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EPOCA del 31 maggio 1970 - Per i prossimi mondiali, incitamento al bomber azzurro Gigi Riva che indossa un elegante sombrero

IL BLOG DEL '900

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Scoperte, invenzioni, record
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hanno segnato il XX Secolo

 

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su Liguria e Toscana

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
 alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
 la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
 in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
 Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
 e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

 

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Argomenti del sito in primo piano,
eventi, news e storia del territorio

Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino
e sono un "monumento
geologico" unico al mondo...

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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani...

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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani, da dove
parte questo sito...

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Antiche ricette in Lunigiana
Piatti prelibati di una cucina essenziale, ma non per questo meno saporita. Cibi dal sapore antico che tornano ad imbandire le nostre tavole dopo  essere stati riscoperti a nuova vita.

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Ferrovia Aulla-Lucca
Il fascino dei treni d'epoca
e delle locomotive a vapore

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Ferrovia Pontremolese
Una linea di vitale importanza
per La Spezia e la Lunigiana

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Ex Ceramica Vaccari
Il comprensorio della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo, alla cultura...

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Il dialetto genovese
Le trasformazioni fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva, che oggi viene insegnata anche nelle scuole...

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Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
per strada un tappeto di fiori...".
A Brugnato, ogni anno, giovani e
meno giovani si radunano nel
centro storico per abbellire strade
e piazze con disegni floreali,
secondo un'antica tradizione che
origina da un miracolo
avvenuto a Bolsena...

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Mezzi da lavoro storici
I raduni e le esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno guidati per mestiere...

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Mezzi militari storici
I più celebri veicoli militari che hanno partecipato alle vicende della Seconda Guerra Mondiale sfilano per strade e piazze e mantengono vivo il ricordo di quei terribili giorni...

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LUGLIO 1909 - Dorando Petri, l'eroe di Londra, diventa una macchina da soldi

Ieri (12), col piroscafo «Tomaso di Savoia», è giunto a Genova il valoroso podista italiano Dorando Petri, che tanto entusiasmo seppe sollevare colla forza dei suoi garretti negli Stati Uniti.
Dorando Petri non risponde affatto all'immagine che di lui può essersi fatto chi ha contemplato soltanto i ritratti del fortunato corridore di Carpi. Basso di statura, biondo, nervoso con due baffetti crespi nel viso roseo da adolescente, egli appare anche più giovane che non lo dica la sua fede di nascita.
All'arrivo in città indossava un abito grigio con cravatta celeste di dubbio gusto, ma fatta preziosa da un magnifico spillo regalatogli da un gioielliere di New York. Negli Stati Uniti Dorando Petri ha partecipato a 23 corse, così suddivise: 8 maratone, 10 corse di 15 miglia, 3 di dodici e 2 di dieci. Alla domanda su quanto gli avessero fruttato queste corse egli, dapprima, rispose molto evasivamente e poi con un sorriso ammise che aveva guadagnato circa un centinaio di migliaia di lire. Si ha però ragione di credere che, nella sua tournée, il maggiore podista italiano abbia complessivamente racimolato una somma molto maggiore.
Petri si fermerà un paio di mesi in Italia, poi, a settembre, ritornerà a Londra; a novembre spera di gareggiare a New York; a gennaio si sposterà in California. Nel prossimo anno sarà atteso a Buenos Ayres.
Alla domanda se avesse già dei contratti stabiliti, rispose: "Non ancora, perché non ho voluto; ma ho richieste e a condizioni vantaggiosissime nelle città sunnominate e in altre parti del mondo, fra le quali nel Sudafrica e nell'Australia".
Si vocifera che a Carpi una signorina attendesse impazientemente il suo ritorno, addirittura che fosse in preparazione un matrimonio: "Non sono fidanzato e conto di restare libero per almeno altri due anni" - rispose egli scuotendo il capo, risoluto ad allontanare le nostalgie d'amore che potrebbero intralciare per lui un cammino tanto fortunato".

Da "IL SECOLO XIX" del 13 luglio 1909
Dorando Petri vinse una drammatica maratona alle Olimpiadi di Londra del 1908 ma venne squalificato per essere stato sorretto a pochi metri dal traguardo. La regina d'Inghilterra, commossa dalla vicenda, gli donò una coppa personale e il podista italiano divenne famoso in tutto il mondo.
DICEMBRE 1946 - Giovanni Nocco vince a tempo di record il Palio di S.Ambrogio
LA GAZZETTA SPORTIVA dell'8 dicembre 1946 - A Milano Giovanni Nocco vince il "Palio di Sant'Ambrogio"
Tutti assiepati lungo i bastioni milanesi in una giornata di festa popolare

Autentica festa di sport è stato il Palio. E bello ci sembra ora di poterlo dire, soprattutto perché non solo il colore ci ha attratto della corsa, bensì il responso tecnico, veramente notevole. Nel labile balenare di immagini, nel succedersi vertiginoso di prospettive, nel bailamme di macchine, biciclette, podisti, ecco rivediamo come su chiarissimo schermo il rabbioso quasi folle empito della falcata dei primi: e il viso stupito di Ferrario e Cavalleri ch'erano con noi, inappuntabili funzionari della Fidal, intenti a seguir l'incedere una volta tanto non frettoloso, non isterico delle lancette.
Eran partiti, i migliori, con la foga del fondista che si attacca a un primato. Naturale, allora, che la folla incitasse entusiasmata, che il Sindaco si sporgesse

dalla macchina a guardare guardare ammirato questi che, se non altro per un giorno, apparvero autentici campioni. Il Palio 1946 resterà un esempio di organizzazione perfetta e di sano irresistibile agonismo. Nè andaron deluse le speranze nostre che primo, al traguardo, giungesse un atleta giovane e, sotto certi aspetti sconosciuto: ha vinto Nocco, infatti, che è campione d'Italia dei 5.000 e che sulle lunghe distanze non avevamo visto mai. Nocco è dunque la grande e auspicata sorpresa del Palio 1946: ora sappiamo che egli è fondista completo e

Altre
notizie sportive
dal 1950 in poi

senz'altro di possibilità superiori. Voi conoscete i sardi, la loro baldanza fatta di galloria e, insieme, di ritrosia, come nei primitivi: Giovanni Nocco è sardo di Sant'Antioco. Neri i capelli, vividi e aguzzi gli occhietti come di faina, questo piccolo razzente isolano era ancor uno sconosciuto lo scorso anno e il nostro giornale ha il merito di aver richiamato su di lui l'attenzione dei tecnici e degli sportivi. Giovanni Nocco sprecava sulle strade e sulle carrarecce fangose di Lombardia e Liguria tutto un tesoro di energie e di classe, che seppur grezza, appariva lampante dalla falcata agile, dalla buona torsione, soprattutto dall'ardire baldanzoso del giovane che ha ancora tutto da spendere.
Lo vide con noi, per fortuna, Garaventa; e se grande è il suo merito per aver sapientemente plasmato per l'atletica italiana un fondista del valore di Nocco, certo ancora maggiore è il merito di Nocco per aver indotto a rioccuparsi d'atletica questo allenatore avveduto ed appassionato.

Da "LA GAZZETTA SPORTIVA" dell'8 dicembre 1946 - sintesi da un articolo di Gianni Brera
Ordine d'arrivo della gara: 1°) Giovanni Nocco (Trionfo Genovese - sport), che percorre Km. 12,600 in 38'47"2 alla media di Km/h 19,491 - 2°) Lazzerini Angelo (Trionfo Genovese - sport) in 39'57" - 3°) Sestini Cristoforo (Assi-Firenze, sport) in 39'14" - 4°) Zanni Lorenzo (S.G. Gallaratese - sport) in 39'25" - 5°) Burlo Romano (S. Giovinezza Trieste - sport) in 39'26"4 - Iscritti alla corsa: 328 - Partenti: 199 - Arrivati: 147 - Primo dei lavoratori è il lecchese Mainetto e il primo degli studenti il
milanese Fiorenzuoli.

Altri eventi sportivi di rilievo del 1946: GENNAIO - Fausto Coppi viene ingaggiato dalla Bianchi e ritorna alle corse dopo lo stop dovuto agli eventi bellici; MARZO - Eccezionale impresa di Fausto Coppi che vince la Milano-Sanremo dopo 150 Km di fuga. Il secondo arrivato è il francese Teisseire, con un distacco di 14'; APRILE - Vito Ortelli vince per la seconda volta consecutiva la Milano-Torino; MAGGIO - Il ciclista Osvaldo Bailo si aggiudica la Coppa Bernocchi; GIUGNO - La Maserati guidata da Sommer è prima a Saint Cloud in Francia - Nel primo mondiale di pugilato del dopoguerra, quello dei pesi massimi, Joe Louis sconfigge per k.o. Billy Conn; LUGLIO - Gino Bartali vince il Giro d'Italia davanti a Fausto Coppi - Il Torino è primo nel campionato di calcio, davanti alla Juventus, sconfitta nell'incontro decisivo; AGOSTO - Aldo Ronconi  è  campione d'Italia  di  ciclismo su strada - A Zurigo, lo svizzero

TUTTOSPORT del 29 luglio 1946 - In prima pagina il Torino che ha vinto il campionato di calcio 1945-1946

Knecht diventa campione del mondo di ciclismo su strada -  Nei mondiali su pista, Peters veste la maglia iridata dell'inseguimento -  Achille Varzi, su Alfa Romeo, si aggiudica il Gran Premio di Torino: Farina e Nuvolari sono costretti all'abbandono per guasti meccanici; OTTOBRE - Fausto Coppi vince in solitaria il Giro di Lombardia, dopo avere staccato tutti sul Ghisallo.

APRILE 1947 - Calcio italiano in festa a Firenze per la XXVIII Italia-Svizzera
SPORT ITALIA (Organo ufficiale dei pronostici S.I.S.A.L.) - del 24 aprile 1947 - Presentazione del XVIII incontro di calcio Italia-Svizzera. In campo molti giocatori del "Grande Torino"
Nella Nazionale italiana in campo molti giocatori del "Grande Torino"
Li rivedremo a Firenze. E li rivedremo molto volentieri. Non soltanto perchè si tratta degli azzurri (e degli amici rossocrociati), ma anche perché questo campionato fa sentire, in misura insolita, la necessità di un'interruzione. Un'ora e mezza di intervallo azzurro farà bene. La storia del torneo si è fatta leggermente monotona. E' un campionato, quello in corso, che parla il dialetto torinese e che già ha fatto svanire l'illusione dell'imprevisto. Non importa allora se, in fondo, vedremo all'opera un Torino mimetizzato; un Torino in maglia azzurra, con qualche leggero ritocco. Si va a Firenze per vedere gli azzurri. E gli azzurri non sono i giocatori di una società ma i migliori giocatori del momento. Si potrà anche aggiungere che non saranno presenti tutti i migliori giocatori. Può anche darsi che qualcuno sia stato sacrificato

o che non abbia neppure avuto modo di essere messo alla prova. Sono cose che capitano... Non bisogna comunque dimenticare che il Torino è, fra tutte le squadre, di gran lunga la migliore... Andiamo quindi a Firenze per interrompere la lunga serie delle partite con i due punti in palio e per vedere, se possibile, qualcosa di diverso e di migliore. Si deve andare a Firenze per vedere principalmente un piacevole incontro di calcio, disputato con spirito cavalleresco e sportivo, tra i rappresentanti di due nazioni amiche.
La comitiva granata è partita ieri mattina da Torino per andare a misurare le maglie azzurre che attendono a Firenze. Tutto il Torino - meno Ferraris che, proveniente da Vercelli, è salito sul torpedone ad Alessandria - si è mosso. In viaggio anche Mazzola, il mezzo sinistro "nazionale", che domenica si è scontrato col vicentino Campana riportando un noioso e doloroso stiramento alla coscia. Nulla di grave ma l'incidente è capace di mettere fortemente in dubbio la presenza del giocatore contro gli elvetici... Tutti sanno quale apporto di forza può garantire la presenza del capitano granata nella rappresentativa italiana e, di conseguenza, quale sarebbe il danno causato da una sua eventuale prolungata indisponibilità...

Da "SPORT ITALIA - organo ufficiale dei pronostici S.I.S.A.L" - edizione di giovedì 24 aprile 1947

Altri eventi sportivi di rilievo del 1947:  MARZO - Il veneto De Zan vince la Milano-Torino; APRILE - L'italiano Bizzi domina la Parigi-Roubaix, ma è vittima di una foratura a pochi chilometri dalla grande impresa. La vittoria andrà al Belga Claes - Michele Motta vince il Giro del Lazio e Vito Ortelli quello del Piemonte; MAGGIO - Zeno Colò batte il record mondiale di velocità con gli sci toccando i 152,542 chilometri all'ora - La Nazionale italiana di calcio ( formata per dieci undicesimi dai giocatori del "Grande Torino") batte l'Ungheria per 3-2 - Fausto Coppi vince il Giro della Romagna, bruciando allo sprint Gino Bartali; GIUGNO - Fausto Coppi si aggiudica il 30° Giro d'Italia - Il "Grande Torino" conquista il suo quarto scudetto; LUGLIO - Il francese Robic vince il Tour de France, strappando il primato all'italiano Brambilla solo nell'ultima tappa; SETTEMBRE - Mario Ricci è primo nella Coppa Bernocchi mentre Coppi diventa campione d'Italia; OTTOBRE - Fausto Coppi conclude la sua trionfale stagione vincendo anche il Giro di Lombardia.

SULLE NEVI DI CORTINA ZENO COLO' SI AGGIUDICA IL "TROFEO CAMPARI"

Alle ore 11, con un freddo intenso, ha avuto inizio la gara di slalom, seconda prova per la disputa della combinata alpina valida per l'aggiudicazione del "Trofeo Campari". Il percorso, tracciato sulle pendici del Pie Rosà, comprendeva quaisi 50 porte obbligate ed era reso oltremodo difficile dal fatto che la neve era molto dura e in gran parte gelata.
Per primi sono partiti gli azzurri e il miglior tempo della prima discesa veniva segnato da Zeno Colò. Lo seguiva con 2" di distacco Vittorio Chierroni, mentre Alberto Marcellin e il cortinese Roberto Lacedelli erano dietro di 3". Ben 11 concorrenti dei 35 ammessi non si sono sentiti in grado di portare a termine la gara: alcuni non sono proprio partiti, altri si sono ritirati lungo il percorso.
Nella seconda manche Chierroni scendeva velocissimo, riuscendo a precedere Colò di mezzo secondo e Marcellin di un secondo. Roberto Lacedelli sbagliava invece una porta, perdeva oltre 10" per tornare indietro e riusciva a chiudere in netto ritardo all'8° posto.
La classifica della combinata, quella di discesa libera sulla pista della Faloria (disputata ieri) e quella di slalom di oggi vede immutati i primi due piazzamenti: il vincitore assoluto è l'abetonese Zeno Colò, seguito con poco distacco da Vittorio Chierroni. Al terzo posto invece ha concluso Alberto Marcellin, che ieri era al 6° posto.
Sabato sera lo Sci Club Cortina organizzerà una grande serata danzante in onore degli atleti ospiti...

Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT" del 24 gennaio 1947
FEBBRAIO 1948 - Dopo mesi di attesa la CAF decide che Bari-Genoa va ripetuta
GUERIN SPORTIVO del 24 febbraio 1948 - A tutta pagina le vicende della partita di campionato Bari-Genoa
Il Genoa viene privato di una meritata vittoria sul campo e nella realtà dei fatti
In campionato si gioca Bari-Genoa. A cinque minuti dal termine, quando la squadra genovese sta vincendo per 1-0, un gruppo di facinorosi provoca un'invasione di campo, immediatamente sedata dalle forze dell'ordine. L'arbitro Pizzato, che era stato portato in una zona protetta dello stadio, nonostante che le acque si siano calmate teme però per la sua incolumità e decide di sospendere la partita. Alla luce dei fatti spetta al Genoa la vittoria a tavolino per 2-0. Ma il Bari presenta ricorso per ripetere la partita e, clamorosamente, dopo due mesi di estenuante attesa arriva la sentenza di appello della CAF che accoglie la richiesta dei baresi e crea un pericoloso precedente.
A parte poche eccezioni, tutto il mondo sportivo prende posizione a favore

del Genoa, che viene privato di una sacrosanta vittoria sul campo e nella realtà dei fatti. Oltretutto i genoani sono in una traballante posizione di classifica... Il "Guerin" si schiera apertamente e ironicamente a favore del Genoa, titolando in apertura "Oltraggio al buon senso": "Vi è stata  un'ondata  di  sdegno  per  le  decisioni prese dalla

CAF nei riguardi della partita Bari-Genoa ed anche noi siamo rimasti sbalorditi per l'ingiustizia commessa ai danni della squadra rossoblu. Sarebbe facile partire a fondo contro la Commissione d'Appello, scrivendo un "pezzo forte" ma si rischierebbe di cadere nella tragedia, mentre invece, a guardare bene, non si tratta che di una cosa umoristica. La questione è stata esaminata per ogni lato. Si è detto che la CAF avrebbe confermato l'art. 52 solamente nel caso che l'arbitro Pizzato, anziché mettersi in salvo, le avesse prese. Un arbitro che le prende riesce a commuovere anche i cuori più crudeli e i cervelli più balzani. La Commissione d'Appello che aveva pianto di fronte alle ecchimosi di Vannini, non si è capacitata come lo svelto Pizzato fosse riuscito a deludere l'aspettativa dei tifosi baresi:

GENOVA 1953 - La tribuna d'onore dello stadio di Marassi durante la festa per i sessanta anni del "Grifone"
Festa per il sessantennio del Genoa

un arbitro che le prende è sempre uno spettacolo da vedere. E la CAF ha ragionato così. Oltre a tutto, è venuto a mancare ai baresi lo spettacolo. Dobbiamo anche dare partita persa?
E così il Genoa è rimasto fregato e c'è da dire che non è la prima volta che una squadra o un singolo resta fregato dalla CAF. L'esempio della partita Lazio-Inter è ancora recente. Pieri aveva torto e l'Inter l'ha dimostrato con venti testimonianze e quindici prove. Ma la CAF ha dato ragione all'arbitro che aveva torto, per dar torto ora all'arbitro Pizzato che aveva ragione. La CAF sta facendo di tutto per trasformare la propria sigla in GAF, italianamente tradotta...

Dal "GUERIN SPORTIVO" di martedì 24 febbraio 1948 - estratto dal pezzo di apertura a firma "Don Ciccio"
APRILE 1948 - A Parigi i calciatori azzurri battono nettamente la Francia per 3-1
LA GAZZETTA DELLO SPORT del 5 aprile 1948 - In prima pagina il trionfo azzurro a Parigi (stadio di Colombes) dove la Nazionale di calcio batte quella francese per 3-1
I transalpini salvano l'onore solo grazie ad un calcio di rigore battuto due volte
"Andate a Parigi ed imparerete qualcosa" dicevano i più accaniti sostenitori della tesi che definisce il nostro sport nettamente in ribasso. Siamo venuti a Parigi, abbiamo visto e dobbiamo dire che non abbiamo imparato proprio nulla...
Ai mondiali del 1938 i francesi giocarono molto bene. E ora? Confessiamo che non sapremmo dare oggi un preciso giudizio. Eravamo scettici sulla certezza dei francesi che si credevano vincitori prima ancora di aver vinto, ma eravamo certi di vedere una forte squadra francese. Quale delusione! Lasciando da parte ogni considerazione sul punteggio, che pure è stato nettissimo a favore degli azzurri, non parlando di occasioni mancate, di un calcio di rigore per i francesi ripetuto

due volte, del vento che ha disturbato entrambi gli undici, ma giudicando soltanto il gioco di per se stesso, dobbiamo concludere che gli italiani - tutti, nessuno escluso - superavano di almeno una classe i loro diretti avversari. Se l'incontro si fosse svolto a Torino, avremmo certamente ripetuto il clamoroso risultato di tanti anni fa (22 marzo 1925) in un incontro che servì come esordio di Bernardini e che vide gli azzurri vittoriosi per 7-0.
Il risultato non è stato mai in dubbio anche se noi siamo convinti che il calcio francese vale molto di più di quello che ha detto oggi. E ce lo hanno dimostrato alcuni elementi in maglia rossa (Grillon, Marche, Cuissard, Prouff e Baratte) che, a sprazzi, ci hanno fatto vedere la loro pregevole classe. Ma è tutto il complesso della squadra francese che è crollato; un sistema di gioco modesto, modesto, molto peggiore della nostra concezione sistemistica, certo più tecnica e più razionale...

I protagonisti della partita:
ITALIA: Bacigalupo (Torino), Ballarin (Torino), Ellani (Fiorentina), Annovazzi (Milan), Rigamonti (Torino), Grezar (Torino), Menti II (Torino), Loik (Torino), Gabetto (Torino), Mazzola (Torino) cap., Carapellese (Milan).
FRANCIA: Domingo (Stade Francais), Grillon (Stade Francais), Marche (Reims), Cuissard (St. Etienne), Jonquet (Reims), Prouff (Rennes), Alpsteg (St. Etienne), Heisserer (Strasburgo) cap., Baratte (Lilla), Ben Barek (Stade Francais), Vaast (Racing).
MARCATORI: Carapellese al 30' e al 38', Gabetto al 36' del primo tempo; Baratte (rigore al 26' della ripresa).
ARBITRO: Ellis (Inghilterra) - SPETTATORI: 70.000 circa - INCASSO: 7 milioni di franchi
PRESENTI IN TRIBUNA D'ONORE: il Presidente del Consiglio della Repubblica francese Monerville, l'ambasciatore d'Italia Quaroni, l'on. Giulio Andreotti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e il Presidente del CONI Onesti.
Altro fatto di rilievo della giornata la Parigi-Roubaix: Il vincitore è il velocista belga Rick Van Steenbergen. Due corridori italiani, Fiorenzo Magni e Gildo Monari, con una fantastica fuga alla media sbalorditiva di 44 Km/h volano da Parigi alle porte di Roubaix, ma sono raggiunti in vista del traguardo e vengono poi battuti nella volata finale. Magni finisce al 5° posto, Monari è 6° e Leoni chiude all'8° posto. 
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT" del 5 aprile 1948
AGOSTO 1948 - Gli italiani fanno un'ottima figura alla XIV Olimpiade di Londra
LA GAZZETTA DELLO SPORT del 14 agosto 1948 - Il pugile Ernesto Formenti conquista l'ottava medaglia d'oro italiana alle Olimpiadi di Londra
Nella giornata conclusiva il pugile Ernesto Formenti è l'ottava medaglia d'oro
I pugni, i nostri pugni, si sono dimostrati oggi, nella penultima giornata delle Olimpiadi, migliori delle ruote. Abbiamo infatti perduto nel ciclismo su strada. Nel pugilato invece il piuma Formenti è campione olimpionico. Ha conquistato dunque l'ottava medaglia d'oro per l'Italia. E con la medaglia d'oro vinta con un match magistrale, ecco due medaglie d'argento, due di bronzo su otto categorie. Abbiamo visto i nostri atleti salire in cinque sulla pedana d'onore: una volta al primo posto, due al secondo e due al terzo. Cinque volte la bandiera italiana è salita sui pennoni e una sesta per il secondo posto conquistato dal bravo Pinton nell'individuale di sciabola. Bilancio attivo dunque, nonostante le delusioni di Windsor... Speravamo molto nella prova di ciclismo

su strada, invece ci ha deluso, deluso come a Berlino. Eppure i nostri corridori erano ben preparati e avevano un morale altissimo. La spiegazione di questa amara delusione è semplice: Ferrari e Pedroni si sono fatti sorprendere dalle fughe organizzate prima dagli olandesi e poi dai belgi. Il tempo piovoso non li ha favoriti. Ma ciò ha un'importanza relativa. La prima fuga dei due olandesi poteva comprendersi. La seconda dei belgi nei confronti degli italiani no... La vittoria è andata al francese Beyaert che ha regolato sul traguardo un gruppetto di otto uomini. Ferrari e Pedroni sono arrivati rispettivamente nono e decimo, a oltre tre minuti dai primi... Per quanto riguarda il canottaggio italiano, come è noto, il bilancio  della  XIV Olimpiade  si  è  chiuso  con una chiara ed indiscutibile vittoria del "quattro senza timoniere,

LA GAZZETTA DELLO SPORT del 13 agosto 1948 - Gli ultimi episodi della XIV Olimpiade a Londra

merito della serietà e della virtù dei quattro vogatori della Canottieri Moto Guzzi.
AMMAINATE LE 58 BANDIERE - Nel pomeriggio è terminato il Gran Premio Ippico. Ha vinto il Messico, sia nell'individuale che nella prova a squadre, di cui solo tre hanno terminato compatte le gare. In prima sera, l'aria fresca di questo incipiente autunno londinese ha accarezzato le bandiere delle 58 nazioni rappresentate alla XIV Olimpiade dell'Era Moderna.

LA GAZZETTA DI LIVORNO del 15 agosto 1948 - Si chiudono a Londra i giochi della XIV Olimpiade dell'Era Moderna

Al tramonto la sacra fiamma è stata spenta, la bandiera con i cinque anelli - simbolo dell'unione di cinque continenti - è stata ammainata mentre le trombe squillavano e si levava alto nel cielo il coro dell'inno olimpico. Il vessillo olimpico, ritrovato dagli Alleati nella cassaforte di una banca di Berlino, sarà consegnato alle autorità inglesi, le quali lo terranno in custodia fino al 1952. Agli atleti che cantavano l'inno olimpico si sono unite le 80.000 persone che gremivano lo Stadio di Wembley. Gli alfieri hanno recato le loro bandiere sotto la tribuna reale, rendendo omaggio al Duca d'Edimburgo, rappresentante personale del Re d'Inghilterra. Nella tribuna reale erano presenti numerose personalità della politica e dello sport e sulle note gravi di "God save the King" ha avuto luogo la cerimonia dell'alza bandiera, che ha chiuso le Olimpiadi di Londra consegnandole alla storia...

Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT" del 14 agosto 1948 e "La Gazzetta" di Livorno del 15 agosto 1948
Le otto vittorie olimpioniche italiane furono: Adolfo Consolini (disco) - Pietro Lombardi (lotta greco-romana) - Squadra di Pallanuoto (Bonocore, Bulgarelli, Maioni, Ognio, Ghira, Arena, Pandolfini II, Pandolfini I, Fabiani, Toribolo, Rubini) - Canottieri Moto Guzzi (Moioli, Morille, Invernizzi, Faggi / "quattro di punta senza") - Mario Ghella (ciclismo, velocità) - Luigi Cantone (scherma, spada individuale) - Ferdinando Teruzzi e Renato Perona (ciclismo, tandem) - Ernesto Formenti (pugilato, pesi piuma). L'Italia ha eguagliato il totale delle affermazioni olimpioniche ottenute alle Olimpiadi di Parigi 1924 e Berlino 1936. La classifica per nazioni (non ufficiale) è la seguente: 1°) Stati Uniti d'America con 480 punti (38 medaglie d'oro, 27 d'argento, e 20 di bronzo) - 2°) Svezia con punti 268 (17 oro, 12 argento e 17 bronzo) - 3°) Francia con punti 172 (9 oro, 7 argento e 13 bronzo) - 4°) Gran Bretagna con punti 164 (3 oro, 14 argento e 6 bronzo) - 5°) Italia con punti 151 (8 oro, 11 argento e 8 bronzo).

Il chiavarese Guido Figone torna dalle Olimpiadi col titolo di miglior ginnasta d'Italia

E' tornato alla chetichella. I dirigenti della sua società hanno faticato per conoscere l'ora del suo arrivo. Non si è fatto vedere nei caffè e nessuno l'ha visto nella divisa olimpionica. Non è un calciatore, non è un ciclista, questo si sa, e la ginnastica è fatta ancora di modestia, di sacrificio, di passione profonda. E' un innamoramento  che prende il cuore nel salottino della palestra e gli appuntamenti solitari si tengono fra le sbarre, le parallele ed i cavalli. Là potrete trovare, da questa sera, Guido Figone che, a vent'anni, torna dalle Olimpiadi di Londra col titolo del miglior ginnasta d'Italia.
Incontrarlo non è facile, non perché l'atleta si atteggi a divinità, ma soltanto perché lavora e appena arrivato a casa ha indossato gli abiti borghesi ed è andato diritto in fabbrica. Si perché Figone ha una fabbrica: è quella del suo grande maestro Andrea Raffo e costruisce attrezzi per ginnastica. Al successo sportivo, l'atleta chiavarese ha aggiunto quello commerciale, perché ha portato a Londra le parallele della ditta Figone e Carlini. Su quegli attrezzi hanno svolto i loro esercizi i ginnasti finlandesi, svedesi, francesi e svizzeri, che pure avevano al seguito quelli delle loro nazioni.
Figone apre la camicia e tira fuori la scatoletta di Londra. C'è un medaglione di bronzo, grosso così, di bellissimo conio. Ci sono sopra le sue iniziali. Lui guarda la medaglia e sorride: la vede brillare d'oro. Eccolo qui il suo guadagno. Per questo, solo per questo, andrà in palestra 1480 volte senza presentare a nessuno note per mancati guadagni, rimborsi spese, ingaggi, reingaggi, premi e così via. Ma sopra c'è scritto Olimpiadi.

Adattamento da "IL SECOLO XIX" del 21 agosto 1948
SETTEMBRE 1948 - Riunione pugilistica internazionale al Campo Artiglio di Roma
SPORT DI ROMA del 12 settembre 1948 - Riunione pugilistica internazionale al Campo Artiglio con Egisto Peyre protagonista
Contro Clavel, Egisto Peyre tenta di riconquistare la gloria di un recente passato
Per Egisto Peyre, che è stato campione di chiara fama, non ci sono alternative: o tornare l'atleta di un tempo o dare l'addio al pugilato. Questo, del resto, è nel suo programma, che è in definitiva quello che si addice ad un pugile serio e volitivo, che usa guardare in faccia la realtà. Come potrebbe egli, che ha saputo entusiasmare le folle sportive, rassegnarsi ad una parte di secondaria importanza? Senza alternative, si è detto. O torna il Peyre degli incontri con Peirò, Brun, Raymond, Gibson, Kouidrj o non torna nessuno. Egisto, d'altra parte, non ne ha fatto mistero. Poco loquace, misurato e pacato nei giudizi, sia quando si tratta della sua stessa persona, sia quando si tratti di altri, riprendendo l'attività informò tutti di questo proposito.

Gli allenamenti non sono mai completamente indicativi, ne potrebbero esserlo per ovvie ragioni, ma si è potuto capire che egli è tuttora il campione dei tempi migliori. L'occhio è vivo, la "maschera" è dura, lo scatto e la potenza sono quelli di prima... Gli sportivi romani, che ebbero già da Peyre una grande soddisfazione allorché da medio-leggero battè il medio-massimo Floyd Gibson, che stava facendola da padrone sui nostri rings, esprimono l'augurio di rivedere oggi sul quadrato il miglior Peyre. Dopo un lungo tergiversare, non meno lunghe ricerche, gli organizzatori gli opporranno per la ripresa dell'attività, Emanuel Clavel, una giovane speranza francese. Clavel, nato il 24 novembre del 1925, è baldanzoso, pugnace, coraggioso e duro colpitore; ha vinto i precedenti incontri alla maniera forte, la maggior parte prima del limite ed è uno dei migliori prodotti del panorama pugilistico dell'ultima generazione... Come degna cornice dell'atteso  incontro,  Facchi  (neo campione d'Italia) si  misura  con  l'abile Clavari;

CORRIERE DELLO SPORT del 13 settembre 1948 - Egisto Peyre viene sconfitto ai punti dal francese Emanuel Clavel
Alla fine Egisto Peyre - purtroppo - venne sconfitto da Clavel ai punti, come si può vedere dal "Corriere dello Sport".

la "dinamite" Cerasani affronta l'incognita Benatar; Cocchi, pugile spumeggiante, incrocia i guantoni con il giovane ma dinamico De Joanni, il tutto per l'organizzazione di Catalano-Jovinelli. Inizio serata alle ore 18,00...

Da "SPORT DI ROMA" del 12 settembre 1948 - sintesi da un articolo di Emilio Duranti
OTTOBRE 1948 - Riuscirà il Grande Torino a battere una lanciatissima Lucchese?
TUTTOSPORT (Edizione Carlin) del 13 ottobre 1948 - La Lucchese, prima in campionato, deve affrontare il "Grande Torino"

Alla quinta giornata previsto lo scontro tra i rossoneri  di Toscana e i granata

Le squadre trionfanti della massima serie sono ancora la Lucchese e il Palermo. Il pieno punteggio della prima in classifica è dato da tre vittorie in casa e una fuori; i sette punti dei siciliani provengono da due vittorie in casa, una vittoria e un nullo in trasferta. Facendo i conti, per tutte e due le squadre la media inglese dice +1. E infatti anche un osservatore frettoloso può ritenere che il pareggio dei palermitani sul campo dell'Inter non sia meno importante del successo dei lucchesi a domicilio contro la Lazio. Ma gran clamore viene da Lucca, che è una delle famose... città del silenzio. La bella città «dalle arborate cerchia» è tutta un sussulto. Mai, crediamo, si era vista la squadra di casa guidare, e da sola, la massima divisione. Divisione dei calciatori italiani. Quattro vittorie iniziali

consecutive sono una bella impresa, anche se l'ultima è stata un poco stentatella. La squadra rossonera stava perdendo quando, all'inizio della ripresa e in due minuti, essa poteva sparare il suo doppietto decisivo e mettere in carniere, coi selvatici che già vi si trovavano (un muletto, un canarino, un trigrotto) anche l'aquila azzurra. Guardando la classifica della Lucchese, vi brillano quattro zeri e un due: gli unici gol presi in quattro domeniche, uno dal veneto Trevisan alla prima e uno dal veneto Travellin alla quarta, rende il quoziente reti di +4, il migliore del torneo. La difesa lucchese è forte, la squadra è stata ben composta, con quel blocco di elementi prelevati dalle compagini torinesi. Ma se da Torino la Lucchese ha avuto il via, non troverà domenica a Torino anche lo stop. Pesante è ora il calendario lucchese, forse il suo primato sta per sfumare. Domenica la squadra capolista dovrà venire ad incontrare i granata e poi, subito dopo, si sposterà in Sicilia per incontrare il Palermo; e sarà con terrore che i lucchesi leggeranno anche i nomi degli avversari successivi: il Milan, il Livorno (a Livorno) e la Juventus. Per la prima della classe insomma sono in arrivo giorni non facili...

Da "TUTTOSPORT" (edizione Carlin) del 13 ottobre 1948
Come si può vedere qui sotto, la Lucchese superò brillantemente quelle prove che l'attendevano...
NOVEMBRE 1948 - La Lucchese sconfigge il Padova e rimane prima in serie "A"
LA GAZZETTA DELLO SPORT del 22 novembre 1948 - La Lucchese vince a Padova (1-0) e conserva brillantemente la testa del campionato di serie "A"
I diavoli rossoneri di Toscana si impongono su un campo imbattuto da 2 anni
I diavoli rossoneri toscani sono dunque passati avanti anche a Padova (0-1), su un campo cioè dove nessuno, da due anni a questa parte, era riuscito a vincere. La Lucchese è perciò una forza effettiva, autentica, una compagine veramente di prima classe e capace di dare volti nuovi alla classifica? I tifosi di Lucca chiamano del "miracolo" questa stagione. Chi ha visto la Lucchese nelle ultime partite dice che quella d'oggi è stata la peggiore. La peggiore, eppure la squadra ha vinto e giustamente, anche se il Padova avrebbe meritato miglior fortuna. E' stato un incontro non sempre bello tecnicamente, ma interessante e incerto fino all'ultimo, anche se il gioco dei toscani era riuscito ad imporsi per maggior

chiarezza di azioni, più incisiva capacità di realizzazioni e schieramento più razionale. Il Padova si era presentato con la formazione tipo e quando l'altoparlante ha annunciato i nomi dei giocatori il pubblico è scattato in un lungo applauso di compiacimento. Tribune, parterre e gradinate dell'"Appiani" erano al completo; circa 20.000 i presenti

convenuti da tutti i centri del Veneto, persino da Udine. Numerosa la comitiva lucchese che ha seguito la squadra del cuore nell'ardua trasferta.
I protagonisti rossoneri:
Della Lucchese si può dire che sa tenere la palla a terra ed ha un sistematico controllo degli avversari e del proprio gioco. Il portiere Viola, malgrado qualche errore nella presa sul pallone nel secondo tempo, è un elemento di sicurezza. I terzini sono superbi, specialmente Bertuccelli. Il centro-sostegno Nay non stava molto bene e si è visto. Comunque il suo rendimento è stato ottimo, a dispetto della giornata un po' infelice. Buono Rosellini, il vecchio milanista; ancora migliore Scarpato, un anziano ex dello Spezia. In prima linea Conti, non in grande vena, ha sbagliato due facili occasioni. Il più pericoloso oggi è stato Toth, il meno insidioso Magni. E' un meno però sempre relativo. Con Fabian sempre vigile, il quintetto della Lucchese, realizza qualunque impresa. L'impressione generale dunque è positiva: la Lucchese è una squadra soprattutto equilibrata, che ha numeri fisici e tecnici di prim'ordine e che può fornire prove ben più brillanti di quella odierna.

MILANO 1947 - Si gioca Inter-Lucchese, partita che finirà 6-0 per i nerazzurri. Nella foto il difensore toscano Rosellini interrompe un'azione dell'interista Fiumi
Da "LA GAZZETTA DELLO SPORT" del 22 novembre 1948
La Lucchese, dopo 11 partite, comandava la massima serie del campionato con 18 punti, al secondo posto Inter e Torino con 17, indi Genoa e Milan con 14. La stagione 1948-'49 fu contrassegnata dalla tragedia di Superga (vedi sotto) - 4/5/1949 - con la scomparsa del "Grande Torino". Per le prime posizioni il campionato venne ritenuto concluso e lo scudetto andò al Torino, al 2° posto l'Inter e al 3° il Milan

Altri eventi sportivi di rilievo del 1948:  FEBBRAIO - Si disputano a Saint Moritz le Olimpiadi Invernali: l'Italia conquista una sola medaglia d'oro, con Nino Bibbia nello slittino. Zeno Colò, il favorito, cade nella discesa libera; MARZO - Fausto Coppi vince la Milano-Sanremo; APRILE - Gino Bartali si aggiudica il Giro della Toscana con 4' di vantaggio su Fausto Coppi; GIUGNO - Il Giro d'Italia finisce tra le polemiche, con la vittoria di Fiorenzo Magni, dopo che la Bianchi aveva ritirato tutti i suoi uomini per protesta nei confronti degli organizzatori, che avevano penalizzato Magni, protagonista di alcune irregolarità, di soli 2' - A New York si combatte per il mondiale dei pesi massimi: Joe Louis sconfigge Walcott  per k.o. dopo 11' - Il Torino conquista il tricolore per l'ennesima volta, davanti alla Juventus; LUGLIO - Gino Bartali è primo nel Tour de France - A Londra si aprono i Giochi Olimpici; AGOSTO - In Olanda, il Belga Schotte conquista la maglia iridata di ciclismo su strada; OTTOBRE - Quattro Alfa Romeo occupano i primi posti del Gran Premio di Monza di automobilismo, vinto da Wimille.

MARZO 1949 - La Nazionale italiana di calcio a Madrid batte la Spagna per 3-1
GUERIN SPORTIVO del 29 marzo 1949 - Prima pagina interamente dedicata alla strepitosa vittoria della Nazionale italiana di calcio che a Madrid batte la Spagna per 3-1
"Otro toro" per gli azzurri nella indimenticabile avventura in terra iberica
Indimenticabile gita degli azzurri a Madrid! Ci vorrebbe veramente un "Guerino" di dodici pagine per descrivere tutto ciò che si è visto in questa che è sempre una delle più belle città del mondo e che ha avuto come corollario finale la strepitosa vittoria degli azzurri per 3-1. Strepitosa: un tre a uno che ha rischiato all'ultimo momento di diventare un tre a due, mentre invece avrebbe dovuto essere un quattro, un cinque, persino un sei a uno, tanta è stata la superiorità di stile e di gioco della nazionale italiana. Il pensiero è ricorso più volte ad altre indimenticabili esibizioni azzurre: è riaffiorato alla mente il 5-0 di Budapest, il 2-0 di Vienna, il 5-0 di Ginevra. Ma per venti minuti della ripresa, imperioso, è balzato il ricordo della partita Italia-Inghiltera dello scorso anno.

Chi ha assistito alla partita di Torino ha ancora nella memoria il gioco e la superiorità schiacciante degli inglesi. Ebbene, per lunghi tratti, la partita Spagna-Italia è sembrata la partita Italia-Inghilterra, con la differenza che stavolta l'Inghilterra era l'Italia e la figura del sorcio tra le zampe del gatto l'ha fatta la squadra spagnola.
Questa è stata una battaglia vinta dalla Commissione Tecnica. Bisogna dargliene atto, ma la Commissione Tecnica deve pur dare atto ai polemizzanti della settimana scorsa che l'insistenza per un rinnovamento dei ranghi della Nazionale era esatta.
Lorenzi e Amadei hanno superato la prova, non tanto per i gol segnati, quanto per il modo con cui i due hanno giocato, anche se la partita di Amadei non ha avuto la prerogativa della continuità. Amadei, giocatore discutibile, ha una personalità che non può essere messa in discussione. Amadei è un artista, non è un operaio, e quando l'artista lavora può sortirne il capolavoro...
Noi ci inchiniamo di fronte alla superiorità del Torino, soprattutto alla bellezza e alla continuità del suo gioco, ma siamo contrari al monopolio di una sola squadra in nazionale. In tempi straordinari si può ricorrere all'apporto quasi totale della migliore squadra del momento, ma quando il periodo di emergenza è superato, bisogna arrivare alla Nazionale migliore, ossia alla cernita dei migliori uomini disponibili. A Madrid si è gia fatto un buon passo avanti...

Dal "GUERIN SPORTIVO" di martedì 29 marzo 1949
Estratto dal commento di "Don Ciccio" alla lieta avventura madrilena degli azzurri

Altri eventi sportivi di rilievo del 1949: MARZO - Luigi Casola vince la Milano-Torino mentre Coppi si impone per distacco nella Milano-Sanremo; APRILE - Nel mese delle classiche ciclistiche, Leoni vince il Giro del Piemonte, Fiorenzo Magni coglie una strepitosa vittoria a Gand nel Giro delle Fiandre. La prestigiosa Parigi-Roubaix vede il successo (discusso) di Serse Coppi - Il toscano Biondetti (su Ferrari 2000) si aggiudica per la quarta volta la Mille Miglia di automobilismo; MAGGIO - Italia in lutto per la tragedia di Superga (vedi foto a lato) dove periscono tutti i giocatori del "Grande Torino", giornalisti, dirigenti e quattro membri dell'equipaggio aereo; GIUGNO - Fausto Coppi, grazie ad una strepitosa impresa nella tappa Cuneo-Pinerolo, vince il Giro d'Italia - Sul quadrato di Detroit Jacke La Motta batte il

TUTTOSPORT del 6 maggio 1949 - Un immenso corte funebre nasce da Palazzo Madama per le esequie degli scomparsi nell'incidente aereo di Superga

francese Cerdan e si laurea campione del mondo dei pesi medi; LUGLIO - Fausto Coppi (1°) e Gino Bartali (2°) dominano il Tour de France; AGOSTO - Il belga Rick Van Steenbergen vince a Copenaghen il campionato mondiale di ciclismo su strada; OTTOBRE - Quarto successo di Coppi nel Giro di Lombardia - Emil Zatopek, ad Ostrawa, migliora il record mondiale dei 10.000 metri, portandolo a 29'21"2 - Per incidente aereo, muore il pugile francese Cerdan, mentre è diretto a New York per combattere nuovamente contro la Motta; DICEMBRE - Tiberio Mitri si conferma "europeo" dei pesi medi, battendo a Parigi Stock.

GIUGNO 1949 - Tutto pronto a Milano per l'inizio lavori del nuovo stadio di S.Siro
Da TUTTOSPORT del 10 giugno 1949 alcuni disegni del progetto per il nuovo stadio di San Siro realizzato dall'ing. Calzolari
Centocinquantamila spettatori seduti per una spesa di meno di un miliardo
Terminata la guerra riprese l'attività calcistica. A Milano, nel primo campionato post bellico (1945-'46), l'incontro di cartello all'Arena tra Inter e Juventus diede luogo a scene di tifo appassionato (scalate allo stadio, sfondamenti, invasioni pacifiche del campo durante la gara) che convinsero gli esperti del settore a prendere provvedimenti in merito perché il vecchio stadio aveva fatto il suo tempo come il tranvai a cavallo.
Attraverso la stampa si cominciò allora a parlare di nuovi impianti sportivi degni di Milano e dei suoi 2 milioni di abitanti. Al Comune e alla Federazione calcistica arrivò una valanga di proposte: c'era gente in buona fede, i soliti speculatori e gli ingenui che, di volta in volta, pensavano di aver scoperto il modo migliore per risolvere la situazione. Alcuni privati, che probabilmente volevano investire i soldi guadagnati durante la guerra, proposero la costruzione di un nuovo stadio a Musocco. Avrebbero pensato a tutto: strade, linee tranviarie,

parcheggi, servizi ecc., a condizione di poter sfruttare l'impianto per alcuni anni. Fecero poi bene i calcoli e anche i più ottimisti, viste le spese (non meno di 8 miliardi), le tasse, le quote da destinare al Comune e alle Società calcistiche, si resero immediatamente conto che rischiavano di andare in perdita, altro che affari! Solo un Ente di

vaste possibilità avrebbe avuto la forza di risolvere tutti i problemi relativi ad un'opera così faraonica. Ma  la  Federcalcio  doveva  pensare anche ad altre grandi città come Roma, Genova, Napoli (il cui stadio era stato distrutto dalla guerra) che avevano le stesse necessità e gli stessi diritti. Non rimaneva che la Giunta Municipale milanese, che venne interessata al problema dal comm. Noé, Capo Servizi degli impianti sportivi. Egli intendeva raddoppiare i posti a disposizione per invogliare un maggiore numero di persone a recarsi a vedere le partite, stando comodamente sedute. La Federazione promise il suo appoggio e quindi cominciarono ad affluire al Comune tutta una serie di nuovi progetti, tra i quali quelli degli architetti Frette e Cavallè, i quali proposero una ristrutturazione dell'Arena per portare la capienza a 80.000 posti. Non erano molti, ma l'idea venne scartata per altri motivi: la Sovrintendenza ai monumenti artistici aveva un debole per l'opera del Canonica, di epoca napoleonica; la "Società per la protezione del verde cittadino" non vedeva di buon occhio l'abbattimento di metà delle piante del Parco per consentire il posteggio

MILANO - Lo stadio di San Siro come si presentava nel giorno dell'inaugurazione, avvenuta il 19 settembre 1926. In campo si affrontavano Inter e Milan
Lo stadio calcistico milanese di San Siro venne inaugurato il 19 settembre 1926 (foto sopra). I raccordi in curva fra le quattro tribune risalgono al 1939, mentre il grande anello superiore verrà completato sul finire degli anni '50. Era il campo del Milan e sostituiva quello di Viale Lombardia dove venivano disputate anche le partite della Nazionale. Nel 1935 la sua proprietà passò al comune e dal 1947 iniziò a giocarci anche l'Inter, i cui incontri, in precedenza, avvenivano all'Arena Civica. Dal 1980 è intitolato a Giuseppe Meazza, epico attaccante che militò nelle due squadre milanesi e nella Nazionale campione del mondo (1934 e 1938).

di 10.000 autovetture; il CONI non si sarebbe rassegnato a perdere l'Arena, che era il miglior stadio atletico nazionale. Si doveva quindi pensare ad un altro posto e la scelta non poteva che ricadere su San Siro, che dagli amministratori comunali era già stato denominato "quartiere degli sport".
Altra strada, altri progetti: alla fine venne scelto quello dell'ing. Calzolari, poi riveduto e corretto, che ora si trova a Roma per l'approvazione (non dovrebbe tardare troppo a giungere) e la concessione di un congruo apporto economico per la copertura del piano finanziario. Il progetto, comunque, è già esecutivo, è già sviluppato in tutti i particolari e non attende che di essere messo in opera...

CARATTERISTICHE DEL NUOVO IMPIANTO

Il progetto di ampliamento dello stadio di San Siro reca le seguenti principali caratteristiche:
1) - Capacità dello stadio: 150.000 posti a sedere, in piedi oltre 200.000;
2) - Le nuove tribune saranno completamente indipendenti da quelle attuali, quindi l'attività dello stadio non subirà interruzioni;
3) - L'ampliamento è costituito da una serie di 126 portanti in calcestruzzo armato, che poggiano su una platea, pure in cemento armato, contigua all'anello esterno dello stadio e fiancheggiata da un condotto di drenaggio che migliorerà le condizioni del campo di gioco. La copertura a mensola della zona più alta della gradinata inferiore crea una fascia coperta capace di almeno 20.000 posti. L'anello superiore invece si lancia verso l'esterno, coprendo le strade di arroccamento ed elevandosi a 33,25 metri dal piano stradale;
4) - Sono previsti 20 accessi per il pubblico, posti all'inizio di 20 rampe elicoidali in cemento armato intersecanti i portanti, lunghe 150 metri e larghe 2,50 metri. Esse sono munite di parapetti ed hanno una pendenza di 14°, risultano indipendenti l'una dall'altra e sfociano a quota 19,50 metri in un ampio ripiano (8 metri di larghezza) che costituisce l'anello soprelevato nel quale potranno essere sistemati i servizi igienici, di pronto soccorso, esercizi commerciali ecc.;
Nulla è trascurato: avranno posto anche i rivenditori di bruscolini e noccioline americane e soprattutto innumerevoli spettatori, dato che i margini di sicurezza per il carico sono larghissimi.
Per la costruzione sono previste 800.000 ore lavorative, da svolgersi in 350 giorni, dal che si deduce che, entro il 1950, Milano avrà finalmente uno stadio rispondente alle sue esigenze, in grado di ospitare nuovamente le partite internazionali. Il preventivo di spesa (invariabile se non avverranno aumenti ufficiali e documentabili di mano d'opera e materiali) è inferiore a un miliardo di lire e la rateazione stabilita consentirà al Comune di coprire largamente le spese con i ricavi.
Il giorno 19 giugno 1949, molto probabilmente si svolgerà a S.Siro l'ultimo incontro della stagione (l'Inter contro la squadra turca allenata da Meazza); non è da escludere che il successivo debba essere disputato mentre sta già sorgendo il nuovo impianto. Il che, naturalmente, è nella speranza di tutti i milanesi, sportivi e non.
Da "TUTTOSPORT" del 10 giugno 1949 - sintesi da un articolo di Franco Brera
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