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Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
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Artisti a Forte dei Marmi
La città è
principalmente conosciuta per le sue rinomate spiagge e i suoi
famosi luoghi di ritrovo, teatro di vita mondana e polo di
attrazione per tanti vip. Ma, nel corso del tempo, Forte dei
Marmi è stata frequentata anche da molti artisti e personaggi di
cultura che qui hanno trovato ispirazione per i propri lavori... |
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Close Up |
Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news e
storia del territorio |
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Manuale del cicloturista |
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Per la realizzazione
delle immagini presentate in questo sito gli spostamenti sul
territorio della Lunigiana storica sono stati effettuati con una
bicicletta. In questa piccola guida sono state perciò condensate
varie esperienze logistiche e tecniche derivanti dall'utilizzo
turistico di questo mezzo di locomozione... |
Ciclabile del Canale Lunense |
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Inaugurato nel
maggio 1930, prende acqua dal fiume Magra, nei pressi di Isola
di Caprigliola, ed è la più importante opera idraulica ad uso
irriguo della Val di Magra.
Sulle sue sponde scorre oggi una pista ciclo-pedonale che
viene utilizzata anche come percorso alternativo
della Via Francigena... |
Itinerario cicloturistico sulle
colline della Val di Magra |
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E' un percorso circolare
che si sviluppa sulle colline ad est della Val di Magra. In partenza
si utilizza la pista ciclo-pedonale del Canale Lunense, fino
all'incrocio con Via Lago a Sarzana. Si prosegue poi su alcune
strade comunali a scarso traffico per toccare i borghi di
Falcinello, Ponzano Superiore e Caprigliola, i quali conservano
tuttora significative tracce del loro passato medievale... |
Itinerario cicloturistico
con transito a Bibola |
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E' un percorso
collinare e panoramico, quasi circolare, che si sviluppa lungo
diverse strade a scarso traffico. L'itinerario presenta due salite
importanti: la prima è quella che da Albiano Magra porta al bivio
per il Passo dei Solini, sull'Alta Via dei Monti Liguri; la seconda
è quella che collega Aulla a Bibola, storico borgo lungo il sentiero
di monte della Via Francigena... |
Itinerario cicloturistico
con transito a Ponzanello |
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E' un percorso
circolare e panoramico contrassegnato da due salite importanti.
La maggiore è quella che parte da Sarzana e si conclude sul
Monte Carbolo (collina di Canepari), dove viene raggiunta anche
la massima altitudine della giornata, pari a 657 metri di quota.
Al culmine della salita c'è il bivio per scendere a Ponzanello,
storico borgo che conserva intatte varie tracce del suo passato
medievale... |
Itinerario cicloturistico
alle radici del fiume Magra |
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E' un percorso che consente
di raggiungere la Valdantena e il borgo di Pracchiola, lungo la strada
del Passo Cirone. Siamo nel comune di Pontremoli e l'altezza massima
raggiunta è di circa 700 metri. Alle spalle di Pracchiola nasce il fiume
Magra, con una cascatella conosciuta come "Piscio"... |
Le
vie di pellegrinaggio |
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I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo e, con la liberalizzazione del culto cristiano in epoca
costantiniana, i viaggi sporadici si trasformarono in un flusso
continuo di pellegrini in tutta la Terrasanta. La Via Francigena
non vide solo il passaggio di pellegrini, ma anche di viandanti
e mercanti... |
Pievi romaniche |
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In Lunigiana le pievi romaniche del periodo medievale
costituiscono esempi artistici molto rilevanti. Anticamente le
pievi avevano competenza esclusiva per la somministrazione dei
sacramenti e per la sepoltura, non essendo tale prerogativa
riconosciuta a cappelle, basiliche e monasteri... |
Castelli medievali |
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In Italia la Lunigiana ha la più alta concentrazione di antichi
castelli. Se ne contano circa 160. Alcuni sono bellissimi
e perfettamente conservati e/o ristrutturati, altri
un po' meno. Tutti hanno alle spalle storie interessanti... |
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Fotografie ©
GIOVANNI MENCARINI |
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La Via Francigena |
Borghi e strade collegate nel tratto ligure-toscano |
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Nell'antichità la Via Francigena era una
delle principali strade di pellegrinaggio. Collegava il
Nord Europa a Roma ed attraversava la Lunigiana Storica.
Quella che oggi conosciamo come Via Francigena
non si è sempre chiamata così.
L'oronimo
«Via di Monte Bardone»
utilizzato alle origini per definire
questa grande via di collegamento,
richiama subito alla mente il periodo
della dominazione longobarda. Monte
Bardone era chiamato il
passaggio attraverso il quale si poteva andare da Berceto alla
Toscana, passando da Pontremoli.
Si deve invece alla dominazione franca il nome
oggi ben noto di Via Francigena o
«Francesca»
che etimologicamente significa «strada originata
dalla Francia», ossia l'itinerario che collegava
l'odierna regione francese e l'antica Lotaringia
(l'asse renano fino ai Paesi Bassi) con Roma. |
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Non esistono attestazioni dirette
dell'esistenza della Via Francigena fino al X secolo.
I diari di viaggio che pellegrini e viandanti
scrissero a partire dall'anno mille
costituiscono quella documentazione certa che ha
consentito agli storici di delineare il
tracciato della Via Francigena e le sue varianti successive.
Per chi proveniva dalla valle Padana, il percorso
più agevole per giungere alla costa era quello
che transitava appunto per il Monte Bardone,
oggi Passo della Cisa,
e che scendeva lungo la valle del Magra toccando
i centri di Pontremoli, Filattiera ed Aulla. |
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In queste note si descrivono luoghi e
situazioni come si incontrano
procedendo lungo il tracciato
nella direzione nord > sud, salvo
varianti in senso contrario ove espressamente indicato.
Pontremoli è
un capoluogo di alta valle del tipo di Varese Ligure, Piazza al Serchio, Casola di
Lunigiana, Carrara. Nel
pontremolese all'Appennino Ligure-Tosco-Emiliano si collega lo spartiacque
del Vara (sul quale si attestano le direttrici provenienti
dalla Liguria costiera) e convergono e si annodano anche
le vie di comunicazione tra le montagne e la costa tirrenica.
Non è un caso che il destino della città sia dipeso
principalmente da questo ruolo di
«porta chiave» occidentale della Penisola
italiana, luogo privilegiato degli scambi tra
Europa e Mediterraneo, che la collocazione
territoriale gli ha riservato. |
Da marzo 2016 riaperto il tracciato storico tra la Cisa
e Pontremoli |
PONTREMOLI
- Tra agosto e dicembre 2015 AIVF e L'Associazione VF Alta Lunigiana
di Succisa-Montelungo (XXXII mansio di Sigerico nel 995)
hanno compiuto una ricognizione sul versante occidentale
del Valico della Cisa con lo scopo di rintracciare il migliore
tracciato storico utilizzato dai pellegrini dal
Passo fino a
Pontremoli,
che era stato abbandonato nel 1937.
Si tratta di 14 chilometri di cammino (percorsi anche da Leonardo da
Vinci quando soggiornò alla Colombera) sul quale sono stati
effettuati lavori di disboscamento, sistemazione di sentieri e
muri a secco, posizionamento di
segnaletica
specifica fino a Mignegno.
Sono stati inoltre installati due grandi pannelli
esplicativi, con dati molto accurati, che consentono al
pellegrino di valutare se continuare lungo la Via Francigena
ufficiale (il cui percorso è più lungo di 1,4 km)
oppure utilizzare la variante storica di
Montelungo -
Succisa,
che è ritornata percorribile dal marzo 2016.
Grazie a questi interventi, il tracciato (già abbastanza
facile) sarà fattibile (con attenzione) anche durante il
tempo piovoso o umido. Presso la Trattoria Ferrari di
Succisa i pellegrini in transito potranno lasciare i
loro commenti e/o suggerimenti sul «Libro d'Oro»
appositamente predisposto.
In questo tratto isolato dell'Appennino Tosco-Emiliano,
molto noto per i suoi
rinomati funghi, la popolazione è
purtroppo in costante diminuzione. Il ripristino della via storica è
stato compiuto utilizzando lavoratori in stato di
disoccupazione: per loro un piccolo segnale di ritorno alla vita...
In concorso con i tour operators, alcune strutture
ricettive della zona hanno aperto la stagione con due
mesi di anticipo. Il primo pellegrino è transitato il 31
maggio e al 15 settembre sono stati almeno un centinaio
a percorrere la variante storica.
Dalla Via di Montelungo, in tempi remoti, sono
passati personaggi illustri: nel 543 Totila (Badulla),
re degli Ostrogoti; nel 712 Liutprando, re dei Longobardi
(fondatore di Berceto); nel 723 San Villibaldo; nel 774
Carlo Magno; nel 962 l'imperatore Ottone I; nel 990
Sigerico, arcivescovo di Canterbury; nel 1104 Enrico IV;
nel 1154 Nikulas di Munkatvera, abate islandese; nel
1191 Filippo II Augusto che, di ritorno dalla seconda
crociata, fece tappa nell'Ospitale di Montelungo; nel
1355 re Alfonso d'Aragona e Santa Brigida di Svezia; nel
1432 Sigismondo, re dei Romani; nel 1495 Carlo VIII, re
di Francia, il quale soggiornò a Mignegno dopo
l'incendio di Pontremoli; nel 1536 l'imperatore Carlo V.
Nel Medioevo gli xenodochi erano degli edifici (più
piccoli di un ospitale) gestiti dai monaci i quali
offrivano vitto e alloggio a pellegrini e viandanti in
cammino lungo le vie di pellegrinaggio.
Nel tratto considerato si trovavano due xenodochi:
dal 772 quello di San Benedetto a
Montelungo e dall'885 quello di Santa Maria sul valico della Cisa. |
Aggiornamento al
luglio 2017 |
La storica
via di Montelungo è un successo
qualora si osservi che un incredibile numero di viandanti percorrono il
sentiero o sostano nella trattoria di Succisa.
Il titolare Mattia Ferrari - presidente dell'Associazione VF Alta
Lunigiana (AVFAL) - alterna l'attività di giornalista
con quella di neo-contadino!
Con una successiva donazione di AIVF, AVFAL ha
potuto disboscare e ripristinare la via di Leonardo
da Vinci e della Duchessa Maria Luigia di Parma, il
cui soggiorno alla Colombera (ridotta oggi a
rovine), è attestato da documenti.
Dal Passo
della Cisa la via si accorcia di 1,4 km, e
il tempo di percorrenza per Pontremoli si riduce a
meno di 4 ore. Con un piccolo aiuto economico e tanta voglia di
fare, una comunità montana toscana è perciò tornata a vivere.
All'inizio di luglio il primo gruppo di 7 pellegrini
italiani ha sostato presso la Trattoria Ferrari; è
stata finalmente l'occasione per avere un riscontro sul
percorso appena compiuto che viene descritto come:
“bello, facile, ben segnalato e con tante
opportunità ricettive”.
La VF più panoramica di tutta la VF europea (secondo
il parere di Ueli, pellegrino svizzero), ma anche la
più impegnativa, rimane quella ufficiale del Passo della Cisa. |
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Pontremoli, dopo il 1650, divenne infatti
città franca e sede preferita dei commercianti
lombardi, a metà strada tra la pianura ed il
porto di Livorno.
Chi scende dalla strada del Cirone (oggi
riutilizzata, in parte, come tracciato della Via
Francigena dal Ministero dei Beni Culturali)
prima di entrare in città incontra la strada
antica, rifatta da Napoleone, proveniente dalla
Cisa e da Montelungo,
non distante dalla
Chiesa di San Giorgio.
La Pontremoli che vide Sigerico, sul
finire del secolo X, non esiste più: è stata
sepolta dalle colmate fluviali e trasformata in
sostegno delle architetture successive, con
un'opera di stratificazione che ha saputo
volgere al positivo l'effetto delle calamità
naturali. Le vestigia più evidenti del tracciato
romeo si trovano alle due estremità di
Pontremoli, presso
«Porta Parma» e «Porta Fiorentina», prima «Porta
del Monastero». Qui sorgeva l'antica
chiesa di
San Pietro «de conflentu», dipendente
dall'abbazia di Brugnato, presso la quale
risiedettero per lunghi periodi i presuli della
Diocesi della Val di Vara, costituita nel 1133
all'interno della Diocesi di Luni.
Poco oltre Pontremoli, in direzione Aulla, trovasi il
borgo dell'Annunziata, eretto a partire dal 1473,
intorno ad una cappella raffigurante
l'Annunciazione, presso la quale, nel dicembre
del 1470, era apparsa più volte la Vergine ad
una pastorella di Torrano (piccolo abitato della Val Gordana). |
Lo sviluppo della zona si deve ad
un facoltoso medico, il devoto Princivalle
Villani, e successivamente ai suoi figli
Giovanni e Guglielmo. La straordinaria affluenza
di pellegrini che si recava a venerare la sacra
immagine della Madonna indusse l'introduzione di
alcune fiere-mercato. Venne costruito anche un
Santuario, realizzato grazie alle cospicue
donazioni dei fedeli |
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ed affidato ai Padri Agostiniani della
Congregazione di Lombardia. La bolla di erezione del
convento venne emessa dal
pontefice Sisto IV il 16 settembre 1474. La
chiesa fu consacrata dal Vescovo di Brugnato Bartolomeo
Uggeri il 16 ottobre 1524, alla presenza di
quaranta monaci agostiniani.
Il tabernacolo dell'Annunziata restò incluso nel sacro edificio
e l'8 ottobre 1525 fu deliberata la costruzione
di una cappella che potesse contenerlo. Il
tempietto, in marmo di Carrara, molto
probabilmente opera del Tribolo (un allievo
del Sansovino, al quale in un primo tempo era
stato attribuito), fu portato a Pontremoli a
dorso di mulo e montato nel 1527.
In uscita da Pontremoli, la Via Francigena si
biforcava in due tracciati che seguivano il
corso del Magra: lungo la sponda destra
del Magra (secondario) esercitavano l'ospitalità i monaci di
San Benedetto di Talavorno mentre, lungo la
sponda sinistra (principale), a
Filattiera, i pellegrini
diretti a Roma attraversavano la giurisdizione plebana di
Santo
Stefano di Sorano, che allora
si estendeva su entrambe le sponde.
Il viandante che risaliva in direzione sud»nord,
a Villafranca aveva la possibilità di
attraversare il Magra, ricollegandosi alla
strada che percorreva la sponda destra. In
alternativa, attraversando il torrente Bagnone,
poteva procedere per la piana di
Filetto, fino al Borgo vecchio (dominato dal colle di San Giorgio) e raggiungere
Santo Stefano di Sorano. In entrambi i casi, Filattiera e la sua pieve erano coinvolte
dall'itinerario della Via Francigena e dalla
precedente strada romana che legava Piacenza al
porto di Luni.
La circoscrizione plebana di Santo Stefano
raggiungeva i pascoli di Logarghena (posti a
cavaliere tra il torrente Caprio e l'alta valle
del Magra), montagne poi assegnate dai Diplomi
imperiali al comune di Pontremoli.
E' questo l'ambiente che ospitò le comunità dei
Liguri Apuani,
attestate sul pianoro retrostante la
fortificazione bizantina di Castelvecchio e
confermata dalla scoperta casuale, avvenuta nel
2003, di una necropoli ad incinerazione del I°
secolo a.C., nel piano di Quartareccia, tra il
fiume e la statale della Cisa. |
Aumenta il flusso dei pellegrini che transitano per
San Caprasio |
AULLA - Sulla direttrice di San Caprasio il flusso dei pellegrini è
aumentato di almeno il 20%. La parrocchia di San
Caprasio di Aulla (Lunigiana), modello di accoglienza da oltre 10
anni, nel 2014 e nel 2015 ha ospitato ben 1500 pellegrini.
C'è sempre una maggiore apertura dei residenti nei confronti dei
viandanti - che si manifesta offrendo loro un caffè o
della semplice acqua durante la calura estiva, o
raccogliendoli smarriti lungo il tragitto. Il parroco
sta studiando l'opportunità di dedicare una serata a
settimana ad un incontro di arricchimento con la
popolazione locale.
Un punto di ristoro sta proponendo, con grande successo,
il menù del pellegrino (10-12 euro). L'albergo
capofila in Aulla offre soggiorni a prezzi speciali
per gruppi organizzati o singoli pellegrini e registra
una presenza di circa 100 persone/mese anche fuori alta
stagione. |
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Filattiera è il Kastron Soreon (citato
intorno al 610 dal geografo Giorgio Ciprio),
confermato dal nome di derivazione greca fulactéria
(luogo fortificato), simile a quello
del vicino abitato di Filetto, e dai
ritrovamenti di opere
di difesa bizantine, non distanti dall'attuale
pieve e sopra il colle chiamato «Castelvecchio».
La variante della Via Francigena che percorreva
la sponda destra del Magra, ribattendo una
viabilità molto più antica diretta a Luni, dopo
aver attraversato il territorio della
Pieve di
Saliceto, appoggiandosi ai depositi
alluvionali degli
affluenti di destra, scende verso la
stretta di Villafranca. A metà circa del
tracciato si apre la piana del
Mangiola,
incuneata tra le montagne, dominata da
Mulazzo,
capitale dei Malaspina dello Spino secco dal 1221.
La strada correva più in basso, ad Arpiola,
dove è documentata la presenza della cappella
dedicata a San Pietro de Pisciula o de Felicibus,
dipendente dall'Abbazia di Brugnato. Non lontano
si trovava anche l'Ospitale di Talavorno, posto
sotto la giurisdizione dell'abbazia di Leno
(BS), di cui rimangono alcune tracce. |
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PONTREMOLI - Ponte romanico sul torrente Verde |
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Lasciato il territorio di Mulazzo, proseguendo
sulla sponda destra, si oltrepassa il
ponte di Villafranca e si risale verso Lusuolo, un borgo
suggestivo, con nobili dimore, tipico nella sua
configurazione lineare, in capo della quale si
pone il castello ben restaurato ed affacciato su
un panorama splendido, contrassegnato dal piano
di Aulla-Terrarossa e dal contrafforte delle
Alpi Apuane.
La strada proveniente da Lusuolo risale |
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poi il deposito alluvionale di Barbarasco, nel comune
di
Tresana,
presso la chiesa parrocchiale dei
Santi martiri Quirico e Giulitta, dove
geometricamente convergono le valli dei torrenti
Osca e Penolo, attraversate dai percorsi
provenienti dalla Val di Vara. L'edificio venne
costruito tra il 1769 e il 1789 ad opera di
Bartolomeo III Corsini e sostituì la più antica
cappella, dipendente dall'Abbazia di Aulla,
elencata nelle decime bonifaciane, situata alla
«Canonica», più a sud, verso la confluenza del
Penolo con il Magra. Oltrepassata la dimora
della famiglia Spadoni, presso la quale trovasi
l'Oratorio di Santa Elisabetta,
la strada lungo la sponda destra oggi non è più percorribile.
Nella cartografia ottocentesca, il catasto leopoldino
riporta una strada che da Albiano e
Stadano raggiungeva Pontremoli, senza
attraversare il Magra.
Sulla sponda sinistra del Magra, dopo Filattiera, la
Via Francigena principale attraversava
Villafranca, posta
in una pianura alla confluenza col torrente
Bagnone. L'Arcivescovo Sigerico non l'annotò
nell'itinerario, ma ne parlarono due documenti
successivi: il Diploma di Federico I° del 1164 e
l'itinerario di Filippo Augusto del 1191, che
inseriva tra Aulla e Pontremoli la stazione di
«Lealville».
Villafranca si sviluppò lungo un unico percorso
teso tra due polarità: il complesso castrense con
chiesa di San Nicolò
e, all'opposto, il nucleo (probabilmente più antico) sorto presso l'attuale
chiesa di San Giovanni. Il centro
storico di Villafranca |
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VILLAFRANCA - Ponte Vecchio e San Giovanni |
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raccoglie presso il ponte di San Giovanni le
strade provenienti da nord e scambia con la
sponda destra attraverso il ponte moderno,
costruito a nord della confluenza col torrente Bagnone.
Non lontano dal Ponte Vecchio (che sostituì l'antico
guado del torrente), in epoca non precisata, esisteva
un presidio, una villa che i Corbellari (ai quali
probabilmente apparteneva), già signori di
Virgoletta e di
Castiglione, rafforzarono tra i secoli XI e XII
come presidio sulla Via Francigena. |
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Lasciata Villafranca, la strada maestra proseguiva per
Terrarossa (Rubra),
che sembrerebbe essere il Borgonovo del 1126.
Per la sua posizione di collegamento tra i
due rami della Via Francigena (sponda destra e
sponda sinistra) si qualifica come punto di
forza lungo il tracciato. La chiesa, intitolata
a San Giovanni, dipendeva dall'Abbazia di
San Caprasio di Aulla. L'abitato si consolidò come
piccolo borgo fortificato e nel 1221 fu compreso
tra i feudi dello Spino fiorito ed annoverato
tra i possedimenti dei signori di Olivola. Il
Castello (che ha i caratteri di una
dimora signorile fortificata) somigliava più ad una residenza di
campagna che, al presidio territoriale, univa la
conduzione agricola del fondo. Il maniero (che
non fu mai ultimato) da molti anni versava in
stato di abbandono e subiva l'incuria del tempo.
Una paziente opera di restauro lo ha restituito
alla fruizione pubblica e attrezzato per
ospitare persone, convegni e manifestazioni culturali. |
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TERRAROSSA - Il fiume Magra |
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Tra Terrarossa ed Aulla la strada più
sicura dai pericoli dei fiumi doveva appoggiarsi ai
depositi alluvionali situati in sinistra del fiume Magra
dove scendevano anche le direttrici provenienti da
Linari (oggi Passo del Lagastrello), la
Strata Lizane e le sue varianti.
Specialmente nel periodo invernale, i pellegrini che
risalivano da Aulla in direzione di Pontremoli potevano
incontrare situazioni problematiche durante
l'attraversamento |
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dei corsi d'acqua che collegavano tratti
stabili del tracciato. Ciò è confermato anche
dalle numerose richieste dei fedeli di Costa Mala che, tra
Seicento e Settecento, chiedevano di poter celebrare la messa domenicale nell'oratorio
annesso alla residenza dei Gaggioli al fine di
evitare i disagi dell'attraversamento del
Civiglia per recarsi alla chiesa di San Giovanni
di Terrarossa, o del Tavarone per scendere
all'Abbazia di Aulla.
Uno dei punti di sosta più antichi della Via Francigena era
Aulla, ingresso chiave di varie
strade che provenivano: dal territorio di Luni,
attraverso il corso |
inferiore del Magra; dalla
Lucchesia, mediante la
Valle dell'Aulella;
dall'Emilia, lungo le valli del Taverone e dell'Aulella;
dalla Liguria, utilizzando il crinale di
Podenzana, dipendente dalla Via Regia
del Gottero.
Una terra pertanto grandemente soggetta agli
«insulti» delle soldatesche degli eserciti
stranieri i quali, provenendo dalla Lombardia o
dal mare, dovevano necessariamente avere passo
sotto le sue mura. |
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ALTA VIA DEI MONTI LIGURI - Vista su Bibola |
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Adalberto I, nell'884, vi fece costruire
l'abbazia di Santa Maria,
poi di San Caprasio a
seguito della traslazione delle reliquie del
Santo dall'isola di Lérins, avvenuta nella
seconda metà del secolo IX.
Quando Sigerico visitò Aulla mancavano pochi
decenni all'anno Mille, l'Abbazia esisteva da
circa un secolo e appunto, tra l'895 e l'898,
sotto l'altare maggiore della chiesa monastica
erano state riposte (per sottrarle al saccheggio
dei saraceni) le spoglie
del Santo monaco Caprasio, uomo di
perfetta fede e piena austerità, come
scriveva di lui Sant'Ilario nel 430.
Oggi, presso l'Abbazia è attivo un centro
di accoglienza per i pellegrini dove, attraverso
le voce di guide esperte, è possibile apprendere
delle vicende del Santo e notizie sugli scavi
archeologici che vengono operati in zona.
Il centro storico di Aulla è stato pesantemente
distrutto dal secondo conflitto mondiale e del
suo assetto medievale rimane soltanto qualche
traccia. L'Abbazia
di San Caprasio ha invece riportato seri
danni durante l'alluvione
del 25 ottobre 2011.
Uscendo da Aulla, il percorso della Via
Francigena si diramava in due direzioni: la
principale, ritornata
praticabile dal 21 settembre 2003 (vedi
link "Via Francigena di Valle"), seguiva
l'andamento del fiume Magra con un tracciato di
mezzacosta, che doveva essere più vantaggioso
dell'attuale percorso
di fondovalle utilizzato dopo la costruzione della strada
delle "Lame", risalente alla metà del secolo scorso. |
L'altra strada, che s'inerpica sul crinale del
Monte Grosso
per attraversare Bibola e
Vecchietto e ridiscendere nella bassa Val di Magra passando
per
Ponzano Superiore, si ricongiunge
con il tratto principale poco a nord di Sarzana.
Questa diramazione era utilizzata dai "viatores"
soprattutto nella cattiva stagione, in quanto
consentiva un cammino più agevole, lontano dalla
natura aspra e scoscesa delle rive del fiume
Magra e dalle sue possibili piene. Questo tratto collinare
è oggi perfettamente transitabile. A partire dal
Giubileo 2000,
sentieri e mulattiere, utilizzati anche dai bikers,
sono tenuti costantemente |
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ripuliti e ben segnalati dalla sezione sarzanese
del C.A.I. (Club Alpino Italiano).
Sigerico percorse il tracciato di fondovalle che
si appoggiava alla riva sinistra del Magra (più
antico di quello attuale che è ottocentesco).
Quasi certamente più simile ad una mulattiera che
ad una strada carrabile, ma più comodo per i
trasporti rispetto al percorso montano.
Questa diramazione principale, dopo avere incontrato
l'ospedale dell'Arforara, ristrutturato ed
ampliato nel 1664, scendeva fino a
Bettola di Caprigliola.
L'Ospitale dell'Arforara,
oggi Santuario della Madonna degli Angeli, è legato
alla leggenda del cavaliere della famiglia Negri-Pavesi
di Pontremoli che, minacciato in loco dai briganti,
si salvò dopo aver invocato la protezione della
Vergine. I Negri, in segno di devozione,
dotarono magnificamente l'Oratorio, e, nel 1763,
lo ornarono con un altare in marmo dello
scultore Giovanni Baratta.
Caprigliola,
antico presidio del Vescovo di Luni,
domina dall'alto del colle sia il corso del
Magra che la terra di Santo Stefano. |
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S.STEFANO DI MAGRA - Chiesa e centro storico |
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Nel fondovalle, in località Bettola, si trovava un
importante snodo viario
che consentiva il collegamento, dapprima con un ponte ed in
epoca successiva con un guado, con la sponda
sinistra del Vara in direzione di
Ceparana Vecchia.
Lasciata Bettola, i pellegrini proseguivano
sempre lungo la riva sinistra del Magra e
raggiungevano il piviere di
Santo Stefano di Magra, |
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anticamente chiamato de Cerreto,
fiorente borgo di mercato fin dal 981.
Uscendo da Santo Stefano, la Via Francigena
correva più a valle dell'attuale statale della
Cisa ed incontrava l'Ospitale di
Scognavarano, antico ricovero per viandanti posto
nei pressi di Ponzano Inferiore. L'edificio non era
distante dalla strada che, distaccandosi dalla
principale, attraversava il fiume in direzione
dell'Abbazia di San Venanzio di
Ceparana,
seguendo un probabile allineamento centuriale.
Quindi risaliva a Bolano per
collegarsi con la Via Regia o proseguiva lungo la
Val di Vara.
Poco più a sud avviene la congiunzione col
tratto collinare che partendo da Aulla passa
per i castelli di
Burcione, di
Bibola e della Brina (vedi link "La
Brina e San caprasio").
Qualche chilometro ancora ed ecco la città di
Sarzana,
che a partire dal basso Medioevo
diviene il principale centro della Val di
Magra e, per lungo tempo, sede della diocesi di Luni.
Nel diario di Sigerico non c'è traccia di
Sarzana ma forse il prelato percorse il luogo
dove la città stava nascendo. Le risultanze
degli scavi archeologici svolti nel 1975 presso
la Pieve di Sant'Andrea, non hanno fornito
indizi certi anteriori ai secoli XII-XIII, anche
se alcune tipologie di materiali potevano, in
forma dubitativa, risalire all'Alto Medioevo.
Ai tempi di Sigerico esisteva sicuramente il
Castrum de Sarzano
che si attestava sul colle di
Sarzanello, in posizione munita e d'ampio
controllo territoriale. |
Lasciata Sarzana la strada si dirigeva verso Luni,
seguendo le tracce rettilinee della
centuriazione romana, raccordandosi con tratti
diagonali, dato che le due città non sono sullo
stesso allineamento. Due di loro sono
particolarmente evidenti: il primo, ribattendo i
tracciati di via Provasco e di via Palvotrisia,
raggiunge Molino del Piano e Castelnuovo; il
secondo, meno visibile nel tratto iniziale, |
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CASTELNUOVO MAGRA - Il Canale Lunense |
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attraverso Botrignolo, Borgolo e via Canale,
raggiunge Caniparola di Fosdinovo, feudo dei
Malaspina fino al 3 luglio 1797. Da Fosdinovo si
domina tutta la Val di Magra e si possono
scorgere le isole dell'alto Tirreno ed il Golfo
della Spezia, fino a Portovenere.
Castelnuovo Magra fu invece la residenza
fortificata dei Vescovi di Luni. Il centro
storico si appoggia su un modesto colle, dal
paesaggio tuttora agrario. Le strade che
risalivano da Luni, attraverso la Bandita,
raggiungevano il crinale principale alla
Spolverina, luogo dal quale prende il il nome la
via che lega Carrara alla Val di Magra interna.
La Via Francigena lascia la Liguria nel comune di
Luni, dove il borgo di
Ortonovo è
arroccato sul contrafforte settentrionale del monte Boscaccio,
lungo la strada che collega la valle del Parmignola con quella del
fiume Carrione, nella vicina Carrara.
Nella parte pianeggiante del comune si trovano le rovine
della città romana di
Luni
(annotata da Sigerico nel suo diario), che l'abate Nikulas
Munkathvera, tra il 1151 ed il 1154, scendendo
dalla Danimarca verso la Terrasanta, identificò
come città nei pressi di amoenae spiagge,
circondate da borghi, che si percorrono per
dieci miglia...
Sul litorale di Luni, tra il 740
ed il 782, era approdata l'ampolla col Sangue di
Cristo, inserita in una cripta della Cattedrale
per permetterne la venerazione. Il flusso dei
pellegrini aumentò e rafforzò la via di Monte Bardone, in seguito percorsa (962) anche
dall'Imperatore Ottone I di Sassonia... |
Bibliografia |
"Lungo la Via Francigena Santo Stefano di
Magra, crocevia di antichi itinerari"
- Edizioni GIACCHE' - a
cura di TIZIANA NERI e DAVIDE CAPPONI |
"GIRO DELLA LUNIGIANA 2008 - Proseguendo
per la Via Francigena"
- Testi di Roberto Ghelfi |
"Viaggio lento lungo la V. Francigena e gli
itinerari romei in provincia della Spezia"
- Edizioni SAGEP LIBRI &
Comunicazione srl, Genova
- a cura di GIORGIO PIZZIOLO, PAOLA RIBOLLA, PIA SPAGIARI, LORENZO
VENTURINI |
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- Immagini dal
territorio di Lunigiana e Val di Magra e dalla
"Rievocazione di un antico mercato sulla
Via Francigena"
- S.STEFANO di MAGRA |
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