Logo del sito "Tolte dal Cassetto" Finestre fotografiche su Liguria e Toscana

Acquisto ragionato di
una macchina fotografica

HOME PAGE

PHOTO MAGAZINE

SITE GALLERY

INFO/CREDITS

LINKS/MAIL

SITEMAP

 
Grafica per titolo argomento - L'attimo fatale della fotografia  L'ATTIMO FATALE DELLA FOTOGRAFIA

Il mercato della fotografia tende sempre a fare una netta distinzione tra le fotocamere di fascia medio/bassa ovvero destinate al mercato amatoriale e quelle concepite per i professionisti. Sovente i consumatori sono portati a credere che, avendo tra le mani una macchina fotografica di "alto rango", questa possa costituire un viatico per l'ottenimento di una migliore qualità delle immagini. Tutto questo è assolutamente falso, uno dei tanti luoghi comuni della fotografia. I fattori che entrano in gioco nello scatto fotografico sono tantissimi, ma l'attimo che consegna un'immagine ai posteri è fissato in una semplice coppia tempo/diaframma. Quel momento deve essere uguale per tutte le fotocamere. Cioè io devo far arrivare sulla pellicola o sul sensore una giusta quantità di luce che mi consenta di

La fotografia
notturna

 

Il ritratto
fotografico

 

Comunicazione e
tecnica nella
fotografia digitale

 

Il sensore della
reflex si sporca...

 

Gli obiettivi

portare a casa la fotografia voluta.
Pertanto l'esposimetro di una macchina fotografica destinata ai fotoamatori deve indicare, in pari condizioni, la medesima quantità di luce di quello piazzato su una reflex professionale. Se non lo fa vuol dire che è starato, con la conseguenza che l'immagine verrà sovresposta o sottoesposta. Lo stesso vale per i tempi dell'otturatore e il movimento del diaframma: fatte salve delle normali tolleranze, non ci possono essere due pesi e due misure.

L'8 Marzo di Francesca - (creazione di moda con mimosa per la "Festa della Donna")

L'8 Marzo di Francesca

Stiamo ovviamente parlando di cose tecniche. E' intuitivo che, dal lato artistico, una misurazione media dell'intensità della luce può consegnarci un risultato diverso da quella spot, ma questo è un'altro paio di maniche...

Le reflex professionali hanno sempre avuto delle particolari caratteristiche costruttive: sono più robuste, le parti in movimento sono lubrificate in modo diverso per funzionare a bassissime o altissime temperature, le fonti di energia sono maggiorate, possiedono degli accessori che non trovano un utilizzo pratico negli scatti quotidiani di un fotoamatore. Questi fattori contribuiscono ad elevare notevolmente il prezzo, ma non c'entrano assolutamente un fico secco nella qualità di una foto. Siccome nell'"attimo fatale" le macchine fotografiche si devono comportare tutte nello stesso modo, cosa può generare una differenza?
Bisogna fare dei distinguo: nella fotografia tradizionale la differenza vera l'hanno sempre fatta solo gli obiettivi e le pellicole utilizzate. Ai tempi era molto più sensato comprare prima l'obiettivo, e poi metterci dietro la "scatola".
La fotocamera era appunto un involucro stagno dove poteva entrare luce con tempi e diaframmi stabiliti automaticamente o manualmente. Una valeva l'altra. Anche la più scalcinata delle fotocamere, se tarata bene, dava i medesimi risultati della più blasonata reflex professionale.
Quello che però faceva veramente la differenza, a livello qualitativo, era il rullino impiegato.
Si andava tranquillamente dall'Everest alla Fossa delle Marianne. Ogni marca diceva la sua, sulle sensibilità, sulla grana, sulla saturazione dei colori, sulle dominanti. C'erano (ci sono ancora?) in commercio delle pellicole qualitativamente orrende, che neppure un cane (con tutto il rispetto per i cani) avrebbe voluto nella propria macchina fotografica. Quelle pellicole orrende, messe su una reflex professionale, avrebbero prodotto delle immagini orrende.
Perciò, anche un fotoamatore evoluto, se voleva ottenere dei risultati apprezzabili in termini di qualità, doveva optare per rullini che dessero certe garanzie. Questi, se venivano impressionati in una macchina fotografica col corpo in plastica sicuramente non si "offendevano", anzi svolgevano correttamente il compito per i quali erano stati progettati... Era di fondamentale importanza conoscere a fondo i comportamenti della pellicola che veniva usata, i suoi pregi, i suoi difetti, i suoi limiti e comportarsi di conseguenza.

Grafica per titolo paragrafo - Accessori sofisticati e rinnovate promesse di felici acquisti Accessori sofisticati e rinnovate promesse di felici acquisti

Con l'avvento del digitale abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione. Il mercato tende a far entrare almeno una macchina fotografica in ogni famiglia, allo stesso modo di un personal computer. La fotocamera ce l'hanno piazzata anche nel telefono cellulare.
Tanta gente per le strade, che scatta a destra e sinistra, non si era mai vista. I prodotti fotografici vengono sostituiti con una frequenza molto elevata. Ogni volta nuovi e più sofisticati accessori e rinnovate promesse di felici acquisti.

La fotografia si è massificata, nel bene e nel male.
E' pur vero che la tecnica digitale ha completamente stravolto alcuni aspetti tecnici.
Per esempio, i sensori non soffrono del "difetto di reciprocità" come le pellicole. Una fotografica astronomica che con la pellicola poteva richiedere anche un'ora di esposizione, oggi viene catturata in soli 10 minuti, con una qualità decisamente superiore e non paragonabile.
Le prime risultanze "a caldo" ci dicono che il livello qualitativo medio della fotografia digitale è decisamente migliore di quello della fotografia "analogica". Oggi con una fotocamera compatta possono essere scattate delle ottime fotografie, che nulla hanno a che invidiare a quelle ottenute con le reflex.
Un tempo questo non era possibile. Chi era pratico del settore si accorgeva immediatamente dei difetti qualitativi generati da una compatta a pellicola. Il divario era troppo elevato.
Nella fotografia digitale c'è però anche un aspetto nuovo: i sensori sono direttamente incorporati nella macchina. Cosa può significare questo fatto in termini qualitativi? Sicuramente che tra marca e marca e tra modello e modello ci possono essere delle differenze.
Non solo: la casa produttrice entra in ballo direttamente nel risultato finale, diventa lei l'artefice dei nostri successi o insuccessi.
La complessità e l'accuratezza costruttiva delle reflex professionali digitali continuano a determinare un prezzo d'acquisto elevato, anche se sofisticati accessori

Paolo Carta, il chitarrista di Laura Pausini e altri big della musica italiana

Paolo Carta

e ricercati processi di elaborazione dell'immagine hanno un'influenza relativa sul risultato finale. Quasi sempre le tecnologie che contano vengono trasmesse anche ad alcune "sorelle minori". Una blasonata casa costruttrice di apparecchi fotografici non ha interesse a fare notevoli differenze qualitative tra modelli di fascia medio/bassa e quelli professionali.
Bisogna pensare che il grosso delle vendite avviene sul mercato amatoriale. Sono i fotoamatori che vanno a spulciare tutte le caratteristiche tecniche della reflex in loro possesso, che la testano con prove e controprove, che analizzano centinaia di dati espositivi per vedere le differenze tra uno e l'altro. Se si sparge la voce che un prodotto è inaffidabile è finita...
A un reporter di guerra, invece, non interessa un fico secco se il bilanciamento del bianco della sua reflex non è perfetto al 100%. Lui mette in primo piano la composizione dell'immagine e l'effetto sensoriale che la stessa avrà su futuri osservatori. I colori e le dominanti si mescolano e si compenetrano nelle scenografie cruente, o non, che vengono mostrate. Tutto il resto passa in secondo piano...
A conferma di quanto sopra, nel momento in cui sto aggiornando questa pagina (maggio 2012), circolano per esempio delle voci insistenti sul fatto che Nikon inizierà presto a produrre reflex digitali di fascia bassa dotate di sensore full-frame (fotogramma pieno). Un sensore full-frame ha praticamente le dimensioni del vecchio fotogramma 35 mm su pellicola, a differenza di quelli maggiormente in uso che hanno una superficie minore.
Questa non è una notizia, anzi sarebbe illogico che la casa del Sol Levante non lo facesse. E probabilmente si comporteranno così anche Canon e tutte le altre principali marche produttrici. Ad oggi (26-06-2013) questo fatto non è ancora avvenuto. Mettete in conto comunque che aumentare le dimensioni del sensore non produce automaticamente un'immagine migliore dal punto di vista qualitativo.
In conclusione: potete tranquillamente comprare una reflex digitale con il corpo in plastica. Alle temperature infernali del deserto magari potrebbe sciogliersi come neve al sole, ma per un uso normale sarà in grado di darvi delle ottime soddisfazioni, alla pari di una più blasonata reflex professionale.
Una scelta deve essere sempre ragionata, anche tenendo bene a mente che "Non è tutto oro quel che luccica" o che promette di luccicare...(vedi sotto)...

Grafica per titolo paragrafo - La macchina fotografica ideale  La macchina fotografica ideale

Nel 2011, un comunicato stampa ricevuto per la pubblicazione su questo sito aveva a corredo alcune fotografie. Sono rimasto subito incuriosito dalla qualità non eccelsa delle immagini. Di solito non controllo i dati exif, ma quella volta ho voluto fare un'eccezione.
La luce della scena non era molto elevata, ma uniforme. Problemi espositivi zero. Bisognava solo premere il pulsante di scatto. Purtroppo ho avuto l'amara sorpresa di constatare che quelle fotografie erano state generate da una delle

tante reflex professionali presenti sul mercato...
La genuinità di quello che sto dicendo è abbastanza evidente, visto che non faccio nomi. In primis, questo può significare che quella blasonata macchina fotografica non era settata correttamente, ma può voler dire anche altro, come spiegato più sotto.
Molto probabilmente, la fotocamera compatta che sto adoperando in questo momento, nella stessa situazione si sarebbe comportata meglio.
Molti si chiedono quale sia la fotocamera ideale.
Personalmente ritengo sia quella il cui esposimetro mi calcoli con estrema precisione la quantità di luce e il suo sensore mi restituisca un'immagine il più fedele possibile alla scena che hanno visto i miei occhi. Tutto il resto è pura accademia...
Oggi, quando si acquista una fotocamera, è importante fare qualche prova preliminare, comparare modelli equivalenti. Una cosa ideale

FIVIZZANO - Piazza Medicea - Gli "Sbandieratori di Pisa" si esibiscono in occasione della "Disfida degli Arcieri di Terra e di Corte"

Sbandieratori di Pisa

sarebbe quella di poter testare macchine di amici, conoscenti e parenti. La qualità è quella visiva, non quella decantata dai libretti di istruzione o dai messaggi pubblicitari.
Non fidatevi dei sentito dire e delle prove altrui. Quello che conta è il vostro giudizio sul campo. Quello che va bene per voi, può non andare bene per altri.
In ultima analisi, potete chiedere al vostro negoziante di fiducia di fare qualche scatto, sulla medesima scena, con modelli e marche differenti. La visione immediata dei risultati sul suo computer vi farà subito capire qual'é la macchina fotografica che più soddisfa i vostri gusti.
Ho parlato anche di gusto perché, così come un tempo poteva non piacere la tonalità o la grana di una pellicola, oggi potrebbe non andarci bene come lavora un certo sensore. Allora cambiare marca o tipo di rullino, non costava nulla. Per il momento invece, se le cose non vanno, bisogna sostituire tutto...
Considerate inoltre che una reflex digitale esce dalle linee di produzione con delle tarature standard predisposte dalla casa costruttrice, che sono modificabili a piacere settando il software a disposizione. Questo rende possibile regolare finemente due o più fotocamere di marche diverse per portarle a scattare immagini che hanno il medesimo impatto visivo. Ci vuole molta pazienza, ma alla fine ci si riesce.
Tenete ben presente che la quantità dei pixel non influenza la bontà delle foto. Una fotocamera da 10 megapixel cattura un'immagine meno "pesante" di una da 15. Le stampe saranno di formato leggermente minore, ma la loro qualità potrebbe essere anche superiore alle altre. Per ora è così...
Per darvi un'idea: un sensore da 4 megapixel, alla massima risoluzione, è già sufficiente a fornire ottime stampe di formato A4 (un foglio di fotocopiatrice).
Non acquistate una fotocamera troppo leggera in relazione alla vostra corporatura. Un oggetto che non fa sentire la sua "presenza" nelle vostre mani rischia di farvi scattare delle foto mosse perché più esposto alle vibrazioni e ai movimenti involontari.
Se la vostra scelta è caduta su una reflex, è molto probabile che, presto o tardi (più presto che tardi) vi troverete a combattere con un fastidioso inconveniente:
il sensore, o meglio, il filtro passa-basso che si sporca a causa della polvere o di altre sostanze determinando delle macchie visibili nelle fotografie.
Prestate attenzione alle offerte e alle promozioni che i centri commerciali fanno abbastanza frequentemente. Acquistare un modello di reflex che sta per andare fuori produzione non è una vergogna, anzi potremo avere a disposizione un prodotto di qualità fortemente scontato (almeno un 30%). Controllate bene, prima dell'acquisto, che lo sconto applicato sia reale!

Elenco di seguito alcune note su quesiti posti ai motori di ricerca che hanno rimandato a questa o altre pagine del sito, affinché gli approfondimenti siano utili ad altri visitatori.

Grafica per paragrafo quesito - Come vanno considerati i test...  Come vanno considerati i test effettuati e i giudizi riportati sulle riviste fotografiche?

R - Mi è capitato tra le mani il primo numero della rivista di fotografia "Reflex", che uscì nell''aprile 1980, dove i redattori si espressero sull'argomento, fornendo ad un lettore una risposta sibillina e altamente illuminante. Sentite il loro pensiero:
"
Esistono giudizi e giudizi. Giudizi che cambiano da persona a persona. C'è l'esperto fissato della meccanica, che giudica severamente l'apparecchio elettronico, c'è quello aperto alle nuove tecnologie che invece giura sull'assoluta necessità di indirizzarsi verso un apparecchio completamente automatico. Una redazione è fatta di persone che hanno i propri gusti e le proprie passioni e quindi si può discutere di vantaggi e svantaggi e concludere restando ognuno della propria opinione Ma su una cosa siamo tutti d'accordo: che il metro di giudizio più importante è quello di chi deve acquistare. Vuol dire che una volta che si sono letti tutti i test, i minitest, le prove su strada, i «sotto al torchio», i «banco di prova», gli «alla sbarra», le prove confronto che si voglia, quello che conta è la vostra sensibilità. Insomma, siccome la macchina fotografica dovete usarla voi e non l'esperto che ve l'ha suggerita, non dovete fare altro che studiarla, metterla a confronto con un'altra e magari scegliere solo quella che vi piace di più, che vi cade meglio in mano, che vi sembri offrire un mirino migliore, che vi consenta una migliore carica della leva. E state tranquilli: oggi acquistare una reflex che non funziona bene è una delle imprese più difficili del mondo".
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia ma le parole sagge dei redattori di Reflex sono ancora attualissime, fatta salva la leva di carica...

Grafica per paragrafo quesito - Una macchina fotografica per amatori...?  Una macchina fotografica per amatori...?

R - Le fotocamere possono essere più o meno complesse, più o meno accessoriate, più o meno costose. Il prezzo è solitamente rapportato alle soluzioni tecniche che le case produttrici impiegano nella loro costruzione.
Nessuna di loro ha un'etichetta che ne indichi la destinazione assoluta, ma in genere i modelli di gamma medio-bassa vengono indicati come ottimali per i fotoamatori, ovvero i consumers.
Quando si decide di acquistare un apparecchio fotografico, la prima cosa da tenere in conto è l'uso che ne verrà fatto, perché anche tra i fotoamatori esistono vari livelli di esperienza che possono determinare l'impiego di attrezzature più sofisticate.
Chi ha necessità di una macchina fotografica semplice, da portarsi dietro nelle gite, per riprendere gli amici, il gatto o la fidanzata, può optare per una reflex entry-level (primo prezzo) o una compatta, con obiettivi zoom di medie focali.
Se man mano si diventa più esperti e più bravi nel fotografare, c'è sempre tempo a dotarsi di attrezzature di maggiore pregio od obiettivi particolari, che non sono tuttavia indispensabili.
Un luogo comune piuttosto diffuso nella fotografia è quello che una reflex top di gamma, adoperata dai professionisti, restituisca immagini decisamente migliori di una "sorella minore", più abbordabile in fatto di prezzo. Le differenze, se esistono, sono evidenziabili solo tramite test con idonea strumentazione, non certo se viene fatta una stampa 12x15 o se la foto viene visionata solamente sullo schermo di un pc domestico (magari regolato malissimo)...
E' vero invece che una reflex entry-level, che nell'accezione comune viene "bollata" come amatoriale, se utilizzata da un bravo fotografo, può produrre immagini professionali.
Vale la pena di ricordare che le case costruttrici traggono i maggiori utili proprio dalla vendita di apparecchiature fotografiche ai fotoamatori, o altrimenti definiti consumers. I prodotti devono essere si semplici da utilizzare, ma comunque curati e tecnologicamente validi, altrimenti nessuno li comprerebbe...

(In altra pagina maggiori informazioni sulla fotografia digitale e i suoi luoghi comuni)
Grafica per paragrafo quesito - La migliore macchina fotografica manuale professionale...?  La migliore macchina fotografica manuale professionale...?

R - Chi ha posto questo interrogativo a Google si riferiva sicuramente al periodo analogico della fotografia, ovvero quando si usavano le pellicole. Ma non è chiaro se il proponente intendesse rapportare l'aggettivo "migliore" alla qualità delle fotografie ottenute o alla tecnologia utilizzata nella costruzione della macchina fotografica.
Nel primo caso, per quanto riguarda le reflex, la qualità (tecnica) delle foto analogiche dipendeva esclusivamente dalla pellicola utilizzata e dagli obiettivi che erano innestati sul corpo macchina e non dai meccanismi o dagli accessori in esso contenuti.
La fotocamera doveva essere semplicemente dotata di un esposimetro (il più preciso possibile) in modo che i tempi e i diaframmi impostati dal fotografo fossero quelli corretti. Il suo era giusto un "compitino", paragonato alla "tesi di laurea" che, ad ogni scatto ed in situazioni estremamente variabili, dovevano sostenere il film e le ottiche.
Nel parco ottiche delle primarie case costruttrici di apparecchi fotografici se ne trovavano (trovano) di buone e meno buone. Lo stesso dicasi per gli obiettivi universali che, in genere, a parità di prestazioni con i precedenti, costano leggermente meno.
Grande importanza avevano le pellicole e la cura con la quale esse erano conservate e trattate, perché le emulsioni sul supporto plastico risentivano molto delle variazioni di temperatura. Per fornire la massima resa qualitativa, i rullini professionali andavano (vanno) conservati preferibilmente in luoghi non umidi e freschi, ovvero anche in frigorifero.
Dando un'occhiata alle prove tecniche effettuate dalle riviste fotografiche degli anni Settanta/Ottanta si può rilevare che le fotocamere (professionali e non) sottoposte a test presentavano tutte delle piccole imprecisioni. Per esempio, un tempo di scatto di 1/500 di secondo poteva essere nella realtà 1/450, oppure 1/550. Una lieve scarto che rientrava abbondantemente nelle tolleranze e che non comprometteva il risultato finale. Anche altri lievi difetti venivano scoperti solo grazie ad adeguate strumentazioni, giusto proprio per andare a scoprire il pelo nell'uovo.
Premesso quanto sopra, possiamo dire che, costruttivamente, le reflex professionali Nikon della serie F furono espressamente progettate per risultare "le fotocamere migliori del mondo". Tra i pezzi di storia della fotografia come non ricordare la Canon F-1 o la Pentax MX. Nel formato 6x6 un'icona dei professionisti è sempre stato il marchio svedese Hasselblad, produttore anche di macchine fotografiche utilizzate dalla NASA per le riprese nello spazio. Mitica rimane la Hasselblad EDC (derivata dal modello di serie 500 EL) con la quale vennero scattate le prime fotografie dal suolo lunare durante la missione Apollo 11 (luglio 1969). Elencando però solo questi modelli altisonanti (che qualche difettuccio comunque l'avevano) si farebbe oggi un torto a "sorelle minori" che, a parità di pellicole e obiettivi, potevano produrre le stesse fotografie.
Per esempio, come non citare l'economica Pentax K-1000, robusta, precisa e affidabile, che ha fatto la fortuna della casa costruttrice in tutto il mondo (personalmente non ricordo un commento negativo su questa macchina fotografica...).
Per non parlare della russa Zenit E, leader mondiale delle vendite per quanto riguarda le reflex 35 mm, che montava obiettivi fissi di marca Industar (50mm) o Helios (58mm), copie perfette di ottiche più blasonate come Zeiss e Leica.
Il motivo del loro successo è semplice: nonostante un aspetto spartano e il basso prezzo, la qualità delle immagini è sempre stata eccellente. E' quello che contava e conta tutt'oggi...

Grafica per paragrafo quesito - Quale macchina fotografica a pellicola posso comprare?  Quale macchina fotografica a pellicola posso comprare? (08-02-2014)

R - Le case costruttrici non hanno più interesse a produrre apparecchi fotografici analogici in quanto le richieste in tal senso sono veramente esigue ed i ricavi sarebbero insufficienti a riequilibrare i costi di progettazione e produzione.
Nel mercato dell'usato invece gli scambi sono sempre buoni, anche perché soprattutto le fotocamere meccaniche con pellicola sono indistruttibili, ovvero in caso di guasto sono facilmente riparabili da un buon artigiano del settore.
Questo fa sì che la produzione di rullini fotografici stia continuando per una nicchia di fotografi, professionisti e non, che sono ancora legati a quel mondo e per coloro che, pur essendo passati al digitale, non hanno completamente abbandonato le loro vecchie abitudini. Fallita la Kodak, il punto di riferimento mondiale delle pellicole è rimasta la casa del Sol Levante Fujifilm.
Nel paragrafo soprastante sono indicati alcuni modelli di fotocamere manuali che hanno fatto la storia della fotografia tradizionale. Anche gli apparecchi automatici di primarie aziende costruttrici hanno sempre dato tante soddisfazioni ai loro possessori. Non bisogna dimenticare comunque che nella fotografia analogica la vera differenza l'hanno sempre fatta gli obiettivi e le pellicole utilizzate. La «scatola» (corpo macchina) aveva un'influenza relativa, legata soprattutto alla robustezza ed alla affidabilità, che centravano molto poco con la qualità della fotografia ottenuta.
Chi continua ad usare la pellicola ha una avversità marcata verso la tecnologia digitale e, a volte, produce commenti molto sprezzanti nei confronti di coloro che utilizzano pixel e memorie per catturare fotografie. Mi sembra invece che non accada il contrario: un possessore di una reflex digitale si compiace molto del suo acquisto, si illumina d'immenso quando parla di tutte le lucine che gli compaiono nel mirino, magnifica i programmi di fotoritocco che rendono perfette le sue immagini, è tutto preso dai dati tecnici, dai quali non può prescindere per realizzare (a suo dire) dei buoni scatti. Il resto gli interessa poco...
Sono due mondi completamente differenti: chi è ancora affascinato dalla fotografia tradizionale pone in campo a suo favore argomenti che fanno maggiore riferimento al lato artistico (la pellicola è un cult), gli altri, invece, hanno imparato a memoria il libretto d'istruzioni della loro fotocamera e sperimentano, provano, cambiano... per sfruttare al massimo la tecnologia a loro diposizione. I primi sono portati ad usare la fotografia come un mezzo per esprimere le loro sensazioni, i secondi sono usati dal mercato fotografico, che li foraggia in continuazione con prodotti sempre più sofisticati.
Per quanto mi riguarda, trovo che la fotografia digitale abbia alcune marce in più rispetto a quella analogica. La gamma dinamica dei sensori e la possibilità di regolare la temperatura colore fanno la differenza rispetto alle pellicole. Non solo: un buon controllo della luce fa si che le immagini digitali possano esprimere una certa profondità, una terza dimensione che non era ottenibile con i rullini fotografici. Chi non vuole accettare questo mente a se stesso.
Va di pari passo che le fotografie digitali dovrebbero essere catturate al meglio in fase di ripresa e non elaborate in post-produzione, che il 90% delle opzioni software presenti sugli apparecchi fotografici è inutile, che la possibilità di scattare praticamente all'infinito ha prodotto quantità anziché qualità.
Senza contare che, su entrambe le sponde, la base di partenza migliore per realizzare delle belle fotografie è sicuramente quella di dotarsi di un un ottimo obiettivo...

Grafica per paragrafo quesito - Quale fotocamera acquistare per scattare delle belle fotografie?  Quale fotocamera acquistare per scattare delle belle fotografie?

R - "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace!". Il bello e il brutto sono due concetti soggettivi e non oggettivi, soprattutto quando si parla di arte fotografica... La fotografia la scatta il fotografo e non la macchina fotografica...
Detto questo, dal punto di vista tecnico, se manteniamo i parametri di ripresa entro un certo range (sensibilità tra 100 e 400 ISO, diaframma tra 4 e 11, tempi tra 1/60 ed 1/1000) ogni fotocamera digitale attualmente in commercio è in grado di produrre delle fotografie di buona qualità. Invece quando si estremizzano le condizioni di ripresa  possono insorgere alcune problematiche ben conosciute dai professionisti e dai fotoamatori evoluti. Per esempio, alzando considerevolmente il livello della sensibilità, l'immagine sarà contraddistinta da un certo rumore che influirà sul risultato tecnico finale.
In questo caso, tra fotocamera e fotocamera, ci possono essere delle significative differenze. Ma qual'é la percentuale di fotografie che vengono scattate, per esempio, a 6.400 ISO? Ma soprattutto, perché scattare a 6.400 ISO? Se abbiamo bisogno di una tale sensibilità significa o che siamo immersi nel buio più totale o che necessitiamo di avere tempi di ripresa altissimi, cosa che demanda ad un uso super-specialistico, con limitata casistica.
Purtroppo chi pratica la fotografia, soprattutto per diletto, tende ad attribuire troppa importanza ai dati tecnici. Le riviste fotografiche sono piene di fotografie corredate religiosamente con tutti i parametri di ripresa. Invece ogni immagine è unica e le esatte condizioni di luce che l'hanno determinata, ben difficilmente, si ripresenteranno in futuro. E poi, quale soddisfazione può dare "copiare" da altri? Non è più bello e interessante sperimentare in proprio?
Qualcuno potrebbe obiettare: ma questo é un modo per imparare a fotografare! Non è propriamente esatto: osservando in continuazione i lavori di altri, si sarà portati a ripeterli, perdendo di originalità.
Avete mai visto un pittore che vada fiero di avere dipinto dei quadri imitandone altri? Ben difficile: tutti sono gelosi del proprio stile! E allora, quale senso ha produrre una fotografia che è già stata scattata da altri?
Il segreto basilare per scattare delle belle immagini è quello di conoscere approfonditamente la propria macchina fotografica. Provarla in varie condizioni di ripresa, testare i programmi automatici messi a disposizione dal produttore ma soprattutto usarli con criterio; è necessario conoscere l'efficienza del flash incorporato e il suo range di operatività. In parole povere, bisogna leggere accuratamente il libretto delle istruzioni ed impararne a memoria i passi principali. Questo ci consentirà di essere sempre pronti ad utilizzare al meglio la nostra fotocamera. Poi, una continua sperimentazione sul campo ci farà pian piano maturare e scattare delle buone immagini, che esprimeranno sensazioni positive in chi le guarderà.
Possono poi essere utili alcuni consigli specifici:
a) Se possedete una fotocamera compatta, non estremizzate l'uso dello zoom ottico.
Scattare una fotografia al massimo della focale prevista produce, quasi sicuramente, difetti qualitativi maggiori che non a metà scala. Se il soggetto è troppo distante, avvicinatevi voi. Non usate assolutamente lo zoom elettronico. E' un gadget di nessuna utilità, che incide molto negativamente sulla qualità.
Quando la luce ambiente cala perché il sole tramonta, fate intervenire forzatamente il flash prima che lo faccia la fotocamera in automatico. L'occhio elettronico e l'occhio umano sono portati a vedere una quantità di luce maggiore di quanta ce ne sia in realtà. Anticipare l'intervento del flash farà si che i parametri di ripresa (ISO, tempi e diaframmi) non vengano portati all'estremo dalla fotocamera e l'esposizione ne guadagnerà. Grazie all'aiuto del lampo, eventuali ombre saranno meno marcate, e la fotografia risulterà più gradevole. Questa operazione andrebbe fatta anche con soggetti fortemente in ombra.
b) Se avete tra le mani una reflex, non tirate al massimo gli ISO e soprattutto ricordatevi che la qualità dell'obiettivo incide molto sul risultato finale. Infatti sarebbe più logico prima provare ed acquistare un buon obiettivo e poi abbinarlo ad una fotocamera.
Scegliete il metodo espositivo più adatto alla scena che intendete fotografare. Per esempio: con un soggetto in controluce, se non utilizzate una misurazione spot, lo vedrete sicuramente sottoesposto, cioè più scuro del normale.
c) Per chi è proprio alle prime armi: ricordatevi che la prima elementare variabile artistica di una fotografia nasce proprio nel momento in cui impugniamo la macchina fotografica. Riprendendo la stessa scena a sviluppo orizzontale e poi verticale, le cose cambiano come dal giorno alla notte... Controllate le vostre foto sul computer: sono tutte a sviluppo orizzontale?
Quasi tutti coloro che utilizzano una fotocamera compatta fotografano tenendola esclusivamente in orizzontale. Invece chi usa un telefono cellulare lo impugna, per naturalità, quasi sempre in verticale...
d) Personalmente trovo più soddisfazione nel fotografare con la mia fotocamera compatta invece che con la reflex. Il motivo è molto semplice: la gamma dinamica del sensore é più estesa. Le immagini catturate sono più aderenti alla realtà, le scene rimangono impressionate come le vede il mio occhio. Per quanto mi riguarda, lo ritengo un pregio notevole.
La reflex, da questo punto di vista, è sicuramente più «dura» e, in aggiunta, ha un comportamento come un'auto da rally: per dare il meglio di se deve, ogni volta, essere settata per il «terreno» su cui lavora. Cambia di qua, modifica di la, sostituisci a destra, adatta a sinistra. Alla fine la corsa si vince, ma pagando un prezzo elevato.
Un fotografo deve prestare maggiore attenzione alla scena da riprendere piuttosto che ai dati che compaiono nel mirino, a differenza di un pilota da rally per il quale è vitale tenere lo sguardo rivolto alla strumentazione e alla strada.
Il concentrarsi troppo su aspetti tecnici può far produrre immagini carenti dal lato artistico.

Grafica per paragrafo quesito - Qual'è la migliore macchina fotografica per un reporter?  Qual'é la migliore macchina fotografica per un reporter?

R - Quella che risponde meglio alle proprie esigenze!
Qualche anno fa stavo seguendo in tarda serata un programma televisivo nel quale venivano intervistati celebri personaggi italiani. Era "di turno" un noto fotografo del Nord, che lavora anche per la Magnum, la più blasonata agenzia fotografica del mondo. Nella divulgazione delle sue esperienze egli, ad un certo punto dell'intervista, ha reso noto che sovente utilizzava per il suo lavoro una fotocamera compatta digitale da 4 mega-pixel. Questo suo comportamento era dovuto al fatto che le persone fotografate si sentivano più a loro agio di fronte ad un oggetto così piccolo e comune. Lui era scambiato quasi per un dilettante, al punto che le espressioni di coloro sui quali aveva posto l'attenzione mantenevano la naturalezza di sempre, perchè non erano oggetto di un'azione invasiva. Aggiungeva che, se si fosse presentato con una macchina fotografica di grandi dimensioni, dotata di un teleobiettivo a tubo di stufa e scattando a raffica li avrebbe sicuramente impauriti, con risultati fotografici pessimi. Bene: questo fotografo lavora per la più importante agenzia fotografica del mondo, non per un giornale di provincia e ne per l'editore dietro l'angolo di casa.
Ognuno ha le proprie esigenze e una fotocamera ideale per tutte le occasioni non esiste proprio. Sta alla perspicacia del fotografo capire, in anticipo, quale mezzo tecnico può dare il miglior risultato finale.
E' abbastanza ovvio che se vado a fotografare nella foresta del Borneo, col 100% di umidità dell'aria, avrò quantomeno bisogno di una macchina fotografica tropicalizzata, per evitare che circuiti e meccanismi interni anneghino ben presto nell'acqua. Fare un reportage in zone freddissime, a 30° sotto lo zero, presuppone l'impiego di una fotocamera con meccanismi in movimento lubrificati in modo particolare, o addirittura non lubrificati. A quelle temperature, grassi e olii normalmente impiegati diventano legamentosi come la pece e possono bloccare il funzionamento della macchina fotografica. In tali casi sono utili anche dei battery-pack maggiorati per avere la necessaria energia elettrica.
Per organizzare un reportage nel mondo del teatro ci vogliono delle accortezze particolari.
La mia reflex ultimo modello, super professionale, che emette un sacco di beep e che può scattare 10 fotogrammi al secondo, servirebbe solo a farmi cacciare fuori a pedate alla prima "raffica" della prima rappresentazione!
Ognuno può trarre le proprie conclusioni...

Grafica per paragrafo quesito - Per le fotografie di moda con quale macchina fotografica è consigliabile scattare?  Per le fotografie di moda con quale macchina fotografica è consigliabile scattare?

R - Per fotografare una sfilata di moda è più che sufficiente una normale reflex con sensore da 16 megapixel ed un buon obiettivo zoom, con focale massima neppure troppo spinta. Può tornare utile anche l'uso di un flash.
Questo corredo sarà sufficiente per operare ai lati delle pedane dove sfilano modelli e modelle...
La domanda denuncia però, come spesso accade, un'attenzione troppo esagerata verso la macchina fotografica, la quale viene spesso idolatrata e ritenuta indispensabile per l'ottenimento di certi risultati.
Non dobbiamo dimenticarci che una reflex va impostata a seconda delle situazioni che ci si parano davanti.
Fotografare una sfilata di moda presuppone regolazioni differenti rispetto ad una gara di Formula 1, oppure ad un incontro di calcio. Se l'incontro di calcio si disputa di giorno, con luce solare, è un conto, se invece avviene in notturna è un'altro.
Durante una partita con luci artificiali il flash non si usa perché disturberebbe i giocatori e soprattutto perché le azioni di gioco sono talmente distanti da far si che il lampeggiatore sia ininfluente. Durante una sfilata di moda il flash si usa eccome...
Questo ci fa capire che anche una reflex al top della gamma, male utilizzata, produrrebbe inevitabilmente risultati scadenti. E' il fotografo che scatta la fotografia e non la macchina fotografica, che è solamente uno strumento nelle sue mani.
Per non parlare degli obiettivi che incidono fortemente sulla qualità. A tal proposito, è bene tenere a mente quanto segue: è sicuramente preferibile avere tra le mani una reflex entry-level con un ottimo obiettivo che non una top reflex con un obiettivo scadente. I risultati saranno decisamente migliori nel primo caso, senza ombra di dubbio.

(In altra pagina: le prime fotografie di moda femminile vennero scattate a Parigi nel 1856)
Grafica per paragrafo quesito - Ma le foto scattate con una macchina professionale vanno ritoccate?  Ma le foto scattate con una macchina professionale vanno ritoccate?

R - Con l'avvento della fotografia digitale ha preso sempre più campo una pratica che in origine era ritenuta solamente un'"ancora di salvataggio". Stiamo parlando della possibilità di correggere un'immagine in post-produzione, utilizzando appositi software molto popolari tra i fotografi professionisti e amatoriali.
Il fotoritocco è oggi talmente abusato da assurgere a livello di normalità e questo visitatore, probabilmente disorientato dalle informazioni sbagliate che gli arrivano alle orecchie, ha interrogato i motori per togliersi un dubbio amletico.
Caro visitatore stia pure tranquillo: le fotografie che vengono "partorite" dalle macchine fotografiche digitali, professionali e non, sono già di per se stesse complete per essere viste su un pc o per essere stampate. Addirittura possono essere stampate collegando direttamente la fotocamera alla stampante, senza essere scaricate sul computer o portate al laboratorio.
Se salviamo in formato RAW avremo stoccati nella memoria una serie di dati non processati, che danno luogo ad una fotografia "grezza". Per poterla ricreare fedelmente e visionarla occorre un software decodificatore che può essere contenuto nella fotocamera stessa, oppure viene fornito in dotazione dalla casa costruttrice, oppure è di un tipo universale.
Il formato RAW è comodo perché consente di recuperare molte foto sbagliate, i cui parametri possono essere modificati a piacimento fino alla visione ottimale. Per avere i migliori risultati è preferibile utilizzare il software della casa madre.
Quando l'esposizione è corretta, anche l'immagine ricreata dal formato RAW non ha bisogno di alcun ritocco.
La sua domanda comunque è stata molto logica: è difficile capire cosa stia succedendo in questo campo, quando, per esempio, i software correttivi vengono installati direttamente nelle macchine fotografiche. Ma chi ce l'ha il tempo di elaborare una fotografia quando ancora si trova nella memoria della fotocamera? A volte non c'è neppure il tempo di scattare tutte le fotografie che si vorrebbe...
Purtroppo però, per reggere il mercato qualcosa bisogna inventarsi: lo zoom elettronico (vedi più sopra), la fotocamera che non scatta se coloro che sono ripresi non sorridono (?!?!?), il fotoritocco direttamente in macchina. E altri ne inventeranno per la gioia di molti che con la fotografia hanno poco a che spartire...
Il fotoritocco ha comunque degli aspetti positivi: recuperare una sottoesposizione di qualche stop (con una sovraesposizione i risultati sono meno buoni), eliminare delle imperfezioni sulla pelle delle modelle, togliere i fili della luce che possono disturbane nelle riprese di vie o piazze, correggere il fenomeno degli "occhi rossi" che può comparire quando si fa uso del flash in ambienti scarsamente illuminati ecc. ecc.
Da statistica, sembra invece che ai primi posti dei "fotoritoccatori" ci siano coloro che esasperano la saturazione dei colori o che ne modificano l'equilibrio.

Grafica per paragrafo quesito - Mi servirebbe una fotocamera autofocus che segua bene gli oggetti in movimento...  Mi servirebbe una fotocamera autofocus che segua bene gli oggetti in movimento...

R - Consultando i libretti d'istruzione delle fotocamere digitali in commercio ci si rende immediatamente conto che l'autofocus non è un sistema perfetto anzi, per stessa ammissione delle case costruttrici, può avere delle deficienze in svariate situazioni.
Anche l'intelligenza artificiale (chiamiamola così) che sovrintende al mantenimento del fuoco su un soggetto in movimento è di indubbia utilità ma presenta comunque dei limiti e quindi dobbiamo aspettarci degli errori.
Sinteticamente possiamo dire che un sistema autofocus è molto preciso quando il soggetto fotografato si muove in direzione della fotocamera o se ne allontana, in maniera frontale all'obiettivo. Se ciò che stiamo fotografando compie invece due movimenti, cioè oltre al primo si associa uno spostamento all'interno dell'area inquadrata (o fotogramma che dir si voglia), ci possono essere degli inconvenienti.
Se i soggetti in movimento sono tanti, il sistema può decidere di spostare il fuoco su uno che non ci interessa. Non si tratta di cercare il solito pelo dell'uovo: provate a fotografare un gruppo di ciclisti in curva che avanza e necessariamente si muove verso destra o verso sinistra dell'area inquadrata. Vedrete che il punto di fuoco potrebbe non essere quello desiderato...
Questo errore si può evitare impostando manualmente un punto di messa a fuoco, oppure diaframmando maggiormente.
Nel primo caso l'operazione manuale va bene se viene fatta "una tantum", per movimenti ripetitivi o soggetti statici che iniziano a muoversi, non certo quando animali, persone o cose sono sempre in movimento e con spostamenti irregolari. Sarebbe molto stressante tenere testa a tutte le situazioni e questo ci distoglierebbe da una fotografia creativa.
Nel secondo caso si ottiene una foto tecnicamente corretta, ma diversa dal punto di vista artistico, perché aumentando la profondità di campo risultano leggibili un maggior numero di particolari indesiderati.
In conclusione: anche ammesso che la nostra fotocamera sia dotata del migliore sistema AF in circolazione, dovremmo sempre mettere in conto una certa probabilità di errore...

Grafica per paragrafo quesito - Perché le mie fotografie a volte sono più chiare o più scure del normale?  Perché le mie fotografie a volte sono più chiare o più scure del normale?

R - Quando una fotografia risulta più chiara o più scura del normale vuol dire che l'esposizione non è stata quella corretta.
Nel primo caso (colori evanescenti e basso contrasto) vuol dire che è intervenuta una sovraesposizione. Un'immagine risulta sovraesposta quando il sensore che la cattura è stato colpito da una quantità di luce maggiore rispetto a quella ottimale. Questo accade principalmente per due fattori: il tempo di esposizione è stato troppo lungo rispetto a quello corretto, oppure il diaframma era più aperto del necessario, ovvero tutte e due le cose assieme.
Nel secondo caso, una fotografia molto scura, con altissimo contrasto e i colori che quasi non si distinguono si dice che è sottoesposta, cioè il sensore ha ricevuto una quantità insufficiente di luce per problemi inversi a quanto detto sopra.
Quando l'esposizione viene calcolata sull'intera area del fotogramma (il tipo di uso più comune) è più facile che le attuali fotocamere digitali tendano leggermente a sottoesporre che non a sovraesporre.
O meglio: l'esposizione viene calcolata con predominanza su toni e colori chiari, in modo da non "bruciare" i particolari degli oggetti ripresi. Le sovraesposizioni sono molto rare. Pertanto quando una fotocamera digitale produce spesso foto molto più chiare del normale è meglio farla controllare da un centro di assistenza perché, quasi sicuramente, ha dei problemi tecnici.
E' altresì vero che nella post-produzione è più facile correggere un'immagine sottoesposta che non sovraesposta (se i particolari sono stati "bruciati", non si possono certo ricreare a tavolino...)
Pertanto, a cosa dobbiamo stare attenti per non incorrere in una sottoesposizione più o meno marcata?
L'esposizione può risultare errata se nella scena inquadrata vi è la presenza di alte luci. E' sufficiente anche una porzione di 1/5 di fotogramma per scurire maggiormente i 4/5 rimanenti (che molto probabilmente sono quelli che ci interessano di più). Problemi possono insorgere anche quando c'è una mescolanza di colori chiari con colori scuri
Vediamo di seguito alcuni piccoli esempi:
1) Stiamo scattando una fotografia in una giornata nuvolosa e nell'area inquadrata compare una porzione, più o meno vasta, di cielo. Oppure il cielo è azzurro ma entra in campo nel nostro fotogramma una nuvola bianca.
La rilevazione dei toni e dei colori risulterà falsata da quel pezzetto di cielo o di nuvola e la foto apparirà complessivamente più scura del normale.
A questo inconveniente si pone rimedio facilmente comportandosi come di seguito: si punta la macchina fotografica maggiormente verso terra o di lato (destra o sinistra), non appena il pezzetto di cielo scompare si blocca l'esposizione (vedi libretto d'istruzioni della fotocamera), si reimposta la scena che dobbiamo riprendere e si scatta. Chi sta usando una reflex e guarda nel mirino noterà che durante lo spostamento i parametri di ripresa variano sensibilmente: il diaframma si apre di più (se si lavora a priorità dei tempi), o il tempo aumenta (se si lavora a priorità dei diaframmi) o tutti e due possono variare (esposizione auto programmata). Questo è indice che la precedente esposizione sarebbe stata sbagliata.
Utilizzando una compatta con visione su monitor, appena si sposta l'inquadratura, l'immagine si schiarirà fino all'ottimale. A questo punto bisogna comportarsi come descritto sopra per la reflex.
2) Nella scena che stiamo riprendendo c'è un oggetto non trascurabile dal punto di vista delle dimensioni e molto riflettente (costruito o rivestito di acciaio cromato o alluminio lucido o lamiera ecc.). Questa situazione è ancora più critica di quella descritta al punto 1). Oltretutto l'autofocus potrebbe non funzionare correttamente, tanto che sarebbe meglio escluderlo per operare manualmente (vedi libretto d'istruzioni).
Relativamente all'esposizione, le reflex possono essere dotate di un programma automatico per la ripresa di scene brillanti o di oggetti molto luminosi (vedi sempre libretto d'istruzioni). Per maggior sicurezza si può impostare anche un bracketing (vedi ancora libretto d'istruzioni), operazione con la quale si possono scattare più immagini della stessa scena (forcelle espositive), variando i livelli di EV (quantità di luce) secondo un programma prestabilito.
3) Quando si fotografano monumenti in marmo bianco su fondi scuri i livelli di EV sono molto distanti tra loro. Se le dimensioni della statua sono discrete rispetto al totale dell'area inquadrata (basta anche 1/3), l'esposizione diventa preponderante proprio su di lei e lo sfondo scurisce troppo. Allora bisogna trovare un migliore compromesso operando manualmente oppure predisporre delle forcelle espositive (attivando la funzione bracketing) per poi scegliere l'immagine che rende meglio o che soddisfa di più i nostri gusti.
In conclusione, volendo sintetizzare una mini regola generale: ogni volta che abbiamo in campo porzioni di cielo nuvoloso, oggetti bianchi oppure molto chiari o molto luminosi, è necessario prestare più attenzione perché l'esposizione potrebbe non essere quella ottimale e quindi dovremo intervenire con dei correttivi...
Per ottenere fotografie con un contrasto naturale in scene all'aperto fortemente illuminate o con zone d'ombra le reflex digitali sono dotate di un software attivabile e programmabile a piacimento (consultare il libretto d'istruzioni). L'uso di questa opzione migliora gli errori descritti sopra perché le aree più scure risultano maggiormente leggibili.
E' possibile anche impostare un diverso tipo di esposizione (spot o media con prevalenza dell'area centrale).
La prima è utilissima nei controluce, la seconda trova vasta applicazione nei ritratti di persone. Ambedue danno predominanza ad un'area limitata del fotogramma. Il risultato finale potrebbe essere buono, ma si potrebbe anche andare incontro anche a dei disastri espositivi. L'unico modo per saperlo è operare artigianalmente sul campo...

Grafica per paragrafo quesito - Qual'è il numero di scatti a disposizione in una fotocamera digitale?  Qual'é il numero di scatti a disposizione in una fotocamera digitale?

R - Non è quantificabile con dati fissi, ovvero è variabile, in base a svariati fattori.
Cominciando dal fondo, il numero degli scatti a disposizione dipende più dalle batterie di alimentazione della macchina fotografica che non dalla memoria in uso, perché le fotocamere digitali sono letteralmente delle mangiapile.
Quando si fotografa in modo prolungato, con uso intensivo di accessori che richiedono molta elettricità, oppure se fa molto freddo, per essere sicuri di non perdere nessuno scatto, bisognerebbe avere a disposizione almeno un battery-pack di riserva (o delle pile sostitutive). Per questo motivo, la quasi totalità dei professionisti, usa sulle proprie reflex digitali battery-pack maggiorati.
Effettivamente bisogna poi considerare la capacità della memory-card installata sulla macchina fotografica.
In terzo luogo, è fattore determinante il formato nel quale sono salvate le immagini (JPG, TIFF, RAW ecc.).
Altro elemento che entra in gioco è la risoluzione con la quale vengono scattate le fotografie.
Le dimensioni in pixel e opzioni qualitative selezionabili sulla fotocamera possono modificare di molto la "pesantezza" di un'immagine e quindi incidere fortemente, in positivo o negativo, sulla memoria a disposizione.
Pochi concentrano la propria attenzione su fatto che, quando le immagini vengono salvate in formato JPG, le loro dimensioni in KB variano significativamente, in base al soggetto o ai soggetti fotografati. Una fotografia di un campo di grano o di un prato in fiore possono contenere milioni di pixel tutti diversi tra loro, perché i particolari sono molto minuti. Diversamente, se fotografo la facciata di una casa, avrò centinaia di migliaia di pixel tutti uguali fra loro (quelli che danno origine alle finestre, al portone d'ingresso, al colore col quale è dipinta ecc.). Questo aiuta il sistema di compressione tipico di quel formato, col risultato che la fotografia della parete di un'abitazione avrà bisogno di meno memoria per essere "stivata" nella card utilizzata sulla macchina fotografica.
E' comunque realistico che, se le immagini vengono scaricate con regolarità su altri supporti di salvataggio, il "full" su una memory-card, sarà sempre un evento molto raro. La tecnica digitale consente perciò di scattare in abbondanza, sgombrando la nostra mente da un tale problema. E se la memoria dovesse, malauguratamente, diventare insufficiente, basta avere un scheda di riserva ed il gioco è fatto...

Grafica per paragrafo quesito - Quale differenze di angolo visuale ci sono tra una reflex e una compatta?  Quale differenze di angolo visuale ci sono tra una reflex e una compatta?

R - L'angolo visuale di ripresa non dipende dalla macchina fotografica ma dall'obiettivo che essa incorpora (compatta) o intercambiabile che stiamo utilizzando (reflex o formati più grandi). Con un obiettivo zoom l'angolo di ripresa è variabile da un minimo ad un massimo, in relazione all'escursione focale per cui è progettato.
Nelle reflex digitali con sensore full-frame un obiettivo da 50mm di focale viene definito "normale", perché restituisce un angolo di campo di circa 47° che è pari a quello della visione degli occhi umani. Sotto i 50mm gli obiettivi vengono definiti "grandangolari", perché l'angolo visuale aumenta. Per esempio, un 28mm restituisce un angolo di campo di circa 76°. Sopra i 50mm di focale ci sono i "teleobiettivi", caratterizzati da angoli di visuale molto stretti (un'ottica con focale da 500 mm ha un angolo di campo pari a 5°).
Se il sensore della reflex non è full-frame ma più piccolo, l'angolo di campo dell'obiettivo utilizzato diminuisce. Per esempio, una normale ottica da 50mm diventa pari ad un medio-tele.
Nelle fotocamere compatte i sensori hanno dimensioni ancora minori. Questo comporta che un obiettivo zoom impostato sulla focale di 28mm possa produrre un angolo di campo abbastanza stretto e superiore a quello di un normale.
(In altra pagina: caratteristiche tecniche, pregi e i difetti degli obiettivi)

Grafica per paragrafo quesito - La qualità di una fotocamera compatta dipende soprattutto dal suo sensore?  La qualità delle immagini di una fotocamera compatta dipende soprattutto dal suo sensore?

R - La risposta è no, perché anche gli obiettivi utilizzati hanno la loro importanza. Solitamente uno zoom tirato all'estremo fa decadere in modo sensibile la qualità delle immagini. Per avere una resa ottimale sarebbe meglio non spingersi oltre la metà della focale massima, fatte salve due possibili distorsioni ottiche: quella a barilotto e quella a cuscinetto. La prima fa si che le linee rette verticali si incurvino verso i bordi del fotogramma (), la seconda, al contrario, le fa tendere verso il centro )(.
Utilizzando uno zoom, è molto facile che, al variare della focale, le linee cadenti verticali siano restituite passando da una distorsione all'altra. Esiste ovviamente anche un punto nel quale le stesse appaiono perfettamente "a piombo".
Un obiettivo a focale fissa può invece presentare una sola delle due distorsioni, oppure nessuna..
Fortunatamente con la tecnica digitale è possibile correggere questi difetti in post-produzione, con un software adatto.
Le ottiche, inoltre, possono essere affette anche da "aberrazione cromatica", un difetto che fa comparire degli aloni lungo i bordi degli oggetti causato dal fatto che i diversi colori dello spettro sono messi a fuoco separatamente su piani diversi.
(GM - ultima variazione il 28.04.2016)

Tolte dal Cassetto - Finestre fotografiche su Liguria e Toscana
Copyright © 2001 - 2016 Giovanni Mencarini. Tutti i diritti riservati. (All Rights Reserved)

HOME PAGE

PHOTO MAGAZINE

SITE GALLERY

INFO/CREDITS

LINKS/MAIL

SITEMAP