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Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e
perfettamente conservati... |
Close Up |
Argomenti
in primo piano,
news, eventi e storia del territorio |
Acque minerali e termali
Sul
territorio che anticamente faceva parte della
Lunigiana storica ci sono moltissimi punti di
sbocco di sorgenti naturali che hanno vita autonoma
rispetto agli acquedotti pubblici... |
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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani,
da dove parte questo sito... |
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Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino e sono
prevalentemente costituite di
roccia (il notissimo marmo bianco).
I calcari risalgono ad almeno 250
milioni di anni fa e ne fanno un
"monumento geologico"
unico al mondo... |
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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti della Lunigiana Storica
(comprendente anche Val di Vara e Val
di Magra) un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
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Il Canale Lunense
Inaugurato nel
maggio 1930, prende acqua dal fiume Magra, nei pressi di Isola
di Caprigliola, ed è la più importante opera idraulica ad uso
irriguo della vallata. Le sue sponde vengono oggi utilizzate per
lo scorrimento di una pista ciclabile... |
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Crollo del Ponte di Albiano
La mattina dell'8 aprile 2020 crollava sul letto del fiume Magra
una struttura storica della viabilità spezzina e lunigianese. La
fine annunciata da un boato assordante e da una grande nuvola di
polvere... |
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Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
Come conseguenza, le esondazioni
di canali, torrenti e fiumi hanno
originato una vera e
propria apocalisse... |
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Alluvioni in Liguria dal 1894
In Liguria i
disastri legati al
maltempo sono determinati da
tanti fattori. Alluvioni e
devastazioni operate da corsi
d'acqua impazziti, violente
mareggiate e frane sono da sempre
una costante del territorio... |
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Liguria regione ad elevato
rischio idrogeologico
Secondo uno studio di
Legambiente in Liguria sono
molti i territori che risultano
fragili ed esposti ad un elevato
rischio idrogeologico... |
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Il fiume Magra
fotografie
ed il parco naturale regionale di
Montemarcello - Magra |
A persona minimo 50 litri di
acqua al giorno per parlare di
condizioni di vita
accettabili |
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Fabbisogni, consumi e problematiche dell'acqua nel mondo |
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L'acqua dolce accessibile è la base di ogni civiltà,
un bene rinnovabile ma limitato, che rischia anzi di divenire scarso.
Fra 1950 e 1990 i consumi di acqua sul pianeta sono
triplicati; nel 1996 si usava più della metà dell'acqua
di superficie disponibile.
Prevedendo che, nei prossimi 35-40 anni il consumo
raddoppierà, i rubinetti, senza operare delle
indispensabili contromisure, potrebbero rimanere
all'asciutto.
Attualmente nel mondo ci sono popolazioni che per
approvvigionarsi di acqua devono compiere tragitti
giornalieri anche di 30/40 Km, sottostando a regole
ferree per l'accesso a pozzi e sorgenti.
Il fabbisogno minimo biologico pro-capite per la
sopravvivenza umana è di 5 litri d'acqua nelle 24 ore.
Senza cibo si può vivere un mese. Senz'acqua non si
supera una settimana.
Per poter parlare di condizioni accettabili di vita
occorrono non meno di 50 litri d'acqua al giorno per
ogni essere umano.
Nella realtà, ci sono miliardi di persone sulla Terra
che non dispongono di ciò.
Guardando in faccia alla realtà, nel mondo si passa da
una disponibilità media di 425 litri al giorno di un
abitante degli Stati Uniti, ai 237 in Italia, ai 150 in
Francia. Come rovescio della medaglia un abitante del
Madagascar deve sopravvivere (se ci riesce) con 10 litri
al giorno.
Le stime medie indicano un consumo di 350 litri d'acqua
al giorno per una famiglia americana, di 165 per una
europea e di 20 litri per una famiglia africana.
I consumi per usi domestici sono molto
diseguali: in media un cittadino degli |
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L'acqua di Equi Terme |
Dalla sorgente di Equi Terme sgorga un'acqua
ipotermale o tiepida. La sua temperatura è variabile
tra i 17° e 27°, con una media di 24°. Contiene
un'elevata quantità di sali minerali e può essere
anche bevuta, come quella di Montecatini-Terme. E'
intensamente radioattiva, grazie all'emanazione del
radium e trova indicazione nella cura di molte malattie.
Più specificatamente: affezioni cutanee, reumatiche,
del sistema nervoso, dell'apparato respiratorio,
gastrointestinali e ginecologiche. |
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Stati Uniti d'America consuma una quantità di acqua 100
volte superiore rispetto a un cittadino del
Burundi o dell'Uganda. Non sempre, inoltre,
questo prezioso bene è impiegato nel modo
migliore: nei Paesi ricchi, la maggior parte
dell'acqua di prima qualità resa disponibile
nelle abitazioni viene usata indifferentemente
per l'alimentazione, per innaffiare i giardini o
per lavare la macchina oppure si perde lungo le
condutture spesso vecchie e in cattivo stato di
manutenzione; molto più oculato è l'impiego in
zone quali l'Asia e l'Africa.
Le Nazioni Unite
hanno perciò fissato in 40 litri il diritto
minimo pro-capite come obiettivo di
mobilitazione della Giornata Mondiale
dell'acqua, il 22 marzo di ogni anno. L'OMS,
Organizzazione Mondiale della Sanità afferma,
però, che al di sotto della soglia di 50 litri
d'acqua al giorno si può già parlare di
sofferenza per mancanza di acqua e che il 40%
della razza umana vive in condizioni igieniche
impossibili soprattutto per carenza di acqua. Un
abitante su due della Terra, tre miliardi di
persone, abita in case che non hanno sistema
fognario.
Il consumo d'acqua nel mondo negli ultimi
anni è aumentato di sei volte, ad un ritmo più
del doppio del tasso di crescita della
popolazione. |
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Città del Messico sta sprofondando di 1 cm ogni
2 settimane a causa dello sfruttamento intensivo delle
falde freatiche sulle quali poggia. E questo non basta:
milioni di suoi abitanti vengono riforniti di acqua
potabile con autobotti o provvedono a comprarla da
fornitori privati. Questo incide circa per un 30% del
loro reddito.
Ad aumentare la forbice tra bisogni e risorse ci
pensano le avverse condizioni climatiche.
In tutto il bacino del Mediterraneo nell'ultimo
secolo si è verificata una diminuzione delle
precipitazioni estive pari a circa circa il 20%,
accompagnata da un aumento medio delle
temperature di 1,5 gradi centigradi.
L'Italia è il Paese che consuma più acqua in Europa,
il terzo al mondo dopo Canada e Stati Uniti. La maggior
parte degli italiani non dispone dei dispositivi
casalinghi per ridurre il consumo di acqua domestica:
solamente il 25% dichiara di avere la cassetta del water
con il pulsante acquastop per il flusso differenziato
dello scarico; migliore la situazione per docce e
lavandini dove il 40% della popolazione dichiara di fare
uso di riduttori ai rubinetti. Le perdite non sono molto
consolanti: il 6% dichiara di avere il water con il
caratteristico "filo d'acqua", mentre il 12% segnala il
problema della goccia in caduta libera dai rubinetti.
Molta acqua viene sprecata anche nelle errate
abitudini casalinghe quotidiane. Per esempio: quando si
ha a che fare con piatti, stoviglie e bicchieri, nel 40%
dei casi vengono lavati sotto l'acqua corrente senza
riempire il lavello della cucina.
Va meglio invece, ma solo per abitudini non dettate da
intenti ambientalisti, nell'uso di acqua per l'igiene
personale. L'80% degli italiani si lava solitamente nel
box doccia invece che nella vasca da bagno: questo fa
risparmiare circa 2/3 di acqua.
Preoccupanti sono i dati sulla dispersione idrica:
in Italia, in media, poco più di un terzo dell'acqua immessa nelle
tubature va sprecata; nelle aree meridionali del Paese
si arriva al 43%, ma a livello regionale le più sprecone
sono Lazio (60% di dispersione idrica nel
2014) e Sardegna (52%). Queste percentuali sono fra le
peggiori in Europa: in Germania per esempio si arriva al 6,5%, in Inghilterra al 15,5% e in Francia
al 21%.
Da una relazione dell'Autorità di Vigilanza
sui servizi idrici e sui rifiuti del 2006 si evince
che ci sono regioni, come Basilicata e Sardegna,
che fatturano appena un terzo di tutta l'acqua
captata. Per il Ministero dell'Interno
bisogna mettere in conto anche i "furti
d'acqua", uno dei principali danni perpetrati al
patrimonio idrico nazionale, organizzati con
camion cisterna illegali che riforniscono interi
quartieri e paesi, il tutto come forma di
strumento per il controllo del territorio.
Secondo le stime di Legambiente vengono dispersi più di 10.000
m3 al chilometro, quasi un terzo di litro al
secondo per chilometro. Il record delle perdite
annue per Km spetta alla Regione Campania, con
quasi 25.000 m3.
Il primato in assoluto dell'acqua persa spetta
alla Calabria: a Cosenza il 70% dell'acqua
immessa in rete non giunge a destinazione.
A Campobasso lo spreco raggiunge il 65%, a
Latina il 66%. La maglia nera dei grandi centri
urbani è Bari col 57% di acqua che non giunge a
destinazione. Perdite consistenti anche a
Trieste, Palermo, Catania, Messina e Cagliari dove più
del 40% dell'acqua immessa negli acquedotti si
perde nel nulla. Le Regioni più virtuose sono l'Emilia
Romagna, l'Umbria e le Marche, dove i valori
delle perdite sono inferiori a 3.000 m3/Km.
Secondo il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali)
gli sprechi idrici nelle reti di distribuzione
costringono i gestori ad aumentare il prelievo alle
fonti. Con l'inefficienza delle reti di distribuzione
non solo s'impoveriscono le fonti idriche, ma si causano
anche molti disservizi alla popolazione, tipo
interruzioni di erogazione. Il triste primato in questo
senso va alla Calabria dove il 29% dei cittadini spesso
rimane senza acqua potabile.
Il prelievo nazionale di acqua per uso potabile (dati
Istat 2008) è stato pari a 9,11 miliardi di metri
cubi. L'85,6% proviene da fonti sotterranee, il 14,3%
sono acque superficiali, lo 0,1% è relativo alla
depurazione di acque marine o salmastre in genere.
Il volume di acqua disponibile per ogni abitante è pari
a 72,9 m³/anno, corrispondenti a 199,7 litri
giornalieri. |
Le bollette dell'acqua pubblica italiana diventano sempre più
salate... |
I prezzi
dell'acqua pubblica italiana continuano ad aumentare
inesorabilmente anno dopo anno. Nel 2014 una famiglia
media spendeva circa 355 euro, passati a 376 nel 2015.
Dal 2007 l'aumento è stato superiore al 60%.
A livello regionale il triste primato dei prezzi
spetta ancora alla Toscana dove Grosseto e
Siena si rilevano le città italiane con l'acqua più cara
in assoluto (663 euro) e scalzano dal primo posto Firenze.
Un'inchiesta effettuata a luglio
2012 su un centinaio di città italiane,
indicava che una famiglia di tre persone
residente nel capoluogo toscano (190 metri cubi di
consumo annuo ipotizzato) spendeva circa 500 Euro, un
autentico salasso se paragonato ai costi di una famiglia
di Isernia, che invece ne spendeva solo 115, fruendo della
tariffa più bassa rilevata. La media italiana era pari a
circa 300 euro. |
In Toscana le tariffe dell'acqua sono molto
elevate anche a Livorno, Pisa e Carrara, città dove
la spesa annuale supera i 600 euro.
Nella graduatoria regionale 2015, dopo la Toscana, i
salassi maggiori si riscontrano anche nelle Marche, in
Umbria, in Emilia Romagna e Puglia.
Le tariffe più basse vengono invece applicate nel
Molise: nel 2014 la città di Isernia aveva ancora
la "palma d'oro" con un costo annuale pari a 120
euro, sceso a 117 euro nel 2015. Il secondo posto nella
graduatoria delle località più economiche è sempre
occupato da Milano. Tra il 2014 e il 2015, nel
capoluogo lombardo, le tariffe sono cresciute di un 3%
ma per l'acqua pubblica non si spende più di 140 euro
all'anno, cifra 5 volte inferiore ai massimi
registrati.
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Torino è una città che consuma molta acqua, la
quale però viene pagata come nella media delle
altre campionate. Dal punto di vista
geografico, si è rilevato come l'acqua costi
mediamente di più nell'Italia centrale e di meno
al Nord. Al Sud risulta un poco meno cara che al Nord.
Da una rilevazione diretta sulle bollette del maggior
gestore a livello provinciale, è parecchio tempo che nello spezzino una
famiglia media di 3 persone - sul consumo base minimo
essenziale di 150 m3 annui - vede le tariffe
aumentare di quasi un 6% ogni anno. Lo stesso dicasi per il
prezzo unitario sui servizi di fognatura e depurazione.
In Italia, dal gennaio 2005 al gennaio 2012, i prezzi per i
servizi di acqua potabile e raccolta rifiuti hanno avuto
un tasso di crescita sistematicamente doppio rispetto a
quello dell'inflazione. Si tratta di scelte discutibili
che portano a fare cassa su servizi di uso comune,
indispensabili alle famiglie...
Ovviamente le differenze tariffarie possono essere
spiegate in vari modi, come riferito dall'Anea,
l'Associazione dei gestori dei servizi idrici. In
particolare si citano: distanza delle fonti dalle
città, l'orografia del territorio, la
qualità della risorsa idrica rinvenuta nel
sottosuolo, gli investimenti operati dagli acquedotti,
l'efficienza di impianti e tubature. |
L'Italia consuma molta acqua in bottiglia |
L'Italia è il paese primo in assoluto
in Europa nel consumo pro-capite di acqua in bottiglia,
genericamente e volgarmente meglio conosciuta come
"acqua minerale". Nel 2017 ne sono stati
consumati circa 225 litri a testa (erano 194 nel
2007, 189 nel 2014, 208 nel 2016); un trend che guarda
verso l'alto, con un risultato ben oltre la media del nostro continente.
Secondo i dati del Censis, il 61,8% delle
famiglie italiane acquista acque in bottiglia, con una
spesa media annua pari a 234 euro a famiglia. Il più
delle volte questo accade perché non ci si fida di quella che
arriva in casa tramite gli acquedotti pubblici.
Anche nella classifica mondiale siamo ai primi posti,
dietro alcuni Paesi Arabi (più di 300 litri a testa), al
Messico (264) ed alla Thailandia (246).
Il WWF ha calcolato che ogni anno miliardi di
contenitori (prevalentemente in plastica), pari a circa
22 milioni di tonnellate di acqua, si spostano da un
paese all'altro del mondo a causa di questa abitudine
alimentare. In Italia, nel 2012, per imbottigliare 12
miliardi di litri di acque minerali sono stati
utilizzati 9 miliardi di contenitori, pari a
350mila tonnellate di plastica (PET);
nel 2017 il confezionamento di acqua è arrivato a
13,5 miliardi di litri.
L'80% delle bottiglie viene trasportato
su gomma da quasi 480.000 Tir, che hanno
una percorrenza media di oltre 400 Km., con punte
superiori ai 1.300. Si stima che questo comporti
un'emissione media di ben 220.000 Kg. di anidride
carbonica. Lo spostamento dei contenitori su strada
ferrata (soluzione molto più ecologica) incide solo per
il 18%.
Il trasporto, inoltre, ha molta influenza sui costi.
Più la fonte è distante, più il prezzo lievita. Se
scegliamo un'acqua straniera la pagheremo decisamente di
più di una "nostrana".
Considerando tutti i fattori incidenti, il prezzo di un
litro di minerale può variare dai 9 ai 90 centesimi. Chi
sceglie a caso, quindi, può spendere fino a dieci volte di più...
Ipotizzando un consumo di 2 litri di acqua al giorno a
testa, ad una famiglia media di tre persone l'acqua
confezionata costa 500 volte di più di quella
dell'acquedotto.
Va segnalato che, per diminuire gli sprechi, da
aprile 2011 Coop ha iniziato
a ridurre la grammatura delle bottiglie per il commercio
delle acque minerali col proprio marchio, provvedimento
che consentirà di disperdere nell'atmosfera circa
3.300 tonnellate di CO2 in meno. Così come verrà
promozionata la vendita delle acque locali, che per
arrivare nei punti di distribuzione dovranno essere
trasportate per meno chilometri. Segnalazione anche per
quei marchi che utilizzano mezzi di trasporto ecologici,
come le ferrovie o per aziende che offrono prodotti per
migliorare la qualità dell'acqua pubblica.
Uno dei motivi principali per cui gli italiani
preferiscono l'acqua in bottiglia è il gusto
migliore rispetto a quella che esce dal rubinetto.
Disturba soprattutto l'odore del cloro usato per
prevenire azioni patogene.
A tal proposito, va detto che il cloro è una sostanza
molto volatile e per eliminarne l'odore basta lasciar
riposare l'acqua potabile in una caraffa, per almeno 10
minuti.
Per migliorare ulteriormente il gusto dell'acqua del
rubinetto basta versarla in una bottiglia di vetro
con tappo ermetico e porla nel frigorifero per almeno
due ore. Provare per credere... |
Classificazione delle acque imbottigliate |
Abbiamo le vere e proprie acque minerali,
che per essere riconosciute tali devono essere
sottoposte al Ministero della Salute, tramite domanda
corredata dall'analisi dell'acqua e della sorgente (alle
Regioni compete il rilascio delle autorizzazioni per
l'uso delle sorgenti) - Ci sono poi le acque di
sorgente, estratte pure alla fonte (come le
minerali), ma sottoposte a trattamenti per
migliorarne le caratteristiche (come accade per le acque
pubbliche) - Infine troviamo la vera acqua da
tavola (senza asterischi), nient'altro che
un'acqua potabile (come quella del rubinetto) sottoposta
a trattamenti per migliorarne il gusto e
commercializzata in bottiglia.
E' per questo motivo che quando si parla genericamente
di acqua minerale per identificare un'acqua
confezionata, in vetro, in plastica o altri tipi di
contenitori, è preferibile usare il virgolettato o la
dicitura acqua imbottigliata.
Sull'argomento "acque minerali" sono nate, nel
tempo, molte leggende metropolitane e i consumatori sono
spesso vittime di luoghi comuni che li inducono a scelte
disinformate.
Per esempio, un'altissima percentuale di coloro che
bevono acqua in bottiglia la ritiene più buona e meno
inquinata di quella che esce dai propri rubinetti. In
realtà, ci sono "acque minerali" le cui caratteristiche
fisico-chimiche sono peggiori di quelle degli acquedotti
pubblici. Lo stesso dicasi per il sapore e le
percentuali di agenti inquinanti. Pur rispettando tutti
i parametri di legge, non è detto che tutte le acque
imbottigliate siano igienicamente più sicure di quelle
pubbliche.
L'unico modo per verificare se l'acqua in bottiglia che
beviamo è migliore o peggiore di quella che ci arriva
attraverso il rubinetto è controllarne le
caratteristiche, confrontando i dati presenti sulle etichette
con quelli forniti dai gestori
degli acquedotti. Nel farlo, potremmo
avere qualche sorpresa.
Si può parlare solo di migliore o peggiore in
quanto diciture nell'etichetta come "batteriologicamente
pura" o "microbiologicamente pura" (abbastanza abusate)
sono superflue: tutte le acque poste in commercio per
usi potabili devono essere pure per legge (il decreto
Min. della Salute del 29 dicembre 2003, che ha recepito
la Direttiva Europea 2003/40/CE, ha reso più omogeneo il
mercato dell'acqua, imponendo nuove regole maggiormente
restrittive anche per le "acque minerali"), con
parametri ben definiti.
Le acque in bottiglia sono molto diverse l'una
dall'altra. In caso di loro consumo, piuttosto che
acquistare a caso, sarebbe logico scegliere quella più
adatta al fabbisogno quotidiano personale.
Per esempio bere acqua con poco residuo fisso va bene
per persone con particolari patologie, ipertese o
sedentarie che devono limitare l'assunzione di sodio, ma
non va bene affatto per uno sportivo (che fa uso anche
di reintegratori minerali per accelerare il recupero),
per chi è addetto a lavori gravosi, per i bimbi molto
piccoli (il cui organismo è composto da più del 90% di
acqua e necessita di molti sali minerali per la
crescita) ecc. ecc.
Chi invece non ha particolari problemi di salute,
può trarre giovamento dal bere, nelle quantità
consigliate dai medici, un'acqua ipersodica
(vedi
quella della sorgente di Equi Terme)
che può svolgere anche un'azione terapeutica sui
tegumenti, sul sistema nervoso e sullo stato generale...
Molti consumatori sono portati ad associare il prezzo
di un'"acqua minerale" alla qualità.
A tale proposito bisogna dire che, generalmente, un
prezzo più alto è spesso dovuto a particolari
caratteristiche dell'acqua che viene imbottigliata.
Ma va anche sottolineato che i passaggi pubblicitari che
vengono fatti al prodotto determinano una lievitazione
del suo prezzo finale. Un'acqua più "conosciuta" è
facile che abbia un costo maggiore. Come detto più
sopra, anche il trasporto incide parecchio.
Comunque, considerare solo il prezzo come fattore
determinante per l'acquisto di un'acqua in bottiglia che
finisce sulla nostra tavola non è un atteggiamento
corretto. Ci sono in vendita ottime "acque minerali",
con un prezzo contenuto, che nulla hanno a che invidiare
a quelle di marche più famose e blasonate.
Un punto a favore delle "acque minerali" gassate
è invece l'anidride carbonica addizionata. Le critiche
all'acqua e alle bevande con le bollicine nel tempo si
sono sprecate, senza ottenere una grande presa. Chi è a
favore, per esempio, afferma che l'acqua gassata è più
dissetante di quella normale. Anche questo è un luogo
comune.
Infatti noi riduciamo la sensazione di sete solo in base
alla quantità d'acqua perduta che riusciamo a
reintrodurre nel nostro organismo.
Un litro di liquidi persi con la sudorazione va
reintegrato con un litro di acqua o altre bevande, anche
gassate, se non abbiamo a disposizione quelle naturali.
Guai se non fosse così, perché altrimenti incorreremmo
in problemi di salute.....
Piuttosto, autorevoli studi medici hanno evidenziato come
l'anidride carbonica aggiunta all'acqua possa
migliorare la conservabilità del prodotto e
abbattere drasticamente, nello stomaco, la presenza di
batteri introdotti con i cibi, migliorando la digestione
e l'assorbimento delle sostanze. |
Dove finisce la
plastica prodotta per confezionare bevande e cibi? |
I rifiuti di plastica
non correttamente riciclati finiscono principalmente nei
mari, dando vita a delle vere e proprie isole
galleggianti. Nell'Oceano Pacifico il gioco delle
correnti ha prodotto una "pattumiera galleggiante" di
dimensioni pari a due volte il territorio del Texas, che
staziona permanentemente nelle acque tra la California e
le Hawaii.
Dalla metà degli anni Ottanta gli scienziati
stanno monitorando anche l'Atlantico, in una zona
compresa tra i Caraibi e il Mare del Nord. Gli studi
sono stati pubblicati recentemente dalla rivista
"Science" e parlano di circa 64.000 pezzi di plastica
raccolti annualmente in poco più di 6.000 stazioni di
campionamento. La concentrazione più elevata di questi
rifiuti è stata trovata in un'area all'altezza di
Atlanta, in Georgia, che si estende tra i 22 e i 38
gradi di latitudine nord (densità di 200.000 frammenti per Kmq.).
Negli ultimi 25 anni, pur essendo aumentato
notevolmente lo smaltimento di materie plastiche, la
dimensione di questa pattumiera galleggiante atlantica è
però rimasta ferma. Gli studiosi sono orientati a
pensare che la plastica, ridotta in frammenti sempre più
piccoli, possa finire in altri lidi o nelle profondità
marine, diventando il cibo di molte specie acquatiche.
La plastica contiene un buon numero di sostanze
nocive che, assorbite da pesci o altri esemplari
marini, potrebbero alterare il loro ciclo riproduttivo e
finire anche nella nostra catena alimentare. Non è
infrequente che animali acquatici di grossa stazza
(balene, capodogli, orche marine, delfini ecc.) possano
perdere la vita in seguito all'ingestione di contenitori
di plastica scambiati per prede, che vanno poi a
ostruire o danneggiare il loro apparato digestivo. |
Sono stati consultati:
Terzo Pianeta; Censis; Cittadinanzattiva;
Coop - Consumatori; Corpo Forestale dello Stato;
Corriere della Sera - Magazine; Green Cross Italia;
Il Leonardo - Almanacco popolare; Il Secolo XIX;
Istat; La Gaia Scienza - Mario Tozzi
(primo ricercatore del CNR);
La Casana - Periodico di Banca Carige S.p.A.;
Legambiente; QN Quotidiano Nazionale; United Nations - Unep;
WWF. |
Ultimo aggiornamento l'1 Settembre 2018 / Last updating on September 1st 2018 |
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