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nella fotografia digitale

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Grafica per titolo argomento - Il digitale ha cambiato la fotografia?  Negli anni Ottanta già si presagiva che le pellicole non avrebbero avuto futuro

Un redazionale della rivista Fotografare del febbraio 1980 metteva già impietosamente in luce che la fotografia analogica sarebbe stata presto abbandonata. Il processo di trasformazione completo è durato circa 20 anni, ma alla fine le previsioni che i giornalisti/fotografi del mensile romano fecero all'epoca si sono rivelate scientificamente e terribilmente esatte. Allora fu un azzardo asserire che le pellicole sarebbero state soppiantate da un sensore in quanto gli studi in materia erano proprio agli albori  e anche perché non tutte le cose che vengono inventate o trasformate incontrano poi il favore del grande pubblico.
A loro dire, il via a questa rivoluzione sarebbe stato dato dalla penuria di argento, come qui sotto riportato.

Guida all'acquistoquisto
ragionato di una
fotocamera

 

Gli obiettivi

 

Il sensore della
reflex si sporca...

 

La fotografia
notturna

 

Il ritratto
fotografico

"La fotografia tradizionale ha i giorni contati? - Così come la conosciamo noi la fotografia non sembra avere un grande futuro. Da un lato c'è la crescente penuria di argento (il nero delle fotografie non è altro che argento puro), e dall'altro ci sono tutte le complicazioni connesse alla produzione attuale delle fotografie. Il massimo della semplificazione d'uso l'ha raggiunto la Polaroid, ma a prezzo di un'enorme complicazione chimica e meccanica, che si traduce in un altissimo costo-per-scatto. La soluzione esiste già, e comporta un cambiamento di abitudini: in futuro le immagini saranno immagazzinate con sistemi magnetici e saranno riprodotte mediante i normali televisori. I televisori del prossimo futuro conterranno anche l'apparecchiatura elettronica destinata a leggere immagini fisse (le fotografie di domani, registrate su una schedina magnetica) e le immagini in movimento (il videotape). La Zanussi ha già concluso un accordo con la Philips per la produzione di televisori che utilizzeranno i video nastri della serie V 2000".
Oggi che siamo in piena era digitale non c'è che da ammirare la lungimiranza con la quale la testata affrontò allora l'argomento. E' anche abbastanza ovvio che i progressi in materia continueranno, vista la rapidità con la quale le apparecchiature elettroniche vengono oggi aggiornate e migliorate tecnicamente (con abbattimento di costi).
Per esempio, estrapolare dei singoli fotogrammi da una ripresa video in altissima definizione e scansione e trasformarli in fotografie di ottima qualità potrebbe diventare una cosa alla portata di tutti, un gioco da ragazzi.

In questo caso ci sarebbe proprio un addio alla stessa macchina fotografica. Un altro scenario terribile, dopo che in tanti già hanno fatto parecchio fatica ad abbandonare l'uso delle pellicole.
Purtroppo questa non è fantascienza: in pochi anni saremo in grado di capire come andranno le cose...

Grafica per titolo paragrafo - Il digitale ha davvero cambiato la fotografia? Il digitale ha davvero cambiato la fotografia?

Dal punto di vista artistico e creativo l'introduzione della tecnica digitale nel mondo della fotografia non ha prodotto cambiamenti significativi. Come spesso ricordato dal grande fotografo tedesco, naturalizzato americano, Andreas Feininger, (scomparso nel 1999), "..al fotografo animato dall'ispirazione non importa assolutamente che tipo di fotocamera

usa, ma solo il risultato finale, la fotografia che può ottenere... e anche se non perfettamente padrone della tecnica, con l'invenzione personale sarà in grado di esprimersi chiaramente con i mezzi a disposizione in modo da comunicare agli altri le sue esperienze e le sue sensazioni."
In ambito sociale e nel mondo della comunicazione, la fotografia digitale ha invece rivoluzionato non solo il mercato dell'immagine ma anche la nostra vita. Oggi la fotografia è diventata un fenomeno di massa, una presenza insostituibile nella nostra quotidianità, un'abitudine giornaliera come il caffè o il cappuccino alla mattina.
D'altronde le case costruttrici di apparecchiature fotografiche fanno profitti sulla vendita di prodotti destinati al mercato di uso comune e non certo a quello professionale. La maggior parte delle fotografie (molti milioni) che ogni giorno vengono scattate nel mondo sono ad appannaggio

BRUGNATO - Il fiume Vara, corso d'acqua ideale per la canoa e il rafting / (© Giovanni Mencarini)

Val di Vara: Campionati Nazionali Rafting

di fotografi dilettati ovvero amatoriali. Perciò le attrezzature digitali vengono rinnovate e implementate molto velocemente, per stare davanti alla concorrenza e mantenere alto il giro delle vendite. Infatti la molla che ci fa acquistare è sovente l'illusione di avere un prodotto sempre più affidabile, sempre più tecnologicamente avanzato, per essere al top e scattare delle foto sempre più belle. Purtroppo la realtà è spesso amaramente diversa...

Grafica per titolo paragrafo - Il digitale ci vuole tutti fotografi... Il digitale ci vuole tutti fotografi...

Comunque, tramite la fotografia digitale di uso comune, ognuno di noi porta quasi sempre a casa delle buone immagini, di qualità mediamente superiore a quella ottenibile con i rullini fotografici.

S.STEFANO MAGRA - Paesaggio invernale dopo una copiosa nevicata / (© Giovanni Mencarini)

Panorama invernale di S.Stefano Magra

E' assodato che, attualmente, ogni macchina digitale in commercio, anche la più semplice del mercato, consente di scattare accettabili fotografie in qualsiasi condizione di luce e di tempo. Una compatta digitale è di gran lunga migliore di una compatta a pellicola. Quindi una manna per tutti.
Si imposta la fotocamera in completo automatismo e... chi la sbaglia più una fotografia ? E poi, con le memory card opzionali, si può scattare all'infinito e scegliere solo le foto più belle: un paradiso !
La fotografia digitale ci ha resi tutti fotografi. La macchina fotografica e la videocamera ce le abbiamo anche nel cellulare. Siamo "costretti" a scattare fotografie anche quando non lo vogliamo.
L'uso intensivo di queste tecnologie produce lati positivi: pensate, per esempio, ad un incidente stradale dove la vostra autovettura riporta dei danni e voi avete ragione. Un tempo, quasi nessuno girava con la fotocamera al seguito....

Bastava una minima controversia ed erano discussioni a non finire. Per non intralciare il traffico si spostavano i veicoli e si modificava la scena del sinistro. Oggi, passato il primo momento di spavento, basta tirare fuori dalla tasca il cellulare e fotografare: luogo, veicoli, feriti, testimoni. Quelle immagini saranno il passaporto per un corretto risarcimento dei danni che avete subito.
In caso di eclatanti fatti di cronaca, foto e video raccolti da passanti col cellulare o fotocamere digitali permettono un'informazione giornalistica più completa e spesso sono di vitale importanza alle forze dell'ordine per le indagini in merito a quello che è accaduto.
Nel mondo fotografico sono già stati allestiti mostre e concorsi relativi a fotografie scattate col telefono cellulare. Purtroppo c'è anche il rovescio della medaglia: questa esasperazione dell'immagine sta già portando inevitabilmente ad alcuni eccessi che trovano sfogo soprattutto sulla rete. Filmati e foto riguardanti reati, bravate, goliardate, disagio sociale, in violazione delle norme sulla privacy e delle leggi a tutela dei minori ecc. ecc., sono quotidianamente scaricate su portali specializzati, e tengono banco sui media. Di questo però si occupano, giustamente, le autorità competenti.

Grafica per titolo paragrafo - Un uso corretto delle tecnologie a nostra disposizione... Un uso corretto delle tecnologie a nostra disposizione...

Dal punto di vista squisitamente tecnico una fotocamera digitale è certamente più versatile e precisa di quella a pellicola. Prendiamo come esempio un fatto coreograficamente bellissimo che tutti possono vedere in occasione di eventi mediatici di un certo rilievo: la cerimonia di apertura o chiusura di un'Olimpiade, un concerto musicale in un'arena o uno stadio, solitamente in notturna.
Tutte quelle migliaia di lampi di flash che partono dagli spalti sono le nostre fotocamere digitali in completo automatismo... Sicuramente un'inutile spreco di batterie, ma le foto saranno comunque accettabili dal punto di vista cromatico e della visibilità.
Questo caso limite (ma molto significativo) serve per far capire che la fotografia digitale è una vera rivoluzione per le immagini di tutti i giorni, della famiglia, degli amici, del gatto, della fidanzata... Se quelle fotografie allo stadio, in notturna, fossero state scattate con una fotocamera compatta a pellicola, non ne sarebbe venuta una sola!
Invece, grazie alla nostra fotocamera digitale, qualunque essa sia, pur sbagliando impostazione, qualcosa abbiamo sicuramente portato a casa. Fotografare in digitale è per tutti molto più

Il cantante Ron

Il cantante Ron

semplice, più pratico e consente risultati immediati e migliori. Se questa non la chiamate rivoluzione, come volete altrimenti definirla? Però tutto questo ci dice che, tecnicamente, la fotografia elettronica è molto più complessa della fotografia ad emulsione e che dobbiamo sforzarci di utilizzare al meglio ciò che la tecnologia ci mette a disposizione....

Grafica per titolo paragrafo - La fotografia digitale è più complessa di quella tradizionale? La fotografia digitale è più complessa di quella tradizionale?

In effetti è proprio così. La fotografia digitale è semplice ma complessa allo stesso tempo.
Semplice perché usando una fotocamera od un cellulare in completo automatismo otterremo delle indimenticabili fotografie, ma complessa perché utilizzando accuratamente tutti i settaggi software a disposizione quelle foto

LERICI - Il Golfo dei Poeti all'imbrunire / (© Giovanni Mencarini)

Il Golfo dei Poeti all'imbrunire

potrebbero cambiare volto. La differenza sta tutta qua, e non è poco...
Questa considerazione non deve però indurre, chi scatta fotografie, a prestare troppa attenzione alle caratteristiche tecniche della fotocamera in suo possesso. L'esasperazione tecnica non porta automaticamente a scattare delle ottime immagini, anzi, in alcuni casi è un'abitudine dannosa che distrae dalla fotografia creativa e artistica.
Morale: se prendo in considerazione tutte le diavolerie tecniche che ho a disposizione nella mia fotocamera digitale, rischio di andare in paranoia e di non fotografare  al meglio.
Ciò non toglie che se la mia macchina fotografica prevede un programma specifico per la foto notturna, con tempi molto lenti, questo all'occasione va usato perché le fotografie risulteranno migliori.

E se la scena da fotografare è molto distante (nell'esempio dalle tribune al campo di gioco), devo sforzarmi di eliminare il flash che non serve a niente e consuma batterie..

Grafica per titolo paragrafo - La vera rivoluzione digitale La vera rivoluzione digitale

Alla luce di quanto sopra, quali sono gli aspetti innovativi che rendono più versatile una fotocamera digitale e che hanno costituito un vero miglioramento tecnico nei confronti di una macchina fotografica a rullini ?
Ritengo che, per ora, siano solamente tre: latitudine di posa (gamma dinamica) dei sensori, mediamente superiore a quella delle pellicole; il bilanciamento del bianco, ovvero la possibilità di scegliere il programma di temperatura colore più adatto alle varie situazioni; il numero di scatti a disposizione (praticamente illimitato) e lo spazio per l'archiviazione delle immagini. Illustrate così in breve queste soluzioni tecniche possono sembrare molto complesse, ma in realtà non lo sono affatto. Vale perciò la pena di approfondire in merito...

Grafica per titolo sottoparagrafo - La latitudine di posa ovvero la gamma dinamica  La latitudine di posa ovvero la gamma dinamica

Con le pellicole tradizionali era estremamente difficile, in particolari condizioni di luce, poter distinguere nitidamente gli oggetti illuminati da quelli in ombra.
Questo significa che, per esempio, in una giornata estiva soleggiata, trovandoci a fotografare una scena a metà fotogramma in pieno sole e l'altra in ombra, dovevamo scegliere di esporre o per il chiaro o per lo scuro. In ogni caso, esponendo per il chiaro, i particolari in ombra non erano distinguibili e viceversa, esponendo per lo scuro, la scena soleggiata risultava notevolmente sovresposta e piattamente bianca.
Cioè la pellicola non riusciva a compensare adeguatamente le notevoli differenze di stop tra la parte al sole e la parte

in ombra, come fa invece l'occhio umano.
Per limitare questo  inconveniente si potevano utilizzavano pellicole più sensibili, cioè ad alto numero di ISO. Anche stampare su carta meno contrastata per equilibrare i toni poteva essere di aiuto. I risultati erano migliori ma non eccezionali.
Gli attuali sensori impiegati nelle fotocamere digitali (senza tirare in ballo la tecnologia HDR, che è un'elaborazione estrema dell'immagine) compensano mediamente in modo migliore delle pellicole in commercio.
Si comportano cioè in modo simile all'occhio umano. I particolari sono maggiormente distinguibili, sia in chiaro che in ombra. La fotografia che ne esce rispecchia meglio la nostra visione delle cose. Qui a fianco, potete trovare una fotografia che testimonia l'estrema compensazione del digitale.
Osservando la "testa coricata" di Javier Marin (tutte e due le immagini sono ingrandibili), si può notare che parte di Piazza Duomo a Pietrasanta era in ombra. Un'immagine così, con una fotocamera a pellicola, non era ottenibile. Praticamente "spara"

PIETRASANTA (LU), città d'arte, città nobile dal 1841 - Corteo di cavalli e cavalieri dello scultore messicano Javier Marin esposti in Piazza Duomo / (© Giovanni Mencarini)
PIETRASANTA (LU), città d'arte, città nobile dal 1841 - Monumentale testa coricata dell'artista messicano Javier Marin esposta in Piazza Duomo / (© Giovanni Mencarini)

J.Marín a Pietrasanta

solo la facciata in marmo bianco del Duomo (la casa costruttrice della mia fotocamera per i miracoli si attrezzerà !)..
In quella giornata ci sono stati momenti nei quali transitavano in cielo delle nuvole molto cupe. Quando il sole filtrava attraverso di esse, il contrasto tra le zone in ombra e quelle illuminate era molto marcato. Ma il sensore della macchina fotografica digitale si è comportato sempre in modo egregio.
Chi pertanto usa una fotocamera digitale e per motivi artistici e/o creativi vuole mantenere un alto contrasto nella scena, deve essere a conoscenza di questo particolare e comportarsi di conseguenza.

Grafica per titolo sottoparagrafo - La temperatura di colore  La temperatura di colore

Qualunque sia il tipo di luce, l'occhio umano si adatta in modo che un soggetto bianco sia sempre visto come bianco. Invece, a meno che non si fotografasse in bianconero, nelle nostre fotografie a stampa trovavamo spesso delle scene con colori strani, con persone che sembravano provenire da Marte o dalla Luna, dato che la loro carnagione aveva un colorito insolito. Quelli erano e sono gli effetti della temperatura colore sugli scatti che abbiamo effettuato.
Il più grande difetto che le pellicole tradizionali abbiano mai avuto. Vediamo di cosa si tratta in breve.
Le pellicole (day-light) per uso comune avevano una taratura predisposta che corrisponde alla luce bianca.
La luce bianca è quella che si riscontra in una giornata estiva, nelle ore centrali del mattino o del pomeriggio, quando splende il sole e le nuvole in cielo sono trascurabili. Essa corrisponde a circa 5.000 / 5600 °K (gradi Kelvin). Anche la luce artificiale di un flash ha la stessa temperatura colore. A mezzogiorno col sole a picco e senza nuvole tale temperatura può salire a 15.000 / 30.000 °K e questa, paradossalmente, è la luce più brutta, intensa e piatta di cui un fotografo possa disporre (a meno che non intenda usarla per scopi creativi ed artistici).
La luce presente al mattino e al pomeriggio è quella mediamente utilizzata nella maggior parte delle fotografie che venivano e vengono tuttora scattate per uso quotidiano.
Qui cominciano i guai perché durante il giorno la temperatura colore cambia. Nelle prime ore mattutine la luce è abbastanza fredda, sui 7.000 / 8.000 °K, cioè tende all'ultravioletto (colore azzurro). Al tramonto i colori assumono una tonalità più calda, verso il giallo/arancio e la temperatura della luce è di circa 3.000 / 3.500 °K. A lume di candela si può arrivare a 1.500/2.000 °K, cioè la luce tende verso l'arancio/rosso.
Non solo: se nelle ore centrali del giorno ci sono nuvole che velano il cielo, a seconda della loro intensità, la temperatura colore si alza e tende di nuovo verso l'azzurrino dell'ultravioletto. Lo stesso dicasi per le fotografie fatte durante una giornata soleggiata, ma scattate all'ombra. Al mare o in montagna la luce è molto intensa, i raggi UV abbondano e virano sull'azzurro le nostre immagini.
Ecco spiegato in breve il motivo per cui, in assenza di filtri correttivi, le stampe potevano avere quei colori strani.
La fotografia digitale ha spazzato via questo handicap dovuto alla taratura media dei rullini fotografici ad uso comune.
Le apparecchiature consentono di regolare il bilanciamento del bianco in modo che si adatti alla qualità della luce ambiente attorno al soggetto. Questa regolazione viene chiamata "effettuazione del bilanciamento del bianco" e può essere automatica.
In ogni condizione di luce, sia essa artificiale (vedi tabella qui sotto) che naturale, il risultato finale sarà una fotografia con una buona fedeltà cromatica, molto vicina a quella dell'occhio umano.
In casi particolari e per lavori molto accurati è preferibile passare ad una regolazione manuale del bilanciamento del colore, così come, artisticamente e creativamente, per mantenere e/o accentuare delle dominanti, si può volutamente far sbagliare la fotocamera.

Il colore della luce artificiale
L'avvento delle lampade a risparmio energetico e delle luci al led sta leggermente modificando l'atmosfera dei nostri ambienti domestici. Comunque, a titolo orientativo ma non esaustivo, ecco una tabella con la temperatura colore di alcune tipiche fonti di illuminazione artificiale.
I dati evidenziano che la stessa  aumenta man mano che sale la potenza della lampada impiegata.
Va però tenuto in conto che i gradi K della luce che colpisce il soggetto possono subire variazioni in base ai riflessi generati dal colore delle pareti o degli oggetti contenuti nel locale dove di fotografa.

Fonte luminosa  (*) = luce calda

Temperatura colore

Fiamma di candela

1.500 °K

Lampada domestica da 40W  (*)

2.750 °K

Lampada domestica da 100W  (*)

2.850 °K

Lampada al quarzo da 500W

3.150 °K

Lampada fotografica al tungsteno

3.200 °K

Lampada fotografica Photoflood

3.400 °K

Lampeggiatore a luce chiara

4.000 °K

Lampeggiatore a luce azzurra

5.600 °K

I concetti fisici della temperatura di colore
Se noi riscaldiamo un corpo (ad esempio una sbarra di ferro) notiamo che con l'aumentare della temperatura varia anche la sua colorazione. Avremo cioè un passaggio che andrà dapprima verso il rosso, l'arancione, il giallo, l'azzurro, fino al limite di fusione, cioè il bianco (il famoso calor bianco). Da questo semplice esperimento è possibile comprendere come esista un rapporto diretto tra la temperatura e il colore della luce che è emessa dal corpo. Da qui si spiega il concetto di temperatura di colore. Infatti, conoscendo le variazioni di colore dello spettro cromatico di tale corpo alle varie temperature, sarà possibile stabilire la temperatura di colore di qualsiasi fonte luminosa. Temperatura che si misura in gradi Kelvin (K) dal nome dello scopritore Lord Kelvin. La sua scala parte dallo zero assoluto (-273° C), quindi un corpo nero ad esempio riscaldato a 1.000 gradi centigradi avrà la temperatura di colore di 1.273 °K.
Le pellicole erano tarate per due diversi tipi di luce: una per la luce del giorno (5.500 °K) e l'altra per la luce artificiale (3.200 °K). Tutte le altre temperature di colore, superiori o inferiori, producevano sulla pellicola una dominante di colore che poteva essere evitata con dei filtri di conversione o di correzione.

Grafica per titolo sottoparagrafo - Il numero degli scatti a disposizione e l'archiviazione delle fotografie  Il numero degli scatti a disposizione e l'archiviazione delle fotografie

Ho lasciato per ultimi questo grandi vantaggi perché non influenzano direttamente la qualità tecnica od artistica di una fotografia. Però con le memory card opzionali si possono aumentare gli scatti su una scena, facendo delle forcelle espositive, cercando di catturare gli attimi migliori. Insomma la sicurezza di non esaurire il rullino durante un momento topico aiuta molto. Soprattutto per i fotografi evoluti è un vantaggio non indifferente.
L'archiviazione delle fotografie su un supporto digitale consente di occupare spazi fisici molto ridotti  e ci fa risparmiare notevolmente in termini di tempo e denaro.

Grafica per titolo paragrafo - Quisquiglie e pinzillacchere (o schitte, per dirla in dialetto genovese) Quisquiglie e pinzillacchere (o schitte, per dirla in dialetto genovese)

Quelli sopra sono i veri progressi tecnici della fotografia digitale rispetto a quella ad emulsione.
Tutto il resto sono quisquiglie e pinzillacchere, come direbbe Totò. Infatti, pur assodato che la padronanza e la

GENOVA - Il Bigo di Renzo Piano, ascensore panoramico del Porto Antico / (© Giovanni Mencarini)

Genova: il Bigo

conoscenza delle apparecchiature a nostra disposizione sono fondamentali nel catturare delle immagini di ottima qualità, esse da sole non possono farci vedere in termini fotografici.
La migliore fotocamera digitale al mondo non produce automaticamente le migliori fotografie. Avere a disposizione 2 milioni di pixel in più sul sensore della propria fotocamera non modifica assolutamente l'aspetto tecnico di una foto. Si ottiene solamente un'immagine più "pesante" e maggiormente ingrandibile in fase di stampa o pubblicazione. Già 3 megapixel sono sufficienti per stampare fotografie nelle dimensioni di un foglio A4 (circa 20x30 cm).
Scattare 15 foto al secondo invece di 5, non è una cosa indispensabile, a meno che non sia per usi strettamente particolari e/o professionali. Ma anche in quel caso l'aspetto umano e la capacità di ragionare in termini fotografici potrebbero sopperire tranquillamente a questa "inferiorità"costruttiva.
E' inutile che io abbia a disposizione un obiettivo ultraluminoso ed incisivo se devo fotografare in una giornata di nebbia. Sarebbe meglio il contrario, per rendere maggiormente il senso dell'atmosfera ovattata.

Non si può certo visionare la qualità di una foto dal sempre più grande, ma pur sempre minuscolo, schermo LCD presente sulle fotocamere... Gli esempi potrebbero continuare all'infinito..

Grafica per titolo paragrafo - Un aspetto particolare e piacevole della fotografia digitale Un aspetto particolare e piacevole della fotografia digitale

Piuttosto quello che ho potuto verificare personalmente è che la fotografia digitale, in particolari condizioni di luce, accentua la profondità di un'immagine e consente all'occhio umano di apprezzare la "terza dimensione". Possiamo avere cioè la sensazione di "entrare" maggiormente dentro la scena fotografata e, in alcuni casi, si riescono a distinguere nitidamente i diversi piani di distanza sui quali sono posti gli oggetti o le porzioni urbanistiche e paesaggistiche (come nelle immagini televisive in HD). Purtroppo il ridimensionamento delle immagini per adattarle al web spesso limita questo effetto. Non è il caso di questo scatto a destra (una foto in macro realizzata in luce diurna con uso forzato del flash) e di altri presenti nella sezione sfondi per desktop, dove il fenomeno è molto marcato e visibile appieno pur se la fotografia non viene presentata a tutto schermo.

Bacche rosse / (© Giovanni Mencarini)

Bacche rosse

In questa pagina, può essere apprezzata questa particolarità anche nelle fotografie dell'arte di Javier Marín, realizzate in Piazza Duomo a Pietrasanta. Con il film e la stampa l'evidente sensazione di "profondità" sarebbe stata solo una pia illusione. Da questo punto di vista la fotografia digitale mi piace molto di più di quella tradizionale.

Grafica per titolo paragrafo  - Morale della favola? Morale della favola?

Rifiutare a priori il progresso non è da persone intelligenti.
Utilizzare invece correttamente ciò che la tecnologia ci mette a disposizione è la cosa più saggia e produce, quasi sempre, i migliori risultati con la soddisfazione di tutti...
Voglio chiudere questo argomento con un'altra citazione del pensiero di Andreas Feininger: "La fotografia è uno strumento così vario di comunicazione visiva che cercare di stabilire regole precise per fare "buone" fotografie è ridicolo e insulso come dire ad un pittore in che modo si crea un buon quadro..."
Ciascuno ne tragga le proprie conclusioni...

 

Elenco di seguito alcune note su quesiti posti ai motori di ricerca che hanno rimandato a questa o altre pagine del sito, affinché gli approfondimenti siano utili ad altri visitatori.

Grafica per paragrafo quesito - Come impostare i gradi Kelvin per fotografare un concerto?  Come impostare i gradi Kelvin per fotografare un concerto?

R - E' abbastanza raro che le scene di un concerto vengano illuminate da fari artificiali monocolore e utilizzati sempre con la medesima intensità. Anche nei concerti di musica classica, dove le atmosfere sono molto tranquille, l'intensità delle luci può variare a seconda del brano musicale che viene eseguito. Di conseguenza, una lampada che non viene fatta lavorare alla tensione nominale di esercizio modifica la sua temperatura colore. Chi sta fotografando con una impostazione manuale del bilanciamento del bianco, per continuare ad avere una fedele resa cromatica, deve reimpostare la fotocamera.
I concerti rock, pop, jazz ecc. abbondano di fari multicolore che vengono sempre "strapazzati" dai tecnici delle luci per dare luogo a effetti e cambiamenti tonali i più rapidi e i più diversi tra loro. Un bilanciamento manuale del bianco porterebbe a dei disastri qualitativi dell'immagine.
D'altronde il bello nel fotografare un concerto sta proprio nel fatto di immortalare cantanti, musicisti e scenografie artisticamente illuminati così come appaiono ai nostri occhi. Pertanto la soluzione migliore è quella di lasciare lavorare la fotocamera col bilanciamento del bianco in automatismo, oppure di scattare in formato RAW e affidarsi alla post-produzione.

Grafica per paragrafo quesito - Nella fotografia digitale è consigliabile fare uso dello zoom elettronico?  Nella fotografia digitale è consigliabile fare uso dello zoom elettronico?

R - Le macchine fotografiche digitali, reflex e non, sono dotate di un dispositivo tecnico che può stringere ulteriormente il campo dell'immagine ottenuta con le ottiche tradizionali: lo zoom elettronico.
Già uno zoom ottico, spinto alla massima focale, solitamente non esprime la massima qualità visiva dell'obiettivo.
Se ravviciniamo maggiormente la scena con una ulteriore elaborazione elettronica, gli effetti potrebbero essere pessimi.
Lo zoom elettronico degrada sensibilmente l'immagine. E' un gadget di nessuna utilità.
Gli stessi risultati dello zoom elettronico possono essere ottenuti in post-produzione, con uno dei tanti programmi in commercio per il trattamento e il ritocco delle fotografie. Tanto vale non adoperarlo...
(In altra pagina caratteristiche tecniche, pregi e i difetti degli obiettivi)

Grafica per paragrafo quesito - Da cosa si riconosce una fotografia scattata col cellulare?  Da che cosa si riconosce una fotografia scattata col cellulare?

R - Dal punto di vista tecnico, le fotografie digitali hanno una "targa", memorizzata insieme ai pixel che compongono l'immagine, dove possono essere lette varie informazioni inerenti l'esposizione e particolari relativi allo strumento tecnico col quale sono state scattate. Questi dati sono consultabili attraverso il software fornito in dotazione o un normale programma di fotoritocco.
Dal punto di vista tecnico/qualitativo, diciamo innanzitutto che le fotografie scattate con i primi modelli di telefono cellulare provvisti di video-camera erano decisamente scarse. Un termine veramente appropriato per descriverle era, senza dubbio, "grossolane". Oggi le cose vanno meglio perché questi apparati palmari hanno in dotazione nuovi sensori che arrivano anche a 8 o 12 megapixel e obiettivi più curati (se si può chiamare obiettivo quell'occhiolino simile allo spioncino di un portone). Troviamo addirittura il Nokia 800 PureView che monta un sensore da 41 megapixel ed un'ottica Zeiss.
Perché sta accadendo questo? Da indagini di mercato, risulta che il diletto principale dei possessori di cellulari e palmari sia quello di scattare fotografie. E, per questo motivo, esiste una ragionevole probabilità che le fotocamere digitali più semplici come le compatte o le reflex di fascia bassa possano essere ben presto pensionate. Un futuro ipotizzato che lascia spazio a molte critiche, perché sono in tanti coloro che non apprezzano queste operazioni di marketing allestite dai produttori per continuare a vendere. I clienti spesso si illudono di avere acquistato prodotti migliori di quelli che possedevano in precedenza, solo per il fatto che sono di ultima generazione. Non sempre è così...
Tornando a tema, bisogna premettere che: 1) Aumentando il numero di pixel dei sensori non si aumenta automaticamente la qualità dell'immagine ma solo la sua grandezza. L'aumento dei pixel dovrebbe andare di pari passo con le maggiori dimensioni del sensore stesso, pena un aumento del rumore; 2) L'obiettivo è determinante nella resa finale; 3) L'impatto visivo che noi riscontriamo dipende dalle cose che sono fotografate, dalle condizioni di luce presenti sulla scena e dal modo in cui si visiona il prodotto ottenuto. Per esempio, ragionando in pixel, fotografare un paesaggio non è la stessa cosa che riprendere la facciata di un grattacielo. Nel primo ci sono particolari molto minuti, nel secondo la vista è sicuramente più "piatta"; 4) La qualità dell'immagine dipende anche dal formato nel quale è salvata in memoria (JPG, TIF, RAW ecc.); 5) Superata una certa soglia qualitativa, i particolari mirabolanti sono riscontrabili solo dalle strumentazioni, non certo dall'occhio umano.
Questo significa che, se noi osserviamo la fotografia scattata con un cellulare sullo schermo di un pc, potrebbe non essere distinguibile da quella scattata con una fotocamera professionale. La mia fotocamera compatta può produrre delle foto macro di ottima qualità che sono pari a quelle fatte con reflex di alto livello.
Pertanto: se io faccio foto ricordo e sono solito visionarle sullo schermo di un computer, quelle scattate con un telefonino di ultima generazione possono risultare gradevoli e di ottima qualità.
In caso di stampa su formati piccoli (lato maggiore non superiore a 30 cm) la resa può essere ottima; se di un paesaggio vogliamo farci un poster, i particolari più minuti potrebbero creare dei problemi.
Lascio per ultimo (volutamente) il fattore "fotografo" che è il più importante. La fotocamera di un cellulare maneggiata da un fotografo esperto ha una resa, utilizzata da chi scatta principalmente fotografie agli amici, al gatto, alla fidanzata ne ha un'altra...
Non credo che valga la pena di spendere altre parole per descrivere una situazione che muta con molta rapidità: ci risentiamo su questo argomento, quando i palmari saranno finalmente diventati delle macchine fotografiche (che consentono anche di telefonare), per la gioia di coloro che con la fotografia hanno poco a che spartire...
(GM - ultima variazione il 12.02.2015)

Nel momento in cui riprendo brevemente in mano questa pagina è in corso una campagna pubblicitaria di uno smartphone che viene decantato esclusivamente per la qualità delle fotografie che riesce a catturare. Piano piano in tutti i prodotti palmari l'aspetto telefonia è stato fatto scivolare sempre più in basso, diventando un fattore assolutamente marginale.
Il cellulare si acquista perché cattura delle belle immagini, o almeno così noi crediamo che sia. Come dovevasi dimostrare...
(Appendice del 13.06.2018)
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