata sul
mercato. Il suo libretto di istruzioni consta di più di 300 pagine, delle quali 5 parlano
dell'argomento in oggetto. Di queste, 4 e 2/3 sono dedicate ad
istruzioni tecniche su come operare. Solo 1/3 di pagina segnala che
la polvere può risultare visibile nelle fotografie.
Purtroppo però quello di scattare fotografie è l'aspetto primario
per il quale un apparecchio fotografico è progettato e,
d'altro canto, non si può neppure impedire alla polvere di entrare
nel corpo macchina, perché essa fa parte indissolubilmente dell'aria
che ci circonda e che respiriamo. |
Al momento, dopo 10 mesi di test personali, le mie risultanze sono le
seguenti: |
1) La fotocamera è arrivata dalla fabbrica col sensore
pulito. Le fotografie non avevano imperfezioni di alcun genere.
2) All'interno del corpo macchina erano presenti dei pelucchi (tipo
quelli che possono staccarsi da un maglione di lana), lunghi circa 5
mm. Gli stessi però erano appiccicati alle pareti (molto
probabilmente per carica elettrostatica) e non procuravano alcun
danno. Comunque sono stati rimossi con del nastro biadesivo come
spiegato più sopra.
3) I primi «punti neri» sono comparsi (in modo visivo) al fotogramma
391. A quel punto ho continuato a fotografare per parecchio tempo,
senza effettuare pulizie di sorta. Ho utilizzato anche la funzione
scatto continuo per estremizzare la funzione di sollevamento dello
specchio e l'apertura dell'otturatore. Confrontando le immagini, le
macchie sono aumentate.
4) Senza perdermi in ciance, mi sono pertanto attrezzato per pulire
da solo il sensore. Il controllo dello stesso non evidenziava la
presenza di polvere, ma appunto di macchie untuose resistenti, che
sono state accuratamente rimosse.
5) Ho continuato poi a fotografare normalmente, utilizzando anche la
funzione scatto continuo durante una corsa ciclistica. Dopo breve
tempo, sono comparsi nuovi punti di sporco, in aree diverse del
fotogramma.
Il test sta tuttora continuando... |
Prime attendibili conclusioni in corso d'opera: |
1) Particelle di polvere nettamente visibili ad
occhio nudo o corpi estranei che si siano depositati all'interno del
corpo macchina o sul sensore non ne ho riscontrati.
Nota: la fotocamera per me non è un cult, ovvero non
è un soprammobile, ma viene normalmente usata (a volte anche un po'
strapazzata, perché in alcune situazioni non si può andare tanto per
il sottile), come ero solito fare con delle fotocamere analogiche.
Via software ho attivato la pulitura in
automatico del sensore ma, per quanto sopra detto, non posso
stabilire se questa funzione sia efficace o meno. Comunque, se è stata
progettata, una certa utilità deve pur averla.
Trascorsi 10 mesi, mi sembra di capire che la polvere non
rappresenti quel grosso problema da demonizzare. La pulitura manuale
del sensore, effettuata una volta all'anno a scopo di manutenzione,
dovrebbe essere più che sufficiente per
avere la fotocamera sempre in ordine e pronta a scattare fotografie
di ottima qualità.
2) Il problema che sta incidendo è quello indicato
più sopra al paragrafo 3): le macchie di sporco, che non
sono certamente dovute alla polvere... Con tutta probabilità, gli
organi in movimento dentro il corpo macchina perdono delle sostanze
lubrificanti (o di altra natura) che vanno a macchiare la superficie
del sensore. L'indiziato numero uno è l'otturatore. Lo specchio
invece non avrebbe colpe perché, nel momento in cui le tendine si
aprono e si chiudono, questo è già sollevato e fermo.
A rigor di logica, questo fastidioso inconveniente dovrebbe
esaurirsi man mano che la reflex invecchia e tanto più velocemente
in relazione alla quantità/tempo delle immagini scattate. Così come
le macchie dovrebbero tendere a diventare sempre più piccole, stante
la progressiva diminuzione delle sostanze che le originano.
Undicesimo mese (giugno 2013):
la fotocamera ha avuto necessità di una nuova pulizia del filtro
passa-basso. Niente polvere, ma le solite chiazze "oleose".
L'operazione manuale ha richiesto circa un'ora di tempo, comprese le
prove per controllare la qualità delle immagini. Questo è un tipo di
sporco ostinato, che produce aloni visibili anche a diaframmi più
aperti di f/11. Quindi è assolutamente inaccettabile e va eliminato
per forza...
Sedicesimo mese (novembre 2013):
Poco dopo la pulizia manuale di giugno, sul filtro passa-basso sono
comparse nuovamente due piccole macchie untuose. Ma da allora la
situazione si è stabilizzata, sicuramente perché le sostanze in
eccesso che le hanno determinate, come previsto, vanno esaurendosi.
Per il resto, i fotogrammi sono puliti: non ci sono granelli di
polvere o altro che compaiono nelle immagini. I due aloni causati
dalle sostanze lubrificanti risultano visibili anche a diaframmi
aperti ma, le poche volte che si evidenziano possono essere
eliminati con un programma di fotoritocco. Pertanto, al momento,
posso fare a meno di pulire nuovamente il sensore.
Dopo quasi un anno e mezzo di utilizzo, la fotocamera ha
perciò resistito brillantemente all'intrusione della polvere visibile. Ho pertanto
ragione di ritenere che sull'argomento trattato in questa pagina circolino molte leggende
metropolitane...
Vero è che molte particelle estranee possono entrare nel corpo macchina durante
la sostituzione degli obiettivi.
Però chi si trova a pulire manualmente il sensore molto spesso,
con tutta probabilità ha dei comportamenti errati nel
compiere questa operazione, anche perché, quando si stacca l'ottica,
lo specchio è abbassato e l'otturatore è chiuso, quindi il sensore
non è direttamente in contatto con l'aria esterna... |
Continuerò man mano a fornire informazioni in merito e
segnalare novità (se ce ne saranno).
Purtroppo coloro che lamentano delle chiazze di sporco e non si arrischiano a
pulire in proprio, manualmente, il sensore, devono ogni volta pagare
di tasca propria per ricorrere ad un laboratorio specializzato.
Invece tale inconveniente non dipende dall'uso che si fa della fotocamera,
che è strettamente personale, ma insito nell'oggetto stesso che è stato
acquistato e pertanto dovrebbe essere coperto dalla garanzia
prevista per legge. Fortunatamente, come ipotizzato più sopra, questo
difetto è destinato a scomparire nel tempo. |
Giugno
2014 - Per la fotocamera test proibitivo al Rally Italia Sardegna |
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Dal 5 all'8 giugno 2014 la fotocamera è stata utilizzata per alcune
riprese del Rally di Sardegna, gara valida per il FIA World Rally
Championship, dove le prove su
terra battuta hanno generato (neanche a dirsi) una
polvere incredibile.
Domenica pomeriggio, al termine della competizione, il corpo della
reflex era ricoperto di una patina di sporco evidente, come quella
che si rinviene sul cruscotto di un'autovettura che non viene lavata da tempo.
Questo estemporaneo test è andato oltre le più rosee previsioni: il
sensore presenta ancora le due macchie di unto posizionate a
sinistra nell'angolo in alto e sulla parte mediana del fotogramma.
Quando si è diaframmato molto (f/16 e oltre), nelle porzioni di
cielo inquadrate in alcuni fotogrammi hanno fatto la loro comparsa
altri piccoli aloni.
Sono sempre gli effetti dei lubrificanti che si staccano dagli
organi in movimento, soprattutto quando si scatta in modo continuo.
Le macchie probabilmente c'erano anche prima di approdare
sull'isola, ma sono talmente impercettibili che, quando si lavora su
diaframmi tipici (fino a f/11), non appaiono. E per vederle ci vuole
proprio una vista ai raggi x!
Polvere sul sensore non se ne è depositata. Nei fotogrammi non ci
sono punti neri causati da particelle volatili entrate nel corpo
macchina. Gli unici visibili e che potevano trarre in inganno, ad un
forte ingrandimento dell'immagine si è appurato che erano stati
generati da una grande varietà di insetti, farfalle, piccoli
volatili che vagavano nell'aria ed erano entrati nel campo della
foto. Altri ancora appartengono al
pietrisco sollevato dalle gomme delle auto.
Questo avvalora quanto già affermato al paragrafo sopra (sedicesimo
mese). |
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Caldo, polvere, insetti e pietrisco |
RALLY
ITALIA SARDEGNA 2014 -
Il cerchio evidenzia due fotocamere piazzate sul
terreno (in pieno sole, quindi esposte alle alte
temperature) e telecomandate in sincrono con la
fotocamera principale. Questi due apparecchi sono
stati investiti da nuvole di polvere, generate da
tutte le auto partecipanti alla prova di salto
(almeno una settantina). Come una reflex
professionale può sopportare un uso così gravoso,
allo stesso modo un apparecchio fotografico
destinato ai «consumers» è in grado di resistere
bene alla intrusione della polvere presente
nell'aria che respiriamo.
La L nella foto indica una libellula che entra in
campo al passaggio dell'autovettura le cui ruote,
prima di staccarsi da terra, hanno scagliato in aria
dei sassi (S). |
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Alcune considerazioni finali: |
1) Se dovete fotografare e non avete particolari esigenze vi conviene
acquistare una fotocamera compatta con ottica non intercambiabile.
Corpo tutto chiuso, polvere e macchie assenti, poca manutenzione, fotografie di ottima qualità
e sempre "pulite". |
2) Nel caso in cui la reflex sia proprio il vostro oggetto del
desiderio, ricordatevi che l'eventuale sostituzione di un obiettivo
è un'operazione da compiere con solerzia. Tanto per intenderci: tra
un'ottica e l'altra non si va a prendere un caffè lasciando il
bocchettone d'innesto aperto. Sarebbe come dire alla polvere: "Prego,
si accomodi pure!".
Un comportamento corretto è anche quello di dare una pulita alla
superficie esterna della fotocamera e dell'obiettivo al rientro da
ogni sessione fotografica. Inizialmente si da una bella spazzolata
con un pennello morbido e asciutto, poi si può passare un fazzoletto leggermente
inumidito con acqua potabile. Questa operazione va fatta con
tessuti che non rilasciano peli!. |
3) I possessori di una reflex che usano un solo obiettivo
(generalmente uno zoom) e non espongono mai l'interno della
fotocamera agli agenti esterni staccandolo dal bocchettone
d'innesto, possono stare tranquilli che di particelle volatili
all'interno del corpo macchina ne vedranno ben poche, forse nessuna. |
4) Anche se la situazione è molto più rosea di come
presentata in partenza, l'interno del corpo macchina non è un
ambiente sottovuoto. L'aria che vi circola subisce dei ricambi a
seconda dell'uso che viene fatto della fotocamera. Nell'aria che
respiriamo, oltre alla polvere, sono presenti molti agenti
inquinanti, variabili da zona a zona.
Col tempo potrebbe formarsi sul filtro passa-basso o sul sensore
(ove il primo non sia utilizzato) una sottile patina di sporco
uniforme, che darebbe luogo ad una impalpabile opacizzazione.
Il vero classico pelo nell'uovo, che i più zelanti possono rimuovere
con una pulitura manuale ogni 2 anni. |
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