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  RL del marzo 1974 (Notiziario del Consiglio Regionale della Liguria) - In copertina la fotografia di prigionieri tedeschi scortati dai partigiani (Genova - Via XX Settembre - 25 aprile 1945)

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Archivio di grandi eventi
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

Close Up

Argomenti in primo piano,
news, eventi e storia del territorio

Colombiadi 1892 e 1992
Nel 1992 le celebrazioni per il 500° anniversario della scoperta dell'America hanno consentito al capoluogo ligure un notevole rilancio in campo internazionale. Anche le feste colombiane del 1892 attirarono su Genova gli occhi del mondo...

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GENOVA - Fermata del bus in Via Milano - Visibili il Matitone e la Chiesa di San Teodoro

Il dialetto genovese
Le trasformazioni fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva, che oggi viene insegnata anche nelle scuole...

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Funicolari e Ferrovia
A Genova effettua servizio una delle tranvie a cremagliera più antiche d'Italia, che collega la zona della Stazione Principe con il quartiere collinare di Granarolo. Assieme alle altre funicolari consente di accedere a punti panoramici per vedere la città dall'alto....

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Teatro popolare e di strada
Le esibizioni teatrali in strada hanno origini molto remote. Le prime notizie di giocolieri e saltimbanchi risalgono addirittura all'antico Egitto. Nel 2004 il comune di Genova ha riconosciuto l'arte di strada come fenomeno culturale e ha regolamentato la materia...

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GENOVA - Artista di strada in San Lorenzo

Il principe Andrea Doria
L'abilissimo ammiraglio genovese diventò ricco e potente, ma non perse mai quelle caratteristiche morali che lo avevano contraddistinto fin da giovane. In una sua biografia si legge: "Aveva aspetto eroico, gravità virile e gesto umano... il sobrio vivere e il suo parco vestire non erano da principe ma da privatissimo gentiluomo..."

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Alluvioni in Liguria dal 1894
In Liguria i disastri legati al
maltempo sono determinati da
tanti fattori. Alluvioni e
devastazioni operate da corsi
d'acqua impazziti, violente
mareggiate e frane sono da
sempre una costante del territorio...

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Genova Grafica per titolo di testa    Letteratura

La perla del Mediterraneo

 

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GENOVA di notte. Ben visibile la basilica di Santa Maria Assunta (Carignano), opera dell'architetto Galeazzo Alessi, eretta per volontà testamentarie di Bendinello Sauli

Euroflora

Per una settimana la città di Genova si trasforma nel più bel giardino del mondo. Nata nel 1966 ed organizzata dall'Ente Fiera del capoluogo ligure, costituisce l'espressione ufficiale della floricoltura italiana, riconosciuta in tutte le parti del mondo grazie all' AIPH (Association Internationale des Producter de l'Horticolture).

Grafica titolo testo La letteratura  Literature
Poco inclini per natura alla poesia ed alle divagazioni letterarie, i genovesi furono spinti ad impugnare la penna per lasciare ai posteri memoria della storia e delle glorie della loro patria. Dal Caffaro, a Jacopo da Varagine, al Giustiniani la più antica storia di Genova ha trovato preziosi ed illuminati cronisti. Descriveva in latino la Genova del 1100 Caffaro di Rustico di Ciaschifellone, ora Castrofino,(1080-1164) che fu il più antico degli storici genovesi e celebre uomo di stato. Illustre capitano, si distinse nelle guerre di Licia, in quella contro i Pisani (1126) e nella conquista dell'Isola di Maiorca. Eletto otto volte console, fu ambasciatore della Repubblica presso il Barbarossa e partecipò alle crociate. I suoi "Annali di Genova", scritti in latino medievale, furono inseriti dal Muratori nella sua grande raccolta "Rerum Italicarum Scriptores".
Da ricordare anche le scritture agiografiche o moraleggianti del domenicano Jacopo da Varagine (Varazze), come la "Legenda Aurea", che diventò testo di cristiana edificazione, diffuso in tutto l'Occidente, tradotto nelle varie lingue volgari ed edito svariate volte tra i secoli XV e XVII.
JACOPO DA VARAGINE nacque tra il 1228 ed il 1230 nella frazione Casanova di Varazze, località nella quale è stata eretta una cappella in suo onore.
Nel 1244 diventò domenicano e priore del convento genovese di Santa Maria del Castello, dove si distinse per lo zelo con cui insegnava teologia.
Nel 1292 venne eletto arcivescovo di Genova, dopo avere rinunciato una prima volta nel 1288, e si impegnò nel fare da paciere tra i Guelfi e i Ghibellini genovesi. In quel periodo si dedicò alla compilazione della sua meravigliosa "Legenda Aurea", che lo accompagnò fino alla sua scomparsa avvenuta nel capoluogo ligure il 14 luglio del 1298. Nel 1816 il Papa Pio VII gli conferì in titolo di beato.
La "Legenda Aurea" è una immaginifica raccolta delle vite dei Santi ed è uno dei libri più utili per comprendere la storia della Chiesa. Si tratta, in pratica, di un best seller che ha viaggiato nel tempo e nello spazio, con immutato successo, rimanendo la principale fonte d'ispirazione iconografica per gli artisti italiani di tutti i tempi.
Ritratto di Goffredo Mameli (Genova 1827 - Roma 1849)

Goffredo Mameli

NEL TRECENTO troviamo esempi di poesia religiosa e vari documenti legati alla storia della Repubblica.
IL CINQUECENTO, in Liguria, è il secolo della poesia al femminile. Un letterato romano, Girolamo Ruscelli, in una lettera del 1552, fa un elenco di poetesse genovesi (23) e savonesi (6). La più leggiadra sicuramente fu Argentina Pallavicini, che onorò della

GENOVA - Monumento equestre a Giuseppe Garibaldi davanti al Teatro Carlo Felice

Monumento a G.Garibaldi

sua amicizia Pietro l'Aretino, al punto da ricoprirlo di doni, ricambiati nel 1533 con la dedicatoria della commedia "Il marescalco". Brillante poeta del Seicento fu Gian Giacomo Cavalli, autore della "Cittàra Zeneize" (in dialetto).
Il XVII secolo regala anche ai liguri il loro maggiore poeta,
GABRIELLO CHIABRERA (1552 - 1637), nato a Savona, morto a Genova, rinnovatore della metrica classica, autore di poemi eroici, di opere drammatiche, di componimenti sacri e profani, più noto per i suoi scritti in toscano, di stampo antimarinista. Abbastanza irruento di natura, ma dotato di grande talento, si cimentò anche nella stesura di versi per musica e fu l'inventore del termine "canzonetta". Educato a Roma dai Gesuiti, trovò nella maturità quell'equilibrio e quella moderazione che gli erano mancati in precedenza.
Fu fecondissimo verseggiatore: fra le suo opre sono da ricordare: i "Sermoni", nei quali sono anticipati il Parini e il Gozzi, e i "Poemetti" epico-lirici, sacri e profani, narrativi, descrittivi o didascalici in versi sciolti.
LA PROSA GENOVESE DEL SEICENTO annovera tra le sue fila molti autori di "romanzi" in lingua, come Anton Giulio Brignole Sale, uomo politico, affarista, ambasciatore, patrono dell'Accademia degli Addormentati; Gio Ambrogio De Marini; Luca Assarino (avventuroso editore del "Sincero", la più antica gazzetta italiana); il sestrese Bernardo Morando, commerciante-scrittore, Francesco Fulvio Frugoni, autore della satira barocca "Il cane di Diogene".
IL SETTECENTO è il trionfo della galanteria e del teatro che trova spazio sui molti e splendidi palcoscenici privati di villa. Studiosi dai molteplici interessi popolano i salotti tra dame e cicisbei. Qualche nome: Agostino Lomellini, Raffaello Soprani.
L'OTTOCENTO RISORGIMENTALE decolla invece sulle strofe di Goffredo Mameli, patriota e poeta, autore di Fratelli d'Italia - Inno Nazionale Italiano.
Forse non tutti sanno che il nostro Inno Nazionale venne cantato per la prima volta proprio a Genova nel 1847, quando una folla ininterrotta diede vita ad un corteo di oltre cinque chilometri, dalla Spianata dell'Acquasola al Santuario di Oregina, durante la festa patriottica per ricordare la cacciata degli austriaci dalla città.
GOFFREDO MAMELI, nato a Genova il 5 settembre 1827, dal marchese Mameli e dalla contessa Adele Zoagli, cominciò presto a scrivere versi, ma dopo l'inno che lo rese famoso diventò soldato della patria. Nel 1848 formò la squadra dei volontari Genovesi che mossero in soccorso dei Lombardi e ne fu eletto capitano. Rimase in prima linea per tutta la guerra d'indipendenza.
A Genova compose l'Inno Militare, musicato da Verdi e divenne fervido seguace di Garibaldi quando l'eroe dei due mondi entrò in città il 26 settembre 1848. Caduta Milano, impugnò nuovamente la spada e corse a Roma a sostenere la Repubblica (1849). Nel conflitto del 3 giugno a Villa Pamphilj, sul Gianicolo, fu ferito ad una gamba, che gli venne amputata per l'insorgere di una cancrena. Le cure risultarono comunque vane e il giovane Mameli morirà a Roma il 6 luglio 1849, a soli 22 anni, e resterà l'anima della gioventù eroica, il poeta della Giovine Italia. Là è tuttora sepolto; i genovesi non sono ancora riusciti a riportare le sue ceneri nella città natia. Il 13 giugno del 1864 Garibaldi scrisse da Caprera una lettera alla madre del giovane eroe dopo che la stessa gli aveva mandato un ritratto del figlio.
Inizialmente il titolo dell'Inno nazionale era il "Canto degli Italiani" e fu scritto assieme al musicista e direttore di banda Michele Novaro. Si dice che a questo lavoro avesse partecipato anche un frate di Lerici, l'insegnante Atanasio Canata, del quale Mameli era stato un alunno. I due si scambiavano opinioni sulle rive della Bormida ed in questo contesto sarebbe nata la terza strofa, quella dal più marcato contenuto religioso. Tra il 1846 ed il 1847 Mameli fu ospite dei Padri Scolopi a Carcare ed ai carcaresi piace pensare che il testo dell'Inno nazionale sia stato scritto proprio durante questo soggiorno.
La stesura originale dell' "Inno di Mameli" è conservata presso il Museo del Risorgimento e Istituto Mazziniano in Via Lomellini, che contiene un vasto archivio ed una biblioteca storica che illustrano la storia ligure e nazionale dal XVIII secolo all'Unità d'Italia, con particolare attenzione al periodo compreso tra il 1746 e l'età di Balilla e Roma Capitale.
Della corrente del "realismo dialettale" fa parte Martin Piaggio (1774-1843), di cui esce nel 1829 l'Esopo Zeneize (vedi link "Il dialetto genovese").
MARTIN PIAGGIO era amato da tutta Genova per il suo carattere bonario e per la sua genuina semplicità. Con la sua poesia declamava i fatti di Genova; era un cronista civile e garbato, non privo tuttavia, quando lo voleva, di una certa capacità satirica. Come scrive il Donaver, le composizioni poetiche del Piaggio erano "qualche volta anche melanconiche, un pò strascicate, ma in genere curate con garbo e gusto d'arte" . Scrisse anche di teatro. ma i suoi "storici" o "critici" mai lo hanno detto, anche perchè non si trattava di una produzione che lo attraeva come la poesia. Molte sue commedie vennero rappresentate al teatro "Campetto", sito nella omonima piazza, anche se permane qualche dubbio sulla loro effettiva paternità.
La poesia dialettale ebbe nell'epoca moderna un grande risveglio per merito anche di Don Gazzo, al quale si deve la traduzione in genovese della "Divina Commedia"; del Malinverni che seppe fermare in versi dialettali la caratteristica vita genovese nei suoi diversi aspetti e le sfumature più delicate della sua anima
GENOVA - Museo Luzzati a Porta Siberia - La porta delle fiabe

Le fiabe di Luzzati

poetica e del Bacigalupo che tradusse in stile eroicomico parte dell'"Eneide" e dedicò una lunga ode alla "Rumenta". Rumenta è una parola latina che indica i trucioli di falegnameria e, in generale, i frammenti dei materiali destinati allo smaltimento. Nicolò Bacigalupo (1838-1904) comprese ben presto che, nella realtà, invece, della rumenta non si butta via nulla e vi dedicò più di 500 versi per magnificare la sua utilità e prendersi gioco di chi la snobba sentendosi superiore. La pratica di rovistare nella spazzatura è un'"arte" antica, dove nulla è lasciato al caso e si tramanda di generazione in generazione.
A tal proposito va menzionato il movimento dell'"Arte povera", ideato nel 1967 dal giovane critico d'arte Germano Celant, all'interno del quale gli oggetti trovati nella spazzatura o considerati di nessun valore commerciale venivano utilizzati dagli artisti per dare vita alle loro opere. Per ironia della sorte, la spazzatura ha reso ricchi e famosi gran parte di loro, compreso il critico Celant.
GIOVANNI RUFFINI, mazziniano esule, nacque a Genova nel 1807 ma compì i primi studi a Taggia, luogo d'origine della madre Eleonora Curlo. Nel capoluogo ligure si laureò in legge nel 1830 per poi aderire alla Giovine Italia in virtù dell'amicizia giovanile con Giuseppe Mazzini. Nel 1833 l'organizzazione venne scoperta e i due riuscirono, con una fuga rocambolesca, a rifugiarsi a Marsiglia.
La vicenda è narrata, in inglese, nel Lorenzo Benoni, romanzo parzialmente autobiografico del 1855, pubblicato a Edimburgo e ambientato a Genova. Nei personaggi il Mazzini compare con il nome di Fantasio.
Del 1850 è invece Il dottor Antonio, racconto romantico che narra la vicenda di miss Lucy, giovane "turista", che si innamora del suo medico in una locanda di Bordighera. Il lavoro si rivelò da subito un best seller; avvicinò l'opinione pubblica inglese alla causa risorgimentale e mise in luce la straordinaria bellezza del Ponente ligure. A Ospedaletti, lungo la via Aurelia, c'è la chiesetta della Madonna della Ruota che lo scrittore celebrò in questo romanzo.
Giovanni Ruffini rientrò a Taggia nel 1874 per ritirarsi a vita privata. Condusse un'esistenza modesta fino al 1881, anno in cui scomparve nella sua villa di fianco alla chiesa della Madonna del Canneto.
Nel campo politico vanno ricordati Giuseppe Mazzini, la cui ardente e mistica prosa infiammò la gioventù italiana, mirando alla formazione di una coscienza nazionale; Giuseppe Cesare Abba, il cui libro "Da Quarto al Volturno ", sollevò le " Noterelle di uno dei Mille" nel clima dell'epica. Tra gli scrittori di prosa degni di nota il Barrili dal periodare classico; il De Amicis, che legò il suo nome alla letteratura infantile, e Vincenzo Troya, insigne pedagogista. Va pure menzionato Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, la cui poesia melanconica e squisita tocca punti commoventi ed affascinanti insieme.
ANTON GIULIO BARRILI (Savona 1836 - Carcare 1908) fu feracissimo romanziere, coetaneo dell'Abba e, come lui, combattente e scrittore garibaldino. Infatti i due libricini "Con Garibaldi alle porte di Roma" e "Ricordi e note" sono dedicati all'epopea del generale nizzardo. Tra le sue sessanta opere vanno principalmente citate "Capitan Dodero" e "Il ponte del paradiso", che ebbero uno strepitoso successo. Il Barrili, che aveva una vasta e profonda cultura, fu anche professore e rettore all'Università di Genova.
NEL XX SECOLO si affacciano alla ribalta nuovi scrittori. Tra essi Luigi Arnaldo Vassallo, il popolare Gandolin, autore di brillanti commedie tra l'amaro ed il faceto, Camillo Sbarbaro, accorato cantore della Liguria ed Eugenio Montale, scomparso a Milano il 12 settembre 1981, premio Nobel per la letteratura nel 1975.
CAMILLO SBARBARO, nato a Santa Margherita Ligure il 12 gennaio 1888 e scomparso a Savona il 31 ottobre 1967, nell'ospedale San Paolo dove era ricoverato, viene ricordato come uno dei più grandi poeti liguri. Assieme alla sorella Clelia fu affidato alla zia materna Maria, alla quale Sbarbaro dedicò le poesie di "Rimanenze" (1955).
Inizialmente aveva lavorato in una industria genovese e poi si era dedicato all'insegnamento. Durante la Seconda Guerra Mondiale si era trasferito a Spotorno per sfuggire ai bombardamenti su Genova e per iniziare ad occuparsi di scrittura.
Il poeta aveva infatti una frequentazione assidua di questa cittadina perché ci vivevano i suoi nonni materni. Nel 1951 vi andò ad abitare stabilmente insieme alla sorella Lina ed alla zia Benedetta.
Nel Ponente ligure Sbarbaro scrisse molte delle sue liriche e delle sue prose più belle. Si cimentò anche nella traduzione delle opere di celebri autori stranieri.
La sua prima raccolta poetica fu "Resine" (1911), seguita da "Pianissimo" (1914). Gli scritti in prosa ripropongono un universo legato alla sua percezione poetica della vita quotidiana come in "Trucioli" del 1920, "Fuochi fatui" del 1956... "Cartoline in Franchigia" del 1966. Nel 1961 era diventato un collaboratore dei Libretti di Malaria di Arrigo Bugiani.
EUGENIO MONTALE - Nato a Genova il 12 ottobre 1896, Eugenio (soprannominato affettuosamente Eusebio) era l'ultimo di cinque figli. Il padre, originario di Monterosso, nelle Cinque Terre possedeva una casa che nella "geografia sentimentale" del poeta ha naturalmente sempre avuto una funzione importante, essendo luogo di ricordi legati alla sua gioventù.
Quello di Monterosso è infatti il paesaggio poetico degli "Ossi di Seppia" e
Grafica titolo paragrafo  MONTALE: "La poesia? E' cosa inutile che però non fa male..."

Il 12 dicembre 1975, durante la consegna dei premi Nobel, come voleva la consuetudine toccò a Eugenio Montale tenere il discorso ufficiale all'Accademia di Svezia. Montale scelse di parlare di un argomento che lo riguardava da vicino, cioè della sua esperienza di poeta, e citò brevemente e - quasi riduttivamente - il suo curriculum: "Ho scritto poesie e per queste sono stato premiato, ma sono stato anche bibliotecario, traduttore, critico letterario e musicale e persino disoccupato per riconosciuta insufficienza di fedeltà a un regime che non potevo amare. Come ho potuto distribuire tante attività così diverse? Ad una giornalista ho spiegato che una vita non si può pianificare come si fa con un progetto industriale. Nel mondo c'è un largo spazio per l'inutile e anzi uno dei pericoli del nostro tempo è quella mercificazione dell'inutile alla quale sono particolarmente sensibili i giovanissimi".
Montale aggiunse, non senza ironia: "In ogni modo io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo; e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà. Ma non è il solo essendo la poesia una produzione o una malattia assolutamente endemica e incurabile".
Poi disse ancora: "Sono qui perché ho scritto poesie: sei volumi, oltre ad innumerevoli traduzioni e saggi critici. Hanno detto che è una produzione scarsa, forse supponendo che il poeta sia un produttore di mercanzie; le macchine debbono essere impiegate al massimo".
Passò poi a parlare della poesia in generale e, di qui, una breve storia: "Per fortuna la poesia non è una merce. Essa è un'entità di cui si conosce assai poco, tanto che due filosofi molto diversi tra loro come Croce storicista idealista e Gilson cattolico, sono d'accordo nel ritenere impossibile una storia della poesia".

Grafica titolo paragrafo  Montale ispirato dalle linee austere del litorale ligure

Nella motivazione dell'attribuzione del premio Nobel per la letteratura 1975 a Eugenio Montale, l'Accademia svedese afferma che con la sua prima raccolta di poesie «Ossi di Seppia», pubblicata nel 1925, il letterato, che allora aveva 29 anni, era già in diritto di rivendicare il suo posto nella poesia italiana.
L'Accademia sottolinea che Montale «più manifestamente riconosciuto come uno dei più grandi poeti contemporanei occidentali, ha tuttavia raggiunto la notorietà letteraria soltanto molto tardi, per motivi dovuti alla sua naturale riservatezza, ma soprattutto alla parsimonia con la quale ha dato al pubblico l'occasione di giudicarlo. Montale sembra ispirato dalle linee austere del litorale ligure, dove è nato, di fronte alle onde scatenate, piuttosto che dall'attraente paradiso soleggiato dei bagnanti della riviera. L'ermetismo e l'inaccessibilità del poeta non sono soltanto problemi di pura forma letteraria ma anche un atteggiamento spirituale, una necessità intima, una concezione della vita...»

Grafica titolo paragrafo  La mia città natale mi ha elargito scarso pane e deboli onori...

Esiste una lettera datata 23 maggio 1928 (su carta intestata «R. Bemporad & Figlio editori») con la quale Eugenio Montale scrive a Lucia Rodocanachi, moglie del pittore la cui casa ad Arenzano era luogo d'incontro degli intellettuali (democratici) del tempo.
Il poeta parla di sé e, molto liberamente, degli autori e dei prodotti letterari di quei giorni legati alla poesia, alla narrativa e alla critica; nella missiva Italo Svevo viene definito un «giovane» autore di 66 anni, che vale più dei giovani, mentre conveniva rassegnarsi sul fatto che Angioletti e Comisso fossero i campioni migliori di una letteratura che non esisteva.
Il poeta era passato da un anno a Firenze a lavorare per Bemporad. Tre anni prima aveva visto pubblicati i suoi «Ossi di Seppia» e la sua carriera di «letterato» in Toscana era bene avviata. Alcuni commenti positivi al suo indirizzo apparsi sul «Secolo XIX» lo avevano lasciato sorpreso, ma non certo incantato. Nella lettera si legge:"Bene per le lodi, ma non sono ancora così commosso da pensare con troppa nostalgia alla mia città natale che mi ha elargito scarso pane e deboli onori...".
Sempre a proposito di Genova, che considera ormai in ogni senso lontana, Montale aggiunge: "Sento con orrore dell'apertura della solita promotrice genovese che non visiterò mai più. Nevermore! Ho rotto con la pittura e più con la scultura dei miei concittadini...".
La lettera si chiude con un giudizio positivo su un testo appena uscito, «Il nome sulla sabbia» di Bonaventura Tecchi (Treves), che viene definito un altro libro di un giovane leggibile.
In una postilla Montale si scusa con Lucia: "Scusi se scrivo a macchina, ma in questo modo mi tengo sveglio più facilmente. Ho tanto sonno!".

Grafica titolo paragrafo  Nel giugno 1967 la nomina a senatore a vita per meriti letterari

Il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, con provvedimento in data 13 giugno 1967, nominò, a norma dell'art. 59 della Costituzione, senatore a vita Eugenio Montale «per aver illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo letterario ed artistico».
Per Montale la nomina fu quasi una sorpresa. Un paio di anni prima qualche giornale aveva accennato alla possibilità che al poeta potesse essere attribuito l'alto riconoscimento. "Poi - riferì Montale - non se ne parlò più e pensai che la cosa fosse caduta nel nulla o rinviata «sine die». Invece, improvvisa, è giunta la notizia della nomina. Mi fa molto piacere, naturalmente. Io credo che con questo si sia voluto onorare non tanto la mia persona, quanto la letteratura, l'arte e la cultura italiana".
Il sindaco di Genova inviò al poeta il seguente telegramma: "Genova apprende con viva soddisfazione sua nomina a senatore a vita, meritato riconoscimento per l'alto messaggio di poesia da lei rivolto all'umanità e insieme per fervida opera di cultura nella quale ha mirabilmente esaltato l'inesauribile forza dello spirito italiano e ligure. Accolga sentimenti ammirazione, felicitazioni vivissime e fervidi voti augurali suoi concittadini e miei personali".

Fonti: "Il Secolo XIX " del  14/06/1967 - 24/10/1975 - 15/09/1981
di alcune liriche delle "Occasioni". Durante l'infanzia la salute di Montale fu cagionevole: dovette interrompere gli studi e proseguirli privatamente. Dal 1948, dopo essersi trasferito a Milano, diventò critico ed elzevirista del "Corriere della Sera" e critico musicale del "Corriere d'Informazione". Negli anni Sessanta, con l'ampliamento e la ristampa di una raccolta dei suoi articoli (Farfalla di Dinard) pubblicati sul giornale milanese, la fama di Montale varca i confini nazionali e le sue opere vengono tradotte nelle principali lingue europee, compreso quella serba, croata e russa.
Nel 1961 ricevette le lauree ad honorem dell'Università di Roma, Milano e Cambridge. L'anno seguente gli venne consegnato il "Premio Feltrinelli" dell'Accademia dei Lincei. Il 13 giugno 1967 venne nominato senatore a vita dal Presidente Saragat "per altissimi meriti nel campo letterario e artistico". Nel 1974 altra laurea "honoris causa" da parte dell'Università di Basilea e nel 1975 il "Premio Nobel", che gli viene assegnato anche per la sua coerenza di uomo intellettuale e di cultura, libero da condizionamenti politici e morali e dai mostri ideologici di una società massificata.
Il poeta scomparve il 12 settembre 1981 a Milano mentre era ricoverato nella clinica San Pio X per problemi neurologici. Le sue spoglie riposano nel cimitero di San Felice a Ema, località nella periferia di Firenze, assieme a quelle della moglie Drusilla.
EMANUELE LUZZATI - Il 26 gennaio 2007 scompare a Genova Emanuele Luzzati (Genova 1921) il maestro scenografo e costumista, ma anche illustratore, scrittore, autore di cinema d'animazione e teatro. Tra i suoi lavori più di 500 sceneggiature e diversi libri dedicati all'infanzia. Allestì anche il Festival Internazionale del Teatro per Ragazzi al Piccolo Teatro di Milano. I suoi disegni hanno impreziosito le pagine di libri per adulti (Divina Commedia) e per bambini (Favole dei Fratelli Grimm). Dal 1998, Porta Siberia a Genova è diventato il Museo permanente delle sue opere principali.
Tra i centri culturali genovesi di particolare interesse va anche citato il Museo Biblioteca dell'Attore (MBA), in Via IV Novembre, all'interno di Villetta Serra, un'istituzione dedicata allo studio dell'attore e delle arti sceniche dell'Otto-Novecento. Il museo contiene un vasto archivio storico e migliaia di documenti iconografici; possiede una biblioteca specializzata in teatro e cinema di circa 40.000 volumi, che ne fanno uno dei centri studi più importanti ed attivi d'Italia.

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