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Archivio
di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA
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Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente
conservati... |
Close
Up |
Argomenti in primo piano,
fotografie, turismo, news,
eventi e storia del territorio |
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Itinerario cicloturistico sulle
strade del miele e del castagno |
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Trattasi di un
percorso semi-circolare che attraversa vari comuni della
Lunigiana, tra i quali quello di Villafranca. Ci si sposta
sulle colline che si affacciano lungo le due rive del fiume
Magra, in un comprensorio dove vengono prodotti il miele e
la farina di castagne a marchio DOP. |
Itinerario cicloturistico
lungo le strade del vino |
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E' un percorso collinare
che, all'andata, consente di spostarsi tra Aulla e Fivizzano senza
impegnare la Statale n° 63 del Cerreto. Durante il tragitto ci si sposta
anche su alcune "Strade del Vino dei Colli di Candia e di Lunigiana".
Il territorio è quello dei rilievi montuosi che separano la Valle del
Taverone da quelle dei torrenti Rosaro e Aulella. |
Vini DOC delle Cinque Terre
Insieme all'ulivo,
la vite è la coltura più antica della Liguria. Il fiore
all'occhiello della regione sono i vini delle Cinque Terre, ai
quali toccano le prime citazioni storiche, risalenti ai tempi
dei romani... |
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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
i sentieri storici della
Via Francigena tra Aulla e
Sarzana, che sono
nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati... |
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Le vie di pellegrinaggio
I pellegrinaggi a
Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di
Cristo. La Via Francigena non vide solo il passaggio di
pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero
a confronto la loro cultura con quella dei territori
attraversati... |
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La Via Marchesana
E' una strada
storica che in epoca medievale veniva utilizzata dalla famiglia
Malaspina per raggiungere i propri possedimenti in alta Italia.
Il tracciato parte da Aulla, in Lunigiana, per raggiungere
la città di Pavia in Lombardia... |
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Pievi romaniche
In Lunigiana le pievi romaniche del
periodo medievale costituiscono esempi artistici molto rilevanti.
Anticamente le pievi avevano competenza esclusiva per la
somministrazione dei sacramenti e per la sepoltura, non
essendo tale prerogativa riconosciuta a cappelle,
basiliche e monasteri... |
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La Ferrovia Aulla-Lucca
I primi progetti di
questa linea non elettrificata risalgono al 1850,
quando si pensava di collegare Lucca a Reggio Emilia.
Venne ufficialmente aperta il 21 marzo del 1959
e oggi alla modernità delle automotrici
"Swing" unisce, ogni tanto, il fascino dei treni d'epoca
e delle sbuffanti locomotive a vapore... |
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La Ferrovia Pontremolese
In origine la linea
ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori
per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e
durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento
strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre
un 50% del percorso... |
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Il Premio Bancarella
Sintesi di una
passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli... |
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La Festa del Libro
e dei Fumetti
A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
sono intitolate ad un editore. Il borgo infatti è universalmente
conosciuto come "Il paese dei librai". Dal 2020 vi si svolge
anche un festival dedicato ai fumetti che coinvolge vari
protagonisti del mondo della nona arte... |
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Storia di stampatori e librai
In Lunigiana i primi libri con la tecnica a caratteri mobili
vengono stampati nel 1471 quando Jacopo da Fivizzano mette al
torchio
una decina di titoli... |
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Disfida degli arcieri
A Fivizzano la rievocazione di
una competizione avvenuta
nel 1572 e tramandata
da Frate Tommaso |
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Il Giro della Lunigiana
Corsa ciclistica
internazionale
per la categoria juniores.. |
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Crollo del Ponte di Albiano
La mattina dell'8 aprile 2020 crollava sul letto del fiume Magra
una struttura storica della viabilità spezzina e lunigianese. La
fine annunciata da un boato assordante e da una grande nuvola di
polvere... |
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Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
La concentrazione della pioggia, in alcune aree dello Spezzino e
della Lunigiana, ha raggiunto livelli tali da originare una vera
e propria apocalisse... |
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Proverbi in
dialetto con relativa traduzione |
La
castagna la ga' la coa,
chi la cogia l'è la sòa,
chi la meta nel gradil
la ritrova al més d'avril
La
castagna ha la coda,
chi la raccoglie è la sua,
chi la mette nel gradile
(a essicare)
la ritrova il mese di aprile
(trasformata in farina) |
Castagna
tsiga polenta grossa
Castagna
piccola polenta grossa |
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La Lunigiana
natura |
Prodotti naturali di
bosco e sottobosco |
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Bosco e sottobosco
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In Lunigiana sono molte
le risorse che «madre terra» dispensa a tutti
coloro che hanno avuto la forza di non emigrare in
altri lidi a causa di cronici problemi
occupazionali, manifestatisi sin dall'inizio del '900.
Elevato il numero di prodotti naturali che
vengono anche commercializzati, singolarmente o in
pietanze derivate e che indubbiamente sono il fiore
all'occhiello di alimentari, ristoranti, aziende
agricole, agriturismo, bed & breakfast.
Durante i mesi autunnali, specie quando il clima è
tiepido e piovoso, i boschi |
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Comuni,
arte, turismo,
economia e
gastronomia
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Il "boletus edulis",
meglio conosciuto
come fungo porcino |
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lunigianesi pullulano di funghi
delle più svariate forme, colori e dimensioni, che
crescono spontaneamente. La gamma delle specie
commestibili è vastissima, ma i più ricercati sono
sempre gli ovoli e i porcini, la cui
raccolta (manuale) è regolamentata
da leggi regionali.
Questo si è reso necessario perché l'aumento
continuo dei cercatori portava in certe stagioni ad
una vera e propria invasione dei boschi. L'attività
di raccolta deve invece svolgersi nel massimo
rispetto dell'ambiente, cercando di non spezzare
rami e arbusti, di non danneggiare i muschi e le
piante erbacee del sottobosco, il micelio dei funghi
e l'humus del suolo. Pochi sanno che bisogna evitare
di distruggere i funghi non raccolti, calpestandoli
o colpendoli con un bastone, perché anche le specie
più velenose hanno un ruolo delicato negli equilibri
biologici naturali e sono indispensabili alla vita e
alla prosperità dei boschi.
I funghi, per i principi azotati che contengono,
sono i più nutrienti fra tutti i vegetali. I porcini
si prestano meglio fritti ed in umido; gli ovoli
sono più adatti ad essere cucinati su una graticola,
conditi con olio, sale e pepe, ma possono essere
anche «trippati», ovvero trattati proprio come la trippa.
In questo caso si cuociono nel burro e si
condiscono con sale, pepe e parmigiano grattato.
Riescono anche migliori se vengono accompagnati con
sugo di carne. |
Il porcino della
Lunigiana |
Comprende
quattro pregiate varietà che volgarmente sono note
come "estatino"
(boletus aestivali, chiamato anche "rosso"
o "selvo"), tipico dei castagneti;
"settembrino",
tipico dei faggeti, benché non disdegni il castagno;
"moreccio" (boletus aereus)
o "porcino nero" che ama il querceto e il castagneto;
"mocciardone" o "settembrino bianco",
presente fino alla prima neve nei faggeti e nei
castagneti. Se la stagione è favorevole, ce ne sono
per tutti i gusti.
I funghi porcini possono essere consumati freschi, essiccati
o sott'olio. L'essiccatura aumenta considerevolmente
il tempo di conservazione e preserva l'intenso aroma
naturale, |
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Panorama collinare e montano nei pressi di Ceserano |
consentendo loro di
trovare vasta e differita applicazione culinaria (sughi,
risotti, ecc.), anche lontano dalla zona d'origine. I
porcini più adatti per essere essiccati artigianalmente sono
quelli giovani e duri, di media grandezza. Possono essere
utilizzati anche quelli grossi, purché non siano mollicci.
Per questa operazione bisogna attendere un periodo di tempo
buono, con tanto calore del sole, che è indispensabile per
impedirne la marcescenza. A tal proposito, vanno puliti
senza lavarli, raschiandone bene il gambo per eliminare il
terriccio. Se ci sono dei punti interessati da parassiti,
bisogna tagliare via solo la parte che essi avevano
incominciato a guastare.
Il taglio deve essere fatto a pezzi molto grossi in quanto,
seccando, la loro dimensione diminuisce sensibilmente.
L'esposizione al sole dura almeno tre giorni, quindi vanno
riposti in un ambiente ventilato. Nel caso in cui non
risultassero del tutto secchi, si renderà necessario esporli nuovamente alla
luce solare per completare il processo.
La conservazione può avvenire in un cartone o in un
sacchetto di carta. A lunghi intervalli, sarà utile dare
un'occhiata al loro stato, perché i funghi hanno il vizio di rinvenire.
Se ciò accadesse, affinché non si bachino tutti, non si
potrebbe fare a meno di ventilarli nuovamente per qualche ora.
Prima del loro utilizzo, vanno «rinvigoriti» in un pentolino
con acqua calda, tenendoceli lo stretto necessario affinché non
perdano il loro intenso profumo. |
RICETTE |
● Zuppa di funghi porcini |
La zuppa di funghi porcini
è un'antica e preziosa pietanza che possiamo trovare nel menù
di molte trattorie, ristoranti e agriturismo, soprattutto
delle zone collinari e montane.
Come si prepara: I porcini freschi vanno ripuliti
con molta cura e poi posti a cuocere lentamente per una ventina
di minuti, in un tegame con poco olio d'oliva. A questo
punto bisogna aggiungere prezzemolo, aglio, un pizzico di
timo e la cottura va prolungata per un altro quarto d'ora.
Dopo di che si uniscono anche del passato di pomodoro,
qualche foglia di basilico e di alloro; il tutto deve ancora
continuare a cuocere, sempre a fuoco lento, per una ventina di minuti.
La mistura che si è ottenuta va quindi diluita con del brodo
di manzo e nel liquido che si è venuto a formare vanno messe
a bollire, fino a cottura, delle patate tagliate a pezzetti.
Alla fine, quando saranno passate circa due ore, la zuppa va
completata con del pane tostato e servita ben calda. Una
ricetta che richiede tanto tempo e impegno, ma ne varrà
sicuramente la pena... |
● Sformato di funghi porcini |
Ingredienti per 4 persone:
300 grammi di funghi porcini non molto grossi; due uova; 50 gr.
di formaggio parmigiano; una noce di burro; sale e pepe; farina
bianca; besciamella e sugo di carne.
Preparazione e cottura: I porcini vanno puliti bene
dal terriccio, lavati in acqua corrente e tritati finemente fino
alla grossezza di un cecio o anche meno. Si mettono poi al fuoco
in una casseruola con una noce di burro, sale e pepe. La cottura
deve essere abbondante e tirata al termine aggiungendo il sugo
di carne. Tolti dal fuoco, i funghi vanno legati con la
besciamella (resa meno liquida con l'aggiunta di farina bianca),
le uova e il parmigiano ed il composto va poi assodato a
bagno-maria. Il piatto va servito caldo. |
● Risotto con funghi porcini,
freschi o essiccati |
Ingredienti
per 4 persone: 400 grammi di riso; 200 grammi di funghi porcini
freschi oppure una bella manciata di funghi essiccati; 4 cucchiaiate di olio di
oliva; burro; formaggio parmigiano; sale; tritato di verdure e aromi.
Preparazione e cottura: I porcini freschi vanno
puliti bene dal terriccio e lavati delicatamente sotto l'acqua corrente.
Si prepara quindi un tritato con poca cipolla, prezzemolo, sedano e carota
che deve essere messo al fuoco con le 4 cucchiaiate di olio. Quando il
tritato avrà preso colore fermarlo con sugo di pomodoro e acqua,
condirlo con sale e pepe e farvi bollire dentro un spicchio di
aglio intero che andrà infine gettato via. Dentro questo
soffritto vanno poi cotti i funghi, tritati alla grossezza poco
meno di un chicco di granoturco.
Si passa quindi alla preparazione del riso che inizialmente deve
essere soffritto assieme ad una noce di burro per poi continuare
la cottura aggiungendo acqua calda, poco alla volta, con un
mestolo. A mezza cottura aggiungere il composto con i funghi.
Prima di servire in tavola insaporire il tutto con formaggio
parmigiano.
Questo piatto prelibato riesce bene anche con l'impiego di una
bella manciata di funghi secchi, utili soprattutto quando non è
stagione per raccogliere quelli freschi. |
● Funghi porcini e patate al forno |
Ingredienti per 4 persone: 500 gr. di funghi
porcini; 500 gr. di patate; 2 spicchi d'aglio; prezzemolo; vino
bianco; olio d'oliva; sale e pepe.
Come si prepara: In una padella fate
rosolare un trito fine di aglio e prezzemolo insieme a 8
cucchiai d'olio. Prima che l'aglio prenda colore unite i gambi
dei funghi, puliti e tritati in maniera grossolana. Salate,
pepate e fate cuocere piano per una diecina di minuti.
Pulite e tagliate a fette le cappelle dei funghi. Succiate le
patate e tagliatele a fette alte circa mezzo centimetro. Ungete
leggermente una teglia, coprite il fondo con uno strato di
patate, coprite il tutto con i funghi rosolati, fate un'altro
strato di patate e terminate con i funghi a fettine. Salate,
pepate e cospargete con altro prezzemolo. Bagnate con mezzo
bicchiere di vino, irrorate con 8 cucchiai d'olio e cuocete in
forno caldo per circa 40 minuti. |
● Crostoni
ai funghi porcini |
Ingredienti per 4 persone: 2 grossi funghi porcini
freschi (circa 120 gr.); 4 pomodori perini maturi; 8 fette di
pane casereccio; 40 gr. di formaggio parmigiano; 1 rametto di
basilico; 20 ml di olio extra vergine di oliva; sale fino.
Preparazione (circa 1/2 ora): Pulire i funghi,
strofinarli con carta da cucina inumidita e poi tagliarli a
fettine di 5 mm di spessore. Scaldare un cucchiaio d'olio in una
larga padella antiaderente e rosolare i funghi 1 minuto per
lato. Spellare i pomodori e privarli dei semi; tagliare la polpa
a falde e appiattirle con delicatezza pressando con la lama di
un coltello.
Ridurre a scaglie il formaggio parmigiano e scaldare il forno a
200°. Disporre le fette di pane su una placca rivestita di carta
da forno, in un solo strato. Infornare e tostare il pane 2
minuti per parte.
Lavare il basilico e asciugarlo. Disporre su ogni fettina di
pane una falda di pomodoro, appoggiarvi sopra una fettina di
porcino e una scaglia di parmigiano, per terminare con una
fogliolina di basilico. L'operazione va ripetuta fino ad
esaurimento degli ingredienti.
I crostini vanno poi disposti in un piatto da portata ed
irrorati con l'olio rimasto versato a filo. Il sale va aggiunto
al momento di servire in modo che non faccia rilasciare l'acqua
ai pomodori. |
● Funghi porcini fritti |
Ingredienti: Porcini di
media grandezza ed ideale maturazione (i più grandi riescono
mollicci e molto piccoli sarebbero troppo duri); farina bianca;
olio d'oliva; sale e pepe.
Preparazione e cottura: Raschiare il gambo dei
funghi per eliminare il terriccio e poi lavarli senza lasciarli
in ammollo, altrimenti perderebbero nell'acqua parte del loro
intenso profumo. Tagliarli a fette di grosse dimensioni ed
infarinarli prima di gettarli nella padella con l'olio bollente,
che è il più adatto fra tutti gli unti per questo tipo di
frittura. Mentre stanno ancora bollendo, vanno cosparsi con sale
e pepe. Qualcuno, dopo l'infarinatura, usa anche immergerli
nell'uovo, ma è un'operazione superflua in quanto non aggiunge
niente alla cottura e al gusto. Altri l'infarinatura sono soliti
farla con farina gialla di granoturco o pane grattugiato
finemente. |
● Funghi porcini sottolio |
Ingredienti: Porcini di
medio-piccole dimensioni (i più piccoli che riuscite a trovare);
aceto bianco; olio d'oliva; odori a piacimento (aglio, chiodi di
garofano, foglie d'alloro...).
Preparazione: I funghi vanno puliti dal
terriccio e lavati in acqua corrente; se le loro dimensioni
superano quelle di una noce, vanno tagliati in due o tre parti.
Quindi devono essere fatti bollire per circa mezz'ora nell'aceto
bianco (se questo fosse troppo forte, aggiungere un po' d'acqua).
Appena tolti dal fuoco è necessario asciugarli delicatamente
dentro un canovaccio e poi lasciarli all'aria per 24 ore prima
di riporli in un vaso di vetro coperti dall'olio.
A piacimento, per aromatizzare il composto, dentro l'olio
possono essere messi anche uno o due spicchi di aglio e/o alcuni
chiodi di garofano e/o alcune foglie di alloro. Alcuni
utilizzano queste ultime anche durante la bollitura nell'aceto.
I funghi sott'olio si accompagnano ottimamente con le carni lesse |
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Il castagno, pianta
fonte di vita della quale non si butta via niente |
Il castagno fino
alla fine della Seconda Guerra Mondiale era una fonte di
vita e rappresentava fra gli alberi domestici quello che fra
gli animali è il maiale: non si butta via niente. E' stato
per secoli il perno di un sistema economico complesso che ha
permesso alle comunità della montagna prealpina di superare
le avversità dei tempi. La castagna era una risorsa
alimentare, che ha sfamato a lungo la civiltà contadina
(era definita il "pane dei poveri"),
mentre il legname costituiva il principale combustibile di stufe e
camini che riscaldavano gli ambienti durante i rigidi inverni ed è
tuttora un ottimo materiale da impiegarsi in varie costruzioni e
nell'utensileria. E' talmente resistente che, sino alla fine
dell'800, si potevano trovare ancora abitazioni il cui tetto
era rivestito di tegole in legno di castagno.
Il castagno è, quasi certamente una pianta autoctona:
l'analisi dei pollini preistorici fa ritenere che durante il
Cenozoico (da 65 a 2,5 milioni di anni fa) Castanea
sativa (ovvero il castagno europeo) fosse ampiamente
diffusa in Europa. Durante le glaciazioni pleistoceniche
ridusse la sua presenza all'area fra il Mar Nero e i monti
del Caucaso. Il suo ritorno in Europa iniziò con i greci e i
romani e proseguì nel Medioevo, con gli ordini monastici.
Il castagno appartiene alla famiglia delle Fagaceæ e
al genere Castanea. Le specie sono una decina e tra
le principali, oltre alla sativa, si trovano la
Castanea dentata (il castagno americano) e la
Castanea crenata (il castagno giapponese) che è
resistente alle due principali malattie che colpiscono
questi alberi: il mal d'inchiostro e il cancro della
corteccia. Per questo motivo è stato introdotto sul
territorio europeo dove oggi si trovano perciò castagni
europei innestati sul giapponese, ibridi delle due specie e
castagni europei puri. Può raggiungere i 25 metri di altezza.
Il castagno europeo sopporta temperature invernali molto
rigide (fino a -25°) e ama i terreni profondi e permeabili,
non calcarei, leggermente acidi e ricchi di nutrimento.
Vegeta ad un'altitudine ideale fra i 400 e i 700 metri e può
essere molto longevo: troviamo esemplari ultrasecolari anche
in Lunigiana (vedi sotto Selva di Filetto). Un castagno ben
sviluppato - fra i 70 e i 140 anni - situato in luogo adatto
e libero, può arrivare a produrre fra i 100 e i 200 Kg di frutti all'anno.
L'Alta Lunigiana, ricoperta per quasi due terzi da
selve di castagni, è situata sulla punta a nord
della Toscana, una regione che fino ai primi decenni del XX
secolo deteneva in Italia l'assoluto primato in fatto di
produzione di castagne. Pertanto è facile capire come questo
frutto si sia sempre intrecciato con i diversi aspetti della
vita dei lunigianesi, fino a diventare parte essenziale
anche del folclore e delle usanze religiose, oltre che
dell'economia.
La necessità di trasformare le castagne in farina per
l'inverno, fino all'incerto raccolto dell'anno
successivo, incideva sulla struttura edilizia delle povere
case che dovevano essere necessariamente dotate di un locale
(il gradile) dove far essiccare i frutti.
Un castagneto era fonte di sostentamento e, in alcuni
casi, anche di ricchezza, un bene importantissimo da
tramandarsi di padre in figlio, come riportato in
testamenti, inventari e decreti pubblici. Per raccogliere le
castagne si prendevano accordi onde far cessare i
combattimenti; gli emigranti stagionali rientravano dalle
regioni vicine; ogni altra attività veniva praticamente sospesa.
Le castagne, come il sale, venivano utilizzate al
posto della moneta. Infatti le famiglie più ricche,
quando ingaggiavano delle raccoglitrici, erano solite
ricompensarle giornalmente con un secchio di frutti freschi,
oltre ché fornire loro vitto ed alloggio gratuiti. Le
lavoranti potevano ricevere anche un unico compenso finale
costituito da un quintale di farina dolce. |
LA RACCOLTA DELLE CASTAGNE avviene generalmente
dalla metà di settembre alla metà di novembre, quando cadono
spontaneamente dagli alberi. Prima della raccolta il
castagneto viene ripulito con lo sfalcio dell'erba. La
raccolta deve essere rapida per evitare che una lunga
permanenza sul terreno possa dar luogo all'attecchimento di
funghi e muffe. Le castagne possono essere fatte scendere al
suolo anche con la bacchiatura.
La castanicoltura è un settore in crescita in diverse
regioni italiane, dove molti vecchi castagneti da frutto
sono stati potati e ringiovaniti e le quotazioni di pregio
(i marroni e i frutti degli ibridi Castanea sativa x
crenata) stanno diventando remunerative per i produttori.
La potatura è un'operazione molto delicata, che richiede una
certa specializzazione, non facile da trovare. Ma i
coltivatori devono oggi affrontare un problema ben più
serio: l'invasione del cinipide del castagno (Dryocosmus
kuriphilus) un insetto imenottero di origine
cino-giapponese che produce grosse galle, impedisce la
fioritura e porta a seccare la pianta colpita. La sua
espansione viene combattuta con un insetto naturale
antagonista (Torymus sinensis), proveniente dalle sue
zone d'origine. Ma è una battaglia ancora incerta e lunga,
che si spera possa essere vinta. |
RICETTE |
● Coniglio
con salsiccia e castagne |
Ingredienti per 4 persone: un coniglio non molto
grosso; 3 cucchiai di olio d'oliva; 50 gr. di funghi secchi; una
cipolla; una carota; un ciuffo di prezzemolo; una costa di
sedano; un bicchiere di vino bianco secco; mezzo chilo di
castagne; 300 gr. di salsiccia; sale e pepe.
Preparazione: Le castagne vanno
arrostite dopo aver praticato un'incisione
sulla buccia (per evitare che scoppino), senza intaccare la
polpa. Girarle molto nella padella per mantenerle il più
possibile morbide ed evitare che si anneriscano. Appena tolte
dal fuoco vanno avvolte per dieci minuti in uno straccio pesante
leggermente inumidito. Questa operazione eviterà che si secchino
ed aiuterà la buccia a staccarsi. Una volta sbucciate lasciarle
da parte.
Immergere quindi la salsiccia in una teglia, coprirla e metterla
in forno a calore medio, senza condimento. Lasciare quindi che
cuocia nel grasso che espellerà scaldandosi.
Il coniglio andrà fatto a pezzi e messo a soffriggere in padella
con olio, sale e pepe. Quando sarà ben rosolato da ogni parte
aggiungere la carota, il sedano, la cipolla e il prezzemolo
finemente tritati. Infine unire i funghi dopo averli ammollati
nell'acqua tiepida. Continuare a rosolare il composto a fuoco
bassissimo e quando le verdure saranno appassite bagnarlo col
vino.
La cottura va ultimata inumidendo eventualmente con acqua calda
in cui sarà stato sciolto un po' di estratto. Venti minuti prima
di servire le castagne e le salsicce vanno unite alla
preparazione dividendole a metà nel senso della lunghezza. Il
tutto andrà lasciato scaldare ed insaporire.
Il piatto va presentato in tavola col coniglio che troneggia al
centro, contornato dai pezzi di salsiccia intercalati alle
castagne. |
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● Il
soufflet di castagne |
Ingredienti per 5 persone: 150 gr. di castagne; 90 gr.
di zucchero; 40 gr. di burro; 5 uova; 2 decilitri di latte; 2
cucchiai di maraschino; una bustina di vanillina; zucchero a velo.
Preparazione:
Come prima operazione bisogna far scottare le castagne
nell'acqua: bastano soli 5 minuti di bollitura per sgusciarle
calde e togliere loro la pellicola interna. Vanno quindi messe a
cuocere nel latte e poi lavorate col passatutto. Al composto
così ottenuto si aggiungono lo zucchero, il burro sciolto, il
maraschino e la vanillina. In ultimo si amalgamano le uova,
prima i rossi e poi le chiare ben montate.
L'impasto completo va versato in una pirofila, preventivamente
unta col burro, e quindi passato al forno per la cottura. Prima
di servire in tavola spolverizzare il soufflet con zucchero a
velo. |
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● Minestra
di riso con castagne secche |
Ingredienti per 4 persone: 400 gr. riso; 2
manciate di castagne secche; zucchero; scorzetta d'arancia;
latte.
Preparazione: Mettere a bagno le castagne secche,
in acqua tiepida, per circa 12 ore prima di preparare la
pietanza. Cuocere poi le castagne in acqua, con aggiunta di un
po' di zucchero e di una scorzetta d'arancia. A cottura avvenuta
prelevare un po' di liquido, miscelarlo con latte ed acqua e
farlo bollire in pentola calandovi il riso e aggiustando di sale.
Cinque minuti prima della fine cottura aggiungere le castagne e
ancora un poco del loro brodo. |
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● Dolce di
castagne con panna montata |
Ingredienti per 8 persone: 500
gr. di castagne o marroni; 130 gr. di zucchero a velo; 60 gr. di
cioccolata; 3 cucchiai di limoncello; 300 gr. di panna montata.
Preparazione: Mettere a bollire le
castagne per circa 30/40 minuti come per farne dei balotti,
sbucciarle e triturarle nel frullatore ancora calde.
Grattugiare la cioccolata per ridurla in polvere e formare un
impasto con tutti gli ingredienti. Prendere poi un piatto grande
e tondo, collocarci nel centro un piattino da caffè rovesciato e
spalmarci tutto intorno il composto in maniera eguale. Al
termine dell'operazione, il piattino da caffè va accuratamente
rimosso ed il vuoto che resta nel mezzo va riempito con la panna
montata. |
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● Delizia
di castagne alla panna montata |
Ingredienti per 4-6 persone: 1 kg. di castagne;
sale; 1/2 litro di latte; 100 gr. di zucchero semolato; 50 gr.
di cacao amaro; mezzo bicchierino di kirsch; 1/4 di panna; una
bustina di zucchero vanigliato; violette candite.
Preparazione: Incidere la buccia delle castagne
con un coltellino appuntito, lessarle in acqua appena salata,
quindi scolarle, sbucciarle e schiacciarle con un passaverdure,
raccogliendole in una casseruola. Incorporare al passato il
latte e lo zucchero e posizionare il recipiente sul fornello a
fuoco basso. Il composto deve cuocere rimestando continuamente
finché il latte non sarà completamente assorbito. Dopo di ché
unire il cacao e il kirsch e continuare la cottura per altri 3 o
4 minuti.
La crema verrà poi rovesciata in uno stampo da budino,
pareggiando la superficie con il dorso di un cucchiaio. Durante
il riempimento è necessario scuotere leggermente lo stampo
affinché al suo interno non si creino vuoti d'aria. Una volta
intiepidito, mettere il composto in frigorifero per circa 30
minuti.
Nell'attesa bisogna montare la panna a neve ben ferma con lo
zucchero vanigliato.
Il dolce andrà sformato su un piatto da
portata e decorato con la panna, usando l'apposita siringa. In
ultimo guarnire il tutto con le violette candite e servire
subito. |
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● Palline
di castagne |
Ingredienti per 2 dozzine: 500
gr. di castagne; 70 gr. di burro a temperatura ambiente; 70 gr.
di zucchero; 30 gr. di cacao amaro; 30 gr. di cacao dolce; 4
cucchiai di latte.
Preparazione (30 minuti - cottura 1 ora): Lavare
le castagne e con un coltellino appuntito praticare una piccola
incisione sulla loro buccia. Versarle quindi in una casseruola,
coprirle con acqua fredda e salarle leggermente. La cottura deve
avvenire a recipiente coperto.
Appena saranno pronte pelarle e passarle al passaverdure,
lasciando cadere la polpa in una terrina. Unire il burro a
pezzetti, il cacao amaro setacciato, lo zucchero e il latte e
poi lavorare energicamente con un cucchiaio di legno; quando il
composto sarà divenuto ben liscio ed omogeneo metterlo in
frigorifero per circa un'ora, coprendo il recipiente con
pellicola trasparente.
A questo punto distribuire su un foglio di carta oleata il cacao
dolce setacciato. Con il composto di castagne formare delle
palline grosse come noci e passarle nel cacao dolce per
rivestirle accuratamente. Man mano riporle in pirottini di carta
bianca che andranno disposti sopra un piatto piano, poi coperto
con un foglio di alluminio, badando di non schiacciare il tutto.
I dolce va tenuto in frigorifero fino al momento di portarlo in
tavola. |
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● Le teste
di moro |
Ingredienti per 4 persone: 300 gr. di castagne
secche; un litro di latte; 3 cucchiai di cacao amaro; zucchero e
panna montata.
Preparazione (90 minuti cottura compresa): Lasciare
una notte in ammollo nell'acqua fredda le castagne. Dopo averle
scolate togliere le eventuali pellicine, sciacquarle e lessarle
nel latte.
A cottura ultimata, toglierle dal latte e schiacciarle con un
passaverdura a buchi piccoli direttamente in una terrina;
aggiungere il cacao filtrato attraverso un colino e lo zucchero
(quanto basta in base al gusto personale); sbattere infine il
composto per amalgamarlo bene.
In ultimo, con le mani bagnate, formare delle palline che
dovranno essere disposte in coppe individuali. Spolverizzarne
poi la superficie con altro cacao, sempre passato attraverso un
colino, mettere un ciuffo di panna montata e tenere in fresco
fino al momento di servire. |
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● Torta di
castagne con la crema pasticcera |
Ingredienti per 8 persone: 1 pan di spagna da 500
gr.; 350 gr. di castagne; 1/4 di latte; un cucchiaio di cacao
amaro; 100 gr. di zucchero; 50 gr. di burro; rhum o altro
liquore a piacere; un pizzico di cannella in polvere; 200 gr. di
panna.
Ingredienti per la crema pasticcera: 1/2 litro di
latte; 4 tuorli d'uovo; 100 gr. di zucchero; 2 cucchiai di
farina; una bustina di vanillina.
Ingredienti per la decorazione: qualche ciliegina
candita; fettine di cedro candito.
Preparazione dell'impasto: Lavare le castagne,
inciderne la buccia con un coltellino appuntito e metterle in
una pentola coperte di acqua fredda; portare ad ebollizione e
farle scottare per circa tre minuti. Indi scolarle, togliere
buccia e pellicina che le ricopre e metterle in un tegame con il
latte e lo zucchero. Farle cuocere a fuoco moderato per circa 40
minuti, aggiungendo un po' di latte bollente se necessario. A
metà cottura unire il cacao amaro e la cannella.
A cottura ultimata, ovvero quando il latte sarà completamente
assorbito, passare il tutto allo schiacciapatate; aggiungere il
burro ammorbidito a temperatura ambiente e il liquore quindi
lavorare bene con un cucchiaio di legno. Lasciare poco impasto
da parte e con il resto formare tante palline.
Preparazione della crema pasticcera: Montare i
tuorli d'uovo con lo zucchero, aggiungere la farina e mescolare
accuratamente unendo il latte caldo. Far cuocere la crema a
fuoco dolce per 5 - 6 minuti mescolando continuamente. Una volta
tolta dal fuoco lasciarla raffreddare e poi aggiungere due
cucchiai di liquore ed incorporare la panna montata.
Confezionamento della torta: Dividere a metà il
pan di spagna per ottenere due dischi che andranno bagnati col
liquore. Farcire un disco con metà della crema e coprirlo col
secondo disco; disporre tutto attorno le palline di crema di
castagne e versare al centro la crema rimanente. Decorare la
torta con i canditi e il poco impasto di castagne lasciato da
parte in precedenza. |
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● Budino di
castagne alla crema di cioccolato |
Ingredienti per 4-6 persone: 1 Kg. di castagne; 6
tuorli d'uovo; 3 albumi d'uovo; 200 gr. di zucchero semolato; 50
gr. di zucchero vanigliato; 25 gr. di burro; 100 gr. di
cioccolato fondente; sale.
Preparazione: Privare le castagne della prima
buccia, immergerle completamente in acqua leggermente salata e
lessarle. Una volta pronte, privarle della seconda buccia e
passarle al setaccio raccogliendole in una terrina; unire i
quattro tuorli d'uovo, lo zucchero semolato, quello vanigliato e
poi rimestare bene. Montare infine gli albumi a neve consistente
ed incorporarli al composto, amalgamando il tutto con molta
accuratezza.
L'impasto di cui sopra va poi trasferito in uno stampo da
plum-cake imburrato e fatto cuocere per circa 40 minuti nel
forno a 190°. Poco prima del termine cottura far fondere il
cioccolato con poca acqua ed a calore minimo; toglierlo poi un
attimo dal fuoco ed amalgamarvi i restanti due tuorli;
riprendere infine la cottura della crema a bagnomaria, per circa
5-6 minuti.
In ultimo sformare il dolce sul piatto da portata e coprirlo
interamente di crema al cioccolato prima di farlo raffreddare a
temperatura ambiente. Il budino va servito dopo averlo messo in
frigorifero per almeno due ore. |
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● Torta di
castagne |
Ingredienti per 4-6 persone: 400 gr. di castagne
già sbucciate; 1 foglia di alloro; 100 gr. di mandorle; 100 gr.
di burro a temperatura ambiente; 200 gr. di zucchero; 4 uova
intere; buccia grattugiata di limone; burro e pangrattato per la
tortiera; sale.
Preparazione: Lessare le castagne in abbondante
acqua unendo l'alloro ed un pizzico di sale. Scolarle e passarle
ancora calde in un passaverdura: le pellicine rimarranno nella
vaschetta.
Immergere le mandorle in acqua bollente, spellarle e tritarle
con un mulinetto per il prezzemolo. Accendere il forno ed
impostare la temperatura a 210° c. Quindi, con un cucchiaio di
legno, amalgamare in una terrina il burro con lo zucchero
aggiungendo poi, uno alla volta, i tuorli delle uova e la buccia
di limone. Incorporare successivamente anche le mandorle, le
castagne e gli albumi montati a neve fermissima e mescolare con
energia dall'alto verso il basso.
Il composto ottenuto andrà versato in una tortiera di circa 25
cm. di diametro, imburrata e spolverata con pan grattato. La
cottura richiede circa 40 minuti e comunque la torta sarà pronta
quando, introducendovi uno stuzzicadenti, questo ne uscirà bello
pulito. Si può servire calda o fredda. |
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● La
marmellata di castagne |
Ingredienti
per un chilogrammo di prodotto: 1 kg di
castagne o marroni; 1 Kg di zucchero; un bicchierino di liquore;
50 gr. di succo di limone; scorza di limone grattugiata.
Come si prepara (50 minuti circa): Utilizzare
delle belle e sane castagne (non importa se sono piccole) oppure
dei marroni. Dopo averle ben lavate, vanno incise e messe a
cuocere, facendole bollire per pochi minuti; prima che si
raffreddino è necessario togliere la buccia e proseguire con una
ulteriore bollitura, in una casseruola, per circa 20'. Al
termine si passano col passaverdure.
Nel frattempo si prepara uno sciroppo, calcolando 700 cl di
acqua per 1 kg di zucchero; si porta ad ebollizione e si
prosegue fino a quando posandone una goccia sul bordo di un
piatto rimane intatta senza colare. Allo sciroppo vanno aggiunte
le castagne e il succo di limone e si lascia bollire il tutto
per una mezz'ora, mescolando perché la confettura non deve
attaccarsi. Per evitare di mescolare si può comunque far uso di un piccolo
stratagemma: mettere al di sotto della pentola una bistecchiera.
Chi vuole può aggiungere un bicchierino di Rum, Marsala o Porto
e, a metà cottura, un pizzico di scorza di limone grattugiata.
Il prodotto bollente va versato in vasi di vetro, ben lavati con
acqua calda, riempiendoli fino a 1,5 cm dall'imboccatura.
Ripuliti con cura i bordi e applicate le capsule, serrare con
decisione, ma senza forzare troppo.
Per conservare più a lungo la marmellata (come in un
sottovuoto), i vasi vanno capovolti e appoggiati su una
superficie non fredda, lasciandoli in tale posizione per non
meno di 5 minuti. Indi si può proseguire col raffreddamento
normale. |
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● Gelato di
castagne |
Ingredienti per 4 persone:
200 gr. di castagne o marroni; 150 gr. di zucchero; mezzo litro di
latte; una bustina di vaniglia.
Preparazione: Mettere a bollire le
castagne per circa 30/40 minuti come per farne dei balotti.
Quando saranno ben cotte, sbucciarle di tutte e due le bucce e
lavorarle nel frullatore, aggiungendo il latte e lo zucchero.
Il composto così ottenuto andrà filtrato con un colino per
eliminare eventuali residui e poi fatto bollire adagio per
circa 1/4 d'ora in una casseruola scoperta. Sul fine cottura
aggiungere la vaniglia e passare infine nella gelatiera.
Servire in tavola tutto d'un pezzo. |
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Altre specialità con le castagne sono
rintracciabili seguendo il link "Antiche
ricette e piatti tipici" presente in testa a
questa pagina... |
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La castagna, un
tempo definita anche «pane dei poveri» |
Le castagne hanno forma, dimensioni e sapore molto
variabili, anche se prodotte dallo stesso albero. Sono un
frutto atipico, perché ricco di carboidrati complessi (amido)
come i cereali. Rappresentano anche una buona fonte di
fibre, di potassio e di vitamine del gruppo B,
soprattutto B1 e B6. La cottura trasforma
parte dell'amido in zuccheri semplici, che ne conferiscono
la dolcezza tipica.
In Italia esistono moltissime varietà di
castagne: tra le più famose figurano anche quelle del Mugello
(certificate IGP) e di Marradi. I prodotti derivati
(farina di castagne e castagne secche) possono essere
conservati molto a lungo.
Antonio da Faye, uno speziale del
Quattrocento, scriveva in un suo diario che la castagna
rappresentava i 2/3 del pane della Lunigiana.
Tra le specialità «moderne», consumabili tutto l'anno, possiamo
trovare: biscotti, pandolce (senza canditi), castagne in sciroppo (ottime
a fine pasto con i formaggi), gelato, birra (molti birrifici
liguri e toscani producono birra a base di farina di
castagne), liquore di infusione.
La raccolta dei frutti veniva praticata da metà settembre a
metà novembre con la caratteristica "rusparella",
un rudimentale rastrello ricavato da un ramo a tre punte per
rimuovere le foglie secche. Poi veniva messa in azione la
"mazzetta"
per aprire i ricci. Le castagne venivano quindi messe ad
essiccare per una quindicina di giorni e poi battute e
selezionate. Con le migliori ci si faceva la farina, il
resto serviva per foraggiare gli animali.
Il benessere degli anni post-bellici aveva relegato
la castagna ai margini delle tavole. Oggi sta attraversando un nuovo periodo
di "buona sorte", sottolineato anche dall'allestimento di
molte sagre paesane in suo onore.
Le "mondine", sono castagne fatte
cuocere saltandole su una padella bucherellata posta sul
fuoco vivo e spruzzate di vino, finché la loro corteccia non
è tutta bruciacchiata e quasi si stacca da sola. Invece, per
preparare i "baletti" o "balotti",
vengono «lessate» in acqua bollente, per circa 30-40 minuti.
L'essiccatura delle castagne avveniva invece
nel "gradile", ambiente tipico delle cucine |
contadine, a cui ancora oggi si attiene la
produzione artigianale. Per tradizione, al centro
del locale, sul focolare rialzato, con il piano di
arenaria, o "piagnon", si accendevano
i ciocchi di legna che mandavano calore e fumo sul
soffitto, costruito a grata, con listelli di legno.
Su questo erano poste le castagne ad essiccare,
mentre fra le ceneri si inserivano i testi per la
cottura dei cibi. Le castagne secche più belle, i
"gusson", venivano
destinate alla molitura. La farina dolce era poi
conservata in un tronco di castagno svuotato,
pigiata con i piedi dai bambini, per eliminare bolle
d'aria, e ricoperta di cenere o di fogli di carta
spruzzati di vino. |
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Castagni secolari della Selva di Filetto |
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"Pan di legno e vin di
nuvoli", dicevano gli antichi facendo riferimento
alla polenta di farina di castagne e all'acqua, che
rappresentavano la loro dieta di sopravvivenza.
La farina di castagne è finissima, ricca di
carboidrati, vitamine e sali minerali, adatta anche ai
celiaci perché senza glutine. Con la farina di castagne
vengono confezionate varie pietanze.
Un presidio Slow Food della Lunigiana è la "marocca",
che veniva consumata principalmente durante l'inverno. E' un
tipo di pane fatto di farina di grano (30%) mista a farina
dolce (70%), riportato nuovamente in auge da una famiglia di
panificatori di Regnano.
La marocca era il tipico pane consumato in loco dai
pellegrini che percorrevano la Via Francigena.
Per ragioni economiche i contadini lunigianesi
panificavano addizionando la farina di castagne
(peraltro molto abbondante) alla farina di grano, che invece
spesso scarseggiava. Si allungavano le scorte di farina
bianca e la convenienza, in questo caso, aveva la precedenza
sul gusto. Tuttavia la marocca e' ugualmente un
alimento molto saporito che oggi trova, per esempio, uno
splendido abbinamento con il
"lardo
di colonnata".
Il Parco Nazionale delle Cinque
Terre indica questo tipo di pane come ideale per
la consumazione assieme alle rinomate acciughe di Monterosso.
Altre ricette tipiche sono i "ravioli di
castagne" e le "lasagne bastarde".
Nelle valli di Zeri si possono gustare le "armellette",
lasagne fatte con farina di castagne ed un pizzico di grano,
che si gustano condite con formaggio grattugiato e panna, ma
anche col pesto. I "cazzotti" invece sono un
impasto di farina di castagne ed acqua che viene cotto
buttandolo a cucchiaiate nell'acqua bollente. Assomigliano a
degli gnocchi, che vengono poi conditi con ricotta ed olio
extravergine d'oliva. Caratteristico il "moghiolo",
una pastella di farina di castagne ed acqua, che
viene cotta dopo essere stata spalmata su foglie di castagno.
Con la farina di castagne si confezionano anche le
focacce. Tipica è la "marmotta", il
cui impasto viene cotto nei testi molto caldi dopo
che sono stati aggiunti pezzetti di salame nostrale. |
Caratteristiche della farina di castagne DOP della Lunigiana |
La
farina di castagne della Lunigiana a marchio DOP
viene ottenuta dai frutti delle varietà Bresciana,
Carpanese, Fosetta, Marzolina, Moretta, Primaticcia,
Rigola, Rossella e Rossola, proveniente dai castagni
della specie Castanea Sativa, coltivati nel
territorio dei 14 comuni della Lunigiana. La farina
si caratterizza per una consistenza vellutata al
tatto e fine al palato, di colore variabile dal
bianco all'avorio, dallo spiccato sapore dolce. Le
operazioni di coltivazione, essicazione, macinatura
e confezionamento devono avvenire entro l'areale
suddetto. In particolare la raccolta ha inizio con
la caduta spontanea dei frutti, quando le condizioni
climatiche favoriscono l'apertura dei ricci nelle
varietà più precoci. Per tradizione, il primo
giorno della raccolta è il 29 settembre, in
corrispondenza della festa di San Michele, e il
termine da disciplinare è il 15 dicembre. Le
castagne, preventivamente selezionate ed essiccate,
vengono pulite della loro buccia mediante battitori
meccanici e quindi ripassate a mano per eliminare le
parti impure più piccole. La macinazione deve
avvenire entro il 30 gennaio, utilizzando mulini
tradizionali a macine di pietra. |
Un parassita mette a rischio la produzione di farina di castagne DOP
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Entro il 30 agosto 2014
scade il termine ultimo per le aziende agricole che vogliono
richiedere alla Camera di Commercio l'autorizzazione per
poter usufruire della denominazione "Farina di castagne
della Lunigiana DOP".
Questo settore strategico del sistema agro-alimentare
lunigianese è però in allarme in quanto i castagneti sono
infestati da un parassita arrivato dalla Cina, il
cinipide galligeno,
che ha prodotto una perdita di circa il 70% dei frutti. Un
eccezionale calo produttivo che va a sommarsi a quello
determinatosi nelle precedenti scarse annate.
Per fortuna non tutte le zone sembrano colpite con la stessa
gravità. La liberazione di un insetto antagonista ha già
dato dei primi positivi riscontri. Servirà però ancora un
po' di tempo affinché i risultati di questa lotta
antiparassitaria siano evidenti.
Il Comitato per la valorizzazione della farina di
castagne DOP della Lunigiana intende trasformarsi in un
Consorzio di Tutela per assicurare la continuità
della produzione «certificata» onde evitare riflessi
dannosi per l'immagine del marchio DOP.
La Coldiretti ha reso noto che stimolerà i controlli
sull'origine delle castagne che finiranno sui mercati nel
prossimo autunno, nell'intento di salvaguardare tutta la
filiera. Non va dimenticato, infatti, che la
produzione è solo la parte finale di un processo che
inizia con il mantenimento delle piante e la
conservazione del territorio. |
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Piante officinali, miele
DOP, frutti di bosco e sottobosco |
La conoscenza
degli usi alimentari delle erbe spontanee è stata davvero
importante per qualsiasi popolazione durante tempi di guerra
o carestia: ancora oggi è possibile attingere a tale
patrimonio e fare uso delle piante per svariati motivi, sia
per chi preferisce cibarsi e curarsi in modo del tutto
naturale, sia solo per curiosità o per il piacere di gustare
cibi in modo alternativo.
Le piante alimentari spontanee e quelle officinali
sono sempre più oggetto di corsi e seminari organizzati sul
territorio e tenuti da specialisti che fanno capo a sedi
universitarie (Pisa e Firenze).
Queste iniziative permettono di entrare in contatto diretto
con la natura e di conoscere o approfondire la conoscenza
delle varie tipologie di erbe e dei loro nomi dialettali, ad
utilizzare le piante come fonte di cibo e di medicine
naturali, a preparare liquori, sciroppi, marmellate,
utilizzando i soli prodotti della natura. Molto importanti
sono anche la coltivazione, la raccolta e la conservazione
delle piante per uso terapeutico o cosmetico dalle quali
estrarre principi attivi o solventi che possono poi trovare
applicazione in preparazioni casalinghe o commerciali. |
RICETTE |
● Torta coi
pinoli |
Ingredienti primari: Mezzo litro di latte; 100 gr.
di semolino; 65 gr. di zucchero; 50 gr. di pinoli; 10 gr. di
burro, 2 uova; un pizzico di sale; una bustina di vanillina;
zucchero a velo.
Ingredienti della pasta frolla: 200 gr. di farina;
100 gr. di burro; 100 gr. di zucchero; un uovo.
Preparazione:
Tritare i pinoli con una lunetta per ridurli come mezzo granello
di riso. Cuocere il semolino nel latte aggiungendo tutti gli
altri ingredienti primari. Ultime saranno le uova che andranno
mescolate con rapidità. Da notare che la quantità del semolino
non è rigida e, all'occorrenza, se ne può aggiungere finché il
composto non risulti bello sodo. A questo punto preparare la
pasta frolla e se questa risultasse poco lavorabile aggiungere
un goccio di vino bianco o marsala.
Per la cottura utilizzare una teglia (dove il dolce non possa
venire più alto di due dita) preventivamente unta col burro e
con il fondo coperto da una sfoglia sottile della suddetta
pasta. Versare poi il composto e stenderci sopra la pasta
rimanente, tagliata a listarelle, che andranno disposte come a
formare un reticolato. Cuocere quindi la torta al forno (finché
le listarelle non risulteranno ben dorate) e servirla a freddo
dopo averla spolverata con zucchero a velo. |
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● Gelato ai
lamponi |
Ingredienti per 8 persone:
300 gr. di lamponi ben maturi; 300 gr. di zucchero fine;
1/2 litro di acqua; un grosso limone.
Come si prepara: Lo zucchero va
bollito nell'acqua, in una casseruola scoperta, per circa 10
minuti. Poi va messo in un frullatore assieme ai lamponi e al
succo di limone. Il composto liquido così ottenuto va filtrato
con un colino per eliminare i residui più grossi prima di
versarlo nella gelatiera. |
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Un capitolo di eccellenza sono le produzioni di miele
e derivati dalla lavorazione delle api, che all'inizio degli
anni '90 avevano ritrovato un nuovo impulso, grazie ad una
schiera di appassionati cultori ed un mercato in crescita.
Il lavoro svolto dagli apicoltori lunigianesi e
l'ottima qualità del miele ottenuto
sono stati premiati dalla CEE con la concessione,
nel 2004, del marchio DOP,
denominazione di origine protetta (primo esempio in Italia).
I boschi dell'Alta Lunigiana offrono altresì succosi
lamponi, carnose more e mirtilli
che, nelle stagioni favorevoli, possono mutare la
colorazione di vasti appezzamenti di terreno grazie alla
loro abbondanza. |
Testi consultati: vedi pagina principale "La Lunigiana" |
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