Logo del sito "Tolte dal Cassetto"

Finestre fotografiche su Liguria e Toscana

La Liguria

HOME PAGE

PHOTO MAGAZINE

SITE GALLERY

INFO/CREDITS

LINKS/MAIL

SITEMAP

 
  VIE D'ITALIA E DEL MONDO dell'aprile 1968 - Il mensile del Touring Club Italiano dedica la copertina e un servizio alla motonave "Michelangelo" in navigazione sulla rotta Genova-New York (Mediterraneo-Nord America)

PRIMA PAGINA

<<

Archivio di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri

 

FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

Close Up

Argomenti in primo piano,
news, eventi e storia del territorio

Colombiadi 1892 e 1992
Nel 1992 le celebrazioni per il 500° anniversario della scoperta dell'America hanno consentito al capoluogo ligure un notevole rilancio in campo internazionale. Anche le feste colombiane del 1892 attirarono su Genova gli occhi del mondo...

Grafica elenco puntato link
  ACQUARIO DI GENOVA - Vasca delle foche

Il dialetto genovese
Le trasformazioni fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva, che oggi viene insegnata anche nelle scuole...

Grafica elenco puntato link

Funicolari e Ferrovia
A Genova effettua servizio una delle tranvie a cremagliera più antiche d'Italia, che collega la zona della Stazione Principe con il quartiere collinare di Granarolo. Assieme alle altre funicolari consente di accedere a punti panoramici per vedere la città dall'alto....

Grafica elenco puntato link

Teatro popolare e di strada
Le esibizioni teatrali in strada hanno origini molto remote. Le prime notizie di giocolieri e saltimbanchi risalgono addirittura all'antico Egitto. Nel 2004 il comune di Genova ha riconosciuto l'arte di strada come fenomeno culturale e ha regolamentato la materia...

Grafica elenco puntato link

GENOVA - Il forte contrasto tra i moderni grattacieli, la soprelevata e la parte storica della città

Il principe Andrea Doria
L'abilissimo ammiraglio genovese diventò ricco e potente, ma non perse mai quelle caratteristiche morali che lo avevano contraddistinto fin da giovane. In una sua biografia si legge: "Aveva aspetto eroico, gravità virile e gesto umano... il sobrio vivere e il suo parco vestire non erano da principe ma da privatissimo gentiluomo..."

Grafica elenco puntato link

Alluvioni in Liguria dal 1894
In Liguria i disastri legati al
maltempo sono determinati da
tanti fattori. Alluvioni e
devastazioni operate da corsi
d'acqua impazziti, violente
mareggiate e frane sono da
sempre una costante del territorio...

Grafica elenco puntato link
 
 
 
 

Fotografie © GIOVANNI MENCARINI

 
Genova Grafica per titolo di testa    Pittura

La perla del Mediterraneo

 

Genova Home

La Scultura

LA PITTURA

La Letteratura

Centri d'Interesse

Teatro C.Felice

Lo Spirito di Stella

Salita S.Francesco

Piazza Dante

Il porto nel 1920

Sea Skyline

 
GENOVA - Corpo lato mare di Palazzo San Giorgio. Composizione pittorica sulla facciata raffigurante San Giorgio che uccide il drago, opera di Francesco De Ferrari (1490 ca.) GENOVA - Il Grifo adorna lo stemma della città. Questo favoloso animale con testa d'aquila e corpo da leone, simbolo di custodia della ricchezza, era l'effige dei "Corsari Focesi" GENOVA - Cattedrale di San Lorenzo - Il portale ed uno dei due leoni, opera del Rubatto, posti ai lati dell'ampia gradinata (costruita a partire dal 1830) tramite la quale si accede al Duomo
 Palazzo S.Giorgio e il portale del Duomo
Nell'Acquario
di Genova nacque Penelope, la prima foca venuta al mondo con un parto cesareo, necessario anche per salvare la vita alla madre Christiane. Un grande successo di tutti coloro che lavorano dietro le quinte della GRANDE NAVE BLU che all'epoca ospitava già nelle sue 71 vasche oltre 6000 specie di animali acquatici.
Grafica titolo testo La pittura  Painting
Fra le Belle Arti, la pittura fu più di ogni altra esercitata il Liguria, ed ebbe anche una scuola propria, la quale viene collocata dagli storiografi ultima fra le manifestazioni artistiche italiane, non per merito ma per ordine di tempo.
La scuola genovese non ebbe una tradizione locale derivata da un artista sommo che con la sua personalità fermasse nei secoli e nelle generazioni la sua formula e la sua idealità. Le influenze delle scuole italiane e straniere vi assumono però una speciale caratteristica nel colorito e nella virtuosità propria alla scuola genovese e alla generazione dei pittori fortissimi nella difficile arte dell'affresco.
Dal mille ai nostri giorni, soprattutto la pittura decorativa è il vanto dell'arte genovese che penetrò nelle chiese fra nuvole di angeli, preannunziando il fastoso movimento del Tiepolo.
IL DUECENTO offre soltanto esempi di pittura murale: le decorazioni delle lunette di San Giorgio, di San Lorenzo e poche altre cose sono tutto quello che rimane di quel secolo.
NEL TRECENTO E QUATTROCENTO i pittori in Genova sono quasi tutti forestieri. Gli artisti provengono da Pisa, da Lucca, da Siena, dall'Emilia,

 e sono ligi ai canoni delle rispettive scuole. A Palazzo Bianco è conservata la bella Madonna col Bambino e Santi di Barnaba da Modena, il primo artista di rilievo che si ferma in Genova.
Nel XV secolo arrivano nel capoluogo ligure numerosi maestri stranieri. Ludovico Brea, di Nizza, che da il via forse alla prima vera scuola genovese dell'epoca. Giusto di Ravensburg (Giusto d'Alemagna) dipinge "a fresco" l'Annunciazione nella Loggia del convento di Santa Maria di Castello (1451), splendido esempio in città della scuola renana.
Giovanni Barbagelata (1459-1508) nel 1498 è l'autore

GENOVA - Via Garibaldi (Unesco World Heritage Centre) - Il museo di Palazzo Bianco

Museo di Palazzo Bianco

del trittico raffigurante "Il Battista e i Santi Michele Arcangelo e Pietro". L'opera è conservata dietro l'altare maggiore della chiesa di San Giovanni Battista a Casarza Ligure, edificata nel 1300.
NEL CINQUECENTO Luca Cambiaso è il primo caposcuola genovese sull'esempio manieristico di grandi maestri come Perin del Vaga, Domenico Beccafumi e il Pordenone.
LUCA CAMBIASO nacque nell'ottobre del 1527 in Moneglia, da Giovanni Cambiaso, abile pittore, che si era stabilito in Valpolcevera per sfuggire alla persecuzione dei Lanzichenecchi. Dipinse a 17 anni, in competenza di Lazzaro Calvi, la volta della gran sala del Palazzo Spinola. Apprese dall'Alessi la leggiadria e la maniera del lavorare, dopo che aveva già dipinto molti palazzi genovesi con storie tratte dalla mitologia. Allievo del padre, la sua composizione ha del monumentale ed è grandiosa.
Il Lomazzo dice: "Dipingeva a due mani e più affreschi aveva eseguito da solo che non potevano produrre in tutta la vita dodici pittori riuniti".A Roma e a Firenze studiò sulle opere di Raffaello e Michelangelo.
Da solo foggiò la sua personalità sotto i consigli dell'Alessi e di G.B. Castello, detto il Bergamasco. Studiò sulle opere di Perino e del Pordenone. Fu pittore dal disegno eccellente e michelangiolesco, ma debole nel chiaro-scuro. Terminato il suo apprendistato artistico fu pronto a ricevere i primi importanti incarichi.
La famiglia Doria gli commissionò una tela con la "Vergine e il Battista che intercedono presso Cristo in gloria tra i Santi", conservata a Palazzo Bianco.
Alcune sue straordinarie tele decorano l'interno della basilica di Santa Maria Assunta che segna, con il suo skyline, il lungomare di Camogli.
A Rapallo un suo dipinto su stendardo abbellisce la cinquecentesca chiesa di San Francesco.
A Savignone, nella chiesa parrocchiale della frazione San Bartolomeo, risalente al XVIII secolo, sono conservate le due tele "L'Assunta" e "Sant'Agostino in trono".
A Montalto Ligure la parrochiale di San Giovanni Battista, costruita nel XV secolo ed in seguito ampliata, accoglie al suo interno la tela "Resurrezione di Cristo".
A Framura, l'abitato di Castagnola racchiude la bella chiesa di San Lorenzo del XIX secolo, al cui interno è visibile la tela "Deposizione di Cristo", datata al 1575.
A Monterosso, nel convento di San Francesco, è esposta una tela ritraente "San Gerolamo".
All'apice della sua fama Cambiaso, nel 1583, si recò in Spagna su richiesta del re Filippo II, per surrogare G.B. Castello nei lavori dell'Escuriale, dove in soli 15 mesi dipinse l'immensa composizione del Paradiso.
L'artista è' considerato il creatore della decorazione murale genovese che ha così spiccati caratteri architettonici. Sue opere sono conservate anche a Milano, Genova, Torino e Roma.
"Nell'arte del Cambiaso si notano tre maniere distinte. La prima ha un carattere duro, debole e tenue di colore e deficiente di chiaro-scuro; nella seconda le parti cromatiche si accendono del colorito veneziano e la composizione è commovente; l'ultima maniera risente dei difetti giovanili.." (Orlando Grosso)
Il Cambiaso si lasciò morire d'amore nel 1585 perchè non aveva ottenuto dal
GENOVA - Cristoforo Colombo dinanzi ai Sovrani di Spagna, quadro del Gandolfi custodito nel palazzo comunale (riproduzione fotografica di inizio '900)
Papa Gregorio XIII la concessione delle nozze con la cognata.
A PARTIRE DAL SEICENTO il collezionismo ha rappresentato per l'aristocrazia genovese e ligure, anche una forma di investimento di capitali. Negli anni '80 sono stati ritrovati diversi inventari di antiche quadrerie. Un lungo elenco dove, accanto all'indicazione delle opere, figurano i valori monetari ad esse attribuite. Nel fare i loro acquisti, i collezionisti genovesi operavano scelte precise, dovute anche alla conoscenza diretta di altre civiltà artistiche. Gli stessi rapporti commerciali con le Fiandre fecero si che
in Liguria arrivassero grandi quantità di opere d'arte appartenenti alla cultura dell'Europa centro-settentrionale e un buon numero di artisti fiamminghi, destinati ad alimentare i rifornimenti di quadrerie e chiese.
Pittori genovesi come Lazzaro Calvi, Bernardo Castello, Giovanni Battista Piaggio sentono in quell'epoca l'influenza della scuola fiamminga e olandese (Pietro Paolo Rubens, i De Wael, Antonio Van Dyck).
BERNARDO CASTELLO (1557-1629 - Alcune sue tele abbelliscono l'interno della chiesa parrocchiale di San Giorgio a Busalla e della splendida basilica di Santa Maria Assunta a Camogli. Anche la chiesa parrocchiale di San Michele di Pagana è abbellita con sue varie opere pittoriche.
A Monterosso, all'interno del convento di San Francesco, spicca un "Cristo incoronato di spine" che viene a lui attribuito.
Ad Alassio, l'originaria chiesa di Sant'Ambrogio è stata rifatta nel Cinquecento mantenendo la sua primitiva struttura. Presenta un interno a tre navate decorato dagli affreschi seicenteschi di Bernardo Castello e Gragorio De Ferrari.
A Pietra Ligure, nel levante cittadino, si trova il Santuario di Nostra Signora del Soccorso, edificato nel XVI secolo dalla famiglia di Andrea Doria, sul cui altare si può ammirare una pala di Bernardo Castello raffigurante la "Madonna con il Bambino".
Il XVII secolo vede il massimo splendore della pittura genovese, che pone la città all'avanguardia anche nell'arte figurativa nella quale, fino ad allora, non si era distinta... I ricchi patrizi, volendo decorare i loro palazzi recenti, mobilitano l'ambiente artistico.
Una ricca raccolta di dipinti ed affreschi dei maggiori pittori del '600 ligure è contenuta nella Galleria di Palazzo Rosso in Via Garibaldi - fastosa dimora nobiliare e splendida pinacoteca - donata nel 1874 al comune di Genova dalla duchessa di Galliera, Maria Brignole-Sale.
BERNARDO STROZZI (1581-1644), conosciuto anche come il Cappuccino, fece subito emergere su tutti il suo genio, sensuale e sanguigno, dalla vigorosa e fluente pennellata, ammirata anche nella Venezia di Tiziano, Veronese e Tintoretto. L'artista fu ammiratore di Rubens e Van Dyck e perfezionò il suo gusto istintivo del colore ispirandosi ai grandi maestri fiamminghi.
La Chiesa, per onorare i suoi eccezionali meriti pittorici, lo insignì del titolo di monsignore. Abbandonò Genova nel 1630 per recarsi a Venezia e conoscere più da vicino la scuola veneziana, verso la quale si sentiva particolarmente attratto. Sono di questo periodo alcuni dei suoi più famosi dipinti: la pala del "Martirio di San Sebastiano", "L'elemosina di San Lorenzo" e il "Ratto d'Europa", che può essere considerato il suo capolavoro. A Milano (Brera), è conservato il suo "Il cavaliere di Malta", a Firenze (Uffizi), "L'invitato a nozze"
La committenza ligure chiede affreschi e tele di soggetti sacri per abbellire le chiese, ma anche festose allegorie profane per le volte dei salotti privati.
Una sua importante opera è conservata nella chiesa parrocchiale di San Martino a Framura. Si tratta di un dipinto che ritrae la "Madonna del Rosario con i santi Domenico e Carlo Borromeo" attorniata dai quindici Misteri. Si dice che il quadro gli fosse stato commissionato dalla famiglia Zino che aveva il giuspatronato della cappella della Vergine, oggi dedicata alla Madonna di Lourdes.
La sorella di Strozzi, Ginetta, attorno al 1615 aveva sposato, già vedova, Onofrio Zino e si era stabilita a Framura. La presenza di Bernardo Strozzi in questa località è documentata in vari atti notarili. Il ricavato del suo lavoro veniva investito nell'acquisto di terreni che egli acquistava dalle famiglie locali. Il prete-pittore possedeva dunque una discreta ricchezza e, quasi sempre, i suoi possedimenti erano amministrati dal cognato Onofrio, uomo malvisto, che fu ucciso nel 1631. Alla sua morte la moglie Ginetta convolò a nozze, per la terza volta, sposando Giuseppe Callo, un collaboratore dello Strozzi.
DOMENICO FIASELLA, detto il Sarzana, nacque a Sarzana nel 1589 e morì a Genova nel 1669. Dopo una prima formazione genovese con A. Lomi e G.B. Paggi, circa dal 1606 al 1615 fu a Roma, dove divenne aiuto del Cavalier D'Arpino, gravitando poi per un certo periodo nell'orbita dei caravaggeschi, in particolare di Orazio Gentileschi, e non trascurando l'accademismo dei Bolognesi e dei Toscani.
Intorno al 1617 tornò a Genova dove si affermò con una pittura fondamentalmente eclettica, di accentuato manierismo. Tra le sue opere più significative troviamo "Storie di Esther" (Genova, Palazzo Lomellini) e "Agar nel deserto" (Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica).
A Casella l'interno della chiesa parrocchiale di Santo Stefano conserva il suo dipinto della "Natività".
A Lavagna alcune sue preziose tele arricchiscono l'interno della chiesa di Nostra Signora del Carmine, già dei padri carmelitani. Questo edificio sacro è quello più soggetto alla devozione popolare, testimoniata dalla quantità di ex-voto che ne ornano le pareti.
A Montoggio l'interno a tre navate della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista conserva alcuni suoi importanti dipinti, collocati sopra le porte laterali. La chiesa risale all'XI secolo ma è stata riedificata in forme barocche nella seconda metà del XVII secolo ed ha subito un restauro nel 1746.
A Follo la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, già documentata nel XIII secolo, conserva un suo prezioso quadro con la "Vergine, San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista".
A Borghetto Santo Spirito la chiesa parrocchiale di San Matteo contiene tanti sfavillanti esempi del barocco ligure. Del Fiasella si può ammirare la tela del "Martirio di Santa Apollonia".
A Loano la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, fatta costruire da Andrea Doria, contiene la sua tela "La Caduta di Saulo".
GIOVANNI ANDREA DE FERRARI (1598-1669), allievo di Bernardo Castello e maestro di grandi pittori quali il Grechetto e Valerio Castello, subì l'influenza del Van Dyck. La sua personalità non è stata ancora ben definita; fu pittore disuguale, in alcuni quadri si mostrò vero artista e abile colorista, mentre in altri ci appare freddo e debole. Numerose sue opere si trovano nella Pinacoteca di Palazzo Bianco e nell'Accademia Ligustica di Belle Arti.
Ad Avegno, la chiesa della frazione Testana, dedicata a Santa Margherita, contiene un suo dipinto della "Natività".
A Campo Ligure la chiesa parrocchiale dedicata alla Natività di Maria Vergine conserva una tela raffigurante il "Martirio di Santa Lucia" dall'attribuzione controversa. Per molto tempo si era pensato che l'avesse dipinta Bernardo Strozzi, nativo di Campo. Studi più recenti ed approfonditi hanno invece attribuito l'opera a Giovanni Andrea De Ferrari.
A Casella, nell'interno della chiesa parrocchiale di Santo Stefano, si può ammirare una sua tela con "L'Incontro della Vergine con Santa Elisabetta".
A Loano nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista è conservata una sua tela raffigurante la "Madonna, Sant'Antonio Abate e Paolo Eremita".
A Pietra Ligure la quattrocentesca chiesa dell'Annunziata, che ospita la Confraternita di Santa Caterina, conserva una sua tela raffigurante "Santa Caterina e Santa Lucia".
I meravigliosi dipinti della "Madonna col Bambino" e dei "Santi Pietro e Andrea" impreziosiscono l'interno della barocca chiesa parrocchiale della Santissima Annunziata a Spotorno.
GIOVANNI BATTISTA CARLONE (1603-1677), è autore di un pregevole affresco contenuto nel coro della chiesa dedicata a San Siro, primo vescovo e patrono di Genova. L'opera raffigura il "basilisco", un serpentone che ammorbava l'aria col suo alito micidiale ed era un simbolo dell'eresia ariana. Nel dipinto si vede San Siro mentre lo allontana dalla città, senza ucciderlo. Il basilisco è rappresentato anche in un bassorilievo ammirabile di fronte all'entrata laterale della chiesa.
Con questa opera il Carlone intese sdebitarsi per l'ospitalità ricevuta nel sacro luogo (dove godeva di diritto di asilo) da quando era ricercato perché aveva pendente un'accusa di omicidio.
Un altro bellissimo affresco del Carlone, tuttora visibile nella cappella di Palazzo Ducale, rievoca le imprese guerresche di Guglielmo Embriaco, detto "Testa di maglio". Embriaco avrebbe raccolto in Terrasanta il Sacro Catino di pietra verde, risalente al I secolo dopo Cristo, che è il pezzo più pregiato del tesoro di San Lorenzo.
A Busalla, nella chiesa parrocchiale di Sangiorgio, sono conservate alcune sue tele, assieme a quelle di Bernardo Castello.
A Cogoleto, il bellissimo oratorio di San Lorenzo conserva una sua tela che raffigura il "Martirio del Patrono".
Alcuni suoi dipinti sono contenuti all'interno del cinquecentesco oratorio di Santa Caterina d'Alessandria ad Alassio, insieme a quelle del Maragliano.
ORAZIO DE FERRARI (1605-1657), affine all'Assereto, è però più dolce e delicato di quest'ultimo. Le sue più significative opere sono: La "Cena" nel Santuario del Monte, la "Cena" nella Chiesa di San Siro, la "Lavanda dei piedi" nell'Accademia Ligustica di Belle Arti.
Orazio de Ferrari fa parte di quel novero di artisti del Seicento genovese le cui opere sono esposte nella pinacoteca civica all'interno della fortezza del Priamar a Savona.
A Loano la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista conserva numerose tele del Seicento tra le quali il suo "San Sebastiano".
GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE, detto il Grechetto (1610-1655), affida la sua fama alla indiscussa abilità di «animalista». Gli animali infatti,vivi e pieni di movimento, figurano in moltissimi dei suoi quadri, anche in quelli dove il soggetto bucolico e pastorale non è che un pretesto per dare sfogo al suo amore per questo genere di pittura.
Pur assicurandogli fama e successo commerciale, questa sua predilezione fu vista come un limite che lo relegò nel campo dell'arte minore. Fu noto anche come acquafortista e valido disegnatore.
VALERIO CASTELLO (1624-1659) che propone ai seguaci un fantasioso olimpo ricco di trovate prospettiche e di invenzioni compositive.
Figlio del pittore Bernardo Castello, Valerio è figura assai complessa e notevole. Come la maggior parte dei pittori genovesi del Seicento, fu un grande frescante, che non cadde però mai nell'artificioso. Su di lui ebbero molta influenza la pittura del Correggio e quella del Tintoretto. Sue opere più importanti sono: "Il Ratto delle Sabine" (Genova, Palazzo Rosso) e il "Mosè" (Parigi, Louvre).
Il grande rigoglio della decorazione murale, anche per il minore slancio dell'edilizia di prestigio, si estingue lentamente nel XVIII secolo.
Intorno all'Accademia di Belle Arti si accentra l'attività artistica dell'Ottocento genovese, dominato dalla figura di Nicolò Barabino, diligente autore di quadri a soggetto storico e di delicate Madonne molto popolari. La scuola neoclassica e romantica (1770 - 1860) riunisce un gruppetto di artisti tra i quali si distinguono Angelo Giacinto Banchero, Carlo Giuseppe Ratti, il savonese Paolo Gerolamo Brusco e Giovanni David, autore de "La battaglia della Meloria" a Palazzo Ducale.
DOMENICO PIOLA (1627 - 1703) - Fu uno dei maestri di Anton Maria Maragliano. Alcuni suoi importanti dipinti sono contenuti all'interno della chiesa parrocchiale di Lavagna, dedicata a Santo Stefano.
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Montoggio, risalente al sec. XI ma riedificata in forme barocche nel Seicento, ospita nel suo interno a tre navate suoi dipinti assieme a quelli del Fiasella e del Van Dyck, unitamente ad una tela attribuita alla scuola di Rubens.
Nella chiesa parrocchiale di Carro, dedicata a San Lorenzo, è esposto il quadro della "Madonna del Carmine", a lui attribuito.
All'interno della chiesa parrochiale di Calizzano, dedicata a Santa Maria e San Lorenzo, è conservata la tela della "Sacra Famiglia", attribuita alla sua scuola.
GIOVANNI BATTISTA GAULLI, detto il Baciccia (1639-1709), fu un valente affrescatore, che sorprese per la grazia delle sue figure. I suoi primi lavori compiuti a Roma, dove si era recato per studiare le pitture di Raffaello, destarono l'ammirazione del grande Gian Lorenzo Bernini, dal quale ricevette molti consigli dopo esserne diventato amico. Per animazione e vivo senso del colore, gli affreschi delle chiese di Sant'Agnese e del Gesù in Roma sono opere magnifiche. Il suo capolavoro è però ritenuto l'affresco "Trionfo della religione francescana" che si trova nella Chiesa dei SS. Apostoli. Si distinse anche come ritrattista; famosissimo rimane il suo "Ritratto di Clemente IX".
Titolo paragrafo - Nel 1907 il caso dei sette quadri del Van Dyck venduti dai Cattaneo  Nel 1907 il caso dei sette quadri del Van Dyck venduti dai Cattaneo

Nel febbraio del 1907 ebbe una vasta eco, locale e nazionale, l'alienazione di sette quadri del Van Dyck, effettuata dalla famiglia Cattaneo per questioni ereditarie legate alla scomparsa del marchese Giuseppe Cattaneo Della Volta, avvenuta il 25 giugno del 1906.
Gli eredi erano 14, di cui 11 minorenni. Di questi ultimi, 4 abitavano con la madre marchesa Cattaneo Boncompagni, nel palazzo Lomellini a Genova, uno col Conte Dal Verme a Milano e sei con la marchesa Bardi, vedova Cattaneo residente a Firenze. La divisione dei beni del defunto marchese Giuseppe Cattaneo sarebbe avvenuta di completo accordo fra gli eredi maggiorenni, i quali avrebbero deliberato la vendita dei Van Dyck.
La decisione fu oggetto di aspre discussioni e di commenti nella cittadinanza e sulla stampa.
Per scongiurare l'esodo delle preziose tele, il ministero dell'Istruzione Pubblica aveva in precedenza effettuato numerosi richiami alle autorità preposte alla conservazione e alla catalogazione dei monumenti e degli oggetti d'arte che si trovavano a Genova e in Liguria. Appelli che rimasero inascoltati.
Per chiarire tutti i risvolti del caso e fare piena luce sulle responsabilità, il 27 febbraio arrivò a Genova da Roma il cav. Leonardi, incaricato dal ministro della Pubblica Istruzione di aprire un'inchiesta sulla scomparsa dei capolavori.
Finirono sotto processo per la vicenda i due presunti (e poi accertati) acquirenti delle tele, tali Monti e Trotti, che però furono citati in giudizio solamente per l'imputazione di contrabbando. Il caso si chiuse nell'agosto del 1908 quando i giudici, sentita l'ultima brillante arringa dell'on. Macaggi, assolsero i due per insufficienza di prove. Nella lunga motivazione della sentenza si dava per certo che essi avrebbero accompagnato i quadri fino a Milano, ma non si era potuto stabilire un loro coinvolgimento nel trasbordo oltre confine.
Trotti e Monti infatti, nel dibattimento processuale, si erano sempre difesi sostenendo che, nel capoluogo lombardo, avevano ceduto le tele ad un intermediario rimasto anonimo.
I sette quadri del Van Dyck venduti dai Cattaneo finirono poi alla London National Gallery.

Fonte: "Il Secolo XIX " del  28 febbraio 1907 e del 4 agosto 1908
GREGORIO DE FERRARI, nato a Porto Maurizio nel 1644 e deceduto a Genova nel 1726, ebbe una vita lunga ed attiva. La sua famiglia voleva fare di lui un giurista, ma lui, preso dalla passione per la pittura, abbandonò gli studi legali e intraprese la nuova strada sotto la guida del Fiasella.
Recatosi a Parma rimase profondamente colpito dagli affreschi del Correggio che fu il suo vero maestro spirituale e dal quale trasse il senso della monumentalità grandiosa e il caratteristico gusto degli scorci arditi. Tornato in Liguria, abbellì con i suoi affreschi (che spiccano per la grazia delle figure e il vigore plastico) un gran numero di chiese ed edifici genovesi, tra le quali si ricordano quelli che ornano la Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo e i palazzi Granello e Rosso. Il suo quadro migliore, la "Morte di Santa Scolastica", trionfo del gusto barocco, è conservato nella Chiesa di Santo Stefano.
Alcuni suoi affreschi decorano l'interno barocco a tre navate della chiesa di Sant'Ambrogio ad Alassio.
BARTOLOMEO GUIDOBONO (detto Il Prete Savonese), pittore e decoratore di maioliche, nato a Savona nel 1657 e morto a Torino nel 1709, che fu iniziato alla pittura dal padre Antonio. Ordinato sacerdote, andò a Parma e poi passò a Venezia. Tornato in patria, lavorò attivamente col fratello Domenico alla paterna
GENOVA - Via Cairoli, una delle più eleganti della città, mette in comunicazione Largo della Zecca con Piazza della Meridiana e il cuore del centro storico genovese

Via Cairoli

industria delle maioliche, portando quest'arte al suo massimo splendore nella città natale. Lì dipinse anche per i Gavotti e i De Franchi, poi si trasferì a Genova dove tenne scuola per molti anni. A Genova sono meritevoli di citazione i suoi affreschi della Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo e della Madonnetta, nonché i dipinti ad olio di

Palazzo Rosso e Palazzo Reale.

Anche la Galleria di Palazzo Bianco, in Via Garibaldi, comprende opere che documentano la cultura genovese e ligure dal XIII al XVIII secolo (artisti presenti il Grechetto, Valerio Castello, Domenico e Paolo Gerolamo Piola, Alessandro Magnasco, di cui si conserva il famoso "Trattenimento in un giardino di Albaro", insieme ad altri pittori di scuola italiana (Filippino Lippi, Veronese, Caravaggio).
ALESSANDRO MAGNASCO, vissuto dal 1667 al 1749, fu un pittore che raggiunse intensi toni drammatici, attraverso arditi giochi di luce e contrasti di colore. L'artista, meglio conosciuto come Il Lissandrino, dipinse di preferenza scene di templi in rovina e monasteri, popolati da fantomatiche Ligure di frati (Cappuccini in preghiera, Frati al fuoco ecc.). La sua opera più nota,"Trattenimento in un giardino di Albaro", si trova a Palazzo Bianco
La scuola genovese si impone per importanza ed originalità soprattutto nella decorazione a fresco ed a stucco. Qui domina l'arte di Valerio Castello.

La scultura

La pittura

La letteratura

Centri d'interesse

Capitale Europea dello Sport 2024  -  European Capital of Sport 2024

TOLTE DAL CASSETTO - Finestre fotografiche su Liguria e Toscana
 

HOME PAGE

PHOTO MAGAZINE

SITE GALLERY

INFO/CREDITS

LINKS/MAIL

SITEMAP